Agesci Zona Volturno QUARESIMA 2012 CELEBRAZIONE COMUNITARIA DELLA PENITENZA. Penitenza e Carità: l attenzione ai poveri criterio di autenticità

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Agesci Zona Volturno QUARESIMA 2012 CELEBRAZIONE COMUNITARIA DELLA PENITENZA Penitenza e Carità: l attenzione ai poveri criterio di autenticità La celebrazione comunitaria della Penitenza va concordata con l assistente o il parroco. Tuttavia, in sua assenza, pur non potendola rendere fruttuosa mediante la Confessione Individuale, risulta essere una ottima preparazione comunitaria a quel momento. Canto Iniziale Presidente: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Presidente: Carissimi, preghiamo Dio nostro Padre, perché ci doni la grazia della conversione e della vita nuova in Cristo, nostro Signore. Un Capo: Siamo riuniti nella consapevolezza del nostro peccato. Manchiamo ancora di amore (carità), sia personalmente che come comunità cristiana. Ci sono persone che soffrono, anche a causa nostra. Sentiamo in noi le tribolazioni e i drammi di tante situazioni che ci stanno a cuore. Facciamo un attimo di silenzio. Presidente: Nella Sua passione e morte Gesù ci mostra come la penitenza e il sacrificio di sé coincidono con l amore più grande.

Signore, nostro Dio e nostro Padre, fa che uniti mediante la penitenza alla sua morte, possiamo partecipare alla sua risurrezione. Per Cristo nostro Signore. ASCOLTO Dal libro del profeta Isaia (53,1-7) Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Parola di Dio. Tutti: Rendiamo grazie a Dio RESPONSORIO (Salmo 21,20.27.30-31)

Presidente: Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto. Tutti: I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano Presidente: E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Dal vangelo secondo Giovanni (2,13-25) Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull uomo. Egli infatti conosceva quello che c è nell uomo. Parola di Dio. Tutti: Rendiamo grazie a Dio MEDITAZIONE La lettura del brano evangelico che presenta Gesù nel Tempio di Dio alle prese con i mercanti degli oggetti di culto ben si presta a coniugare la penitenza alla carità, sia nella sfera personale che comunitaria. I gesti e le parole di Gesù indicano chiaramente il passaggio, sempre da ripercorrere, dall ordine religioso formale alla interiorità, dall adempimento delle regole tradizionali alle espressioni autentiche del cuore. Manifestazioni di sé caratterizzate da convinzioni, passioni, coerenza senza compromessi. Con esiti inevitabili di sacrificio. Gesù è il grande penitente perché arriva, per questa strada, alla sofferenza e al sacrificio di sé. Perciò seguire ordinariamente Gesù, con pazienza e perseveranza, è già penitenza. Come insegna soprattutto san Paolo, non si tratta di fare penitenza con grandi sforzi di volontà. Ma di abbandonarsi alla grazia del Signore Gesù. Lasciar morire lentamente ciò che è vecchio ed egoistico per far affiorare ciò che è nuovo e generoso. L esistenza penitenziale è perciò di per sé votata alla carità. In Gesù la tribolazione dell altro - del povero di beni e di bene - diventa la nostra stessa tribolazione. Un sentire il dramma di tanti uomini e donne. Per

partecipare al movimento che tende dalla morte alla nuova vita. Le pratiche che nella tradizione della Chiesa esprimono l esistenza penitenziale, quali il digiuno e l elemosina, sono appunto dei segni in cui penitenza e carità coincidono: gesti di liberazione da quanto di vecchio più pesantemente ci condiziona (il possesso del tempo, l abbondanza, i beni, il denaro ) perché nuova vita possa darsi e circolare nella condivisione. In questo tempo di Quaresima siamo invitati ad esprimere segni che siano al tempo stesso di penitenza e di carità, da parte di ciascuno e della nostra comunità nel suo insieme. Ricordiamo le varie possibilità anche nell esame di coscienza. TEMPO DI SILENZIO PER IL DISCERNIMENTO DEL PECCATO PERSONALE E DI COMUNITÁ ESAME DI COSCIENZA Vengono proposte alcune tracce nella chiave dell amore del prossimo e della carità comunitaria. Possono essere lette ad alta voce ad intervalli di qualche attimo l una dall altra. Intanto si lascia uno spazio per la Confessione Individuale (se è presente il sacerdote). Le domande possono essere intervallate da canti. Per l esame come comunità Ciascuno dei membri della Coca elabora una o più domande per un esame ci coscienza comunitario. Formiamo tra noi una vera Comunità ispirata ai valori dello Legge Scout e della Promessa? Ci stentiamo e ci comportiamo realmente come fratelli? Siamo disposti a prenderci cura gli uni degli altri? Abbiamo mantenuto i contatti con quanti hanno percorso un tratto di strada con noi? Stiamo manifestando attenzione per le situazioni di solitudine, malattia, disabilità, disagio sociale presenti nel nostro gruppo e tra le famiglie dei nostri ragazzi? Stiamo sostenendo, con il nostro tempo e le nostre risorse, messe in comunione, le opere carità più vicine (Centri di ascolto delle povertà e Comunità di accoglienza) e quelle più lontane nel mondo (Missioni all estero a cui il nostro gruppo è particolarmente legata)? Ci stiamo comportando, anche come gruppo scout, secondo criteri di giustizia e quindi di legalità, trasparenza, lealtà e rispetto delle leggi dello Stato e delle Istituzioni? Per l esame individuale Ciascuno dei membri della Coca elabora una o più domande per un esame ci coscienza individuale. Dedico un tempo adeguato alla famiglia, al lavoro e al servizio?

Mi pongo come un riferimento significativo per i ragazzi che mi sono stati affidati testimoniando, come Cristo Maestro, con le parole e con le opere? Mi prendo cura nella preghiera e nelle attività dei ragazzi più fragili e bisognosi? Mi sento coinvolto realmente nell azione educativa di ciascuna unità o sono chiuso nel mio piccolo orticello? Sto calcolando le mie risorse (che forse si stanno assottigliando per effetto della crisi economica) perché non manchi comunque una parte dedicata ai chi è povero, attraverso le collette della parrocchia e per i servizi della carità della Chiesa? SUPPLICA COMUNE Presidente: Fare penitenza è anche accettare i nostri limiti: quelli personali del nostro carattere, delle nostre risorse, della nostra storia; quelli delle persone con cui siamo in relazione, in casa, nel posto di lavoro, in parrocchia; i limiti del momento difficile che stiamo vivendo nel nostro Paese. Il Signore Gesù ci educa ad amare dal profondo delle nostre sofferenze e delle sofferenze dell umanità. Animatore Caritas: Dopo la celebrazione, la nostra penitenza sarà sforzarci di fare ciò che abbiamo capito in questa circostanza, come impegno nella nostra vita di tutti i giorni e come impegno nelle attività e nelle opere della parrocchia. Presidente: Preghiamo Dio nostro Padre, con le parole che Gesù ci ha insegnato. Tutti: Padre nostro (in canto) RINGRAZIAMENTO (SALMO 116) Tutti: Lodate il Signore, popoli tutti,voi tutte, nazioni, dategli gloria; perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura in eterno. Presidente: O Dio nostro Padre, che ci ha riconciliato a te con la percezione del nostro peccato, con sentimenti di penitenza e di carità, dacci ora di realizzare con determinazione le opere buone di amore che attendi da noi, RITO DI CONCLUSIONE

da ciascuno e dalla comunità. Presidente: Il Signore vi (ci) benedica nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.