In attesa di quel momento perfetto di Gurumayi Chidvilasananda Quando Dio decise davvero che aveva trovato il momento perfetto di espirare l universo fuori dal Suo Essere? Questa è una domanda meravigliosa da ponderare, credo. Nondimeno, dovremmo venire a patti col fatto che potremmo non ricevere mai una risposta a questa domanda, per quanto la poniamo con fervore. Forse ci sono alcuni indizi, accenni e segreti inglobati nel DNA di questo eterno universo. Gli scienziati cercano instancabili da secoli, tornando a ripercorrere miliardi di millenni per trovare in qualche fossile nascosta una storia che dirà loro una volta per tutte quanto antico sia quest universo. Se non riusciamo nemmeno a svelare il mistero di quel momento perfetto quando l'universo è venuto alla luce, allora cosa stiamo aspettando a iniziare i nostri semplici compiti? Che cosa ci trattiene? Procrastinare, forse?
Pensiamo solo a quanto tempo gli uomini passano a padroneggiare la pratica del procrastinare e a lamentarsi con veemenza di come la vita sia un unica lunga lotta. Ammettiamolo: la vita non è mai stata facile per nessuno, tra gli esseri umani o nel regno animale. Non importa se si è ricchi o poveri, giovani o vecchi, letterati o analfabeti, proprietari o monaci (la lista continua). Per nessuno la vita è solo la deliziosa ciliegina sulla torta pura, illimitata euforia, un piedistallo sul quale si possa restare seduti e da lontano gettare uno sguardo perplesso sulle afflizioni degli altri. Quando l'universo scaturì, con esso arrivarono innumerevoli fortune e altrettante avversità. Che le consideri veleno o nettare, esse sorsero naturalmente mentre l'oceano si sollevava, senza giudizio di karma o dharma, senza interesse per come ognuno avrebbe reagito ad esse, e insieme, crearono il capolavoro della vita. Dunque, invece di domandarti e rimuginare e farti prendere dal cercar di capire cosa sia tutto questo,
comincia il tuo sforzo virtuoso nel momento in cui ti si presenta. Forse questo è ciò che successe a quella Forza della Natura una bella mattina? O era di pomeriggio? O al crepuscolo? O nell imperscrutabile notte? E Dio non temporeggiò neppure per un nanosecondo? Non lo sapremo con certezza. Non sapremo se quello fu il momento perfetto perché l'universo avesse origine. Ma sappiamo che quando iniziamo qualcosa e quando stiamo con la sua evoluzione, ci dona frutti che non avremmo mai immaginato. Aspettare quel momento perfetto è come aspettare che il respiro nel tuo corpo cominci a muoversi. Adesso sai, vero, che questa è una cosa seria? Per questo motivo, senza timore, senza esitazione, fortifica la tua sadhana un po alla volta. Il tempo non è vincolato all'onore. Il tempo non è soggetto al calcolo umano.
Il tempo non è sotto costrizione di rivelare ciò che è perfetto e ciò che non lo è. Il tempo è fortemente indipendente. Guarda il mare, come le fasi della luna e la potente marea della sera s influenzano l un l altra. Accogli la luce del sole con cuore grato quando sorge, e quando il sole tramonta, offrigli un saluto, riconoscendo con quanta gloria ha brillato. Accetterà la tua venerazione. Tuttavia, sii consapevole che non agirà secondo i tuoi dettami. Le lezioni che possiamo apprendere dall universo riguardano sempre, in qualche modo, il mantenere la concentrazione sul proprio lavoro. Cosa comporta il nostro lavoro? È sia mondano sia spirituale. È il lavoro interiore e il lavoro esteriore, il lavoro che garantisce la protezione della terra e l'elevazione dell'umanità. È il lavoro apparentemente attivo, che porta ad una produttività visibile, ed è il lavoro apparentemente silenzioso, che porta a esperienze invisibili. Ciò che è davvero interessante riguardo l intricata mente umana è che ha la tendenza a confondersi e a deragliare e poi di nuovo a tornare ad aspettare il momento perfetto. Quale premio di consolazione,
per alleviare la tua sofferenza, permettimi di porre davanti a te ciò che i saggi hanno proclamato da tempo immemorabile. Il momento perfetto è Ora. 2018 SYDA Foundation. Tutti i diritti riservati.