CONTEMPLA IL TUO VOLTO IN CRISTO



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Transcript:

CATECHESI

Appena siamo nati, abbiamo aperto gli occhi sul mondo e lo abbiamo contemplato con stupore. Crescendo abbiamo scoperto, in una continua avventura di curiosità, le immagini delle cose e i volti delle persone. Ognuno di noi ha capito che la vita è una relazione, e che siamo legati a ogni altro essere vivente da un misterioso influsso reciproco. Pur sperimentando la nostra indipendenza personale, ci siamo resi conto che tutto ci influenza, e che anche noi esercitiamo un potere sulle cose e sulla vita degli altri. Conserviamo una misteriosa libertà sulla nostra intelligenza, e questa consapevolezza ci rende unici e distinti da ogni altra persona. Arrivati alla giovinezza, non ci contentiamo più delle emozioni o delle reazioni istintive; cominciamo a interrogarci dinanzi alle provocazioni della vita. Vogliamo capire perché esiste la vita e non il nulla, perché alcune cose ci rendano felici ed altre ci facciano soffrire. La bellezza che vediamo intorno a noi, e che ci affascina fino all amore, ci appare tanto fragile e insicura. Infine, quando ci incontriamo con la morte di una persona amata, proviamo una ribellione naturale, come dinanzi ad un ingiustizia. La felicità, che noi desideriamo spontaneamente, è solo un illusione o può diventare un possesso sicuro? Ci mettiamo allora alla ricerca di una sorgente di vita, che dia certezza al nostro cammino. Vogliamo capire se esista un segreto o una logica che sostiene tutte le cose. Ma non vogliamo solo scoprire una forza anonima e impersonale, un destino cieco e sordo. Nel nostro intimo vogliamo incontrare Qualcuno, un Amore personale, che sia la sorgente limpida di ogni amore e speranza. La fede ci dice che è stato Dio stesso a istillare nel nostro cuore il desiderio di cercarlo e di trovarlo, seminando nel nostro cuore una sana inquietudine, che trova pace solo nella comunione con Lui. Solo allora comprenderemo il senso della nostra vita. Troveremo pienamente noi stessi solo quando incontreremo Dio. 2

Nell esperienza e nel linguaggio della Bibbia il volto è lo specchio del cuore, ossia della persona che impegna se stessa. Il volto rivela il cuore e apre alla comunione: Come nell acqua un volto riflette un volto, così il cuore dell uomo si riflette nell altro (Pro 27,19). L incontro faccia a faccia suscita il riconoscimento profondo dei cuori, ossia la conoscenza reciproca tra le persone. Se fossimo isolati non ci conosceremmo mai. Solo confrontandoci con gli altri ci riveliamo per quello che siamo. Solo incontrando il volto e il cuore di Dio potremo conoscere veramente noi stessi. Il racconto della creazione, tramandato nel libro della Genesi, ci rivela che l uomo e la donna sono creati a immagine e somiglianza di Dio; dunque anche dopo il peccato hanno conservato una partecipazione alla sua vita. Per questo desiderano ardentemente vedere il volto di Dio, ossia conoscerlo ed entrare in comunione profonda con lui! La contemplazione della natura (Salmo 8) e l esperienza di un Dio che dona la salvezza attraverso gli eventi della storia (esodo), accendono nel cuore dei credenti il desiderio indomabile di partecipare totalmente alla sua vita, fin quasi ad abolire il mistero che lo nasconde. La preghiera esprime quest aspirazione lancinante, che vorrebbe leggere nel volto di Dio la sua ira, il suo amore, i suoi progetti su di noi. Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto. Tu sei il mio aiuto, non lasciarmi, Dio della mia salvezza (Sal 27,8-9). L anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? (Sal 42,3). 3

CONTEMPLA IL TUO VOLTO IN CRISTO Questa nostalgia dell incontro personale con Dio sembra però rimanere un ambizione frustrata anche per i più grandi profeti dell Antico Testamento, con i quali Dio s intratteneva come con amici. Dice il libro dell Esodo che quando Mosè scese dal monte Sinai dopo aver ricevuto le tavole della legge il suo volto era raggiante, perché aveva conversato con Dio, tanto che fu costretto a coprire il suo volto con un velo (Es 34, 29-35). Ma quando Mosè chiese a Dio di vedere la sua gloria, il Signore lo pose nella cavità di una roccia e lo coprì finché Egli non fosse passato. Dio gli concederà solo di vedere le sue spalle, perché il suo volto non si può vedere apertamente (Es 33,18-22). Solo quando il Figlio di Dio si sarà incarnato, potremo avere una conoscenza piena e diretta del Padre. Sul volto di Cristo risplende autenticamente la gloria del Padre. Nel suo Figlio fatto uomo, il Padre invisibile si è dato un volto che noi possiamo contemplare. Gesù ci rivela quel volto che nessuno mai prima aveva visto (Gv 1,18). Quando l apostolo Filippo gli chiese una rivelazione del Padre, Gesù rispose che nella sua umanità gli apostoli potevano già conoscere il Padre e sperimentare la sua azione: Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me (Gv 14,8-11). Nella fede di Cristo Figlio di Dio ormai i discepoli possono entrare in comunione piena col Padre e compiere le sue opere, seguendo Gesù come maestro e Signore. San Paolo insegna che noi, 4

CONTEMPLA IL TUO VOLTO IN CRISTO scrutando il volto di Cristo nella fede, possiamo riflettere la sua gloria sul mondo: E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l azione dello Spirito del Signore (2Cor 3,18). Come nel volto di Cristo si riflette quello del Padre, così nel volto dei cristiani cioè nella loro vita consacrata all amore - si riflette il volto glorioso del Cristo risorto. I discepoli del Signore, che lo seguono sulle vie del vangelo, hanno sempre considerato Gesù come un modello di vita da imitare perfettamente, per ritrovare se stessi e portare a compimento ogni aspirazione di felicità. Il Concilio Vaticano II insegna: La chiesa sa perfettamente che il suo messaggio è in armonia con le aspirazioni più segrete del cuore umano, quando difende la causa della dignità della vocazione umana, e così ridona la speranza a quanti disperano ormai di un destino più alto. Il suo messaggio non toglie alcunché all'uomo, infonde invece luce, vita e libertà per il suo progresso, e all'infuori di esso, niente può soddisfare il cuore dell'uomo: "Ci hai fatto per te, o Signore, e il nostro cuore è senza pace finché non riposa in te" (S.Agostino). In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo Cristo rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione (Gaudium et spes, 21-22). Nella conoscenza di Cristo i santi hanno scoperto la loro vocazione, e sono diventati per il mondo un immagine autentica del loro Maestro. San Francesco d Assisi, pur avendo ricevuto un educazione cristiana, fino alla giovinezza fu piuttosto attirato dai piaceri della vita e dal desiderio della gloria mondana. Il suo ambiente sociale, fatto di mercanti e di soldati, lo spingeva verso una vita di ambizione e di successo. Solo lentamente avvenne l incontro personale con Cristo che cambiò 5

radicalmente la sua vita, rovesciando tutto il suo mondo di valori. Come egli racconta nel suo Testamento, il Signore lo prese da una vita di peccato e lo guidò con la sua grazia sulla via della conversione. Se studiamo la lenta conversione di Francesco, ci troviamo dinanzi ad una storia di sorprendente attualità. Non si tratta di una trasformazione fulminea, ma di una progressiva e inarrestabile azione dello Spirito di Dio, che lentamente prende possesso di una vita. Francesco ha vissuto la ricerca del volto nascosto di Dio, ha sentito che il suo destino personale si giocava anzitutto nella ricerca incessante della presenza di Dio, che per lui si attuava nell incontro con Cristo. Il volto di Cristo nei poveri. Francesco narra con queste parole come il Signore si fece incontrare e lo condusse sulla via della conversione: Quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. E in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo (2Test 1-3). A questo giovane, totalmente assorbito nella vanità e nei sogni della cavalleria, i lebbrosi facevano ribrezzo, a causa del loro aspetto brutto e miserabile, che li escludeva dalla società. Francesco è illuminato a riconoscere in loro il volto di Cristo, che per noi si fatto povero e umiliato nel sacrificio della croce. Così i poveri rimasero sempre per lui un immagine fedele di Cristo: In tutti quanti i poveri intravedeva il volto di Cristo (Legm III,VII). Così egli spiegava a un suo frate come doveva guardare i poveri: Quando vedi un povero, fratello, ti è messo innanzi lo specchio del Signore e della sua Madre povera. Allo stesso modo nei malati devi considerare quali infermità si è addossato per noi! Veramente Francesco [ ] sempre fissava il volto del suo Cristo, sempre rimaneva a contatto dell'uomo dei dolori, che conosce tutte le sofferenze! (2Cel 85). Il volto del crocifisso nel servizio della Chiesa. La verità di questo incontro trovò piena conferma nell esperienza di San Damiano, una piccola chiesa di campagna nella quale 6

Francesco entrò a pregare, condotto dallo Spirito. Qui, inginocchiato dinanzi al crocifisso, a Francesco fu rivelato come l unione con Cristo crocifisso si concretizza nell umile servizio alla sua Chiesa. un giorno passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti. Condotto dallo Spirito, entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla grazia divina, si ritrova totalmente cambiato. Mentre egli è così profondamente commosso, all'improvviso - cosa da sempre inaudita! - l'immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto, gli parla movendo le labbra. «Francesco, - gli dice chiamandolo per nome va, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». Francesco è tremante e pieno di stupore, e quasi perde i sensi a queste parole. Ma subito si dispone a obbedire e si concentra tutto su questo invito (2Cel 10). Così Francesco, scrutando il volto di Cristo crocifisso, comprese la bellezza dell amore divino che si offre continuamente in sacrificio per la nostra salvezza: In questo sta l amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (1Gv 4,10). Francesco amò appassionatamente la Chiesa, i suoi sacerdoti e tutti i suoi fedeli, con la profonda convinzione che solo ponendosi al loro servizio egli sarebbe stato un vero servo e imitatore di Cristo. Il volto di Cristo nella fraternità. In modo particolare nella sua fraternità, dono di Dio, Francesco sperimentava l incontro con il Signore. E dopo che il Signore mi dette dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. E io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor papa me la confermò (2Test 14-15). Con i suoi frati minori Francesco voleva vivere il vangelo, in povertà e semplicità, al servizio del Regno di Dio. La loro vita doveva svolgersi sotto lo sguardo benevolo del Signore, che li guidava per mezzo del suo Spirito, il vero superiore della fraternità. I frati minori dovevano essere dei cristiani totalmente docili all azione dello Spirito che ci rivela il Cristo e ci insegna le sue vie. Per questo egli esortava i frati ad avere sempre il cuore e la mente rivolti al Signore (Rnb XXII 19), per nutrirsi della sua bellezza e imitare i suoi esempi. 7

CONTEMPLA IL TUO VOLTO IN CRISTO Per questo sul monte della Verna, dopo aver ricevuto le Stimmate che lo conformavano anche fisicamente a Cristo, benedisse il suo fratello Leone con le parole della benedizione sacerdotale biblica: Il Signore ti benedica e ti custodisca; mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga il suo volto verso di te e ti dia pace (BfL). Dopo ottocento anni l esperienza francescana conserva tutta la sua verità: chi contempla continuamente il volto di Cristo diventerà suo fedele imitatore. Chiara d Assisi fu ardente e costante discepola di Francesco. Da lui imparò a seguire Gesù povero e crocifisso, per incarnare totalmente il suo vangelo. In Francesco Chiara non trovò soltanto una dottrina teorica, ma un concreto modello di vita, che le faceva brillare nel cuore la gioia della sequela di Cristo. Lei stessa ricorda come la lezione di vita di Francesco si concretasse nell imitazione amorosa del Figlio di Dio: Il Figlio di Dio si è fatto nostra via; e questa con la parola e con l'esempio ci indicò e insegnò il beato padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di lui (TestC 5). Cristo è una via da seguire, da Betlemme fino al Calvario, in una totale e generosa partecipazione ai misteri della salvezza, come il vangelo li racconta. La povertà, che Chiara amò così appassionatamente, non è una dimensione politica, ma la partecipazione alla povertà vissuta dal Signore. È un dono da accogliere con amore e semplicità. Chiara vede la persona di Cristo 8

come uno specchio, nel quale possiamo vedere riflessa la nostra immagine ideale, e così scoprire la nostra vocazione, quello che noi diventeremo se saremo generosi nell imitare il nostro modello. In questo specchio rifulgono la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità, come potrai contemplare, per grazia di Dio, su tutto lo specchio. Guarda con attenzione la povertà di colui che è posto in una mangiatoia e avvolto in pannicelli. O mirabile umiltà, o povertà che dà stupore! poi considera l'umiltà santa, la beata povertà, le fatiche e le pene senza numero che egli sostenne per la redenzione del genere umano. Alla fine dello stesso specchio contempla l'ineffabile carità, per la quale volle patire sull'albero della croce e su di esso morire della morte più vergognosa Lasciati dunque accendere sempre più fortemente da questo ardore di carità, o regina del Re celeste! (4LAgn 18-32). L immagine contemplata di Cristo diventa una vocazione da incarnare, un dinamismo che trasforma la persona con la forza dell amore e la rende partecipe della vita di Cristo. Contemplando il volto di Cristo, Chiara può vivere il comandamento evangelico dell amore, che è la sintesi della Rivelazione di Dio: Poni la tua mente nello specchio dell'eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione, nell'immagine della sua divinità, per sentire anche tu ciò che sentono gli amici gustando la dolcezza nascosta che Dio stesso fin dall'inizio ha riservato a coloro che lo amano! (3LAgn 12-14). È il cuore del vangelo. È la risposta all invito del Signore, che ci invita a vivere quello stesso amore che ha caratterizzato la sua missione, e che può dare un significato altissimo alla nostra vita. «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l unico Signore; Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c è altro comandamento più grande di questi» (Mc 12, 28-31). La parola del vangelo rimane per sempre, e attende la nostra risposta di fede. Anche noi, come ogni generazione di credenti, dobbiamo fissare lo sguardo sul volto di Cristo, per conoscere la nostra vocazione e, insieme con Lui, riportare 9

nel mondo la pace e l amore. Soprattutto i giovani oggi sono chiamati a impegnarsi con slancio e generosità nella nuova evangelizzazione, a cui la Chiesa li chiama. L entusiasmo e la forza della giovinezza devono essere messi al servizio del vangelo, per offrire al mondo una testimonianza credibile. Raccogliamo l invito rivolto ai giovani dal Papa Benedetto XVI per la XXVI Giornata mondiale della Gioventù: Anche voi, se crederete, se saprete vivere e testimoniare la vostra fede ogni giorno, diventerete strumento per far ritrovare ad altri giovani come voi il senso e la gioia della vita, che nasce dall incontro con Cristo!. FR. CARLO SERRI OFM PRESIDENTE DELL UFME 10

1. Sei soddisfatto della tua vita? Quali sono i tuoi desideri più grandi per il futuro? 2.Pensi di conoscere abbastanza Gesù? Chi è per te? 3.Leggi il vangelo, personalmente o in comunità, per vivere l insegnamento di Gesù? 4.In che cosa dovresti cambiare la tua vita, per somigliare di più al Signore? 5.Cosa potresti fare, per testimoniare la tua fede a tutti gli uomini e cambiare il mondo? Perché siamo alla ricerca di Dio?: YOUCAT 1-6. L uomo è un essere religioso: CCC 27-43. Per conoscere Gesù Cristo Figlio di Dio: YOUCAT 71-112. Credo in Gesù Cristo, unico Figlio di Dio: CCC 422-682. PREGHIERA Prima di participare all EUROFRAME, perché non fate una visita alle suore clarisse più vicine? 11 Benedizione di San Francesco a frate Leone: Il Signore ti benedica e ti custodisca; mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga il suo volto verso di te e ti dia pace. Il Signore benedica te, frate Leone.