LA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI di Tomasz Cofta

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1 LA MIGRAZIONE DEGLI UCCELLI di Tomasz Cofta 1. La migrazione e l esistenza delle specie La migrazione è un processo in cui gli animali compiono viaggi ricorrenti da un area ad un altra. Molti animali (vertebrati e invertebrati) intraprendono diversi tipi di viaggi ogni specie a suo modo. Tra questi animali, gli uccelli sono i più famosi migratori. Gli uccelli viaggiano verso luoghi dove le loro possibilità di sopravvivenza sono maggiori. Essi trovano un ambiente favorevole per l allevamento dei piccoli e, al di fuori della stagione riproduttiva, un area con quantità sufficienti di cibo. Le migrazioni tra i luoghi di riproduzione e di svernamento giocano un ruolo principale nella vita degli uccelli e permettono loro di adattarsi in modo efficiente ai cambiamenti dell ambiente dovuti all alternarsi delle stagioni. Gli uccelli migratori sono esposti a numerosi pericoli: maltempo, quantità insufficienti di cibo, predazione, perdita della strada giusta, e vari ostacoli creati dall uomo. Tutti questi fenomeni causano perdite nelle popolazioni degli uccelli. Sebbene molti uccelli muoiano durante il viaggio, ne sopravvivono abbastanza da permettere alle varie specie di continuare ad esistere. I vantaggi della migrazione per una specie nel suo complesso, sono maggiori dei rischi corsi da ogni individuo che migra. 2. Vantaggi della migrazione Tra gli uccelli dell emisfero settentrionale, la migrazione è la regola piuttosto che l eccezione. La maggior parte volano da qualche altra parte al cambiamento di stagione. Per alcuni, come la rondine o la sterna codalunga, il viaggio è molto lungo e copre migliaia di chilometri. Altri, come lo storno o la cinciallegra, possono volare per diverse centinaia di chilometri per raggiungere le aree occupate da altri individui della propria specie, anche nella stagione riproduttiva. In questo caso, gli individui che migrano trascorrono l inverno negli stessi posti degli uccelli residenti. Ogni estate, 135 specie di uccelli volano verso l Artico per un breve periodo riproduttivo (da 45 a 60 giorni). Soltanto il 5% degli uccelli nidificanti nella zona artica sono del luogo, il resto il 95 % - resta solo per 7-10 settimane all anno. È facile capire perché un uccello che si nutre di insetti cacciati in volo dovrebbe lasciare il Nord Europa e passare l inverno da qualche parte in Africa. Quest individuo non sarebbe in grado di sopravvivere all inverno in questa parte del mondo senza il nutrimento sufficiente. Ma perché tornare indietro la primavera successiva, invece di rimanere in un luogo dove gli insetti volano tutto l anno? Di solito noi ragioniamo così gli uccelli partono in autunno perché sono spaventati dall inverno, fuggono dal freddo e dalla mancanza di cibo. Ma è possibile vedere la cosa in modo diverso. Gli uccelli arrivano a primavera per usare lo spazio libero a disposizione e l abbondanza di cibo, e quindi, per allevare più piccoli. Molti di questi uccelli volano via prima che il cibo diventi scarso e le temperature si abbassino, così da non affrontare l inverno la stagione da cui si suppone fuggano via. La migrazione inizia dopo che i piccoli sono cresciuti anche i giovani partono non appena i loro organismi si sono sviluppati abbastanza. Gli uccelli migrano per ottenere maggiori vantaggi (riproducendosi in primavera) piuttosto che per evitare le perdite (durante l inverno). In America del Nord, circa cento milioni di Anseriformes Anatre, oche, cigni, e smerghi migrano ogni autunno, ma solamente quaranta milioni tornano indietro in primavera. La popolazione diminuisce del 60% nel periodo tra le migrazioni autunnali e primaverili, ma questa perdita è bilanciata dall opportunità di usare le aree di riproduzione che si trovano al nord (gli uccelli di questo gruppo possono avere oltre una dozzina di nidiacei ogni anno). Le specie migratrici hanno pochi nemici naturali dato che occupano un territorio specifico solo per un certo tempo, e poi spariscono. Nessun predatore si specializzerebbe nel cacciare una specie che non c è per metà dell anno. Volando via, gli uccelli migratori 1

2 lascerebbero i loro predatori affamati. Al contrario, le specie residenti hanno i loro nemici specializzati. Durante l estate nell emisfero settentrionale le giornate si allungano. Più un uccello va a nord, più tempo ha a disposizione per trovare cibo e più cibo può dare ai piccoli. Per alcune specie, la ragione per migrare a sud nei territori di svernamento non è il freddo o la mancanza di cibo. A nord, la quantità di cibo disponibile diminuisce in autunno (le piante vanno in riposo e mancano gli insetti) e le giornate si accorciano notevolmente. Il tempo necessario a trovare cibo e ripristinare le riserve energetiche è minore di quello in cui l energia viene usata: gli uccelli devono sopportare notti lunghe e fredde nell attesa della luce del giorno quando è di nuovo possibile cercare cibo. Ad alcuni uccelli è sufficiente volare per poche centinaia di chilometri a sud, dove c è ancora ghiaccio e neve, ma le giornate sono sufficientemente lunghe e le notti più brevi. 3. Le origini del fenomeno delle migrazioni degli uccelli La migrazione è un fenomeno molto antico nel mondo animale. Esso ha accompagnato i movimenti lenti ma costanti dei continenti, gli spostamenti, allargamenti e restringimenti delle zone climatiche, i cambiamenti nelle ampiezze dei mari, dei deserti e dei ghiacciai. Gli animali migrano verso luoghi dove è più facile trovare condizioni di vita favorevoli e avere più prole. Le migrazioni sono più intense nelle aree dove i cambiamenti stagionali sono maggiori. Tra gli animali, ci sono specie migratrici di gruppi evolutivamente più antichi degli uccelli (per esempio, tra i pesci). E molto probabile che il fenomeno della migrazione esistesse in qualche forma anche tra gli uccelli primitivi, mentre le migrazioni verso altri continenti si sono sviluppate assieme all abilità di volare a distanze sempre maggiori. Gli uccelli sono stati in grado di intraprendere tali viaggi già nell Eocene, cioè almeno 50 milioni di anni fa, grazie alle avanzate strutture dei loro organi per il volo. I viaggi regolari, stagionali, lunghi di oggi possono aver avuto origine nell antico processo di occupare nuovi territori che diventavano accessibili agli uccelli con i cambiamenti climatici. Nel corso dei degli ultimi due milioni di anni, un enorme ghiacciaio si è formato e si è sciolto almeno sei volte nell emisfero settentrionale. I ghiacciai hanno dato forma all ambiente geografico e naturale di larga parte d Europa, Asia e Nord America. Dopo l ultima glaciazione (intorno a anni fa), l estate breve e fresca nell emisfero settentrionale ha facilitato lo sviluppo di organismi con un breve ciclo vitale, come gli insetti. Oggi queste condizioni si verificano nella tundra del Nord Europa: dall Islanda attraverso la Scandinavia fino alla Siberia, dove in estate compaiono quantità immense di zanzare, mosche e altri insetti. Nell Europa meridionale e soprattutto in Africa, dove il cibo è disponibile tutto l anno, gli uccelli erano in grado di sopravvivere, ma competevano per il nutrimento e per i luoghi di riproduzione. Erano, poi, costantemente esposti agli attacchi dei predatori specializzati. Gli uccelli che in estate volavano verso i terreni liberi dal ghiaccio, vi trovavano una grossa abbondanza di cibo (numerosi insetti che si riproducevano), aree poche popolate dai predatori e abbastanza ampie da ridurre la competizione con gli altri individui. Se rimanevano abbastanza a lungo da riprodursi, potevano allevare più piccoli che al sud. Dopo la stagione riproduttiva, gli uccelli tornavano a sud per evitare il lungo inverno del nord, durante il quale non c era sufficiente cibo disponibile. Un maggiore successo riproduttivo aumentava la probabilità di sopravvivenza della specie. Questo vantaggio era maggiore delle perdite connesse al viaggio di andata e ritorno nordsud. Man mano che i ghiacciai retrocedevano sempre più a nord, gli uccelli cominciavano ad occupare nuovi territori e le rotte diventavano più lunghe. Durante la più lunga glaciazione, la parte settentrionale dell Europa era coperta da ghiaccio continentale. A sud del ghiaccio, vi erano vaste aree senza alberi ma con piante che oggi crescono nella tundra artica. La aree di foresta iniziavano soltanto nella regione del Mediterraneo e del Mar Nero. 2

3 4. Rotte migratorie Il termine rotte migratorie è una semplificazione metaforica. Per molte specie, non è possibile definire tale rotta dato che gli uccelli volano attraverso l intera area continentale. Dall altra parte, un singolo individuo spesso vola lungo la stessa rotta tutta la vita e ogni anno costruisce il nido nello stesso posto e passa l inverno nella stessa regione. Spesso si sente parlare di rotte migratorie, anche se gli uccelli di solito non volano lungo percorsi specifici. Essi generalmente volano in ampi fronti sopra le terre emerse e i piccoli mari come il mar Baltico. La loro rotta può cambiare ogni ora a seconda delle condizioni metereologiche, della direzione e forza del vento, delle nuvole, precipitazioni, temperature in strati particolari dell atmosfera. Gli uccelli possono volare a differenti altezze appena al di sopra del suolo, sopra il livello del mare, o due-tre chilometri al di sopra. Essi scelgono lo strato dell atmosfera dove la direzione del vento e la temperatura rende più economico il volo. Quasi l intera superficie terrestre è coperta da una rete di rotte lungo le quali milioni di uccelli migrano. Esse conducono in ogni direzione, si intersecano e si intrecciano. Una volta tracciate su una mappa, mostrano che il fenomeno della migrazione è più complicato della semplice regola di volare da sud a nord e ritorno. La migrazione degli uccelli le cui aree di riproduzione si trovano nell emisfero settentrionale, si verificano due volte all anno lungo le rotte segnate sulla mappa, ma anche in altri posti, parallelamente a queste rotte. Gli uccelli di solito volano schierati su un ampio fronte, sopra un territorio di centinaia o migliaia di chilometri. Soltanto gli uccelli che migrano in giornata scelgono un sentiero specifico, ristretto su diversi frammenti delle loro rotte, per esempio, sopra lingue di terra, serie di isole, insenature tra grandi laghi, sopra le aree di deserto coperte da vegetazione, ruscelli di alta montagna, ecc. La migrazione degli uccelli le cui aree di riproduzione sono nell emisfero australe, si verificano due volte all anno, anche se la scala della migrazione è considerevolmente più piccola. Questo emisfero ha meno terre emerse di quello settentrionale. A sud, non ci sono equivalenti della tundra e della taiga che attirano moltitudini di uccelli per la stagione riproduttiva. Il succedersi delle stagioni è differente. Ci sono di solito due stagioni: la stagione secca e fredda e quella più calda e piovosa (stagione delle piogge). Il Mar Baltico e il Mar Mediterraneo non costituiscono un serio ostacolo, neanche per i più piccoli uccelli. Se il tempo è buono, gli uccelli possono oltrepassarli a notevoli altitudini in meno di 20 ore. Il colibrì gola rubino vola ad altezze sopra i 1200 km sopra il Golfo del Messico. Gli uccelli pesano 3 grammi e, per il viaggio, si riforniscono di ulteriori 3 grammi di benzina. I falaropi di Wilson volano sopra l oceano dalla California al Cile per 7000 km senza fermarsi. E in autunno i piovanelli maggiori, le pittime reali, le pittime minori e i pivieri orientali volano dalla Nuova Zelanda alla Cina, coprendo la distanza di 7500 km in cento ore (oltre cinque giorni) senza fermarsi. Soltanto gli uccelli specializzati nel volo planato (per esempio, cicogne, avvoltoi, aquile, poiane, falchi pecchiaioli) evitano le rotte sul mare e scelgono di passare su stretti e isole. Molti uccelli dai limiti settentrionali del continente americano volano per 800 km sopra il ghiacciaio che copre la Groenlandia essi vanno in Islanda e poi in Europa o persino in Africa. Una parte degli uccelli europei volano sopra il più grande deserto del mondo: il Sahara. Per esempio, il pigliamosche vola sopra il Sahara per ore (2-2,5 giorni), ricoprendo una distanza di km senza fermarsi. In Africa, la savana è il principale tipo di habitat dove ospiti dall emisfero settentrionale passano l inverno, e in Sud America lo è la foresta pluviale. 5. Trovare la strada La maggioranza dei giovani uccelli, 3-4 mesi dopo la schiusa, vola alle aree di svernamento senza nessun aiuto dai loro genitori. In molte specie, individui giovani e adulti iniziano a migrare in date diverse. Alcuni uccelli dell età di un anno oltrepassano le vecchie generazioni in 3

4 volo. Per esempio, i cuculi adulti (cioè quelli che hanno più di un anno di età) volano a sud poche settimane prima che i giovani (cioè quelli nati nell anno corrente) siano in grado di migrare. Solo poche specie (cigni, oche e gru) migrano con le loro famiglie in modo che i piccoli facciano esperienza dall essere accanto ai genitori. Come trovano la strada? Non è molto facile da spiegare ci sono molte teorie e solo alcune sono riconosciute completamente. Dato che i giovani uccelli sono capaci di percorrere tali distanze senza l esempio degli individui più vecchi, i loro cervelli devono contenere un programma della migrazione e dei metodi di trovare la direzione giusta. Le strutture appropriate e le connessioni nel sistema nervoso sono costruite sulla base dei dati genetici (codificati nel DNA). Numerosi esperimenti, nei quali hanno incrociato genitori con programmi migratori diversi (come quelli provenienti da gruppi che volano in direzioni differenti), hanno mostrato che i figli si comportano in modo diverso da entrambi i genitori (per esempio, la direzione dei loro voli sta in mezzo tra le direzioni divergenti delle migrazioni dei genitori). Questo prova che almeno alcuni meccanismi che. regolano le migrazioni sono innati. Attraverso diversi esperimenti, abbiamo imparato qualcosa sui metodi usati dagli uccelli per trovare la giusta direzione. Con molta probabilità questa abilità è basata sull identificazione la posizione del sole o delle stelle nel cielo. Per esempio, quando una rondine vola a nord in primavera, conosce la propria posizione rispetto al sole e considera quanto tempo è trascorso dall alba. In altre parole, l uccello ha un senso del tempo e sa dove si trova il sole in un dato momento. Mentre vola a nord, un uccello nell emisfero settentrionale posizionerà se stesso in modo che il sole si trovi alle sue spalle. Tenendo il sole alla sua destra ( e dietro) durante la mattina e alla sua sinistra (e dietro) durante il pomeriggio, può mantenere un volo regolare verso nord. Nel 1950, Gustaw Kramer, uno scienziato tedesco, condusse un esperimento nel quale provò che un uccello trova la propria direzione attraverso l osservazione della posizione del sole. Un gruppo di uccelli venne messo in una grande scatola rotonda un barile con finestre attraverso le quali si poteva vedere il sole. Gli uccelli passavano la maggior parte del tempo in prossimità della direzione corretta per il viaggio. Gli uccelli chiusi in gabbie, vedendo il sole nella sua posizione reale, sceglievano più frequentemente una direzione congruente con la rotta naturale della migrazione. Quando gli uccelli vedevano il sole riflesso nello specchio, cambiavano il loro orientamento e sceglievano la direzione sbagliata. Comunque, l angolo fra la nuova direzione e il supposto sud che si vedeva con lo specchio, era lo stesso di quello fra il vero sud e la giusta direzione di migrazione. Gli individui che migrano di notte usano la posizione delle stelle per riconoscere le direzioni. Per avere informazioni accurate, gli uccelli devono vedere da vicino il sole e le stelle. Se il cielo è totalmente coperto, la migrazione può essere interrotta gli uccelli aspettano fino a riconoscere di nuovo le direzioni.. Molti uccelli vivono abbastanza a lungo per migrare numerose volte. Essi ricordano certi dettagli topografici lungo la loro rotta e li usano per orientarsi quando il sole o le stelle sono coperte dalle nuvole. Per gli uccelli migratori, le caratteristiche più importanti del paesaggio sono le linee di costa, le valli dei fiumi e i contorni delle montagne. Al culmine della stagione migratoria, si possono vedere gli uccelli volare lungo queste linee naturali, soprattutto nei giorni nuvolosi. Durante un esperimento, uccelli che migrano di notte furono messi in un planetario. Essi risposero ai cambiamenti nella posizione delle costellazioni e cambiarono la propria posizione per essere il più vicino possibile alla direzione appropriata per il loro viaggio. Questi individui usarono la posizione delle stelle nel cielo per correggere la direzione del loro volo, come gli 4

5 uccelli che migrano durante il giorno e navigano usando la posizione del sole. Altri esperimenti nel planetario hanno dimostrato che l informazione più importante non è la configurazione delle stelle (costellazioni), ma i loro movimenti attraverso il cielo. I giovani (ancora nel nido) osservano il cielo notturno e imparano a trovare il punto focale attorno al quale tutte le stelle ruotano (nell emisfero settentrionale è la stella polare). Ciò permette di riconoscere le direzioni e la propria posizione. Guardando la posizione del sole sull orizzonte, gli uccelli possono identificare la latitudine, cioè quanto sono distanti dal nord (o dal sud). Per farlo, devono conoscere quanto alto dovrebbe trovarsi il sole a un dato momento del giorno. Si ritiene che gli uccelli rispondano all altezza del sole sull orizzonte in modo da dirigersi alla latitudine della loro destinazione. Per orientarsi correttamente, vedere il sole o le stelle non è sufficiente. Si deve anche sapere che ore sono. Gli uccelli possono misurare il tempo molto accuratamente e sanno con precisione quanti minuti sono passati dall alba e dove dovrebbe trovarsi il sole in un certo momento. Il loro orologio interno in cellule specializzate del cervello, misura il tempo in base al tasso di disintegrazione delle molecole di un composto sintetizzato. Ci sono alcuni uccelli migratori (anche i piccioni viaggiatori) che percorrono enormi distanze persino quando non si possono vedere né il sole né le stelle. Per orientarsi usano probabilmente altri fattori. Gli scienziati studiano le varie possibilità: Il campo magnetico terrestre. E certamente possibile che i piccioni abbiano un senso magnetico. Se un piccione è esposto a un campo magnetico artificiale o quando un piccolo magnete viene attaccato all uccello, diventa confuso. Gli scienziati hanno scoperto microscopiche quantità di magnetite nel cervello del piccione, che potrebbe essere legato al senso magnetico. Esperimenti condotti su pettirossi, beccafichi e bobolink hanno dimostrato che questi uccelli mentre migrano usano sopratutto una bussola magnetica e la navigazione basata sulle stelle è meno importante. Ciò è legato al fatto che mentre un uccello va verso sud, le stelle che conosce scompaiono dietro l orizzonte e quelle nuove appaiono nel cielo. Il campo magnetico è bilanciato alle latitudini meridionali ed è una base sicura per la navigazione. Luce polarizzata. Gli esseri umani non sono capaci di notare che parte della luce percepita dai loro occhi è polarizzata. Almeno alcune specie di uccelli possono determinare la superficie di polarizzazione che mostra loro la posizione del sole. Infrasuoni. Gli infrasuoni sono onde sonore la cui frequenza è troppo bassa perché l orecchio umano la registri. Negli ambienti naturali sono causati, per esempio, dal vento che fende le montagne o dalle onde marine che si infrangono a riva. Gli uccelli possono probabilmente distinguere questi suoni e quindi individuare le montagne o le coste anche da molto lontano. Olfatto. Alcuni uccelli hanno un olfatto poco sviluppato, ma ci sono eccezioni. Tali uccelli possono navigare seguendo gli odori familiari. 6. Iniziare la migrazione Con l approssimarsi della stagione migratoria, gli uccelli diventano ansiosi. Per esempio, prima di partire i balestrucci formano stormi e insieme si allenano a corti voli. Gli uccelli sono molti agitati e irrequieti. Gli uccelli migratori sono in grado di passare dalla modalità riproduttiva alla modalità migratoria che rende possibile i loro lunghi viaggi. Nella stagione riproduttiva, cioè in primavera ed estate, gli uccelli mangiano soprattutto insetti ricchi di proteine e non ingrassano. Prima della migrazione, essi cambiano dieta e mangiano più piante soprattutto semi e frutta. Questo tipo di alimentazione contiene meno proteine, ma più zuccheri e grassi. Il risultato della dieta combinato al grande appetito, è un rapido aumento del peso degli uccelli. Prima di partire, gli uccelli immagazzinano grandi riserve di grasso sotto la pelle e tra gli organi interni. Queste riserve forniranno energie sufficienti a volare sopra oceani o deserti. Alcuni piccoli uccelli prima della migrazione, arrivano a pesare il doppio che nella stagione riproduttiva, e durante il viaggio usano l intera riserva di grasso, che qualche volta deve essere ripristinata lungo la strada. Al di fuori del periodo migratorio, il grasso costituisce il 3-5% del peso di un uccello. 5

6 Gli uccelli che migrano per medie distanze guadagnano circa il 13-25% di peso attraverso le riserve di grasso; quelli che volano per lunghe distanze guadagnano il 30-50%, e qualche volta anche il 100%. L impulso a migrare è regolato dagli ormoni. Uno dei fattori chiave che fornisce informazioni sull arrivo della data di partenza è la lunghezza del giorno. Il cervello degli uccelli registra la lunghezza della luminosità del giorno e la confronta alla lunghezza del periodo di buio. Al momento opportuno, il calendario interno inizia i processi fisiologici che preparano l organismo dell uccello al viaggio. Questi processi sono anche influenzati dalla temperatura dell aria e dalla disponibilità dei differenti tipi di cibo. Per la maggioranza egli uccelli la fisiologia degli elementi assimilati con l alimentazione, soprattutto i grassi, cambiano nel periodo pre-migratorio. Certi gruppi di enzimi diventano attivi e accelerano l accumulo dei grassi e la loro trasformazione in energia necessaria al volo. Prima del viaggio, gli uccelli mangiano più del solito e cambiano la loro dieta in modo da accumulare peso. In alcune specie migratorie, il numero degli eritrociti nel sangue aumenta (per fornire più ossigeno all organismo), e aumenta anche il peso dei muscoli usati durante il volo (per facilitare il volo e aumentare la distanza di migrazione). Quando l uccello è fisiologicamente pronto, l impulso finale a iniziare il viaggio può essere un periodo di tempo nuvoloso stabile e un vento favorevole. 7. Il viaggio Ogni specie migratrice ha proprio tappe e programma di volo, come anche i propri metodi di sopravvivenza e per fronteggiare le difficoltà. In molte specie, ci sono gruppi (popolazioni locali, classi d età, maschi, femmine) che migrano in tempi diversi o coprono distanze diverse, che scelgono rotte o luoghi di svernamento differenti. Un esempio di specie migratoria è la cannaiola verdognola. Ci sono centinaia di specie migratrici ma nessun altro uccello viaggia come questo, sebbene ci siano specie che seguono un andamento simile, e la regola di una lenta migrazione autunnale e di una veloce migrazione primaverile si applica alla grande maggioranza dei viaggiatori dall emisfero nord. Le cannaiole verdognole lasciano di solito l Europa in luglio e agosto. A partire da metà agosto raggiungono l Etiopia. In ottobre o dicembre appaiono in Kenya, e tra la fine di dicembre e l inizio di gennaio arrivano in Sud Africa, dove prendono posto. Poi, in marzo, essi iniziano il loro viaggio di ritorno che dura 9 o 10 settimane. Raggiungono la Polonia nella prima metà di maggio, sebbene gli individui più veloci arrivano già nella seconda metà di aprile. La migrazione autunnale comprende 6-7 mesi (cioè settimane), la pausa invernale 8-10 settimane, e il viaggio primaverile 9-10 settimane. In autunno, gli uccelli hanno bisogno di pochi giorni per volare in Africa attraverso il Mar Mediterraneo e le aree desertiche. Più tardi si muovono lentamente, all avvicinarsi dei cambiamenti ambientali con l avvento della stagione secca. Quando arrivano ai siti ricchi di prede nell Africa meridionale, il loro piumaggio cambia e essi immagazzinano grasso per il viaggio primaverile. Il volo verso i luoghi di riproduzione è una gara tra maschi: i più veloci scelgono i posti migliori per le loro aree di nidificazione. I primi a migrare in autunno sono gli uccelli dalla tundra artica. Essi lasciano i territori di riproduzione già in luglio perché, dopo il giorno polare, tutto diventa gelato e innevato e la masse di insetti la principale fonte di cibo degli uccelli della tundra scompaiono. La migrazione autunnale finisce soltanto a dicembre, quando gli uccelli che svernano vicino al circolo polare si spostano nelle acque prive di ghiaccio dell Oceano Atlantico e del Mar Baltico, o in regioni dove durante tutto l inverno, il sole si fa vedere almeno per qualche ora al giorno. Tali specie includono, per esempio, strolaghe, cigni selvatici, urie, zigoli delle nevi e beccofrusoni. Allo stesso tempo, alcuni uccelli che svernano nell Africa del sud o nelle regioni tropicali dell Asia, raggiungono le loro destinazioni. Le specie seguenti passano l inverno in Polonia: zigolo delle nevi, zigolo di Lapponia, organetto, beccofrusone, peppola, tordo sassello, mugnaiaccio, poiana calzata, pesciaiola, orco marino, moretta codona, edredone, oca colombaccio, strolaga mezzana. A febbraio e marzo questi uccelli volano a nord. 6

7 8. La migrazione notturna Tra le specie migratrici europee solo ¼ volano prevalentemente di giorno, il restante ¾ copre almeno una parte della distanza durante la notte, anche se nessuna di loro vola solo di notte. Gli uccelli diurni normalmente fermano la loro attività al tramonto. Col buio, essi vedono peggio degli esseri umani dato che hanno molti meno recettori sensibili alla luce fioca. Comunque, la maggioranza dei migratori diurni coprono almeno parte della distanza durante la notte. Gli uccelli iniziano il loro volo circa minuti dopo il tramonto. Nell ora immediatamente successiva il loro passaggio aumenta. Intorno a mezzanotte il numero di uccelli in volo declina. A volte intorno alle 2 a.m. non ci sono più uccelli in volo, ma può anche accadere che il traffico aereo notturno si fermi soltanto due ore dopo l alba. Il volo notturno avviene ad elevate altezze da qualche centinaia a 2000 metri (altezza massima 7000 m) per i passeracei, mentre i charadriiformes viaggiano a circa metri sopra il livello del suolo. Ci sono diversi vantaggi a volare di notte: L aria notturna è più calma che di giorno, così gli uccelli possono volare usando meno energia ed è più facile mantenere la corretta direzione Il sole non riscalda, così la termoregolazione è più facile Non ci sono predatori in aria C è abbastanza tempo per cacciare durante il giorno Gli uccelli non possono vedere molto, ma volano molto in alto e così non incontrano ostacoli. Per mantenere la giusta direzione è sufficiente vedere l orizzonte e la posizione delle stelle. Molti uccelli migrano in notti nuvolose, con la luce della luna. Quando non si riesce a vedere neanche la luna e il cielo è coperto, il volo viene interrotto. I radar mostrano che gli uccelli possono perdere l orientamento quando né la luna né le stelle sono visibili. Le seguenti specie migrano durante il giorno: storno, rondine, fringuello, i Paridae, rapaci, cicogne. Il volo prevalentemente notturno viene scelto da: beccafichi, tordi, charadriiformes, quaglie, per esempio. Specie come rondoni, anatre, oche, cigni e gru possono migrare a qualsiasi ora del giorno e della notte. 9. Velocità della migrazione Durante la migrazione, gli uccelli volano con una velocità che garantisce la maggiore distanza con la minore spesa energetica possibile. E differente per ciascuna specie e può cambiare mentre gli uccelli perdono peso. La maggioranza dei migratori volano a velocità di circa km/h, alcuni charadriiformes raggiungono gli 80 km/h, e le pesanti anatre e le strolaghe km/h. Solo poche specie volano su grandi distanze senza fermarsi. Il loro tempo di migrazione corrisponde alla velocità del volo. Di solito, gli uccelli fanno fermate. Essi volano solo per poche ore al giorno o fanno fermate ogni dozzina o alcune dozzine di ore in posti adatti. In questo caso, il tempo di migrazione è misurato in chilometri percorsi ogni 24 ore. Piovanelli maggiori, pittime reali, pittime minori e pivieri orientali in autunno dalla Nuova Zelanda volano in Cina senza fermarsi per 7500 km in 100 ore (cioè oltre 5 giorni), percorrendo 1800 km in 24 ore. Piovanello maggiore, piovanello tridattilo, gambecchio e piovanello volano dall Africa alla Siberia in primavera: km/24 ore. Sterna codalunga dalla Groenlandia all Antartico 150 km/24 ore. Voltapietre, piovanello pancianera km/24 ore. Rondine dall Europa al Sud Africa circa 150 (massimo 310) km/24 ore. Pigliamosche dal Sud Africa alla Scandinavia in primavera 140 km/24 ore. Willow Warbler dalla Scandinavia all Africa in autunno circa 85 (massimo 196) km/24 ore. Cinciallegra lungo la costa baltica polacca in autunno circa 40 km/24 ore. Le specie che viaggiano su brevi distanze (fino a diverse centinaia di chilometri) o che migrano irregolarmente (non annualmente, per esempio, a causa della mancanza di cibo) percorrono, di solito, circa km/24 ore. Confrontando il volo di piovanelli maggiori, che possono percorrere oltre un migliaio di 7

8 chilometri in 24 ore, con il volo di cince, che volano 30 km al giorno, potrebbe sembrare che le seconde si stanchino di meno, soprattutto se si fermano per trovare del cibo. Non è così - né piovanello maggiore, né cincia si sovraffaticano, casomai è il contrario. Entrambe le specie volano in modo da non dover usare tutta l energia. Dobbiamo ricordare che gli uccelli seguono il modello innato evolutosi milioni di anni fa, specifico per ciascuna specie. L organismo del piovanello maggiore permette di percorrere centinaia di chilometri al giorno e di volare per pochi giorni senza fermarsi. Questo è un normale andamento della migrazione, garantisce la sopravvivenza della specie. 10. Barriere naturali Durante le migrazioni, gli uccelli a volte attraversano aree dove non possono fermasi o trovare cibo (mare, oceano, ghiacciaio, deserto, alte montagne). Essi provano ad affrontare tali barriere superandole senza fermarsi o facendo brevi fermate. Il Sahara costituisce una grande barriera naturale sulle rotte migratorie. Uccelli diversi usano strategie differenti: 1. volare lungo la riva dell oceano (gli uccelli predano lungo il cammino) 2. volare da oasi a oasi (gli uccelli predano lungo il cammino) 3. fermarsi nel pomeriggio, volando soprattutto di notte (niente predazione) 4. volare senza fermarsi (niente predazione) 5. volare lungo la valle del Nilo (gli uccelli predano lungo il cammino) Cattive condizioni ambientali anche in uno solo dei posti di fermata, in particolare lungo le rotte 1 e 2, può causare la morte degli uccelli migratori che non potranno mangiare né riposare. 11. Al termine delle migrazioni La data di fine migrazione può essere calcolata in molti modi diversi. L urgenza di migrare sparisce al termine del periodo per la migrazione, quando l uccello riconosce la destinazione grazie alle sue capacità di navigazione, o quando non c è più benzina per volare. All inizio, gli uccelli sono pieni di energia. Nel corso della migrazione, le riserve di grasso si consumano e l urgenza di viaggiare si affievolisce fino a sparire completamente. In questo periodo, l uccello dovrebbe raggiungere la propria destinazione. Se non ce la fa, probabilmente morirà. Prima del volo, il forapaglie ingrassa rapidamente, duplicando il proprio peso da circa 10 a 20 grammi. In autunno, vola senza fermarsi per 1600 chilometri (la sua velocità è di circa 40 km/ora) dall Inghilterra al sud della Spagna. In questo periodo, egli usa solo circa 4 grammi della sua riserva di grasso. Dopo una fermata, prosegue il viaggio sopra il Sahara per chilometri senza fermarsi, usando tutto il grasso e l acqua. Alla fine del viaggio, il forapaglie pesa 10 grammi o meno. Questa specie finisce la migrazione dopo aver sfruttato tutte le riserve energetiche immagazzinate nell organismo. Se una specie di uccello termina il viaggio autunnale senza riserve, non significa che sia esausto e non possa volare più perché non ha più la forza di muoversi. Significa che era perfettamente equipaggiato e aveva immagazzinato la quantità di benzina necessaria a coprire la distanza giusta per la sua specie non trasportava riserve inutili, infatti, ogni milligrammo richiede uno sforzo addizionale. In primavera, quando è necessario volare più velocemente, gli uccelli devono raggiungere le aree di riproduzione in buona forma. Non possono essere esausti o deboli dato che, nei giorni seguenti all arrivo, devono trovare buoni posti per costruire il nido. Il maschio dovrebbe proteggere il suo territorio di nidificazione dai rivali ed essere abbastanza attraente da attirare la femmina. La femmina deve deporre le uova (ricche di grassi e proteine) appena dopo il viaggio. Gli uccelli che raggiungono le loro aree di riproduzione in cattivo stato hanno più basse probabilità di riprodursi con e di avere una discendenza sana. 12. Le più antiche opinioni sulla migrazione degli uccelli Già migliaia di anni fa le persone avevano notato come gli uccelli apparissero e sparissero al cambio si stagione. Il fenomeno è menzionato nel Vecchio Testamento ( A.C.) e nelle opere di Aristotele ( A.C.). Le persone ancora non sapevano che gli 8

9 uccelli facessero viaggi regolarmente. Ancora 200 anni fa era un credo comune che gli uccelli facessero il letargo d inverno come alcuni mammiferi. Solo all inizio del ventesimo secolo la gente ha cominciato a scoprire le regolarità della biologia degli uccelli che si verificano probabilmente da milioni di anni. Il più versatile degli scienziati antichi Aristotele, il filosofo e naturalista greco notò che ogni autunno i codirossi scomparivano e i pettirossi apparivano per rimanere tutto l inverno. E che in primavera, i pettirossi sparivano e i codirossi riapparivano. Egli credeva che i codirossi si trasformavano in pettirossi in inverno. Entrambe le specie hanno habitat, dimensioni e sagome simili, ma differiscono nella colorazione. Aristotele fece un errore: in Grecia i codirossi non diventano pettirossi, sono le specie a scambiarsi il posto. I primi volano in Africa per l inverno e i secondi vengono dal nord Europa a trascorrere l inverno vicino al Mar Mediterraneo. Il primo grande naturalista non sapeva nulla delle migrazioni degli uccelli, anche se molte specie volano attraverso la Grecia ogni autunno. Aristotele sapeva che le gru andavano dall Anatolia alle paludi del Nilo in Egitto, ma egli pensava che cicogne, nibbi, tortore, allodole e rondini andassero in letargo. Per migliaia di anni la gente spiegò la sparizione invernale delle rondine in maniera fantasiosa. Essi osservavano grandi nubi di rondini migratrici volare verso i canneti per la notte, ma non le vedevano involarsi la mattina. Durante l inverno, quando tagliavano le canne (per le tettoie), capitava loro di trovare una rondine morta nel fango. Così cominciarono a credere che le rondini andassero in letargo nel fango in fondo ai lagni. Carolus Linnaeus, ( ), il grande botanico svedese, nonostante le sue conoscenze, non dubitò mai di questa spiegazione. L imperatore tedesco Federico II ( ) menzionò nel suo libro (la prima guida europea di ornitologia) la migrazioni di aironi e dei rapaci. Pierre Belon ( ), un naturalista e farmacista francese, nel 1555 dichiarò che nibbio reale, tortora, quaglia e rondine sono uccelli di passaggio. Johann Ferdinand Adam von Pernau ( ) nel 1702 scrisse (ed aveva ragione) che una qualche forza interna spinge gli uccelli a migrare al momento opportuno. Georges Leclerc de Buffon ( ) scrisse nel 1770 che le rondini sono uccelli migratori. Gilbert White, un botanico inglese vissuto alla fine del 18 secolo, osservava gli uccelli regolarmente. Egli affermò che le rondini e i balestrucci del suo villaggio e delle vicinanze volavano via in autunno, probabilmente verso regioni più calde. Egli sbagliò nel supporre che questi uccelli trascorressero l inverno in caverne o in fessure coperte, ma riconobbe l idea della migrazione. 13. L influenza dell attività umana sugli uccelli migratori La perdita dell habitat è la più importante e comune causa di estinzione degli uccelli nel mondo! Molte specie di uccelli trascorrono l inverno in aree poste a sud del Sahara. Queste specie risentono fortemente della siccità in questa regione. La mancanza d acqua distrugge la vegetazione e uccide gli insetti che costituiscono il cibo degli uccelli. Anche la sterpazzola sverna a sud dei confini del Sahara. Il numero degli uccelli che ritornano in Europa è diminuito drammaticamente. A causa della siccità, il cibo era insufficiente e ha causato anche la diminuzione della popolazione di topini. La siccità raggiunge nuove aree a sud del Sahara perché le restanti terre erbose vengono distrutte dall eccessivo pascolo. I metodi tradizionali di pastura delle tribù locali accrescono gli effetti della siccità. In questo modo le persone mettono a rischio anche la propria sopravvivenza in queste aree e stravolgono il ciclo della migrazione e dello svernamento degli uccelli. Le foci dei fiumi nelle isole britanniche sono di straordinaria importanza per i palmipedi. Sostengono moltitudini di tali specie in inverno (compresi, per esempio, il 20% di tutti i Charadriiformes che svernano nel nord-est, cioè la riva europea dell Atlantico). Le foci dei fiumi sono anche importanti aree di caccia per i Charadriiformes, che devono trovare cibo lungo la strada dal sud Europa all Africa occidentale. 9

10 Sfortunatamente, molte foci dei fiumi britanniche sono a rischio. Lo sviluppo industriale, l inquinamento, il comportamento dei turisti tutto ciò mette a rischio queste aree che sono di cruciale importanza per gli uccelli. Questi fattori possono ridurre le aree disponibili per la predazione in un momento molto importante del loro viaggio. Se le foci dei fiumi verranno ulteriormente trasformate, meno individui saranno in grado di sopravvivere all inverno. Danni deliberati Nei secoli passati, il flusso di piccoli uccelli che migravano verso nord ogni primavera portava un cambiamento positivo nella dieta della popolazione povera e malnutrita dei paesi intono al Mediterraneo. La gente cacciava tutti gli uccelli in centinaia di modi. Adesso la fame e la malnutrizione non sono più un problema in queste regioni, ma si continuano ad uccidere gli uccelli migratori. Vengono venduti come cibo o cacciati per piacere. Milioni di passeracei vengono cacciati e uccisi ogni anno dai cacciatori di Malta, Sicilia e altre parti dell Italia, Spagna, Francia o Cipro. 10

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