La Governance partenariale

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La Governance partenariale"

Transcript

1 La Governance partenariale

2 Sommario Introduzione Modello di governance del partenariato per il Programma di cooperazione MED Introduzione Codice europeo di condotta sul partenariato: cosa dice rispetto ai programmi di cooperazione territoriale Obiettivi e principi del modello di governance Le caratteristiche e i contenuti del partenariato in ambito MED Modello di governance proposto Le regole del partenariato La composizione del partenariato L attivazione in fase di strategia Il partenariato in fase di attuazione Strumenti La gestione dei flussi informativi Introduzione I contenuti di questo documento si articolano sui risultati dell Analisi e ricerca sullo stato d attuazione del Programma di cooperazione Transnazionale MED e definizione di proposte e future prospettive per la Programmazione , soprattutto sui risultati dell analisi della partecipazione italiana. Il documento contiene la proposta di un modello di governance per la Programmazione MED

3 1. Modello di governance del partenariato per il Programma di cooperazione MED Introduzione Il presente capitolo contiene una proposta del modello di governance partenariale da utilizzare nell ambito del Programma di cooperazione transnazionale MED Il documento è uno schema redatto dallo staff di ISMERI EUROPA sulla base dei documenti di Programmazione MED esistenti e sulle proprie conoscenze dei sistemi partenariali. Il modello vuole fornire una serie di indicazioni che possono essere adeguate sulle esigenze del Comitato Nazionale e delle Regioni. Gli strumenti e le attività proposte tentano di sviluppare maggiore uniformità di approccio tra le Regioni partecipanti al Programma. Il documento è articolato secondo i temi seguenti: i contenuti del Codice europeo di condotta sul partenariato, obiettivi e principi del modello di governance, le caratteristiche e i contenuti del partenariato in ambito MED, il modello di governance proposto, la gestione dei flussi informativi. Dove rilevante sono stati inseriti dei box contenenti gli elementi principali delle pratiche utilizzate in alcune regioni italiane 1 che potrebbero essere d ispirazione nell organizzazione del processo partenariale Codice europeo di condotta sul partenariato: cosa dice rispetto ai programmi di cooperazione territoriale Il Codice europeo di condotta sul partenariato è un atto delegato della Commissione europea che ha come finalità quella di sostenere gli Stati membri nell'organizzazione del partenariato. Ciò avviene tenendo conto delle competenze nazionali e regionali così da ridurre i deficit di coordinamento nell'elaborazione e attuazione delle politiche pubbliche ed evitare la frammentazione amministrativa e degli interventi pubblici. L articolo 4 del codice stabilisce che per ogni Programma gli Stati Membri sono chiamati ad identificare i partner pertinenti tra Autorità regionali, locali, cittadine e altre autorità pubbliche, le parti economiche e sociali, organismi rappresentativi della società civile come partner ambientali, ong etc. Per i programmi di cooperazione territoriale europea gli Stati membri possono coinvolgere anche i gruppi di cooperazione territoriale che operano all interno del Programma specifico, le autorità o gli organismi coinvolti nello sviluppo di una strategia macro-regionale o per i bacini marittimi nella zona interessata. Il coinvolgimento dei partner deve avvenire nella fase di preparazione dei programmi e di attuazione degli stessi: nella preparazione dei bandi, nella preparazione delle relazioni sullo stato 1 Tali informazioni sono state raccolte attraverso un analisi desk e sulla base delle informazioni fornite dai referenti regionali partecipanti al Comitato Nazionale. 2

4 di avanzamento e monitoraggio, nella sorveglianza dei programmi, nella valutazione dei programmi. L articolo 9 stabilisce che nei PO siano fornite informazioni sulle azioni adottate per coinvolgere i partner pertinenti e le azioni previste per garantire la partecipazione dei partner all attuazione dei programmi. Per quanto riguarda i Comitati di Sorveglianza dei programmi di cooperazione territoriale europea, i partner possono essere rappresentati da organizzazioni ombrello a livello transnazionale 2. Tuttavia il codice precisa che gli Stati Membri possono coinvolgere i partner nella preparazione del comitato di sorveglianza, soprattutto attraverso la loro partecipazione ai comitati di coordinamento stabiliti a livello nazionale (art.10). Infine, un tema coperto dal codice è quello di rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti al fine di partecipanti efficacemente alla preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione dei programmi. Per la cooperazione territoriale europea il sostegno (anche attraverso l assistenza tecnica) ai partner può coprire il potenziamento delle capacità istituzionali finalizzate alla partecipazione ad attività di cooperazione internazionale Obiettivi e principi del modello di governance Il modello proposto si inserisce all interno di questo contesto e vuole essere uno strumento di supporto per le Regioni responsabili del programma MED affinché possano gestire le relazioni partenariali secondo i principi del Codice. In particolare la presente proposta ha l obiettivo di rafforzare il peso della consultazione e del coinvolgimento degli stakeholder così da renderla più incisiva nei contenuti e nell organizzazione. Per le amministrazioni coinvolte nel Programma di cooperazione MED, le finalità della mobilitazione efficiente del partenariato, sono: arricchire la base informativa a disposizione delle amministrazioni e di tutte le organizzazioni del territorio; acquisire il consenso degli interessi organizzati sull impostazione della Programmazione; migliorare la qualità degli interventi; migliorare l integrazione e la sinergia con altri strumenti e altri fondi collegati ai temi coperti nell ambito del Programma MED; evitare, o almeno ridurre, il rischio di duplicazione di idee progettuali e azioni simili; sviluppare reti di collaborazione tra diversi attori (dentro e fuori l ambito del Programma MED). 2 Le organizzazioni ombrello a livello transnazionale sono associazioni di organizzazioni nazionali che rappresentano interessi diffusi a livello sopranazionale. 3

5 Al fine di conciliare larga partecipazione ed efficacia il modello è fondato sui seguenti principi: Inclusione Trasparenza Integrazione Informazione Effettività Il coinvolgimento delle associazioni e delle rappresentanze di interessi diffusi deve assicurare la rappresentatività delle istanze territoriali in modo che sia valorizzato il loro capitale di conoscenze. Le procedure e le informazioni devono avere adeguata pubblicità. Dimensione cruciale della trasparenza è quella di informare il partenariato sulle scelte strategiche adottate. Il coinvolgimento deve includere i livelli politici e amministrativi rilevanti, nella fase di Programmazione, di attuazione, di controllo e di valutazione. E necessaria l integrazione tra il partenariato regionale e le attività delle strutture nazionali e comunitarie del Programma. Il coinvolgimento deve fondarsi su un flusso di informazioni costante da parte delle amministrazioni al sistema partenariale così da consentire un contributo tempestivo ed informato alle scelte dell amministrazione. Il flusso di informazioni deve essere circolare, ossia i contributi degli stakeholder devono essere tempestivi e tecnicamente rilevanti. Il valore guida delle attività partenariali è quello dell effettività della rappresentanza. Il partenariato è chiamato a confrontarsi su problemi concreti e operare nei tempi utili. Per far ciò deve essere in condizione di affrontare le questioni tecniche Le caratteristiche e i contenuti del partenariato in ambito MED Il partenariato nell ambito del Programma di cooperazione si inserisce in un quadro vasto di relazioni partenariali sviluppate su altri ambiti di policy. La conformazione del Programma di cooperazione MED richiede che il partenariato sia integrato, in termini di contenuto e di tempi, alle attività dei soggetti coinvolti ai diversi livelli (Autorità di Gestione Unica, Comitato di sorveglianza, Comitato Nazionale, Regioni). Il modello di governance proposto può essere attivato dalle amministrazioni in diverse fasi: definizione dei contributi italiani alla costruzione del PO MED; definizione dei criteri di selezione dei soggetti beneficiari dei bandi; preparazione delle proposte progettuali (per diminuire il rischio di duplicazione e assicurare la rilevanza con i le strategie regionali, nazionale e altri fondi); verifica dell avanzamento del Programma; valutazione del Programma. 4

6 1.5. Modello di governance proposto Le regole del partenariato E utile che lo schema normativo che regola il partenariato, l identificazione dei componenti del partenariato e le modalità di coinvolgimento sia il frutto di ampie consultazioni. Tuttavia, i soggetti di coordinamento restano le amministrazioni regionali, e il Comitato Nazionale, a livello nazionale. Per condividere le finalità e facilitare la chiarezza sulle finalità e sulle regole, l amministrazione che svolge il ruolo di coordinamento, definisce un documento 3 che include il metodo di identificazione dei soggetti rilevanti, i contenuti, le modalità di funzionamento e di informazione. Tale documento ha valenza sia esterna, nel senso che garantisce la piena trasparenza del processo partenariale verso il sistema degli stakeholder, sia interna, nel senso che le regole del partenariato possono essere incluse in un documento riguardante l intero processo di preparazione e presentazione dei progetti che indica le fasi che l amministrazione deve effettuare per una corretta gestione del Programma di cooperazione territoriale. Laddove la Regione partecipa a più di un Programma di cooperazione transnazionale o transfrontaliera, il documento può contenere le regole del partenariato applicabile a tutti i Programmi di cooperazione. Box Esempi dalle Regioni La Regione Basilicata ha redatto un manuale delle procedure interne per la partecipazione della Regione Basilicata ai bandi CTE, approvato dal Gruppo interdipartimentale CTE e istituito con Determina del DG del Dipartimento Presidenza Giunta. Tale documento include: - Modalità di individuazione dei soggetti da coinvolgere sul territorio (Enti locali, Agenzie, Università, Centri di ricerca, ecc); - Procedure di concertazione (tavoli di lavoro tematici, identificazione dei soggetti da coinvolgere sul territorio, coordinamento della partecipazione dei soggetti esterni alla Regione); - Modalità di diffusione delle informazioni sui bandi pubblicata; - Modalità di selezione dei progetti da candidare ai bandi CTE da parte delle strutture interne alla Regione; - Monitoraggio dei progetti approvati. La Regione Puglia ha sviluppato la nota metodologica Cantieri di Progettazione che delinea il percorso e gli strumenti utilizzati dalla Regione Puglia per l identificazione delle progettualità di carattere strategico del sistema Puglia nell ambito dei Programmi CTE 2007/2013. Tale percorso ha preso avvio nel 2007 con due Forum sulla Cooperazione Territoriale e con la relativa attivazione dei Cantieri di Progettazione concepiti come tavoli tematici arricchiti dalla partecipazione degli stakeholder e destinati a rafforzare la cooperazione tra i territori dello spazio europeo e quelli dell area balcanica e mediterranea. Il principio guida di tutte le attività partenariali è quello del consenso: sarà utile prevedere la partecipazione basata sul principio del consenso, ossia ricercando posizioni possibilmente condivise da tutti i partecipanti: quanto più alto sarà il consenso sui singoli aspetti tanto più forte sarà la proposta in sede sia di Programmazione che di attuazione. 3 Il documento può avere la forma di un protocollo, di linee guida del partenariato o di documento metodologico. 5

7 La composizione del partenariato Responsabilità della rappresentanza Nell ambito del Programma di cooperazione MED l insieme degli stakeholder va oltre il partenariato economico e sociale e quello istituzionale ed include una serie di soggetti detentori di competenze specifiche e portatori di interessi diffusi. La definizione della rappresentanza è nelle mani delle amministrazioni: in Italia i soggetti chiamati ad assicurare trasparenza, rappresentatività ed effettività sono le amministrazioni regionali e la loro struttura di coordinamento a livello nazionale, il Comitato nazionale. I soggetti del partenariato Il presupposto alla base della costruzione della struttura partenariale è che i componenti siano solo organizzazioni rappresentative d interesse. Tuttavia è possibile, in alcune fasi, il coinvolgimento di singoli portatori di interessi o enti di natura privatistica aventi finalità pubblica (es: un centro studi partecipato dall'università, un'agenzia dei trasporti ecc.). Il partenariato coinvolge le organizzazioni portatrici di interessi diffusi riconosciute a livello nazionale, quelle riconosciute regionalmente, le organizzazioni più rappresentative nei diversi settori. Il punto di partenza per la costituzione del partenariato è l utilizzo di un elenco di soggetti utilizzato per le attività partenariali su altri programmi. I soggetti istituzionali includono province e comuni. Tuttavia, sarebbe utile arricchire il partenariato con i contributi delle organizzazioni rappresentative di interessi localizzati (es: GAL, Unione dei Comuni). Altri soggetti da mobilitare sui diversi temi coperti dal progetto sono i centri di ricerca, le Università, le camere di commercio, le fondazioni, le associazioni, i consorzi di bonifica, i consorzi (es: per la biodiversità, per la pesca). Altri attori possono essere mobilitati rispetto ad una tematica specifica le società di interporto rispetto al tema della logistica, soggetti per la salvaguardia del patrimonio storico/culturale o istituti per la promozione del turismo rispetto al tema della cultura L attivazione in fase di strategia In fase di scrittura del PO è necessario che gli strumenti di mobilitazione del partenariato siano snelli e veloci. E opportuno adottare una struttura di partenariato non eccessivamente rigida in entrata ma flessibile, pronto ad aprirsi al contributo di soggetti che richiedono di partecipare. Tale flessibilità deve essere temperata da precise regole di funzionamento in modo da non intralciare l'effettività della rappresentanza. Nello specifico, durante la redazione del PO si attiva, a livello regionale, un percorso di mobilitazione degli stakeholder territoriali. Questo avviene principalmente attraverso l utilizzo di una piattaforma web contenente informazioni aggiornate su contenuti, opportunità, vincoli del 4 Per maggiori dettagli e per avere un idea dei soggetti da coinvolgere, si veda il rapporto sui soggetti rilevanti da coinvolgere nel nuovo ciclo di Programmazione. 6

8 Programma. Attraverso lo stesso mezzo si cerca di trasmettere agli stakeholder il senso della cooperazione, le aspettative dell amministrazione regionale rispetto alla partecipazione al Programma e le finalità del partenariato. L informazione diffusa attraverso la piattaforma web è integrata dall organizzazione di attività seminariali informali (es. info-days, laboratori di progettazione comunitaria, forum) sul territorio aperte non solo ai portatori di interessi diffusi ma anche individuali e sono finalizzati a raccogliere contributi in vista della partecipazione italiana alle riunioni della Task Force per la redazione del PO MED. Questo procedimento permette l identificazione dei soggetti interessati senza usare procedure eccessivamente formali (es: protocollo, accreditamento, richiesta formale di adesione al partenariato) ma, sulla base di un contributo qualificato, viene riconosciuto l interesse manifestato da un soggetto ad essere coinvolto nelle attività di partenariato. Utilizzando i canali informativi della Regione (piattaforma web, uffici regionali sul territorio, mailing-list, ecc.) si chiede ai soggetti interessati di presentare alla Regione in cui operano, generiche idee progettuali relative ai temi del Programma MED (o dei programmi di cooperazione in cui la Regione partecipa). Tale passaggio avviene attraverso la predisposizione di un template a cui i soggetti sono chiamati a rispondere. Tale documento servirà anche a catalogare l elenco dei soggetti interessati rispetto alla tipologia e all ambito d intervento del Programma. Box Esempi dalle Regioni La Regione Puglia ha predisposto un template per raccogliere le informazioni sulle idee progettuali in cui il soggetto interessato a partecipare alla Programmazione MED indica l area tematica d intervento, i potenziali Paesi/regione partner, la tipologia di soggetti che intende coinvolgere, una breve descrizione del progetto, gli obiettivi generali, i risultati attesi e una stima di budget Il partenariato in fase di attuazione Una volta che le scelte Programmatiche sono state adottate si passa alla fase attuativa del Programma, fase più delicata e complessa dal momento che concretizza le scelte fatte a livello strategico e investe le relazioni tra le strutture amministrative regionali deputate all attuazione del Programma e i partecipanti o potenziali partecipanti alla progettazione. Per essere pienamente in linea con le disposizioni del Codice di Condotta sul partenariato, la fase di attuazione non si esaurisce alla progettazione ma diventa efficace anche nel controllo sui processi di attuazione e del monitoraggio dell impatto dei progetti sul territorio. Tavoli tecnici regionali Come anticipato in precedenza, una volta individuato l ambito d interesse dei soggetti che hanno presentato contributi qualificati vengono definiti dei tavoli tecnici che coprano tutti gli assi del Programma. Per evitare moltiplicazioni di tavoli privi di una reale connessione con le tematiche coperte dal Programma MED e con le esigenze della Programmazione, i tavoli tecnici sono convocati sulla base delle esigenze, anche temporanee, della Programmazione e sono finalizzati ad approfondire aspetti di carattere settoriale. Ai tavoli partecipa un rappresentante per ciascuna organizzazione e, quando ritenuto necessario, ai tavoli tecnici possono essere invitati alcuni esperti/tecnici in modo da offrire contributi utili 7

9 all approfondimento degli argomenti di discussione. La durata e i contenuti dei lavori dei tavoli tecnici saranno stabiliti dall Amministrazione Regionale in funzione delle esigenze di approfondimento e delle scadenze della Programmazione. I partecipanti ai tavoli si impegnano a raccogliere, possibilmente in modo consensuale, pareri e a formulare indirizzi sui fabbisogni territoriali e settoriali. In seguito alla pubblicazioni delle call, si richiede ai soggetti che intendono rispondere alla call di presentare, su base volontaria, le idee progettuali alla Regione di appartenenza. Questo passaggio permetterebbe all'amministrazione regionale di rilevare eventuali duplicazioni di idee progettuali così da renderne consapevoli i soggetti interessati e da favorire un possibile incontro delle volontà; l'unico interesse della Regione resta quello di aumentare la partecipazione regionale al Programma. In fase di verifica dell attuazione il partenariato, attraverso i tavoli tecnici, esaminerà le criticità della Programmazione in corso cercando di individuare proposte e possibili soluzioni agli ostacoli che non permettono l efficace attuazione dei progetti. In fase di valutazione, la Regione dovrà garantire che l apporto del partenariato sia il più possibile autonomo rispetto alle valutazioni svolte dall Amministrazione. La valutazione del partenariato sarà infatti svolta attraverso un autonoma attività di rilevazione a analisi di indicatori economici e sociali di rilievo territoriale. Il risultato della valutazione sarà confrontato, nell ambito dei tavoli tecnici, con gli esiti di eventuali valutazioni svolte a livello regionale, quelle svolte a livello di Programma e eventuali valutazioni svolte a livello nazionale. Per un efficiente funzionamento dei tavoli tecnici, in base all agenda della Programmazione i partecipanti producono proposte in forma scritta, possibilmente da diffondere prima degli incontri. La regione è responsabile della verbalizzazione dei punti di discussione e gli elementi delle idee progetto ritenuti più rilevanti dalla maggior parte dei partecipanti consenso. Per assicurare la trasparenza del metodo partenariale gli esiti degli incontri dei tavoli dovranno essere diffusi (piattaforma web e invio alla mailing-list). Box Esempi dalle Regioni La Regione Marche, con decisione della Giunta regionale ha stabilito, ad inizio Programmazione, che le proposte progettuali e l adesione a progetti relativi ai programmi di Cooperazione territoriale europea, - proposti dalle strutture della Regione Marche o dagli Enti strumentali, ove l Ente verrà impegnato in qualità di capofila o in qualità di partner con altre Regioni e/o Stati avrebbero dovuto essere preventivamente trasmesse alla struttura referente per la Cooperazione Territoriale Europea per l esame dei requisiti di coerenza con gli indirizzi Programmatici dei Programmi Operativi, con le strategie di Programmazione nazionale e regionale al fine di ottenere un parere di coerenza. Struttura di supporto al partenariato nei programmi di cooperazione Per la gestione delle attività di partenariato a livello regionale sui programmi di cooperazione può essere individuata una struttura o parte di un dipartimento all interno dell Amministrazione regionale (che chiamiamo CTE) che offre il proprio supporto tecnico alle strutture regionali e agli altri enti del territorio per verificare la coerenza delle proposte con la Programmazione MED e con 8

10 le strategie regionali. Laddove la proposta progettuale non corrisponde pienamente alla Programmazione MED e/o alle strategie regionali può proporre delle modifiche per rendere la proposta conforme alle priorità regionali e alle aspettative del Programma Operativo. L unità CTE potrebbe fornire un supporto ai soggetti interessati a partecipare principalmente sui seguenti aspetti 5 : A. Definizione generale del progetto 6 L unità CTE assicura che il progetto rispetti la coerenza con la Programmazione MED e con le strategie regionali. Il dipartimento potrebbe dare suggerimenti sulla realizzabilità degli interventi nei tempi indicati, la percorribilità del sistema di gestione proposto. B. Supporto al partenariato internazionale L Unità CTE facilita, attraverso la gestione dei contatti con le amministrazioni straniere partecipati al Programma, la costruzione dei partenariati con le realtà dell area di cooperazione MED. 1) Fase di ascolto Schema organizzativo dei tavoli tecnici Incontro aperto a tutti gli attori del territorio scelti attraverso la manifestazione d interesse. La finalità di quest incontro è quella di permettere agli attori territoriali di conoscersi, di illustrare i propri ambiti di lavoro e le tematiche d interesse. 2) Confronto sulla progettazione La seconda fase è l avvio dei tavoli tematici in cui vengono costituiti i tavoli tecnici e ripartiti per macro-aree di progettazione. Le funzioni dei tavoli tecnici sono quelle di: valutare i punti di forza e di debolezza rispetto al contesto regionale, verificare la possibilità di integrazione tra le varie proposte pervenute, definire le categorie di soggetti stranieri da poter coinvolgere, laddove la Regione partecipa a più programmi di cooperazione, individuare il Programma più adeguato per quella idea progettuale. Al tavolo di lavoro tematico partecipano i referenti delle proposte progettuali indicate, i funzionari regionali competenti per settori, rappresentanti di agenzie regionali e provinciali e altri soggetti che hanno dato la loro disponibilità a offrire il proprio contributo qualificato senza voler partecipare ai progetti. I tavoli tematici possono essere suddivisi nei seguenti ambiti tematici, coerenti con gli obiettivi della nuova programmazione : i)innovazione, ICT e mobilità, ii) Ambiente e energia, iii) Cultura e Turismo. 5 Per maggiori dettagli operativi sull attività dell unità CTE si veda il paragrafo Strumenti. 6 L inserimento di questa attività rispecchia un fabbisogno di supporto emerso dall indagine ai soggetti potenzialmente rilevanti. 9

11 Gli esiti dei tavoli tecnici condotti a livello regionale alimenteranno e accompagneranno l'attività del Comitato Nazionale. I partecipanti al Comitato nazionale filtreranno i risultati dei tavoli tecnici svolti nelle proprie regioni in modo da trovare potenziali partner nelle altre regioni italiane così da aumentare il vantaggio competitivo per l Italia Strumenti Unità CTE Come anticipato è opportuno che il coordinamento dei tavoli tecnici regionali sia svolto da una struttura precisamente individuata (Unità CTE) che possa svolgere la funzione di supporto alla progettazione ma anche un supporto all amministrazione e all organizzazione del procedimento. Tale attività di coordinamento è una vera e propria attività di service, che si occupa dell aspetto organizzativo assicurando un interfaccia agile con le altre strutture regionali. Le attività che svolgerà l'unità CTE includono: Piattaforma web coordinare il complesso dell'attività partenariale (Programmare gli incontri, seguire le attività partenariali regionali in modo che siano in linea con i tempi dei tavoli tecnici nazionali); assicurare adeguate informazioni ai partecipanti dei tavoli tecnici (anche attraverso un servizio di help-desk); definire le procedure di lavoro per i diversi tavoli; curare la verbalizzazione delle attività dei tavoli. La piattaforma web è lo strumento che durante tutte le fasi della Programmazione consente la diffusione continua delle informazioni aggiornate al sistema partenariale e la pubblicità delle attività del partenariato garantendo il rispetto del principio di trasparenza. Seminari I seminari, condotti in forma aperta e informale, serviranno a informare gli stakeholder sullo stato della Programmazione e a discutere, in forma partecipata, i contenuti. I seminari potranno avere diverse forme: Info-days: giornate d informazione sul Programma MED, eventualmente sostenuta dall Ufficio Europe Direct locale per offrire informazioni puntuali sul Programma e sui temi coperti. Forum: finalizzati a discutere tematiche specifiche legate allo sviluppo dei vari sistemi territoriali e saranno organizzati in modo da stimolare la riflessione dei partecipanti su una serie di temi e di azioni da coprire in ambito MED così da far emergere gli elementi che raccolgono maggior consenso. 10

12 Laboratori di progettazione Europea: i seminari includono una sessione in cui si presentano le caratteristiche del Programma MED e le modalità di partecipazione e una sessione in cui i soggetti partecipanti si esercitano nella definizione partecipata di un idea progettuale La gestione dei flussi informativi Come emerso dall analisi dei soggetti rilevanti per la nuova Programmazione (vedi capitolo 2) la disponibilità di informazioni aggiornate è fondamentale per stimolare la partecipazione e il buon funzionamento del partenariato. Inoltre è indispensabile che le informazioni siano facilmente fruibili e diffuse al partenariato in tempi utili. Le informazioni saranno diffuse soprattutto attraverso la piattaforma web e inviata ai referenti degli stakeholder individuati. Di seguito si elencano le informazioni indispensabili che l'amministrazione regionale e l Unità CTE partenariato rendono disponibili: Calendario delle attività Nel calendario, redatto dal Comitato Nazionale si specificano i tempi della Programmazione, gli incontri della Task-force, dei Comitati Nazionali e dei tavoli tecnici (nazionali e regionali). Agenda del partenariato L'agenda è redatta dall Unità CTE e definisce tempi e contenuti delle attività partenariali in base all Agenda del Programma (pubblicazione delle call e alle attività del Comitato Nazionale). Verbali attività partenariali Tutte gli esiti delle attività partenariali saranno pubbliche e prima della pubblicazione, sono condivise con i partecipanti (piattaforma web e mailing list). 11

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO

REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO 1 REGOLAMENTO DI FUNZIONAMENTO Partenariato del Programma Operativo FESR Basilicata 2014-2020 (art. 5 Regolamento UE n. 1303/2/13; Regolamento Delegato (UE) n. 240/2014; D.G.R. n. 906 del 21 luglio 2014)

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

POLITICA DI COESIONE 2014-2020

POLITICA DI COESIONE 2014-2020 INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo

Dettagli

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Azioni da adottare per il coinvolgimento del partenariato

Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Azioni da adottare per il coinvolgimento del partenariato D I R E Z I O N E R E G I O N A L E A G R I C O L T U R A E S V I L U P P O R U R A L E, C A C C I A E P E S C A Area Programmazione Comunitaria, Monitoraggio e Sviluppo Rurale Programma di Sviluppo Rurale

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA

Dettagli

2013-2014 CARTA DEI SERVIZI ANG

2013-2014 CARTA DEI SERVIZI ANG 2013-2014 CARTA DEI SERVIZI ANG AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI 2013-2014 1 CARTA DEI SERVIZI La carta dei servizi costituisce una rappresentazione organica e trasparente dei servizi offerti dall Agenzia

Dettagli

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03

Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03 Riunione del Comitato di gestione Monitoraggio APQ - 18/12/03 Roma, 18 dicembre 2003 Agenda dell'incontro Approvazione del regolamento interno Stato di avanzamento del "Progetto Monitoraggio" Prossimi

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

Descrizione sintetica delle attività da svolgere

Descrizione sintetica delle attività da svolgere Regione Puglia Ufficio Parchi e Tutela Biodiversità Avviso pubblico di manifestazione di interesse per le associazioni di volontariato in campo ambientale. Nell ambito del progetto BIG - Migliorare governance

Dettagli

UNIONE EUROPEA REGIONE CALABRIA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE NAZIONALE E COMUNITARIA

UNIONE EUROPEA REGIONE CALABRIA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE NAZIONALE E COMUNITARIA UNIONE EUROPEA REGIONE CALABRIA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE NAZIONALE E COMUNITARIA PROGRAMMAZIONE REGIONALE UNITARIA 2007 2013 PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E PROGETTAZIONE

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Gestione diretta: I programmi comunitari

Gestione diretta: I programmi comunitari Gestione diretta: I programmi comunitari Modalità Strumenti Gestione diretta Programmi UE a finanziamento diretto IPA ENI 4 Strumenti geografici PI DCI Assistenza esterna EIDHR 3 Strumenti tematici IfS

Dettagli

CASTIGLIONE E SCARLINO: SOLUZIONI IN AGENDA

CASTIGLIONE E SCARLINO: SOLUZIONI IN AGENDA Progetto CASTIGLIONE E SCARLINO: SOLUZIONI IN AGENDA Contesti e Cambiamenti snc di Tessa Ercoli, Carlotta Iarrapino, Concetta Musumeci Via Cironi 2, 50134 Firenze P.I. 05856210488 www.contestiecambiamenti.it

Dettagli

b) attività divulgativa delle politiche di qualità dell ateneo nei confronti degli studenti;

b) attività divulgativa delle politiche di qualità dell ateneo nei confronti degli studenti; Allegato n. 2 Linee Guida per la redazione della Relazione Annuale della Commissione Paritetica Docenti- Studenti Le Commissioni Didattiche Paritetiche, così come specificato nel Documento di Autovalutazione,

Dettagli

Linee guida per le Scuole 2.0

Linee guida per le Scuole 2.0 Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione

Dettagli

PO FESR Sicilia 2007/2013 Piano di Comunicazione

PO FESR Sicilia 2007/2013 Piano di Comunicazione REPUBBLICA ITALIANA Unione Europea Regione Siciliana PRESIDENZA DIPARTIMENTO REGIONALE DELLA PROGRAMMAZIONE Area Coordinamento, Comunicazione, Assistenza tecnica UOB I - Servizi della Comunicazione PO

Dettagli

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso

Dettagli

Presidiare una consultazione online

Presidiare una consultazione online Progetto PerformancePA Ambito A - Linea 1 - Una rete per la riforma della PA Presidiare una consultazione online Autore: Maria Antonietta Sanna Artizzu, Laura Manconi Creatore: Formez PA, Progetto Performance

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04)

REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04) REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04) Art. 1 Istituzione il Consiglio Comunale di San Giorgio a Cremano, riconosciuto: l importanza

Dettagli

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA Art. 1 (Composizione) Il Comitato di Sorveglianza del PSR 2007-2013 (approvato dalla Commissione

Dettagli

Introduzione: scopo del documento, organizzazione e funzioni dell amministrazione

Introduzione: scopo del documento, organizzazione e funzioni dell amministrazione PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L'INTEGRITA' art. 10 d. lgs. 33/2013 Sommario Introduzione: scopo del documento, organizzazione e funzioni dell amministrazione... 1 1. Procedimento di elaborazione

Dettagli

AGIRE Gemellaggio Il sistema di governance delle Pari Opportunità Sardegna - Basilicata

AGIRE Gemellaggio Il sistema di governance delle Pari Opportunità Sardegna - Basilicata REGIONE BASILICATA AGIRE Gemellaggio Il sistema di governance delle Pari Opportunità Sardegna - Basilicata Cagliari, 7-11 maggio 2007 Gianluca Cadeddu Regione Autonoma della Sardegna Presidenza del Consiglio

Dettagli

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it Bandi 2015 ARTE E CULTURA Protagonismo culturale dei cittadini BENESSERE COMUNITÀ www.fondazionecariplo.it BANDI 2015 1 Bando senza scadenza Protagonismo culturale dei cittadini Il problema La partecipazione

Dettagli

PROVINCIA DI BERGAMO Assessorato all Ambiente e alla Tutela risorse naturali Settore Ambiente

PROVINCIA DI BERGAMO Assessorato all Ambiente e alla Tutela risorse naturali Settore Ambiente PROVINCIA DI BERGAMO Assessorato all Ambiente e alla Tutela risorse naturali Settore Ambiente BANDO PER IL SOSTEGNO DI PROGETTI PER LA SOSTENIBILITA AMBIENTALE 1. Oggetto e finalità L Assessorato all Ambiente

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI. Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012

REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI. Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012 REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012 Entrato in vigore il 2.11.2012 INDICE Art. 1 Istituzione Art. 2 Finalità Art.

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

PIANO DEGLI INTERVENTI

PIANO DEGLI INTERVENTI DEL. CIPE N. 7/2006 PROGRAMMI OPERATIVI DI SUPPORTO ALLO SVILUPPO 2007-2009 ADVISORING PER LO SVILUPPO DEGLI STUDI DI FATTIBILITA E SUPPORTO ALLA COMMITTENZA PUBBLICA PIANO DEGLI INTERVENTI ALLEGATO 1

Dettagli

Elementi di progettazione europea La valutazione dei progetti da parte della Commissione europea, la negoziazione e il contratto

Elementi di progettazione europea La valutazione dei progetti da parte della Commissione europea, la negoziazione e il contratto Elementi di progettazione europea La valutazione dei progetti da parte della Commissione europea, la negoziazione e il contratto Giuseppe Caruso Project Manager Progetto Europa - Europe Direct - Comune

Dettagli

LINEE GUIDA AL MONITORAGGIO

LINEE GUIDA AL MONITORAGGIO Direzione Innovazione Ricerca e Università e Sviluppo Energetico Sostenibile Settore Sistemi informativi e Tecnologie della comunicazione POR-FESR - Programma Operativo Regionale Asse I Innovazione e transizione

Dettagli

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile

Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Capitolato per la selezione di una cooperativa sociale di tipo b per la realizzazione di attività relative all ambito disabilità e protezione civile Obiettivi specifici Per il generale, si individuano

Dettagli

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO AUTOANALISI D ISTITUTO SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO RAV A partire dal corrente anno scolastico tutte le scuole del Sistema Nazionale di Istruzione, statali e paritarie,

Dettagli

SOMMARIO. Art. 8 Conoscenza dei bisogni e valutazione del gradimento dei servizi

SOMMARIO. Art. 8 Conoscenza dei bisogni e valutazione del gradimento dei servizi Regolamento per il funzionamento dell Ufficio relazioni con il Pubblico Approvato con deliberazione della Giunta Provinciale N.128 del 15.09.2005 SOMMARIO Art. 1 Principi generali Art. 2 Finalità e funzioni

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1

EA 03 Prospetto economico degli oneri complessivi 1 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA Fase 1: Analisi iniziale L analisi iniziale prevede uno studio dello stato attuale della gestione interna dell Ente. Metodo: si prevede l individuazione dei referenti

Dettagli

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera PROVINCIA DI MATERA Regolamento per il funzionamento dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera SOMMARIO Art. 1 Principi generali Art. 2 Finalità e funzioni dell Ufficio Relazioni

Dettagli

REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO

REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO REVISIONE DATA 0 15.06.2004

Dettagli

Allegato 1 CRITERI E MODALITA PER IL FINANZIAMENTO DI PROCESSI DI PARTECIPAZIONE NELL AMBITO DEI PROGETTI DI FUSIONE DI COMUNI.

Allegato 1 CRITERI E MODALITA PER IL FINANZIAMENTO DI PROCESSI DI PARTECIPAZIONE NELL AMBITO DEI PROGETTI DI FUSIONE DI COMUNI. Allegato 1 CRITERI E MODALITA PER IL FINANZIAMENTO DI PROCESSI DI PARTECIPAZIONE NELL AMBITO DEI PROGETTI DI FUSIONE DI COMUNI. 1. BENEFICIARI Potranno accedere ai finanziamenti a sostegno dei processi

Dettagli

ALLEGATO A - Organigramma delle strutture organizzative ORGANIGRAMMA DELLE STRUTTURE ORGANIZZATIVE. Direttore n. 1

ALLEGATO A - Organigramma delle strutture organizzative ORGANIGRAMMA DELLE STRUTTURE ORGANIZZATIVE. Direttore n. 1 ALLEGATO A - Organigramma delle strutture organizzative ORGANIGRAMMA DELLE STRUTTURE ORGANIZZATIVE Direttore Ufficio di Staff Ufficio Affari Generali, Rapporti Istituzionali e Programmazione Interventi

Dettagli

Ottobre 2010. Progetto per un programma internazionale di formazione a distanza per l innovazione nel settore pubblico

Ottobre 2010. Progetto per un programma internazionale di formazione a distanza per l innovazione nel settore pubblico Ottobre 2010 Progetto per un programma internazionale di formazione a distanza per l innovazione nel settore pubblico Indice Slide 1 Il contesto Slide 2 Gli obiettivi Slide 3 Formazione orientata alla

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE

PROTOCOLLO D INTESA PREMESSO CHE REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA AGENZIA NAZIONALE PER I GIOVANI PROTOCOLLO D INTESA Tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l Agenzia Nazionale per i Giovani in relazione alle attività e

Dettagli

L esperienza dell Università di Bologna

L esperienza dell Università di Bologna PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E Capacità Istituzionale Obiettivo specifico 5.1 Performance PA Linea 2 WEBINAR Ciclo delle Performance nelle Università: La programmazione della formazione e il

Dettagli

ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001

ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001 ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001 METODOLOGIA PERMANENTE PER LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI E DEI RISULTATI DEI DIPENDENTI GENERALMENTE CONSIDERATI CUI NON SIANO STATI CONFERITI

Dettagli

COMUNE DI VALMADRERA Provincia di Lecco

COMUNE DI VALMADRERA Provincia di Lecco COMUNE DI VALMADRERA Provincia di Lecco CRITERI E MODALITA PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI, SOVVENZIONI ED ALTRI VANTAGGI ECONOMICI A FAVORE DI GRUPPI E ASSOCIAZIONI GIOVANILI, NONCHE DI ASSOCIAZIONI

Dettagli

PROGETTO DI RICERCA. Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN

PROGETTO DI RICERCA. Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN PROGETTO DI RICERCA Titolo: LO STUDIO DI UNA GOVERNANCE PER L ATTUAZIONE DI PROTOCOLLI DI AZIONE IN MATERIA DI MEDIAZIONE. Ambito: Mediazione civile e commerciale delle controversie. Proponenti: Prof.

Dettagli

CITTA DI BIELLA AGENDA 21 LOCALE REGOLAMENTO DEL FORUM PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

CITTA DI BIELLA AGENDA 21 LOCALE REGOLAMENTO DEL FORUM PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE CITTA DI BIELLA AGENDA 21 LOCALE REGOLAMENTO DEL FORUM PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE 1. Disposizioni generali Il Forum Agenda 21 di Biella è promosso dal Comune di Biella nell ambito della valorizzazione

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Comitato di Sorveglianza Roma, 20 giugno 2014

Comitato di Sorveglianza Roma, 20 giugno 2014 Supporto alla definizione e attuazione delle politiche regionali di ricerca e innovazione (Smart Specialisation Strategy Regionali) Comitato di Sorveglianza Roma, 20 giugno 2014 Indice La Smart Specialisation

Dettagli

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto

Dettagli

Chi può richiedere il Voucher Formativo?

Chi può richiedere il Voucher Formativo? COS E IL VOUCHER? Il Voucher è un buono che permette al beneficiario di disporre di un finanziamento pubblico, per accedere a corsi di alta formazione indicati e disciplinati nell apposito catalogo interregionale

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI BRESCIA REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Adottato dalla Giunta Comunale nella seduta del 26.3.2003 con provvedimento n. 330/11512 P.G. Modificato

Dettagli

SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO

SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO CHE COS È È un programma di mobilità che permette ai giovani di impegnarsi nel volontariato in un paese diverso da quello di residenza per un periodo non superiore ai 12 mesi.

Dettagli

Linee guida per la definizione dei progetti di Servizio Civile per l anno 2007/2008 di ANCI Lombardia

Linee guida per la definizione dei progetti di Servizio Civile per l anno 2007/2008 di ANCI Lombardia Sala Manzoni Palazzo delle Stelline Milano aprile ore 14.30.30 ATTI DEL SEMINARIO Linee guida per la definizione dei progetti di Servizio Civile per l anno 2007/2008 di ANCI Lombardia L Ufficio Servizio

Dettagli

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione L attività E comprende tre azioni specifiche;

Dettagli

Comitato territoriale costituzione

Comitato territoriale costituzione Comitato territoriale - finalità CANALE STRUTTURATO DI DIALOGO L AZIENDA INCONTRA I SUOI STAKEHOLDERS UNIVERSITA CATEGORIE ECONOMICHE SCUOLE SUPERIORI ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE CONSUMATORI QUALITA DEI

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

Il sistema di governo della programmazione. Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio

Il sistema di governo della programmazione. Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio Il sistema di governo della programmazione Ruoli, compiti, responsabilità e funzioni dei soggetti coinvolti nel processo programmatorio Gli organismi coinvolti nel processo programmatorio Assemblea Distrettuale

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

COMMISSIONE GRANDI RISCHI. Programma Operativo

COMMISSIONE GRANDI RISCHI. Programma Operativo COMMISSIONE GRANDI RISCHI Programma Operativo Nel primo incontro della Commissione Grandi Rischi, tenutosi a Celano il 15 luglio, è stato discusso il documento preliminare e sono state individuati i primi

Dettagli

La carta dei servizi al cliente

La carta dei servizi al cliente La carta dei servizi al cliente novembre 2013 COS E LA CARTA DEI SERVIZI La Carta dei Servizi dell ICE Agenzia si ispira alle direttive nazionali ed europee in tema di qualità dei servizi e rappresenta

Dettagli

I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina. Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali

I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina. Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali I Tirocini nella Cooperazione Sociale Trentina Tirocini formativi del Master in Gestione di Imprese Sociali Premessa Con. Solida ed Euricse condividono un approccio e un metodo per la realizzazione ed

Dettagli

Bando per progetti innovativi di ricerca-azione o formazione proposti da reti di istituzioni scolastiche e formative del Trentino

Bando per progetti innovativi di ricerca-azione o formazione proposti da reti di istituzioni scolastiche e formative del Trentino Bando per progetti innovativi di ricerca-azione o formazione proposti da reti di istituzioni scolastiche e formative del Trentino budget disponibile: 200.000 euro termine per la presentazione dei progetti

Dettagli

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARTENARIATO PUBBLICO / PRIVATO A FAVORE DELLA MOBILITA EUROPEA GEOGRAFICA E PROFESSIONALE DEI LAVORATORI NELL AMBITO DEL PROGRAMMA COMUNITARIO EURES (EUROPEAN

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA L AGENZIA DELLE ENTRATE DIREZIONE REGIONALE DELLA SICILIA LA CONFINDUSTRIA SICILIA

PROTOCOLLO D INTESA TRA L AGENZIA DELLE ENTRATE DIREZIONE REGIONALE DELLA SICILIA LA CONFINDUSTRIA SICILIA Direzione Regionale della Sicilia PROTOCOLLO D INTESA TRA L AGENZIA DELLE ENTRATE DIREZIONE REGIONALE DELLA SICILIA E LA CONFINDUSTRIA SICILIA Agenzia delle Entrate, nella persona del Direttore Regionale,

Dettagli

La proposta Server per il modello Piacenza

La proposta Server per il modello Piacenza Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche U.O. SerT di Piacenza CODICI Agenzia di ricerca sociale La proposta Server per il modello Piacenza Documento di progetto per la discussione

Dettagli

GUIDA. L attività ispettiva della COVIP. Cosa c'è in questa guida. www.covip.it

GUIDA. L attività ispettiva della COVIP. Cosa c'è in questa guida. www.covip.it GUIDA L attività ispettiva della COVIP Cosa c'è in questa guida Le domande di base L attività ispettiva La struttura ispettiva Il procedimento ispettivo 1 2 4 5 www.covip.it C os 'è l a C O V I P? Le

Dettagli

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE

Direzione Centrale Audit e Sicurezza IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE IL SISTEMA DELL INTERNAL AUDIT NELL AGENZIA DELLE ENTRATE Maggio 2006 1 La costituzione dell Audit Interno La rivisitazione del modello per i controlli di regolarità amministrativa e contabile è stata

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE Pag. 1 di 5 RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE INDICE 1. Scopo... 2 2. Principi guida... 2 3. Politica per la qualità e l Ambiente... 2 4. Pianificazione... 2 5. Responsabilità, autorità e comunicazione...

Dettagli

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI REGOLAMENTO SULLA FACOLTA DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI Sommario Art. 1 - Principi, finalità, e oggetto...3 Art. 2 -

Dettagli

IL LABORATORIO CIVICO

IL LABORATORIO CIVICO IL LABORATORIO CIVICO UNO STRUMENTO MODERNO E FUNZIONALE PER LA PARTECIPAZIONE DELLA CITTADINANZA ALLA GOVERNANCE LOCALE PRESENTAZIONE PROGETTO LABORATORIO CIVICO Mission Il Laboratorio civico è uno strumento

Dettagli

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014;

Preso atto che la somma da destinare alla formazione prevista nel bilancio di previsione dell Unione, è pari a 9.600,00 per l anno 2014; Richiamate le delibera del Cda n. 20 del 30/12/2010 e dell Assemblea n. 5 del 13/06/2013 con le quali si recepisce il trasferimento all Unione dei Comuni il servizio per la gestione in forma associata

Dettagli

COMPETENZE DEI SERVIZI. 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21)

COMPETENZE DEI SERVIZI. 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21) COMPETENZE DEI SERVIZI 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21) a) la partecipazione, su delega dell Autorità di Gestione, ai Comitati di Sorveglianza nazionali e regionali, ai gruppi

Dettagli

Processo di Partecipazione Osservazioni PUC adottato DCC 92/2011. commissione consiliare 5 territorio 13 maggio 2013

Processo di Partecipazione Osservazioni PUC adottato DCC 92/2011. commissione consiliare 5 territorio 13 maggio 2013 Comune di Genova Staff di Direzione Direzione Gabinetto del Sindaco Processo di Partecipazione Osservazioni PUC adottato DCC 92/2011 commissione consiliare 5 territorio 13 maggio 2013 attuale fase del

Dettagli

REGOLAMENTO. (a completamento di quanto indicato nello statuto associativo) ITALA Motore di Impresa 1 - FINALITA DEL REGOLAMENTO

REGOLAMENTO. (a completamento di quanto indicato nello statuto associativo) ITALA Motore di Impresa 1 - FINALITA DEL REGOLAMENTO REGOLAMENTO (a completamento di quanto indicato nello statuto associativo) 1 - FINALITA DEL REGOLAMENTO 1.1 Il presente regolamento si propone di organizzare l operatività di ITALA MOTORE D IMPRESA nell

Dettagli

QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE

QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE Step 1 - Decidere come organizzare e pianificare l autovalutazione (AV) 1.1. Assicurare l impegno e il governo del management per avviare il processo. 1.2. Assicurare

Dettagli

MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO

MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO Allegato A alla deliberazione n. 11 dell 08/06/2012 MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO 1. COMPITI E FINALITA

Dettagli

PROGETTO TAVOLO GIOVANI

PROGETTO TAVOLO GIOVANI PROGETTO TAVOLO GIOVANI Costituzione di un Tavolo di coordinamento con le associazioni di giovani di Cinisello Balsamo e le organizzazioni sociali che compongono il mondo delle realtà giovanili locali

Dettagli

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015 DEFINIZIONE DI BUDGET Il Budget è lo strumento per attuare la pianificazione operativa che l Istituto intende intraprendere nell anno di esercizio

Dettagli

FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI B A R I

FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI B A R I FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI di B A R I REGOLAMENTO DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO per l Attività Formativa Professionale Continua degli Iscritti all Ordine Consigliatura

Dettagli

Effettuare gli audit interni

Effettuare gli audit interni Scopo Definire le modalità per la gestione delle verifiche ispettive interne Fornitore del Processo Input Cliente del Processo Qualità (centrale) e Referenti Qualità delle sedi territoriali Direzione Qualità

Dettagli

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA. Art.

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA. Art. PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA Art. 1 (Composizione) Il Comitato di Sorveglianza del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013

Dettagli

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE Adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 40 del 30 ottobre 2012 1 REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

Dettagli

IL PIANO DI VALUTAZIONE DEL POR FESR MARCHE 2014-2020. (Giugno 2015)

IL PIANO DI VALUTAZIONE DEL POR FESR MARCHE 2014-2020. (Giugno 2015) IL PIANO DI VALUTAZIONE DEL POR FESR MARCHE 2014-2020 (Giugno 2015) Premessa Il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2014-2020 rappresenta un importante occasione per le Amministrazioni

Dettagli

Avvio della programmazione 2007-13

Avvio della programmazione 2007-13 Avvio della programmazione 2007-13 Definizione dei criteri di selezione degli interventi per l attuazione delle strategie previste dal Programma Cagliari 9.11.2007 1 Le prossime scadenze Attività Definizione

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

in collaborazione con PROGETTO

in collaborazione con PROGETTO in collaborazione con PROGETTO Edizione 2015-2016 Introduzione La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (di seguito abbreviata in Fondazione), persona giuridica privata senza fini di lucro con piena autonomia

Dettagli

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione

REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione REGIONE TOSCANA REGIONE TOSCANA Azienda USL3 di Pistoia REGOLAMENTO del Sistema Integrato di Valutazione - AREA della DIRIGENZA MEDICA e VETERINARIA - 1 Finalità La gestione degli incarichi e delle verifiche

Dettagli

Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013

Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013 Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013-1. Premessa Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 104 del 06/05/2013 del DM 45/2013 Regolamento recante modalità

Dettagli

REGIONE LAZIO Assessorato Lavoro e Formazione Dipartimento Programmazione Economica e Sociale Direzione Regionale Formazione e Lavoro area DB/05/03

REGIONE LAZIO Assessorato Lavoro e Formazione Dipartimento Programmazione Economica e Sociale Direzione Regionale Formazione e Lavoro area DB/05/03 LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI REGIONE LAZIO Assessorato Lavoro e Formazione Dipartimento Programmazione Economica e Sociale Direzione Regionale Formazione e Lavoro area DB/05/03 L.R. 24/96

Dettagli

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA

QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA Caratteristiche generali 0 I R M 1 Leadership e coerenza degli obiettivi 2. Orientamento ai risultati I manager elaborano e formulano una chiara mission. Es.: I manager

Dettagli

SOMMARIO. Bando per il sostegno della progettazione e dell adozione di politiche in materia di energia. Anno 2004. pag. 1

SOMMARIO. Bando per il sostegno della progettazione e dell adozione di politiche in materia di energia. Anno 2004. pag. 1 SOSTEGNO ALLA PROGETTAZIONE E ALL ADOZIONE DI POLITICHE SUL RISPARMIO ENERGETICO E LE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA PER GLI ENTI PUBBLICI DELLA PROVINCIA DI TORINO SOMMARIO ART. 1 - FINALITÀ... 2 ART. 2

Dettagli