1. Una comunità con la gioia di crescere e di operare con entusiasmo a vantaggio di tutti



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Il Vescovo di Crema Alla Comunità Cristiana che è in Casaletto Vaprio, al parroco, don Achille Viviani, ai membri del consiglio pastorale, alle catechiste, ai diversi gruppi impegnati. Sono passate alcune settimane dai giorni della mia visita pastorale, tenuta nella vostra parrocchia da mercoledì 5 a domenica 9 maggio 2010. Rivivo con voi, nella gioia e nella gratitudine, i diversi momenti celebrativi, gli incontri di gruppo per categorie, le visite tanto attese dai malati e dagli anziani nelle loro abitazioni: sono stati tutti appuntamenti importanti, perché hanno voluto significare per voi un momento di incoraggiamento e di sostegno e per me una occasione per testimoniare la mia vicinanza alla vostra Comunità e a ciascuno di voi in particolare. Vi invio ora alcuni appunti che vi confermeranno nel cammino intrapreso e che userete come apripista verso ulteriori mete che il Signore ha preparato per voi. 1. Una comunità con la gioia di crescere e di operare con entusiasmo a vantaggio di tutti Vi confido innanzitutto il mio ammirato stupore nell aver constatato un volto diverso dall immagine di Comunità parrocchiale che mi attendevo, sulla base di altri momenti precedenti. Ho sperimentato, infatti, una dimensione nuova e sorprendente: il vostro comune entusiasmo, la gioia di appartenere a una Comunità di fede, nella quale tutti hanno un posto e possono svolgere un ministero prezioso, in virtù del comune Battesimo

ricevuto. E a questo sacramento fondamentale che dobbiamo far riferimento per costruire la Comunità cristiana. Esso ci accomuna nella medesima dignità di figli, amati da Dio e preziosi ai suoi occhi e al suo cuore di Padre. Nello stesso tempo è il Battesimo che ci inserisce nel popolo di Dio come fratelli, per esercitare, ciascuno con i suoi doni, la medesima chiamata ad essere a servizio del mondo, testimoni dell amore di Dio. Approfondite la vostra fede scoprendo sempre più la dimensione comunitaria: essa ci permette di sentirci un cuor solo e un anima sola, inseriti dentro il popolo di Dio, evitando ogni individualismo. E all interno del popolo di Dio che ciascuno fa risuonare il suo eccomi!, a partire dalla propria vocazione e dai doni di grazia di cui è investito, per il bene di tutto il Corpo che è la Chiesa. 2. Il veloce passaggio dalla fede come tradizione alla fede come scelta personale Assieme alla gioia di sentirsi Comunità cristiana, amati per grazia da Dio Padre, che ci raduna in Cristo come suo popolo santo, animati dalla grazia dello Spirito, si avverte nella vostra comunità, alla luce dell ambiente secolarizzato che tutti respiriamo, la percezione che per vivere la vita cristiana non è più sufficiente l appartenenza formale alla comunità. Non basta più, per essere cristiani, una fede di tradizione: occorre una fede che è accoglienza libera del dono di Dio, cioè scelta fatta propria da ciascuno, consapevole di appartenere al popolo di Dio. La presenza in paese di persone appartenenti a diverse religioni, o anche di cristiani che hanno abbandonato la fede e non frequentano più la comunità parrocchiale, dà modo di riflettere come sia urgente per ciascuno di noi battezzati non dare più per scontata la fede cristiana. Essa cresce solo se la si coltiva, ossia se si accetta liberamente il dono di Dio e si è disposti a impegnarsi con fedeltà nel cammino cristiano. Lungi dal giudicare chi non vive la fede cristiana o l ha abbandonata, siate consapevoli del dono ricevuto e cercate di crescere in esso. Fondamento della vita cristiana e dell appartenenza alla comunità è la celebrazione eucaristica domenicale. La partecipazione all Eucaristia sia veramente, per ogni battezzato, il cuore della domenica: un impegno irrinunciabile, da vivere non solo per assolvere a un precetto, ma come bisogno per una vita cristiana veramente consapevole e coerente. In molte regioni i cristiani sono o stanno per diventare un piccolo gregge. Ciò li pone dinanzi alla sfida di testimoniare con maggior forza, spesso in condizione di solitudine e di difficoltà, gli aspetti specifici della propria identità. Il dovere della partecipazione eucaristica ogni domenica è uno di questi. L eucaristia domenicale, raccogliendo settimanalmente i

cristiani come famiglia di Dio intorno alla mensa della Parola e del Pane di vita, è anche l antidoto più naturale alla dispersione. 1 3. Il consiglio pastorale, come osservatorio della realtà; con capacità propositiva e di coordinamento: un modo nuovo di essere laici; impegnati in modo attivo e responsabile La fede, quindi, non è un affare privato tra Dio e noi, individualmente presi. Dio ci raggiunge con i suoi doni attraverso la Chiesa, corpo di Cristo, di cui noi facciamo parte con il Battesimo e la Cresima. Mediante l Eucaristia, poi, diveniamo un solo corpo con Lui e tra di noi. Siamo un solo Corpo in Cristo: questo dono è frutto di una chiamata ricevuta, ma esige anche un impegno nell accoglierla e nel valorizzarla. Nulla deve temere il cristiano quanto l essere separato dal Corpo di Cristo. Se infatti si separa dal Corpo di Cristo, non è Suo membro; se non è Suo membro, non è alimentato dal Suo Spirito! 2 Lo Spirito Santo è presente nella Chiesa con i suoi doni e li distribuisce a ciascuno a vantaggio di tutti. Da qui la necessità di sentirci parte del Corpo di Cristo, la Chiesa, e di contribuire alla sua crescita, mediante forme di partecipazione, che ci rendono attivi e corresponsabili. Una di queste forme di partecipazione è il Consiglio pastorale parrocchiale, organismo che non deve mancare in ogni comunità cristiana. L avvio del consiglio pastorale parrocchiale potrebbe essere per voi un primo, concreto frutto della visita pastorale, segno anche della testimonianza e del servizio dei laici nella crescita della comunione e della missione della Chiesa. Prima che organizzazione di progetti operativi, il consiglio pastorale parrocchiale, in piena comunione con quello zonale e diocesano, sarà il luogo che favorisce l attitudine al pensare insieme, alla condivisione dell impegno, alla elaborazione comunitaria di progetti pastorali, alla formulazione di giudizi comuni sulla realtà del ambiente, alla adozione di forme di intervento in cui si esprima l anima cristiana di tutta la comunità. 3 Il consiglio pastorale, presieduto dal parroco, non sostituisce evidentemente tutte le forze laicali presenti in parrocchia (catechisti, animatori, educatori,ecc.), ma li coordina e li promuove. Vivendo la carità dello scambievole dono ed educando tutti nella coscienza del servizio, la Parrocchia, riflesso immediato e visibile della Chiesa particolare, cresce nella bellezza e nella fecondità della sua unità. In essa i fratelli si aprono al dono di sé e alla trasparenza della loro testimonianza. Con la convergenza armonica di tutti i carismi, con la loro 1 Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte, 36 2 S.Agostino, In Ioannis evangelium tractatus, 27,6 3 CEI, Comunione e comunità, 63

diversità e continua novità, la Chiesa può rispondere alle esigenze della sua missione di salvezza dell uomo 4. 4. L attenzione alle famiglie giovani Tra le realtà positive che hanno destato la mia attenzione durante la visita pastorale è stata la presenza alle celebrazione e ai momenti di gruppo di famiglie giovani, coppie di sposi con i loro bambini. E questo il terreno in cui iniziare una nuova evangelizzazione, lo spazio di maggiore impegno per una formazione cristiana, che faccia della casa una Chiesa, come augurava s.giovanni Crisostomo. Il Concilio vaticano II ci ha ricordato come soprattutto nella famiglia cristiana, arricchita dalla grazia e dalla missione del matrimonio-sacramento, i figli fin dalla più tenera età fanno la prima esperienza di una sana società umana e della Chiesa; sempre attraverso la famiglia, infine, vengono pian piano introdotti nel consorzio civile e nel popolo di Dio. Perciò i genitori si rendano esattamente conto della grande importanza che la famiglia autenticamente cristiana ha per la vita e lo sviluppo dello stesso popolo di Dio 5. La comunità cristiana promuova una cura assidua delle famiglie, perché vivano responsabilmente il loro impegno educativo e i genitori siano messi in grado di diventare i primi educatori della fede dei loro figli. 5. Adolescenti e giovani alla ricerca di nuovi stili di vita cristiana So quanto è difficile interessare i giovani, e soprattutto gli adolescenti, alla fede, aiutarli a sentirsi parte della famiglia parrocchiale, quanto è arduo, specialmente oggi, sintonizzasi con i loro linguaggi perché si possano aiutare a crescere da cristiani dentro questo mondo, che spesso irride la fede cristiana e propone modelli di vita completamente alternativi! Eppure i ragazzi non sono superficiali, come si potrebbe credere a prima vista, cercano negli adulti veri modelli di vita, hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a rispondere alle loro domande sul senso della loro esistenza e sul significato dell amore, come del dolore. Notevole è l impegno di un progressivo avvicinamento alla fede degli adolescenti, a partire dal suscitare in essi il senso di appartenenza alla propria comunità parrocchiale e aiutandoli a scoprire che essi hanno doni preziosi da offrire anche agli adulti. Tra i momenti più significativi della visita pastorale ricordo quello con gli adolescenti, con le loro domande e con il desiderio di scoprire il mistero di Cristo e della Chiesa attraverso le persone in essa impegnate. 4 CEI, Comunione e comunità, 48 5 Concilio Vaticano II, Gravissimum educationis, 3

Invito i ragazzi e i giovani della parrocchia a proseguire con coraggio un avvicinamento cordiale alla Chiesa, così da sentirla come una famiglia da amare e da servire, luogo ed esperienza che inizia alla fede nel tessuto delle relazioni quotidiane, impegnando per essa, generosamente, le migliori energie. L adozione del Crocifisso restaurato, primo impegno del gruppo degli adolescenti, è già un buon segnale di partenza per una presenza dei ragazzi attiva e disponibile, in vista di un cammino di fede. Noi adulti siamo chiamati ad affiancarci a ciascuno dei nostri ragazzi con disponibilità sempre nuova, accompagnandoli nel cammino di scoperta e di assimilazione personale della verità. Invito i giovani a costituire un vero e proprio gruppo di riferimento con gli altri giovani delle parrocchie vicine, continuando così quella collaborazione che ha già prodotto momenti di testimonianza cristiana molto adatta al vissuto dei giovani (per es. il recital sul prete in occasione della ordinazione sacerdotale di don Paolo Rocca). Faccio mio l invito del Papa rivolto ai vescovi italiani, radunati per la loro annuale assemblea, e lo indirizzo agli adulti tutti: Lo Spirito Santo vi aiuti a non perdere mai la fiducia nei giovani, vi spinga ad andare loro incontro, vi porti a frequentarne gli ambienti di vita, compreso quello costituito dalle nuove tecnologie di comunicazione. Non si tratta di adeguare il Vangelo al mondo, ma di attingere dal Vangelo quella perenne novità, che consente in ogni tempo di trovare le forme adatte per annunciare la Parola che non passa, fecondando e servendo l umana esistenza. Torniamo a proporre ai giovani la misura alta e trascendente della vita, intesa come vocazione: chiamati alla vita consacrata, al sacerdozio, al matrimonio, sappiano rispondere con generosità all appello del Signore, perché solo così potranno cogliere ciò che è essenziale per ciascuno. 6 6. Una pastorale catechistica in collaborazione con la parrocchia di Trescore L invio in parrocchia del vostro nuovo parroco è coinciso con un secondo mandato, non meno impegnativo e urgente: quello di coordinare la pastorale catechistica delle due parrocchie: Casaletto e Tescore. La loro vicinanza favorisce la possibilità di collaborazioni sempre più significative. Tutti dobbiamo imparare a vivere una pastorale integrata in cui lo scambio delle persone e delle attività tra parrocchie diverse diventa un fatto normale e scontato. Non è più possibile chiudersi nel proprio ambiente; occorre predisporre una programmazione comune, che trova nel campo catechistico la sua prima attuazione, in vista di nuove e più frequenti collaborazioni, a livello di pastorale giovanile, ecc. 6 Benedetto XVI, discorso ai vescovi italiani, 27 maggio 2010

Incoraggio il gruppo dei catechisti delle due parrocchie ad una programmazione puntuale per alcuni momenti (formazione tra catechisti e attività con i ragazzi dei diversi corsi). Ai catechisti, in modo particolare, ricordo che la testimonianza personale fonda e precede l annuncio, anzi è il primo annuncio. Il primo passo nel diventare cristiani si basa sull incontro di uomini e donne che vivono da cristiani convinti. In secondo luogo, cari catechisti, aiutate i vostri ragazzi e adolescenti a scoprire che il cammino di fede nella sequela di Gesù Cristo arricchisce la vita di ciascuno. Ringrazio di vero cuore quanti si applicano con amore e generosità in lavori silenziosi e preziosi per il bene della Comunità parrocchiale, come quanti si impegnano nell ambito caritativo e missionario. Vi auguro di crescere sempre più nell amore vicendevole per diventare specchio dell amore di Dio, che si prende cura di tutti. Ringrazio poi in particolare don Achille per il suo stile di presenza in mezzo a voi tutti, in modo particolare per la sua vicinanza agli adolescenti e ai giovani. Con affetto vi benedico, invocando per voi dal Signore le benedizioni più belle. + Oscar Cantoni, vescovo Crema, residenza vescovile 5 giugno 2010