L introduzione solenne del racconto della cena appare per un lato laconica come un titolo, per altro lato eloquente come una sintesi.

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Transcript:

Signore, ascolta: Padre, perdona! Fà che vediamo il tuo amore. Parrocchia di san Simpliciano - Meditazioni di Quaresima La Passione del Signore secondo Giovanni La lavanda dei piedi (Gv 13) A te guardiamo, Redentore nostro, da te speriamo gioia di salvezza, fà che troviamo grazia di perdono. Ti confessiamo ogni nostra colpa, riconosciamo ogni nostro errore e ti preghiamo: dona il tuo perdono. «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» L introduzione solenne del racconto della cena appare per un lato laconica come un titolo, per altro lato eloquente come una sintesi. Si tratta dell ora di Gesù: più volta annunciata. Ogni volta che era ripetuto, quell annuncio segnalava l incompiutezza dell opera di Gesù appena ricordata e quindi anche la sua sospensione. Per esempio: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora. (7,30) Quando finalmente viene l ora, essa porta a compimento l opera precedente: la raccoglie e rimedia alla sua incompiutezza. L ora di cui qui si parla è quella della passione. Ma il gesto del quale subito si dirà, quello della cena, non è ancora la passione; è il gesto mediante il quale il senso della passione è espresso e per così dire consegnato ai discepoli. Giovanni omette la menzione del gesto del pane e del vino, e affida invece alla lavanda dei piedi il compito di valere come consegna che Gesù realizza di sé ai discepoli. Preghiamo O Dio, che ogni giorno ci raccogli per celebrare la santa Cena nella quale il tuo unico Figlio, prima di consegnarsi alla morte, affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore, rinnova a noi il dono del tuo Spirito, perché dalla partecipazione a così grande mistero attingiamo pienezza di carità e di vita. Per Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio, Il dramma della passione sarà narrato da Giovanni nei cc. 18-19. Il senso del dramma è anticipato nel c. 13. I successivi cc. 14-17 contengono le istruzioni testmanetarie di Gesù e la sua preghiera sacerdotale: essi sono quasi come una drammatizzazione della presenza del Signore paziente accanto alla sua Chiesa, fino alla fine del mondo. Il c. 13 è scandito in questi tre momenti: A/ la lavanda dei piedi, B/ l annuncio del tradimento di Giuda, C/ la prima enunciazione del comandamento nuovo. A/ Lavanda dei piedi Il gesto della lavanda dei piedi è sorprendente. È chiaramente il gesto del servo. Perché Gesù lo compie? Il racconto del gesto è subito accompagnato da due spiegazioni. La prima è proposta nella forma di un dialogo tra Gesù e Simon Pietro, e appare chiaramente come un dialogo senza comprensione. La seconda spiegazione è invece data da Gesù a tutti, a bocce ferme. La prima spiegazione mette in rilievo l aspetto per il quale la lavanda (la passione) è segno della cura di Gesù per i suoi. La seconda spiegazione mette invece in rilievo come quel gesto dia forma al comandamento nuovo, insistentemente proposto nei cc. successivi, quello dell amore fraterno. Esso dovrà essere a imitazione del maestro, dunque nella forma del servizio.

Il gesto Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l asciugatoio di cui si era cinto. La formulazione appare molto accurata. Il momento è quello della cena, dunque quello che per natura sua esprime nella maniera più esplicita l alleanza fraterna. La cena però era finta. Il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda di tradirlo. Gesù sapeva di tale disegno di Giuda, come subito poi sarà detto. E tuttavia questa consapevolezza non trattenne Gesù dal celebrare la cena. Gesù sapeva che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava. Gesù sapeva che la sua incauta dedizione, quella sua dedizione che aveva di che apparire addirittura tragica, sarebbe stata in realtà vincente. Già in questo particolare della narrazione Giovanni sottolinea la sovranità di Gesù nella sua passione. Che anche di una passione si tratti, dunque di una cosa patita, non pregiudica la verità più profonda: attraverso quella passione si realizza la signoria voluta dal Padre per il Figlio. Si alzò dunque da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Dialogo con Simon Pietro: prima interpretazione Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi». Venne anche da Giuda, ma non è detto che abbia fatto domande. Venne da Simon Pietro e invece è detto che obiettò: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Gesù non tenta di convincere Simon Pietro francamente gli dice: Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo. Ma Simon Pietro non è disposto a tollerare che Gesù faccia nei suoi confronti quello che egli non capisce, e perentoriamente dichiara un ultimatum: Non mi laverai mai i piedi! Gesù pare arrendersi al rifiuto di Pietro; solo gli fa sapere che, se non gli laverà i piedi, egli non potrà avere parte con Gesù. A quel punto Simon Pietro gli disse: Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo! Tanto contava per Pietro aver parte con Gesù. Dunque, la comunione con Gesù è per Pietro obiettivo assolutamente irrinunciabile; ma quell obiettivo, pure irrinunciabile, non riesce a dare un ordine e una forma a tutti gli altri desideri di Pietro. Quando è messo in dubbio quella comunione Pietro cede, rinuncia a tutto, accetta che gli siano lavati non solo i piedi, ma anche le mani e il capo. È una resa però, non un obbedienza. Gesù vuole la sua obbedienza. Per questo soggiunse: chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo. Ad una cena solenne gli invitati andavano avendo già fatto il bagno, certo; e tuttavia l ultimo tratto di cammino, quello per entrare nella stanza della tavola comune, bastava a sporcare i piedi. I servi del banchetto lavavano soltanto i piedi. C è però al solito un altro significato, che sta oltre la verità superficiale delle parole di Gesù. Essi sono già mondi, non perché hanno fatto il bagno, ma perché sono stati insieme al Maestro per tutti quei giorni, e addirittura quegli anni; in tutti i suoi cammini. Nel vangelo di Luca Gesù dice agli undici: Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno. Appunto la loro precedente perseveranza è come un bagno che li rende mondi. E tuttavia rimane quell ultimo pericoloso cammino, nel quale essi tutti si sporcheranno i piedi. Con la lavanda rituale Gesù anticipa il senso della sua passione imminente. seconda interpretazione Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. Sapete ciò che vi ho fatto?

L interrogativo si riferisce in prima battuta al gesto della lavanda dei piedi, certo. Ma attraverso la lavanda dei piedi l interrogativo si riferisce a tutto quello che Gesù ha fatto e detto fino a quel momento. Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine: per comprendere ciò che egli si accinge a fare alla fine, è indispensabile rivedere tutto il cammino precedente. La protesta di Simon Pietro, appena prima riferita, mostrava con evidenza come egli non avesse compreso; tutti loro non avevano compreso quel che Gesù aveva fatto loro, e per loro. Essi dovranno tornare con la memoria ai suoi gesti; dovranno così entrare nella verità del loro discepolato; dovranno entrare nel mistero di un cammino, che in prima battuta essi hanno percorso ignari. La scansione dei tempi, che si realizza nel caso del cammino dei discepoli al seguito del Maestro, rivela la scansione dei tempi che vige nella vita di tutti noi. C è un primo cammino ignaro, percorso per usare l immagine antica dell esodo quasi portati su ali di aquila. Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Questa appunto è la forma del primo cammino. Il secondo non sia aggiunge al primo, ma è la ripresa libera del primo. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, soltanto se vorrete, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli. I figli di Israele, dopo aver salutato con gratitudine addirittura entusiasta la lor liberazione dell Egitto, dalla terra di schiavitù, molte volte espressero rammarico per ave iniziato quel cammino. Presto anche Simon Pietro e gli altri rinnegheranno Gesù, e dopo averlo seguito con entusiasmo mostreranno di non aver capito quello che egli ha fatto per loro. Attraverso la passione, al di là dello smarrimento provvisorio, dovranno volgersi indietro e apprendere, attraverso la memoria, la verità impegnativa per il futuro del cammino percorso in passato. Canto n. A18 Nella memoria B/ Predizione del tradimento Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «E` colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte. Gesù fu profondamente turbato. Se mi avesse insultato un nemico, l avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. Ma sei tu, mio compagno, mio amico e confidente; ci legava una dolce amicizia, verso la casa di Dio camminavamo in festa. Dunque Gesù fui profondamente turbato e disse: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». La parola di Gesù produce l effetto incongruo di rendere i discepoli sospettosi gli un i nei confronti degli altri; si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Il circolo vizioso del sospetto reciproco è rotto dal discepolo che Gesù amava; egli si trovava a tavola al fianco di Gesù e Simon Pietro con un cenno e gli chiese di interrogare il Maestro: Dì, a chi si riferisce? Giovanni in effetti, reclinandosi così sul petto di Gesù, gli chiese chi fosse. E Gesù rispose, ancora con un gesto; dando un boccone intinto nel piatto comune a Giuda. Il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda di tradirlo; ma soltanto in quel momento entrò in lui. Quello che tutti vedono da fuori non rivela ciò che accade dentro, dietro il velo della recita sociale. Gesù gli disse: Quello che devi fare fallo al più presto. Ma nessuno dei commensali capì quanto grave fosse la

cosa detta da Gesù; c erano mille modi per intendere le parole di Gesù come banali, assai poco gravi. Alcuni infatti pensavano che, siccome Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto di comprare quello che ci occorreva per la festa. Altri pensarono che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Giovanni interpreta: proprio attraverso quel boccone, che avrebbe dovuto essere il segno della comunione, Giuda è scomunicato: subito uscì e si trovò solo nella notte. Chi mangia e beve in degnamente, mangia e beve la propria condanna.. Nella liturgia in Coena Domini leggeremo il libro di Giona, e all interno del breve libretto anche la preghiera del profeta nel ventre del pesce. La discesa di Giona nel ventre del pesce offre una rappresentazione efficace della passione di Gesù come perdita della terra sotto i piedi. Viene a mancare la terra sotto i piedi soprattutto quando l amico tradisce. Appunto l amicizia è come una terra sulla quale riposare sicuri. L affidabilità del discepolo che Gesù amava fu per lui come un parziale rimedio alla solitudine della Cena. Nessuno dei commensali capì, se non quel discepolo. Come quel discepolo dobbiamo diventare tutti, sedendo a mensa con Gesù. Partecipiamo alla sua invocazione dall abisso, dal grembo del pesce, con il cantico di Giona. Sorgi, Signore, e salvami nella tua misericordia Nella mia angoscia ho invocato il Signore ed egli mi ha risposto; dal profondo degli inferi ho gridato e tu hai ascoltato la mia voce. Mi hai gettato nell abisso, nel cuore del mare, e le correnti mi hanno circondato; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. Io dicevo: Sono scacciato lontano dai tuoi occhi; eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio. Le acque mi hanno sommerso fino alla gola, l abisso mi ha avvolto, l alga si è avvinta al mio capo. Sono sceso alle radici dei monti, la terra ha chiuso le sue spranghe dietro a me per sempre. Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita, Signore, mio Dio. Quando in me sentivo venir meno la vita, ho ricordato il Signore. La mia preghiera è giunta fino a te, fino al tuo santo tempio. Quelli che servono idoli falsi abbandonano il loro amore. Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio e adempirò il voto che ho fatto; la salvezza viene dal Signore. Gloria Sorgi, Signore, e salvami nella tua misericordia C/ Istruzione ai discepoli: inizio dei discorsi di addio Il comandamento nuovo Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche

voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». Questi ultimi versetti del c. 13 sono l inizio dei lunghi discorsi di commiato di gesù, che si prolungheranno per tre capitoli (14-16). I contenti sono tre: l avvertimento del pericolo, la promessa dell altro consolatore, l istruzione ovvero il comandamento nuovo. Appunto il comandamento nuovo è annunciato subito in questo inizio. L uscita di Giuda dalla stanza è interpretata da Gesù in conformità ad uno stilema ricorrente, il paradosso quasi fosse il momento stesso della glorificazione del Figlio dell uomo. L uscita di Giuda corrisponde al tradimento, dunque alla consegna di Gesù. Consegnato nelle mani del Sinedrio, poi nelle mani di Pilato, il Figlio dell uomo sarà innalzato sulla croce: appunto attraverso tale innalzamento sulla croce Gesù regna; innalzato Gesù è glorificato. Attraverso la gloria del Crocifisso è restaurata la gloria stessa di Dio, prima offuscata dai suoi inattendibili interpreti del tempio. Distruggete questo tempio e in tre giorni ne edificherò uno nuovo. La croce istituisce certo una di provvisoria ragione distanza tra Gesù e i discepoli: Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Come già i Giudei avevano cercato per Gesù una gloria diversa da quella pensata da Dio, così anche i discepoli, Ad essi tuttavia Gesù insegna una via, la quale consentirà di seguirlo e di mantenere il contatto con lui: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato. La via nuova è il comandamento nuovo. Dall inizio la legge era stata l istruzione necessaria per proseguire nel deserto un cammino iniziato come per miracolo. Il comandamento dell amore è appunto l istruzione che consente di proseguire il cammino che i discepoli hanno miracolosamente percorso al seguito di Gesù nei giorni della sua vita sulla terra. La formulazione del comandamento di amare non è più quella antica: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma questa nuova, amatevi gli uni gli altri come vi ho amato io. Per capire il comandamento nuovo i discepoli debbono entrare nel suo amore. Sapete quello che vi ho fatto?. Dovranno anch essi amare nella forma del servire. Attraverso il loro servizio reciproco, tutti sapranno che essi sono discepoli di Gesù. Così anch essi glorificheranno il Figlio dell uomo. Canto n. 12 Dov è carità e amore, qui c è Dio Il rinnegamento di Simon Pietro Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m abbia rinnegato tre volte». PREGHIERE DEI FEDELI Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine; conceda anche a noi di conoscere la nostra ora, l ora della decisione, nella quale occorre confermare con il dono della vita i rapporti di amore stretti attraverso il lungo cammino precedente, preghiamo Simon Pietro stenta ad accettare che Gesù gli lavi i piedi; non se ne rende conto,, ma la sua resistenza a quel gesto è segno della sua resistenza alla passione di Gesù; Gesù gli promette una comprensione futura; conceda oggi a tutti noi questa comprensione, preghiamo Sapete ciò che vi ho fatto? Comprendere la passione di Gesù, comprendere il suo servizio umiliante, è la condizione perché lo si possa imitare; il Signore ci conceda in questa prossima celebrazione della Pasqua dio comprendere quello che ci ha fatto, preghiamo

Gesù non considerò il tradimento di giuda come una smentita della sua opera, ma piuttosto come il compimento; aiuti tutti noi a non essere fermati nell alleanza con i fratelli dalle nostre esperienze deludenti, preghiamo Ricòrdati, Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, non dubitò di consegnarsi alla sua passione e ora vive e regna con te, nell unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli Se tu mi accogli, Padre buono, Se nell angoscia più profonda, prima che venga sera, quando il nemico assale, se tu mi doni il tuo perdono, se la tua grazia mi circonda, avrò la pace vera; non temerò alcun male; ti chiamerò, mio Salvatore, t invocherò, mio Redentore, e tornerò, Gesù, con te. e resterò sempre con te.