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Transcript:

S. Camillo de Lellis, sacerdote (memoria facoltativa) sabato 14 luglio XIV settimana del tempo ordinario - II settimana del salterio Introduzione la preghiera O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio che è che era e che viene, per i secoli dei secoli, amen. Alleluia. Inno (Germagno) O Cristo, vero sole, sei venuto tra noi perché il mondo, redento, tramontasse al peccato: accogli benigno, per i doni di oggi, questo canto di lode, puro incenso del cuore. O Cristo, vera vita, alleanza per sempre, sei salito sul legno per offrirci il tuo Regno; ritorna glorioso, o Signore risorto, che attraverso la notte ci prepari il tuo giorno. Amen. Salmo cf. Sal 77 (78) Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l orecchio alle parole della mia bocca. Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore 137

e le meraviglie che egli ha compiuto. Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe, ha posto una legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli, perché la conosca la generazione futura, i figli che nasceranno. Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli, perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma custodiscano i suoi comandi. Ripresa della Parola di Dio del giorno «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore» (Mt 10,24-25). Cantico di Zaccaria o di Maria o di Simeone (vedi bandella) Lode e intercessione Rit.: Signore, aiuta e libera i tuoi figli! Dalla bramosia di soggiogare i fratelli. Dalla preoccupazione di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l anima. Dall ansia di edificare la propria vita e conservarla in modo autonomo dalla tua legge. Padre nostro Orazione (vedi Colletta) 138

sabato 14 luglio la messa antifona d ingresso Sal 47 (48),10-11 Ricordiamo, o Dio, la tua misericordia in mezzo al tuo tempio. Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende ai confini della terra; di giustizia è piena la tua destra. colletta O Dio, che nell umiliazione del tuo Figlio hai risollevato l umanità dalla sua caduta, donaci una rinnovata gioia pasquale, perché, liberi dall oppressione della colpa, partecipiamo alla felicità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo prima lettura Is 6,1-8 Dal libro del profeta Isaìa 1 Nell anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. 2 Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. 3 Proclamavano l uno all altro, dicendo: 139

«Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria». 4 Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. 5 E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». 6 Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall altare. 7 Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». 8 Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». Parola di Dio. salmo responsoriale 92 (93) Rit. Il Signore regna, si riveste di maestà. oppure: Santo è il Signore, Dio dell universo. 1 Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. Rit. È stabile il mondo, non potrà vacillare. 2 Stabile è il tuo trono da sempre, dall eternità tu sei. Rit. 140

sabato 14 luglio 5 Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti! La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore. Rit. canto al vangelo 1Pt 4,14 Alleluia, alleluia. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito di Dio riposa su di voi. Alleluia, alleluia. vangelo Mt 10,24-33 Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: 24 «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; 25 è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! 26 Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27 Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l anima; abbiate paura piut- 141

tosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l anima e il corpo. 29 Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30 Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31 Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! 32 Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33 chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore. preghiera sulle offerte Ci purifichi, Signore, quest offerta che consacriamo al tuo nome, e ci conduca di giorno in giorno a esprimere in noi la vita nuova del Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. antifona alla comunione Sal 33 (34),9 Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l uomo che in lui si rifugia. preghiera dopo la comunione Dio onnipotente ed eterno, che ci hai nutriti con i doni della tua carità senza limiti, fa che godiamo i benefici della salvezza e viviamo sempre in rendimento di grazie. Per Cristo nostro Signore. 142

sabato 14 luglio per la riflessione Apostoli Nel cuore del discorso che Gesù formula per i suoi apostoli, leggiamo un invito che potrebbe intercettare e, persino, accrescere la latenza di una paura nascosta in noi, non proprio compatibile con lo stile e la sostanza del Regno: «Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all orecchio voi annunciatelo dalle terrazze» (Mt 10,27). Di fronte a un esortazione in apparenza così temeraria, forse ciascuno di noi potrebbe sentirsi inadeguato o persino schiacciato rispetto alle esigenze del discepolo, la cui pienezza di vita non può che offrirsi gioiosamente e coraggiosamente come testimonianza per gli altri. Se nella pericope evangelica non è documentata alcuna reazione da parte degli apostoli, possiamo prendere a prestito la reazione del profeta Isaia, quando si trova immerso nella visione di un tempio abitato dalla presenza e dalla gloria dell Altissimo: «E dissi: Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti» (Is 6,5). Nella chiamata di Isaia si vuole sottolineare come la gloria del Signore non possa che risultare come un grande peso e un enorme responsabilità sopra la nostra fragilità umana, così incerta e fallibile nei suoi intenti. Eppure, proprio in questa esperienza di timore e di distanza, con cui tutti dobbiamo misurarci quando 143

cerchiamo di accedere a una relazione con il mistero della divinità, possiamo avvertire anche un appello ad approfondire tutta la nostra dignità. Volendo custodire i discepoli dentro i limiti e nella grazia dell apostolato, il Signore Gesù non tace quali conseguenze porti con sé una vita accolta e vissuta nel suo nome: «Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!» (Mt 10,25). Pur avvertendo il peso della chiamata evangelica, ogni discepolo non può che accogliere la responsabilità della vita nuova come un cammino di conformazione al suo Maestro e Signore, anche quando questo significa condividerne il destino di rifiuto e sofferenza. Potremmo chiederci perché entrare in un copione dove, fin dall inizio, non sono né escluse né eluse quelle conclusioni a cui nessuno vorrebbe mai giungere di sua spontanea volontà. La risposta a questa domanda non è certo semplice e, soprattutto, non può essere data una volta per tutte. Di sicuro, nel riconoscimento completo e duraturo della nostra umanità, di fronte al volto di Dio, possiamo trovare tutte le motivazioni che possono animare e rianimare continuamente il germe di vita ricevuto nel battesimo: «Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (10,32-33). Per poter riconoscere la qualità della relazione che il Signore ha stabilito con noi, occorre essere prima disposti a riconoscere 144

sabato 14 luglio anche quali e quante paure ancora riescono a turbare l equilibrio del nostro cuore. Il Signore Gesù ne parla con franchezza ai suoi discepoli e, già col fatto di parlarne, accetta che questa emozione faccia parte della nostra vita e possa essere da noi attentamente considerata. Con poche parole e vive immagini, vengono enucleate le radici della nostra paura: il timore di sbagliarsi, il terrore della sofferenza e la mancanza di autostima. Da buon Maestro, però, Gesù offre anche una duplice soluzione per fronteggiare queste forme di insicurezza, che derivano dall essere ancora troppo al centro dei nostri pensieri e del nostro sentire: la certezza di non essere mai dimenticati da Dio e la consapevolezza di essere molto preziosi ai suoi occhi: «Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!» (10,31). Solo a partire da questa esperienza di apprezzamento, di fronte alla rivelazione del volto di Dio, sapremo riconoscerci e dichiararci apostoli, per camminare verso gli altri nel suo nome: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). Signore Gesù, spesso dimentichiamo che essere tuoi discepoli significa anche essere apostoli, chiamati a uscire da noi stessi e mandati verso i fratelli. Nelle paure e nell immaturità che ci chiudono, tu riconosci il volto fragile dei figli che ami: concedi anche a noi di riconoscere che oggi questa è la ragione necessaria e sufficiente per non temere l incontro con l altro. 145

Cattolici Camillo de Lellis, sacerdote (1614). Ortodossi e greco-cattolici Memoria del santo apostolo Aquila, uno dei settanta; del nostro santo padre Giuseppe il Confessore, arcivescovo di Tessalonica (832); Nicodemo Aghiorita, monaco. Copti ed etiopici Shenuda il Grande, eremita (V sec.). Anglicani John Keble, presbitero e poeta (1833). Luterani Karolina Utriainen, predicatrice laica in Finlandia (1929). 146