PREVENZIONE INCENDI. Docente: Dott. Ing. Sabrina Bartolucci. Pagina 1 di 15

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1 PREVENZIONE INCENDI Docente: Dott. Ing. Sabrina Bartolucci Pagina 1 di 15

2 1. GENERALITA SULL INCENDIO 1.1 LA COMBUSTIONE La combustione è una reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con un comburente che da luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce. Affinché essa si verifichi devono essere contemporaneamente presenti tre elementi: 1. il combustibile (materiale in grado di prendere parte al processo di combustione, cioè in grado di bruciare, quale carta, solventi, plastiche, ecc.) 2. il comburente (sostanza che permette al combustibile di bruciare: p. es. l ossigeno) 3. la fonte di innesco (l energia necessaria a innescare la reazione tra combustibile e comburente, diversa da combustibile a combustibile, quale fonte di calore, fiamma, scintille, ecc.) L assenza di uno solo di questi tre fattori evita o interrompe il processo di combustione: a tal proposito, però, si consideri che l ossigeno (comburente) è sempre presente nell aria e che quindi la presenza di una sostanza combustibile o, ancor meglio, infiammabile (solventi, vernici, GPL, ecc.) costituisce già di per sé una potenziale fonte di pericolo in quanto sono molteplici le situazioni in cui si possano creare scintille o altri tipi di innesco (cicca di sigaretta accesa, utilizzo di apparecchiatura elettrica del tipo non antideflagrante, ecc.) in grado di dar luogo alla reazione di combustione tra comburente e combustibile, in grado cioè di dare origine ad un principio di incendio. Le sostanze combustibili non prendono facilmente fuoco come le sostanze infiammabili (per le sostanze infiammabili, infatti, può costituire un sufficiente innesco la fiamma di un accendino), ma anch esse si incendiano, se in presenza, però, di una notevole quantità di energia. TRIANGOLO DEL FUOCO : Combustibile Comburente Temperatura/calore Dunque, solo la compresenza dei tre fattori (combustibile - comburente - sorgente di innesco) può consentire il processo di combustione: di conseguenza per interrompere la reazione di combustione, ovvero estinguere un incendio, è sufficiente provvedere all eliminazione di almeno uno dei tre elementi, ricorrendo ai sistemi sottoelencati: separazione, ossia allontanamento del combustibile dal comburente, previa adozione di barriere non infiammabili, getti d acqua, mezzi meccanici, sabbia, ecc.; soffocamento, ossia eliminazione del contatto tra comburente e combustibile, con l uso di schiuma, coperta antifiamma, ecc.; raffreddamento, ossia riduzione della temperatura del focolaio al di sotto del valore di accensione, ottenibile investendo la zona dell incendio con sostanze (p.e. acqua) che, riscaldandosi e/o trasformandosi, sottraggono grandi quantità di energia alla reazione di combustione; reazione chimica, ossia aggiunta di apposite sostanze in grado di arrestare le reazioni a catena che avvengono durante la combustione. Dato che, nella quasi totalità dei casi, la sostanza comburente è rappresentata dall ossigeno contenuto nell aria, gli incendi vengono caratterizzati dal tipo di combustibile e dalla sorgente d innesco. 1.2 DEFINIZIONE D INCENDIO E CLASSIFICAZIONE Viene definito incendio una combustione sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppa senza limitazioni nello spazio e nel tempo. In particolare, vengono distinte quattro classi di incendi a seconda della natura dei materiali combustibili, contrassegnate da una lettera, che viene tra l altro riportata sull estintore al fine di identificarne l uso più appropriato: classe A incendi di materiali solidi con formazione di braci classe B incendi di liquidi infiammabili classe C incendi di gas infiammabili classe D incendi di metalli combustibili incendi di natura elettrica: la norma europea EN2, essendo basata sui materiali che bruciano, non comprende i fuochi di impianti ed attrezzature elettriche sotto tensione (vecchia classe di fuoco E) in quanto l essere sotto tensione è solo una condizione, e pertanto tale lettera non viene riportata sull involucro dell estintore. Pagina 2 di 15

3 1.3 PARAMETRI FISICI DELLA COMBUSTIONE I principali parametri che caratterizzano la combustione sono definiti in seguito. Temperatura di accensione o di autoaccensione E la temperatura minima alla quale la miscela combustibile-comburente inizia spontaneamente a bruciare senza bisogno di innesco. ETERE ETILICO GASOLIO LEGNO SECCO LANA (stoffa) COTONE (stoffa) CARTA (fogli) 150 C 220 C 220 C 205 C 230 C 230 C Temperatura di infiammabilità E la temperatura minima alla quale i liquidi combustibili emettono vapori in quantità tali da incendiarsi in caso di innesco. Ogni combustibile ha una propria temperatura di infiammabilità: vi sono combustibili che, già a temperatura ambiente, sono capaci di accendersi in presenza di una fiamma (es. benzina), altri che richiedono un riscaldamento più o meno forte prima di iniziare a bruciare in presenza di innesco (es. gasolio). LIQUIDO TEMPERATURA D INFIAMMABILITA (C ) CATEGORIA ACETONE -18 A BENZINA -20 A GASOLIO 65 C ALCOOL ETILICO 13 A Limiti di infiammabilità e campo di infiammabilità Tali limiti individuano il campo di infiammabilità all interno del quale si ha, in caso di innesco, l accensione e la propagazione della fiamma nella miscela combustibile-comburente. SOSTANZE CAMPO DI INFIAMMABILITA' (%) IN VOLUME LIMITE INFERIORE LIMITE SUPERIORE ACETONE 2,5 13 AMMONIACA BENZINA 1 6,5 GASOLIO 0,6 6,5 IDROGENO 4 75,6 METANO 5 15 PESO SPECIFICO RELATIVO ALL ARIA (gas) IDROGENO 0,07 METANO 0,55 ACETILENE 0,90 ARIA 1,00 PROPANO (GPL) 1,56 BUTANO (GPL) 2,20 Potere calorifico E la quantità di calore prodotta dalla combustione completa dell unità di massa o di volume di una determinata sostanza combustibile. LEGNO SECCO kcal / kg ALCOL ETILICO BENZINA PROPANO METANO IDROGENO I COMBUSTIBILI I combustibili sono tutte quelle sostanze che, in presenza di aria, se fornite di un opportuna energia, diversa da sostanza a sostanza, sono in grado di prendere parte al processo di combustione, cioè sono in grado di bruciare. A seconda dello stato fisico in cui si trovano, i combustibili si distinguono in: Pagina 3 di 15

4 Combustibili solidi:il processo di combustione delle sostanze solide ha come risultato la formazione di residui solidi costituiti da:residui carboniosi,ceneri, ecc. Combustibili liquidi. I liquidi vengono classificati in base alla temperatura di infiammabilita nelle seguenti categorie: CATEGORIA A LIQUIDO CON PUNTO D INFIAMMABILITA INFERIORE A 21 C CATEGORIA B LIQUIDO CON PUNTO D INFIAMMABILITA COMPRESO TRA 21 C e 65 C CATEGORIA C LIQUIDO CON PUNTO D INFIAMMABILITA COMPRESO TRA 65 C e 125 C Combustibili gassosi I gas in funzione delle loro caratteristiche fisiche possono essere classificati come segue: GAS LEGGERO Gas avente densità rispetto all aria inferiore a 0,8 (idrogeno, metano, etc.) Un gas leggero quando liberato dal proprio contenitore tende a stratificare verso l alto. GAS PESANTE Gas avente densità rispetto all aria superiore a 0,8 (GPL, acetilene, etc.) Un gas pesante quando liberato dal proprio contenitore tende a stratificare ed a permanere nella parte bassa dell ambiente. In funzione delle loro modalità di conservazione possono essere anche classificati come segue: GAS COMPRESSO Gas che vengono conservati allo stato gassoso ad una pressione superiore a quella atmosferica in appositi recipienti detti bombole o trasportati attraverso tubazioni. La pressione di compressione può variare da poche centinaia millimetri di colonna d acqua (rete di distribuzione gas metano per utenze civili) a qualche centinaio di atmosfere (bombole di gas metano e di aria compressa) GAS PRESSIONI DI STOCCAGGIO(bar) Metano 300 Ossigeno 250 Aria 250 Anidride carbonica( CO2) 20 GAS LIQUEFATTO Gas che per le sue caratteristiche chimico-fisiche può essere liquefatto a temperatura ambiente mediante compressione (butano, propano, ammoniaca, cloro). Il vantaggio della conservazione di gas allo stato liquido consiste nella possibilità di detenere grossi quantitativi di prodotto in spazi contenuti, in quanto un litro di gas liquefatto può sviluppare nel passaggio di fase fino a 800 litri di gas. I contenitori di gas liquefatto debbono garantire una parte del loro volume geometrico sempre libera dal liquido per consentire allo stesso l equilibrio con la propria fase vapore; pertanto è prescritto un limite massimo di riempimento dei contenitori detto grado di riempimento. Lo stato di aggregazione della materia è importante ai fini della combustione di un materiale perché i combustibili gassosi potendo, per loro natura, miscelarsi quasi istantaneamente ed intimamente con l aria bruciano assai più facilmente. Invece i liquidi ed i solidi necessitano di un riscaldamento preliminare onde promuovere il contatto tra i loro vapori e l ossigeno dell aria. 1.5 SORGENTI D INNESCO le principali sorgenti d innesco degli incendi sono le seguenti: Fiamme: Fiamme libere, fornelli, forni, caldaie, saldatrici, accendisigari, fiammiferi, ecc Scintille: Scariche elettrostatiche, scariche atmosferiche, scintille da sfregamento, urto, scarichi di motore a scoppio, ecc. Materiali caldi: Superfici calde, braci, metalli incandescenti, filamenti elettrici roventi, ecc. 1.6 PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE I principali effetti dell incendio sull uomo sono: anossia (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell aria); azione tossica dei fumi; riduzione della visibilità; azione termica. Pagina 4 di 15

5 Essi sono determinati dai prodotti della combustione:gas di combustione (ossido di carbonio, anidride carbonica, idrogeno solforato, ecc.); fumi; fiamme; calore. Gas di combustione I gas di combustione, definiti come quei prodotti che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono la temperatura di riferimento (15 C), costituiscono una fonte di pericolo per la salute umana: basti pensare che, nella maggior parte dei casi di incendio, sono i responsabili della mortalità. A seconda del tipo di combustibile, del quantitativo di ossigeno presente, della temperatura raggiunta durante la combustione, si possono sviluppare gas diversi, quali: anidride carbonica; ossido di carbonio (è presente se la combustione non avviene in maniera completa per carenza di ossigeno); ossido d azoto; anidride solforosa (in presenza di combustibili contenenti zolfo, come lana, gomma, pelli, carne, con abbondanza d aria); ammoniaca (si sviluppa quando bruciano materiali contenenti azoto come lana, seta, materiali acrilici e fenolici, ecc.); fosgene; acido cloridrico (si produce nella combustione di tutti quei materiali che contengono cloro, come la grande maggioranza delle materie plastiche oggi largamente impiegate); acido cianidrico, ecc. Occorre sottolineare che molti dei gas suddetti si sviluppano negli incendi di materie plastiche, oggi assai diffuse. Fumi Durante la combustione si sviluppano fumi neri, composti da piccolissime particelle solide costituite da sostanze incombuste, e fumi bianchi, ossia nebbie ed aerosol originati dalla condensazione del vapore acqueo, al di sotto dei 100 C. I più comuni pericoli derivanti dai fumi di combustione sono: diminuzione della visibilità (in certi casi si può annullare completamente); tossicità (narcosi, irritazione, avvelenamento, soffocamento); trasporto di notevoli quantità di calore (circa il 75% del calore totale). Fiamme Le fiamme sono costituite dall emissione di luce conseguente alla combustione di gas sviluppatesi in un incendio. Calore Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi. Realizza l aumento della temperatura di tutti i materiali e corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione. Il calore è dannoso per l uomo in quanto può causare la disidratazione dei tessuti, difficoltà o blocco della respirazione e scottature. È di fondamentale importanza prendere visione delle tipologie di materiali presenti nei propri ambienti di lavoro al fine di conoscere e prevedere, seppure a grandi linee, la pericolosità dei prodotti di combustione che si possono sviluppare in un eventuale incendio. 1.7 ESTINTORI IN RELAZIONE AL TIPO D INCENDIO POLVERE E' l'estintore più versatile (per fuochi "A", "B", "C") e potente (maggiore capacità estinguente). Se utilizzato in ambienti chiusi, provoca però una notevole quantità di polvere finissima, che può danneggiare apparecchiature elettriche o delicate e può creare grossi problemi in alcuni locali particolari (es. nelle cucine, per gli alimenti). ANIDRIDE CARBONICA Non è omologato per fuochi "A", anche se è in grado di spegnere un principio d'incendio di carta, cartone, plastica e altri solidi, che non abbiano ancora formato brace. E' un estintore "pulito", non lascia residui, e pertanto è ideale per apparecchiature elettriche, cucine e situazioni simili. Deve sempre essere affiancato sul luogo di lavoro da almeno un altro estintore a polvere o idrico, omologato per fuochi "A". Pagina 5 di 15

6 IDRICO Contiene acqua e additivi speciali. Ha buona capacità estinguente su fuochi "A" di solidi, seppur un poco inferiore agli estintori a polvere. Rispetto a questi però non sporca, e consente una perfetta visibilità durante l'erogazione. Per essere utilizzato su impianti e apparecchiature elettriche va usata la necessaria cautela. La seguente tabella indica il tipo di estinguente idoneo per ciascuna classe d incendio. CLASSE DI FUOCO MATERIALI PRESENTI ESTINGUENTE MATERIALE SOLIDO CON FORMAZIONE DI BRACI (carta, legno, carboni, gomma, ecc.) ACQUA SCHIUMA POLVERE LIQUIDI INFIAMMABILI (benzina, solventi, oli, vernici, ecc.) SCHIUMA POLVERE ANIDRIDE CARBONICA GAS INFIAMMABILI (metano, GPL, acetilene, ecc.) POLVERE ANIDRIDE CARBONICA METALLI LEGGERI (sodio, potassio, manganese, ecc.) POLVERE SPECIALE IMPIANTI ED ATTREZZATURE ELETTRICHE SOTTO TENSIONE (trasformatori, motori, interruttori, ecc.) POLVERE ANIDRIDE CARBONICA N.B.: GLI ESTINGUENTI IN GRASSETTO SONO QUELLI CONSIGLIATI. Pagina 6 di 15

7 1.8 DINAMICA DELL INCENDIO Nel seguente grafico sono evidenziate le quattro fasi che si possono individuare nell evoluzione nel tempo di un incendio: TEMPERATURA FLASH-OVER TEMPO IGNIZIONE PROPAGAZIONE INCENDIO GENERALIZZATO ESTINZIONE Fase d ignizione E la prima fase dell incendio ed è caratterizzata dai seguenti fattori: infiammabilità del combustibile; possibilità di propagazione della fiamma; grado di partecipazione al fuoco del combustibile; geometria e volume degli ambienti; possibilità di dissipazione del calore nel combustibile; ventilazione dell ambiente; caratteristiche superficiali del combustibile; distribuzione nel volume del combustibile, punti di contatto Fase di propagazione E la seconda fase in cui l incendio comincia a svilupparsi ed è caratterizzata da: produzione dei gas tossici e corrosivi; riduzione di visibilità a causa dei fumi di combustione; aumento della partecipazione alla combustione dei combustibili solidi e liquidi; aumento rapido delle temperature; aumento dell energia di irraggiamento. Incendio generalizzato (Flash-over) E la seconda fase in cui l incendio comincia a svilupparsi ed è caratterizzata da: brusco incremento della temperatura; crescita esponenziale della velocità di combustione; forte aumento di emissioni di gas e di particelle incandescenti, che si espandono e vengono trasportate in senso orizzontale, e soprattutto in senso ascensionale; si formano zone di turbolenze visibili; i combustibili vicini al focolaio si autoaccendono, quelli più lontani si riscaldano e raggiungono la loro temperatura di combustione con produzione di gas di distillazione infiammabili. Estinzione Quando l incendio ha terminato di interessare tutto il materiale combustibile ha inizio la diminuzione della temperatura all interno del locale a causa del progressivo diminuzione dell apporto termico residuo e della dissipazione di calore attraverso i fumi e di fenomeni di conduzione termica. Le temperature che possono essere raggiunte nel corso di un incendio dipendono dalle caratteristiche dei materiali presenti. A titolo indicativo, quella dei materiali solidi coinvolti nella combustione è compresa tra Pagina 7 di 15

8 i 700 C ed i 1200 C. La temperatura delle fiamme può variare, in base al tipo di combustibile e alla ventilazione, tra i 1700 C ed i 2500 C, mentre quella al soffitto, in un locale chiuso, si mantiene tra i 300 C ed i 400 C per un certo tempo e poi raggiunge velocemente i 1000 C. In pratica, le temperature medie raggiunte sono in genere inferiori a causa delle aperture che, prodotte da rottura di vetri e da crolli, permettono lo sfogo dei fumi e del calore e l afflusso di aria fresca: normalmente non si superano, salvo in limitate aree, i 700 C. 1.9 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO I principali effetti dell incendio sull uomo sono: ANOSSIA (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell aria) AZIONE TOSSICA DEI FUMI RIDUZIONE DELLA VISIBILITÀ AZIONE TERMICA Essi sono determinati dai prodotti della combustione: GAS DI COMBUSTIONE FIAMMA CALORE FUMO GAS DI COMBUSTIONE E I LORO EFFETTI I principali gas prodotti dalla combustione sono: Anidride carbonica CO2 (difficoltà respiratorie) L anidride carbonica è un gas asfissiante in quanto, pur non producendo effetti tossici sull organismo umano, si sostituisce all ossigeno dell aria. Quando ne determina una diminuzione a valori inferiori al 17% in volume, produce asfissia. Monossido di Carbonio CO (molto tossico) L ossido di carbonio si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi ed in carenza di ossigeno è un gas incolore inodore e non irritante. Negli incendi risulta il più pericoloso tra i tossici del sangue sia per l elevato livello di tossicità, sia per i notevoli quantitativi generalmente sviluppati. Acido cianidrico HCN (molto tossico) L acido cianidrico si sviluppa in modesta quantità in incendi ordinari attraverso combustioni incomplete (carenza di ossigeno) di lana, seta, resine acriliche, uretaniche e poliammidiche. Possiede un odore caratteristico di mandorle amare. Acido cloridrico HCL (mortale ad elevate conc.) Anidride solforosa SO2 (irritante) Vapore acqueo (minore sopportabilità del calore) EFFETTI DEL CALORE Il calore è dannoso per l uomo potendo causare la disidratazione dei tessuti, difficoltà o blocco della respirazione e scottature. Una temperatura dell aria di circa 150 C è da ritenere la massima sopportabile sulla pelle per brevissimo tempo, a condizione che l aria sia sufficientemente secca. Tale valore si abbassa se l aria è umida. Purtroppo negli incendi sono presenti notevoli quantità di vapore acqueo. Una temperatura di circa 60 C è da ritenere la massima respirabile per breve tempo. L irraggiamento genera ustioni sull organismo umano che possono essere classificate a seconda della loro profondità in: Ustioni primo grado superficiali e facilmente guaribili, ustioni di secondo grado quando si ha sulla pelle formazione di bolle e vescicole ustioni di terzo grado che richiedono urgente ospedalizzazione in quanto più profonde delle precedenti. Pagina 8 di 15

9 2. LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI 2.1 Definizione di Rischio e sua gestione Il rischio d incendio, come il rischio di tutti i fenomeni accidentali, è definito dalla seguente formula: RISCHIO=FREQUENZA X MAGNITUDO Dove la Frequenza indica la probabilità che l evento si verifichi in un determinato lasso di tempo e la Magnitudo o danno indica l entità delle perdite e dei danni conseguenti all incendio. 2.2 PRINCIPALI CAUSE DI INCENDIO Un elenco sintetico ed esemplificativo di alcune delle più comuni cause e pericoli di incendio è il seguente: deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o combustibili; accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere facilmente incendiato (accidentalmente o deliberatamente); negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore; inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature; impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti; riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate; apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate; utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili; ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di ufficio; fumare in aree ove è proibito, o non usare il posacenere; negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione. 2.3 Misure preventive per limitare il rischi d incendio Le principali misure di prevenzione incendi, finalizzate alla riduzione della probabilità di accadimento di un incendio, riguardano: Utilizzare solo impianti elettrici e apparecchiature elettriche a norma CEI, controllati periodicamente (la manutenzione nel tempo diventa quindi fondamentale). Eseguire nel tempo i necessari controlli e la manutenzione e pulizia degli impianti di riscaldamento, aerazione, ventilazione, aspirazione, condizionamento e simili. Non sovraccaricare singole prese di corrente o derivazioni.in ogni caso, fare in modo che non si possano surriscaldare le macchine e le apparecchiature elettriche. Controllare sempre che le aperture di ventilazione delle macchine siano libere (cioè mai ostruite da materiali o quant altro possa impedire una buona circolazione dell aria, es. ai computer) Disinserire l alimentazione elettrica delle apparecchiature utilizzate, a fine lavoro. Accertarsi che nelle immediate vicinanze degli apparecchi di illuminazione (in particolare lampade molto potenti) non vi siano materiali infiammabili, quali ad esempio tendaggi, abiti, carta ecc. Non fumare, in particolare dove è vietato dalla cartellonistica. Dove è consentito fumare tenere a disposizione dei fumatori posacenere adeguati, in materiale ignifugo, di idonee dimensioni (in rapporto alle necessità). Evitare eccessivi accumuli di materiale infiammabile (es. carta) nei cestini. Ovvero provvedere allo svuotamento quotidianamente o più volte nella giornata se necessario. Non tenere prodotti infiammabili vicino ad apparecchiature elettriche. Non tenere vicino a possibili fonti di calore materiali facilmente infiammabili. Detenere eventuali prodotti particolarmente infiammabili in luoghi adatti, appositamente destinati, chiusi e possibilmente ben aerati. Adottare tutte le precauzioni del caso durante l utilizzo di tali prodotti (es. non fumare; tenersi a distanza da fonti di calore; maneggiare ed utilizzare il prodotto secondo quanto indicato sull etichetta ecc.). Non depositare mai materiali o prodotti infiammabili all interno del vano centrale termica e più in generale ove siano presenti impianti termici o condutture di impianti termici. Prestare la massima attenzione nelle operazioni di carica delle batterie, attenendosi alle istruzioni e alla cartellonistica (tenere ben aperto il vano batteria durante la ricarica, non fumare, rispettare procedure e tempi di carica ecc.). Nelle lavorazioni dove vengono utilizzate fiamme libere, prestare sempre la massima attenzione, attenendosi alle istruzioni e alla formazione ricevuta. Pagina 9 di 15

10 3. LA PROTEZIONE ANTINCENDIO E LE PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO 3.1 LA PROTEZIONE ANTINCENDIO La protezione antincendio consiste nell insieme delle misure finalizzate alla riduzione dei danni, alle cose ed alle persone, conseguenti al verificarsi di un incendio. Gli interventi si suddividono in misure di protezione attiva o passiva in relazione alla necessità o meno dell intervento di un operatore o dell azionamento di un impianto. Protezione PASSIVA (NON c'è bisogno di un INTERVENTO) Protezione ATTIVA (c'è bisogno di un INTERVENTO) MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA Le misure di protezione passiva non necessitano dell intervento di un operatore e/o dell azionamento di un impianto, ed hanno l obiettivo di limitare gli effetti dell incendio (impedirne l estensione, salvaguardare la salute umana, contenere i danni alle strutture, ecc.). Le più comuni misure di protezione passiva adottate sono le seguenti: Barriere antincendio; Strutture aventi caratteristiche di resistenza a fuoco (REI) proporzionate ai carichi d incendio; Compartimentazione; Sistemi di vie d uscita; Materiali classificati per la reazione a fuoco. Barriere antincendio La protezione passiva realizzata con il metodo delle barriere antincendio è basata sul concetto dell interposizione, tra aree potenzialmente soggette ad incendio, di spazi scoperti (isolamento di edifici, distanze di sicurezza) o di strutture (muri tagliafuoco, schermi, ecc.); Resistenza al fuoco delle strutture e dei sistemi di compartimentazione La resistenza al fuoco delle strutture rappresenta il comportamento al fuoco degli elementi strutturali degli edifici (muri, pilastri,travi, ecc.), siano essi portanti o separanti. In termini numerici la resistenza al fuoco rappresenta l intervallo di tempo, espresso in minuti primi (15, 30, 45, 60, 90, 120, e 180), di esposizione dell elemento strutturale ad un incendio, durante il quale l elemento costruttivo conserva i requisiti di stabilità meccanica (R), tenuta ai prodotti della combustione (E), ed isolamento termico (I). Le classifiche di resistenza sono: R, E, ed I R rappresenta la stabilità ossia l attitudine a mantenere le proprie capacità meccaniche sotto l azione termica di uno sviluppo di incendio conforme alla curva standard e per il tempo in minuti dichiarato. E indica la capacità dell elemento strutturale di impedire, ed al tempo stesso non produrre, il passaggio di fiamme, vapori, e gas caldi oltre il lato non esposto all incendio per un tempo non superiore alla indicazione in minuti. I definisce poi la prerogativa di impedire, nel tempo non superiore alla indicazione in minuti primi, il passaggio di calore anche sotto forma di irraggiamento; questo parametro rappresenta l innalzamento della temperatura della faccia non esposta. Dire che una porta è REI 120 significa avere la certezza di resistenza, impermeabilità e barriera al calore per 120 minuti. Dire che una parete in muratura è R 180 significa che la struttura rimane indenne alla esposizione dell incendio per 180 minuti, ma non garantisce dalla possibilità del passaggio di fumi e del calore attraverso di essa. Sistemi di vie d uscita I sistemi di vie di esodo debbono essere commisurate al massimo affollamento ipotizzabile dei luoghi di lavoro ed alla pericolosità delle lavorazioni. Materiali classificati per la reazione a fuoco. La reazione al fuoco di un materiale è il comportamento al fuoco del medesimo materiale che per effetto della sua decomposizione alimenta un fuoco al quale è esposto, partecipando così all incendio. La reazione al fuoco assume particolare rilevanza nelle costruzioni, per la caratterizzazione dei materiali di rifinitura e rivestimento, delle pannellature, dei controsoffitti, delle decorazioni e simili, e si estende anche agli articoli di arredamento, ai tendaggi e ai tessuti in genere. Ai materiali sono assegnati sei classi: ; a partire da quelli di classe 0 che risultano incombustibili (es.: il ferro è Pagina 10 di 15

11 incombustibile, cioè di classe 0, non prende parte al fuoco) fino a 5 con l aumentare della loro partecipazione alla combustione MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA Le misure di protezione attiva sono invece finalizzate alla pronta rilevazione dell incendio, alla segnalazione ad allo spegnimento dello stesso. Le principali misure di protezione attiva sono: Estintori; Rete idrica antincendio (naspi ed idranti); Impianti di rivelazione automatica d incendio e allarme incendio; Impianti di spegnimento automatici; Illuminazione di sicurezza; Evacuatori di fumo e di calore. 3.2 ESTINTORI Gli estintori, che costituiscono i mezzi estinguenti più usati per il primo intervento su di un incendio, si suddividono in portatili e carrellati. L estintore portatile è un estintore concepito per essere portato e utilizzato a mano e che, pronto all'uso, ha una massa minore o uguale a 20 kg. L estintore carrellato è un estintore trasportato su ruote, di massa totale maggiore di 20 kg e contenuto di estinguente fino a 150 kg. capacità estinguente degli estintori: Sugli estintori vengono applicati adesivi con riportata una sigla alfanumerica che ne definisce la capacità estinguente, riferita sia al tipo di incendio che alla potenza dell'estintore. ESEMPIO: sigla 34A 233B C descrive la capacità di intervento di un estintore avente le seguenti proprietà: 34A E' associato al potere di spegnimento di un estintore relativo a una catasta di legno delle dimensioni di 0,56x0,50x3,40 m 144B E' associato al potere di spegnimento di un estintore relativo ad un liquido infiammabile composto per 2/3 di benzina e per 1/3 di acqua, contenuto in una vasca circolare con diametro 1,90 m; la quantità di liquido totale è 233 litri, da cui il codice. C Indica che tale estintore è adatto allo spegnimento degli incendi derivati da gas infiammabili. caratteristiche generali degli estintori portatili Spegne incendi di tipo 43 Classe A Spegne incendi di tipo 233 Classe B Istruzioni per l uso Classi di incendio Istruzioni successive all uso Estremi approvazione ministeriale Generalità del produttore Protezione ambiente con estintori portatili La protezione ambiente con estintori portatili, cioè la dislocazione ed il dimensionamento degli estintori in relazione alle situazioni di rischio esistenti, può essere attuata secondo le seguenti indicazioni: Gli estintori devono essere ubicati in posizione visibile, e segnalati con appositi cartelli che devono facilitarne l'individuazione anche a distanza. Pagina 11 di 15

12 Gli estintori devono essere comunque facilmente e sicuramente raggiungibili, per cui deve essere vietato nei pressi degli estintori il posizionamento di macchinari, di attrezzature, o di materiali ingombranti che possano comunque ostacolare il rapido raggiungimento degli stessi. Gli estintori devono essere protetti da urti accidentali e dagli effetti immediati di un incendio, e collocati preferibilmente su apposita staffa di sostegno, indicativamente ad una altezza dal suolo di 1,5 metri. Gli estintori possono anche essere poggiati a terra, ma a condizione che la loro posizione sia ben segnalata, che non creino intralcio o restringimento dei passaggi, che siano protetti da urti accidentali, e che siano adottati accorgimenti atti ad evitare la corrosione del fondo del recipiente. Gli estintori devono essere installati preferibilmente in prossimità degli accessi, e devono essere comunque raggiungibili da ogni posizione con percorsi non superiori a 30 metri. In prossimità di eventuali situazioni a maggior rischio di incendio devono essere collocati estintori supplementari. Per ambienti piccoli e normalmente non presidiati (archivi, piccoli depositi o magazzini, locali tecnici, etc), è opportuno collocare 1 o 2 estintori in prossimità dell ingresso, all esterno del locale. Per ambienti con presenza abituale di persone, e/o di notevoli dimensioni, il numero e la capacità estinguente degli estintori portatili devono essere determinati in relazione al livello di rischio del luogo di lavoro ed alla superficie lorda dei locali, secondo le indicazioni della tabella seguente, con un minimo di 2 estintori per piano e/o compartimento: Devono essere posizionati lontano da fonti di calore e protetti dall azione del gelo. Eventuali estintori carrellati, se previsti, devono essere considerati integrativi (e non sostitutivi) di quelli portatili, e devono essere conformi alle specifiche della norma UNI tecniche di impiego degli estintori portatili L estintore portatile d incendio è una attrezzatura estremamente versatile ed efficace per un pronto impiego su un principio di incendio, ed il suo uso è molto semplice ed alla portata di tutti, anche di operatori non professionali, a condizione però che vi sia un preventivo e breve addestramento pratico, e che nell impiego vengano rispettate alcune semplici regole, di seguito riportate. Nel caso in cui non si conosca bene il tipo di estintore che si intende utilizzare, attenersi alle istruzioni d uso descritte sull etichetta (obbligatoria su tutti gli estintori di tipo approvato), e non sprecare inutilmente sostanza estinguente, per non ridurre ulteriormente la già limitata autonomia. Dopo ogni uso parziale o accidentale di un estintore, anche se molto breve, non rimettere mai l estintore al suo posto, ma provvedere invece per la sua immediata ricarica; tale prescrizione è principalmente motivata dalla opportunità di non lasciare operativa una attrezzatura antincendio con un potenziale di spegnimento ancor più ridotto rispetto alla sua già limitata potenzialità iniziale; inoltre, per gli estintori a polvere, tale prescrizione diviene ancora più necessaria perché, con ogni probabilità, il passaggio di polvere estinguente attraverso le guarnizioni di chiusura del dispositivo di erogazione impedirebbero una chiusura perfetta della valvola, e ciò potrebbe causare una perdita del gas di pressurizzazione in tempi non lunghi (alcune ore), e la conseguente impossibilità di funzionamento dell estintore per mancanza di pressione interna. come utilizzare l estintore 1. Sganciare l estintore dalla staffa a muro 2. Agitare l'estintore per capovolgimento (2-3 volte se a polvere) 3. Tirare con forza la spina di sicurezza adiacente alla leva 4. Impugnare con una mano la maniglia dell'estintore e con l'altra il tubo flessibile (manichetta). 5. Premere a fondo la leva di comando e dirigere il getto alla base delle fiamme In caso di intervento su un principio di incendio, occorre procedere verso il focolaio di incendio assumendo la posizione più bassa possibile, per sfuggire all azione nociva dei fumi, ed operare a giusta distanza per colpire il fuoco con un getto efficace, compatibilmente con l intensità del calore emanato dalle fiamme. Il getto di sostanza estinguente deve essere diretto alla base delle fiamme, agendo in progressione ed iniziando dalle fiamme più vicine, senza attraversarle con il getto. Il getto di sostanza estinguente non deve essere mai indirizzato contro le persone, a meno che non sia strettamente necessario (es: persona con abiti in fiamme, ed assenza di attrezzature più idonee per l intervento). Non indirizzare mai il getto contro vento: in caso di incendio all aperto in presenza di vento, portarsi sopravvento rispetto al fuoco, evitare di procedere su terreno con presenza di materiale facilmente combustibile, e valutare sempre attentamente i possibili sviluppi dell incendio ed il più probabile percorso di propagazione delle fiamme. Non usare l estintore capovolto Pagina 12 di 15

13 Se si interviene in due porsi ad angolo retto e mai di fronte: in caso di intervento contemporaneo con due o più estintori, i diversi operatori non devono mai operare da posizioni contrapposte, ma devono operare su uno stesso lato rispetto all incendio, da posizioni che formino rispetto al fuoco un angolo non superiore a 90, in modo da non investirsi l un l altro con i getti di sostanza estinguente, che potrebbero proiettare anche materiale infiammato contro gli altri operatori. In caso di incendio in locali chiusi, aerare sempre bene l ambiente dopo l uso. Dopo l estinzione di qualsiasi incendio, prima di abbandonare il luogo assicurarsi sempre che il focolaio sia effettivamente spento e che sia esclusa la possibilità di una riaccensione (es: presenza di braci). In caso di incendio di liquidi infiammabili in recipienti aperti, si deve operare con gli estintori in modo che il getto di sostanza estinguente non causi proiezioni di liquido infiammato al di fuori del recipiente, con pericolo di ulteriore propagazione dell incendio. Estintore a polvere Modalità corretta di utilizzo di un estintore a polvere: erogazione a ventaglio Distanza da mantenere: almeno 3 metri Estintore ad anidride carbonica (CO 2 ) Modalità corretta di utilizzo di estintore ad anidride carbonica: saturare il volume d aria dove è in corso il principio d incendio. Non sventagliare! Distanza da mantenere: circa 2 metri Ricordiamo che l erogazione di un getto di CO 2 è di per sé molto freddo, ed inoltre provoca un forte raffreddamento dell estintore; pertanto, durante e subito dopo l erogazione, si deve assolutamente evitare il contatto sia con il getto di gas, sia con l involucro metallico, impugnando l estintore solo per la maniglia di trasporto e per il cono di erogazione (in plastica). 3.3 MANUTENZIONE DEGLI ESTINTORI D INCENDIO; NORMA UNI 9994 Qual è la manutenzione da garantire, obbligatoria? 1- Sorveglianza continua del datore di lavoro, cioè un controllo periodico atto ad accertare che gli estintori siano al loro posto, bene in vista, senza intralci per farne uso, non manomessi e in buono stato; 2- Controllo semestrale della ditta specializzata; 3- Revisione ogni 18 o 36 o 60 mesi da parte della ditta specializzata, secondo il tipo di estintore. 4- Collaudo della bombola ogni 10 o 12 anni. SORVEGLIANZA e CONTROLLO SEMESTRALE sono obbligatori anche per: impianti idrici antincendio (idranti, naspi, gruppi di pompaggio, attacchi per Vigili del Fuoco) Pagina 13 di 15

14 impianti di rivelazione e allarme (rivelatori di fumo o altro, impianti di allarme ecc.); luci di emergenza, segnaletica, ecc.; porte tagliafuoco; qualunque altro impianto o attrezzatura antincendio. 3.4 PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO IL PIANO DI EMERGENZA Il piano di emergenza è un documento che contiene quelle informazioni-chiave che servono per mettere in atto i primi comportamenti e le prime manovre permettendo di ottenere nel più breve tempo possibile i seguenti obiettivi principali: salvaguardia ed evacuazione delle persone messa in sicurezza degli impianti di processo compartimentazione e confinamento dell incendio protezione dei beni e delle attrezzature estinzione completa dell incendio. Il piano di emergenza, deve contenere nei dettagli: le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di incendio; le procedure per l'evacuazione del luogo di lavoro che devono essere attuate dai lavoratori e dalle altre persone presenti; le disposizioni per chiedere l'intervento dei vigili dei fuoco e per fornire le necessarie informazioni al loro arrivo; specifiche misure per assistere le persone disabili. La necessità di una pianificazione dell emergenza interna nasce dall esigenza di ridurre le conseguenze di un incendio, riferite sia alle persone presenti sia alle strutture ed infrastrutture. Il piano di emergenza interno (PEI) deve prevedere: le azioni che il personale addetto deve mettere in atto in caso di incendio a salvaguardia dei lavoratori; le procedure per l esodo degli occupanti. Contenuti del piano di emergenza Il piano di emergenza è basato su chiare istruzioni scritte e include: - i doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di incendio, in particolare relativamente agli addetti ed al responsabile del servizio antincendio - i doveri del personale di servizio incaricato di svolgere specifiche mansioni con riferimento alla sicurezza antincendio, quali per esempio: telefonisti, custodi, capi reparto, addetti alla manutenzione, personale di sorveglianza; - le specifiche misure da porre in atto nei confronti dei lavoratori esposti a rischi particolari; - le specifiche misure per le aree ad elevato rischio di incendio; - le procedure per la chiamata dei vigili dei fuoco, per informarli al loro arrivo e per fornire la necessaria assistenza durante l'intervento da parte del responsabile e degli addetti al servizio; - il verbale di riunione informativa per assicurare che tutto il personale sia informato sulle procedure da attuare. Procedure di chiamata dei servizi di soccorso Una buona gestione dell emergenza inizia quindi, anche, con la corretta attivazione delle squadre di soccorso. Le informazioni che dovranno essere comunicate, con calma e chiarezza, sono le seguenti: Ragione sociale dell Azienda e ubicazione dell evento dell emergenza Numero di telefono dell Azienda Area interessata (indicare il reparto o l area interessata dall evento) Il tipo, la natura e le dimensioni dell emergenza in corso (incendio deposito di combustibili, incendio impianti e/o apparecchiature elettriche ecc.) stadio dell evento (in fase di sviluppo, stabilizzato, ecc.) Il coinvolgimento eventuale di persone (indicare il numero di persone che presumibilmente possono essere coinvolte nell evento, indicando l eventuale presenza di feriti) indicazioni sul percorso Pagina 14 di 15

15 Procedure da adottare quando si scopre un incendio Le procedure da adottare quando si scopre un incendio sono: Se si tratta di un principio di incendio valutare la situazione determinando se esiste la possibilità di estinguere immediatamente l incendio con i mezzi a portata di mano. Non tentare di iniziare lo spegnimento con i mezzi portatili se non si è sicuri di riuscirvi Dare immediatamente l allarme al 115 Intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica, ecc. limitare la propagazione del fumo e dell incendio chiudendo le porte di accesso/compartimenti Iniziare l opera di estinzione solo con la garanzia di una via di fuga sicura alle proprie spalle e con l assistenza di altre persone accertarsi che l edificio venga evacuato se non si riesce a mettere sotto controllo l incendio in breve tempo, portarsi all esterno dell edificio e dare le adeguate indicazioni alle squadre dei Vigili del Fuoco. Procedure da adottare in caso di allarme Mantenere la calma (la conoscenza approfondita delle procedure aiuta molto in questo senso, così come l addestramento periodico che aiuta a prendere confidenza con le operazioni da intraprendere) Attenersi scrupolosamente a quanto previsto nei piani di emergenza Evitare di trasmettere il panico ad altre persone prestare assistenza a chi si trova in difficoltà, se avete la garanzia di riuscire nell intento allontanarsi immediatamente, secondo procedure non rientrare nell edificio fino a quando non vengono ripristinate le condizioni di normalità. CERTIFICATO PREVENZIONE INCENDI Alcune attività vengono considerate particolarmente a rischio d incendio, oppure, in altri casi, a rischio in caso di incendio. Per queste attività la normativa richiede spesso misure di sicurezza antincendio aggiuntive a quelle minime illustrate in questa dispensa: compartimentazioni REI ben definite, percorsi di esodo più brevi o protetti, scale esterne antincendio, impianti di rivelazione incendi e allarme (automatici o talvolta solo manuali) ed altro ancora. In Italia un decreto del 2011 le classifica ed obbliga i titolari di queste attività (i datori di lavoro, anche se diversi dai proprietari) a seguire una procedura con i comandi provinciali dei Vigili del Fuoco per ottenere il CERTIFICATO PREVENZIONE INCENDI (C.P.I.). L ottenimento del C.P.I. è ovviamente subordinato alla realizzazione di tutte le misure di prevenzione, protezione antincendio e gestione dell emergenza richieste dalle leggi vigenti e dai Vigili del Fuoco, i quali eseguiranno un sopralluogo per accertarlo. Pagina 15 di 15

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