Verbale del Consiglio Pastorale Parrocchiale della Comunità di Sant Abbondio in San Bonifacio Riunione del 20 aprile 2017 Giovedì 20 aprile 2017 alle ore 20,30 presso la Sala Duomo si riunisce il Consiglio Pastorale della Comunità di Sant Abbondio per esaminare e discutere il seguente ordine del giorno (come annunciato sul Bollettino Parrocchiale, Anno 23, n 16 del 16/04/2017): 1. Preghiera sul Vangelo della domenica (Gv 20,19-31); 2. Lavori di gruppo sul testo Quando una comunità può dirsi «cristiana»? presentato dal prof. Alessandro Castegnaro al Consiglio Pastorale Diocesano del 20/02/2017; 3. Comunicazioni. Presiede il Parroco don Giuseppe Miola, solo per questa riunione la moderatrice è Lucia Pavan ed il segretario verbalizzante è Silvano Perlini. Dopo la Contemplazione Corale e la proclamazione della Parola (Gv 20,19-31, l incredulità di Tommaso), il segretario legge la riflessione preparata da un membro della Segreteria. Gesù entra nella casa a porte chiuse, perché è Risorto e come tale mostra di essere vero Dio, padrone della vita e della morte: egli è il Signore. Il dono dello Spirito Santo, nel gesto del soffio, richiama l azione creatrice di Dio. E c è forza e coraggio per partire in missione, insieme al potere sovrumano di rimettere i peccati. Tommaso, l unico tra i Dodici non presente, vuole delle garanzie. E in realtà in nessuna parte del Vangelo è detto che la fede senza dubbi, granitica, sia più sicura e affidabile della fede intrecciata alle domande. Tommaso però, pur dissentendo dagli altri apostoli, non abbandona il gruppo, rimane e il
gruppo, a sua volta, non lo esclude: è un modello da seguire anche per le nostre assemblee. La Parola del Signore distrugge la presunzione, la fiducia smisurata che Tommaso ha in se stesso. Sì, assieme a Tommaso, dobbiamo inginocchiarci davanti al Risorto ed esclamare: Mio Signore e mio Dio!. Gesù all incredulo Tommaso non propone una lezione o un ragionamento: gli mostra i segni del male sul suo corpo, perché si commuova per le sue ferite e per quelle dei suoi fratelli più piccoli. Siamo credenti quando ci commuoviamo, beati non sono quelli che hanno chiaro tutto, che non sbagliano mai, che non hanno dubbi: beati sono coloro che nonostante le paure, la rassegnazione, l incertezza, credono nella forza del Vangelo e dell amore che da questo nasce. Signore noi crediamo, aiuta la nostra poca fede! La moderatrice ringrazia e passa la parola al segretario, che procede all appello: 19 sono i presenti e 15 gli assenti. Il segretario legge quindi la bozza del verbale della seduta precedente che viene approvata all unanimità. La moderatrice passa quindi al punto 2 dell o.d.g. e procede a presentare il testo del prof. Alessandro Castegnaro Quando una comunità può dirsi «cristiana»? avvalendosi di una sintesi molto efficace - da lei stessa redatta - che viene distribuita ai presenti ed allegata al presente verbale. Al termine della presentazione il Parroco esprime i più vivi complimenti a Lucia per aver saputo ottimamente sintetizzare e presentare un documento complesso. Alle 21.20 ci si divide in due gruppi per dibattere le seguenti domande preparate dalla Segreteria come traccia di lavoro: 1) La comunità è cristiana se vive relazioni fraterne. Nella nostra comunità quali sono i segni che testimoniano l attenzione e la cura dell altro? 2) Talvolta sembra che i diversi servizi pastorali competano solo alle
associazioni o a qualche laico delegato. Che ne pensiamo? 3) Chi consideriamo faccia parte della comunità cristiana, secondo noi? 4) Chi non si sente coinvolto oppure non fa parte della comunità cristiana perché di un altra confessione religiosa, può dire di noi cristiani: Vedete come ci amano? Alle 21.55 ci si riunisce di nuovo tutti insieme ed inizia la restituzione. Il relatore del primo gruppo riferisce che il lavoro è stato incentrato sulle domande 1 e 4. Vivere la comunione ed annunciare il Vangelo vuol dire porre una relazione, ma tanti vanno a Messa nel loro posto e guai a toccarlo! I segni (sia nella Liturgia che fuori di essa) rivitalizzino invece il gusto di stare insieme (anche prima e dopo il rito). I gruppi sanno esprimere solidarietà, tuttavia più nei momenti forti e meno nella normalità quotidiana. Sempre tra i gruppi affiora la tendenza a criticare altri gruppi: va assolutamente ricercato il dialogo. Per quanto riguarda i profughi presenti, i gruppi li aiutano, ma il resto della comunità sostanzialmente li ignora: dobbiamo veramente fare qualcosa! Il relatore del secondo gruppo ricorda che San Bonifacio ha manifestato anche ostilità nei confronti dei profughi presenti negli appartamenti della Parrocchia, ma i gruppi caritativi ed educativi sono veramente i nostri punti di forza! Dobbiamo porci l obiettivo che il porsi a servizio dell altro non sia proprio solo di Associazione Missionaria, MAV e San Vincenzo, ma venga fatto proprio in modo più diretto anche da altri gruppi (AGESCI, AC, Gruppi Sposi ecc.). L azione educativa di AC e AGESCI aiuti i ragazzi a comprendere l importanza del servizio. L inclusione, inoltre, avviene se noi per primi facciamo il primo passo per andare incontro all Altro. La moderatrice ringrazia tutti per le riflessioni e cede la parola ad un
rappresentante del C.P.A.E. che fa distribuire due schede ed illustra con molta perizia e minuziosamente il bilancio, approvato all unanimità da parte del Consiglio. Seguono quindi alcune spiegazioni sui criteri adottati dall Associazione Il buon samaritano nella scelta delle priorità di assegnazione degli appartamenti di propria pertinenza. Una esponente del Consiglio lancia inoltre un appello affinché i giovani cerchino di integrare maggiormente i quattro rifugiati ospitati negli appartamenti della Parrocchia, soprattutto coinvolgendoli nelle attività ricreative e sportive (sono appassionati di calcio e calcetto). La moderatrice ringrazia tutti per i preziosi interventi ed invita alla riflessione critica sulle varie attività del periodo quaresimale e della Settimana Santa. Sr. Gemmina esprime il suo ringraziamento a tutte coloro - soprattutto catechiste - che hanno collaborato alla ben riuscita (per qualità e presenze) iniziativa della Messa con la Parola per i fanciulli. Don Nicola ricorda una discreta presenza al momento di preghiera per i giovani al venerdì mattina. La Via Crucis dell Unità Pastorale ha visto una bella collaborazione nelle fasi di preparazione ed una cospicua presenza (più di 600 persone al momento dell incontro dei tre tronconi). Don Giuseppe riferisce della commozione di Sr. Ginetta Aldegheri - da lui recentemente incontrata durante il pellegrinaggio in Terra Santa - all idea che la sua comunità di San Bonifacio abbia destinato i proventi della raccolta quaresimale Un pane per amor di Dio all altrettanto Sua comunità di Effetà Paolo VI, Istituto Pontificio per la rieducazione audiofonetica di Betlemme. Don Stefano riferisce di essere stato particolarmente colpito dal segno della
ripartizione nelle tre Parrocchie dell U.P. degli Apostoli della Lavanda dei Piedi (nonostante qualche sfasatura oraria ). Vengono infine ricordati alcuni appuntamenti: Celebrazione della Prima Eucarestia: 30 aprile e 7 maggio in Duomo; 30 aprile e 7 maggio a Prova; 14 maggio in Praissola. Il 3 giugno il diacono don Stefano verrà ordinato sacerdote e celebrerà la sua prima Messa a Monticello Conte Otto, suo paese natale, il giorno dopo, domenica 4 giugno; la prima Santa Messa in San Bonifacio la domenica successiva, 11 giugno. Esauriti i punti all o.d.g. la moderatrice ed il Parroco ringraziano tutti per la partecipazione, ed alle ore 22.50 la seduta è tolta dopo la recita di un Ave a Maria, Madre della Chiesa e madre nostra. Il segretario Il Presidente...... In allegato: - Sintesi del Quando una comunità può dirsi «cristiana»? presentato dal prof. Alessandro Castegnaro al Consiglio Pastorale Diocesano del 20/02/2017; - Due schede sul bilancio parrocchiale.