Corri dietro al tuo cuore



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Transcript:

Corri dietro al tuo cuore MENSILE DI COLLEGAMENTO PER I GRUPPI DI PREGHIERA DEL RINNOVAMENTO CARISMATICO CATTOLICO N. 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2015

2 CORRI DIETRO AL TUO CUORE INDICE Editoriale...................................................... Tanti auguri scomodi............................................. Un missionario risponde alle fidanzate dei preti...................... Famiglia Cristiana all attacco del sindaco che difende il Crocifisso........ I 10 errori più comuni nell educazione dei figli........................ I martiri del Laos................................................ Gigliana, era mistica, ma forse non lo sapeva!......................... Tutti in fila per la comunione. Ma quanti si confessano?................. Grazie......................................................... Libri di Don Beppino............................................ Celebrazioni con don Beppino..................................... p. 3 p. 4 p. 6 p. 8 p. 10 p. 12 p. 15 p. 18 p. 20 p. 21 p. 22 Stampato presso la Tipografia Artigianelli in Pontremoli

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 3 All inizio di questo Anno Nuovo 2015 offro ai lettori di Corri dietro al tuo cuore un Decalogo personalizzato. EDITORIALE don Beppino 1-Essere donna non è indispensabile perché pare che ogni dieci centenari, otto sono le donne centenarie. 2-Essere piccoli di statura o magri non è un handicap perché pare che la longevità non si addica molto a chi ha problemi di peso e tanto meno a chi è alto. 3-Vi diranno che fumare fa male. Ed è vero! Infatti io non fumo. La maggioranza dei centenari non conosce la sigaretta. 4-Meglio vivere in campagna. Infatti io vivo in campagna. Lo smog della città uccide. Molto meglio l aria della campagna. 5-Abituarsi ad una alimentazione normale. Non eccedere mai, senza dimenticare che anche certe privazioni possono far male. I centenari generalmente mangiano di tutto ma lo fanno con moderazione. 6-Abituarsi a tenere il cervello sveglio e sotto sforzo. E vero il proverbio che dice: il pesce incomincia a marcire dalla testa. Un cervello addormentato accelera la morte. 7-Avere un carattere forte. I centenari spesso sono dei duri, poco malleabili. Si distinguono per il piglio e non mollano facilmente. 8-Interessarsi a tutte le cose che accadono ogni giorno perché il tempo è quello che stai vivendo oggi. 9-Meglio avere tanta voglia di vivere che essere sempre ossessionati dalla morte che comunque arriverà. 10-L autostima ci guarisce da tante malattie. Essere giovane è bello e anche un vantaggio. Anche essere vecchio è bello ed è anche un vantaggio. PS. Non dimentichiamo che l Anno Nuovo non esiste. Esistono soltanto (calcoli alla mano) ottomilasettecentosessanta ore nuove. Meglio: esistono cinquecentoventicinquemila seicento minuti nuovi. Tutto carico di ogni possibilità.

4 CORRI DIETRO AL TUO CUORE TANTI AUGURI SCOMODI don Tonino Bello Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi Buon Natale e buone feste senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa. Giuseppe, che nell affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corto circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in c risi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro. Gli angeli che annunciano la pace, portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano uomini allo sterminio della fame. I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell oscurità e la città dorme nell indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 5 volete vedere una grande luce dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. I pastori che vegliano nella notte, facendo la guardia al gregge e scrutano l aurora, vi diano il senso della storia, l ebbrezza delle attese, il gaudio dell abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri, che è poi l unico modo per morire ricchi. Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

6 CORRI DIETRO AL TUO CUORE UN MISSIONARIO RISPONDE ALLE FIDANZATE DEI PRETI di padre Piero Gheddo Il celibato sacerdotale è tornato alla ribalta per una lettera inviata a Papa Francesco da un ventina di signore che si dichiarano innamorate di preti, un amore ricambiato ma vissuto nel segreto e quindi non in modo sereno, pieno. Chiedono a Francesco di abolire la regola del celibato. Ne scrivo non per dare consigli. Vorrei solo comunicare la mia esperienza di sacerdote da 61 anni, ordinato dal card. Schuster nel Duomo di Milano il 28 giugno 1953 Il compito essenziale del prete è di innamorarsi di Gesù, pregarlo, conoscerlo, viverlo e imitarlo, per poter essere per la gente un altro Cristo, pur nei limiti e debolezze di uomo. Poi viene tutto il resto. Il prete è nella posizione migliore per innamorarsi di Gesù. Certo con molte tentazioni, sbagli, peccati, ma senza altre preoccupazioni che questa: non deve pensare alla casa, al lavoro, alla famiglia, ai soldi, alla pensione (il prete non ci va mai, a meno che sia costretto dalla salute). Dico spesso: è bello fare il prete! Se il prete, con l aiuto di Dio, tenta di essere veramente prete, è un uomo felice, realizzato, anche perché capisce che questa grande verità: che tutti gli uomini e tutte le donne, tutti i popoli hanno e tutte le culture hanno bisogno di Cristo. Anche quelli che non lo conoscono, anche quelli che lo rifiutano. In questa logica vissuta di consacrazione totale a Dio e agli uomini, sinceramente l idea di un matrimonio e di vita familiare mi sembra qualcosa di estraneo; certamente bello, umano, consolante, con molte eventuali complicazioni. Il celibato, amato e vissuto come consacrazione a Dio, è la migliore garanzia di poter realizzare il ministero sacerdotale in modo totale, trasparente, disinteressato. Il prete celibe è libero da ogni altro legame affettivo e di impegno personale. Solo così può esser di tutti, disponibile per tutti, dare tutto il suo tempo e la sua passione al prossimo, per rimanere sul posto anche a rischio della vita. E penso alle molte situazioni di guerra o guerriglia che ho visto in Vietnam, Birmania, Angola, Mozambico, Congo, Somalia Mi dicevano che i missionari prote-

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 7 stanti (spesso ottime persone) erano tornati in patria per mettere al sicuro la famiglia. L errore più funesto per un prete è di avere un mediocre concetto della sua dignità e missione, di considerarsi un funzionario, un lavoratore a servizio della Chiesa. Non è così. Io sacerdote, come tutti i sacerdoti, devo avere un altissima stima della mia dignità e dell importanza che ho nella Chiesa e nella società. Stima non di me stesso, Piero Gheddo, che sono un pover uomo come gli altri; non per quello che faccio o posso fare in campo pastorale e ministeriale, ma per quello che il Sacramento dell Ordine imprime nel prete: un marchio indelebile, un sigillo spirituale che consacra l uomo a Cristo. Nel 1983, in Birmania, chiedevo al futuro beato padre Clemente Vismara: Che messaggio dai ai missionari del Pime e ai giovani che si preparano a diventarlo?. Risposta: Bisogna donare la vita con generosità, semplicità, entusiasmo e amore. Non tenere nulla per sé, non essere attaccato nemmeno alle opere che tu fai e alle persone che ti vogliono bene. Bisogna essere liberi per amare davvero Dio e il prossimo. Se il missionario non dona tutto se stesso vale poco. Solo Dio ti basta. (Il Timone n. 136).

8 CORRI DIETRO AL TUO CUORE FAMIGLIA CRISTIANA ALL ATTACCO DEL SINDACO CHE DIFENDE IL CROCIFISSO di Michele Majno Riscossa Cristiana è un sito in cui si parla con garbo e moderazione e quindi cercherò di adeguarmi, anche perché il direttore non mi tagli a pezzi l articolo. Ma francamente questa vicenda del sindaco di Padova, il leghista Massimo Bitonci, attaccato a testa bassa da un vescovo e ora anche da Famiglia Cristiana, perché ha commesso l inenarrabile crimine di ricordare che l Italia è un paese cattolico, che il Crocifisso fa parte della nostra vita e della nostra storia, inizia a dare la nausea. I nemici della fede, almeno quelli che hanno l onestà di dichiararsi tali, non devono nemmeno far più fatica per sparare contro quei pochi che ricordano e difendono la Tradizione. Non devono far fatica perché sanno che nella nuova chiesa ci sarà sempre qualche prelato, qualche zelante religioso o affermato giornalista cattolico che si scandalizzerà vedendo (forse), lesi i diritti degli islamici o che tremerà per il sacro dialogo e rischi di venire interrotto da qualche intemperante bigotto che voglia ricordare le nostre radici cristiane, che voglia addirittura esibirne con orgoglio i simboli, e tra questi il più prezioso, il Crocifisso. Nossignori - tuonano non è così che si testimonia la fede. Però! Nella provincia di Padova i migranti residenti sono quasi 90mila e tra questi non pochi sono seguaci del Corano. Pregano e osservano i dettami della loro fede, proprio come fanno i cristiani praticanti ammonisce famiglia Cristiana. Non ha aggiunto che i quasi 90mila fanno anche la raccolta differenziata che, si sa, è uno dei compiti precisi dei nuovi cristiani dell era suicidaria. Ci arriveremo alla prossima puntata, vedrete Ma vogliamo smetterla di dire o scrivere fesserie che hanno denominatore comune: paura, ansia di essere politicamente corretti, vergognoso abbandono della testimonianza e dell apostolato, resa incondizionata ai nemici della fede? E poi, leggere per credere, quando un giornalista, scrivendo su un giornale che si definisce cattolico arriva a definire il Crocifisso quel simbolo in legno dentro un aula

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 9 scolastica o di tribunale, scusate tanto, ma non viene il prurito alle mani? Certo queste non sono argomentazioni dialoganti e concilianti, ma come si fa ad essere dialoganti e concilianti in questa folle atmosfera di autolesionismo, tra cattolici (o presunti tali) che sembrano avviati verso la Religione Unica Mondiale? Sindaco Bitonci, ma come si permette - gridano di voler imporre il Crocifisso! Ma non ha capito che tutto ciò da fastidio a chi è ansioso di incassare trenta denari? Mi viene in mente un giovanissimo martire della fede: Rolando Rivi. Gli sarebbe bastato togliere la veste per aver salva la vita. Magari avrebbe potuto anche aprire un dialogo con i suoi persecutori. No, lui ha preferito morire per testimoniare Cristo. (Da RISCOSSA CRISTIANA 4/ 7/2014)

10 CORRI DIETRO AL TUO CUORE I 10 ERRORI PIÙ COMUNI NELL EDUCAZIONE DEI FIGLI di Roberta Sciamplicotti Vi siete mai chiesti il motivo dell espressione educare è un arte? L opera educativa di un genitore è tanto delicata quanto meravigliosa e implica un processo di apprendimento soggetto a errori. Pur volendo il meglio per i figli, non sempre i genitori fanno il loro bene con certi atteggiamenti. Ecco gli errori più frequenti che i genitori compiono nella formazione dei figli. 1-USO INADEGUATO DELL AU- TORITA. Quando l autorità viene concepita solo agli estremi: autoritarismo o permissività, senza via di mezzo. Sono dannosi sia l uno che l altra. 2-INCONGRUENZA TRA IL DIRE E IL FARE. E uno degli errori più commessi dagli educatori senza rendersi conto della sua portata. Si riferisce alle famose minacce che non vengono mai messe in pratica e alle promesse che non vengono mai mantenute. Questo indica che l autorità è debole e può essere intaccata facilmente. 3-DISPARITA NELL AUTORI- TA. Si riferisce alla situazione in cui la madre emette un messaggio e il padre un altro, il che provoca un labirinto in cui io figlio non sa in quale direzione andare né quale via d uscita prendere. 4-CONCETTO ERRONEO DELLA LIBERTA. E la falsa convinzione che la libertà consista nel permettere ai figli di fare ciò che vogliono, dove vogliono, come vogliono e nel momento in cui vogliono, perché si pensa che stabilendo dei limiti si impedisce il libero sviluppo della personalità. 5-IPERPROTETTIVITA. E impedire l autonomia dei figli. I genitori realizzano per loro cose che sono del tutto capaci di svolgere da soli. In generale i genitori iperprotettivi cercano di evitare ai propri figli ogni tipo di sofferenza o difficoltà. Il frutto dell iperprotettività è l insicurezza che si genera nella persona, così come l incapacità di far fronte agli inconvenienti. E un amore possessivo, di attaccamento,

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 11 che ostacola il processo naturale dei figli. 6-MANIPOLAZIONE AFFETTI- VA. Si verifica quando si mette in mezzo un interesse specifico del genitore per raggiungere un obiettivo con i figli. Può verificarsi a qualsiasi età, anche quando i figli si sono già fatti una famiglia e i genitori ricorrono a varie ragioni (denaro, malattia, compagnia ) per catturare la loro attenzione. 7-RIEMPIRE I VUOTI CON BENI MATERIALI. E un fenomeno che si verifica in molte famiglie. La mancanza di tempo per stare con i figli viene compensata con giocattoli, computer, telefoni cellulari che hanno l obiettivo di sostituire l affetto che i genitori non possono concedere per via delle loro occupazioni lavorative. 8-NON RICONOSCERE I LIMITI DEI FIGLI. Rifiutarsi di ammettere le difficoltà che i figli presentano o richiedere loro capacità che non possiedono dà luogo a una serie contrarietà che pregiudicano entrambe le parti. Molto spesso i genitori cercano di fare dei figli ciò che non sono riusciti a fare di se stessi, di modo che le loro frustrazioni trovino realizzazione nella vita dei figli. 9-COMUNICAZIONE CARENTE. E la paura di trattare con i figli certi temi difficili da affrontare (sessualità, dipendenze, amicizie poco adatte) che lascia nella piena libertà di trovare le informazioni in fonti che distorcono la realtà e il senso delle cose. 10-GESTIONE DELLE NUOVE TECNOLOGIE. Si è osservata nelle famiglie una carenza di limiti e norme per l uso delle tecnologie, il che può aprire le porte a mondi oscuri e pericolosi per chi è ancora in formazione, come contatti con persone sconosciute, pornografia, dipendenza dal gioco, isolamento Dando uno sguardo a questi errori dei genitori, possiamo concludere che non è difficile cadervi. Ciò che conta è di non fermarsi l, ma cercare il modo di evitare o di affrontare gli errori dando loro una soluzione opportuna. Fonte: Aleteia, 5/11/2014.

12 CORRI DIETRO AL TUO CUORE I MARTIRI DEL LAOS Finalmente una bella notizia. E stata introdotta la causa di beatificazione per 17 martiri del Laos, in Indocina. Sono stato missionario in questo paese per quattro anni, sino all espulsione da parte del nuovo governo comunista. Ho scritto anche due libri sul Laos: Il vangelo secondo Ho Chi Min (quando è uscito ho avuto qualche noia in alto!) e Laos: il calvario di un popolo. Il Laos, un paese dove esiste ancora oggi una dura repressione contro i cristiani, non interessa a nessuno: non c è petrolio e poi il grande fratello (vedi Vietnam e Cina) non va toccato! Ecco una breve storia dei martiri del Laos. Nella primavera del 1953 la guerriglia occupa la provincia di Sam Neua e i missionari francesi sono costretti a partire. Il giovane sacerdote laotiano Joseph Thao Tien, ordinato prete nel 1949 decide di restare affermando: Io resto per il mio popolo. Sono pronto a dare la mia vita per i miei fratelli del Laos. Quando viene portato prigioniero verso il villaggio di Talang, tutti si mettono in ginocchio davanti a lui, in lacrime. Consola il suo popolo dicendo: Non siate tristi. Io ritornerò, per adesso vado soltanto a studiare Continuate a vivere la vostra fede. Il 2 giugno 1954 è condannato a morte e fucilato: aveva rifiutato di prendere moglie e di abbandonare il sacerdozio. In un altro villaggio del Laos, il padre Jean-Baptiste Malo, già missionario in Cina, era stato arrestato con quattro altri quattro missionari. Muore sfinito per le percosse nel 1954. Nel 1959 padre René Dubroux delle Missione Estere di Parigi, che era già stato prigioniero di guerra nel 1940, è tradito da un suo collaboratore e viene ucciso. In quell anno la Santa Sede aveva dato l ordine che tutto il personale missionario, clero locale e religiosi compresi, restassero al loro posto, a meno che venissero espulsi. Tutti i missionari obbediscono ed è la loro firma di morte. Nel 1960 un giovane catechista hmong Thoj Xyooj e padre Mario Borzaga di Trento sono barbaramente uccisi. Nel mese di aprile 1961, nel villaggio di Xieng Khouang, vengo uccisi senza alcun processo i padri francesi Louis Leroy, Michel Coquelet e Vincent L Hénoret. Al sud del Laos, viene ucciso padre Noel Tenaud e il suo catechista Outhay. Padre Marcel Denis viene ucciso dopo alcuni mesi

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 13

14 CORRI DIETRO AL TUO CUORE di prigionia. Un confratello scrive di loro: Sono stati tutti dei missionari straordinari, pronti ad ogni sacrificio, vivevano in maniera molto povera, senza mai risparmiarsi nel loro ministero. In quel periodo, tutti avevamo il desiderio di morire martiri e di dare la nostra vita per Cristo Gesù. Nessuno di noi aveva paura. Tutti avevamo preso la difesa dei più poveri, dei malati e soprattutto volevamo annunciare il vangelo. Nel 1967, padre Jean Wauthier, l apostolo dei rifugiati viene abbattuto dai colpi di un mitragliatore e lascia un popolo preso dal dolore che ripeteva: Abbiamo perduto un padre!. Nel 1968, padre Jean Galan, già missionario in Cina, visitava i suoi catecumeni con il suo catechista di 16 anni, Khampeuane e ambedue vengono uccisi. Dopo di loro viene ucciso padre Joseph Boissel, di 60 anni. Nel 1970 un giovane catechista, Luc Sy inviato dal vescovo in missione a Vang Vieng, con un altro catechista, Maisam Pho Inpeng, ambedue sposati, vengono uccisi dopo aver formato vari gruppi di catecumeni. Missionari, sacerdoti del Laos, catechisti, tutti hanno versato il loro sangue per il vangelo. La giovane chiesa del Laos riconosce in loro i padri fondatori. PREGHIERA PER CHIEDERE LA BEATIFICAZIONE DEI MAR- TIRIDEL LAOS. Signore nostro Dio, Tu hai dato a padre Joseph Tien e ai suoi compagni, laici, catechisti e missionari, il coraggio di trasmettere la fede cristiana in ogni circostanza. Essi hanno obbedito, con una fede straordinaria, agli ordini ricevuti dal Successore di Pietro, hanno amato i poveri, i malati e i piccoli rischiando la loro vita. Affinché al Laos nascesse e aumentasse un popolo di credenti gioiosi anche nelle avversità, essi hanno voluto dare la loro vita in unione con quella di Gesù offerta per noi sulla Croce. Noi vogliamo far conoscere alle giovani generazioni l esempio che ci hanno lasciato. Ti preghiamo, Signore: possa l autenticità della loro vocazione alla santità e al martirio essere presto riconosciuta. E per loro intercessione, concedici la grazia che ti chiediamo con fiducia. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre)

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 15 GILIANA, ERA UNA MISTICA, MA FORSE NON LO SAPEVA! (Nel 20 anniversario della sua morte) Per un complesso di inferiorità davanti a certe realtà spirituali che mi superano, non sono mai stato appassionato di visioni, veggenti e mistici, anche perché mi hanno scioccato certe sbugiardate, rivelatesi vere, a proposito di questi strani personaggi. Con Giliana ho dovuto ricredermi. Giliana Faglia, da piccola, costretta a letto per una grave malattia, un giorno riceve in maniera inaspettata la visita della Madonna e di padre Pio nella sua casa di Chiari(BS) e nella sua semplicità pensa che quello che lei ha vissuto, succeda a tutti i bambini. Una domenica mamma Mina l accompagna in una cappella dedicata a Maria Regina delle Vittorie a Cossirano(BS) dove tra il giugno 1953 e il maggio del 1958, si dice che ci furono alcune apparizioni e rivelazioni della Madonna. In quella cappella la mamma chiede la guarigione della figlia. Giliana non guarisce, però la Vergine durante una apparizione chiede alle veggenti, come ricompensa per il soffrire di Giliana, di regalarle proprio quella statua dell Immacolata che lei desiderava tanto. In seguito la statua sarà messa sull altare del Santuario di Monte Fasce a Genova. Giliana vive per anni nella solitudine della sua cameretta a Chiari, mai disturbata da tante parole e da tanti rumori inutili, pronta ad ascoltare soltanto le voci del cielo, quelle voci di cui raramente lei parlava per pudore, preferendo conservare il segreto del Re e della Regina. Il 2 marzo del 1958, la Regina delle Vittorie, alla bambina Domenica, une delle veggenti di Cossirano, rivelò che presto quella giovane sordomuta, che spesso era presente alle apparizioni, si sarebbe recata dal suo servo fedele, Padre Pio, da quel frate che, come ho già detto, frequentava qualche volta la casa di Giliana, in bilocazione, mentre la ragazza seguiva meravigliata il suo passeggiare nella cameretta. Giliana ha avuto più volte l occasione di andare in pellegrinaggio a Pietrelcina, superando anche dei momenti di grande stanchezza a causa della sua malattia. Non sempre si trattava di incontri privati con padre Pio perché qualche volta lei stessa preferiva restare in mezzo alla folla a pre-

16 CORRI DIETRO AL TUO CUORE gare. L incontro più simpatico con il frate stigmatizzato si è svolto così. Giliana aveva un regalino da portare a padre Pio: una scatola di tabacco, perché il frate qualche volta amava tirare di tabacco, che dopotutto non è un grande vizio. Arrivata a Pietrelcina, nascosta nella folla, lei non sapeva come fare per consegnare il pacchetto, lontano da occhi indiscreti. Ci pensò padre Pio, con un gesto semplice quanto immediato. Quasi che lui conoscesse le intenzioni di Giliana, appunto perché leggeva nei cuori, ad un tratto il padre si fece strada tra la gente, allungò la mano e afferrò la scatola di tabacco. Un ammiccamento degli occhi confermò a Giliana che lui aveva capito tutto e la ringraziava. Un giorno Giliana ricevette la visita di una nobildonna di Milano, la signorina Terzaghi che le chiese qualche consiglio. Con decisione Giliana le suggerì di andare a confessarsi da padre Pio. Dopo qualche peripezia la giovane si trovò finalmente nel confessionale di padre Pio il quale, tra le altre cose le disse: Io per gli altri ottengo molte grazie, ma per me il Signore non rivela mai nulla. La mia vita è un inferno! Fammi un favore, vai a Brescia dove troverai una ragazza inferma di nome Giliana. Vai da lei e dille di chiedere alla Madonna quando mi verrà a prendere perché io non ne posso più!. La signorina meravigliata rispose: Padre, ma è proprio Giliana che mi ha mandato qui da lei. Comunque riferirò. Torna-

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 17 ta a Chiari venne accolta da Giliana che, stringendo tra le mani una busta le disse: Ritorna subito da padre Pio, qui c è la risposta della Madonna!. La giovane era molto preoccupata perché sapeva bene che avvicinare padre Pio con tutta quella folla che lo assediava non era facile. Invece, proprio in mezzo a quella folla il padre le sfilò la lettera dalle mani, lasciandola di stucco. Un giorno suona il campanello della casa di Giliana e qualcuno chiede di entrare. La ragazza è a letto mezza paralizzata a causa dei ricorrenti attacchi della sua malattia. Sono sicura che è arrivato padre Raschi dice alla mamma. La madre apre la porta e trova il padre davanti a lei; sulle labbra ha quel sorriso buono che tanti ricordano. Giliana esce con questa sparata: Sai, non mi piaci, sei troppo grasso!. Padre Raschi incassa. Il francescano siede vicino al letto e mentre pregano insieme, la Madonna ispira in maniera chiara al padre: Tutte le volte che tu pregherai con questa mia bambina, io sarò in mezzo a voi. Mi vedrete e io parlerò con voi. Poi diede l ordine che entro due anni, il frate e la piccola sordomuta dovevano erigere un Santuario sulla cima del monte Borriga a Genova. Entro due anni - insisteva la Madonna - e non oltre, altrimenti sarà impossibile per i tempi tristi che verranno. La Madonna ha voluto il suo Santuario entro due anni e puntualmente, dopo due anni il Santuario svettava su quella montagna. Tra Genova e Chiari i contatti si moltiplicano. Alla fine Giliana si stabilisce definitivamente a Monte Fasce, diventando la confidente della Madonna, onorata su quel monte con il titolo di Immacolata Fonte della Misericordia. Giliana è cresciuta all ombra di padre Bonaventura Maria Raschi. Molti peccatori sono stati strappati dal male e dal maligno, grazie alla sua preghiera. Ha sperimentato la lotta contro il principe del male e vari testimoni affermano che talvolta, nel cuore della notte, dalla sua camera arrivava il rumore della battaglia contro quel nemico che la voleva sfiancare, bruciando tutto: il letto, il comodino, l armadio, la poltrona. Giliana non mollava e non veniva mai a patti; resisteva invocando l aiuto di S. Michele Arcangelo. E vinceva la sua battaglia. Nel mio ministero, di queste cose me ne intendo. Prima diffidavo molto dei vari veggenti e mistici; alla fine, nei confronti di Giliana, con mia grande sorpresa, mi sono scoperto come un fratello. Ora comprendo meglio chi è stata Giliana: era una mistica, ma forse non lo sapeva! don Beppino.

18 CORRI DIETRO AL TUO CUORE TUTTI IN FILA PER LA COMUNIONE. MA QUANTI SI CONFESSANO? di Rino Cammilleri Essendo nato nel 1950 dovetti fin da piccolo imparare a memoria il catechismo detto di san Pio X, quello a domande e risposte. Era un libretto minuscolo e mandarlo a memoria era agevole. Ebbene, tra quelle antiche norme d inizio Novecento c era anche l obbligo, per i fedeli, di confessarsi almeno una volta all anno e comunicarsi almeno a Pasqua. Il che fa capire che, a quei tempi, i fedeli erano riottosi alla confessione e alla comunione, sennò non ci sarebbe stato bisogno di scongiurarli a provvedere almeno ogni dodici mesi. Smisi di andare a messa contagiato dal clima degli anni Sessanta, ma da bambino ci andavo e ricordo bene che, per poter accedere alla comunione, bisognava essere digiuni dalla mezzanotte. E questo era un motivo in più, per quanti a messa ci andavano solo alla domenica (e a quella principale di mezzogiorno, cioè quasi tutti), per astenersi dalla comunione. DUBBI GIOVANILI Per venire incontro alle istanze dei tempi che mutavano, la Chiesa accorciò il digiuno eucaristico a un ora, consentì la comunione in piedi e poi anche in mano. Ero ormai un giovanotto (ma sempre agnostico) quando mi stupivo nel vedere in tivù certe cerimonie da stadio con preti sparpagliati sulle gradinate gremite e intenti a distribuire ostie a chiunque tendesse le mani. Mi chiedevo: ma tutta quella gente si sarà confessata? Infatti, ai miei tempi la chiesa domenicale era, sì piena, ma a far la comunione erano in pochi. Oggi vedo la chiesa domenicale piena e tutti i presenti mettersi in fila per la comunione. Giustamente ha fatto notare il vaticanista de L Espresso, Sandro Magister, che ormai far la comunione è percepito come un segno comunitario al pari della pace e sentirsene esclusi è vissuto come un intollerabile attentato ai propri diritti : un cristianesimo puramente emotivo e ignorante della dottrina quale, quello odierno non può tollerarlo. Ai tempi di scarsa frequenza alla comunione, chi non era in regola con la dottrina poteva passare inosservato, non così quando a comunicarsi va l intera chiesa

CORRI DIETRO AL TUO CUORE 19 Il vero problema non è quello attualmente in dibattito, cioè i divorziati risposati che vogliono fare la comunione. Questi sono quattro gatti, e non c è bisogno di scomodare coloro che fanno le statistiche per saperlo. I pastori dovrebbero chiedersi semmai, come è che la comunione è diventata un fenomeno di massa mentre la pratica penitenziale è a picco. Quello dunque dei divorziati risposati è un falso problema. Il problema vero è una pastorale matrimoniale fallimentare o inesistente. Di più: il concetto stesso di peccato è sparito e ormai siamo tutti come i biblici abitanti di Ninive che non sapevano distinguere la propria mano destra dalla sinistra (Giona 4,9). Il criterio di concedere alle umane debolezze e ignoranza quel chiedono, non paga, lo dicono l esperienza e la storia stessa della vita di questa apertura. Giona, con sua gran sorpresa, convertì i pagani di Ninive semplicemente annunciando loro: Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta. Certo, forse il metodo di Giona non è adatto al nostro tempo. Ma è anche vero che i Novissimi (le ultime verità da credere) sono spariti dalla predicazione, perché per troppo tempo si è ritenuto di poter evangelizzare facendo ricorso alla sociologia. (Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17/11/2014).

20 CORRI DIETRO AL TUO CUORE GRAZIE! Per la prima volta ho inviato il nostro bimensile CORRI DIETRO AL TUO CUORE ai 18 vescovi della Toscana con biglietto personale con cui ringraziavo per il Documento ESORCISMI E PREGHIERE DI GUARIGIONE, assicurando che nei nostri gruppi sappiamo obbedire a queste indicazioni. Soltanto due vescovi hanno risposto e li ringraziamo. Monsignor Simone Giusti, vescovo di Livorno: Molto reverendo Don Cò, grazie per il suo gradito bimensile che mi ha fatto pervenire. Nel reciproco ricordo nella preghiera, con i saluti più fraterni. La benedico. Monsignor Alessandro Staccioli O.M.I. già Vicario Apostolico di Luang-Prabang (Laos) e vescovo emerito di Siena-Montalcino: Carissimo don Beppino, sono felice che tu porti avanti bene il tuo lavoro e chiedo al Signore di benedire e mantenere vive le tue iniziative. Al Laos pare che la cappella del Seminario di Luang-Prabang, con la tomba di monsignor Berti sarà restituita alla Chiesa. Solo quella però! Siamo anche in attesa delle decisioni per i martiri del Laos. Forse nel prossimo anno ci potrebbe essere la beatificazione Salutami tanto mons. Santucci e un caro abbraccio a te.