IL COLLEGIO DI ROMA. Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario. [Estensore]

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Dott.ssa Claudia Rossi Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Michele Maccarone Membro designato dal Conciliatore Bancario e Finanziario Prof. Avv. Maddalena Rabitti Membro designato dal C.N.C.U. [Estensore] nella seduta del 7/06/2012, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione la relazione istruttoria della Segreteria tecnica. Fatto Il ricorrente espone di avere concluso in data 13 aprile 2011 un contratto di mutuo a tasso variabile. La controversia nasce dal fatto che, avendo egli chiesto e ottenuto la rinegoziazione del mutuo come da condizioni di cui all art. 8 comma 6 lettera b) del Decreto Legge n. 70 del 13/07/2011, si è invece visto applicare dall intermediario un tasso di interesse fisso pari al 3,15% determinato, a suo dire, con modalità non coerenti con i criteri indicati nel suindicato Decreto. Riferisce inoltre che, nonostante la richiesta fosse del 7 maggio 2012, si è proceduto solo il successivo 19 luglio alla definizione delle nuove condizioni del mutuo, e in quella sede si stipulava con il tasso di interesse pari al 3,15 per il periodo di ammortamento. Tale tasso veniva contestato dal ricorrente già in sede di rinegoziazione, in quanto, a suo avviso, l Irs a 10 anni applicato pari all 1,95% (oltre allo spread invariato contrattuale pari a 1,20 %) non era correttamente Arbitro Bancario Finanziario Pag. 2/6

2 determinato essendo lo stesso, alla data della rinegoziazione (il 19 luglio 2012), quotato a 1,75 punti percentuali. Ciò nonostante, il ricorrente sottoscriveva il contratto riservandosi di agire ulteriormente qualora l importo della rata non fosse rideterminata alla luce del parametro indicato. Il 10 agosto non essendo intervenuta la modifica del tasso nel senso auspicato, il ricorrente presentava reclamo all intermediario invitandolo a rettificare il tasso, ma tale reclamo ha ricevuto riscontro negativo. Il ricorrente si rivolge pertanto all ABF chiedendo di voler disporre: - l applicazione di un tasso d interesse fisso pari alla misura complessiva del 2,95% per tutta la durata residua del piano di ammortamento a decorrere dalla rata con scadenza 31/07/2012, in quanto tale sarebbe il tasso determinato secondo le condizioni previste dall art. 8 comma 6, lett. B) del Decreto Legge 13 maggio 2011, n.70; - la restituzione di quanto sino ad oggi maggiormente versato, mediante pari decurtazione dell ammontare della prima rata utile in scadenza di pagamento rideterminata alle nuove condizioni; - il risarcimento del danno patrimoniale subito imputabile alle spettanze dovute per la prestazione di consulenza professionale richiesta. L intermediario contesta le pretese del ricorrente affermando in primo luogo che la rinegoziazione è stata concordata e accettata dal ricorrente che l ha debitamente sottoscritta; che l IRS da applicare all operazione posta in essere doveva essere il tasso fisso minore tra l IRS a 10 anni e l IRS di durata residua del mutuo che corrisponde all Irs a 28 anni; che non essendo tale parametro (Irs a 28 anni) disponibile nelle quotazioni prese a riferimento dal Decreto Legge n. 70/2011 il tasso andava determinato scegliendo il minore tra l Irs a 10 anni e l IRS di durata precedente (e cioè IRS 30 anni, essendo questa la durata originaria del contratto di mutuo) riportato alla data di rinegoziazione ( ); che il tasso da applicare non poteva che essere quello IRS 10 anni maggiorato dello spread, in quanto il valore dello stesso rilevato all inizio del mese in corso di ammortamento (2 luglio) era minore rispetto al valore IRS di durata precedente rilevato alla data di rinegoziazione; Arbitro Bancario Finanziario Pag. 3/6

3 L intermediario afferma che la contestazione del ricorrente - che vorrebbe vedere applicato il tasso Irs 10 anni con il valore rilevato il , data della rinegoziazione - parte da un fraintendimento del comma 6 sub. b del D.L. n.70/2011, il quale non prevede alcuna regola di rilevazione temporale del tasso Irs 10 anni, con la conseguenza che rimangono valide e trovino applicazione le regole di rilevazione del tasso stabilite in contratto, alle quali non deroga la lettera di formalizzazione della rinegoziazione. Per queste ragioni l intermediario chiede il rigetto del ricorso in quanto infondato in fatto e in diritto. Diritto La controversia sottoposta all attenzione del Collegio verte sulla misura del tasso fisso da applicare al contratto rinegoziato alla luce del d.l. n. 70 del 13 maggio Questa disciplina ha introdotto il diritto di chiedere sino al 31 dicembre 2012 la rinegoziazione dei mutui stipulati prima del 14 maggio 2011, a tasso variabile, e ottenerne la trasformazione a tasso fisso, con la possibilità di prolungare la durata ad ulteriori cinque anni. L articolo 8, comma 6, sub B, che si applica al caso di specie, dispone che la rinegoziazione assicura l applicazione di un tasso annuo nominale fisso non superiore al tasso che si ottiene in base al minore fra l IRS, che è il tasso di riferimento, in euro a 10 anni e l IRS in euro di durata pari alla durata residua del mutuo ovvero, se disponibile, la quotazione dell IRS per la durata precedente, riportata alla data di rinegoziazione alla pagina ISDAFIX del circuito maggiorato di uno spread pari a quello indicato, ai fini della determinazione del tasso, nel contratto di mutuo. Va preliminarmente rilevato che le parti non contestano l applicazione alla vicenda di questa normativa, ma solo l interpretazione della stessa. Peraltro, entrambe concordano sul fatto che il parametro base da cui partire per la determinazione del tasso fisso sia l IRS in euro a 10 anni, essendo tale valore inferiore al valore dell IRS di durata precedente (30 anni) rilevato alla data di negoziazione. Arbitro Bancario Finanziario Pag. 4/6

4 Tuttavia, mentre ad avviso dell intermediario questa norma non fornisce un criterio univoco utilizzabile nel caso concreto per individuare il momento in cui debba essere rilevato il tasso, consentendo di ritenere applicabili le regole di rilevazione del tasso stabilite contrattualmente e accettate dal ricorrente in sede di conclusione del contratto che individua il tasso al 1 luglio, all inizio cioè del mese della rinegoziazione del mutuo, il ricorrente ritiene invece che la data da prendere in considerazione sia quella rilevata al momento della stipula del mutuo, come si evince dalla lettera della norma richiamata. Il Collegio reputa non solo che il dato letterale induca a ritenere corretta l interpretazione proposta dal ricorrente dal momento che il comma 6 lett. B dell art. 8, fa espresso riferimento alla quotazione riportata alla data di rinegoziazione alla pagina ISDAFIX del circuito maggiorato di uno spread pari a quello indicato, ai fini della determinazione del tasso, nel contratto di mutuo, ma anche che la ratio della norma induce a ritenere valida la lettura operata dal cliente, che consente di individuare un parametro oggettivo di riferimento e non lasciare al riguardo ambiti di discrezionalità all intermediario che potrebbero tradursi in clausole inique. Inoltre, va considerato che la norma applicata è chiaramente posta a tutela dell interesse del cliente e come norma imperativa di protezione prevale rispetto a qualsiasi altra pattuizione contrattuale se il soggetto nel cui interesse è dettata la norma intende avvalersene. Il Collegio ritiene fondato il ricorso e accoglie le richieste del ricorrente condannando l intermediario: 1) all applicazione di un tasso d interesse fisso pari alla misura complessiva del 2,95% per tutta la durata residua del piano di ammortamento a decorrere dalla rata con scadenza 31/07/2012; 2) alla restituzione di quanto sino ad oggi maggiormente versato, mediante pari decurtazione dell ammontare della prima rata utile in scadenza di pagamento rideterminata alle nuove condizioni. Accoglie, infine, nella misura richiesta, da ritenersi congrua, la domanda risarcitoria relativa ai costi sopportati per la prestazione professionale svolta da un consulente, avendo il Collegio verificato che la pretesa è supportata da idonea documentazione circa l attività svolta dal consulente (cfr.collegio di Coordinamento, decisione n. 3498/2012) e per l effetto condanna l intermediario a rimborsare al ricorrente la somma di euro 495,01. Arbitro Bancario Finanziario Pag. 5/6

5 P.Q.M. Il Collegio accoglie il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Arbitro Bancario Finanziario Pag. 6/6