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Transcript:

Accesso stradale: appena usciti dalla galleria del Gottardo lasciare l'autostrada all'uscita di Göschenen, che si raggiunge in breve. Seguire la strada per la valle di Göschenen fino al suo termine, nei pressi di una diga, ove si trovano alcuni parcheggi. Solo il primo (molto piccolo e affollato nei fine settimana) è gratuito. I successivi parcheggi, nei pressi del bar-ristorante, sono a pagamento (portare nel caso qualche franco). Avvicinamento: seguire il comodo sentiero ben segnalato fino al rifugio Bergseehütte (circa 1h15) e da lì alla base della parete per tracce di sentiero e pietraia, aggirando da sinistra un netto avancorpo fino ad una sella tra l'avancorpo stesso e la parete. In corrispondenza della sella parte la classica cresta sud del Bergseeschijen. Dalla sella un'ampia cengia attraversa la parete permettendo di raggiungere gli attacchi delle vie. Percorrere la cengia per circa 30 metri: dopo le vie Andrea e Claudia (scritta rossa un po' sbiadita con il nome della via e spit di partenza; circa 1h40 dal parcheggio). Tonis Lust è la terza via che si incontra, Discesa: dalla croce di vetta scendere sul versante opposto (nord) per sfasciumi e roccette seguendo bolli bianco/blu e ometti. Dopo circa 200 metri si incontrano alcune corde fisse di acciaio che facilitano alcuni passaggi. Successivamente piegare a destra e risalire per una decina di metri fino ad un netto intaglio che riporta sulla parete sud (attenzione a non seguire i bolli bianco/blu, ma puntare all'intaglio). Dall'intaglio scendere lungo i cavi d'acciaio fino alla pietraia sottostante (circa 50 metri; possibilità di fare una doppia nel caso di ghiaccio e neve). Proseguire poi per pietraia fino al rifugio (numerosi bolli bianco/blu e ometti) o ricongiungersi direttamente al sentiero che scende dal rifugio al parcheggio. (2h00 dalla cima al parcheggio) Difficoltà: TD-, 5c (5b+ obbligato). Sviluppo: 10 lunghezze per circa 350 metri di sviluppo. Attrezzatura: soste attrezzate con spit e anello di calata. In via spit e qualche chiodo. La chiodatura in loco è piuttosto "lunga" e spesso difficilmente integrabile. Utili comunque dadi e friend. Esposizione: sud: parete in pieno sole, su cui la neve si scioglie rapidamente, mentre sul versante opposto, quello di discesa, rimane più a lungo. Tipo di roccia: granito. Periodo consigliato: estate (ma non troppo presto) e autunno prima che inizino le nevicate. Tempo salita: 4h30. Primi salitori: Toni Fullin, Toni Gamma, 1994. Riferimenti bibliografici: von Känel, Jürg, Plaisir Ost, Edition Filidor, 1999 Relazione Lunghezza 1, IV-, III+, 30 metri: si inizia con una fessura abbastanza verticale (al suo termine fittone cromato) e si prosegue poi per la rampa, stando a piacere più o meno vicino alla parete di sinistra, o più sulle rocce a destra. Sosta su chiodo cementato con anelli. Lunghezza 1, 5b, 40 metri: dallo spit di partenza alzarsi per placca compatta e verticale in direzione del successivo spit (passaggio delicato). Successivamente la placca si abbatte leggermente. Piegare leggermente verso destra dove la placca diviene ancora verticale e salire con bei movimenti di opposizione aiutandosi con una serie di fessurine fino ad una comoda cengia dove si sosta. Lunghezza 2, 4b, 30 metri: tiro più semplice del precedente. Seguire verticalmente la bella fessura lavorata sopra la sosta. Più avanti superare un breve muretto fessurato con movimento deciso ma su buone prese. La chiodatura è piuttosto lunga e le fessure quasi sempre svase e difficilmente integrabili. Lunghezza 3, 3c, 30 metri: salire lo speroncino sopra la sosta per rocce lavorate e abbastanza semplici. Successivamente, più in verticale e su prese più piccole, seguire un piccolo diedrino fino alla sosta. Lunghezza 4, 4c, 30 metri: salire verticalmente sopra la sosta in direzione dei due strapiombi (segno rosso di vernice). Passare in mezzo ai due strapiombi per placca e risalire il bellissimo diedrino successivo (presa rovescia sotto lo strapiombo di destra). La placca poi si abbatte e diviene semplice (prestare attenzione a qualche sasso mobile). Raggiungere uno spit da rinviare molto lungo e traversare facilmente a destra per rocce rotte fino alla sosta. Lunghezza 5, 5b, 40 metri: salire leggermente verso destra per placca tecnica e delicata. Poi superare un passaggio in leggero strapiombo e il successivo diedrino liscio con passi in aderenza (dopo l ultimo spit), fino alla sosta (un po scomoda). Di fianco a noi, a sinistra, troviamo la famosa e sorprendente lavagna Lunghezza 6, 5a, 30 metri: risalire la placca a sinistra della sosta. Dopo il secondo spit rimanere sulla placca sfruttando la sua faccia sinistra come lama per bellissimi movimenti in dulfer (evitare quindi di traversare sia nel diedrino di destra che in quello di sinistra, apparentemente più semplici, ma rimanere sulla placca). Usciti dalla placca chiodo vecchio (lontano dallo spit e non integrabile). Successivamente superare un passaggio sbilanciante con passo in aderenza e allungo su lama a sinistra. Uscire per placca verso destra fino alla sosta. Lunghezza 7, 5c, 40 metri: alla partenza traversare completamente a sinistra verso il canale strapiombante (!). Freccia rossa che indica la direzione. Appena si guarda da sopra lo strapiombo si vede lo spit. Usarlo in artificiale per arrampicare in discesa per un paio di metri sotto lo strapiombo, spingendo con la schiena e la spalla destra contro la parete strapiombante per bilanciarsi. Movimento chiave e direi inarrampicabile Lunghezza 8, 5b, 30 metri: seguire la linea di spit centrale (la linea a sinistra è lo spigolo sud, la linea a destra la via Esther) e risalire verticalmente lo speroncino sfruttando alcune piccole tacche per i piedi. Successivamente la parete si abbatte e si raggiunge la sosta alla base di una stupenda placca unendosi allo spigolo sud. Le ultime due lunghezze di corda costituiscono la parte terminale dello spigolo sud, e sono in comune a tutte le vie della parete sud.

Lunghezza 9, 4c: risalire la placca verticalmente sfruttando due lame verticali (chiodo vecchio e di fianco spit) fino ad una fessura orizzontale (sulla sinistra friend incastrato, da rinviare lungo). Traversare a destra lungo la fessura (spit) e uscire per rocce più semplici a destra. Sosta su anellone. Lunghezza 10, 4a: partenza un po' ostica: stare a sinistra della sosta e salire grazie ad una lametta un po scivolosa. Poi più facile ed appoggiato fino alla sosta. Da qui, per rocce via via più semplici, raggiungere la croce di vetta attraversando orizzontalmente la cresta per circa 70 metri. Note: la via è in alcuni punti segnata con strisce di vernice rossa un po' sbiadita. Via molto bella, su roccia fantastica e con scalata entusiasmante. La chiodatura è lunga e difficilmente integrabile, trattandosi di arrampicata prevalentemente di placca. Salita di soddisfazione in ambiente fantastico, adatta anche in autunno con giornate di bel tempo (attenzione solo all'eventuale neve/ghiaccio residuo sul versante nord durante la discesa). Aggiornamento: relazione a cura di Christian Orlandelli e Matteo Greco, 8 ottobre 2010.

La Bergseeschijen durante l'avvicinamento alla parete Seconda lunghezza

Terza lunghezza

Quarta lunghezza

Quinta lunghezza, affianco alla famosa lavagna

Settima lunghezza

Il libro contiene la narrazione del Raid Scialpinistico svoltosi nel 2015 per celebrare i 40 anni della Scuola Guido Della Torre. Maggiori informazioni su http://www.nomosedizioni.it/spaziobianco