VARIANTE PIANO AMBIENTALE

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1 VARIANTE PIANO AMBIENTALE SETTORE ATTIVITÀ PRODUTTIVE REGOLAMENTO ATTIVITA DI PISCICOLTURA Introduzione Arch. Cristiano PARO Arch. Sandro ZAMPESE Ing. Ennio POZZOBON Agr. Giovanni FONTANELLI Chim. Mario FERMI

2 INTRODUZIONE Gli elementi di analisi che coinvolgono il settore acquacoltura, spaziano dalla potenzialità produttiva che deve interfacciarsi con le dinamiche e le varianti del mercato, alla salvaguardia ed al rispetto dell ambiente nonché agli aspetti sanitari e alle esigenze di diversificazione produttiva. Attualmente l intensificazione delle produzioni ha generato, come per altre forme di zootecnia intensiva, esternalità negative che possono incidere sulla qualità degli ecosistemi. Dunque, da un lato l acquacoltura deve fronteggiare investimenti per nuove tecnologie per contenere migliorare la produttività e comprimere i costi e, dall altro, deve dar luogo a nuovi investimenti per limitare gli impatti ambientali. La Legge Istuitutiva del Parco 8/91 all art. 2 richiama le proprie finalità citando lo sviluppo socio-economico delle attività esistenti entro il proprio perimetro, compatibilmente con le esigenze di tutela, con particolare riferimento alle attività connesse all agricoltura e piscicoltura che concorrono a determinare il paesaggio agricolo e fluviale, creando migliori condizioni di vita e abitative per le collettività locali. Gli allevamenti ittici sono presenti da decenni nell ambito del perimetro del Parco e rappresentano una discreta voce nella P.L.V. della zona, con un discreto impiego di manodopera locale. In alcuni casi negli ambiti con rilevanti significati ambientali, visuali, storico-culturali, la permanenza della conduzione agricola e gli insediamenti delle attività di piscicoltura hanno rappresentato una preservazione del territorio, frapponendosi come cuscinetto per altre attività in zone limitrofe di carattere residenziale o di altri settori produttivi a maggiore incidenza ambientale. 1

3 Le finalità dell Ente Parco, di salvaguardia delle attività di acquacoltura, a tutti gli effetti attività agricola (L. 102/92) si contrappongono giustamente alle finalità ambientali, dove oggetto di tutela prevalente sono individuati gli aspetti quali quantitativi delle acque e del territorio naturale, le comunità biologiche presenti, la struttura ed il mantenimento del continuum fluviale. Nell area ricadente all interno del Parco del Sile gli impianti di piscicoltura sono prevalentemente destinati all allevamento della trota iridea in forma intensiva semi intensiva per altre specie, e sono localizzati in aree di estremo interesse naturalistico ed ecologico. Nel territorio del Parco l impatto dell attività di piscicoltura, se intensiva o semi intensiva, diventa rilevante sia per quanto riguarda la qualità dell effluente finale, sia per le metodiche e le strutture di derivazione delle acque destinate al sostentamento dell allevamento. Conseguentemente all art. 25 delle norme di attuazione del Parco vengono individuati come elementi detrattori del paesaggio anche gli impianti di itticoltura, che devono necessariamente e specificatamente essere disciplinati. Il presente elaborato ha lo scopo di dettare delle norme per l esercizio delle attività di pescicoltura, secondo quanto citato dalla L.R. 8/91, articolo 3, comma 3, lettera n): modalità per l esercizio delle attività di piscicoltura anche mediante apposito regolamento. Nella stesura della bozza di modalità d esercizio regolamento, è stata fatta una verifica del numero delle peschiere all interno del Parco del Sile, delle concessioni/scarichi delle acque e produttività aziendale. La consultazione delle analisi chimiche fatte dalle pescicolture, fa notare che tutti gli allevamenti scaricano dentro i limiti di legge. In alcune situazioni viene migliorata l acqua utilizzata per l allevamento rispetto a quella che entra dal Sile, anche se grazie all ausilio dei pozzi o all impianto di ossigenazione presente su quasi tutti gli allevamenti ittici. 2

4 A tale proposito non vi sono ancora dati definitivi per la quantificazione dl prelievo idrico e successiva restituzione per impianto, ma con il rinnovo delle concessioni per l evoluzione della normativa vigente, tali valori potranno essere in futuro disponibili. Sono state prese informazioni sul ciclo produttivo effettuato, metodologie ed aspetti gestionale dell allevamento ittico (analisi del ciclo produttivo e di tecniche disponibili applicate in zona), specie di pesci che vengono allevate, mangimi utilizzati, pulizie vasche, ecc con particolare riguardo su sistemi adottati per la riduzione dell impatto ambientale. Un punto fondamentale del regolamento, su cui vale la pena di soffermarsi con alcune spiegazioni, dovrà essere la possibile coesistenza dell attività produttiva, anche intensiva, con azioni compatibili per le attività di acquacoltura, con il fine di raggiungere un traguardo sicuramente ad alta valenza ambientale, quale la Certificazione EMAS (Regolamento CE 761/2001) o la Certificazione ambientale (ISO 14001). L adesione a regolamenti comunitari in campo ambientale (es. EMAS 761/01 Eco- Management and Audit Scheme, International Organization for Standardization UNI EN ISO140001) sarà quindi considerata elemento favorevole all attività produttiva. L approccio tipo legiferare e controllare non è finora risultato sempre efficace per ridurre la pressione delle attività produttive sull'ambiente. Una maggiore attenzione dei cittadini al problema generale dell'inquinamento, la ricerca di una legislazione ambientale uniforme in tutti gli stati dell'unione Europea al fine di produrre le stesse cose con identici "costi ambientali" (dumping ecologico), ha portato a livello nazionale ed europeo ad un proliferare di leggi più o meno restrittive. La complessità e la numerosità delle leggi emanate, insieme alle difficoltà di reperire risorse per una sistematica vigilanza e controllo del rispetto delle stesse, ha di fatto comportato un'inefficacia di tale strumento. Per questo motivo, la Comunità Europea ha adottato, nuove strategie predisponendo strumenti volontari, con l'obiettivo di creare i presupposti per una riduzione dell'impatto ambientale dei processi produttivi 3

5 attraverso la partecipazione "proattiva" del mondo produttivo. Lo schema prevede una serie di adempimenti per le aziende che vogliono parteciparvi ed un riconoscimento, a livello europeo, per coloro che riescono ad ottenere e mantenere la registrazione. Questi due strumenti (EMAS ed UNI EN ISO 14001) rappresentano oggi gli unici riferimenti per quelle aziende che vogliono produrre tenendo sistematicamente sotto controllo l'impatto ambientale delle proprie attività, con un'ottica rivolta, oltre che al rispetto delle leggi e delle norme ambientali, anche alla ricerca di un costante e continuo miglioramento delle prestazioni ambientali in modo trasparente e verificato da un soggetto indipendente dall'impresa (verificatore, certificatore) che si fa garante, nei confronti delle parti interessate, di quanto l'impresa dichiara. Per ottenere il riconoscimento finale, cioè la registrazione su un apposito registro pubblico europeo e nazionale, le imprese che desiderano aderire allo schema devono obbligatoriamente soddisfare una serie di criteri riportati nel testo del Regolamento e nelle relative linee guida prodotte in sede Comunitaria e adottate da ogni Stato membro a livello nazionale. Nel caso l'impresa intenda ottenere solo una certificazione ISO 14001, essa dovrà rivolgersi ad un "ente di certificazione" accreditato dal SIN CERI; l'ente rilascia un certificato che comunque è da considerare un atto fra due soggetti privati senza l'obbligo della sua pubblicazione. In EMAS, il verificatore ambientale ha il compito di accertare che il sistema sia conforme al Regolamento e che la dichiarazione ambientale sia stata redatta secondo i criteri espressi dallo schema comunitario e che contenga dati veritieri e rappresentativi della situazione dell'impresa. Ottenuta la convalida della dichiarazione ambientale, l'impresa deve richiedere la registrazione all'organismo Competente (Comitato Ecolabel Ecoaudit Sezione EMAS Italia con una identificazione specifica per la piscicoltura. La dichiarazione ambientale permette all'impresa di comunicare con il pubblico fornendo un'informazione trasparente e credibile, in quanto verificata da un ente terzo 4

6 accreditato da un'istituzione pubblica. La dichiarazione ambientale deve contenere, tra l'altro, una valutazione degli impatti ambientali diretti e indiretti connessi con l'attività, nonché un impegno dell'impresa a raggiungere nel breve e lungo periodo obiettivi di miglioramento in campo ambientale. Le imprese potranno utilizzare la certificazione UNI EN ISO come tappa intermedia, ma non obbligatoria, verso la registrazione EMAS oppure conseguire contemporaneamente le due "certificazioni" evitando in tal modo duplicazioni in termini di documentazione e di verifiche esterne. Articoli successivi del regolamento prevedono quindi l esame della sostenibilità attuale degli allevamenti con le finalità di preservazione del parco, fornendo indicazioni, sia di carattere normativo che tecnico, per una conduzione degli allevamenti con modalità dal punto di vista ambientale più compatibili di quanto sia possibile riscontrare tradizionalmente. Viene introdotta inoltre una valenza di autocontrollo dell impianto ittico, con l obbligo per quest ultimo di fornire dati inerenti l attività, direttamente all Ente Parco (monitoraggio e controllo). Sono citati infine finanziamenti e l eventuale presenza dell Ente Parco come soggetto propositivo e coordinatore di eventuali opportunità economiche su iniziative ambientalmente compatibili. 5

7 VARIANTE PIANO AMBIENTALE SETTORE ATTIVITÀ PRODUTTIVE REGOLAMENTO ATTIVITA DI PISCICOLTURA Finanziamenti Arch. Cristiano PARO Arch. Sandro ZAMPESE Ing. Ennio POZZOBON Agr. Giovanni FONTANELLI Chim. Mario FERMI

8 FINANZIAMENTI Le presenza nel territorio del Parco del Fiume Sile di percorsi navigabili, l intermodalità presente, eventi culturali internazionali e locali, la presenza del sistema pesca (anche itticoltura) e la varietà di paesaggi e produzioni agricole, rendono particolarmente interessante l applicazione del Programma Comunitario Leader+. L attività di pescicoltura esistente, può favorevolmente agganciarsi alle iniziative del Leader+ - azioni diversificando e integrando il reddito aziendale, nell ottica di alleggerire la pressione ambientale finalizzata al solo allevamento ittico. La promozione di un prodotto che potrebbe essere maggiormente valorizzato quale produzione tipica locale, di un sistema di allevamento che ben si presta a finalità scientifiche dimostrative, l interesse crescente per le fattorie didattiche e la possibilità di conciliare una attività agrituristica e produttiva intensiva in ambiente rurale, aperto e direttamente a contatto con l ambiente fluviale del Sile, possono innescare benefiche sinergie che sono proprio alla base delle finalità stesse del programma Comunitario. In questo senso per la valorizzazione del prodotto ittico, legato al consumo diretto e in generale, ottenuto secondo applicazione di norme ambientali compatibili che ne soddisfino le finalità, l Ente potrebbe collaborare attivamente alla promozione del prodotto stesso e alla creazione eventuale di un marchio del Parco per la commercializzazione di servizi e prodotti locali, coinvolgendo anche altri enti quali Provincia, associazioni ecc.; Gli ambiti a fruizione del marchio od eventuali richiami al Parco nell esercizio dell attività agrituristica, con funzione ricreativa, naturalistica, didattica, potrebbero essere indicati con apposito simbolo grafico in accordo con l Ente Parco, permettendo la diffusione dell immagine dello stesso con funzione di volano turistico. 6

9 Per quanto riguarda lo SFOP, il programma si inserisce nel miglioramento delle attività esistenti tramite interventi diretti alle strutture produttive che prevedono la realizzazione e l ammodernamento degli impianti di acquacoltura e l ammodernamento o la realizzazione di nuovi impianti di trasformazione e/o commercializzazione e tramite altre azioni indirette quali la diffusione di protocolli di vaccinazione volti a controllare le patologie presenti in allevamenti per la riduzione dell incidenza delle malattie e per il contenimento nell utilizzo dei farmaci. Anche finanziamenti legati a progetti pilota finalizzati alla diffusione di nuove tecnologie nel settore della pesca e dell acquacoltura, con particolare riferimento alle produzioni ittiche locali per l ottenimento di produzioni biologiche in impianti di acquacoltura, risultano positivi a livello ambientale, coerentemente con il Piano del Parco Sile Sono ammissibili inoltre progetti di promozione dei prodotti della pesca e dell acquacoltura del Veneto, che si possono ricollegare alle azioni citate del Leader+. Bando SFOP Anno Misura n. 3.2 Acquacoltura Misura n. 3.4 Trasformazione e commercializzazione Misura n. 4.3 Promozione Misura n. 4.4 Azioni realizzate dagli operatori del settore Misura n. 4.6 Misure innovanti Programma Comunitario Leader + ( ) - GAL Venezia Orientale PSL Dal Sile al Tagliamento Azione strutturale 6 Azione strutturale 7 Azione strutturale 8 7

10 Allegati Tabelle 152/99 LIMITI DI LEGGE PER GLI SCARICHI -Valori limite di emissione in acque superficiali e in fognatura (D.Lgs. 152/99). Numero Unità di Scarico in acque Scarico in RETE PARAMETRO parametro misura superficiali FOGNARIA(*) 1 ph 5,5-9,5 5,5-9,5 2 Temperatura C (1) (1) 3 colore non percettibile con non percettibile con diluizione 1:20 diluizione 1:40 4 odore non deve essere causa non deve essere causa di molestie di molestie 5 materiali grossolani assenti assenti 6 Solidi sospesi totali (2) mg/l BOD 5 (come O 2 ) (2) mg/l COD (come O 2 ) (2) mg/l Alluminio mg/l 1 2,0 10 Arsenico mg/l 0,5 0,5 11 Bario mg/l Boro mg/l Cadmio mg/l 0,02 0,02 14 Cromo totale mg/l Cromo VI mg/l 0,2 0,20 16 Ferro mg/l Manganese mg/l Mercurio mg/l 0,005 0, Nichel mg/l Piombo mg/l 0,2 0,3 21 Rame mg/l 0,1 0,4 22 Selenio mg/l 0,03 0,03 23 Stagno mg/l Zinco mg/l 0,5 1,0 25 Cianuri totali (come CN) mg/l 0,5 1,0 26 Cloro attivo libero mg/l 0,2 0,3 27 Solfuri (come H 2 S) mg/l Solfiti (come SO 3 ) mg/l Solfati (come SO 4 ) mg/l

11 30 Cloruri mg/l Fluoruri mg/l Fosforo totale (come P) (2) mg/l Azoto ammoniacale (come NH 4 ) (2) mg /L Azoto nitroso (come N) (2) mg/l 0,6 0,6 35 Azoto nitrico (come N) (2) mg /L Grassi e olii animali/vegetali mg/l Idrocarburi totali mg/l Fenoli mg/l 0, Aldeidi mg/l Solventi organici aromatici mg/l 0,2 0,4 41 Solventi organici azotati mg/l 0,1 0,2 42 Tensioattivi totali mg/l Pesticidi fosforati mg/l 0,10 0,10 44 Pesticidi totali (esclusi i fosforati) tra cui: mg/l 0, aldrin mg/l 0,01 0, dieldrin mg/l 0,01 0, endrin mg/l 0,002 0, isodrin mg/l 0,002 0, Solventi clorurati mg/l Escherichia coli (3) UFC/100 ml nota 51 Saggio di tossicità acuta (4) il campione non è accettabile quando dopo 24 ore il numero degli organismi immobili è uguale o maggiore del 50% del totale il campione non è accettabile quando dopo 24 ore il numero degli organismi immobili è uguale o maggiore del 80% del totale (*) I limiti per lo scarico in pubblica fognatura indicati in tabella 3 sono obbligatori in assenza di limiti stabiliti dall autorità competente ai sensi dell articolo 33, comma 1 del presente decreto o in mancanza di un impianto finale di trattamento in grado di rispettare i limiti di emissione dello scarico finale. Limiti diversi stabiliti dall ente gestore devono essere resi conformi a quanto indicato alla nota 2 della tabella 5 relativa a sostanze pericolose. (1). Per i corsi d acqua la variazione massima tra temperature medie di qualsiasi sezione del corso d acqua a monte e a valle del punto di immissione non deve superare i 3 C. Su almeno metà di qualsiasi sezione a valle tale variazione non deve superare 1 C. Per i laghi la temperatura dello scarico non deve superare i 30 C e l incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 C oltre 50 metri di distanza dal punto di immissione. Per i canali artificiali, il massimo valore medio della temperatura dell acqua di qualsiasi sezione non deve superare i 35 C, la condizione suddetta è subordinata all assenso del soggetto che gestisce il canale. Per il mare e per le zone di foce di corsi d acqua non significativi, la temperatura dello scarico non deve superare i 35 C e l incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 C oltre i 1000 metri di distanza dal punto di immissione. Deve inoltre 9

12 essere assicurata la compatibilità ambientale dello scarico con il corpo recipiente ed evitata la formazione di barriere termiche alla foce dei fiumi. (2). Per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue urbane valgono il limiti indicati in tabella 1 e, per le zone sensibili anche quelli di tabella 2. Per quanto riguarda gli scarichi di acque reflue industriali recapitanti in zone sensibili la concentrazione di fosforo totale e di azoto totale deve essere rispettivamente di 1 e 10 mg/l. (3). In sede di autorizzazione allo scarico dell impianto per il trattamento di acque reflue urbane, da parte dell autorità competente andrà fissato il limite più opportuno in relazione alla situazione ambientale e igienico sanitaria del corpo idrico recettore e agli usi esistenti. Si consiglia un limite non superiore ai 5000 UFC/100mL (4). Il saggio di tossicità è obbligatorio. Oltre al saggio su Daphnia magna, possono essere eseguiti saggi di tossicità acuta su Ceriodaphnia dubia, Selenastrum capricornutum, batteri bioluminescenti o organismi quali Artemia salina, per scarichi di acqua salata o altri organismi. In caso di esecuzione di più test di tossicità si consideri il risultato peggiore. Il risultato positivo della prova di tossicità determina l obbligo di approfondimento delle indagini analitiche, la ricerca delle cause di tossicità e la loro rimozione. 10

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