SERGIO NISTICÒ** Introduzione

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1 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n , pagg GruppoMontepaschi Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti individuali: alcune riflessioni sull equità e la sostenibilità del modello NDC * SERGIO NISTICÒ** The paper enquires into the analytical properties of the Notional Defined Contribution pension model, with particular reference to its pursuit of actuarial fairness, intended as uniformity of individual rates of return on old-age compulsory savings, which the paper contrasts with the tendency of the traditional defined-benefit schemes to produce uniform replacement rates across individuals. The paper focuses also on the sustainability of the new scheme both from a financial and a social viewpoint, emphasizing the need for a clear-cut separation between the role of redistributive policies during individuals active phase of their life and the role of the pension system. (J.E.L.: E1; I3; J1) Introduzione Come è noto, i sistemi a ripartizione sono, per la maggior parte, a prestazione definita. La tecnica di finanziamento della ripartizione è stata infatti tradizionalmente considerata incompatibile con la logica dei sistemi a contribuzione definita, nei quali la pensione è calcolata e indicizzata in modo da restituire a ogni pensionato, anno per anno nel corso della sua vita residua, tutti e solo i contributi versati al lordo degli interessi maturati. È possibile che la presunzione di incompatibilità si sia consolidata per il persistere di due equivoci, uno di natura tecnico-finanziaria, l altro di natura socio-economica. Il primo equivoco trae origine dall idea che solo l accantonamento e l investimento dei contributi degli attivi nei mercati finanziari, per definizione non realizzabile nei sistemi a ripartizione, consenta di attribuire a ogni pensionando un montante contributivo, comprensivo dei contributi versati e degli interessi maturati. Il secondo equivoco trae invece origine dall idea che il ruolo dei sistemi pensionistici sia quello di garantire, attraverso appropria- * Articolo approvato nel mese di agosto ** Dipartimento di Scienze Economiche, Università di Cassino. s.nistico@caspur.it.

2 470 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n te regole di calcolo della prestazione, un comune tasso di sostituzione per tutti gli individui tra la prima annualità di pensione e il reddito mediamente percepito negli ultimi anni di attività. Le riforme realizzate in Italia e in Svezia nel corso degli anni novanta, ma soprattutto il dibattito teorico che le ha precedute e accompagnate 1, hanno invece chiarito la natura dei due equivoci e spianato la strada alla nascita dei sistemi pensionistici a ripartizione e contribuzione definita, che in ambito internazionale sono ormai indicati con l etichetta Notional Defined Contribution o con l acronimo NDC. L idea sottostante a tali sistemi è che i contributi annualmente versati da ciascun lavoratore, seppur utilizzati per corrispondere le pensioni alle generazioni a riposo, siano contabilizzati in una sorta di conto corrente virtuale intestato a ogni lavoratore e trasformati in rendita pensionistica attraverso l uso di appositi coefficienti di trasformazione, che riflettono la speranza di vita del pensionando (e quindi la durata prevista della rendita). La sostenibilità finanziaria di tali sistemi può essere garantita dalla scelta appropriata del tasso di interesse annualmente riconosciuto sui saldi dei conti correnti virtuali. Il chiarimento del primo equivoco riguarda proprio la natura e l entità dell interesse con cui il sistema può remunerare il risparmio previdenziale. Infatti, sebbene l idea che la ripartizione, nel rispetto dell equilibrio finanziario, possa riconoscere a ogni generazione un tasso d interesse uguale al tasso di crescita dei redditi soggetti a prelievo contributivo fosse già nota alla teoria economica sin dagli anni cinquanta e sessanta sotto il nome di Teorema di Samuelson-Aaron 2, il merito della letteratura degli anni novanta è stato quello di chiarire la diversa natura che tale saggio d interesse assume a seconda del tipo di sistema adottato. Infatti, poiché i sistemi a prestazione definita promettono un determinato livello della prestazione, tenendosi la libertà di far variare il prelievo contributivo in modo da mantenere quelle promesse, il tasso di rendimento del risparmio previdenziale può essere solo implicitamente desunto ponendo a confronto i redditi che una generazione di pensionandi si aspetta di ricevere sulla base della durata attesa della rendita con i contributi annui che quella stessa generazione è stata chiamata a versare nel corso della vita attiva. Nei sistemi a contribuzione definita, invece, il rendimento con cui vengono remunerati i contributi è esplicitamente accreditato di anno in anno, cosicché, in perfetta trasparenza, ogni individuo può seguire l evoluzione del proprio montante contributivo e valutare così la redditività della partecipazione al sistema pensionistico. Inoltre, il rendimento con cui gli schemi a contribuzione definita remunerano annualmente il risparmio previdenziale può essere identico per tutti gli individui. Di contro, il rendimento che la ripartizione offre in uno schema a prestazione definita non solo è implicito, ovvero nascosto nelle maglie della regola di calcolo della 1 Per un resoconto del dibattito in questione si veda Gronchi e Nisticò (2008: 132, nota 3). 2 Si veda Samuelson (1958) e Aaron (1966).

3 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti pensione e della mutevole aliquota contributiva che il sistema impone agli attivi per finanziare le pensioni promesse, ma è anche differenziato tra i vari membri di ciascuna generazione. Il principale merito della letteratura degli anni novanta, e in particolare di quella che ha accompagnato la riforma italiana, è stato proprio quello di evidenziare che il saggio di interesse garantito dai sistemi a ripartizione e prestazione definita (il tasso di crescita dei redditi soggetti a prelievo contributivo) è in realtà un ipotetico rendimento guadagnato da ogni generazione nel suo complesso, con rendimenti individuali che sono fortemente differenziati in base alla carriera lavorativa e all età di pensionamento 3. Quest ultima distinzione tra rendimento generazionale e rendimento individuale consente di chiarire la natura del secondo equivoco, che ha a lungo contribuito al diffondersi dei sistemi a ripartizione unicamente nella loro versione a prestazione definita. L alternativa tra l uniformità dei rendimenti individuali e l uniformità dei tassi di sostituzione Contrariamente a quanto accaduto in Svezia, dove il sistema NDC è stato varato nel 1998 dopo un lungo dibattito teorico e politico, iniziato sin dal 1992, in Italia il nuovo schema ha preso forma nel corso del 1995 durante il breve periodo di vita del governo Dini, un governo tecnico che aveva in agenda il difficile compito di contribuire al risanamento finanziario del Paese anche attraverso una drastica riduzione della spesa pensionistica. Sarebbe stato possibile ridurre la spesa previdenziale senza intaccare la filosofia del vecchio impianto, ovvero attraverso una serie di misure parametriche miranti a ridurre la generosità delle prestazioni. La scelta fu, invece, più coraggiosa e si decise di abbandonare definitivamente, almeno per i nuovi assunti, il metodo della prestazione definita a favore di un sistema del tutto nuovo, lo schema NDC appunto, che in Italia nacque con il nome di modello contributivo. Ciò che consentì di coagulare il consenso sul nuovo modello fu l emergere della consapevolezza che il vecchio sistema a prestazione definita non solo produceva insostenibili deficit finanziari per l eccessiva generosità delle prestazioni, ma lo faceva in modo del tutto regressivo. Fu in particolare uno studio elaborato nel periodo immediatamente precedente la riforma (Gronchi 1993 e 1994) a dimostrare che i sistemi a prestazione definita sono generalmente iniqui proprio per la loro caratteristica di differenziare i rendimenti implicitamente garantiti ai vari membri di ogni generazione, a vantaggio di quelli con carriera lavorativa a profilo crescente e dei percettori delle cosiddette pensioni di anzianità. Il passaggio al metodo a contribuzione definita, che consentiva di riconoscere in modo esplicito e diretto a tutti 3 Si veda in particolare Gronchi (1995) e, per una prova analitica delle iniquità in un contesto a quattro generazioni sovrapposte, Gronchi e Nisticò (2008).

4 472 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n gli iscritti un unico tasso di rendimento sui contributi versati, eliminando così alla radice qualsiasi iniquità, emerse quindi come la strada più diretta, condivisa infine da tutto il sindacato, per raggiungere il duplice obiettivo dell equità e della sostenibilità del sistema previdenziale italiano. Uno degli aspetti più interessanti che il dibattito sulla riforma italiana e svedese ha evidenziato è la circostanza che il principio dell uniformità dei rendimenti individuali è incompatibile con il vecchio principio ispiratore della maggior parte dei sistemi previdenziali pubblici, ovvero con il principio della continuità dello standard di vita per tutti gli individui. Sono proprio le formule di calcolo di tipo retributivo che promettono una pensione commisurata ai redditi guadagnati nella fase attiva, e quindi un tasso di sostituzione sostanzialmente uniforme per tutti gli iscritti a essere responsabili della disparità nei rendimenti impliciti individuali. Ne è prova il fatto che l applicazione del metodo contributivo che, come detto, calcola la pensione trasformando in rendita il montante contributivo maturato al pensionamento sulla base di un tasso d interesse convenzionale scelto dal legislatore e comune a tutti gli assicurati produce tassi di sostituzione altamente differenziati: in particolare, tali tassi risultano molto più alti per gli individui con profilo di carriera piatto e molto più bassi per gli individui con profilo di carriera crescente. Inoltre, il riconoscimento di un rendimento uniforme sui contributi versati penalizza, in termini di tasso di sostituzione, chi sceglie il pensionamento anticipato. È ovviamente possibile disegnare delle regole di calcolo della prestazione che producano, anche in uno schema a prestazione definita, risultati analoghi, in termini di diversificazione dei tassi di sostituzione e di uniformità dei rendimenti individuali, tipici degli schemi a contribuzione definita. È questo il caso, ad esempio, del sistema pensionistico statunitense che, prevedendo una diversificazione delle regole per scaglioni di reddito individuale, produce una marcata diversificazione dei tassi di sostituzione. Infatti, a fronte di un aliquota contributiva del 12,5%, il valore di una pensione erogata dal sistema pensionistico statunitense può variare dal 20% al 90% dell ultimo reddito percepito, a seconda che si tratti di lavoratori il cui reddito di fine carriera è stato molto più alto di quello d ingresso o di lavoratori che sono rimasti nei gradini più bassi della distribuzione del reddito; a ciò si accompagna una mirata modulazione di incentivi al prolungamento dell attività lavorativa 4 che produce un sostanziale allineamento dei rendimenti individuali, intorno 4 La pensione retributiva americana è calcolata applicando tre diverse aliquote di rendimento alla media delle migliori 35 annualità di reddito suddivisa in scaglioni (annualmente rivisti in base alla dinamica salariale). Più in particolare, la regola di calcolo americana è la seguente: dove k 1, k 2 e k 3 sono le tre aliquote di rendimento, A è la media dei migliori 35 salari annui rivalutati in base al tasso di crescita dei salari, e B 1 e B 2 sono gli estremi che definiscono i tre scaglioni di reddito ai

5 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti al 3% in termini reali, anche per individui che scelgono diverse età di pensionamento 5. Tale sistema, però, pur raggiungendo sostanzialmente, anche se non esattamente, gli stessi risultati del metodo a contribuzione definita (uniformità dei rendimenti individuali e diversificazione dei tassi di sostituzione) 6, condivide con tutti i sistemi a prestazione definita il problema dell assenza di trasparenza, inevitabile quando il sistema non esplicita il tasso di remunerazione dei contributi. Non è un caso che la Social Security statunitense sia continuamente oggetto di critiche da parte di coloro che la ritengono eccessivamente onerosa e distorsiva delle decisioni individuali di risparmio 7. Negli Stati Uniti d America, il sistema pensionistico pubblico sarebbe senz altro molto più apprezzato anche dalle categorie di lavoratori a più alto reddito che beneficiano di tassi di sostituzione molto bassi, se gli stessi importi (contributi e pensioni) fossero riscossi ed erogati in un contesto a contribuzione definita che consente di esplicitare il rendimento dei contributi pagati, cosicché questi possano assumere la loro peculiare natura di risparmio previdenziale, adeguatamente remunerato, anziché di tassa. La logica contributiva: i fondamenti analitici Per loro stessa natura, i sistemi a contribuzione definita non consentono di promettere ai lavoratori un prefissato livello del rapporto tra pensione e salario ma si devono limitare a garantire la restituzione, nel corso della vita residua attesa al pensionamento, dei contributi versati al lordo degli interessi che di anno in anno alimentano il montante contributivo di ciascun individuo. La garanzia deve intendersi ex ante, dal momento che la restituzione esatta sarà verificata ex post solo per gli individui la cui vita effettiva sarà risultata uguale alla speranza di vita presunta al momento in cui ogni generazione si affaccia all età di pensionamento 8. In altri termini, nei sistemi a contribuzione definita il calcolo della prima pensione, nonché delle successive, avviene quali si applicano le tre aliquote di rendimento. La apparente progressività che, come detto, si traduce in realtà in una sostanziale uniformità dei rendimenti impliciti individuali è generata dalla forte differenziazione della resa, in termini di pensione, dei dollari appartenenti ai diversi scaglioni. In particolare, i valori delle tre aliquote di rendimento, responsabili della forte differenziazione dei tassi di sostituzione, sono k 1 =0.9, k 2 =0.32 e k 3 =0.15, mentre i valori degli estremi (bend points) dei tre scaglioni di reddito annuo sono attualmente (anno 2009) B 1 =$ e B 2 =$ Infine, il sistema pensionistico statunitense prevede la flessibilità nell età di pensionamento intorno ad un età normale (attualmente 67 anni) con appositi correttivi attuariali, continuamente aggiornati per tener conto dell aumento della speranza di vita, che riducono o aumentano il livello della prestazione a seconda che il pensionamento avvenga prima o dopo l età normale. L età minima di pensionamento è 62 anni. 5 Tale rendimento appare inoltre sostenibile dal punto di vista finanziario perché in linea con quello che finora è stato il tasso di crescita tendenziale dell economia statunitense. 6 Non è invece vero che anche la riforma Amato del 92 aveva prodotto una sostanziale uniformità dei rendimenti individuali. Su questo punto si veda Gronchi e Nisticò (2006, nota 16). 7 Si veda in particolare Feldstein (2002). 8 La redistribuzione implicita a favore degli individui più longevi è d altra parte presente anche nei sistemi a prestazione definita.

6 474 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n nel rispetto della seguente uguaglianza, al momento del pensionamento, tra il valore attuale delle annualità che il sistema si aspetta di erogare al lavoratore/pensionando e il montante dei contributi versati per n anni dallo stesso lavoratore la cui coorte di appartenenza ha una speranza di vita pari ad m: p ( 1+ σn + 1) p ( 1+ σn+ 1) ( 1+ σn+ 2) p ( 1+ σn+ 1) ( 1+ σn+ 2) L ( 1+ σn+ m-1) { p L 1+ π (1) ( )( ) ( )( ) ( ) 1 n 1 1 πn 1 1 πn 2 1 π n n+ + πn+ L + π + n+ m = n + 2 n+ 3 n+ m ( ) ( ) L ( ) a w ( ) = a w1 1+ π1 1+ π2 1+ πn π2 L 1+ πn + L+ a wn 1+ π n ( ) ( ) dove p rappresenta la prima annualità di pensione percepita all inizio dell anno n+1, σ i il tasso di indicizzazione maturato nell anno i con cui vengono rivalutate le pensioni da erogare nell anno i+1 e π i il tasso di interesse accreditato sul montante contributivo (virtuale) di tutti gli iscritti al termine dell anno i 9. Indicando con M il montante contributivo (al secondo membro) ed esplicitando rispetto a p, la (1) diventa p = (2) 1+ σ ( 1+ σ 1) ( 1 2) ( 1 1) ( 1 2) ( 1 n 1 n+ + σn+ + σn+ + σn+ L + σ + n+ m-1) L+ 1 + π ( ) ( ) ( )(. n πn πn πn πn+ 2) L ( 1 + πn+ m-1) Ricordando che la pensione contributiva è calcolata moltiplicando il montante maturato al pensionamento per un coefficiente di trasformazione, che d ora in poi sarà indicato con CT, dalla (2) si evince che il rispetto del vincolo (1) richiede, a sua volta, il rispetto della seguente condizione: CT = (3) 1+ σ ( 1+ σ 1) ( 1 2) ( 1 1) ( 1 2) ( 1 n 1 n+ + σn+ + σn+ + σn+ L + σ + n+ m-1) L+ 1 + πn+ 1 ( 1 + πn+ 1) ( 1 + πn+ 2) ( 1 + πn+ 1)( 1 + πn+ 2) L ( 1 + πn+ m-1) al cui denominatore 2m - 1 compaiono variabili di cui una, la speranza di vita m della coorte cui appartiene il pensionando, è stimabile sulla base delle tavole di mortalità disponibili all inizio dell anno n+1, mentre le altre 2m - 2 sono i valori che assumeranno in ciascuno dei successivi m - 1 anni il tasso di indicizzazione e il tasso di rendimento accreditato sul montante contributivo del pensionato. Pertanto, se si vuole ancorare il rendimento e l indicizzazione all andamento delle principali variabili economiche, il rispetto della (1) non può essere garantito a priori nell anno n+1; può esserlo solo assicurandosi che, dopo aver scelto CT, i valori del tasso di indicizzazione e del rendimento che saranno riconosciuti al pensionato anno dopo anno soddisfino il vincolo (3). D altra parte, l attribuzione di un valore a CT, per ogni possibile M 1 2 n 9 Si noti che gli indici utilizzati riflettono l ipotesi che i flussi di cassa in entrata e in uscita dal conto virtuale (contributi e pensioni) abbiano luogo anticipatamente all inizio del periodo, indicato dall etichetta delle parentesi orizzontali in corrispondenza di ciascun elemento della (1).

7 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti valore della speranza di vita m, equivale all attribuzione di un valore costante arbitrario al rapporto tra il rendimento e l indicizzazione riconosciuti annualmente al pensionato. Infatti, ponendo: 1+ σ (4) i 1 = i 1+ πi 1+ δ la (3) diventa 1 (5) CT = L m-1 + δ ( 1+ δ) ( 1+ δ) dove il valore arbitrario attribuito a δ consente, pur nell ignoranza dei valori che π e σ assumeranno in futuro, di calcolare CT nell anno di pensionamento predeterminando, però, lo scarto che, in base alla (4), dovrà sussistere ogni anno tra il tasso di rendimento e il tasso di indicizzazione se si vuole che venga rispettato il vincolo (1). È questo il motivo, del tutto trascurato dalla riforma contributiva italiana 10, che impone a qualsiasi sistema a contribuzione definita che voglia essere libero di scegliere il rendimento π i da accreditare ogni anno sui conti virtuali dei pensionati, di dotarsi di un meccanismo di indicizzazione, inusuale per i sistemi a prestazione definita, che garantisca il rispetto della (4) accettando 1+ πi (6) 1+ σ. i = i 1+ δ La scelta di δ e le sue conseguenze sul tasso di sostituzione e sull indicizzazione Per quanto visto, l attribuzione di un valore arbitrario allo scarto δ tra il rendimento annuo dei conti virtuali dei pensionati e l indicizzazione delle loro pensioni è, da un lato, indispensabile per il calcolo dei coefficienti ma, dall altro, lega, attraverso la (6), il tasso di indicizzazione al tasso di rendimento che il sistema accrediterà, in ogni anno i, sui conti virtuali di attivi e pensionati. È interessante osservare che l eventuale scelta δ = 0 produrrebbe, in base alla (5), un coefficiente di trasformazione esattamente uguale al reciproco della speranza di vita m e, in base alla (6), un indicizzazione annua delle pensioni esattamente uguale al rendimento maturato in quello stesso anno sui conti virtuali. Il motivo di questa doppia coincidenza può essere facilmente compreso se si immagina che, al pensionamento, la torta del 10 Il punto in questione appare poco compreso anche nel dibattito teorico sulla riforma italiana. Fa eccezione Gronchi (1995, 1998) che, in qualità di consulente del Ministero del Tesoro, sollevò ripetutamente questo aspetto anche in sede di definizione della legge n. 335/05, pur rimanendo di fatto inascoltato.

8 476 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n pensionando (il montante contributivo) debba essere idealmente suddivisa in tante fette quanti sono gli anni per i quali quella torta deve bastare (la speranza di vita m). Una delle fette sarà mangiata subito mentre le altre saranno conservate e lasciate lievitare in un apposita dispensa dove cresceranno al tasso annuo π i. Se si vuole che la fetta prelevata ogni anno dalla dispensa sia proprio π i volte più grande di quella prelevata nell anno precedente, il taglio della torta dovrà necessariamente essere fatto in modo da produrre fette tutte uguali, pari a 1/m volte il montante. Mangiata la prima fetta (la prima pensione), dopo un anno il pensionato potrà prelevare la seconda che, insieme alle altre m-1, saranno cresciute proprio al tasso π i. E quando, un anno più tardi, verrà prelevata la terza fetta, questa risulterà 1+π i volte più grande della seconda; e così di seguito. L indicizzazione risulterà esattamente uguale al rendimento proprio grazie alla scelta di δ = 0 e quindi di CT=1/m. Se, invece, si pensa che una prima pensione pari a 1/m volte il montante generi un tasso di sostituzione troppo basso, si può scegliere δ > 0. Rispetto al caso precedente, tale scelta produce, in base alla (5), un valore più alto del coefficiente di trasformazione CT ma, in base alla (6), un valore più basso del tasso di indicizzazione σ ι. Riprendendo la metafora della torta, in questo caso il taglio è più complesso perché non dovrà produrre fette tutte uguali bensì tutte diverse. In particolare, la prima dovrà essere grande 1+δ volte la seconda, la seconda 1+δ volte la terza, e via di seguito. Anche in questo caso, le fette non prelevate lieviteranno al tasso annuo π i ma, essendo state concepite ciascuna 1+δ volte più piccola dell altra, un anno in più di lievitazione consentirà loro di diventare solo (1 + π i )/(1 + δ) più grandi di quella mangiata nell anno precedente. Ecco perché il rispetto del vincolo (1) richiede che l indicizzazione delle pensioni contributive avvenga in base alla (6), nella consapevolezza che l eventuale scelta δ > 0 da un lato consente di elevare il quoziente di sostituzione ma dall altro genera anche l effetto collaterale indesiderato di ridurre il tasso d indicizzazione 11. Dopo ampio dibattito la riforma svedese fece la scelta di porre δ = 0,016 ottenendo così, per ogni età ammessa al pensionamento 12, coefficienti di trasformazione maggiori di quelli che si sarebbero ottenuti scegliendo δ = 0, ovvero maggiori di 1/m. Correttamente, tale valore di δ viene annualmente detratto dal rendimento generando, in base alla (6), un indicizzazione pari a (1 + π i )/(1,016). La riforma italiana fece la scelta simile di elevare i coefficienti di trasformazione ponendo δ = 0,015 ma rifiutò di indicizzare le pensioni contributive in base alla (6); ad esse fu infatti estesa l indicizzazione ai prezzi già in essere per le pensioni retributive. Per comprendere le implica- 11 Come è noto, se le pensioni sono indicizzate a tassi inferiori alla crescita dei salari, si genera il fenomeno delle pensioni di annata. Sul problema delle pensioni d annata si veda in particolare Gronchi (1998). 12 In Svezia, il pensionamento è consentito a partire da 61 anni di età.

9 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti zioni della scelta italiana, è sufficiente riordinare la (6) ponendo il tasso di indicizzazione uguale all inflazione dell anno i: ( )( ) ( ) (7) 1+ πi = 1+ inflazionei 1+ δ = 1+ inflazionei 1,015. La (7) evidenzia che l indicizzazione ai prezzi scelta dal legislatore italiano forza il rendimento da accreditare sui conti virtuali dei pensionati (e quindi il tasso a cui scontare le prestazioni attese al pensionamento) ad essere pari al tasso di inflazione aumentato dell 1,5% (il valore attribuito a δ per il calcolo dei coefficienti). Poiché l Italia non ha scelto di accreditare questo stesso tasso sui conti virtuali dei lavoratori ai fini del calcolo del montante contributivo, si profila una dicotomia nella remunerazione del risparmio previdenziale. Poiché ciascuno è prima attivo e poi pensionato, la dicotomia riguarda tutti; ciò nonostante non è neutrale per varie ragioni. La più evidente è che gli individui ripartiscono diversamente la loro vita fra lavoro e pensione. Il problema dell aggiornamento dei coefficienti di trasformazione Si è visto che è il coefficiente di trasformazione (3) ad avere il compito di spalmare il montante contributivo sulla durata attesa della rendita; perciò il primo deve diminuire all aumentare della seconda. A sua volta, la durata della rendita diminuisce con l età di pensionamento ed aumenta con l anno di nascita (coorte di appartenenza). Perciò il coefficiente deve aumentare con l età a parità di anno di nascita e diminuire con l anno di nascita a parità di età. Dal principio seguono due regole operative per la revisione dei coefficienti, assunte dagli altri Paesi che hanno fatto la scelta contributiva, in particolare dalla Svezia. In base alla prima, alla vigilia dell anno in cui una coorte varca la soglia dell età pensionabile, ad essa devono essere assegnati i coefficienti, differenziati per età, calcolati in base all ultima tavola di sopravvivenza disponibile. In base alla seconda, l assegnazione deve avere titolo definitivo, nel senso che le successive revisioni dovranno riguardare solo le successive coorti 13. La riforma contributiva italiana prevede coefficienti differenziati per età, ma non anche per coorte. I coefficienti all italiana, rivolti a tutti gli individui in età di pensione indipendentemente dalla coorte di appartenenza, dànno 13 In Svezia, l assegnazione definitiva avviene quando la coorte raggiunge il 65esimo anno di età. Il pensionamento alle età comprese tra 61 e 64 anni avviene sulla base di coefficienti provvisori in base ai quali i pensionati cominciano a prelevare le prime annualità dal proprio montante. Al raggiungimento dei 65 anni, la pensione viene ricalcolata moltiplicando il montante residuo per il nuovo e definitivo coefficiente attribuito a quella coorte. Su questo e su altre particolarità della riforma svedese si veda Gronchi e Nisticò (2006).

10 478 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n luogo a varie iniquità e disfunzioni. Infatti: - producono iniquità intergenerazionali a carico delle coorti più anziane cui è imputata la stessa longevità delle coorti più giovani; - producono iniquità intra-generazionali in quanto imputano tavole di sopravvivenza differenti ai membri di una stessa coorte che scelgono di andare in pensione a differenti età; - costituiscono un incentivo al pensionamento precoce, in quanto il rinvio del pensionamento alla vigilia di un imminente revisione vanificherebbe, almeno in parte, la prospettiva di una pensione migliore 14. Per rimediare a tali problemi basterebbe che a ciascuna delle coorti in età pensionabile venissero assegnati in via definitiva i rispettivi coefficienti avendo cura di utilizzare l ultima tavola di sopravvivenza disponibile per la coorte che è al primo anno della fascia di età pensionabile; la tavola dell anno prima per la coorte al secondo anno, la tavola di due anni prima per la coorte che si trova al terzo anno e così di seguito. Ogni successiva revisione annuale dovrebbe riguardare la sola coorte che si affaccia all età pensionabile 15. La scelta di π: equità attuariale e sostenibilità (finanziaria e sociale) dello schema NDC Se in ciascun anno i il sistema accredita sui conti virtuali di tutti i lavoratori e di tutti i pensionati lo stesso rendimento π i e se per tutti gli individui vengono rispettati i vincoli (2), (5) e (6) si realizza una sorta di parità di trattamento del risparmio previdenziale obbligatorio che produce, per quanto detto sopra, una sostanziale uniformità dei rendimenti individuali e una marcata differenziazione dei tassi di sostituzione a vantaggio delle carriere lunghe e a bassa dinamica salariale. D altra parte, affinché tale parità di tratta- 14 In effetti, andrebbe al più presto ripristinata la flessibilità del pensionamento, che è parte non minore della filosofia contributiva, tornando a prevedere una fascia di età pensionabile, anche se non necessariamente la stessa del La riforma contributiva italiana è incompiuta per altre ragioni. Almeno le più importanti devono essere menzionate. a) La frammentazione del sistema in gestioni separate garantisce l equilibrio finanziario di tutte, solo consentendo a ciascuna di erogare, in luogo della crescita del PIL, un interesse commisurato alle dinamiche del numero e del reddito medio dei propri correntisti. Il super INPS, com è stato finora delineato, non basterebbe a risolvere il problema. b) La diversificazione delle aliquote contributive per le varie tipologie di lavoro, dipendente e autonomo, non garantisce l equilibrio finanziario del sistema (quand anche unificato) fuori dall improbabile circostanza in cui la distribuzione dell occupazione fra le varie aliquote resti costante nel tempo. c) La mancata separazione dell invalidità e della premorienza, che dovrebbero essere gestite e finanziate autonomamente dalla vecchiaia, compromette per altro verso l equilibrio finanziario del sistema e non riconosce l inconciliabilità dei due istituti con la filosofia contributiva. d) La diversificazione dei coefficienti di trasformazione per le categorie a longevità ridotta avrebbe permesso di risolvere al meglio il problema dei lavori usuranti in ambiente contributivo.

11 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti mento comporti anche una perfetta uniformità dei rendimenti individuali è necessario che il tasso accreditato sui conti virtuali sia costante nel tempo; altrimenti si producono fortuite, seppur lievi, disparità di trattamento dovute al fatto che negli anni in cui i tassi accreditati sono alti, il premio in termini di rendimento medio sarà tanto maggiore quanto maggiore è il valore del montante contributivo in quegli stessi anni e viceversa. Per tale ragione, lo schema NDC, per realizzare il suo obiettivo principale di garantire l equità attuariale intesa come uniformità dei rendimenti impliciti individuali, dovrebbe accreditare sui conti virtuali un rendimento costante. D altra parte, negli schemi a ripartizione e contribuzione definita il rendimento dei conti virtuali è la variabile deputata a garantire la sostenibilità finanziaria del sistema cosicché, in una realtà economica e demografica non stazionaria, modifiche periodiche del rendimento potrebbero risultare indispensabili per garantire l allineamento tra attività e passività del sistema 16. Ed in effetti, fuori dallo stato stazionario con tassi di crescita del salario e dell occupazione variabili e con speranze di vita continuamente crescenti neanche la scelta di ancorare il rendimento dei conti virtuali al tasso d interesse biologico di Samuelson e Aaron può assicurare la sostenibilità anno per anno dello schema NDC 17. Emerge quindi una sorta di trade-off tra equità attuariale e sostenibilità, dal momento che la prima è pienamente assicurata solo a condizione che il rendimento accreditato sui conti virtuali sia costante, mentre la seconda richiede opportune accelerazioni o decelerazioni del rendimento dei conti virtuali in linea con l andamento dei cicli economici. Ciò che colpisce della scelta italiana di diversificare il rendimento degli attivi ai quali si riconosce una proxy dell interesse sostenibile di Samuelson e Aaron, ovvero la crescita nominale del PIL da quello dei pensionati ai quali, in base alla (7) si riconosce, invece, un rendimento reale dell 1,5% è che, di fatto, rinuncia sia a perseguire l equità attuariale sia a garantire la sostenibilità. In effetti, se si volesse mantenere l indicizzazione ai prezzi, 16 Per una descrizione di come si possono computare le attività e le passività di uno schema NDC senza ricorrere ad alcun tipo di proiezione sui valori futuri delle variabili da cui dipendono il gettito contributivo e la spesa pensionistica, si veda Settergren (2008) e Settergren e Mikula (2006). 17 In un contesto di stato semi-stazionario in cui il tasso di crescita dell occupazione e la mortalità sono costanti ed utilizzando un modello a quattro generazioni sovrapposte che consente la differenziazione delle carriere individuali, Gronchi e Nisticò (2008) hanno dimostrato che l uguaglianza tra gettito e spesa in ogni anno i è garantita se il sistema accredita su tutti i conti virtuali un rendimento annuo pari al tasso di crescita della massa salariale. In presenza di tasso di crescita dell occupazione variabile e mortalità costante, accreditando un rendimento pari al tasso di crescita della massa salariale la sostenibilità tendenziale è comunque garantita. Quando, invece, la speranza di vita è continuamente crescente un rendimento pari al tasso di crescita della massa salariale genera o deficit permanenti (se i coefficienti di trasformazione sono del tipo backward looking che riflettono le speranze di vita osservate) oppure surplus permanenti (se i coefficienti di trasformazione sono del tipo forward looking che anticipano le speranze di vita previste).

12 480 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n rinunciando così ad estendere ai pensionati il rendimento riconosciuto agli attivi (la crescita nominale del PIL), l equità attuariale potrebbe essere allora garantita con l operazione inversa, cioè estendendo agli attivi l interesse dei pensionati. L inflazione, aumentata dell 1,5%, diventerebbe anche l interesse al quale capitalizzare i contributi degli attivi e l 1,5% in termini reali diventerebbe il rendimento del risparmio previdenziale di tutti gli individui indipendentemente dalla carriera lavorativa e dalla coorte di appartenenza. Il raggiungimento dell obiettivo primario dello schema NDC, quello dell equità attuariale, sarebbe allora garantito, anche se al prezzo di non poter contare sull autonomia finanziaria del sistema pensionistico 18. Anche su questo terreno, la scelta svedese è stata diversa e, soprattutto, molto più consapevole dei menù compatibili con il modello NDC. La Svezia ha infatti scelto: - di non differenziare il rendimento di attivi e pensionati indicizzando le pensioni in base alla regola imposta dalla (6); - di accreditare ogni anno su tutti i conti virtuali un interesse pari al tasso di crescita del salario medio, un tasso che per la sua tendenziale stabilità garantisce una sostanziale uniformità dei rendimenti intra- e intergenerazionali; - di lasciar fluttuare il livello del buffer fund ereditato dal precedente sistema a prestazione definita, per continuare ad accreditare un rendimento pari al tasso di crescita dei salari anche in presenza di temporanee divergenze tra il gettito e la spesa; - di assicurare comunque la sostenibilità finanziaria del sistema attraverso un meccanismo automatico di riduzione del rendimento che scatta ogni qualvolta il valore delle attività del sistema scende al di sotto di quello delle passività; - di garantire il ripristino del valore che i montanti contributivi avrebbero avuto in assenza del balance mechanism riconoscendo, per un periodo sufficientemente lungo, un rendimento maggiore del tasso di crescita del salario medio 19. Al rigore con cui il sistema pensionistico svedese persegue il duplice obiettivo di garantire sia l equità attuariale rispettando la (1) e la (6) ed aggiornando i coefficienti di trasformazione in base ai criteri sopra esposti sia la solidità finanziaria del sistema remunerando annualmente il risparmio previdenziale con un rendimento sostenibile in base alla dinamica del gettito contributivo e alla composizione per età della popolazione si può contrap- 18 È importante precisare che quando, in ambito contributivo, si volesse rinunciare all autonomia finanziaria del sistema attingendo alla fiscalità generale per alzare il livello delle prestazioni (dei tassi di sostituzione), ciò dovrebbe essere fatto utilizzando la leva del rendimento (uniforme) accreditato su tutti i conti virtuali; qualsiasi altro strumento confliggerebbe con il principio della parità di trattamento del risparmio previdenziale. 19 Un analisi dettagliata del funzionamento del Balance Mechanism si trova in Settrgren e Mikula (2006).

13 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti porre uno stato di allarme per la sostenibilità sociale del livello delle prestazioni pensionistiche che da quel rigore deriva. Tale allarme, che è peraltro alimentato sia da chi sostiene la necessità di un ritorno alla logica dei sistemi a prestazione definita sia da chi propone un dimagrimento della previdenza obbligatoria a vantaggio di quella privata, sarebbe giustificato anche dalle proiezioni sui tassi di sostituzione che l applicazione dei criteri contributivi genererebbe per le attuali (giovani) generazioni di lavoratori, anche per effetto della prevista discontinuità contributiva che le nuove forme di lavoro comportano. Si deve però osservare che: - quando, come è il caso della riforma italiana del 95, un sistema NDC prende il posto di un sistema a prestazione definita che garantiva rendimenti individuali iniquamente differenziati e mediamente superiori a quello sostenibile, l allineamento verso il basso dei rendimenti individuali comporta un taglio delle prestazioni soprattutto per gli individui ad alto reddito; - con l aliquota contributiva del 33% attualmente in vigore in Italia, i tassi di sostituzione che il modello NDC può garantire ai lavoratori sessantacinquenni, con carriera lunga e dinamica salariale inferiore alla media, possono raggiungere facilmente anche l 80% 20 ; - la discontinuità della contribuzione generata dalla diffusione delle nuove forme contrattuali non genererebbe alcuna insufficienza nella copertura previdenziale garantita dallo schema NDC se i contributi versati e il reddito mediamente guadagnato in un anno dai lavoratori atipici fossero comunque in linea con quelli dei lavoratori a tempo indeterminato; - nella misura in cui la caduta prevista nei tassi di sostituzione dipende dall aumento della speranza di vita, lo schema NDC offre agli individui la libera scelta tra l accettazione di un più basso tasso di sostituzione o il rinvio del pensionamento pur garantendo un allungamento del periodo di pensionamento previsto 21 ; - l adozione di un modello NDC non preclude interventi della fiscalità generale a sostegno delle prestazioni dal momento che sarebbe sufficiente accreditare a tutti gli iscritti un rendimento uniforme maggiore di quello sostenibile per elevare il livello dei tassi di sostituzione a vantaggio degli individui a bassa dinamica salariale, nel rispetto del principio dell equità attuariale; - in alternativa all aumento del rendimento si possono sostenere i redditi delle categorie più svantaggiate con interventi a carico dello stato sociale nel periodo attivo; sarà poi cura dei rigorosi meccanismi del modello NDC trasferire nel tempo i contributi versati dai percettori di tali sussidi facendo sì che essi generino anche maggiori pensioni. 20 Per un analisi del legame tra tassi di sostituzione, carriera lavorativa ed età di pensionamento si veda Bevilacqua (2009). 21 Su questo punto si veda Settergren (2008: 34-5).

14 482 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n La nascita del modello NDC: un effetto schiarita nel dibattito sulle pensioni La scelta italiana e svedese di innestare sul metodo di finanziamento a ripartizione il principio dell equivalenza tra contributi e prestazioni, tradizionalmente considerato una prerogativa dei sistemi a capitalizzazione e contribuzione definita, sta condizionando il dibattito sulle riforme in corso, o da fare, negli altri Paesi europei. Riforme simili a quelle italiana e svedese sono state realizzate anche in Lettonia nel 1996 e in Polonia nel Il dibattito è invece acceso in altri Paesi tra cui l Austria, la Repubblica Ceca, la Francia e la Germania (Holzmann 2006). Ciò che attrae del nuovo sistema è la possibilità di attingere alle caratteristiche migliori dei sistemi a contribuzione definita, quali la trasparenza, l uniformità dei rendimenti e la sostenibilità, senza dover affrontare il complesso e costoso passaggio alla capitalizzazione. Affinché il modello NDC raggiunga i suoi obiettivi di trasparenza, equità attuariale e sostenibilità è, però, necessario che venga realizzata una separazione netta tra il sistema pensionistico e tutti gli altri istituti del welfare. Anche tale separazione, che l Italia è ben lontana dall aver raggiunto, è stata pienamente attuata in Svezia. Infatti, un aspetto fondamentale della riforma svedese è la previsione di un risparmio previdenziale obbligatorio anche su tutti i trasferimenti assistenziali degli altri istituti del welfare (disoccupazione, invalidità ecc.). Si tratta di un ingrediente essenziale per garantire al sistema pensionistico le risorse necessarie a corrispondere, nel rispetto del principio contributivo, una pensione di vecchiaia a tutti i cittadini, qualunque sia stata la fonte, individuale o solidaristica, dei redditi percepiti durante il periodo attivo. Il concorso della fiscalità generale, o di altre misure redistributive a carico dei datori di lavoro o dei lavoratori stessi, non interferisce quindi con il compito del sistema NDC, che resta quello di registrare su un conto intestato a ciascun individuo tutti i contributi, al lordo degli interessi virtuali calcolati al tasso uniforme scelto dal legislatore, e di trasformare il saldo di tale conto, al pensionamento, in una rendita. Compito esclusivo della fiscalità generale, e non dell ente previdenziale, resterà anche quello di assicurare una pensione di garanzia a tutti quegli individui il cui montante contributivo al pensionamento non è sufficiente a generare una pensione di sussistenza. D altra parte, se l agenzia preposta alla gestione del sistema pensionistico è in grado di remunerare il risparmio previdenziale obbligatorio in modo equo, efficiente e trasparente, la garanzia che tutti gli individui abbiano una fonte di reddito anche durante l età di pensione dipende dalla capacità degli altri istituti del welfare di svolgere efficacemente il loro ruolo, ovvero di garantire a tutti gli attivi un reddito adeguato, comprensivo della necessaria quota di risparmio previdenziale, fino all età di pensionamento. La nascita del sistema NDC, soprattutto nella versione ormai a regime in Svezia, ha anche contribuito a semplificare il dibattito tra i sostenitori della ripartizione e quelli della capitalizzazione. In effetti, molti degli argomenti

15 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti utilizzati dai critici della ripartizione riguardano soprattutto la sua versione a prestazione definita, con tutti i suoi effetti distorsivi sopra discussi. D altra parte, i sostenitori della capitalizzazione tendono ad apprezzare soprattutto la sua versione a contribuzione definita, che fino a qualche anno fa sembrava, come visto, incompatibile con la ripartizione. Una volta che la nascita dei sistemi NDC ha sancito la concreta realizzabilità degli schemi a contribuzione definita anche nell ambito della ripartizione, resta da capire quale dei due metodi di finanziamento consente, a parità di aliquota contributiva, di garantire agli iscritti il maggior rendimento del risparmio previdenziale. Si tratta in sostanza di valutare se, nell arco del periodo di permanenza di ciascun individuo nell ambito del sistema previdenziale, periodo che con l allungarsi della speranza di vita può ormai superare i 70 anni, il rendimento medio degli investimenti sui mercati finanziari (ossia quello garantito dalla capitalizzazione) sia maggiore o minore del tasso medio di crescita dei redditi imponibili (il rendimento che in condizioni di stato stazionario sarebbe sostenibile dalla ripartizione). La grande volatilità del primo, unita alla dipendenza del secondo dalle specifiche politiche economiche adottate, rende però difficile mettere fine alla controversia tra i sostenitori dei due metodi, con la capitalizzazione che guadagna sostenitori nei periodi di euforia dei mercati borsistici, e la ripartizione che recupera in quelli di rapida crescita economica o di difficoltà dei mercati finanziari. Il conflitto intergenerazionale: un secondo effetto schiarita del modello NDC È soprattutto l invecchiamento della popolazione a esercitare una forte pressione sui costi del welfare, e in particolare sulla spesa pensionistica che ne rappresenta la componente principale. Basti osservare che, negli anni trenta del secolo scorso, quando la maggior parte dei moderni sistemi di welfare ha preso forma, la speranza di vita in Europa a 65 anni era di circa 12 anni mentre oggi è pari a più di 18 anni, con l Italia che si colloca tra i primissimi posti con una speranza di vita a 65 anni di 22 anni per le donne ed una media tra i due generi superiore ai 20 anni. L aumento della speranza di vita, abbinata a una progressiva riduzione del tasso di fertilità determina, a sua volta, un costante aumento del quoziente di dipendenza. Ed è proprio l aumento del numero di pensionati a carico di ciascun lavoratore a influire negativamente sulla sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici. La dinamica di questo dato durante il secolo scorso è stata altrettanto impressionante. In Europa il rapporto tra ultrasessantacinquenni e lavoratori attivi (15-64 anni), che era mediamente del 13,5% nel 1950, è oggi pari a circa il 25% e si prevede che supererà il 40% entro il Anche in questo caso il dato del nostro Paese è ancora più accentuato: il quoziente di dipendenza in Italia è oggi pari a circa il 30% e si prevede che possa superare il 45% entro il 2030 (United Nations

16 484 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n population division 2009). A parità di altre circostanze, l aumento del quoziente di dipendenza richiede o che i pensionati accettino una caduta del loro reddito relativo e/o che gli attivi accettino di aumentare la quota del reddito da destinare a risparmio previdenziale, e ciò indipendentemente dal tipo di sistema esistente, sia esso a ripartizione o a capitalizzazione. Pertanto, ogniqualvolta i sistemi previdenziali si trovano costretti a fronteggiare le pressioni derivanti dall invecchiamento demografico con una qualsiasi misura compensatrice, devono anche gestire un inevitabile conflitto intergenerazionale. Quando le misure adottate includono un aumento del risparmio previdenziale imposto agli attivi, la tentazione di questi ultimi è il rifiuto della stessa idea di previdenza obbligatoria e la fuga verso la soluzione individualistica. D altra parte, quale che sia il modo in cui una società provvede al mantenimento degli anziani, resta il fatto che, anche in assenza di un sistema previdenziale obbligatorio, la ricchezza esistente e il reddito prodotto ogni anno devono in qualche modo bastare al mantenimento di attivi e anziani. L assenza della previdenza obbligatoria non modifica, infatti, la necessità di provvedere al mantenimento degli anziani, attraverso modalità che replicano, comunque, l alternativa tra ripartizione e capitalizzazione. Laddove i legami familiari sono molto stretti, l aumento del quoziente di dipendenza all interno della famiglia richiede una riduzione del benessere relativo degli anziani e/o una riduzione del reddito netto dei componenti giovani, deputati a produrre il reddito per l intera famiglia. Ove, invece, i legami familiari fossero meno forti e gli anziani fossero chiamati a provvedere da soli al proprio sostentamento attraverso un capitale reale o finanziario accumulato durante il periodo attivo, le generazioni giovani potrebbero contare su minori trasferimenti di ricchezza intra-familiari e sarebbero quindi costrette ad aumentare il risparmio previdenziale per poter fronteggiare un più lungo periodo da pensionati. Gli aggiustamenti imposti da un aumento del quoziente di dipendenza agirebbero, quindi, esattamente come avviene per tutti i sistemi previdenziali. La circostanza che nel modello NDC il livello delle pensioni aumenta al crescere del tasso d interesse che, anno per anno, il sistema accredita sui conti virtuali degli iscritti può però contribuire in modo determinante ad allentare il conflitto intergenerazionale innescato dall invecchiamento demografico. Sebbene, come visto, sia possibile fissare il tasso d interesse a un qualsiasi livello costante, riuscendo così a realizzare l uniformità del tasso di rendimento del risparmio previdenziale non solo tra diversi individui nello stesso anno, ma anche tra tutti gli individui appartenenti a diverse generazioni, si è visto che la sostenibilità finanziaria richiede che l interesse virtuale sia in qualche modo ancorato al tasso di crescita dei redditi soggetti a prelievo contributivo. Se si sceglie tale strada, diventa allora chiaro che la spesa pensionistica seguirà in modo del tutto sincrono i movimenti del reddito nazionale nelle fasi di espansione e contrazione del ciclo economico.

17 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti Pertanto, nell ambito di un sistema NDC non si può sostenere, come invece spesso accade nell ambito dei rigidi sistemi a prestazione definita nei quali il legame tra contributi e prestazioni è debole, che vi sia un alternativa tra spendere per i giovani e spendere per gli anziani. La circostanza che anche i conti virtuali di chi ha già cominciato a percepire la pensione sono alimentati da un interesse pari al tasso di crescita dei redditi degli attivi assicura che anche i pensionati trarrebbero immediato beneficio da una politica redistributiva e fiscale mirante a sostenere il tasso di crescita dei redditi (dei giovani) soggetti a prelievo contributivo. La scelta di coniugare l uniformità dei rendimenti con la sostenibilità finanziaria del sistema, pur non essendo imposta dalla logica dei sistemi NDC, può, quindi, risultare importante qualora si voglia consolidare l esistenza della previdenza obbligatoria pubblica, mettendola al riparo dalle critiche di chi la considera un fardello eccessivo per le giovani generazioni. Sembra proprio essere stata questa l intenzione di chi, in Svezia, ha ottenuto che il modello NDC fosse dotato di strumenti automatici di sostenibilità finanziaria: [...] financial sustainability was considered necessary to provide credible protection for the scheme against the daily governmental and parliamentary battle over resources. The founders were convinced that citizens would benefit if the new Swedish pension plan clearly determined who would pay for any financial imbalance, and when this burden would be borne. For this reason, they considered it necessary to insulate the old-age pension system from the national budget to the maximum extent possible. This separation could only be achieved by ensuring that the national budget would not be required to finance deficits in the pension system. (Settergren 2004) Un sistema NDC sostenibile reagisce agli shock, siano essi di natura demografica o economica, attraverso un immediato adeguamento del rendimento del risparmio previdenziale e quindi della dinamica dei montanti contributivi sia degli attivi sia dei pensionati, per i quali la variazione del rendimento inciderà sull indicizzazione. Le conseguenze dell aggiustamento, siano esse positive o negative, sono dunque ripartite tra attivi e pensionati, configurando una sorta di automatica equità intergenerazionale, che i sistemi a prestazione definita non possono realizzare se non attraverso modifiche discrezionali particolarmente illuminate. Sebbene non si possa escludere che, in caso di shock negativo, l automatico raffreddamento dell indicizzazione delle pensioni in essere possa comprimere oltremisura il valore reale del reddito di alcuni pensionati (comunque integrabile con il ricorso a specifici istituti del welfare finanziati dalla fiscalità generale), sono soprattutto i montanti in formazione e quindi le future pensioni a essere immediatamente interessate dal tempestivo aggiustamento

18 486 Studi e Note di Economia, Anno XIV, n posto in essere dai sistemi NDC sostenibili. Tale circostanza consente di comprendere l importanza di un aspetto essenziale del nuovo sistema, ovvero la libera scelta del momento in cui cominciare a prelevare le annualità di pensione liquidando tutto o parte del proprio montante contributivo. Sarà poi compito delle politiche sociali rendere agevole e gratificante la prosecuzione dell attività lavorativa oltre l attuale età pensionabile. Conclusioni La circostanza che nell ambito del sistema NDC i cittadini diventino parte attiva del processo di aggiustamento richiede, però, che essi siano continuamente in grado di monitorare non solo l andamento del proprio montante contributivo, ma anche l evoluzione del quadro demografico ed economico, che influisce anno dopo anno sia sul rendimento del proprio risparmio previdenziale sia sulla propria speranza di vita. Solo con tali informazioni ogni iscritto può decidere, in perfetta autonomia e trasparenza, il proprio mix ideale tra tasso di sostituzione ed età di pensionamento. Non è un caso che il sistema svedese, il cui grado di definizione anche dei più piccoli dettagli potrebbe utilmente fare da guida anche al legislatore italiano, prevede un notevole investimento da parte dell amministrazione dell ente previdenziale (i cui costi sono sostenuti dagli iscritti attraverso un appropriata, seppur minima, decurtazione annua dei montanti contributivi) su quegli aspetti informativi capaci di rendere il nuovo modello pensionistico compreso e condiviso da tutti gli iscritti. La condivisione delle regole di funzionamento è infatti essenziale per la sopravvivenza dei sistemi pensionistici pubblici. Nell ambito dei tradizionali sistemi a prestazione definita, siano essi a ripartizione o a capitalizzazione, l innalzamento dell età pensionabile è una delle misure imposte agli iscritti, insieme o in alternativa all aumento dell aliquota contributiva e alla riduzione della generosità delle prestazioni, al fine di alleggerire il peso della spesa previdenziale. La circostanza che tale misura abbia natura coercitiva la rende, però, uno strumento poco gradito ai lavoratori europei (Eurobarometer 2004). Dopo un lunghissimo periodo di vita dedicato interamente ad attività di lavoro e consumo, con spazi pressoché inesistenti di tempo libero, sono pochi i lavoratori che accettano il rinvio del pensionamento quale misura alternativa alla riduzione della propria pensione. In effetti, uno dei temi cruciali che le moderne società anziane e opulente dovranno affrontare è quello della redistribuzione del tempo che gli individui dedicano ad attività quali la formazione, il consumo, il lavoro e lo svago nei vari cicli della propria vita. I cambiamenti possibili sono vari: i giovani potrebbero affiancare un po di lavoro alla formazione; un po più di formazione e svago potrebbe accompagnare il tempo dedicato al lavoro e al consumo degli individui in età attiva; un po più di lavoro e formazione potrebbe accompagnare l esclusività, e quindi la noia, dello svago per gli anziani.

19 S. Nisticò - Dall uniformità dei tassi di sostituzione all uniformità dei rendimenti I sistemi NDC, per la loro caratteristica di lasciare piena libertà agli individui di scegliere l età di pensionamento o di scegliere un profilo di pensionamento parziale e reversibile, rappresentano la cornice istituzionale ideale per consentire una più agevole alternanza tra attività finora considerate esclusive di ciascuna fase del ciclo di vita.

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