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Ss. Andrea Dung-Lac e comp., martiri (memoria) sabato 24 novembre XXXIII settimana del tempo ordinario - I settimana del salterio Introduzione la preghiera O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio che è che era e che viene, per i secoli dei secoli, amen. Alleluia. Inno (CFC) Per la misura smisurata di tanta immensità, tu ci manchi Signore. Nel profondo del nostro cuore un posto resta segnato da un vuoto, una ferita. Per l infinita tua presenza il mondo allude a te, perché tu l hai formato. Ma esso geme come in esilio e grida per il dolor di non provare che il tuo silenzio. Dentro il tormento dell assenza e proprio lì Signor, a noi vieni incontro. Tu non sei per noi sconosciuto ma l ospite più interno che si mostra in trasparenza. Salmo cf. Sal 35 (36) Signore, il tuo amore è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi, la tua giustizia è come le più alte montagne. Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio! Si rifugiano gli uomini all ombra delle tue ali, si saziano dell abbondanza della tua casa: tu li disseti al torrente delle tue delizie. 239

È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. Riversa il tuo amore su chi ti riconosce, la tua giustizia sui retti di cuore. Non mi raggiunga il piede dei superbi e non mi scacci la mano dei malvagi. Ecco, sono caduti i malfattori: abbattuti, non possono rialzarsi. Ripresa della Parola di Dio del giorno «Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui» (Lc 20,38). Cantico di Zaccaria o di Maria o di Simeone (vedi bandella) Lode e intercessione Rit.: O Dio dei viventi, sostieni i tuoi figli! Tutti quelli che vivono la persecuzione a causa della giustizia e delle discriminazioni di ogni genere. Tutti quelli che testimoniano con coraggio il senso della Pasqua. Tutti quelli che vivono abbandoni e lutti, in un dolore senza speranza. Padre nostro Orazione (vedi Colletta) 240

sabato 24 novembre - S. Andrea Dung-Lac e comp., martiri la messa antifona d ingresso cf. Gal 6,14; 1Cor 1,1 Non ci sia per noi altra gloria che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo. La parola della croce per noi che siamo stati salvati è potenza di Dio. colletta O Dio, origine e fonte di ogni paternità, che hai reso fedeli alla croce del tuo Figlio fino all effusione del sangue i santi Andrea Dung-Lac e compagni martiri, per la loro comune intercessione fa che diventiamo missionari e testimoni del tuo amore fra gli uomini, per chiamarci ed essere tuoi figli. Per il nostro Signore Gesù Cristo prima lettura Ap 11,4-12 Dal libro dell Apocalisse di san Giovanni apostolo A me Giovanni, fu detto: «[Ecco i miei due testimoni]». 4 Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. 5 Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male. 241

6 Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno. 7 E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. 8 I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso. 9 Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. 10 Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. 11 Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. 12 Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano. Parola di Dio. 242

sabato 24 novembre - S. Andrea Dung-Lac e comp., martiri salmo responsoriale 143 (144) Rit. Benedetto il Signore, mia roccia. oppure: Sei tu, Signore, mio rifugio e mia salvezza. 1 Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia. Rit. 2 Mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido, colui che sottomette i popoli al mio giogo. Rit. 9 O Dio, ti canterò un canto nuovo, inneggerò a te con l arpa a dieci corde, 10 a te, che dai vittoria ai re, che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua. Rit. canto al vangelo cf. 2Tm 1,10 Alleluia, alleluia. Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. Alleluia, alleluia. 243

vangelo Lc 20,27-40 Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, 27 si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi i quali dicono che non c è risurrezione e gli posero questa domanda: 28 «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29 C erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30 Allora la prese il secondo 31 e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32 Da ultimo morì anche la donna. 33 La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l hanno avuta in moglie». 34 Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35 ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36 infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37 Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38 Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». 39 Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40 E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore. 244

sabato 24 novembre - S. Andrea Dung-Lac e comp., martiri preghiera sulle offerte Accogli, o Padre, i doni che ti presentiamo nel ricordo della passione dei santi martiri vietnamiti; dona anche a noi fra le avversità del mondo la grazia di una fortezza intrepida e trasformaci in offerta a te gradita. Per Cristo nostro Signore. antifona alla comunione Mt 5,10 Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. preghiera dopo la comunione Signore Dio nostro, che nella celebrazione dei santi martiri Andrea e compagni ci hai nutriti dell unico pane eucaristico, concedi di perseverare unanimi nella tua carità per ottenere il premio eterno riservato a quanti soffrono per la fede. Per Cristo nostro Signore. per la riflessione Viventi I sadducei si avvicinano a Gesù con l intenzione di gettare un ombra di sfiducia sulla fama di cui ormai gode presso la gente, inventandosi una complicata questione attorno al tema della fede nella «risurrezione» (Lc 20,27) dai morti. Questa convinzione, ampiamente diffusa presso il gruppo giudaico dei farisei, era con- 245

divisa da Gesù pur non facendo strettamente parte del deposito di fede del Pentateuco, a cui invece si atteneva rigidamente la fazione dei sadducei. La risposta con cui Gesù replica al racconto provocatorio della donna che ha avuto sette mariti, che «morirono senza lasciare figli» (20,31), costringe i suoi interlocutori a interrogarsi su due punti. Citando il vertice spirituale della tradizione ebraica, che coincide con la rivelazione del Nome a Mosè sul Sinai, Gesù pone subito la scure alla radice di ogni problema teologico che può affliggere o turbare il cuore dell uomo: «Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui» (20,38). L argomentazione di Gesù sembra voler ricordare, a quanti sono tentati di non credere a una possibilità di vita dopo la morte, che il punto da verificare con cura non è tanto «di chi sarà» (20,33) la nostra vita, quando avremo attraversato l esperienza del morire a cui sono destinati tutti «i figli di questo mondo» (20,34). Il vero punto su cui fare un serio discernimento, già «indicato anche» da «Mosè a proposito del roveto» (20,37), è di chi è la nostra vita ora: di un Dio dei morti o di un Dio dei viventi? La seconda pista di riflessione che Gesù propone riguarda un tema inerente alla vita e al nostro modo di percepirla e accoglierla: «Quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio» (20,35-36). Se nella 246

sabato 24 novembre - S. Andrea Dung-Lac e comp., martiri vita presente il modo ordinario di guardare in faccia la morte è quello di generare la vita attraverso relazioni d amore sebbene attraverso la riproduzione umana non ci sia, in realtà, alcun superamento della morte nella vita futura l amore non avrà più alcun legame con la necessità del possesso. In parole più semplici, il Signore Gesù costringe i suoi interlocutori a verificare quanto il loro modo di pensare al dono dell esistenza presente e futura sia compatibile con la logica della Pasqua, dove non si ha più il bisogno di mettere la firma da nessuna parte, perché tutto è vissuto secondo una logica filiale. Il testo dell Apocalisse presenta la figura di due personaggi paragonati a «due olivi» e a «due candelabri» (Ap 11,4) a cui è affidato un importante «ministero profetico» (11,6). Al di là delle interpretazioni che lungo la storia della Chiesa sono state offerte per queste due figure, possiamo semplicemente cogliere il loro simbolismo come un icona del destino pasquale a cui va incontro la vita di ogni battezzato: «E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà» (11,7). Per chi entra nella morte segnato da una vita filiale, la risurrezione non è più un concetto, ma un esperienza in cui si compie il passaggio da questo mondo al Padre, da una vita di solitudine e di egoismo a una comunione di libertà nell amore. Con questo intreccio di visioni e di argomentazioni, la liturgia ci ricorda che la nostra vita come figli di Dio matura solo quando siamo così amanti della vita che 247

le nostre scelte non si pongono più come fuga dal male e dalla morte, bensì come fiducia che la risurrezione possa essere non solo un destino, ma anche un grembo da cui sgorga la possibilità di offrire liberamente la propria vita. Per non morire più, ma restare viventi in eterno. Signore Gesù, tu sei oggi il Dio di noi viventi, perché dopo la tua risurrezione né fallimenti né incomprensioni possono toglierci la vita. Aiutaci a recuperare questa fiducia, quando la perdiamo. Rendici capaci di vivere da figli di Dio, liberi di prendere la vita che in mille modi ci doni, liberi di offrirla per testimoniare che proprio così non ci verrà a mancare. Cattolici Andrea Dung-Lac e compagni, martiri (XVIII-XIX sec.). Ortodossi e greco-cattolici Memoria dei nostri santi padri e ieromartiri Clemente di Roma (sotto Domiziano, 81-96) e Pietro di Alessandria (312); Massimo di Mosca, folle per Cristo (1547 ca.). Copti ed etiopici Menas il Taumaturgo, martire (III-IV sec.). Luterani Giovanni Ecolampadio (1531) e John Knox (1572), riformatori. Sikh Martirio del guru Tegh Bahadur Sahib. 248