Trib. 30/9/2004, causa T-313/02, Meca- Medina e Majcen. Sui apporti tra diritto UE e regole sportive

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1 Trib. 30/9/2004, causa T-313/02, Meca- Medina e Majcen. Sui apporti tra diritto UE e regole sportive 1. I divieti sanciti dal Trattato in materia di libera circolazione delle persone si applicano alle norme adottate nel campo dello sport che riguardano l aspetto economico che l attività sportiva può rivestire (Indennità di trasferimento, composizione squadre di club, termini di trasferimento).

2 (segue): Trib. 30/9/2004, causa T-313/02, 2. Per contro, tali divieti non riguardano le regole puramente sportive, cioè quelle regole che riguardano le questioni che interessano esclusivamente lo sport e che, come tali, sono estranee all attività economica. Tali regole, attinenti al carattere ed al contesto specifico degli incontri sportivi, sono inerenti all organizzazione e al corretto svolgimento delle competizioni sportive e non possono essere considerati costitutivi di una restrizione delle norme in materia di libera circolazione delle persone/libera prestazione dei servizi (composizione squadre nazionali, selezione atleti + regole del gioco).

3 (segue): Trib. 30/9/2004, causa T-313/02, 3. I principi sanciti dalla Corte di giustizia in materia di applicazione ai regolamenti sportivi delle nome in materia di circolazione sono ugualmente validi per quanto riguarda le nome sulla concorrenza. 4. La circostanza che una regola puramente sportiva sia estranea all attività economica, con la conseguenza per cui tale regola non ricade nell ambito di applicazione delle norme in materia di libera circolazione, significa allo stesso medo che tale regola è estranea ai rapporti economici cui si applicano le norme antitrust, con la conseguenza che tale regola non ricade neppure nell ambito di applicazione degli artt. 101 e 102 TFUE.

4 (segue): Trib. 30/9/2004, causa T-313/02, Sulla natura delle regole antidoping - La lotta antidoping non persegue alcuna finalità economica. Essa mira a preservare lo spirito sportivo (fair-play) senza il quale lo sport, anche quello di alto livello, non è più sport. - Essa inoltre mira a salvaguardare la salute degli atleti. IL DIVIETO DI DOPING RINTRA FRA LE PRIME REGOLE DEL GIOCO.

5 (segue): Trib. 30/9/2004, causa T-313/02, - Ne consegue, pertanto, che il divieto del doping si basa su considerazioni puramente sportive ed è dunque estraneo a qualsiasi considerazione economica. - Di conseguenza, alla luce della giurisprudenza della Corte di giustizia, le regole sul doping, esattamente come i regolamenti esaminati nelle vicende Walrave, Donà e Deliège, non possono rientrare nell ambito di applicazione delle norme del Trattato sulle libertà fondamentali (libera circolazione è diritto della concorrenza).

6 (segue): Trib. 30/9/2004, causa T-313/02, A nulla rileva il fatto che la regolamentazione in questione determini ripercussioni economiche nella sfera degli interessati. Le eventuali ricadute economiche di una regola che persegue finalità puramente sportive non possono far perdere a tale regola la sua caratteristica di essere una regola puramente sportiva e come tale fuori dall ambito di applicazione delle norme del Trattato.

7 C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, Meca- Medina e Majcen. Sui apporti tra diritto UE e regole sportive 1. La sola circostanza che una norma abbia un carattere puramente sportivo non sottrae tuttavia dall ambito di applicazione del Trattato la persona che esercita l attività disciplinata da tale norma o l organismo che l ha emanata.

8 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, Sui apporti tra diritto UE e regole sportive 2. Se l attività sportiva di cui trattasi rientra nell ambito di applicazione del Trattato, allora i requisiti per il suo esercizio sono sottoposti a tutti gli obblighi derivanti dalle varie disposizioni del Trattato. Ne consegue che le norme che disciplinano la detta attività devono soddisfare i presupposti per l applicazione di tali disposizioni che sono in particolare finalizzate a garantire la libera circolazione dei lavoratori, la libertà di stabilimento, la libera prestazione dei servizi o la concorrenza.

9 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, Sui apporti tra diritto UE e regole sportive 3. Quindi, nel caso in cui l esercizio di tale attività sportiva debba essere valutato alla luce delle disposizioni del Trattato relative alla libera circolazione dei lavoratori o alla libera prestazione dei servizi, occorrerà verificare se le norme che disciplinano la detta attività soddisfino i presupposti per l applicazione degli artt. 39 e 49 CE (ora artt. 45 e 56 TFUE), cioè non costituiscano restrizioni vietate dai detti articoli.

10 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, Sui apporti tra diritto UE e regole sportive 4. Del pari, nel caso in cui l esercizio della detta attività debba essere valutato alla luce delle disposizioni del Trattato relative alla concorrenza, occorrerà verificare se, tenuto conto dei presupposti per l applicazione propri degli artt. 81 e 82 CE (ora artt. 101 e 102 TFUE), le norme che disciplinano la detta attività provengano da un impresa, se quest ultima limiti la concorrenza o abusi della sua posizione dominante, e se tale restrizione o tale abuso pregiudichi il commercio tra gli Stati membri.

11 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, Sui apporti tra diritto UE e regole sportive 5. Dunque, quand anche si consideri che tali norme non costituiscano restrizioni alla libera circolazione perché riguardano questioni che interessano esclusivamente lo sport e, come tali, sono estranee all attività economica, tale circostanza non implica né che l attività sportiva interessata esuli necessariamente dall ambito di applicazione degli artt. 81 e 82 CE (ora artt. 101 e 102 TFUE) né che le dette norme non soddisfino i presupposti per l applicazione propri dei detti articoli.

12 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, Sui apporti tra diritto UE e regole sportive 6. Orbene, al punto 42 della sentenza impugnata, il Tribunale ha considerato che la circostanza che un regolamento puramente sportivo sia estraneo all attività economica, con la conseguenza che tale regolamento non ricade nell ambito di applicazione degli artt. 39 e 49 CE (ora artt. 45 e 56 TFUE) significa, altresì, che esso è estraneo ai rapporti economici che interessano la concorrenza, con la conseguenza che esso non ricade nemmeno nell ambito di applicazione degli artt. 81 e 82 CE (ora artt. 101 e 102 TFUE).

13 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, Sui apporti tra diritto UE e regole sportive 7. Ritenendo che una regolamentazione poteva dunque essere sottratta ipso facto dall ambito di applicazione dei detti articoli soltanto perché era considerata puramente sportiva alla luce dell applicazione degli artt. 39 e 49 CE (ora artt. 45 e 56 TFUE), senza che fosse necessario verificare previamente se tale regolamentazione rispondesse ai presupposti d applicazione propri degli artt. 81 CE e 82 CE (ora artt. 101 e 102 TFUE), menzionati al punto 30 della presente sentenza, il Tribunale è incorso in un errore di diritto. La sentenza deve pertanto essere annullata.

14 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, La decisione nel merito 1. Al fine di stabilire se una regola emanata da una federazione sportiva costituisce una decisione di associazione di imprese in contrasto con il diritto antitrust UE (artt. 101 e 102 TFUE) occorre tenere conto del contesto globale in cui la decisione è stata adottata o dispiega i suoi effetti e, più in particolare, dei suoi obiettivi (C. giust., 19/2/2002, Wouters).

15 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, La decisione nel merito 2. Occorre poi verificare se gli effetti restrittivi della concorrenza che ne derivano ineriscano al perseguimento di tali obiettivi e siano ad essi proporzionati (C. giust., 19/2/2002, Wouters).

16 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, La decisione nel merito 1. Contesto globale: l obiettivo generale della regolamentazione contestata è quello di combattere il doping per preservare uno svolgimento leale della competizione, le pari opportunità tra gli atleti, e la salute di questi ultimi. Per garantire l effettività del divieto di doping occorrono anche delle sanzioni che devono, pertanto, ritenersi inerenti alle regole sul doping.

17 (segue): C. giust. 18/7/2006, C-519/04 P, La decisione nel merito 2. Carattere proporzionato della misura: - Linea di demarcazione tra nandrolone-doping e nandrolone-lecito. Assenza prova contraria - Carattere eccessivo della sanzione. Non contestazione

18 LE REGOLE SPORTIVE E IL DIRITTO DELL UNIONE EUROPEA DOPO LA SENTENZA MECA-MEDINA E MAJCEN Tutte le regole sportive sono assoggettate al diritto UE A seconda dei casi tali regole potranno essere: - compatibili con il diritto UE in quanto non restrittive della libera circolazione delle persone, dei servizi o della concorrenza; - compatibili con il diritto UE in quanto, sebbene restrittive della libera circolazione delle persone, dei servizi o della concorrenza, perseguono obiettivi legittimi e gli eventuali effetti restrittivi sono proporzionati agli obiettivi perseguiti (Olympique Lyonnais); - incompatibili con il diritto UE in quanto restrittive della libera circolazione delle persone, dei servizi o della concorrenza e non giustificate da motivi legittimi oppure sproporzionate rispetto agli obiettivi perseguiti (Bosman).

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