ARCIDIOCESI DI AGRIGENTO... la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l hanno vinta. (Gv. 1,5) Ufficio Liturgico Curia Arcivescovile 12 VEGLIA EUCARISTICA NELLA SERA DEL GIOVEDÌ SANTO 2012 1
La liturgia del Giovedì Santo, in principio giorno aliturgico, venne a poco a poco arricchendosi di alcuni elementi che ne hanno configurato il carattere. Uno di questi elementi, riformato dal Rito della Settimana Santa di Pio XII e poi soppresso dalla Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II, fu l Ufficio delle Tenebre, che al ricordo dell Istituzione dell Eucarestia associava i luttuosi episodi della Passione del Signore: Preghiera nell orto del Getsemani, Tradimento di Giuda, ecc., fu chiamato così, perché terminava a luci spente. In questo giorno l ufficio differiva dal solito, poiché mancavano le introduzioni, e alla fine dei salmi dei Notturni e delle Lodi (9 e 5) venivano spente le candele di un candelabro particolare, chiamato saetta per la sua forma triangolare, che portava infisse 15 candele, al Benedictus non si spegneva l ultima candela, ma si nascondeva dietro l altare per poi essere usata il Sabato Santo per la Veglia Pasquale, segno di Cristo sottratto ai suoi nella sua morte per poi ritornare nella sua Risurrezione. Il momento di preghiera e adorazione che si propone, vuole riprendere il simbolismo di questo antichissimo Ufficio per riproporlo in chiave moderna, accessibile a tutti, per la semplicità di comprensione dei simboli e la chiarezza del significato della Luce. In prossimità dell altare della riposizione vengano collocati tredici ceri di cui soltanto uno rimarrà spento sin dall inizio della veglia. I tredici ceri simboleggiano Cristo e gli apostoli al momento dell ultima cena. Il cero spento simboleggia il buio della notte, fuori e dentro il cuore di Giuda, nel momento in cui esce dal cenacolo per tradire Gesù; dice il Vangelo di Giovanni: Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. (Gv 13,30) 2 11
Benedetto, o cenacolo, nel quale, da mano consacrata, fu spezzato il pane. Tra le tue mura fu pigiato nel calice della salvezza il grappolo d uva nato da Maria. Canto In piedi (Scelto liberamente tra i canti della comunità) T. O luogo fortunato! Mai era avvenuto e mai avverrà qualcosa di simile a ciò che tu vedesti: il Signore, appunto, fatto ara sacrificale, sacerdote, pane e calice di salvezza. Egli da solo basta a tutti; e nessuno è a lui necessario; egli è altare e agnello, vittima e sacrificatore, sacerdote e scintilla per il fuoco. S. O cenacolo fortunato! Mai venne imbandita una mensa simile a quella lì preparata, né in palazzi di re, né nell arca santa, né nel sancta sanctorum del tempio. Tra le tue mura fu spezzato il pane da primizie; tu fosti la prima Chiesa di Cristo, il primo altare; tra le tue mura si vide la prima di tutte le oblazioni. Efrem il Siro Terminata la preghiera l assemblea si scioglie in silenzio. L adorazione può prolungarsi fino alla mezza notte. A quest ora, al ricordo dell Eucaristia subentra quello del tradimento, della cattura, della passione e della morte di Cristo. Termina perciò opportunamente l adorazione eucaristica solenne. S. Il Signore sia con voi T. E con il tuo spirito S. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio T. E cosa buona e giusta S. È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, unico Dio vivo e vero: noi ti lodiamo, per la tua grandezza: tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore. T. A tua immagine hai formato l uomo, alle sue mani operose hai affidato l universo perché nell obbedienza a te, suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato. E quando, per la sua disobbedienza, l uomo perse la tua amicizia, tu non l hai abbandonato in potere della morte, ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare. S. Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza, e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare nella salvezza. Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare a noi, nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio come salvatore. 10 3
In piedi ASCOLTATE LA PAROLA DEL SIGNORE DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 1,1-5) In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l hanno vinta. Seduti - Pausa di silenzio Se continuo ad educarmi all'affetto, al dialogo con gli altri, alla socialità, Se nell'incontro con gli altri non sputo sentenze, non alimento tensioni, voglia di rivincita, Se so ricordare al Signore chi mi ha fatto del bene e anche chi mi ha fatto del male, chiedendogli la forza di rispondere al male con il bene, nel mondo c'è più luce. Canto CONCLUSIONE (Scelto liberamente tra i canti della comunità) Canto (Scelto liberamente tra i canti della comunità) PREGHIERA DIALOGATA In piedi LA NOSTRA SITUAZIONE DI BUIO Due voci fuori campo propongono la lettura di quanto segue, avendo cura di rispettare le pause di silenzio tra una lettura e l altra. Al termine di ogni lettura verrà spento uno dei dodici ceri accesi e per quanto è possibile, verranno spente gradualmente le luci della chiesa fino a creare una condizione di penombra. Ho cercato solo le cose del mondo ritenendole indispensabili e non ho cercato Dio come l unico bene, tutto il bene, il sommo bene della mia vita. (si spengono uno dei ceri e parti delle luci della chiesa 4 S. Benedetta sei tu, o ultima notte, poiché in te si completò la notte dell esodo d Egitto; celebrando il Signore nostro la piccola pasqua, si fece egli stesso grande pasqua; una pasqua si innestò in altra pasqua, la festa nella festa. Ecco la pasqua che passa, e quella che non passa; una è la prefigurazione e l altra il compimento. T. Benedetto sei tu, o santo luogo, ove il nostro Signore spezzò il pane fatto suo corpo. Il rifugio angusto si aprì a scenario per il mondo intero, che da esso fu totalmente conquistato; con Mosè, dall alto di un monte glorioso venne un alleanza breve nel tempo; da una modesta dimora, invece, uscì un patto straordinariamente grande che avvolse tutta la terra. S. O sala benedetta! Che, se pure stretta, puoi stare a fronte del mondo intero; ciò che in te si racchiude questa notte, anche se piccolo, riempie l universo! 9
Terminato il canto, dopo che tutti hanno acceso il proprio lumino, due voci fuori campo propongono la lettura di quanto segue, avendo cura di rispettare le pause di silenzio tra una lettura e l altra. Se so ringraziare il Signore per il dono della vita e della salute, per i miei cari e gli amici, per le gioie vissute e anche per i dolori, Se so riconoscere e mettere a frutto le qualità che Dio mi ha dato: l'intelligenza, la volontà, i sentimenti, Se so ascoltare, interiorizzare e vivere la Parola di Dio, lampada per i miei passi e luce sul mio cammino, Se sono pronto a perdonare e a tornare a sorridere, Se riesco a vivere nella gioia e a comunicare gioia a quanti stanno accanto e attorno a me, Se riesco a stringere la mano al mio prossimo e a camminare insieme a lui, Se so dedicarmi alla mia famiglia e al mio lavoro con coscienza, con impegno, con solidarietà verso chi mi sta accanto, Se, partecipando alla Messa domenicale, la rendo fermento per la mia vita, 8 Non mi ricordo di ringraziare Dio ogni giorno per la vita, per la salute, per chi mi è caro, per le mie gioie e i miei dolori. Mi sono ribellato agli eventi dolorosi della vita, al fallimento dei miei progetti, rifiutando di vedervi una manifestazione della volontà di Dio. Per questo c'è meno luce. Ho trascurato il mio rapporto con Dio nella preghiera e nella partecipazione ai sacramenti dell Eucaristia e della Penitenza. Per questo c'è meno luce. Non ho prestato attenzione a chi si trovava in difficoltà e mi sono scusato dicendo che anch io ho i miei problemi e le mie preoccupazioni. Non sempre ho saputo perdonare, ma ho conservato e coltivato nel mio cuore astio, rancore, rifiuto e vendetta. Ho invidiato la vita degli altri e quanto essi possedevano: i loro beni, la loro bravura, i loro amici. 5
Non ho vissuto le mie amicizie con cuore aperto e senza distinzioni; ho pensato più ai miei bisogni che a quelli degli altri. Non ho sempre dominato i miei occhi, i miei sensi, le mie fantasticherie e non sono sempre stato fedele negli affetti e nelle promesse fatte. Per questo c'è meno luce. Ho posto l ideale della mia vita più nell avere che nell essere, mettendo al di sopra dell amore verso il Signore, i soldi, il fare bella figura, le comodità e cose di minor valore. Ho vissuto il mio tempo, senza mettere a disposizione della comunità, i talenti e i doni con cui Dio impreziosisce la mia vita, pensando soltanto ai miei interessi e alle mie comodità. (si spegne l ultimo dei ceri e la chiesa rimane semibuia) In prossimità dell altare, dei dodici ceri accesi ne rimane soltanto uno, segno di Cristo che, al Getsemani, abbandonato dai suoi apostoli, rimane solo ad affrontare la sua passione, compiendo sino alla fine la volontà del Padre. G. Restiamo per qualche istante al buio, in silenzio e sentiamo il p e s o della notte che ci sovrasta. Questa è la nostra realtà nei momenti di peccato. Abbiamo privato della luce noi stessi e chi ci sta vicino. Prendiamo coscienza del buio nostro e del nostro mondo: è notte perché manchiamo di speranza vera, di lavoro, di casa, di istruzione, di pace, di perdono, di serenità, di affetto, di senso della vita. 6 Pausa di silenzio e di riflessione personale DALLE TENEBRE ALLA LUCE Un lettore proclama il brano del Vangelo che segue. In piedi ASCOLTATE LA PAROLA DEL SIGNORE DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 1,9-14) Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Canto (Scelto liberamente tra i canti della comunità) Mentre si canta, il sacerdote prende dall altare il cero acceso al quale tutti accendono il proprio lumino e tornando al loro posto si siedono. 7