2. Davide Il piccolo re, visto nel cuore

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Transcript:

1 Verso la Santa Montagna Sei tu, Signore, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza (Sal 71,5). Il Carmelo: occhi e cuore giovani alla sequela di Cristo Novembre 2018 2. Davide Il piccolo re, visto nel cuore Con Davide (il cui nome, riconducibile alla radice ebraica dwd, significa amato, diletto, cocco, con un richiamo al linguaggio familiare) la storia della salvezza fa un nuovo salto di qualità. Egli è il re più grande, anche se non è il primo; la narrazione su di lui è massiccia e dettagliata (da 1Sam 16 fino a 1Re 2,11), tanto da permetterci di entrare persino nei suoi sentimenti più profondi. È una figura da un lato gloriosa, potente, dinamica, geniale, innovatrice; dall altro lato, oltre ad essere un re anomalo, che suona, canta e danza, è un uomo fragile che cede alla tentazione e al quale gli eventi sfuggono di mano, capace di saggezza ma anche esposto al pericolo di compromessi; è un credente che a volte si dimentica di Dio, ma che sa tornare a Lui ascoltando, umiliandosi e accettando la Sua volontà; è un padre che piange per i suoi figli, un forte che si lascia insultare, un potente che scopre la futilità di vittorie e ricchezza. È proprio su questo uomo, con le sue contraddizioni, che si posa lo sguardo di JHWH, Dio dell Alleanza, per fare di lui un segno di speranza per i suoi tempi e per il futuro del popolo d Israele. Il suo essere unto (ben tre volte: da Samuele, 1Sam 16,13, dalla tribù di Giuda, 2Sam 2,4, da tutti gli anziani di Israele, 2Sam 5,3), in ebraico mashiah, diventerà la radice dell attesa per secoli di un Messia, di un unto, di un nuovo re nato dalla discendenza di Davide e portatore di giustizia e salvezza per il popolo eletto. Originario della tribù di Giuda e del villaggio di Betlemme, Davide è il più piccolo tra i suoi fratelli. Dopo avere ricevuto l unzione in segreto, egli compie la prodezza di sconfiggere il campione dell esercito dei Filistei, Golia, e per questo viene accolto alla corte del re Saul, primo monarca a governare su Israele. Da subito Saul, verso il quale Dio si è sdegnato, nutre gelosia nei confronti di Davide fino a cercare di farlo morire. Da parte sua, Davide rispetterà sempre Saul, in quanto anch egli unto del Signore, ma, scappando dalla corte, finirà col diventare alleato dei nemici di Israele, i Filistei. Sono pagine imbarazzanti, che però si concludono con il ritorno di Davide a fianco del suo popolo in coincidenza della morte in battaglia del re Saul e di suo figlio Gionata, per i quali egli proverà sincero e profondo dolore. È a questo punto, dopo altre vicende, che le tribù di Israele lo ungono come loro re (regnerà per 40 anni, circa dal 1010 al 970 ac). Passati alcuni anni di regno nella città di Ebron, Davide conquisterà la città dei Gebusei, Gerusalemme, rendendola la sua città, la capitale del regno, in posizione geografica significativa perché più a nord di Ebron, come a significare l unione tra le tribù del sud e quelle del nord. Proprio a Gerusalemme egli farà portare l arca dell Alleanza ed avrà l idea di costruire un tempio. Davide consoliderà la presenza del popolo nella Terra promessa, assicurerà un certo benessere, estenderà i confini al massimo livello mai raggiunto, chiuderà i conti con i popoli nemici ancora presenti nel territorio, soprattutto i potenti e minacciosi Filistei. Ma il suo regno non sarà esente da lotte interne, provocate persino dalla ribellione di uno dei suoi figli; alla sua morte, il figlio Salomone diverrà re dando così inizio alla successione dinastica. Una dinastia il cui senso di appartenenza non si perderà neppure quando la Casa di Davide verrà dispersa, al tempo dell esilio, ridotta ad essere una nobiltà di persone normali, come il carpentiere Giuseppe di Nazareth, che giungerà con la moglie incinta in una Betlemme affollata per farsi registrare. A Davide sono attribuiti i Salmi: il re che canta per il suo Dio, riconoscendo che tutto ciò che possiede è dono Suo, il re che porta a Dio la voce del popolo e ne esprime la ricerca, la lode e la fiducia. Uno strano re che apre la strada ad un Re ancora più strano Gesù, figlio di Davide (Mt 1,1).

2 1. In ascolto della Parola 1Sam 16,1 13 Il Signore disse a Samuele: Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi d olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re. Samuele rispose: Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà. Il Signore soggiunse: Prenderai con te una giovenca e dirai: Sono venuto per sacrificare al Signore. Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti farò conoscere quello che dovrai fare e ungerai per me colui che io ti dirò. Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: E pacifica la tua venuta?. Rispose: E pacifica. Sono venuto per sacrificare al Signore. Santificatevi, poi venite con me al sacrificio. Fece santificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio. Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse: Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato! Il Signore replicò a Samuele: Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l ho scartato, perché non conta quel che vede l uomo: infatti l uomo vede l apparenza, ma il Signore vede il cuore. Iesse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuele, ma questi disse: Nemmeno costui il Signore ha scelto. Iesse fece passare Sammà, e quegli disse: Nemmeno costui il Signore ha scelto. Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: Il Signore non ha scelto nessuno di questi. Samuele chiese a Iesse: Sono qui tutti i giovani?. Rispose Iesse: Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge. Samuele disse a Iesse: Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui. Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: Alzati e ungilo: è lui!. Samuele prese il corno dell olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi. Samuele si alzò e andò a Rama. Altri testi: 1Sam 17,45: Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti. La risposta del giovane Davide alla derisione di Golia. 1Sam 26,11: Il Signore mi guardi dallo stendere la mano sul consacrato del Signore ; Davide, che avrebbe l opportunità di uccidere Saul suo persecutore, si comporta con lealtà con lui in quanto unto del Signore. Saul si commuoverà a questo riguardo. 2Sam 1,17: Allora Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Gionata e ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda. 2Sam 6,12 23: Quando quelli che portavano l arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli (Davide) immolò un giovenco e un ariete grasso. Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore Mical, figlia di Saul, guardando dalla finestra vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore e lo disprezzò in cuor suo Bell onore si è fatto oggi il re d Israele scoprendosi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe davvero un uomo da nulla! Davide rispose a Mical: L ho fatto dinanzi al Signore Anzi, mi abbasserò ancor più di così. L umiltà del giovane re che esprime tutto il suo entusiasmo per l entratain città dell Arca, segno supremo della presenza di JHWH. 2Sam 7,1 17: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?... Io ti ho preso dal pascolo Il Signore ti annuncia che farà a te una casa La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre. Davanti al desiderio di Davide di costruire un luogo più decoroso per custodire l Arca, Dio precisa i ruoli e dona la promessa per la sua discendenza. 2Sam 11,1 12,25: Ho peccato contro il Signore!. il peccato e il pentimento di Davide. L esperienza del perdono di Dio. 2Sam 23,1 7: Queste sono le ultime parole di Davide: Oracolo di Davide, figlio di Iesse, oracolo dell uomo innalzato dall Altissimo, del consacrato del Dio di Giacobbe, del soave salmista di Israele. Interessante l espressione oracolo in bocca a Davide, come se fosse divenuto egli stesso un profeta. 2. Riflettendo sulla Parola Samuele, un uomo che fin da ragazzo ha imparato ad ascoltare la Parola di Dio, si trova a conferire un dono ad un altro ragazzo. Ma prima di fare questo, c è bisogno di un cambiamento di prospettiva, che viene

espresso come un rimprovero. Così suona il primo versetto, che ci fa conoscere ciò che Dio stesso comunica a Samuele il quale, come ricordiamo, non lasciò andare a vuoto una sola delle parole del Signore (cfr. 1Sam 3,19). Si tratta di non guardare indietro. Samuele aveva unto come re il forte Saul (cfr. 1Sam 10,1), ma costui si era rivelato indegno. Ciò nonostante, Samuele sembra bloccato nel dolore di questo fallimento e nella conseguente delusione (cfr. 1Sam 15,35). L espressione è piuttosto dura: Fino a quando piangerai? ; ma subito Dio mette il suo profeta in cammino chiedendogli di preparare un accessorio importante: il corno riempito di olio. E il percorso è ben chiaro nel volere di JHWH: Samuele dovrà recarsi da Iesse, nel villaggio di Betlemme, perché Dio ha già scelto un re tra i suoi figli. Al programma di viaggio di Dio Samuele oppone non più la sua tristezza, ma la sua paura, segno di un clima di terrore che circonda l ossessione di Saul di perdere il potere. Persino il grande profeta, venerato ed ascoltato da tutti, prova timore davanti al potere che, per autoconservarsi, ha occhi e orecchi dappertutto ( Saul lo verrà a sapere ). Ma è il Signore stesso a provvedere l alibi: un sacrificio, al quale invitare Iesse; da notare che l organizzazione della circostanza consente a Dio di precisare ulteriormente la Sua azione sul profeta: ti farò conoscere dovrai fare ungerai per me colui che ti dirò, una serie di verbi che hanno come sbocco finale ancora una volta l esortazione all ascolto. Samuele obbedisce e parte presumibilmente da Rama, poco più a nord. A Betlemme il profeta timoroso è accolto dagli anziani a loro volta intimoriti: pare che la paura stia pervadendo ogni cosa che esca dalla routine ordinaria, come in una società sospesa, in bilico. Persino la domanda che gli fanno rivela tensione perché è formulata in modo da quasi implorare una risposta positiva: E pacifica la tua venuta?. Samuele li rassicura, secondo il piano segreto suggerito da Dio, e invita tutti alla purificazione per poi partecipare al sacrificio. A questo punto, improvvisamente, il testo si concentra su Iesse e la sua famiglia. Anche essi sono invitati al sacrificio, ma dal versetto 6 sembra che ci siano soltanto loro. Come se, consapevolmente, lo scrittore del brano eliminasse tutto per fare concentrare l attenzione del lettore su quanto accadrà avvertendo in questo modo della grande importanza di quanto sta per succedere. Quando furono entrati ; forse il sacrificio è già avvenuto, forse si tratta di consumare insieme le carni della giovenca offerta; di fatto, questa espressione richiama l accesso ad un contesto raccolto, familiare, protetto e riservato. Un grembo significativo dove il futuro sta per essere concepito. Questo futuro sembrerebbe segnato da ciò che Samuele vede immediatamente: Eliàb, uno dei figli di Iesse. Senza che il narratore esprima nulla, dalla frase messa in bocca a Samuele capiamo tutto. Il profeta è rimasto impressionato dalla prestanza di questo giovane, tanto da proferire con entusiasmo davanti a Dio: Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!. Anche Saul era forte ed alto (cfr. 1Sam 9,2) e Samuele sembra essere convinto di cercare un altro Saul. Ne è sicuro, tanto da parlare quasi a nome di Dio. È lui, Eliàb, è ovvio. Ma Dio gli risponde. E in modo sorprendente. Anche qui c è un comando, un azione correttiva verso il profeta: Non guardare, cioè non lasciarti attrarre, non farti prendere. al suo aspetto e alla sua alta statura, a ciò che lo distingue dagli altri, che attira lo sguardo in modo immediato. Bellezza e statura, gli stessi elementi che contraddistinguevano anni prima il giovane Saul. Io l ho scartato : giudizio senza appello da parte di Dio, rimozione decisa nei confronti di colui che forse era l orgoglio di suo padre. Perché non conta quel che vede l uomo : lo sguardo dell uomo non solo non crea la realtà, ma neppure la coglie e, in ogni caso, non conta, non pesa, non lascia traccia. Parole terribili, se le soppesiamo bene, parole che schiacciano qualsiasi sorgenza di orgoglio umano. E, subito dopo, come una massima, un mashal (proverbio), Dio aggiunge: infatti l uomo vede l apparenza, ma il Signore vede il cuore. Ecco la distinzione dei piani. Ecco la differenza marcata. Se l uomo si ferma a ciò che è percepibile dai sensi, Dio non soltanto vede nel profondo, ma raggiunge il cuore, ossia la sede delle motivazioni più intime e vere in un essere umano, il luogo delle decisioni, il livello dove non ci si può nascondere, lì dove bene e male presenti non possono essere dissimulati. E non c è bisogno di scendere nei particolari: non ci viene detto perché Eliàb non sia trovato degno. Così passano davanti a Samuele in successione Abinadàb, Sammà e gli altri dei sette figli di Iesse. Il profeta ha imparato la lezione, senza che il testo debba precisare che è Dio stesso a suggerirgli ogni volta. La narrazione sembra essere giunta ad un punto morto. La fila dei figli è terminata e nessuno è stato scelto. La domanda di Samuele suona come una verifica: Sono qui tutti i giovani?. Iesse risponde, rimane ancora il più piccolo, impegnato col gregge. Piccolo ed insignificante, tanto da non essere neppure lì al sacrificio e a ciò che ne sarebbe seguito. Inessenziale, tanto da supplire i fratelli più grandi impegnati nell evento 3

4 importante. Ma Samuele chiede che lo si chiami e dandogli valore nell attenderlo per il pasto già prelude a quello che accadrà. Il testo ci esprime tre connotazioni di Davide: fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Come Saul, come Eliàb, anche Davide è giudicato bello: ma l estetica qui si accompagna a due elementi che proiettano oltre: il colore dei capelli abbastanza insolito e la bellezza degli occhi, che esprimono visione e contatto comunicativo. È un piccolo giovane che non si impone con la forza esteriore, la cui figura può addirittura ispirare scherno (come a Golia, cfr. 1Sam 17,42) o tenerezza; ma ha in sé degli elementi nuovi ed è un giovane uomo a cui Dio ha guardato il cuore. Ed è a questo punto che Dio irrompe con la sua Parola per Samuele: Alzati e ungilo: è lui!. Ecco colui che Dio ha scelto. Davide viene unto in mezzo ai suoi fratelli; proprio lui, il più piccolo. Anche Saul si era professato piccolo (appartenente alla tribù più piccola, quella di Beniamino, nato nella famiglia più piccola di tale tribù, cfr. 1Sam 9,21), ma aveva sconfessato coi fatti quell umiltà iniziale. Davide, nonostante l ambiguità di molti momenti della sua vita, non finirà mai di sentirsi piccolo davanti a Dio e in mezzo al popolo. Il brano si conclude in modo ancora più inatteso: viene menzionato lo spirito del Signore, la sua forza creatrice e liberante, e viene affermata la sua irruzione su Davide da quel giorno in poi. Come al tempo di Mosè, come con i condottieri del periodo dei Giudici, lo spirito scende su coloro che sono incaricati di una responsabilità nei confronti del popolo, abilitandoli ad affrontare ciò che mai avrebbero potuto sostenere. È il significato profondo dell unzione, che va al di là del semplice per quanto evocativo gesto fisico: Dio conferisce luce e forza, discernimento e saggezza, coraggio e capacità. Nel caso di Davide questa irruzione dello Spirito renderà il più giovane dei figli di Iesse il re emblematico per la storia della salvezza. Insieme al Sinodo L Instrumentum laboris del Sinodo sui giovani mette in evidenza l opera dello Spirito nel cuore: Come abbiamo visto, per la Chiesa la possibilità del discernimento si basa su una convinzione di fede: lo Spirito di Dio agisce nell intimo nel cuore, dice la Bibbia; nella coscienza dice la tradizione teologica di ogni persona, a prescindere dal fatto che professi esplicitamente la fede cristiana, attraverso sentimenti e desideri, suscitati da ciò che accade nella vita e che si legano a idee, immagini e progetti. Proprio dall attenzione ai dinamismi interiori vengono i tre passaggi del discernimento che Papa Francesco indica in Evangelii Gaudium 51 e il Documento Preparatorio riprende: riconoscere, interpretare, scegliere. (Instrumentum laboris, 112). Il Documento finale del Sinodo a proposito del discernimento vocazionale indica un cammino che è raccomandato ai giovani ma che può riguardare tutti, in ogni fase della vita: Aprirsi alla voce dello Spirito richiede precise disposizioni interiori: la prima è l attenzione del cuore, favorita da un silenzio e uno svuotamento che richiede un ascesi. Altrettanto fondamentali sono la consapevolezza, l accettazione di sé e il pentimento, uniti alla disponibilità a mettere ordine nella propria vita, abbandonando quello che dovesse essere di ostacolo, e riacquistare la libertà interiore necessaria per fare scelte guidate soltanto dallo Spirito Santo. Un buon discernimento richiede anche attenzione ai movimenti del proprio cuore, crescendo nella capacità di riconoscerli e dar loro un nome. Infine, il discernimento richiede il coraggio di impegnarsi nella lotta spirituale, poiché non mancheranno di manifestarsi tentazioni e ostacoli che il Maligno pone sul nostro cammino. (Documento finale, 111) e con l aiuto della tradizione carmelitana Santa Maria di Gesù Crocifisso (Mariam Baouardy, 1846 1878, canonizzata nel 2015), la piccola araba, è una figura di giovane carmelitana che ha percepito fortemente l opera dello Spirito nella propria interiorità. Prese parte alla fondazione del Carmelo di Betlemme, dove concluse la sua esistenza terrena. Una biografia riporta quanto segue: Per suor Maria di Gesù Crocifisso non vi sono dubbi: l altura designata dal cielo quale sede del nuovo Carmelo è il colle sul quale Davide, giovane pastorello, ha custodito il suo gregge e poi è stato consacrato re da Samuele (1Sam 16). Da allora viene chiamato Colle di Davide. Lì suor Maria di Gesù Crocifisso vivrà gli

5 ultimi mesi della sua vita Ma lasciamoci prendere ancora dall incanto di una delle sue visioni: Vedevo passare davanti a me una processione. Uno di quelli che la formavano mi ha dato una rosa e un altro me l ha presa. Li ho visti uscire tutti con delle palme ed è stato in quel momento che è passato il Signore e mi ha detto: Figlia, sai chi sono io? Io sono Colui che risuscita i morti, sono il Maestro che ama le anime. Camminerò davanti a te come un Pastore davanti alle sue pecore ( ). Il 28 dicembre (1876) dopo un lungo rapimento esclama: Il Signore mi ha mostrato tutto! Ho visto la colomba di fuoco! Rivolgetevi alla colomba di fuoco, allo Spirito Santo che ispira ogni cosa. Mi è stato detto: Seguimi!. E ho visto tutti gli alberi e le montagne trasalire. La pace è la mia eredità: la pace e la croce sono mia parte ( ). (BRUNOT Amédée, La piccola araba. Suor Maria di Gesù Crocifisso (1846 1878), Città Nuova, Roma 1983, 135 36). 3. Per il dialogo e il confronto 1. Nonostante la sua maturità, il profeta Samuele deve ancora imparare le vie di Dio. Mi vedo aperto all ascolto della Parola o penso già di sapere tutto? 2. Mi fermo all apparenza delle cose o cerco di guardare in profondità le persone e le situazioni? Giudico con leggerezza, lasciandomi guidare da impressioni momentanee e dai miei schemi, oppure cerco di andare al cuore, con pazienza e disponibilità a capire? 3. Dio preferisce i piccoli. Quali conversioni comporta, nella mia vita di ogni giorno, questa scelta di gratuità che Dio opera nella storia? So vedere come Dio si è chinato anche sulla mia piccolezza? 4. Davide è un giovane chiamato e consacrato. Quale attenzione pongo ai giovani che incontro ogni giorno? Sento di dovere e/o potere fare qualcosa per loro? Sento che Dio ha grandi progetti su di loro? 5. Davide fu santo e peccatore. Il mio essere peccatore mi imbarazza nel rapporto che ho con Dio o rende la mia preghiera più intensa e confidente? 6. Come figlio di Davide, Gesù è re. La Sua regalità, che celebriamo domenica 25 novembre, però è diversa dai regni di questo mondo. Anche noi, a partire dal battesimo, siamo diventati re (e sacerdoti e profeti); come possiamo esprimere la regalità sulle cose e sulle situazioni di ogni giorno? 7. Come carmelitani/e condividiamo un dono dello Spirito, il Carisma. L ascolto della Parola, la cura del cuore nell interiorità, l attenzione servizievole ai piccoli tutto questo è veramente al centro del nostro cammino? Oppure ci siamo lasciati prendere dalle mille esteriorità? 4. Un impegno di preghiera e alcuni atteggiamenti di vita Sal 119 (118), 41 56 Venga a me, Signore, il tuo amore, la tua salvezza secondo la tua promessa. A chi mi insulta darò una risposta, perché ho fiducia nella tua parola. Non togliere dalla mia bocca la parola vera, perché spero nei tuoi giudizi. Osserverò continuamente la tua legge, in eterno, per sempre. Camminerò in un luogo spazioso, perché ho ricercato i tuoi precetti. Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti

6 e non dovrò vergognarmi. La mia delizia sarà nei tuoi comandi, che io amo. Alzerò le mie mani verso i tuoi comandi che amo, mediterò i tuoi decreti. Ricordati della parola detta al tuo servo, con la quale mi hai dato speranza. Questo mi consola nella mia miseria: la tua promessa mi fa vivere. Gli orgogliosi mi insultano aspramente, ma io non mi allontano dalla tua legge. Ricordo i tuoi eterni giudizi, o Signore, ne sono consolato. Mi ha invaso il furore contro i malvagi che abbandonano la tua legge. I tuoi decreti sono il mio canto nella dimora del mio esilio. Nella notte ricordo il tuo nome, Signore, e osservo la tua legge. Tutto questo mi accade perché ho custodito i tuoi precetti. Mi impegno a guardare dentro il mio cuore, nella mia interiorità, per scoprirvi l azione dello Spirito e il mio io più vero, anche le mie paure, i miei egoismi. Voglio permettere a Dio di guidare il mio cuore. guardare il cuore di chi mi sta intorno, fare l esercizio di non fermarmi all apparenza o a quello che sento dire di situazioni e soprattutto di persone. Mi alleno a smontare giudizi e pregiudizi. accompagnare, per quanto posso, anche con la preghiera, tutti i giovani con cui entro in contatto, perché scoprano lo sguardo di Dio su di loro e il progetto di vita che Lui propone a ciascuno.