LA RISATA NELLA RELIGIONE



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Transcript:

1 LA RISATA NELLA RELIGIONE Nel cristianesimo, il riso abbandona la sfera del divino e le mitologie che ne attribuivano l origine agli dei, per i quali ridere è segno di libertà suprema e diventa una rivincita del diavolo, che desacralizza il mondo. Il tema del riso nel cristianesimo antico è stato studiato pochissimo; l idea sostenuta dai Padri della Chiesa, secondo cui Gesù non ha mai riso ha demonizzato in genere il riso e lo ha definito come conseguenza del peccato originale. Di qui una visione negativa culminata nel XIV secolo con Il nome della rosa di Umberto Eco, che propagandava in forma di romanzo dall ambientazione medievale, la convinzione, che il cristianesimo sia intrinsecamente apocalittico nel senso più distruttivo, e per ciò ostile a ogni tipo di comicità; questa immagine dissacratoria, viene rappresentata dalla figura di padre Jorge, che distrugge il secondo libro della Poetica di Aristotele, dedicato al comico per impedire che il mondo conosca quelle pericolose teorie. Parallelamente, però, anche il cristianesimo riconosce al riso una funzione positiva. Lo stesso Frate Indovino, identificato con la figura del simpatico fraticello, sempre sorridente, affermava: se tutti sapessero ridere e far ridere, il mondo sarebbe meno triste. Tutto nel mondo riflette l ilarità di un Dio la cui sapienza nella Bibbia è così personificata: Si diverte nell orbe terrestre e (prov. 8-30) trova la sua delizia lo stare coi figli degli uomini e ancora Dio è il più grande umorista. Negli ultimi cinquant anni i teologi hanno rilevato come la Bibbia sia ricca di immagini umoristiche e testi che glorificano questo aspetto della divinità e che, pur non mortificando il concetto stesso di Dio, lo sublimano nella Sua creatività, lo arricchiscano di un altro attributo del quale l uomo è stato ed è onorato. Gesù, l uomo Dio che porta nella sua natura umana tutte le caratteristiche ad essa comuni, deve aver avuto i suoi momenti di sorriso e di allegria, come ha avuto quelli di indignazione e di pianto. Molte delle parabole riflettono il sano e naturale umorismo con cui Gesù deve averle accompagnate. Talvolta l umorismo potrebbe essere stato ironico, quando specialmente le sue parole erano dirette a confutare i suoi avversari. Anche lo stesso San Paolo, che ha impersonificato il Cristo come nessun altro dei suoi discepoli, non conobbe solo l umorismo velato di ironia, bensì, partendo dalla vittoria di Gesù Cristo nella risurrezione, conobbe soprattutto l allegra risata della vittoria della fede sull esistenza. San Paolo richiede ai cristiani Filippesi (4-4) di Godete sempre dell allegria, la cui radice è nella stessa natura del cristianesimo. Non da dimenticare, l usanza che per secoli si è conservata del riso durante le funzioni pasquali: nella messa di Pasqua, i predicatori solevano invitare i fedeli a ridere sonoramente. Questo rito (il cosiddetto Risus pascalis) era espressione della gioia per la forza di Dio che vince anche la morte. La Risurrezione è proprio l espressione del riso di Dio sulla morte.

2 Tanti Santi, nel corso dei secoli, hanno seguito la strada dell umorismo attraverso la quale hanno affrontato il loro martirio: San Francesco d Assisi, il Giullare di Dio, non esitò al suo innato senso umoristico associare l umorismo evangelico e studiò sempre lezioni di umoristica, come recita il celebre fioretto della Perfetta letizia SanFrancesco di Sales dichiara: Un cristiano triste è un tristo cristiano. San Filippo Neri soleva dire: Tristezza e malinconia fuori da casa mia. Uno spirito allegro raggiunge più facilmente la perfezione cristiana, di quanto non faccia uno spirito melanconico. San Filippo ( Pippo buono ) è considerato ancora oggi il patrono degli umoristi. La pedagogia cristiana fa ricorso all umorismo nell educazione dei giovani con l istituzione degli oratori. San Giovanni Bosco che ne fu uno dei pionieri, intendeva attraverso di essi rallegrare, educare e istruire, andando ben oltre gli scherzi da prete e l umorismo di parrocchia. Padre Pio, burbero per natura, si divertiva un mondo a raccontarci le sue barzellette e a sentire quelle dei suoi confratelli. Un giorno uscendo dal confessionale tra la folla si udì una voce di donna che gridò: Padre Pio, la mia gamba. Padre Pio si rivolta, e ridendo risponde: Si mò faccio anche u massaggiatore! PREGHIERA PER IL BUON UMORE Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire. Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla. Donami, Signore, un anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male ma piuttosto trovi sempre il modo di rimettere le cose a posto. Dammi un anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama io. Dammi, Signore, il senso del buon umore. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po di gioia e farne parte anche agli altri. Amen. Tommaso Moro

3 VALORE DI UN SORRISO Un SORRISO non costa nulla e rende molto: arrichisce chi lo riceve, senza impoverire chi lo dona. Non dura che un istante ma il suo ricordo è talora eterno. Nessuno è così ricco da poterne fare a meno; nessuno così povero da non poterne dare. Crea felicità in casa, negli affari è sostegno, dell amicizia profondo sensibile segno. Un SORRISO dà riposo nella stanchezza Nello scoraggiamento rinnova il coraggio, nella tristezza è consolazione, d ogni pena è naturale rimedio. Ma è un bene che non si può comprare, né prestare, né rubare, poiché esso ha valore solo nell istante in cui si dona. E se poi incontrerete talora chi l aspettato sorriso a voi dona, siate generosi e data il vostro perché nessuno ha tanto bisogno di sorriso come colui che ad altri darlo non sa. (da anonimo francescano) IL MIO DIO RIDE Così dice il mio Dio: «Non tornare bambino, restaci. Così Io saprò sempre dove trovarti. Il Mio Regno è un gioco Il Mio amore è fantasia. Una danza come quella del mare con la sua riva, come l'incessante rincorrersi delle gocce d'acqua in un giorno di pioggia. Così il nostro amore sorride ad una gioia eterna». da "Il Cantico di Tommaso" (di Anna Rita Mazzocco ed. Morlacchi Editore)

4 POESIA Dio non ha ne corpo, ne mani, ne piedi, è un puro e semplicissimo spirito. Se io me lo figuro uomo, non lo vedo ne più grande ne più piccolo di me. Un omettino di sempre media statura, di sempre media età, di sempre medie proporzioni, che mi stupisce per una cosa soltanto: che mentre io lo considero titubante e spaventato, egli mi guarda ridendo a crepapelle. La sua faccettina rotonda divinamente ride come incendiata da una risata infinita ed eterna e la sua pancina tremola, tremola in quella gioia. Perchè dovrebbe questo spirito essere la perfezione della serietà e non dell allegria? Secondo me, nella sua bocca divina si accentra l universo in una eterna motrice risata. Egli non ha creato per un tragico, malinconico o nostalgico fine; ha creato perchè ciò lo divertiva. Egli lavora per tenere alimentata la gioia sua ed offrirne alle sue degne creature. E comprenderete bene che per divertirsi tutti in eterno ce ne vogliono di curiosi ed eterni spettatori! Uomini, non siete creati, per soffrire; nulla fu fatto nell ora di tristezza per la tristezza; tutto fu fatto per il gaudio eterno. Il dolore è transitorio (voi solo ne eternate l esistenza con la vostra paura); la gioia è eterna. Ecco: il vero peccato originale!!! Se credete che sia profondo ciò che comunemente si intende per serio, siete dei superficiali.

5 Che il riso, la gioia sia più profondo del pianto, del dolore, ce lo dimostra il fatto che l uomo, appena nato, quando è ancora totalmente incapace di tutto, è però abilissimo di lunghi interminabili piagnistei. Prima che possa pagarsi il lusso di una bella risata, avrà dovuto seguire una buona maturazione. Bisogna abituarsi a ridere di tutto quello di cui abitualmente si piange, sviluppando la nostra profondità. L uomo non può essere considerato seriamente che quando ride. Nulla è triste profondamente, tutto è gioioso!!! Aldo Palazzeschi