Emmaus risponde alle gen4

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Emmaus risponde alle gen4 Congresso 2011 Castelgandolgo Castelgandolfo, 17 giugno 2011 Congresso delle gen 4 Emmaus: Risposte alle domande (Canzone: "Oggi ho scoperto il cielo") Emmaus: Ma sapete che è uno spettacolo bellissimo vedervi da qui, proprio! Io quando venivo qua dicevo: "Cosa vado a fare?" Poi ho detto: "Mi vado a riposare", perché con le gen 4 ci si riposa, perché stiamo insieme, cantiamo, ci vogliamo bene come avete scritto in quel cartellone: "Ti vogliamo tanto bene". Anch'io vi voglio tanto bene. Allora quando ci si vuol bene ci si riposa insieme, si sta bene insieme. Così allora, così! Cristiana: Bellissimo, Emmaus, grazie! Allora ti possiamo fare qualche domanda? Emmaus: Ma certo, così. ( ) Cristiana: Noi qui siamo una piccola rappresentanza di tantissime gen 4 nel mondo che non sono potute venire. Emmaus: Anzi, approfittiamo per salutarle. Perché io so che in questo momento ci sono tante gen 4 a gruppetti o nei focolari, che stanno guardando sul computer, a vedere chi c è in questa sala, che cosa succede. Allora mandiamo un bel saluto a tutte le gen 4 che ci stanno guardando (applausi), in modo particolare a quelle gen 4 che non sono potute venire perché non stanno bene, perché magari sono in ospedale o hanno fatto una operazione. Io so, per esempio, che c è Daria, di Ancona, che ci sta seguendo, che ci fa tanta unità. Allora la salutiamo particolarmente. Mandiamo un saluto speciale. (Applausi) Cristiana: Allora, la prima domanda. Emmaus: Vediamo chi mi fa la prima domanda. Cristiana: La prima domanda te la fa Caterina. Emmaus: Caterina, dov è Caterina? Sito gen4

2. Come essere sempre nel 'raggio di sole' Cristiana: A nome di Maria Jesùs di Cunaco, del Cile. Caterina: 1) "Sappiamo che ogni volta che amiamo siamo piccoli raggi di sole che camminano verso Gesù. Come fai tu per essere sempre in questo raggio?". Emmaus: Eh! noi siamo, camminiamo insieme su questi raggi di sole - come avete disegnato qui -, ognuna di voi è su un raggio. Allora che cos è questo raggio di sole? E' quello che Dio vuole da ognuna di noi. Allora, per esempio, Dio da Caterina in questo momento che cosa vuole? Vuole che sia qui al congresso, che ami le altre gen 4, che ascolti quello che diciamo. Allora, se lei fa questo, cammina su questo raggio. Allora, come si fa a camminare, ad andare sempre più avanti in questo raggio? Facendo ogni momento quello che Dio vuole in quel momento. Per quello noi diciamo: dobbiamo vivere l attimo presente. Che vuol dire? Adesso devi fare i compiti? No! Non devi fare i compiti adesso. Devi giocare? No, perché sei qua, stai facendo un altra cosa. Dopo devi giocare? Sì. Allora quando devi giocare, tu giochi con tutto l amore e anche giocando vai avanti su quel raggio; in ogni momento si può andare avanti se si fa quello che Dio ci chiede, e se lo si fa con amore. Va bene? D accordo. (Applausi). Cristiana: Grazie. Allora, la prossima te la fa Virginia, a nome di Catalores, del Cile. Virginia: 2) "Carissima Emmaus nella mia stanza ho due foto di Chiara Luce. ( ) Vorrei sapere come fare per amare tutti, sempre, uguale a Chiara Luce". Come amare tutti come Chiara Luce Emmaus: Allora la domanda è: "Come fare per amare tutti?". Certe volte è un po difficile, no? Perché magari certe persone ti sono più simpatiche e certe altre non ti sono tanto simpatiche; però bisogna amare tutti. E allora come si fa? Come si fa? E' una domanda difficile questa. Però voi avete già la risposta che è sul "dado dell amore": si fa vedendo Gesù in ognuno. Allora, se io vedo Gesù in quella persona che è carina, che mi vuole bene, bene, vedo Gesù. Poi c è un altra persona che invece mi fa un po i dispetti, mi fa arrabbiare, non è d accordo con me. Però, se io vedo Gesù in lei, amo anche quest altra persona. Allora come si fa ad amare tutti? Vedendo Gesù in tutti. Chiara Luce faceva così. E Chiara Luce diceva: "Io non è che devo parlare di Gesù, io devo essere Gesù, devo far vedere agli altri Gesù; non è che devo raccontare di Gesù, devo essere io Gesù.

3. E come faccio ad essere Gesù? Amando, perché Gesù ha amato tutti". Quindi anche noi mettiamo questo fondamento, che non è che amiamo le persone perché sono belle o brutte, perché sono simpatiche oppure no, perché sono brave o non sono brave, ma le amiamo perché in ognuna incontriamo Gesù. Così ha fatto Chiara Luce e così facciamo anche noi, in ogni momento. D accordo? Si! (Applausi) Cristiana: Bellissimo. La prossima domanda te la fa Elena, di Milano. Elena: Ciao, Emmaus. Emmaus: Ciao, Elena. Elena: Questa domanda te la fa Elena di Varese. 3) "È stato bello in Russia? E come stai?". Il viaggio in Russia Emmaus: Io sto bene. Tu che dici? Come sto? Mi vedi, no? come sto. Sto bene o no? Sì, allora sto bene, io sto bene. Allora, è stato bello in Russia? E' stato bellissimo! Pensa che un giorno, per esempio tutto è stato bello, pioveva, il tempo non era molto bello; però la Russia è molto bella, molto grande, ci sono dei posti bellissimi, dei grandi parchi, delle grandi chiese con tante immagini, e abbiamo fatto anche questi giri. Ma sai qual è stata la cosa più bella? E' stato trovare tante gen4, che io non me l aspettavo, io non sapevo che in Russia ci fossero pure le gen4! Io sapevo che tanti anni fa in Russia erano andati alcuni focolarini e focolarine perché Chiara li aveva mandati in Russia, ed erano andati a voler bene alle persone. Ma io non sapevo che da loro tanti avevano conosciuto l Ideale e anche c erano delle famiglie, c erano i bambini, e che anche i bambini avevano conosciuto l Ideale, e anche le bambine avevano conosciuto l Ideale ed erano diventate gen4. E quando abbiamo fatto un incontro con tutte le persone del Movimento, chi mi ha accolto per prima? I gen4 e le gen4 con i loro costumi; avevano ognuno una rosa, uno aveva un vasetto dove poi abbiamo messo tutte le rose; e mi hanno accompagnato nella sala per parlare a tutti i grandi. Però i primi che ho visto sono stati i gen 4 e le gen 4. E questo per me è stato molto bello, perché ho detto: vedi? quando si va ad amare, si porta la vita di Gesù; allora questa vita di Gesù che è arrivata tanti anni fa in Russia, adesso ci sono anche questi gen 4 e queste gen4 che la portano ad altri. E guardate la Russia è un Paese grande, e alcuni di questi gen 4 venivano da tanto lontano, avevano fatto anche 40 ore di treno per venire fino lì dove eravamo noi! Quindi erano veramente

4. tanto, tanto, lontani. E però erano tutte contente di essere insieme con noi a vivere da gen 4, insieme con noi. E anche per me questa è stata una grande gioia. Poi ci sono state anche delle cose simpatiche. Per esempio, un giorno siamo andati a visitare una chiesa; siamo arrivati, c era una grande piazza, bella, con questa chiesa bella. E quando siamo arrivati hanno detto: "Non si può passare, non si può passare". Perché non si può passare? Perché stava arrivando il cambio della guardia a cavallo. Allora c erano questi grandi militari con i cavalli al galoppo e c era la banda che suonava. Allora ci siamo tutti fermati a vedere questo spettacolo. E ho detto ai focolarini: "Voi avete organizzato questo per la mia festa, perché sono qua?". "No", hanno detto loro. "Certo - io ho detto - sono sicura che non siete stati voi, però Gesù mi ha fatto anche questo regalo". Ed era bello vedere anche tutte queste cose belle della Russia. Quindi sono stata proprio molto, molto, molto contenta di essere in Russia, soprattutto di vedere che ormai in Russia ci sono le gen 4 che cresceranno, diventeranno gen 3, e poi diventeranno gen 2; quindi il Movimento ci sarà per sempre, perché ci sono queste gen 4 in Russia. E questa è una grande gioia. (Applausi) Cristiana: Bello. La prossima domanda te la fa Irene, a nome di Rebecca degli Stati Uniti. Emmaus: Vediamo chi è Irene. Irene: 4) "Come è andato il tuo viaggio negli Stati Uniti?". Il viaggio negli USA Emmaus: Ah! questa è Rebecca, degli Stati Uniti che me lo chiede. E lei lo sa come è andato, Rebecca, ma vuole che io lo dica a voi. Perché voi invece non c eravate con me negli Stati Uniti. Quindi come è andata? È andata benissimo, benissimo. Anche lì ho visto tanti gen 4 e tante gen 4, negli Stati Uniti. La cosa che mi ha fatto più impressione negli Stati Uniti è stato che gli Stati Uniti sono veramente grandi, grandi, grandi, questi grattacieli altissimi: in una sola casa abitano non so quante centinaia di famiglie, tanti, tanti che basterebbe una casa sola per fare una città; un solo grattacielo per fare una città, quindi tantissime persone. Poi queste strade larghe, larghe, noi in Italia non abbiamo le strade larghe così, che magari su una stessa strada passano 12 automobili invece di due come passano in Italia; perché sono così grandi che vanno sei così, e sei così, e quindi sono grandissime. E queste automobili sono anche molto

5. grandi, non sono le nostre piccole automobili che viaggiano qui in Europa. Quindi tutto è grande. Poi i fiumi, ci sono dei fiumi grandissimi dove passano anche i battelli sopra, dove si viaggia con le navi, con tutto. Tutto è grandissimo! Quindi in un certo modo ti viene da dire: mamma mia! in un posto così grande, con tante persone, noi che siamo pochi, noi che siamo piccoli, cosa possiamo fare? Ti fa un po di paura all inizio. E poi io ho capito invece una cosa: vedendo come in tutti gli Stati - sapete, si dice gli Stati Uniti perché sono tanti Stati, no? - in tutti gli Stati degli Stati Uniti c è qualcuno che ha conosciuto l Ideale; in tutti gli Stati degli Stati Uniti ci sono almeno due persone che tengono Gesù in mezzo. Allora io ho detto: ma guarda, non siamo piccoli perché abbiamo Gesù con noi; non siamo pochi perché abbiamo Gesù con noi, Gesù è il padrone del mondo, Gesù è il padrone anche degli Stati Uniti, Gesù è più grande degli Stati Uniti; Gesù in mezzo è più grande di tutto il mondo, quindi è più grande anche degli Stati Uniti! Allora io ho detto a tutti i focolarini e le focolarine: non abbiate paura se siete pochi in un posto così grande, perché avete Gesù con voi e Gesù è sicuramente più grande di tutte queste cose qua, è più potente di tutte queste qua. Quindi voi abbiate solo attenzione che lui sia contento, che lui stia in mezzo a voi, vogliatevi bene in modo che lui stia contento di stare con voi, e dopo state tranquilli, al resto ci pensa lui. E io vedo che facendo così, veramente, vanno avanti le cose, nascono nuovi gen 4, nascono nuove famiglie che conoscono il Movimento, nascono tante persone e si sviluppa l Ideale in tutti gli Stati Uniti, non solo, ma anche lì. Va bene? (Applausi) Cristiana: Che bello! Adesso passiamo il microfono a Gigliola, di Hong Kong. Emmaus: Gigliola. Gigliola: 5) "Non sei stanca di essere la Presidente del Focolare? Ti piace essere la Presidente del nostro Movimento?". Ti piace essere Presidente? Non sei stanca? Emmaus: Ah! Buona questa domanda! Beh, se mi piace, diciamo di sì, che mi piace; ma sapete perché mi piace? Mi piace perché Gesù lo vuole. Allora quando Gesù vuole una cosa e me la chiede, mi piace di farla. Perché? Perché gli voglio bene. Allora, se tu vuoi bene a una persona, e questa persona ti chiede: "Mi fai questo piacere?". Tu glielo fai, no? E sei contenta di farlo. Allora a me Gesù ha chiesto: "Vuoi fare la Presidente adesso che non c è più Chiara? Vuoi prenderti tu questo incarico di fare la

6. Presidente del Movimento dei Focolari?". E siccome io voglio bene a Gesù, ho detto: "Beh, certo Gesù se tu vuoi sono contenta anch io, se sei contento tu sono contenta anch io". Quindi mi piace, ma mi piace perché me lo chiede Gesù; se mi chiedesse un altra cosa mi piacerebbe di fare un altra cosa. Non è che mi piace solo questo, mi piace quello che mi chiede Gesù, quindi in questo momento mi chiede questo e quindi mi piace fare questo. Poi dice: "Sei stanca?". Non sono stanca di essere la Presidente del Movimento dei Focolari, perché? Perché, appunto, siccome faccio quello che vuole Gesù, allora certi giorni succede che sono stanca perché c è tanto da fare, ma quello magari sarei stanca anche se non fossi la Presidente del Movimento dei Focolari. Quindi non è che sono stanca di essere la Presidente. Non sono stanca perché ogni momento Gesù mi chiede: "Vuoi esserlo?". E io gli dico: "Sì", e lui mi aiuta; mi aiuta con la salute, mi aiuta dandomi le idee per come andare avanti, mi aiuta facendomi trovare tante persone che sono insieme con me in questa cosa, mi aiuta dandomi le gen 4. Mi aiuta in questo modo. Quindi io non mi stanco, non mi stanco; vado avanti insieme con tutti e portiamo avanti insieme quello che Chiara ci ha dato, quello che Chiara ci ha lasciato, insieme con voi anche. ( ) (Applausi) Cristiana: Adesso tocca a Eloisa, del Brasile. Eloisa: 6) "Emmaus, come funziona il Movimento?". Come funziona il Movimento? Emmaus: Chissà cosa vuol dire, dicendo "come funziona", se va bene, forse vuole sapere? Forse; forse Eloisa vuole sapere se il Movimento va bene in questo momento? Io dico di sì che funziona bene; perché, appunto, in tutti i viaggi che ho fatto, io ho trovato dappertutto tanto amore, tanto Gesù in mezzo, e tante persone che hanno conosciuto l Ideale di Chiara e che vogliono viverlo. Quindi direi proprio che funziona. Io, quando parto per fare un viaggio, sempre dico: "Vado ad aiutare, vado a servire, vado ad amare", e poi trovo che tutti mi vogliono bene, che tutti quanti vanno avanti bene. Quindi sono molto contenta; mi sembra proprio che funziona molto, molto bene. Quando sono in aereo, per esempio, che sto atterrando, quando sono andata a Mosca, io stavo atterrando a Mosca e pensavo: quante persone sono su questo aereo? Non lo so quante ce n erano, tante, perché l aereo era pieno. Magari qualcuna forse poteva trovare, quando scendeva dall aereo, poteva trovare o la mamma o il marito che

7. l aspettava, o il taxi che l aspettava per portarla a fare un lavoro. Io sapevo che trovavo una famiglia di tante persone che mi aspettavano, che mi volevano bene, che erano contente della mia visita, e quindi sentivo questa cosa, veramente era un regalo di Gesù per me, un regalo di Chiara per me, perché Chiara portando questo amore nel mondo ci ha legato tutti in questa grande famiglia. Allora mi dicevo: veramente il Movimento funziona, funziona perché tutti quanti vanno avanti così e l amore cresce nel mondo. (Applausi) Come preghi ogni giorno? Cristiana: Adesso, Regina, della Corea. Regina: Ciao Emmaus, io sono Regina, della Corea. 7) "Emmaus, tu preghi ogni giorno? Vorrei sapere come preghi". Emmaus: Sì, io prego ogni giorno, anche più volte in un giorno. Io prego ogni giorno, ma come pregano anche tutti gli altri, almeno tutti i cristiani. Allora, quali sono le preghiere? Tu vorresti sapere come io prego ogni giorno. Be', la mattina, quando mi sveglio, mi metto d accordo con Dio di vivere quella giornata insieme con lui, come lui vuole. Allora gli dico: "Guarda, la mia giornata è qui davanti a me, io te la regalo già da adesso, tu riempila di tutto quello che tu vuoi, fammi fare tanti atti d amore, aiutami a fare tanti atti d amore". E questa è la mia preghiera del mattino. Poi dico le preghiere che ho imparato e che anche voi forse avete imparato al catechismo, dalla mamma o dal papà, per dire questa cosa qua. Poi c è un momento in cui mi raccolgo un pochino di più, dico: vediamo Gesù che cosa vuole sapere da me, che cosa vuole dire a me, oggi. Qualche momento proprio per ascoltare la "voce" di Gesù, per capire da Gesù come devo fare, come devo muovermi. Poi, siccome sono cristiana, cattolica, vado anche alla Messa, a un certo punto della giornata vado anche alla Messa. Poi, quando mi siedo per mangiare, ringrazio Dio di avermi dato tutte quelle cose buone che mi dà per mangiare; penso a tutti quelli che magari non ce l hanno, che hanno fame. Allora chiedo a Dio di aiutarmi ad essere buona in modo che anche gli altri possano avere quello che ho io, e lo ringrazio di quello che mi dà. Poi in qualche momento mi metto d accordo con la Madonna, cerco di dimostrare anche alla Madonna che le voglio bene. E allora insieme con le altre focolarine con le quali vivo, dico: "Adesso diciamo alla Madonna che le vogliamo bene, diciamo alla Madonna: grazie di averci dato Chiara, grazie dell Opera di Maria". E allora diciamo le preghiere della Madonna, le preghiere del rosario.

8. Poi, quando arriva la sera, se passo vicino a una chiesa, entro a salutare Gesù che è presente in quella chiesa; oppure quando vado a lavorare, passo nella cappella del Centro e saluto Gesù che è in quella chiesa. E poi, quando arriva la sera, prima di andare a letto, do a Gesù tutta la mia giornata, gli dico: "Guarda, forse tu mi hai dato la possibilità di fare 100 atti d amore, e io sono riuscita a farne solamente 80. E va bene, allora ti regalo questi 80 che ho fatto, ti chiedo perdono per quei 20 che non ho fatto, e mi metto nelle tue mani; e se tu vuoi, domani ricomincio". E mi addormento tranquilla, e la sera ringrazio Dio, così. Sono le preghiere di ogni cristiano e anch'io faccio queste, come tutti. Anche voi pregate così, penso. (Applausi) Come essere vicini a Gesù? Cristiana: Adesso c è Diva, dell India, che ti fa la domanda in nome di Martina, dell Argentina. Diva: 8) "Che cosa possiamo fare per essere vicini a Gesù?". Emmaus: Intanto siete già vicine a Gesù, perché Gesù è vicino a voi. Quindi noi sappiamo che Gesù è sempre vicino a noi, quindi già siamo vicini. Però che cosa possiamo fare noi? Imparare a conoscerlo sempre di più, quindi fare di tutto per conoscere sempre di più Gesù; quindi impararlo nel catechismo, impararlo da quello che dicono negli incontri gen 4, imparare a conoscere Gesù e fare tanti atti d amore. Più si fanno atti d amore, più si è vicini a Gesù, perché Gesù è Amore, Gesù è Dio, Dio è Amore - Chiara ci ha insegnato - quindi più amiamo, più siamo vicini a Gesù. Questo dobbiamo fare. (Applausi) Perché Gesù è morto? Cristiana: Adesso c è Dorotea, di Milano. Dorotea: 9) "Carissima Emmaus, perché Gesù è morto?" Questa domanda te la fa Desiré di Milano. Emmaus: Eh! questa è una domanda interessante: "Perché Gesù è morto?". Certo, lui era Dio, poteva anche non morire, no? Però si è fatto uomo, ha voluto essere uomo, e allora ha voluto vivere come uomo tutto quello che gli uomini vivono. Lui, per esempio, aveva fame. Era Dio, poteva anche non avere fame. E invece ha voluto avere

9. fame, in modo che tutti gli uomini che hanno fame possono dire: "Ma anche Gesù ha avuto fame, quindi io posso essere come lui". Eh! siccome si è fatto uomo, ha dovuto prendere tutto di quello che è dell uomo, fino a morire. Cioè, noi uomini possiamo vivere sempre, sempre, sempre su questa terra? No! A un certo punto moriamo, perché siamo uomini, perché siamo creature di Dio. Gesù, diventando uomo, ha voluto essere come noi, proprio in tutto, in tutto, in tutto, solo che cosa ha fatto? Questa morte - che lui ha affrontato e che anche noi dobbiamo affrontare - lui l ha trasformata in un atto d amore. Ha detto: io, certamente, muoio come un uomo, come tanti altri uomini, anch'io sono uomo e muoio. Però questa morte voglio darla a Dio perché lui la usi per rifare pace con l umanità, per perdonare a tutta l umanità, per costruire di nuovo l unità con tutta l umanità, quindi per amore. E allora anche in questo modo lui ha insegnato anche a noi come fare. Anche noi a un certo punto dobbiamo morire, tutti noi moriremo. E noi sappiamo che moriremo, che se siamo stati bravi andremo in Paradiso, andremo da Chiara, andremo dalle altre gen 4 che sono già in Paradiso, sarà bellissimo; però dobbiamo lasciare questa terra a un certo punto, dobbiamo finire. E allora il pensare che anche Gesù è stato un periodo su questa terra, però dopo è morto, però dopo è andato in Paradiso, è risorto ed è asceso al cielo, è andato in Paradiso - lui ha detto - a prepararci il posto, cioè, ad aspettare che anche noi arriviamo in Paradiso. Allora anche noi per arrivare in Paradiso dobbiamo fare come lui, cioè fare non solo della vita, ma anche della morte, un atto d amore; cioè dire a Dio: "Guarda, sia che io viva, sia nel momento che sto per morire, sia quando muoio, io voglio continuare ad amare". Gesù l ha fatto perché anche noi lo potessimo fare. E così anche noi abbiamo imparato a vivere e anche a morire, perché dobbiamo essere come lui, sia quando viviamo, sia quando moriamo, perché arriva anche quel momento per tutti noi. (Applausi) Cristiana: Bellissimo. Adesso è Raffaella della Corea. Raffaella: Ciao Emmaus, io sono Raffaella della Corea. 10) "Emmaus, quando eri piccola, studiavi sempre bene? Quando c è l esame io ho tanta paura, come posso fare?". Quando si ha paura degli esami Emmaus: Ah! adesso ti confido un segreto: pure io avevo tanta paura quando facevo gli esami. Veramente, sai? E allora siccome volevo essere promossa, volevo prendere un bel voto dal professore, ero sempre nervosa, ero sempre preoccupata, ero

10. sempre un pochino arrabbiata. Allora se qualcuno mi chiedeva qualche cosa, dicevo: "Lasciami stare, perché devo studiare". Oppure se qualcuno mi diceva: "Mi spieghi questa ". "Ah no! adesso non ho tempo perché devo ". Ero tutta arrabbiata perché avevo paura dell esame, aveva paura proprio sai? Finché a un certo momento ho capito che l importante non era prendere un bel voto, non era guadagnare l esame, non era superare l esame, ma la cosa più importante era amare. Allora tu dici: "Ma come fai ad amare quando devi fare l esame?". Chi hai davanti? Hai il maestro, hai il professore, hai quella persona che ti fa l esame, che ti esamina, che t interroga. Allora io ho detto: ecco, io adesso vengo, non me ne importa niente del voto che prendo, ma voglio amare Gesù in questo professore. E mi sono messa con tutto Allora, per amare Gesù, certo cercavo di capire quello che lui voleva, cercavo di essere attenta alle sue domande, cercavo di rispondere bene, certo, ma per amare, non perché volevo il bel voto. Allora mi sono sentita più tranquilla, più calma e l esame è andato anche bene. Allora ho visto che veramente Gesù mi aiutava perché mi ero messa ad amare, non perché avevo studiato di più ma perché mi ero messa ad amare. E allora da quella volta ho imparato che non devo avere paura, e che se anche ho paura - certe volte la paura viene, perché quando tu sei di fronte a una cosa difficile, la paura ti viene un pochettino, allora non è sbagliato avere paura - ma in quella paura dire: ecco io sono contenta di avere un pochino di paura, così posso amare Gesù. E poi mi metto ad amare il professore, mi metto ad amare quel compagno che magari sta facendo l esame con me ed è preoccupato, mi metto ad amare la mia mamma che quando torno a casa subito mi domanderà: "Come è andato l esame? Hai fatto bene? Non hai fatto bene?". Io cerco di essere nell'amore. E così possiamo andare avanti, se no ci spaventiamo troppo. (Applausi) Come essere una vera gen 4? Cristiana: Adesso c è Maria Chiara, di Bologna. Maria Chiara: 11) "Tu come facevi ad amare? Come faccio a diventare una vera gen 4?" Questa domanda te la fa Benedetta. Emmaus: Come facevo ad amare, e come fai a diventare una vera gen 4? Questo l abbiamo già detto mi pare. "Come facevi ad amare, come fai ad amare?". Amando Gesù. "A diventare una vera gen 4?" Più ami e più sei una vera gen 4.

11. Cosa vuol dire essere una vera gen 4? Cosa vuol dire secondo voi? Vediamo chi è che mi dice cosa vuol dire essere una vera gen 4? Tu che dici, tu che mi hai fatto la domanda? Maria Chiara, tu che cosa dici, cosa vuol dire essere una vera gen 4? Tu sei una gen 4? Sì. Allora, sei una vera gen 4 quando sei Gesù, cioè, quando sei nell amore. Quando non sei nell amore, non sei una vera gen 4. Però, siccome tu cerchi di essere sempre nell amore, sei sempre una vera gen 4, e così anche tutte le altre. Allora, cosa si deve fare per essere una vera gen 4? Cercare di essere sempre nell amore, cioè cercare di dire sempre "sì" a Gesù, come avete cantato nella canzone. Certe volte si riesce e certe volte non si riesce; quando non si riesce, si ricomincia. Bene, d accordo? Sì. (Applausi) Cristiana: Poi c è Chiara, di Bologna. Chiara: 12) "Emmaus, come fai a non arrabbiarti quando i tuoi fratelli ti prendevano in giro?". Questa domanda te la fa Carmen, da Bologna. Quando i fratelli prendono in giro Emmaus: Eh! guarda, quando io ero piccola non conoscevo Chiara, voi avete la fortuna che avete conosciuto Chiara, le gen 4, adesso che siete piccoline; quando invece io ero piccolina come voi non conoscevo Chiara, non l avevo mai incontrata, non avevo incontrato le gen 4, quindi non ero una gen 4, io. Però eravamo tre sorelline, io ero la più grande, dopo sono venuti anche gli altri fratellini, perché siamo diventati sette; però già ero più grande quando sono arrivati gli altri, ma all inizio eravamo tre sorelline. E io avevo sei anni; Gisella, che era la seconda, ne aveva quattro; Anna, che era la terza, ne aveva due. E stavamo sempre insieme, giocavamo sempre insieme. Ma siccome io ero la più grande, la mia mamma mi diceva sempre: "Tu devi dare il buon esempio; tu devi essere brava, se no le tue sorelline non imparano". E a me questo dava un fastidio un fastidio, perché io dicevo: ma perché io devo essere diversa dalle mie sorelline, perché sono la più grande? Io non posso essere diversa dalle mie sorelline. Io volevo essere come loro, volevo fare le cose che facevano loro; ci piaceva tantissimo giocare insieme, ci piaceva tantissimo inventare tante storie, raccontare cose che non erano successe e che ci inventavamo noi; e ogni tanto facevamo anche qualche birichinata, qualche cosa che non andava bene. Mi ricordo una volta, la mia sorellina più piccola, Anna, che ha detto: "Vuoi che ti tagli i capelli?". E io ho detto: "Sì". Allora lei ha preso una forbice e mi ha tagliato i

12. capelli. Vi potete immaginare la mia mamma quando mi sono presentata a lei con i capelli tagliati tutti di traverso. "Ma cosa hai fatto! Ma tu sei grande, tu non dovevi!". Allora io dicevo: "Ma è stata lei". E la mia mamma diceva: "Come, è stata lei; ma tu sei la più grande, eri tu che dovevi dire: no, non si fa così ". Ecco, ma io non sapevo, perché io non conoscevo l Ideale, io volevo solo giocare ed ero contenta, non me ne importava niente di essere con i capelli tagliati storti. Io ero stata contenta di partecipare ai giochi delle mie sorelle. Naturalmente, poi, man mano che sono cresciuta ho capito che tante volte non è perché io ero la più grande, ma perché tutte e tre dovevamo ascoltare quello che la mamma ci diceva e farlo per essere brave, per essere come Gesù ci voleva, non tanto per la mia mamma, ma perché Gesù ci chiedeva di essere così. Però ci volevamo veramente tanto bene, anche se qualche volta litigavamo, come succede con le sorelline e con i fratellini: "Non ti parlo più". Oppure mi ricordo una volta c era una delle mie sorelle che faceva così: quando avevamo la cioccolata - magari arrivava una tavoletta di cioccolata -, allora ci dividevamo la cioccolata, un pezzettino per uno. Allora tutti quanti: "Tu l hai mangiata? Tu l hai mangiata?". Lei diceva: "Sì, io ho già finito". Allora noi: "Io invece c è l ho ancora, io invece c è l ho ancora", e lei poverina così Dopo noi mangiavamo la nostra e lei diceva: "Io ce l ho ancora, vi ho preso in giro", l aveva nascosta. E allora noi ci arrabbiavamo perché lei faceva sempre così. Per dire che eravamo anche bambine, facevamo tutte queste cose, non eravamo gen 4. Però, anche se non eravamo gen 4, siccome eravamo in una famiglia bella, cristiana, dove la mamma e il papà si volevano bene, e ci volevano bene, pian piano anche attraverso queste cose imparavamo a volerci bene, a capire, a perdonarci, a vivere in armonia insieme, e ad aprirci anche verso gli altri. Tante volte dicevamo alla mia mamma: "Mamma, sei contenta se invitiamo le nostre amiche e facciamo una merenda insieme?". La mia mamma era sempre contenta, perché vedeva che questo ci aiutava a essere più aperte verso tutti. Quindi ho vissuto una fanciullezza simpatica, allegra, pur senza essere ancora una gen 4. (Applausi) ( ) Cristiana: Cantiamo una canzone? Cantiamo la canzone: "Ho scoperto il cielo"? Emmaus: Sì, benissimo. Vedi, il complessino è pronto. Cristiana: Volete cantare "E' risorto"? Benissimo, cantiamo "E' risorto". Emmaus: Così la cantate per me che non la conosco: "E' risorto". (Canzone)

13. Ci racconti un atto d'amore? Emmaus: Grazie di questa bellissima canzone! Grazie. Cristiana: Allora, adesso andiamo a Mosca, perché è una gen 4 di Mosca che ti fa la domanda, a nome ancora di Rebecca degli Stati Uniti, la gen 4 si chiama Carina. Carina: 13) "Ci racconti un tuo atto d amore?". Emmaus: Ah! vediamo quale vi racconto. Sì, dunque, eravamo in Canada, e un giorno sono stata a pranzo, non so che cosa ho mangiato, ma è successo qualche cosa che mi ha fatto male, succede qualche volta. E allora un po' di allergia, e sono diventata tutta gonfia, gli occhi piccoli, piccoli, tutta rossa, mi sentivo la febbre, e stavo male. Però proprio quel giorno dovevo fare una cosa importante. Perché era successo il terremoto del Giappone - vi ricordate quando c è stato quel grave terremoto del Giappone? - e mi avevano chiesto di dire un saluto per tutti i nostri del Giappone che avevano avuto il terremoto. E mi avevano chiesto: se ti possiamo riprendere con la telecamera, col video, dopo così loro ti vedono, e vedono che tu veramente vuoi aiutarli, che tu veramente pensi per loro, che tutto il Movimento è vicino a loro. E io mi sentivo così male, così male. E poi dicevo: se adesso mi riprendono con il video e loro mi vedono con la faccia rossa, con la faccia gonfia, come faccio? Però ho sentito dentro: cos'è più importante? Anche se sono con la faccia gonfia, con la faccia rossa, è importante che io ami queste persone del Giappone, che hanno avuto altro che il mio male, loro hanno avuto il terremoto! Io posso dire: mi brucia la faccia, oppure non ci vedo bene, ma loro hanno avuto il terremoto, hanno avuto tanti morti, tante perdite, devono ricostruire le case e tutto. Allora ho detto alle focolarine che venivano per la ripresa: "Va bene". E anche se riuscivo appena, appena a leggere, perché con gli occhi così riuscivo appena a leggere, ho letto un saluto per loro. Dopo mi è arrivata la risposta che loro erano stati molto contenti, che avevano proprio sentito l amore, non solo il mio, ma di tutto il Movimento che in quel momento pregava insieme con loro. Ecco, allora certamente quello è stato per me un atto d amore che mi è costato un pochino, perché in quel momento avrei voluto stare a letto perché non stavo bene; però ho pensato che l amore valeva di più e l ho fatto. Così. (Applausi) Cristiana: Grazie! Adesso c è Nam Nam, di Hong Kong. Nam Nam:

14. 14) "Quando ho un dolore, nel mio cuore faccio un sorriso a Gesù. E tu come fai? Puoi raccontarci come fai a superare il dolore?". Come superare il dolore Emmaus: ( ) "Come fai a superare il dolore?". Anch io faccio come te, cioè nel mio cuore io cerco di dire a Gesù: "In questo dolore sei tu che vieni, ti voglio bene". E quindi gli faccio un sorriso, come dici tu, faccio un sorriso a lui, non al dolore; faccio un sorriso a Gesù dentro al mio cuore, e poi mi metto a fare un atto d amore, come vi ho raccontato prima. Anche in quel momento era un dolore che ho dovuto superare per fare un atto d amore. E così dopo ero contenta, dopo non c era più il dolore, il giorno dopo ero già guarita. Però anche quel giorno, anche se non ero ancora guarita, ero contenta: il dolore non c era più perché era diventato un dono per Gesù, un sorriso per Gesù. Quindi faccio come te. (Applausi) Come hai sentito di diventare focolarina? Cristiana: Adesso, Beatrice di Roma. Beatrice: Ciao Emmaus, sono Beatrice di Teramo. 15) "Come hai sentito il desiderio di diventare una focolarina?". Emmaus: Guarda, prima di tutto ho sentito il desiderio di vivere come Chiara, di vivere quell Ideale che Chiara mi ha insegnato. Non ho pensato: dove? Come? Questo io all inizio non ho pensato, io ho pensato solo di vivere l Ideale, e ho cominciato a vivere l Ideale. A un certo momento, vivendo l Ideale, cercando di essere più possibile vicina alle altre focolarine, vicina a Chiara, di vivere come loro, a un certo momento anch io ho sentito dentro - come avete cantato nella canzone - quella parola di Gesù: "Datti tutta a me". Anch io ho sentito che Gesù diceva anche a me: "Hai una vita sola, spendila bene", voi lo cantate nella canzone nella storia di Chiara. Anch io ho sentito questo dentro di me. E allora ho pensato: ma se Gesù vuole questo, io sono contenta. Perché Chiara si è data tutta a Gesù, e guarda quante cose belle sono successe dopo questa cosa. Anch io voglio aiutare Gesù a fare delle cose belle nel mondo. Così l ho sentito, e ho detto di sì a Gesù. Dopo questo ha significato andare in focolare. Ma dentro dentro, quello che io ho sentito, ho sentito che Gesù mi diceva: "Hai una vita sola e adesso io ti ho fatto vedere una cosa che vale più di tutto. Tu vuoi le altre cose che valgono di meno o vuoi quello che vale di più?". E io ho detto: "Voglio quello che vale di più". "Allora quello che vale di più è venire a stare con me: darti tutta a me". E ho detto: "D accordo". E così, sai? è stato. (Applausi)

15. Le focolarine del tuo focolare Cristiana: Adesso c è Miriam, di Roma. Miriam: Ciao, sono Miriam di Latina. 16) "Come sono le pope che abitano con te? Vai d accordo con tutte? Ci racconti una cosa divertente che è successa nel tuo focolare?". Questa domanda è di Emanuela che non è potuta venire. Episodi divertenti successi in focolare Emmaus: "Come sono le pope che abitano con me? Sono tutte molto simpatiche, cioè, ci vogliamo molto bene, perché tutte quante vediamo Gesù l una nell altra e ci vogliamo veramente molto bene. Siamo in cinque nel mio focolare. Ci sono io, poi ci sono due italiane. Una è qui - fatti vedere, Ave -, una è qui perché mi ha accompagnata con la macchina. (Applausi) E le altre sicuramente sono davanti allo schermo, che vogliono vedere voi; quindi salutiamo anche le altre pope del mio focolare che sono anche loro davanti allo schermo. (Applausi) Allora due sono italiane: Ave e un altra che si chiama Nilla, sono italiane; poi c è una che è brasiliana, che si chiama Darci, e una che è portoghese, che si chiama Teresa. Quindi siamo in cinque in tutto. Ci vogliamo molto bene. Certo, siamo diverse, perché tutte le persone sono diverse. Una magari le piace di più alzarsi presto la mattina e andare presto a letto la sera; un altra invece la sera non vuole mai andare a letto perché le piace stare in piedi e poi la mattina, invece, quando suona la sveglia non si vorrebbe alzare. Siamo diverse, però ci aiutiamo a fare tutte la volontà di Dio. Così. Quindi ci vogliamo bene e andiamo d accordo, veramente. Poi dici: "Qualche episodio divertente che è successo nel focolare". Vediamo un pochino. Be', sì, guarda, due cose ti posso raccontare. Una volta è arrivato un regalo, ogni tanto mi arrivano i regali, anche da tante parti del mondo, come voi che adesso mi avete portato questi regali qua. E un giorno è arrivato - io non c ero, perché ero in viaggio - e è arrivato questo regalo per Emmaus. E le altre focolarine hanno detto: "Dobbiamo aprire, perché metti che c è qualche cosa che va a male dentro; anche se Emmaus non c è, bisogna aprire". Allora hanno aperto questo pacco e hanno trovato un pane così, rotondo. Hanno detto: "Meno male che abbiamo aperto!". Ed era un pane di quelli, almeno sembrava, un pane benedetto, perché c era sopra una grande croce, di quelli che si usano certe volte nelle feste, nelle chiese, come il pane di sant'antonio. Ecco, questo grande pane con questa grande croce e con una scritta in greco. Allora le focolarine hanno detto: "Questo pane non può aspettare che torni Emmaus, perché diventa vecchio, diventa secco. Allora cosa facciamo? Lo possiamo mandare di regalo a una focolarina che è stata in Grecia, che certamente sarà contenta di ricevere un pane della Grecia". Allora hanno fatto il pacchetto e l hanno mandata a questa focolarina che era in Grecia.

16. Il giorno dopo è tornato di nuovo questo pacchetto con il pane e la focolarina ha scritto una letterina dicendo: "Vi ringrazio del regalo, ma voi avete provato a tagliare questo pane?". E allora si sono accorte che era di pietra, era un pane di gesso, però era fatto così bene, così bene, che sembrava proprio un pane vero. Allora le risate, potete immaginare! Un altra mattina io sono arrivata da un viaggio, ero stata in un posto, ero stata in un altro posto, ero un pochino stanca, sono andata a letto. La mattina è arrivata proprio Ave nella mia stanza con una tazzina di caffè, perché dovevo alzarmi, allora mi ha portato il caffè. Io ho aperto gli occhi, ho visto lei che mi dava il caffè e ho detto: "Ma guarda che strano, somigliano proprio alle tazze di casa nostra!". E lei ha detto: "Perché, tu dove pensi di essere?". Perché io mi sentivo ancora chissà dove, avevo viaggiato, forse ero in aereo con la mente e invece ero a casa nostra, ed erano proprio le tazze di casa nostra. Per dire che qualche volta succedono anche le cose buffe. E allora quando succede una cosa divertente, moriamo dal ridere, scoppiamo a ridere tutte quante e ci divertiamo. (Applausi) Come sapere se si è nella strada giusta? Cristiana: Adesso c è Laura, dalla Spagna. Laura: 17) "Come so che la strada che sto facendo è quella che Dio mi chiede?". Emmaus: Lo sai se sei nell amore. Se tu ami, sicuramente sei nella strada che Dio ti chiede. Cioè se tu ami, che però vuol dire: se ami Gesù e rispondi di sì a quello che lui vuole, non soltanto un sentimento, non soltanto un sentire l amore. Ma se tu veramente fai quello che Dio vuole da te in questo momento, sei sicuramente nella strada di Dio, nella strada che Dio ti chiede. Sicuramente con l amore te ne accorgi. (Applausi) Cristiana: Adesso ci sono due domande di Hana, di Hong Kong. Hana: 18a) "Abbiamo imparato che dobbiamo amare sempre e amare tutti, ma perché alcune persone nel mondo non amano?". Emmaus: E fammi anche l altra domanda.

17. Come fare di fronte alle persone che non amano? Hana: 18b) "Nella mia scuola c è un compagno un po cattivello che mi prende in giro, un giorno mi ha fatto anche piangere. Io l ho perdonato, ma voglio aiutarlo ad imparare ad amare. Come posso fare?". Emmaus: Mi sembra che sono due domande che vanno bene insieme, perché praticamente lei dice: ci sono quelli che amano e quelli che non amano. Allora diciamo: ci sono quelli che non amano perché non hanno imparato ad amare, perché tu dici: "Abbiamo imparato che dobbiamo amare sempre, perché alcune persone non amano?". Perché non hanno imparato, perché non lo sanno, perché nessuno gliel ha detto. Anzi, perché magari hanno imparato a non amare, perché hanno visto intorno a loro persone cattive che non amano, e quindi non hanno imparato. Alcune, invece, sanno che dovrebbero amare, però hanno l uomo vecchio in qualche momento, e quindi anche se lo sanno che dovrebbero amare, non vogliono amare, e quindi magari fanno i dispetti e quindi magari sono cattivelli, fanno piangere quelli che sono vicini a loro, queste cose qua. Allora noi cosa dobbiamo fare? Sia gli uni che gli altri noi dobbiamo amarli. E non è che dobbiamo preoccuparci tanto di insegnare a loro ad amare, ma dobbiamo fargli vedere che noi amiamo. Noi non possiamo dire a loro come devono fare; perché quello che noi sappiamo è che dobbiamo amare, l abbiamo imparato da qualcuno, però non è che ci hanno detto: tu devi amare, tu devi amare, tu devi amare. Noi abbiamo visto qualcuno che amava e abbiamo amato anche noi, abbiamo imparato ad amare. Così dobbiamo fare con gli altri, cioè gli altri devono vedere che noi amiamo e che questo amore ci fa essere contenti, ci fa felici. Cioè se gli altri vedono che quando noi amiamo siamo felici, viene voglia anche a loro di amare; se gli altri vedono che quando loro non amano, fanno i dispetti, e dopo restano tristi, dopo gli altri non parlano con loro, dopo sono da soli, mentre noi ci cercano perché noi siamo nell amore, anche loro imparano ad amare. Però non dobbiamo essere noi a voler insegnare, noi dobbiamo solamente amare, eh? E più noi amiamo, più questo amore è contagioso. L amore è come una malattia, però è una malattia buona, che si passa dall uno all altro, che si contagia, allora si prende il contagio. Più noi amiamo, più ci sarà un po alla volta qualcun altro vicino a noi che imparerà ad amare: sarà una nostra sorellina, sarà la nostra mamma, sarà la compagna di scuola, sarà il professore, sarà il negoziante dove andiamo a fare la spesa che, ad un certo momento, anche loro vedendo noi che amiamo gli viene voglia di mettersi ad amare. Loro non lo sanno che l hanno imparato da noi, però in realtà è così,

18. perché sono state contagiate da questo virus positivo che è il virus dell amore. E quello è quello che noi dobbiamo fare. Quello è quello che noi dobbiamo fare: non tanto insegnare, ma amare noi perché tanti altri siano contagiati. (Applausi) Cosa ti aspetti da noi? Cristiana: L ultima! Marta. Marta: Ciao Emmaus, sono Marta di Roma. 19) "Cosa ti aspetti da noi gen 4?". Questa domanda è di Miriam che non è potuta venire. Emmaus: Ma io penso che è un po di tutte, perché forse tutte le gen 4 vogliono sapere: "Ma, Emmaus, cosa vuole da noi?". Vero che volete saperlo? Allora io dico: "Che cosa voglio io da voi?". Intanto vi dico che io sono sicura che l Opera andrà avanti perché ci siete voi, quindi che Chiara può stare contenta in Paradiso e può stare tranquilla in Paradiso perché ci siete voi. Allora che cosa mi aspetto? Mi aspetto che voi, uscendo da qui, tornando nelle vostre case, nelle vostre classi, nelle vostre scuole, nelle vostre compagnie di amicizie, nelle vostre famiglie, portiate tantissimo amore, che veramente sia un'invasione d amore che voi portate nel mondo! Io mi aspetto proprio questo: che le gen 4 trasformino il mondo. Questo mondo vi piace? A me non piace tanto questo mondo così com è, ci sono tante cose che non vanno bene, ci sono bambini che muoiono di fame ed altri che hanno un sacco di roba; ci sono tanti ammalati e i medici che magari non sanno trovare le medicine per curarli; ci sono tante cose che non vanno bene. Chi è che può trasformare tutte queste cose? Solamente Gesù può farlo. Però noi abbiamo trovato il segreto, il sistema; voi l avete cantato adesso. Cioè, qual è il sistema? Che se ci amiamo, ogni volta che ci amiamo - avete cantato - allora in mezzo a noi c è proprio lui, Gesù, lui risorto fra noi. Allora se siamo sicuri di questo Io è questo che mi aspetto: che voi partite da qui per portare in giro per il mondo chi? Gesù. Allora se voi portate Gesù, Gesù poi dopo trova lui il modo di far circolare di più le ricchezze, per non far avere fame ai bambini, per far fare pace a quelli che vogliono fare la guerra. Però io penso che le gen 4 abbiano un grandissimo compito, proprio il compito di portare questa invasione d amore dappertutto nel mondo. Dici: "Ma questo lo devono fare i grandi!" Anche; cioè non lo devono fare solo le gen 4; però quelle sicuramente lo possono fare, perché hanno il tempo davanti a loro, perché cresceranno, perché domani saranno i dirigenti: diventerete sindaci, diventerete

19. deputati, diventerete dottori, diventerete professori, diventerete tutte queste cose con l amore! Ed è una cosa meravigliosa, io è questo che mi aspetto: che fin da adesso voi portiate nel mondo una grandissima invasione d amore, e che poi questo amore, man mano che voi crescete, cresca anche l amore e cambi il mondo, e lo faccia più bello. Ci aiutiamo a fare questo. Anch io voglio farlo, anch io ci metto tutto l impegno, però so che da sola non ce la faccio; tanti altri vogliono farlo, ma io conto particolarmente sulle gen 4; io so che le gen 4 sono con me a volere questo e che facciamo questa cosa insieme, questa gara di amore, a chi ama di più; ma non per essere più bravi, per portare più amore nel mondo. Va bene? Ci siamo? (Applausi) Allora, grazie dei vostri regali. ( )