CONSORZIO DEL PARCO REGIONALE DEI LAGHI DI SUVIANA E BRASIMONE Piano di controllo della specie cinghiale per il periodo 2011/2015 Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 1
Inquadramento generale dell area protetta Inquadramento geografico Il Parco dei Laghi di Suviana e Brasimone, istituito con L.R. n. 38/95, è gestito da un Consorzio obbligatorio formato dai comuni di Camugnano, Castel di Casio e Castiglione dei Pepoli, dalla Comunità Montana Appennino Bolognese e dalla Provincia di Bologna. Con una superficie complessiva di circa 3718 ha, si sviluppa su un territorio prevalentemente montano, sull Appennino centro- settentrionale, al confine tra Emilia Romagna e Toscana. Si tratta di aree la cui copertura vegetale è costituita prevalentemente da boschi di latifoglie che ricoprono quasi uniformemente pendici e crinali e solo raramente sono intervallati da poche aree a pascolo o da coltivi, parecchi dei quali ormai abbandonati. Nonostante le difficoltà climatiche, con inverni spesso freddi e nevosi, le asperità orografiche, le difficoltà di comunicazione, queste montagne sono sempre state tempo abitate e ne sono state anche regolarmente utilizzate le risorse. Zonizzazione del Parco Il Piano territoriale del Parco dei Laghi di Suviana e Brasiamone, approvato con Delibera di Consiglio Provinciale n. 65 del 15/11/2010 prevede una suddivisione del territorio dell area protetta in zone a diverso regime di tutela (Tavola n. 1) In particolare si può così riassumere: Superficie totale Parco Ha 3036.72 Di cui Zona B Ha 2247,83 Zona C Ha 688,85 Zona D Ha 100,04 Area contigua Ha 681.03 Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 2
Inquadramento ambientale Nel suo complesso il Parco risulta interessato da un ampia fascia montuosa nella parte più meridionale, alternata ad una fascia a minor pendenza nella porzione nord-orientale. Per meglio descrivere le caratteristiche fisiche del territorio si ritiene opportuno riportare la carta delle esposizioni (Tavole n. 2) delle pendenze (Tavole n. 3), delle quote (Tavola n. 4) Dall analisi dei dati riportati appare evidente come sia presente una disomogeneità orografica: si passa da quote collinari a quote più montane, con pendenze che in certi tratti supera il 70%. Se a questo si associa la netta prevalenza delle aree boscate, che coprono oltre l 80% della superficie del Parco, appare evidente come il territorio del Parco rappresenti un area fortemente vocata per gli ungulati in genere, ed in particolare per il cinghiale capace di sfruttare le aree ad elevato grado di copertura forestale. Questa conclusione è avvallata anche da quanto riportato nella Carta delle vocazioni faunistiche della Regione Emilia-Romagna che inquadra tutto il territorio del Parco fra quelle ad elevata vocazionalità sia biologica che agro-forestale per la specie cinghiale. A questo dato si contrappone però la presenza di aree confinanti caratterizzate da vocazionalità agro-forestale nulla, creando quindi una forte pressione che si traduce nella denuncia di eventi di danno e in un generale scontento sociale. Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 3
Risultati piani di controllo realizzati L elevata capacità portante del territorio nei confronti del cinghiale non è sufficiente a garantire un equilibrio con le componenti sociali ed ecologiche; i problemi dati dal cinghiale sono infatti legati ai danni che questo suide produce alle colture agricole e ai pascoli, ma anche all interferenza negativa che la sua attività di ricerca, pascolamento e predazione esercita sulle cenosi. Andamento danni da Cinghiale 10000 9000 8000 8.278,00 9428,35 importo 7000 6000 5000 4000 4.147,00 4.195,00 6.630,75 andamento danni da Cinghiale 3000 2000 2.305,00 2.686,50 3173 1000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 anno 690 2006 2007 2008 2009 2010 Figura 1: Andamento danni all agricoltura. Il crescente disagio del mondo agricolo legato al forte impatto sulle coltivazioni prodotto dalla presenza del cinghiale è confermato dal grafico riportato in figura 1 relativo all andamento degli indennizzi per danni da cinghiale risarciti dalla provincia di Bologna nel periodo 2000-2010 per il territorio dell area protetta. Nonostante il Parco già da diversi anni affronti mediante piani di controllo mirati, la problematica legata all eccessiva presenza del cinghiale, l aumento esponenziale del fenomeno danni contribuisce ad acuire contrasti e polemiche con le varie categorie sociali. Si riporta di seguito l entità dei carnieri dei piani di abbattimento realizzati dal Parco, utilizzando come fattore discriminante l età dei soggetti abbattuti (minore o maggiore di 1 anno). Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 4
Ripartizione capi abbattuti 60 50 n. capi abbattuti 40 30 20 51 51 33 37 dati mancanti < di un anno 10 0 2001/2002 3 9 3 2002/2003 23 10 2003/2004 2004/2005 anno 17 2005/2006 8 4 2006/2007 6 10 2008 2008/2009 7 8 0 2009/2010 22 24 > di un anno < di un anno dati mancanti > di un anno Figura 2: Grafico ripartizione capi abbattuti L analisi dei dati relativi ai capi abbattuti nell esecuzione dei piani di controllo evidenzia una percentuale consistente dei soggetti di età superiore ad un anno, fattore che contribuisce ad avvalorare l ipotesi che il territorio del Parco costituisca un serbatoio per questa specie, costituendo aree di rifugio utilizzate dalle popolazioni di cinghiale per sfuggire alla pressione venatoria esercitata all esterno Proposta di piano di controllo Al fine di appianare i conflitti sociali, limitare i danni alle biocenosi agrarie ed autoctone e preservare gli elementi delle zoocenosi naturali danneggiate dall eccessiva pressione esercitata dal suide sul territorio, si propone di regolamentare l esercizio del controllo sulla specie cinghiale nel Parco con le modalità meglio descritte di seguito. Una riduzione della consistenza della specie è peraltro necessaria al raggiungimento delle densità obiettivo previste dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale per le zone a densità obiettivo media come quelle delle unità minime di gestione, rappresentate nello specifico dai distretti 13 e 14 nei quali il Parco ricade. Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 5
La riduzione della consistenza della popolazione di cinghiale non potrà presumibilmente essere raggiunta utilizzando esclusivamente il prelievo venatorio, che a partire dall annata 2011/2012 sarà effettuato nell area contigua, che rappresenta una piccola percentuale del territorio interessato dall area protetta. Il piano di controllo nell area protetta si potrà articolare secondo le seguenti indicazioni: mediante metodo selettivo e abbattimento di esemplari catturati tramite strutture di trappolaggio. Nelle aree ad interesse agricolo il pdc verrà integrato con l autodifesa. Modalità esecutive L attività di controllo sarà esercitata mediante metodo selettivo e abbattimento di esemplari catturati tramite le strutture di trappolaggio installate e da installare in collaborazione con i proprietari e/o conduttori dei terreni che verranno attivate sia su evidenza dei segni di presenza del suide notati dagli operatori del Parco, sia su segnalazione degli agricoltori responsabili dei sistemi di trappolaggio. Per l abbattimento si farà ricorso al personale individuato nel corso del precedente piano di controllo. Nell area a destinazione agricola sarà possibile integrare il piano di controllo con l autodifesa attuata sui propri fondi dai proprietari o conduttori che esercitano attività agricola ai sensi dell art. 2135 del Codice Civile, muniti di partita IVA e iscritti all Anagrafe delle Aziende Agricole, dai loro familiari o affini e dai loro dipendenti, secondo il calendario delle fasi fenologiche (Allegato 1) e quindi in relazione alle colture presenti in azienda. Personale L azione di contenimento verrà svolta da personale qualificato in possesso della qualifica di cui alle lettere c comma 1 dell art. 2 del Regolamento Regionale 01/08 per operare mediante metodi selettivi e/o in possesso della qualifica di cui alla lettera e comma 1 dell art. 2 del Regolamento Regionale 01/08 per operare mediante girata. Il Parco, previa valutazione dei requisiti presentati dagli interessati, individuerà il personale che verrà impiegato nelle operazioni di controllo, dando priorità ai residenti e proprietari dei Comuni consorziati del Parco. Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 6
Ogni azione di controllo verrà autorizzata debitamente dalla direzione del Parco a cui sarà reso conto dei risultati utilizzando i fogli operativi predisposti dal Parco. In merito ai mezzi saranno consentite le armi di cui all allegato tecnico del Regolamento Regionale n. 01/08. La ricerca ed il recupero di eventuali animali feriti dovrà avvenire in conformità con quanto previsto dall art. 20 del Regolamento regionale n. 1/2008 ad opera di personale in possesso dell abilitazione di conduttore di cane da traccia prevista dall art. 2, lett. g), comma 1, del richiamato Regolamento regionale; qualora il capo ferito si rifugi all interno dell area protetta il recupero potrà essere eseguito sotto il diretto controllo di personale del Parco e della Polizia Provinciale. Numero di capi Al fine di ottenere l obbiettivo di ridurre sensibilmente le presenze, si prevede l abbattimento di un massimo di 20 capi/anno. Durata e validità Il presente piano di controllo avrà validità dalla data di approvazione al 31/12/2015, con le seguenti tempistiche: metodo selettivo: tutti i giorni escluso la domenica dal 1/2 al 30/09. attivazione delle strutture di trappolaggio potrà essere autorizzata in qualsiasi momento vengano rilevati segni di presenza del suide. autodifesa: secondo il calendario delle fasi fenologiche (Allegato 1) e quindi in relazione alle colture presenti in azienda SIC Laghi di Suviana e Brasimone Il SIC è ubicato nella fascia sub-montana e montana del settore centrale dell'appennino bolognese, a ridosso del confine con la Toscana, tra i laghi Brasimone e Suviana. Comprende aree scarsamente antropizzate in cui la copertura vegetale è costituita prevalentemente da boschi di latifoglie, per lo più cedui in conversione all alto fusto, con castagneti e rimboschimenti di conifere, da aree a vegetazione arbustiva di ricolonizzazione di ex-coltivi e da alcune praterie. Il centro del sito è localizzato alle coordinate geografiche: 11 5 ' 24 " Est di longitudine e 44 7 ' 10 " Nord di latitudine. La mappa del sito interessa i fogli n. 252 NO, n. 252 SO della Carta Tecnica Regionale Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 7
secondo il sistema di proiezione Universale Traversa di Mercatore alla scala 1:25 000. Il sito, nel suo insieme, sottopone a tutela una porzione di territorio della superficie di 1 902 ettari, che si sviluppa ad un altezza media di 975 metri sul livello del mare. Secondo la Carta delle Regioni Biogeografiche (documento Hab. 95/10) il sito appartiene alla regione continentale. L area soggetta al piano è costituita prevalentemente da boschi mesofili misti di latifoglie ove le specie più abbondanti sono le querce ed i carpini: molto frequenti sono la roverella (Quercus pubescens) ed il cerro (Quercus cerris), sono pure frequenti ed abbondanti l orniello (Fraxinus ornus) ed il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e poi, sia pure in minor misura, il carpino bianco (Carpinus betulus), diversi aceri (Acer campestre, Acer opulifolium) e sorbo (Sorbus torminalis). Inoltre, nei siti più freschi, è presente il faggio (Fagus sylvatica). Si rinvengono anche castagneti (Castanea sativa) di origine colturale e con esemplari secolari. Nelle radure dei boschi e su terreni agricoli abbandonati da tempo, si riscontrano comunità vegetali con struttura di cespuglieto, che costituiscono stadi dinamici per la ricostituzione del bosco. In questi ambiti sono presenti Cytisus scoparius talora misto a Pteridium aquilinum con Rosa canina, Prunus avium e Pyrus pyraster. Ai sensi della normativa vigente si è provveduto a valutare l incidenza (All.2) delle attività previste dal piano di controllo della specie cinghiale sul sito Natura 2000 in questione. Il controllo verrà quindi operato con le modalità definite nell articolato precedente anche nelle zone ricadenti in area S.I.C. Al fine di annullare le incidenze negative prodotte da tali azioni e da situazioni ad esse connesse si è proceduto ad individuare un area con un raggio di 500 m nella zona della parete del Cigno delle Mogne (Tavola n.5) nella quale il controllo non verrà operato con nessuna tecnica in quanto potenziale sito di nidificazione di rapaci rupicoli allo scopo di annullare la possibilità di disturbo degli uccelli durante l insediamento nei siti riproduttivi. Normativa di riferimento L. 394/91 Legge quadro sulle aree protette Art. 22 comma 6 Nei parchi naturali regionali e nelle riserve naturali regionali l attività venatoria è vietata, salvo eventuali prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici. Detti prelievi ed abbattimenti devono avvenire in conformità al regolamento del Parco o, qualora non esista, alle direttive regionali per iniziativa e sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell organismo di gestione del Parco e devono essere attuati dal personale da esso dipendente o da persone da esso autorizzate. Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 8
L.R. 6/2005 Disciplina della formazione e della gestione del sistema regionale delle aree naturali protette e dei siti della Rete Natura 2000 Art. 37 comma 1 e 2 1)Nel territorio dei Parchi, e nelle aree contigue, sono possibili interventi di controllo delle popolazioni faunistiche qualora siano resi necessari per assicurarne la funzionalità ecologica. 2)Gli interventi di controllo devono essere effettuati prioritariamente attraverso l'utilizzo di metodi ecologici ed in subordine attraverso appositi piani di contenimento predisposti ed attuati dagli stessi Enti di gestione avvalendosi di proprio personale o di soggetti in possesso di idonea abilitazione e appositamente autorizzati. In caso di fauna omeoterma è necessario acquisire il parere favorevole dell'infs. L.R. 8/94 Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l esercizio dell attività venatoria Art. 16 comma 2 Nei parchi e nelle riserve naturali i prelievi e gli abbattimenti devono avvenire in conformità al Regolamento del Parco sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell ente parco, sentito l INFS, ed essere attuati dal personale del parco o da persone all uopo espressamente autorizzate dall ente parco stesso, come previsto dal comma 6 dell art. 22 della legge 6 dicembre 1991, n.394, e dal comma 2 dell art. 7 della L.R. 2 aprile 1988, n.11, come sostituito dall art. 5 della L.R. 12 novembre 1992, n.40. Art. 20, comma 2 Nei parchi e nelle riserve naturali sono consentiti solo eventuali prelievi faunistici ed abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici. R.R 1/08 Regolamento per la gestione degli ungulati in Emilia- Romagna Piano di controllo della specie cinghiale 2011/2015 9