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Transcript:

SENTENZA 2. 6. 1994 CAUSA C-428/92 SENTENZA DELLA CORTE (Quinta Sezione) 2 giugno 1994 * Nel procedimento C-428/92, avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, a norma dell'art. 177 del Trattato CEE, dall'østre Landsret (Danimarca) nella causa dinanzi ad esso pendente tra Deutsche Angestellten-Krankenkasse (DAK) e Lærerstandens Brandforsikring G/S, domanda vertente sulla portata dell'art. 93, n. 1, del regolamento (CEE) del Consiglio 14 giugno 1971, n. 1408, relativo all'applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all'interno della Comunità, emendato ed aggiornato con regolamento (CEE) 2 giugno 1983, n. 2001 (GU L 230, pag. 6), * Lingua processuale: il danese. I - 2270

DAK LA CORTE (Quinta Sezione), composta dai signori J.C. Moitinho de Almeida, presidente di sezione, D.A.O. Edward, G.C. Rodríguez Iglesias, F. Grévisse (relatore) e M. Zuleeg, giudici, avvocato generale: CO. Lenz cancelliere: H.A. Rühi, amministratore principale viste le osservazioni scritte presentate: per la convenuta nella causa principale, dall'aw. Mikael Rosenmejer, del foro di Copenaghen; per il governo tedesco, dai signori Ernst Roder, Ministerialrat presso il ministero federale dell'economia e Claus-Dieter Quassowski, Regierungsdirektor presso il medesimo ministero, in qualità di agenti; per il governo ellenico, dai signori Vassileios Kondolaimos, viceconsigliere giuridico presso l'avvocatura dello Stato, e Ioannis Chalkias, procuratore presso l'avvocatura dello Stato, in qualità di agenti; per la Commissione delle Comunità europee dal signor Anders Christian Jessen e dalla signora Maria Patakia, membri del servizio giuridico, in qualità di agenti; vista la relazione d'udienza, sentite le osservazioni orali della ricorrente nella causa principale, rappresentata dall'avv. Jeffrey P. Galmond, del foro di Copenaghen, della convenuta nella causa principale, del governo ellenico e della Commissione, rappresentata dai signori Dimitrios Gouloussis, consigliere giuridico, e Anders Christian Jessen, in qualità di agenti, all'udienza del 3 marzo 1994, I - 2271

SENTENZA 2. 6. 1994 CAUSA C-428/92 sentite le conclusioni dell'avvocato generale, presentate all'udienza del 14 aprile 1994, ha pronunciato la seguente Sentenza 1 Con ordinanza 17 dicembre 1992, pervenuta nella cancelleria della Corte il 23 dicembre successivo, l'østre Landsret ha sottoposto alla Corte, a norma dell'art. 177 del Trattato CEE, quattro questioni pregiudiziali relative all'interpretazione dell'art. 93, n. 1, del regolamento (CEE) del Consiglio 14 giugno 1971, n. 1408, relativo all'applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all'interno della Comunità, nella versione codificata di cui al regolamento (CEE) 2 giugno 1983, n. 2001 (GU L 230, pag. 6, in prosieguo: il «regolamento»). 2 Le questioni sono sorte nell'ambito di una controversia fra la Deutsche Angestellten-Krankenkasse (in prosieguo: la «DAK»), che è un ente previdenziale tedesco, e la Lærerstandens Brandforsikring G/S (in prosieguo: la «LB»), che è una compagnia danese di assicurazioni sugli autoveicoli, in ordine al rimborso delle somme versate dalla DAK a causa di un incidente occorso in Danimarca alla figlia della signora Leipelt, assicurata presso la medesima DAK. 3 La figlia della signora Leipelt era vittima di un incidente stradale causato il 5 ottobre 1986 da un automobilista danese, assicurato sulla responsabilità civile presso la LB. L'infortunata veniva ricoverata in Danimarca dal 5 all'8 ottobre 1986 prima di essere trasportata in Germania dove veniva ricoverata dall'8 ottobre al 9 novembre 1986. I - 2272

DAK 4 La DAK rifondeva tutte le spese di ricovero e di trasporto, cioè 6 600 DKR per il ricovero in Danimarca, 712,48 DKR per il trasporto tra la Danimarca e la Germania e 8 188,95 DM per il ricovero in Germania. 5 La DAK promuoveva un'azione contro la LB dinanzi al Københavns byret, indi interponeva appello dinanzi all'østre Landsret onde ottenere il rimborso delle somme da essa versate. La domanda era fondata sui diritti della vittima nei quali sosteneva essere subentrata in forza dell'art. 116 del capitolo X del Sozialgesetzbuch (codice tedesco della previdenza sociale, in prosieguo: il «SGB X»). 6 A norma dell'art. 116 del SGB X: «L'ente previdenziale o l'ente assistenziale è surrogato nei diritti al risarcimento di un danno fondati su altre disposizioni di legge entro i limiti delle prestazioni previdenziali erogate in esito al fatto lesivo, volte a risarcire un danno della stessa natura e relativo allo stesso periodo cui si riferisce il risarcimento dovuto dall'autore del pregiudizio». 7 La LB sosteneva che le disposizioni degli artt. 17, n. 1, primo comma, e 22, n. 2, della Lov om Erstatningsansvar 23 maggio 1984, n. 228, emendata (legge danese sulla responsabilità civile, in prosieguo: la «legge danese»), ostavano a siffatta azione. I - 2273

SENTENZA 2. 6. 1994 CAUSA C-428/92 8 Ai sensi dell'art. 17, n. 1, primo comma, della legge danese: «Le presuzioni dovute in forza della legislazione sociale, fra cui le indennità giornaliere, l'assistenza medica, la pensione sociale e le prestazioni dovute in forza della legge sull'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro non possono costituire fondamento di un diritto di regresso nei confronti del civilmente responsabile». E, ai sensi dell'art. 22, n. 2, della medesima legge: «In materia di assicurazione sulla vita, assicurazione infortuni, assicurazione malattia o altre assicurazioni sulle persone la compagnia, a prescindere dal carattere dell'assicurazione, non può far valere diritti nei confronti del civilmente responsabile». 9 La DAK ribatteva che la surroga prevista dalla normativa tedesca a suo vantaggio dovrebbe essere riconosciuta dai giudici danesi in forza dell'art. 93 del regolamento. 10 L'Østre Landsret si interrogava pertanto sulla portata di quest'ultima disposizione nonché sulla possibilità di applicare la legge danese alla controversia principale. I - 2274

DAK 1 1 Stando così le cose, il giudice di rinvio ha deciso di sospendere il procedimento fino a quando la Corte si sia pronunciata in via pregiudiziale sulle seguenti questioni: «1) Se l'art. 93 del regolamento (CEE) del Consiglio n. 1408/71 vada inteso nel senso che stabilisce solo le condizioni del diritto di surroga dell'ente debitore nei diritti dell'infortunato nei confronti del terzo, ovvero detto articolo determina anche in quali diritti può essere surrogato l'ente debitore. 2) Qualora l'art. 93 stabilisca anche per quali diritti vi può essere surroga, se la decisione in merito debba essere adottata in forza della normativa dello Stato dell'ente debitore ovvero della normativa dello Stato in cui si è verificato il danno. 3) Se l'art. 93 vada inteso nel senso che stabilisce altresì quali diritti, in cui l'ente debitore è surrogato, possano essere fatti valere nei confronti del terzo responsabile nello Stato in cui si è verificato il danno. 4) Se l'art. 93 vada inteso nel senso che sancisce altresì un diritto di regresso dell'ente debitore nei confronti del terzo responsabile nel caso in cui detto diritto venga altrimenti negato in forza della normativa dello Stato in cui si è verificato il danno come conseguenza di norme analoghe agli artt. 17, n. 1, e 22, n. 2, dell'erstatningsansvarslov danese (legge danese sulla responsabilità civile)». 12 Con le quattro questioni pregiudiziali, che occorre esaminare congiuntamente in quanto intimamente connesse, il giudice nazionale chiede in sostanza quale sia il diritto nazionale da applicare a norma dell'art. 93 del regolamento per stabilire le condizioni nonché la portata del diritto di regresso di un ente previdenziale, ai sensi del regolamento, nei confronti del responsabile di un danno verificatosi nel I - 2275

SENTENZA 2. 6. 1994 CAUSA C-428/92 territorio di un altro Stato membro e che ha comportato l'erogazione di prestazioni previdenziali. Il giudice nazionale chiede, più in particolare, se disposizioni come quelle degli artt. 17, n. 1, e 22, n. 2, della legge danese ostino al promovimento di un'azione da parte di un ente debitore di un altro Stato membro. 1 3 La Commissione nonché i governi tedesco e ellenico sostengono che l'art. 93 del regolamento impone di applicare il diritto dello Stato membro dell'ente debitore per stabilire non solo le condizioni, ma altresì la portata del diritto degli enti debitori di agire in giudizio qualora il danno si sia verificato nel territorio di un altro Stato membro. A loro parere, disposizioni come quelle di cui agli artt. 17, n. 1, e 22, n. 2, della legge danese non impediscono pertanto ad un ente debitore di intentare un'azione qualora quest'ultima sia prevista dal diritto dello Stato membro di detto ente. 1 4 La LB ritiene invece che l'art. 93 del regolamento imponga l'applicazione del diritto dello Stato membro dell'ente debitore unicamente per stabilire se quest'ultimo sia titolare di un diritto ad agire nei confronti del terzo responsabile, ma che invece la portata di questo diritto andrebbe determinata in forza della normativa che si applica nello Stato membro in cui si è verificato il danno. A suo parere, disposizioni come quelle contenute negli artt. 17, n. 1, e 22, n. 2, della legge danese osterebbero pertanto all'esperibilità di un'azione da parte di un ente debitore anche qualora siffatto diritto gli venisse riconosciuto dalla normativa dello Stato membro di tale ente. 15 Sebbene le questioni pregiudiziali riguardino l'art. 93 del regolamento nel suo complesso, occorre osservare anzitutto che, considerati i motivi cui sono sottese, esse vertono in realtà unicamente sull'interpretazione del n. 1 di detto articolo, ai sensi del quale: «Se, in virtù della legislazione di uno Stato membro, una persona beneficia di prestazioni per un danno risultante da fatti verificatisi nel territorio di un altro Stato I - 2276

DAK membro, gli eventuali diritti dell'istituzione debitrice nei confronti del terzo tenuto a risarcire il danno sono disciplinati nel modo seguente: a) quando l'istituzione debitrice è surrogata, in virtù della legislazione che essa applica, nei diritti che il beneficiario ha nei confronti del terzo, tale surrogazione è riconosciuta da ogni Stato membro; b) quando l'istituzione debitrice vanta in linea diretta un diritto nei confronti del terzo, ogni Stato membro riconosce tale diritto». 16 Al pari dell'art. 52 del regolamento del Consiglio 25 settembre 1958, n. 3, per la sicurezza sociale dei lavoratori migranti (GU 1958, n. 30, pag. 561), di cui riproduce sostanzialmente il dettato, l'art. 93, n. 1, del regolamento è volto a consentire ad un ente previdenziale, che ha erogato prestazioni per un danno verificatosi nel territorio di un altro Stato membro, di promuovere nei confronti del terzo responsabile del danno le azioni predisposte dal diritto che esso applica, vuoi mediante surrogazione, vuoi per altra via (v. sentenza 12 novembre 1969, causa 27/69, Entr'aide medicale, Racc. pag. 405, punto 15). Il diritto così attribuito agli enti previdenziali nazionali costituisce la logica ed equa contropartita dell'estensione degli obblighi di detti enti all'intero territorio della Comunità, estensione disposta dal regolamento (v. sentenze 11 marzo 1965, causa 33/64, Van Dijk, Racc. pag. 127, e 9 dicembre 1965, causa 44/65, Hessische Knappschaft, Racc. pag. 951). 17 A tal fine l'art. 93, n. 1, del regolamento prevede che ogni Stato membro riconosca la surrogazione dell'ente debitore nei diritti che il beneficiario delle prestazioni ha nei confronti del terzo tenuto a risarcire il danno ovvero il diritto dell'ente debitore all'azione diretta contro il detto terzo qualora uno di tali rimedi giuridici sia previsto a favore dell'ente debitore dalla normativa del suo Stato membro. I - 2277

SENTENZA 2. 6. 1994 CAUSA C-428/92 183 L'art. 93, n. 1, del regolamento costituisce quindi una norma di conflitto che impone al giudice nazionale adito con un'azione per risarcimento danni promossa nei confronti del responsabile del danno di applicare il diritto dello Stato membro dell'ente debitore non soltanto per accertare se quest'ultimo sia subentrato legalmente nei diritti della vittima e se sia titolare del diritto di esperire un'azione direttamente nei confronti del terzo responsabile, ma anche per determinare la natura e l'entità dei crediti in cui l'ente debitore è subentrato o che esso può far valere direttamente nei confronti del terzo. 19 Infatti, qualora il giudice nazionale applicasse il diritto dello Stato membro nel cui territorio si è verificato il danno per determinare la portata del diritto di azione dell'ente debitore, come sostiene la LB, esso potrebbe far venir meno completamente o in parte l'efficacia dell'art. 93, n. 1, del regolamento. Ciò si verificherebbe in particolare qualora la normativa dello Stato membro nel cui territorio si è verificato il danno preveda che non ci si può avvalere della surrogazione legale o dell'azione diretta per taluni tipi di crediti che l'ente debitore può far valere, tramite surroga o azione diretta, nello Stato membro di tale ente. 20 Tuttavia i rimedi giuridici di cui all'art. 93, n. 1, del regolamento riguardano unicamente, stando al dettato di questo articolo, le prestazioni previdenziali dovute a causa di un danno verificatosi nel territorio di un altro Stato membro (v. sentenza 16 febbraio 1977, causa 72/76, Töpfer e a., Racc. pag. 271, punti 13-15). Poiché la LB ha dichiarato, nelle sue osservazioni, di ritenere dubbio che siffatti rimedi giuridici potessero riguardare prestazioni volte al rimborso di spese come le spese di ricovero della signorina Leipelt in Danimarca e le spese di trasporto della medesima dalla Danimarca in Germania, occorre precisare che rientra nel novero delle prestazioni di cui all'art. 93, n. 1, del regolamento il rimborso di spese come quelle di ricovero ospedaliero o di trasporto sostenute in uno Stato membro diverso da quello della sede dell'ente debitore. I - 2278

DAK 21 Infine va rilevato che l'art. 93, n. 1 del regolamento è unicamente volto a garantire che il diritto di azione di cui può avvalersi l'ente debitore in forza della normativa da esso applicata sia riconosciuto dagli altri Stati membri. Esso non è inteso a modificare le norme che si applicano per stabilire se ed entro quali limiti sorga la responsabilità extracontrattuale del terzo responsabile del danno. La responsabilità del terzo resta soggetta alle norme sostanziali che vengono di solito applicate dal giudice nazionale adito dall'ente debitore o anche dalla vittima, cioè in linea di principio alla legge dello Stato membro nel cui territorio si è verificato il danno (v. in proposito la citata sentenza Hessische Knappschaft, e sentenza 16 maggio 1973, causa 78/72, L'Étoile-Syndicat général, Racc. pag. 499, punto 6). 22 Dal complesso delle considerazioni sin qui svolte emerge che disposizioni come quelle contenute negli artt. 17, n. 1, e 22, n. 2, della legge danese, in materia di azioni esperibili dagli enti previdenziali nei confronti dei terzi tenuti al risarcimento di danni che abbiano comportato l'erogazione di prestazioni previdenziali, non possono essere applicate per stabilire se ed entro quali limiti un ente debitore di un altro Stato membro abbia il diritto di agire in giudizio nei confronti del responsabile di un danno verificatosi nel territorio dello Stato membro in cui si applicano tali disposizioni. Disposizioni del genere non ostano pertanto all'esperimento di un'azione da parte di un ente debitore di uno Stato membro diverso da quello in cui esse si applicano. 23 Le questioni pregiudiziali sollevate vanno pertanto risolte dichiarando che l'art. 93, n. 1, del regolamento dev'essere interpretato nel senso che le condizioni nonché la portata del diritto di azione di un ente previdenziale, ai sensi del regolamento, nei confronti del responsabile di un danno che si sia verificato nel territorio di un altro Stato membro ed abbia comportato l'erogazione di prestazioni previdenziali sono determinate conformemente al diritto dello Stato membro di tale ente. In particolare, disposizioni come quelle di cui agli artt. 17, n. 1, e 22, n. 2, della legge danese I - 2279

SENTENZA 2. 6. 1994 CAUSA C-428/92 non ostano all'esperibilità di un'azione da parte degli enti debitori degli altri Stati membri. Sulle spese 24 Le spese sostenute dai governi tedesco ed ellenico, nonché dalla Commissione delle Comunità europee, che hanno presentato osservazioni alla Corte, non possono dar luogo a rifusione. Nei confronti delle parti nella causa principale il presente procedimento costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Per questi motivi, LA CORTE (Quinta Sezione), pronunciandosi sulle questioni sottopostele dall'østre Landsret con ordinanza 17 dicembre 1992, dichiara: L'art. 93, n. 1, del regolamento (CEE) del Consiglio 14 giugno 1971, n. 1408, relativo all'applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all'interno della Comunità, nella versione codificata di cui al regolamento (CEE) 2 giugno 1983, n. 2001, va interpretato nel senso che le condizioni nonché la portata del diritto di azione di un ente previdenziale, ai sensi del regolamento, nei confronti del responsabile di un danno che si sia verificato nel territorio di un altro Stato I - 2280

DAK membro ed abbia comportato l'erogazione di prestazioni previdenziali sono determinate conformemente al diritto dello Stato membro di tale ente. In particolare, disposizioni come quelle di cui agli artt. 17, n. 1, e 22, n. 2, della Lov om Erstatningsansvar 23 maggio 1984, n. 228, emendata, non ostano all'esperibilità di un'azione da parte degli enti debitori degli altri Stati membri. Moitinho de Almeida Edward Rodríguez Iglesias Grévisse Zuleeg Così deciso e pronunciato a Lussemburgo il 2 giugno 1994. Il cancelliere R. Grass Il presidente della Quinta Sezione J.C. Moitinho de Almeida I-2281