Lo standard accettato per le macchine non marcate CE L allegato V del D. Lgs.. 81/08

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1 Lo standard accettato per le macchine non marcate CE L allegato V del D. Lgs.. 81/08 Bologna - 4 maggio 2011 Ing. Mario Alvino Coordinatore Operativo CTS

2 L Allegato V del Testo Unico tratta i requisiti costruttivi delle attrezzature di lavoro non regolate da direttive comunitarie,, vale a dire non marcate CE (quelle al di fuori del campo di applicazione della direttiva macchine e quelle già un uso al momento dell entrata in vigore di quest ultima. ultima. Il presente intervento intende: richiamare l attenzione l su alcuni requisiti della Parte I, - di diretta derivazione comunitaria - che non sempre sono correttamente presi in conto nel giudizio di conformità di macchine non marcate CE. fornire riferimenti concreti per formulare tale giudizio ed individuare le conseguenti misure di adeguamento da adottare. I riferimenti qui proposti sono ripresi dalla linea guida: Adeguamento delle attrezzature di lavoro ai requisiti costruttivi previsti dalla L. n. 62/2005 disponibile sul sito INAIL/ISPESL alla pagina: Linee_guida/tecniche/ /tecniche/index.htmindex.htm 2

3 6.1. AIAS Requisito Le protezioni ed i sistemi protettivi: devono essere di costruzione robusta, non devono provocare rischi supplementari, non devono essere facilmente elusi o resi inefficaci, devono essere situati ad una sufficiente distanza dalla zona pericolosa, non devono limitare più del necessario l'osservazione del ciclo di lavoro, devono permettere gli interventi indispensabili per l'installazione, nonché per i lavori di manutenzione, limitando però l'accesso unicamente al settore dove deve essere effettuato il lavoro e, se possibile, senza che sia necessario smontare le protezioni o il sistema protettivo. 3

4 Osservazioni: la prescrizione si riferisce (a differenza di quella della direttiva tiva macchine) unicamente alla protezione degli elementi mobili che presentano rischi di contatto meccanico che possono causare incidenti, protezioni: sono i ripari (come già definiti nella EN 292, e oggi nella EN ), 1), cioè elementi che forniscono protezione mediante una barriera fisica, sistemi protettivi: sono i dispositivi di sicurezza della EN 292 o meglio i dispositivi di protezione secondo la più attuale terminologia usata nella EN : :2005. di seguito, in linea con le definizioni della EN , 1, si userà il termine mezzo di protezione indifferentemente per riparo e per dispositivo di protezione 4

5 N. B. Questa prescrizione, qualora non già soddisfatta nelle attrezzature di lavoro per le quali è pertinente, è quella che presenta generalmente le maggiori difficoltà di attuazione. Sulla base di quanto indicato nella UNI EN 294 Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori si possono escludere dall applicazione applicazione di questa prescrizione gli elementi mobili posti ad un altezza dal piano di riferimento uguale o superiore a mm 2700 per rischio elevato, ed a mm 2500 per rischio ridotto. 5

6 Commento a 6.1, primo trattino: le protezioni o di sistemi protettivi devono essere di costruzione robusta Il requisito della robustezza si riferisce a tutti i mezzi di protezione,, ma presenta valenza particolare per i ripari,, la cui funzione è quella di trattenere le parti del corpo che potrebbero entrare in contatto con gli organi pericolosi. La robustezza però deve accompagnarsi all efficacia efficacia,, spesso necessaria anche contro altri rischi - diversi da quelli di contatto di parti del corpo con gli organi mobili - quali quelli dovuti alle proiezioni di parti (per esempio utensili rotti, pezzo lavorato) della macchina, alle polveri od al rumore (ex artt. 45 e 75 DPR 547/55). 6

7 Anche i veri e propri dispositivi di protezione debbono essere considerati dal punto di vista della robustezza tenendo conto dell uso previsto per quanto riguarda le possibili sollecitazioni meccaniche. Per tappeti e pedane sensibili, ad esempio, occorre tener conto della frequenza degli accessi e delle possibili sollecitazioni causate dai mezzi usati nelle operazioni e delle varie condizioni ambientali. NORMATIVA GENERALE DI RIFERIMENTO UNI EN 953: Sicurezza del macchinario - Ripari - Requisiti generali per la progettazione e la costruzione di ripari fissi e mobili. UNI EN ISO 12100: Parti 1 e 2 - Sicurezza del macchinario Concetti fondamentali, principi generali di progettazione - Terminologia di base, metodologia - Principi tecnici 7

8 Commento a 6.1, secondo trattino: le protezioni o di sistemi protettivi non devono provocare rischi supplementari esempi di rischi supplementari che possono essere determinati dalla installazione di mezzi di protezione: taglio (dovuto ad angoli acuti, spigoli vivi) abrasioni (superfici rugose) schiacciamento e/o cesoiamento (per interferenza con altre parti fisse o mobili) surriscaldamenti pericolosi (rischio di ustione o incendio) trattenuta o ostacolo alla libera evacuazione di fumi od altre sostanze aumento della rumorosità introduzione di vibrazioni 8

9 La corretta ottemperanza a questo requisito presuppone un attenta analisi, che tenga conto anche dei comportamenti prevedibili degli utilizzatori, indotti. ad esempio, dall impedimento creato dal mezzo di protezione ovvero dalla considerazione che la macchina sia intrinsecamente sicura. Il rischio derivante dalla rimozione totale o parziale dei ripari i o dei dispositivi di protezione quando l utilizzatore l li considera un impedimento riguarda prevalentemente il rischio di elusione che viene trattato nel dettaglio al punto successivo. NORMATIVA GENERALE DI RIFERIMENTO UNI EN ISO 12100: Parti 1 e 2 - Sicurezza del macchinario Concetti fondamentali, principi generali di progettazione - Terminologia di base, metodologia - Principi tecnici 9

10 2.2. Requisito 2.2. La messa in moto di un'attrezzatura deve poter essere effettuata soltanto mediante un'azione volontaria su un organo di comando concepito a tal fine. Lo stesso vale: per la rimessa in moto dopo un arresto, indipendentemente dalla sua origine, per il comando di una modifica rilevante delle condizioni di funzionamento (ad esempio, velocità,, pressione, ecc.), salvo che questa rimessa in moto o modifica di velocità non presenti nessun pericolo per il lavoratore esposto. 10

11 Commento: La precisazione si riferisce al caso in cui la macchina: si arresta e successivamente si rimette in moto inavvertitamente senza comando alcuno, cambia inavvertitamente le condizioni di funzionamento in modo rilevante. Qualora queste due situazioni presentino pericoli occorre accertarsi che: la rimessa in moto o il cambio delle condizioni di funzionamento avvengano tramite un comando apposito, su detto comando l azione sia volontaria,, ovvero non possa avvenire per un azionamento accidentale. 11

12 Commento: Per quanto riguarda l arresto l della macchina, la causa può essere molteplice, ad esempio la caduta dell alimentazione, l apertura l di un riparo mobile interbloccato, o, più in generale, l intervento l volontario od automatico di un dispositivo di protezione. In questi casi il ritorno dell alimentazione, la chiusura del riparo, il ripristino del dispositivo di protezione (anche se tramite un apposito pulsante di reset),, non devono causare il riavviamento della macchina. La macchina deve essere riavviata solamente dopo l azionamento volontario di un apposito pulsante di avviamento. Fa eccezione l uso di un riparo interbloccato con funzione di avviamento che può essere presente in una macchina solamente se sono rispettate tutte le condizioni definite nella UNI EN clausola

13 2.3. Requisito 2.3. Ogni attrezzatura di lavoro deve essere dotata di un dispositivo di comando che ne permetta l'arresto generale in condizioni di sicurezza. Ogni postazione di lavoro deve essere dotata di un dispositivo di d comando che consenta di arrestare, in funzione dei rischi esistenti, tutta l'attrezzatura di lavoro, oppure soltanto una parte p di essa, in modo che l'attrezzatura si trovi in condizioni di sicurezza. L'ordine di arresto dell'attrezzatura di lavoro deve essere prioritario rispetto agli ordini di messa in moto. Ottenuto l'arresto resto dell'attrezzatura di lavoro, o dei suoi elementi pericolosi, l'alimentazione degli azionatori deve essere interrotta. 13

14 Commento: La prima parte di tale prescrizione era di fatto già contenuta nella legislazione italiana, almeno per quanto riguarda gli equipaggiamenti elettrici delle macchine, ed ha sempre costituito un principio generale di base per la sicurezza. Già la norma CEI 44-5, in vigore dal 1 1 luglio 1985, conteneva la prescrizione: le funzioni di arresto sono prioritarie rispetto alle relative funzioni di avviamento (clausola c). Per quanto riguarda l interruzione l dell alimentazione degli azionatori dopo l arresto l dell attrezzatura, occorre notare che talvolta non è conseguibile, ad esempio nelle macchine automatiche e nelle realizzazioni con sistemi elettronici di tipo programmabile quando c èc la necessità di mantenere memorizzati i dati. 14

15 Anche la norma CEI EN , armonizzata ai sensi della Direttiva macchine, ammette l arresto l di categoria 2 che mantiene la potenza agli attuatori. Naturalmente l affidabilitl affidabilità del sistema di comando deve essere tale da garantire la sicurezza dell attrezzatura attrezzatura. Quanto detto vale per l arresto l normale, mentre l arresto di emergenza deve sempre tagliare l alimentazione l agli azionatori, una volta ottenuto l arresto l dell attrezzatura di lavoro (arresto di categoria 0 o 1 ai sensi della CEI EN ) 15

16 2.1. Requisito 2.1. I I sistemi di comando devono essere sicuri ed essere scelti tenendo conto dei guasti, dei disturbi e delle sollecitazioni prevedibili nell'ambito dell'uso progettato dell attrezzatura. attrezzatura. Commento: Data l importanza l ai fini della sicuro funzionamento delle macchine e la complessità delle questioni tecniche connesse con la realizzazione di sistemi di comando integralmente sicuri è stato appositamente elaborato dall ISPESL uno specifico software per valutare le caratteristiche di sicurezza dei sistemi di comando elettrici presenti su macchine datate,, disponibile alla pagina web: 16

17 VI RINGRAZIO PER L ATTENZIONEL 17

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