OSSERVATORIO NORD EST. Il Nord Est e l insopportabilità delle tasse

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Transcript:

OSSERVATORIO NORD EST Il Nord Est e l insopportabilità delle tasse Il Gazzettino, 17.01.2018

NOTA INFORMATIVA L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 13-20 novembre 2017 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1086 persone (rifiuti/sostituzioni: 5927), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 2.97% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAMI-CAWI. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti. Documento completo su www.agcom.it. 2

LA VOGLIA DI SCIOPERO FISCALE È UN CAMPANELLO D ALLARME di Giancarlo Corò La leggera riduzione della pressione fiscale segnalata qualche giorno fa dall'istat (- 0,4%) è stata subito riassorbita dalla crescita delle tariffe di alcuni servizi pubblici essenziali, come energia, rifiuti, autostrade. Di conseguenza, il reddito famigliare effettivamente disponibile la parte di risorse non impegnate in tasse e spese obbligate subirà, alla fine, un'ulteriore erosione. Si spiega anche così il clima da "rivolta fiscale" rilevato da Demos & Pi per l'osservatorio Nord Est: quando sette cittadini su 10 si dicono d'accordo con lo sciopero fiscale, dovrebbe suonare un campanello d'allarme. Certo, nel confronto elettorale tutte le forze politiche stanno promettendo riduzioni di tasse e sostegni al reddito. Tuttavia, oltre a non essere per nulla chiare le coperture finanziarie, nessuno sembra davvero intenzionato a prendere in mano le tre questioni critiche della fiscalità in Italia. La prima è la struttura oramai fuori controllo della tassazione nel nostro Paese, che grava in misura sproporzionata sui redditi da lavoro (su cui deteniamo il non invidiabile primato in Europa) e poi si moltiplica in una miriade di balzelli che non rispettano né criteri di equità distributiva (essendo la maggior parte sottratti a progressività, talvolta anche a proporzionalità), né di incentivo verso comportamenti collettivamente desiderabili (come ridurre i rifiuti, non intasare le città con le nostre auto, favorire un'allocazione più efficiente degli immobili esistenti). La seconda è che il prelievo fiscale dipende dall'entità dei costi sociali da coprire: finché le pensioni rimangono oltre il 15% del Pil (contro una media europea del 12%) e un altro 4% se ne va in interessi sul debito (altro primato europeo solo dopo la Grecia), ci sono ben pochi margini per ridurre la pressione fiscale complessiva. C'è inoltre in Italia una tassazione implicita che dipende dal fatto che molti servizi pubblici sono a pagamento, mentre in altri paesi sono invece gratuiti o meno costosi. Ad esempio, in Germania non si pagano le autostrade, né le università, e l'energia costa mediamente il 30% in meno che da noi. La terza questione è l'entità patologica dell'evasione oltre 100 miliardi sottratti all'erario che nessuno ha finora cercato seriamente di contrastare. Per farlo, così come per mettere mano agli altri grandi problemi del fisco italiano, non servono promesse elettorali di corto respiro o aggiustamenti al margine che rischiano di 3

complicare ulteriormente una materia già oggi ingovernabile. I criteri guida di una riforma strutturale del fisco dovrebbero essere la semplificazione (senza escludere una flat tax sul reddito complessivo, con soglia di esclusione e appropriate deduzioni), il federalismo regionale (per ristabilire un principio di responsabilità ed efficienza istituzionale) e un maggiore coinvolgimento dell'europa (necessario per tassare i patrimoni finanziari e i giganti del web). Temi per una legislatura costituente di cui, ahinoi, non si intravvede traccia. 4

LO SCIOPERO DELLE TASSE CONVINCE SETTE SU DIECI di Natascia Porcellato Uno sciopero tributario? L idea appare tutt altro che peregrina ai cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. Secondo i dati raccolti da Demos per l Osservatorio sul Nord Est, infatti, poco meno di sette rispondenti su dieci (69%) pensano che oggi è necessario proclamare uno sciopero fiscale perché le tasse sono insopportabili. Guardando alla serie storica, possiamo osservare quanto sia radicata questa irritazione verso le imposte: nelle diverse rilevazioni effettuate in passato, infatti, la percentuale non è mai scesa sotto la soglia della maggioranza assoluta. Già nel 2007, la rivolta verso le tasse a causa del loro eccessivo carico raccoglieva il consenso del 66% dei nordestini. Quattro anni più tardi, la tensione sull argomento sembrava (almeno in parte) rientrare (57%), ma l insofferenza riprendeva slancio già nell anno successivo, quando la quota di ribelli tributari raggiungeva il 68%. Il suo punto più alto, però, lo possiamo registrare nel 2013, quando sono quasi tre nordestini su quattro (73%) a invocare lo sciopero delle imposte, salvo poi smorzarsi di qualche punto nell anno successivo (64%). Guardando all ultimo dato disponibile (69%), possiamo rilevare una certa ripresa della tensione sul tema. Chi è particolarmente sensibile all idea della serrata fiscale? Il primo dato da mettere in luce è senz altro la trasversalità di questo orientamento: nei diversi settori sociali considerati, infatti, il consenso non scende mai sotto il 50%. Il favore, però, tende a crescere soprattutto tra le donne (73%) e tra chi è in possesso di un basso livello di istruzione (76%). Territorialmente, invece, non osserviamo variazioni particolari: i rispondenti di Veneto (69%), Friuli-Venezia Giulia (68%) e della provincia di Trento (66%) sembrano unirsi all idea di questa forma di protesta. Approfondiamo il fattore generazionale. Il favore verso lo sciopero delle imposte si ferma al 61% tra gli under-25, ma è tra i giovani tra i 25 e i 34 anni che raggiunge il suo punto più alto (76%). Anche tra quanti hanno tra i 35 e i 44 anni, il valore è superiore alla media dell area (72%). Tra gli adulti, invece, la popolarità di questo orientamento appare meno estesa (62%), mentre i valori tendono a non discostarsi dalla media dell area (68-70%) tra gli over-55. 5

Consideriamo, infine, le idee delle diverse categorie socio-professionali. I più combattivi sono i disoccupati: tra di loro, infatti, il supporto alla protesta fiscale raggiunge il 94%. Anche i liberi professionisti (73%) sembrano toccati dall argomento in misura superiore rispetto a quanto registrato per la popolazione nella sua totalità. Proprio intorno al valore medio, invece, si collocano gli imprenditori e i lavoratori autonomi (69%), le casalinghe (70%) e i pensionati (71%), oltre agli operai (67%). I meno tentati dallo sciopero tributario, invece, sembrano essere i lavoratori atipici (54%) e gli studenti (58%), oltre agli impiegati e ai funzionari (61%). 6

LO SCIOPERO FISCALE? Valori percentuali di quanti si dichiarano Moltissimo o Molto accordo con l affermazione (serie storica Nord Est) Oggi è necessario proclamare uno sciopero fiscale perché le tasse sono insopportabili Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2017 (Base: 1000 casi) 7

L OPINIONE DELLE ETÀ Valori percentuali di quanti si dichiarano Moltissimo o Molto accordo con l affermazione in base alla classe d età Oggi è necessario proclamare uno sciopero fiscale perché le tasse sono insopportabili Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2017 (Base: 1000 casi) 8

LE OPINIONI DELLE PROFESSIONI Valori percentuali di quanti si dichiarano Moltissimo o Molto accordo con l affermazione in base alla categoria socio-professionale Oggi è necessario proclamare uno sciopero fiscale perché le tasse sono insopportabili Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Novembre 2017 (Base: 1000 casi) 9