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Transcript:

Avvicinamento: da Macugnaga salire in funivia (o a piedi!) al Monte Moro: in estate, nei fine settimana, prima corsa a salire alle 8.00, ultima a scendere alle 16.30. Uscendo dalla funivia dirigersi a destra (indicazioni per il Rifugio Oberto). Scendere leggermente lasciando a destra il rifugio, e risalire seguendo il percorso di uno skilift. Da qui è già ben visibile sulla sinistra la pietraia di discesa. Dall'arrivo dello skilift scendere nel vallone retrostante su pietraia, aggirando verso sinistra la base dello Joderhorn, ed ignorando un evidente ometto che si vede stagliarsi su una delle creste: bisogna rimanere molto più in basso, almeno di un centinaio di metri. Aggirata la base dello Joderhorn, si risale per sfasciumi e roccette alla bocchetta di Staffa, che è l'intaglio più a sinistra e più piccolo di quelli visibili, distinguibile per la presenza di un paletto. (1h00) Discesa: facile, per pietraia e detriti, scendendo verso gli impianti (ometto alla base del pendio, alla fine della zona di pietraia). Rispetto alla direzione di salita, si scende sul retro della cima un po' verso sinistra. (0h45 alla funivia) Difficoltà: D, max V (un passaggio). Sviluppo: 10 lunghezze di corda, per 235 metri di dislivello. Attrezzatura: soste per lo più attrezzate (spit e chiodi) o facilmente attrezzabili, qualche sosta su spit singolo. In via chiodi e spit, utili comunque friend/dadi medio-grossi. Esposizione: sud-est. Tipo di roccia: granito. Periodo consigliato: estate. Tempo salita: 3h00. Primi salitori: T. Micotti, G. Rognoni, primavera 1964. Riferimenti bibliografici: Crosa Lenz P., Manoni F, Alpinismo in Valdossola, Grossi - Domodossola, 2002 Kompass n 88 - Monte Rosa CNS n 284S - Mischabel Relazione Lunghezza 1, III: traversare a sinistra per cengia orizzontale (spit) e salire un diedro di una decina di metri (1 chiodo di passaggio), fino ad uscirne ad una comoda sosta. Lunghezza 2, IV, V: spostarsi a sinistra e salire per uno stretto caminetto (da proteggere). Proseguire per qualche metro più semplice (sosta possibile, saltare) fino ad un diedro leggermente appoggiato, con una fessura/lama di fondo: chiodi nella fessura o spit a fianco (sic!). Salire il diedro fino a raggiungere una nicchia, da cui si esce con difficoltà, stando leggermente a sinistra. Lunghezza 3, III, III+: salire per diedro appoggiato, semplice. Al suo termine traversare a destra fino a prendere un altro diedro (chiodo). Prima del suo termine uscirne a destra (più semplice), salendo su un'ampia terrazza. Leggendo varie relazioni sembrerebbe che esistano anche altre soluzioni per uscire alla terrazza, ma questa ci è sembrata la più logica. Spostarsi a sinistra, andando a sostare su 1 chiodo ed un sasso incastrato (avvolgere con un cordino). Lunghezza 4, IV: con difficile movimento salire su un lastrone. Spostarsi di un paio di metri (spit) e salire per placca fessurata (chiodi) (in alto a sinistra è visibile il cavetto di un friend o dado: ignorare!) uscendo poi a sinistra sullo spigolo (chiodo di passaggio). Lunghezza 5, III: partenza atletica, poi per rocce più semplici ad un successivo terrazzo. Sosta possibile su uno spit: il tiro è piuttosto breve, e si può proseguire direttamente con la lunghezza successiva. In questo caso rinviare lungo lo spit o saltarlo. Lunghezza 6, IV: salire per fessura ben gradinata: due chiodi. Dopo il secondo chiodo traversare a destra anzichè proseguire direttamente, salire, ed entrare in un diedro. Seguire il diedro, aggirare sulla destra un masso sporgente, risalire poi per massi fino a sostare su due spit da collegare. Lunghezza 7, II, passo di IV+: per rocce semplici si sale sulla cresta, ora orizzontale. Si sale un breve diedro (cordone) ed un breve ma ostico camino: difficile stando all'interno, più semplice rimanendo un po' esterni o, all'inizio, fuori a sinistra. Sosta poco sopra su fettuccia. Lunghezza 8, II, III: ancora per cresta orizzontale e poi per blocchi e diedrini, fino ad una sosta su uno spit. Lunghezza 9, III+: per placca compatta, poi la cresta si abbatte di nuovo. Proseguire fino ad una parete e sostare su massi incastrati (sulla parete il corpo di uno spit, senza piastrina). Lunghezza 10, IV, III+: la parete si presenta compatta, ma solcata da una fessura che parte ad alcuni metri da terra, e sale obliquamente da destra a sinistra e poi da sinistra a destra. Partenza atletica su alcuni gradini, fino a prendere la fessura che si sale facilmente. Ancora più agevole il tratto obliquo da sinistra a destra. Spit. Si prosegue poi dritti. qui terminano le difficoltà, si aggira a destra un gendarme e si sosta su massi incastrati. Pochi metri più sopra una croce e la vetta. Variante, IV: volendo si può anche salire il gendarme, frontalmente compatto, ma fessurato sul suo lato destro. Dalla cima scendere poi per placca e attraversare un intaglio, andando infine ad attrezzare una sosta su massi incastrati. Note: bella roccia, che richiede un minimo di abitudine. Via complessivamente tranquilla, con difficoltà concentrate nel secondo tiro, peraltro ben chiodato. Molto bello il sesto tiro, con la fessura che diventa poi diedro, ed il decimo, con la fessura obliqua, più semplice di quanto sembri guardandola dal basso. Panorami grandiosi sul gruppo del

Rosa. Attenzione agli orari della funvia e alla quota: se si copre fa freddo! Aggiornamento: relazione a cura di Riccardo Girardi, 30 luglio 2006.

Lo Joderhorn sulla sinistra (via di discesa) e lo skilift da risalire nell'avvicinamento L'attacco della via alla bocchetta di Staffa (l'intaglio in cresta a sinistra) Volendo è percorribile anche il primo avancorpo, di solito evitato

Il diedro della prima lunghezza

Cinzia nella nicchia al termine della seconda lunghezza

La magnifica fessura della sesta lunghezza

Massimo sul gendarme finale (variante)

Il libro contiene la narrazione del Raid Scialpinistico svoltosi nel 2015 per celebrare i 40 anni della Scuola Guido Della Torre. Maggiori informazioni su http://www.nomosedizioni.it/spaziobianco