CANTO: CHI CI SEPARERÀ. Madre: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.

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LITURGIA DELLA PAROLA

Transcript:

Il corpo donato 1

CANTO: CHI CI SEPARERÀ Chi ci separerà dal suo amore la tribolazione, forse la spada? Né morte o vita ci separerà, dall amore in Cristo Signore. Chi ci separerà dalla sua pace la persecuzione, forse il dolore? Nessun potere ci separerà da Colui che è morto per noi. Chi ci separerà dalla sua gioia chi potrà strapparci il suo perdono? Nessuno al mondo ci allontanerà dalla vita in Cristo Signore Madre: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. Guida: Questa sera vogliamo fermarci insieme davanti al Crocifisso povero, come lo chiamano Francesco e Chiara d Assisi. Desideriamo lasciarci raggiungere dalla storia d Amore che è esplosa negli ultimi giorni della sua vita da pellegrino sulle strade della Palestina. Vogliamo vivere insieme questa sera una esperienza di contemplazione, un pellegrinaggio dello sguardo e del cuore. Ci accompagneranno in questo cammino il Vangelo di Marco, Parola che la madre Chiesa ci dona per le celebrazioni di quest anno liturgico, le pietre della Terra Santa, che, come quinto Vangelo custodiscono nel profondo ciò che solo loro hanno visto del Signore, e la bellezza attraverso la quale l arte ha voluto nei secoli parlare di Lui. Lettrice: Dalla quarta lettera di santa Chiara ad Agnese Mira, in alto, la povertà di Colui che fu deposto nel presepe e avvolto in poveri pannicelli. O mirabile umiltà e povertà che dà stupore! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra, è adagiato in una mangiatoia! Vedi poi, al centro dello specchio, la santa umiltà, e insieme ancora la beata povertà, le fatiche e pene senza numero ch Egli sostenne per la redenzione del genere umano. E, in basso, contempla l ineffabile carità per la quale volle patire sul legno della croce e su di essa morire della morte più infamante. Perciò è lo stesso specchio che, dall alto del legno della croce, rivolge ai passanti la sua voce perché si fermino a meditare: O voi tutti, che sulla strada passate, fermatevi a vedere se esiste un 2

dolore simile al mio; e rispondiamo, dico a Lui che chiama e geme, ad una voce e con un solo cuore: Non mi abbandonerà mai il ricordo di te e si struggerà in me l anima mia. Il corpo amato Dal Vangelo secondo Marco (Mc 14, 3-9) Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: "Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!". Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: "Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto". Guida: Quella donna di Betania, di cui Marco non ci ricorda il nome, compie un gesto che agli occhi dei calcolatori è uno spreco e agli occhi di chi si sente giusto è un gesto sconveniente per una donna. Ungere il capo era il gesto che faceva il sacerdote per consacrare il prescelto del Signore. Eppure lei non si cura delle voci perché vuole riconoscerlo come Signore della sua vita, vuole restituire tutto l amore che ha ricevuto dal Maestro. Gesù si lascia amare, raggiungere, avvolgere dal profumo dell amore di questa donna. Lungo tutta la sua passione e sulla croce sarà questo il profumo che avrà su di sè: tra l odore del sangue e del rifiuto resterà il profumo dell amore dato, gratuitamente, senza calcolo, in silenzio. Questo sarà anche il profumo che lo accompagnerà nella tomba perché le prime luci del sabato non permetteranno alle donne di fare l ultimo gesto di tenerezza verso il corpo del Signore, quello di ungerlo con oli profumati prima di abbandonarlo alla pietra, prima di rotolare la pietra lì dove tutto finisce. SEGNO: viene portato il profumo ai piedi del crocifisso. Il corpo dato Dal Vangelo secondo Marco (Mc 14,12-26) Il primo giorno degli Azzimi Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, 3

mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: "In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà". Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l'altro: "Sono forse io?". Egli disse loro: "Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo, dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!". E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo". Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio". Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Guida: Gli ultimi giorni di Gesù sulla terra sono carichi di gesti quotidiani che il Signore trasfigura dandogli un nuovo significato. Il pane posto sulla mensa viene condiviso anche da colui che tradisce, segno di una corpo dato per la vita del mondo, memoriale che nei secoli ha reso presente nella Chiesa il Signore. Questo pane spezzato per amore e nell amore ci ricorda che siamo chiamati come il Maestro a diventare corpo e sangue dato per i fratelli perché solo così avremo vita in pienezza. SEGNO: vogliamo compiere un gesto semplice. Passeremo ora un pane che dice condivisione, desiderio di comunione per edificare nell amore la comunità cristiana. Ognuno ne prenderà un pezzo e lo passerà al fratello chiedendo al Signore il coraggio di condividere in profondità la vita per formare insieme un unico corpo. CANTO: Questo è il mio comandamento Questo è il mio comandamento che vi amiate come io ho amato voi, come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per gli amici. Voi siete miei amici se farete ciò che vi dirò. Il servo non sa ancora amare, ma io v ho chiamato miei amici. Rimanete nel mio amore 4

ed amate il Padre come me. Io pregherò il Padre per voi e darò a voi il Consolatore, che rimanga sempre in voi e vi guidi nella carità. Il corpo obbediente (Mc 14,32-42) Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate". Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva: "Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu". Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole".si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: "Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino". Ritornello cantato: Non c è amore più grande di chi dà la vita per i suoi, non c è amore più grande io do la mia vita per voi. Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. (Giovanni 3,16-17) Ritornello cantato: Non c è amore più grande di chi dà la vita per i suoi, non c è amore più grande io do la mia vita per voi. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. (Gv 10,17-18) 5

Ritornello cantato: Non c è amore più grande di chi dà la vita per i suoi, non c è amore più grande io do la mia vita per voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga(gv 15,13-17) Ritornello cantato: Non c è amore più grande di chi dà la vita per i suoi, non c è amore più grande io do la mia vita per voi. Il corpo consegnato E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta". Appena giunto, gli si avvicinò e disse: "Rabbì" e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù disse loro: "Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!". Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo. Da un omelia del giovedì santo di don Primo Mazzolari Povero Giuda. Che cosa gli sia passato nell anima io non lo so. E uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella Passione del Signore. Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore; e credo che nessuno di voi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo fratello, noi siamo nel linguaggio del Signore. Quando ha ricevuto il bacio del tradimento, nel Getsemani, il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare: "Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell uomo!" Povero Giuda. Povero fratello nostro. Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare. Anche Pietro aveva negato 6

il Maestro; e poi lo ha guardato e si è messo a piangere e il Signore lo ha ricollocato al suo posto: il suo vicario. Tutti gli Apostoli hanno abbandonato il Signore e son tornati, e il Cristo ha perdonato loro e li ha ripresi con la stessa fiducia. Credete voi che non ci sarebbe stato posto anche per Giuda se avesse voluto, se si fosse portato ai piedi del calvario, se lo avesse guardato almeno a un angolo o a una svolta della strada della Via Crucis: la salvezza sarebbe arrivata anche per lui. La Pasqua è questa parola detta ad un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi. Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo. Anche quando noi ci rivolteremo tutti i momenti contro di Lui, anche quando lo bestemmieremo, anche quando rifiuteremo il Sacerdote all ultimo momento della nostra vita, ricordatevi che per Lui noi saremo sempre gli amici. Il corpo rinnegato (Mc 14,66-72) Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: "Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù". Ma egli negò, dicendo: "Non so e non capisco che cosa dici". Poi uscì fuori verso l'ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: "Costui è uno di loro". Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: "È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo". Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quest'uomo di cui parlate". E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: "Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai". E scoppiò in pianto. Guida: Gesù è diventato per Pietro un estraneo: non so chi sia, non lo conosco. Non è solo la paura. Pietro è sconcertato, forse deluso perché il suo maestro l ha condotto ad un punto che non avrebbe mai immaginato. Siamo al limite della prova, al limite del mistero. Ma l uomo in fondo non fa esperienza profonda di Dio se non sperimentando questa prova, questo limite sulla cima solitaria dove si ha l impressione di rimanere totalmente soli. Pietro vive questa prova dolorosa nel timore di essere abbandonato, di non vedere più Dio. Giovanni ci racconta che il Risorto, nuovamente sulle rive di quel lago dove tutto è iniziato, lo interrogherà proprio sull amore ( mi ami tu? ) facendo risorgere ciò che nel profondo lo abita per sperimentare ancora il Dio che salva e che nuovamente lo chiama: seguimi 7

Il corpo maltrattato (Mc 15,16-32) Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!". E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa "Luogo del cranio", e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. PREGHIAMO (Is 53 e Sal144 ) UOMINI:È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto DONNE Effonde il mio cuore liete parole, io canto al re il mio poema. La mia lingua è stilo di scriba veloce. Tu sei il più bello tra i figli dell uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre. UOMINI: Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. DONNE: Cingi, prode, la spada al tuo fianco, nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte, avanza per la verità, la mitezza e la giustizia.. 8

UOMINI:Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dá salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. La tua destra ti mostri prodigi: le tue frecce acute colpiscono al cuore i nemici del re; sotto di te cadono i popoli. DONNE:Il tuo trono, Dio, dura per sempre; è scettro giusto lo scettro del tuo regno. Ami la giustizia e l empietà detesti: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali. UOMINI:Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. DONNE:Farò ricordare il tuo nome per tutte le generazioni, e i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. Il corpo sepolto e vivente (Mc 15,42-47; 16,1-14) Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch'egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e 9

chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all'entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall ingresso del sepolcro?».ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura. Guida: Le donne non hanno avuto paura della via percorsa dal Maestro, lo hanno seguito fino alla croce. Raccoglieranno tra le braccia il suo corpo deposto dalla croce, ma, deposto nel sepolcro e rotolata così velocemente quella pietra si sentiranno private di quel corpo che non riescono nemmeno ad ungere con i profumi più preziosi. La pietra tombale però viene rotolata via il mattino di Pasqua e quel sepolcro aperto dice alle donne una nuova via per ritrovare il loro Signore, una via che anche se nella paura, viene percorsa per annunciare che Lui è vivo e rimane sempre con noi. SEGNO: Quel profumo che le donne non hanno potuto versare sul corpo di Gesù nel sepolcro é Lui, il Vivente che lo riversa su di noi. Fa di noi nel mondo il buon profumo del Vangelo. Durante il canto finale viene consegnato ad ognuno un bastoncino di incenso con una preghiera segno della chiamata ad essere nel mondo il buon profumo di Cristo. CANTO: CANTO: RESTA QUI CON NOI Le ombre si distendono scende ormai la sera e si allontanano dietro i monti 10

i riflessi di un giorno che non finirà, di un giorno che ora correrà sempre perché sappiamo che una nuova vita da qui è partita e mai più si fermerà. Resta qui con noi il sole scende già, resta qui con noi Signore è sera ormai. Resta qui con noi il sole scende già, se tu sei fra noi la notte non verrà. S'allarga verso il mare il tuo cerchio d'onda che il vento spingerà fino a quando giungerà ai confini di ogni cuore, alle porte dell'amore vero; come una fiamma che dove passa brucia, così il Tuo amore tutto il mondo invaderà. Resta qui con noi... Davanti a noi l'umanità lotta, soffre e spera come una terra che nell'arsura chiede l'acqua da un cielo senza nuvole, ma che sempre le può dare vita. Con Te saremo sorgente d'acqua pura, con Te fra noi il deserto fiorirà. 11

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