Accesso stradale: autostrada MI-VE, a VR prendere per il Brennero e poi uscire a Rovereto sud. Proseguire per Mori-Arco di Trento. Dalla statale Arco-Trento, poco prima di Pietramurata, svoltare a sx in corrispondenza di un cartello che indica Bar Ciclamino e lasciare la macchina nel grosso parcheggio subito dopo il bar, nei pressi di una pista di motocross. Avvicinamento: prendere la strada che costeggia il crossodromo sulla sx e continuare costeggiando un campo di meli. Al termine del campo si trova una traccia a dx che continua a costeggiarlo, fino ad arrivare al bosco ed al pendio. Seguire il sentierino e poi prendere la seconda traccia a dx che si incontra, con ometto. Si seguono dei bolli gialli fino allo zoccolo della parete. Attenzione: i bolli, poco prima dello zoccolo, vanno seguiti verso dx e salgono per roccette (passi di II), sempre tendenzialmente verso dx. Si arriva quindi ad una cengia a ridosso della parete. (0h30 circa) Attacco: Sulla cengia, a dx della via Impronte Digitali (scritta) e di Genoma, si trova una targhetta in legno con il tracciato della via. Sosta su albero.sulla cengia, a dx della via Impronte Digitali (scritta) e di Genoma, si trova una targhetta in legno con il tracciato della via. Sosta su albero. Discesa: proseguire per traccia evidente che va a dx e costeggia più avanti la parte superiore della parete del Transatlantico (parete verticale con tiri sportivi, fare attenzione), fino ad arrivare ad una strada forestale che si segue fino a trovare un sentiero che taglia i tornanti della forestale e porta al fondovalle. Si trova poi sul sentiero una svolta a dx che seguita porta direttamente al Bar Ciclamino. (1h00 circa) Difficoltà: VI, con qualche passo di A0 e qualche passaggio di VI+ (VI obbligato). Sviluppo: 350 metri. Attrezzatura: serie di friend fino al numero 3 BD, due mezze corde. Le soste sono attrezzate, con 2 fix da collegare oppure con fix + cordone in clessidra oppure anche solo con 1 fix. Lungo i tiri si trovano chiodi, fix e cordoni in clessidre. Attenzione: presenti alcuni cordoni un po' usurati. Esposizione: est. Tipo di roccia: calcare-dolomia, abbastanza buona ma con alcuni tratti delicati. Occorre fare attenzione a numerosi blocchi che possono staccarsi e a quelli sulle cengie. Periodo consigliato: fattibile tutto l'anno, ma in estate troppo caldo, e in inverno occorre evitare le giornate con vento freddo. Tempo salita: 4h00/5h00. Primi salitori: Heinz Grill, Florian e Andrea Kluckner, Franz Heiss, 2005. Riferimenti bibliografici: Polidori W., Sarca Verticale, Alpine Studio Editore, 2017 Filippi D., Pareti del Sarca, Edizioni Versante Sud Ottimo anche lo schizzo di Grill sul sito http://www.arrampicata-arco.com Relazione Lunghezza 1, IV-: traversare a dx su rocce facili e poi raggiungere poco più sopra un evidente diedro giallastro con fessura. Salire il diedro in spaccata e utilizzando la fessura. Diversi metri non sono protetti, utili friends. Si arriva ad un fix e poi si traversa a sx per lame (da verificare) e rocce ammanigliate, stando bassi senza alzarsi sopra di esse, fino ad una sosta su piccolo terrazzino. Lunghezza 2, VI: salire sopra la sosta, si va a dx e poi si continua su roccia giallastra in diedro (attenzione) fin sotto un tetto, che si supera a dx in una strozzatura. Si sale quindi una paretina verticale e poi si aggira il suo spigolo di dx. A questo punto si traversa ad uno spit con cordone, da cui scendere in modo da traversare ulteriormente a dx (buona presa finale da evitare...) fino ad un caminetto da salire in spaccata e in incastro per arrivare alla sosta su terrazzino. Lunghezza 3, V+: salire ad una buona lama da seguire a sx fino ad una sosta vicina (consigliato fermarsi). Lunghezza 4, VI: noi abbiamo continuato dal tiro 3, con fastidiosi attriti della corda, con un delicato traverso a sx su lamette per le mani. Si sale poi puntando ad un chiodo più in alto, dal quale si traversa a dx ad un diedrino con due chiodi. Si sale ancora fin sotto una lama, si traversa a dx verso un evidente chiodo con cordone e da lì si va a sx ad un altro chiodo ed infine ad un terrazzino con la sosta. Lunghezza 5, III+, V+: salire le facili rocce sopra la sosta, a dx di un canale erboso (visibile chiodo) e poi raggiungere un muretto da superare per arrivare ad un terrazzo con la sosta. Lunghezza 6, VI+, V+: andare a dx della sosta (visibile chiodo sotto un tettino); dal chiodo traversare a sx a prese migliori ed entrare in un diedro ammanigliato. Salire il diedro fino ad arrivare ad una bella placca con buchi da salire fino alla sosta. Lunghezza 7, A0 o VII/VII+, A0 e VI: salire il muretto verticale sopra la sosta (A0 o probabile VII/VII+), quindi per lame (da verificare) traversare a sx orizzontalmente e quindi in salita verso un albero a sx dove si sosta. Lunghezza 8, VI: raggiungere un chiodo tramite una fessura a sx e una lama verso dx. Traversare a sx, stare bassi tenendo una cornice con le mani e, aggirato lo spigolo, salire sopra la cornice e prendere un bel diedro e continuare fino alla sosta. Lunghezza 9, VI/VI+: su per la bella placca con buchi-lamette e un delicato passaggio più in alto in rigola arrotondata, per uscire infine a sx verso un albero dove si
sosta. Lunghezza 10, III: continuare facilmente per roccette tra alberi e sostare dopo circa 60 metri su albero (cordoni su alberi). Lunghezza 11, II: salire ancora per terreno sempre più facile ed infine seguire cordoni verso dx e uscire su bosco in piano. Note: attenzione al crossodromo posto sotto la parete: in caso di gare può essere molto fastidioso. Chiodatura sufficiente, non abbondante. In parete pochi spit, diversi chiodi, diversi cordoni. In qualche tiro è necessario proteggersi con friends. Via alpinistica ripetuta ma da non sottovalutare, di soddisfazione. Attenzione ad eventuale caduta di sassi nel caso altre cordate siano già sulla via. Aggiornamento: relazione a cura di Walter Polidori, da una ripetizione del 23 ottobre 2010 con Emanuele Nugara.
Nughi nel diedro del primo tiro Nughi nel secondo tiro
Il traverso del secondo tiro Particolare di un chiodo
La placca finale Pian della Paia, a sx visibile lo spigolo dove corre la via
Il libro contiene la narrazione del Raid Scialpinistico svoltosi nel 2015 per celebrare i 40 anni della Scuola Guido Della Torre. Maggiori informazioni su http://www.nomosedizioni.it/spaziobianco