DELL ANTONIANO ROGAZIONISTA. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI Via Tiziano Minio, 15-35134 PADOVA



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Io l amo i miei bambini Sant Annibale Maria Di Francia LA VOCE Periodico DELL ANTONIANO ROGAZIONISTA ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI Via Tiziano Minio, 15-35134 PADOVA d Informazione Religiosa e Culturale ANNO LIX N. 6 - LUGLIO 2009 Direttore Responsabile Vito Magno Stampa Litografia Cristo Re Morlupo - Roma Poste Italiane S.P.A. Spediz. Abbon. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Roma Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa Legge 5.8.81 n. 416 Art. 11 Reg. Tribunale di Padova n.793 del 5 dicembre 1983 Con approvazione ecclesiastica Associato USPI Una copia: Euro 0,13 Il mio psicologo GESÙ si chiama un estate per chiedergli un incontro: È facile con lui non c è bisogno di prenotarsi I l titolo è quello del libro di Carlo Nesti, noto giornalista. Pubblicato dalla San Paolo nel 2008. È la discesa nell interiorità di un cristiano finito fuori strada, e poi in viaggio di ritorno dall indifferenza alla solidarietà. Nesti è lo specchio di quel che spesso siamo oggi. Andiamo a verificare. La vita è come una commedia: non importa quanto è lunga, ma come è recitata (Seneca). Questo libro parla di psicologia e spiritualità, ma chi scrive non è né uno psicologo né un teologo. Solo un semplice giornalista, uno che ha trovato, all incrocio fra quelle due strade, un modo per vivere meglio, attraverso Dio. La curiosità, senza alcun magistero, a volte può valere oro. Una curiosità che mi ha portato a rivisitare il Vangelo e a cercare nelle frasi di Gesù Cristo le indicazioni per rivoluzionare l esistenza. Ho immaginato di trasformarlo nel mio e nel vostro psicologo. Ho ascoltato la sua voce dare consigli in grado di rendermi e renderci più sereni. Una curiosità che, proprio perché semplice cronista, mi ha spinto ad agire non da maestro, ma da alunno. Lo studente che, mentre impara i segreti della Parola del Signore, scrive un libro e lo mette a disposizione di altri studenti. Il compito in classe passato a un compagno di banco... Partiamo dal presupposto che chiunque di noi, per essere sereno, ha bisogno di rispondere a una domanda essenziale: che senso ha la mia vita? Anche chi pretende di sfuggire a questo interrogativo, prima o dopo, se lo vede e se lo sente arrivare addosso, perché l essere umano ha nel DNA la ricerca di senso. Ebbene: l unica cosa che dà un senso alla vita, paradossalmente, è l idea che abbiamo del suo contrario, e cioè della morte. Se per noi la morte è un punto d arrivo, nella vita tutto diventerà decisivo. Ma se, viceversa, per noi la morte è solo un punto di partenza, nella vita tutto diventerà transitorio. Perché credere? Premessa: non si può vivere come se non si dovesse morire mai, ma non sarò certamente io... ad avere la presunzione di imporvi la mia scelta di credere. Posso solo manifestare le principali idee, che mi hanno convinto a superare il dubbio. In primo luogo, ho fede (risposta dell uomo a Dio che si rivela) perché ritengo l uomo un essere religioso, che ha la vocazione della ricerca di Dio, come ricerca della felicità eterna. Da sempre i comportamenti (culti, meditazioni, preghiere e sacrifici) dicono che siamo nati, e torneremo presso il Creatore. In secondo luogo, ho fede perché il mondo e le persone mi danno la conferma che Dio esiste. Il mondo, cielo e terra, come movimento, divenire, ordine e bellezza, e noi uomini con le aspirazioni divine della coscienza: moralità, verità, libertà ed infinito. In terzo luogo, ho fede perché credo in Gesù di Nazareth, Dio fatto uomo. L umanità, per me, si divide in tre parti: c è chi non crede in nulla; c è chi crede in qualcosa, ma vive come se non credesse; e c è chi crede in qualcosa, e vive di conseguenza. Entrare nella terza categoria è l unico modo per una serenità costante, e proiettare la vita oltre la morte. Carlo Nesti, Il mio psicologo si chiama Gesù San Paolo, 2009, euro 9,50 Cari amici abruzzesi, non abbiamo parole, ci resta la preghiera Il recupero della Madonna con Bambino nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L Aquila Nella notte del 6 aprile lo scuotimento della terra ha provocato in Abruzzo sofferenze strazianti. Ha mostrato nel contempo un immagine dell Italia molto diversa da quella che conosciamo dalle cronache egoista e corrotta. È venuta fuori una popolazione sconosciuta ai media, gente tenace negli affetti e nelle opere. È stata una lezione il pudore, la dignità nel chiedere gli aiuti, la compostezza nel piangere i morti. Gente d Abruzzo temprata e dolcissima, ha fatto emergere l Italia migliore, l Italia della solidarietà, dei soccorritori capaci di prodigarsi allo stremo per strappare al disastro una persona o un corpo. Noi dell Antoniano abbiamo molti benefattori in terra d Abruzzo, nomi, volti familiari. Nella comune tragedia, col groppo in gola, non abbiamo parole. Ci resta la preghiera sommessa, ancora in quest estate di inauditi sacrifici per tanti fratelli e sorelle stretti anima e cuore nelle tendopoli. Ci siamo attivati per tempo al soccorso e non cessiamo di farlo ancora. Il Signore accolga nella pace i morti. Ai sopravvissuti doni la certezza che dalla calamità può nascere il seme della speranza. Il P. Direttore e la Comunità dell Antoniano Rogazionista

2 Quando i disoccupati andavano a bussare da lui Andiamo a verificare un inedito P adre Annibale M. Di Francia (Messina, 1851-1927) ebbe, tra gli assilli, i disoccupati di allora, quando dal 1861 al 1915 la miseria costrinse 15 milioni di italiani ad emigrare. Solo nel 1913 partirono da Genova, Napoli, Palermo oltre 800 mila connazionali. E Messina? Tra il 1880-1900 vi si registrò una grave recessione economica, dovuta alla crisi del porto e alla riduzione dell esportazione. D altronde, circa 1 85 per cento della forza lavoro era analfabeta. Trovare un posto era un sogno. Per la Messina del dopo terremoto 1908 fu ancora peggio. Tutto da rifare: il sisma aveva atterrato il 95 per cento degli edifici e seppellito 80 mila abitanti. Bussavano al nostro Santo i disoccupati, spesso borghesi decaduti, situazioni ingarbugliate. Leggiamo di un distinto signore, uomo di cultura. Padre Annibale lo rincuora, poi, quasi inventando, lo fa suo bibliotecario. Erano in realtà poche scartoffie, non assorbivano intere giornate lavorative. Ma valevano come... salvagente a chi stava per essere risucchiato dalla disperazione. Tale maestro Mariano era da anni il calzolaio degli orfanelli. Seduto al deschetto, inchiodava, rappezzava, risuolava. Buon per lui che non ci fosse, all epoca, la mania dell usa-e-getta. Quelle scarpe, prima di conoscere l onta del cestino, dovevano superare parecchie prove, e solo quando venivano dichiarate irriconoscibili davano l addio. Così il buon Mariano aveva lavoro e pane assicurato. Ma capitavano anche i vuoti, giornate intere senza lavoro. Quando i suoi lamenti giunsero all orecchio di Padre Annibale, il caso fu risolto: Madre Nazarena, paghi a Mariano due settimane per futuro lavoro.... Mai PADRE ANNIBALE sentito simile linguaggio nella vostra azienda? Padre Annibale martellava i suoi: La nostra non è un azienda, ma un opera di Dio. E, a chi lesinava la paga: Usate il metro della carità, che include la giustizia. Avete davanti un fratello, non un operaio. A raccontare non la finiremmo più. Un solo episodio, questa volta riferito a Oria, dove quest anno i Rogazionisti celebrano i 100 anni della loro presenza. Questa simpatica cittadina del Brindisino accolse gli orfani e le orfane di Padre Annibale in fuga dal terremoto agli inizi del 1909. La popolazione si affezionò ben presto a lui e ai suoi. Un giorno bussarono alcuni uomini in cerca di lavoro. Erano braccianti agricoli in età avanzata. Nessuno li voleva. Come forza lavoro valevano davvero poco. Per loro sfortuna ebbero davanti un giovane religioso, dal piglio sbrigativo. Disse che non c era lavoro. Poi ironizzò che non potevano esserci nell orto più operai che cavoli da curare! Alla delusione si aggiunse la mortificazione, ma i poveretti non si arresero. Attesero Padre Annibale, si spiegarono e vennero... arruolati. Il religioso si ricevette il dovuto rimbrotto, condito di ragioni sociali e di sapori evangelici. Il Santo superò poi ogni immaginazione, quando ingiunse al discepolo di dare ai braccianti, ogni mattina, la colazione a base di caffè e latte. Allora il discepolo si prese la rivincita, riferendo che quegli uomini avevano stomaco aperto a ben altri... ingredienti. Allora il Padre fece aggiungere anche pane con pomodori spiaccicati, formaggio e frutta. Padre, anche i vizi dobbiamo accarezzare?, si difese il discepolo. Lui rispose con un ampio sorriso. Nulla di meglio, quando i livelli mentali sono così distanti. La Voce dell Antoniano Rogazionista Il Dono del Sacerdozio Il 19 giugno si è aperto l Anno sacerdotale. Non ve l hanno segnalato i media? Lo facciamo noi. L occasione di quest anno particolare è il 150 della morte del Curato d Ars. Ne leggerete a p. 3. Gesù assume tra noi il volto del prete: sacerdos alter Christus. Quando è autentico, come lo era il Curato d Ars o come il nostro S. Annibale, il sacerdote è punto luminoso in mezzo alla foschia. Nel corso delle varie celebrazioni, che si chiuderanno il 19 giugno del 2010, due sono gli eventi più significativi: la proclamazione del Curato d Ars come patrono di tutti i sacerdoti (attualmente è patrono dei parroci) e l incontro mondiale del Papa con i sacerdoti in Piazza S. Pietro. Sarà inoltre pubblicato il Direttorio per i Confessori e i Direttori spirituali insieme a testi scritti da Benedetto XVI in varie occasioni sul ministero e la vita del sacerdote. Dai Sermoni di Sant Antonio RITRATTI DELLA COMMEDIA UMANA Gli stolti Gli stolti gridano: Coroniamoci di rose...!. Infelici! Cosa giovò al ricco epulone il lusso, se dopo venne sepolto nell inferno? Gli usurai Gli usurai cavano alla gente i panni di dosso, così che non hanno di che coprirsi nell inverno! Gli avari Gli avari succhiano il sangue del povero. Come il corpo si riempie d aria, così l avaro di oro. L ambizioso L ambizioso è come un cacciatore che corre dietro agli uccelli fuggenti. Il superbo Il superbo è come il pavone. Questo, provocato dai fanciulli, spiega la magnificenza di tutte le sue penne; ma, facendo la ruota, mette allo scoperto la schifezza delle sue parti posteriori. L ipocrita L ipocrita ha la faccia d oro e la coscienza di fango. Le donne Le donne, prima di uscire in pubblico, si mettono davanti allo specchio e, trovate le macchie che per caso deturpano il volto, le lavano con cura. Così tu, spesso, fissa lo specchio della tua coscienza. In Famiglia Cari Padri e bambini dell Antoniano, vi chiedo preghiere speciali perché nel mondo vi sia la pace. Di più chiedo a S. Antonio protezione su mio nipote che è marine. Lui è stato già in missione nell Iraq e ora lo hanno richiamato in Afghanistan. Mio nipote ha 24 anni e si chiama Joseph Bona (nella foto). Pregate per lui e per tutta la mia famiglia. Antonella Giunta, N. Y./USA Cara signora Antonella, lei scrive parole semplici per la realtà drammatica, in cui suo nipote Joseph è coinvolto. Lo sono altri giovani, anche italiani, e tutti suscitano la nostra stima che, nella fede, ci fa cadere in ginocchio davanti al Dio della pace. Sia orgogliosa di un nipote così: è una sentinella della pace, come diceva Giovanni Paolo II durante l Anno Santo nella giornata delle Forze armate, Lo abbracciamo nella preghiera insieme agli altri giovani presenti sui fronti di guerra a difesa del bene comune. S. Antonio li protegga! La Direzione

La Voce dell Antoniano Rogazionista DOCUMENTO 3 Scarso a scuola, lo rimandano ai suoi campi, poi la Francia intera è ai suoi piedi SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY IL CURATO D ARS Q uesto titolo basta per inquadrare il fenomeno che fu il Curato d Ars, 1786-1859. Nacque tre anni prima della Rivoluzione francese, si spense a 73 anni ad Ars, presso Lione, 150 anni fa. Trovò 230 contadini, quando nel 1818 ne divenne curato ovvero parroco. Curato di Ars lo fu per 41 anni, mentre la voce popolare lo trasformava poco a poco, come è avvenuto ai tempi nostri con Padre Pio, in un santo vivente, confessore, taumaturgo, visitato da visioni, tutto dedicato alla propria santificazione e alla salvezza dei suoi figli. Un curato santo, ecco il suo segreto. Egli osservava, non senza ironia, che il calendario era zeppo di vescovi e monaci santi, mentre i preti semplici e i parroci si contavano sulle dita. Al pensiero di finire nel calderone dei preti senza fissa dimora in calendario, il nostro Curato tentò due volte di abbandonare la sua parrocchia. Voleva dire che tra la gente non si fanno i santi? No, intendeva ritirarsi a vita monacale per pensare alla sua povera anima. Del prete egli aveva un idea angosciosa, considerando la suprema dignità del sacerdote. Che cos è un prete? Un uomo che occupa il posto di Dio. Un uomo investito di tutti i poteri di Dio. Se incontrassi un prete e un angelo, saluterei prima il prete. Il Curato d Ars aderisce con tutto il vigore della sua sensibilità e della sua intelligenza a una concezione profondamente sacerdotale della vita religiosa. Questo figlio di contadini, pastore di pecore, braccia chine alla fatica nei campi di famiglia, era fin dall infanzia continuamente occupato a pregare e non concepiva la fede senza la Chiesa né la vita cristiana senza i sacerdoti. È celebre la sua sentenza: Lasciate una parrocchia senza prete per venti anni (la gente di Ars era rimasta dal 1794 al 1802 senza messa) e vi si adoreranno gli animali. Diceva anche: Dove non ci sono più preti, non c è più sacrificio, e dove non c è più sacrificio, non c è più religione. La sua adolescenza coincise con una Francia senza preti e senza giovani disposti a diventarlo. La Rivoluzione aveva decimato il clero, sbarrate i seminari e le parrocchie. Il cattolicesimo, così prostrato, non poteva rinascere d un colpo. In questa cornice storica si spiega la fermezza della fede e lo slancio missionario con cui il Curato si diede alla riconquista delle anime. La sua vocazione fu contrastata. Si presentò a 19 anni, dopo dura resistenza del padre, al curato del villaggio di Ecully, che aveva organizzato una scuola seminaristica, dove si preparavano, all indomani della Rivoluzione, i rarissimi aspiranti al sacerdozio. Lui aveva solo un istruzione rudimentale, e invece lì doveva vedersela col latino, la teologia, la filosofia. Venti anni più tardi, durante gli anni 30 del XIX secolo, quando i seminari saranno di nuovo pieni e le parrocchie riorganizzate, egli non avrebbe potuto ricevere il sacramento dell ordine. Lui lo ricevette, favorito dall urgenza di riempire i vuoti: operaio della prim ora all indomani di una rivoluzione. Sia chiaro: il nostro Curato non si rassegnò a impantanarsi in una santa ignoranza, cercò al contrario di impegnarsi con tutte le forze. Questo non lo salvò dall essere espulso dal seminario nel 1813, con la motivazione debilissimus: una nullità in latino e una mente refrattaria allo studio. Prete, ma di campagna. Così lo mandano ad Ars. Lì non avrà da salvare la dignità del sacerdozio davanti ai dotti. Perfetto: Desidero una parrocchia piccola aveva scritto ad una zia che possa governare meglio e dove possa meglio santificarmi. Ars diventò un isolotto di santità. La gente si strinse intorno al suo Curato, trasformata, riconquistata alla fede viva dopo anni di desolato abbandono. E cominciarono ad affluire personaggi, politici e gran dottori, che, gettata la maschera, si presentavano penitenti in cerca del Santo confessore. Tutta la Francia cattolica portava i pellegrini verso Ars. La terapia spirituale adottata da Giovanni Maria ricorda, per certi aspetti, quella austera e dura di Padre Pio. In realtà, il Santo di Ars era prete per intero, uomo semplice che accoglieva il Vangelo in simplicitate cordis. D. C. MISSIONI ROGAZIONISTE AFRICA UN QUARTIERE DI FRONTIERA A EDEA (CAMERUN) a nostra speranza è il Vangelo, hanno L detto gli africani al Papa nel marzo scorso. Lo è per tanti diseredati della terra, assetati di giustizia, di solidarietà, di amore. Noi Rogazionisti, come già sapete, abbiamo nel Camerun due stazioni missionarie. Curiamo gruppi di seminaristi, seminaristi particolari però, i quali insieme ai libri si confrontano con una realtà che ogni giorno li chiama a farla da buoni Operai ancor prima di essere ordinati. Laggiù ci sono molte cose negative che noi occidentali abbiamo. Lo smog? C è anche lì. Il traffico, l immondizia? È ad alta concentrazione. Crisi delle borse, finanza a terra e disoccupazione? Lì molto peggio. Ai missionari danno man forte i seminaristi per togliere dalla strada ragazzi e ragazze che si perdono nell alcol, nella droga o nella piccola delinquenza che poi diventerà grande se non si rimedia in tempo. In tanta povertà, la grande forza di quella gente è la speranza. Si può dire che mangiano e digeriscono speranza. Padri che partono al lavoro alle 4 del mattino; madri che oltre alla famiglia riescono a gestire una bancarella del mercato e ad essere presenti alle funzioni in missione; tutti che riescono a vendere qualcosa quando non si sa chi debba comprare. E poi, ragazze che a 16 anni son già madri, ragazzi che studiano senza libri, che vanno a scuola scalzi e mal vestiti. Alla raccolta delle elemosine, in un giorno di festa, resta in chiesa una vecchietta dopo che tutti sono usciti. Pensa di essere sola e si accosta a deporre l offerta per la Pasqua dei poveri. Avvenne così anche duemila anni fa, nel tempio con la povera vedova. Gesù lodò quel soldino. La vedova aveva messo dentro anche il cuore. È per questo che la buona vedova sarà ricordata finchè si proclamerà il Vangelo. ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI PADOVA TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361

4 La Voce dell Antoniano Rogazionista una domanda una domanda Le cifre della salute, vergogna mondiale Quanto incide sulla salute l essere ricchi o poveri? Roberto Parlatore, Lucca Alla domanda rispondono i dati, da vergogna mondiale, emersi da un rapporto dell Organizzazione mondiale della sanità: la disuguaglianza sociale è questione di vita o di morte, perché uccide o danneggia la salute delle persone. La disparità sociale è tra Paesi diversi della terra e dentro uno stesso Paese. La speranza di vita differisce molto secondo la regione in cui si nasce e la zona del Paese in cui nasce. In Svezia, in Italia, l attesa di vita raggiunge 80 anni, in Angola è meno di 50. Dieci milioni di bambini nel mondo si fermano a 5 anni: perché denutriti, abbandonati. Con tutto ciò, in sedici dei 68 Stati sotto controllo dell ONU si sono registrati significativi miglioramenti. Tenore di vita e malattie sono concatenati. L 80% dei morti per malattie cardiovascolari nel 2007 viveva in Paesi poveri. Qui si concentra anche l 80% dei diabetici, che scenderebbero se ci fosse uno stile di vita sano. Ma il povero non decide, mangia quel che ha. Stringiamo un po l obiettivo sull Europa. Si parla di un Europa a due velocità. Tra i Paesi più ricchi e tutti gli altri del Continente esiste una differenza di circa 5-6 anni di speranza di vita alla nascita; addirittura di circa 15 anni tra le situazioni migliori (Svezia, Svizzera, Italia) e le più problematiche, come Federazione Russa e diverse nazioni dell Est. La disuguaglianza sociale determina la salute delle persone anche all interno di una stessa nazione, di una stessa città. A Glasgow (GB) chi nasce nella zona popolare di Calton ha un aspettativa di vita inferiore di 28 anni rispetto ai coetanei dell elegante quartiere di Lenzie. È così anche da noi. A Torino l incidenza di infarto nella popolazione cresce nelle zone popolari di Dora e Mirafiori Sud. I più emarginati hanno un attesa di vita di quattro anni inferiore a quelli socialmente privilegiati. Proporzioni simili si registrano a Firenze, Livorno e Reggio Emilia. I governi devono intervenire sulla salute non solo perché è un problema di giustizia, ma anche perché è garanzia di vantaggio economico. Ad esempio, la riduzione del 10% della mortalità per malattie cardiovascolari in età lavorativa contribuisce all aumento dell 1% del tasso di crescita del reddito pro capite. Gran parte del benessere italiano ed europeo è legato alla riduzione di molte malattie. bambini ESCLUSIVO 1 Luglio 1886 Era una giornata di sole ardente, ma al quartiere Avignone la gente sembrava non patire la calura. Aveva, invece, una grande premura di accogliere il dono dell Eucarestia che stava per arrivare lungo la via, portata in solenne processione. Era veramente tanta l emozione che suscitava un simile evento, che il popolo cantava contento e seguiva le preghiere e i canti in onore di Maria e i santi. Dopo due anni di preparazione, in attesa della celebrazione, fu inaugurata infatti la cappella che brillava come una grande stella, in mezzo al quel rione di Messina, che un tempo era la rovina della città, e che un prete santo aveva trasformato in un incanto. (da: Luigi Ferraresso, Una grande storia d amore, p. 36) CARITA SENZA CONFINI Misa Jaworski di 21 anni Nato ad Asisan, Filippine Tutti lo chiamano Jawo, è più facile! È il più piccolo dei 4 figli di Purificacion e Raul Misa. Il padre lavora in un allevamento di maiali, la mamma è casalinga, mentre la figlia maggiore, Monica, ha dovuto lasciare gli studi per aiutare la famiglia. Jawo racconta come tante volte era costretto a recarsi a scuola senza il necessario. Sentire i morsi della fame durante le lezioni, mendicare dai compagni un libro, perfino un foglio di carta era davvero mortificante. Come Dio vuole, fu accettato come convittore nella missione dei Rogazionisti, il Boys Village che tutti ormai ben conoscete. Gli anni son trascorsi veloci e con ottimi risultati. Jawo ha conseguito il diploma di scuola superiore nel 2005 e adesso si sta specializzando in Elettronica per diventare Perito tecnico ed essere in grado di aiutare la famiglia. È proteso al conseguimento del Diploma al termine di questo anno scolastico. Auguri carissimi, Jawo. P. Carmelo Capizzi St. Anthony s Boys Village di Silang/Filippine

La Voce dell Antoniano Rogazionista 5 Spazio Aperto Un paradosso tutto italiano. Se iscrivo mio figlio alla scuola paritaria (che non è scuola privata, ma pubblica non statale), pago due volte: le tasse allo Stato e la retta alla struttura paritaria. Vecchia storia, venata di impuntature ideologiche che nulla hanno a che fare con il buonsenso e il diritto di mandare i figli dove si vuole. Nel 2000 fu emanata la legge 62. Fu un passo importante, perché introduceva sistema paritario e definiva in modo nuovo il rapporto tra pubblico e privato. Grazie a quella legge le scuole paritarie sono oggi a tutti gli effetti scuole pubbliche. Resta comunque una legge a metà, perché alla parità giuridica non è seguita la parità economica. Ogni qualvolta si parla di sovvenzioni statali alla scuola paritaria, si assiste ad una levata di scudi da parte di politici schierati e di associazioni affiliate. Con la finanziaria 2009 il governo aveva tagliato ben 133,4 milioni di euro dal capitolo delle scuole paritarie. Una cifra enorme, che corrispondeva a circa un quarto dell intera somma devoluta nell anno precedente. Questa drastica riduzione metteva in Le opinioni dei lettori Pagare due volte la scuola: perché? ginocchio l intero sistema paritario. Grazie alla mobilitazione del mondo della scuola paritaria, il Parlamento ha ritrovato 120 milioni di euro. Al momento, non si sa però come verrà destinata la somma. È una situazione che preoccupa noi genitori e le famiglie, che vedono sempre più negato il loro diritto/dovere di poter scegliere il percorso d istruzione e formazione professionale tra le scuole statali e paritarie, che, così come è previsto dalla legge 62/2000, fanno, parte del sistema nazionale d istruzione. In concreto, se come madre mi prendo il lusso della libertà di scelta per mio figlio, pago due volte. Chi ci guadagna? Nessuno, ne soffre la pluralità della cultura, ne soffre l efficienza stessa dell istruzione in un momento in cui l Italia è in difficoltà rispetto ad altri Paesi europei e in una fase nella quale da tutte le parti si riconosce la famiglia come soggetto primario dell educazione. Ma allora, perché non metterla in condizione di svolgere questo suo ruolo originale e originario di corresponsabilità educativa, promossa e aiutata dalla società e dallo Stato? Annarita M, Chiavari/GE Q PUNTI E SPUNTI IN CHE UNIVERSO ABITI? uanto a me, abito in un universo che mi lascia senza parole per le sue dilatazioni che vanno dall infinitamente piccolo all infinitamente grande. In questa scala trovano posto le particelle elementari della materia nella sua struttura più intima che scende nell atomo e nelle frammentazioni dell atomo (nucleo, protoni, neutroni...); trova ancora posto la storia dell universo o cosmologia, che studia la sua nascita, la sua evoluzione fino alla struttura attuale. Dall atomo alle galassie, dal Big Bang ai nostri giorni, quest universo così dilatato supera la mia immaginazione, vola al di sopra del mio pensiero e del mio pensabile. Tradotto in numeri, l infinitamente piccolo è valutato dagli scienziati, con la scala di Planck, 10 alla meno 35a potenza, cioè: 10 miliardesimi di miliardesimi di miliardesimi di miliardesimi di metro. Passando all infinitamente grande (le dimensioni dell universo osservabile), si ha un 10 alla 26a potenza, pari a 100.000 miliardi di miliardi di km. Cifre offerte dagli scienziati: fanno tremare, la presunzione di leggere nella mente di Dio. Già, Dio. Non capisco (come fa quell 80 per cento degli scienziati a non ammettere in questa gran macchina dell universo l ipotesi Dio. Molti di loro, fanno tentativi disperati per dimostrare che non esiste nessuna finalità nell universo, e che il cosmo, l emergere della vita e della coscienza sono governati dalla cieca casualità. Non mi va di proseguire su un tono di discettazione dottorale. Non ne sono capace. Più efficace qualche flash illuminante come le parole che la sera del 14 aprile ho ascoltato a LA7, il noto canale televisivo. Così parlò Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore di film come Amarcord e altri di Fellini. Lui, agnostico e ateo, rispose alla provocazione di Lilli Gruber sulla fede in Dio: Dire che credo può essere una bugia, dire che non credo può essere una bugia più grande. Il novantenne Tonino sorrideva, gli occhi si dilatarono, brillavano misteriosi! Poi scaldò i motori e non la finiva più. Una foga che mascherava l apertura alla fede? Rivelò che Fellini, due giorni prima della morte, gli diceva: Morire è un viaggio nel mondo delle meraviglie.... In che universo abiti? Galileo, diventato cieco nella vecchiaia, andava ripetendo: Ora vedo più lontano. Scrutava oltre. I suoi telescopi gli dovevano apparire giochetti da bambino. Alcide Livenza, Ventimiglia (IM) <<< Pagine Scelte <<< Pagine Scelte <<<Pagine Scelte <<<Pagine Scelte <<<Pagine Scelte <<< ( a cura di P. Gio) Dagli Scritti di Sant Annibale Maria Di Francia (vol. 10, pp. 67-68) Perché la Parola di Dio porti frutto occorre la riflessione Un altra regola per trarre profitto dalla Parola di Dio è la riflessione. (continua dal numero precedente) Riflessione vuol dire ritornare col pensiero sopra ciò che si è inteso: è una specie di meditazione. Ora questo è un mezzo efficacissimo per trarre profitto dalla parola di Dio; pensare e ripensare ciò che abbiamo ascoltato nella predica. Noi ascoltando una predica possiamo ricevere delle salutari impressioni nell animo nostro: impulsi al cuore per santi spaventi dei giudizi di Dio, timori delle pene eterne, rimorsi dei nostri peccati, commozioni e simili sentimenti; ma uscendo dalla chiesa e rimescolandoci nel vortice delle nostre abituali faccende, avviene che ben presto perdiamo la memoria di quanto ascoltammo, onde ben presto si cancellano dall animo nostro le salutari impressioni che ne avevamo ricevuto. Per mantenere vive queste impressioni, in modo che possiamo sentire il loro effetto a vantaggio dell anima nostra, ottima regola si è ripensare tra noi stessi, riflettere e meditare su quanto abbiamo ascoltato. Con questa meditazione i sentimenti che ricevemmo alla predicazione non solo si conservano in noi, anzi aumentano; certe impressioni ricevute superficialmente, si dilatano sempre più nell animo nostro e ci muovono a penitenza, ci spingono a virtù. Spesso basta una sola proposizione della predica, una sola sentenza, un solo passaggio scritturale, ben riflettuto, per produrre meravigliosi effetti. Per questo la Parola di Dio è chiamata seme: il seme è un piccolo granello che, internato nella terra e coltivato, sviluppa in albero grande. Così una massima bene internata nel nostro cuore e coltivata da sana riflessione, mette radici, si estende e finisce col dare i suoi frutti. Per questa ragione nostro Signore Gesù Cristo disse: Beati quelli ascoltano e custodiscono. Non disse solo beati quelli che ascoltano, ma che ascoltano e custodiscono, custodire significa appunto serbare nella memoria e riflettere. Certamente, fedeli miei, vale la pane che si ascolti la Parola di Dio con tutte queste condizioni, se non altro per una specie di gratitudine e di riconoscenza verso il nostro Divin redentore, che con tanto amore vi dispensa il pane della sua dottrina. (continua) ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI PADOVA TEL. 049.60.52.00 - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361

6 ABBIAMO Letto Tagli e ritagli a cura di L. D. C. Chi cerca trova: il bello sui giornali La Casa Sollievo della Sofferenza, a San Giovanni Rotondo, è oggi quel tempio di preghiera e di scienza che Padre Pio sognava. Un punto di riferimento per i malati e per il mondo scientifico. Il 16 per cento dei malati curati in questo ospedale arriva da altre regioni, Nord compreso, per farsi ricoverare in urologia, neurochirurgia, ematologia, oncologia... Al Policlinico Gemelli di Roma si aprirà entro quest anno un intero reparto per i bambini con malattie congenite e per le loro famiglie. Non solo palloncini alle pareti e medici clown, ma un assistenza integrata che aiuti la famiglia ad imparare ad usare apparecchiature mediche utili ai figli. La struttura del Gemelli viene realizzata grazie al contributo di Enel cuore Onlus, ed è la prima in Italia. Per i baby-pazienti, non solo giochi, medici e familiari accanto, ma anche computer in camera per seguire le lezioni scolastiche. Il terreno dei boss è ora parco gioco per i bambini di Villa di Briano (CE). Questa notizia non è diventata nazionale sui quotidiani italiani. L hanno recepita come fatto locale, e si sono sbagliati. Da cosa loro diventa cosa nostra, dicevano gli slogan. Si cambia. È confortante sentire il vociare allegro dei bambini, la soddisfazione dei loro genitori, che per tanto tempo hanno abbassato la testa davanti alla violenza. Questa e altre iniziative sono il frutto della collaborazione tra Agrorinasce (il consorzio dell Agro Aversano), le parrocchie e i comuni. A Casal di Principe, è stato inaugurato un campetto sportivo polifunzionale presso la parrocchia di San Nicola (quella che fu del martire don Peppe Diana). A darsi battaglia dietro il pallone c erano don Luigi Ciotti, i sindaci della zona e tanti ragazzetti. Un bel calcio... al passato (Fonte: Avvenire, 21.03.09). La Voce dell Antoniano Rogazionista I Francescani compiono 800 anni Nella primavera del 1209, una dozzina di uomini si presentarono a papa Innocenzo III per domandargli di approvare il loro progetto: Osservare il santo vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Ma, quale novità c era in quel progetto? Non l avevano già attuato da secoli gli Agostiniani, i Benedettini e le innumerevoli ramificazioni di quelli e di questi? Dovette pensarlo Innocenzo III. Eppure, diede l approvazione. Francesco d Assisi, sotto quell apparente semplificazione, dava inizio a una rivoluzione spirituale e sociale. Molti lo capirono, se è vero che, dieci anni dopo, i pochi fraticelli venuti da Assisi erano diventati circa tremila. Tuttavia, il Poverello non aveva né preoccupazione sociale né desiderio di riformare la Chiesa né volontà di opporsi ai movimenti eretici dell epoca. Alcuni studi hanno dimostrato che egli si era convertito a Dio e che di conseguenza cercava in Gesù e nel vangelo il senso della vita. Nel suo Testamento, scritto alla vigilia della morte, il 3 ottobre 1226, Francesco riassume l avventura intrapresa nel 1209 con i suoi primi compagni. Conferma di aver ricevuto dall Altissimo stesso la rivelazione di vivere secondo la forma del santo vangelo. Semplicità e semplificazione sono alla base dello straordinario movimento francescano. Poi, a scavare in profondità, si può anche vedere in quella semplificazione il rifiuto delle sottigliezze retoriche, care ai teologi e ai predicatori dell epoca. Il vangelo rimaneva schiacciato sotto quegli orpelli. Schegge Frammenti dall Africa L uomo quando aiuta i sofferenti, diventa più uomo, e il mondo diventa più umano. (Benedetto XVI al Centro card. Lèger, a Yaoundè/Camerun) Giovani, Dio fa la differenza e ci rende creature nuove. (Benedetto XVI ai giovani di Luanda/Angola) Non abbiate paura di prendere decisioni definitive, nel matrimonio come in una vita di speciale consacrazione. Non correte il rischio di restare eterni bambini! Coraggio! (Benedetto XVI, allo stadio di Luanda) Benedetto XVI in Camerun e Angola, 22/23 marzo 2009 SCIENZA E DINTORNI A cura di Ugo Seris Sei da mare...? Quanto al mare, tutti sappiamo che l aria marina favorisce l apparato respiratorio, fa bene alla pelle, asseconda l aumento di glicogeno nel fegato, rafforza il sistema immunitario, favorisce la sintesi della vitamina D, cura l osteoporosi, dà una mano ai diabetici, agli anemici, ai rachitici. C è però un ma: non esiste il mare, ma i mari. Sedativo è quello della costa adriatica e del litorale calabro-siculo e ionio. È particolarmente indicato per bambini e anziani. C è poi il mare forte o stimolante, battuto dal vento e con coste rocciose. Ideale è quello della riviera tirrenica, ligure o della costiera sarda. Indicato per chi soffre di anemie, linfatismo, asma. Sei da montagna? Anche qui, bisogna fare una distinzione preliminare. Dai 600 ai 1200 metri la montagna è in linea di massima benefica per tutti: stimola la circolazione sanguigna e ha un azione depurativa per l organismo in genere, in particolare per i polmoni e per il ricambio della pelle. È un clima particolarmente indicato per le malattie infettiva e per i disturbi respiratori, come pertosse e bronchite. Viene consigliato anche per le astenie e le anemie dei bambini. L alta montagna (sopra i 1500 metri) è ottima per le cure ricostituenti e per la depressione, perché l aria, ricca di ioni negativi, facilita lo scarico delle tensioni psicofisiche. Sopra i mille metri, Vacanze sicure, basta scegliere con un po di attenzione La meta adatta alla propria salute e all età però, la montagna è controindicata per chi è affetto da insufficienza respiratoria. Anche chi soffre di problemi cardiaci, di gastrite e gastroenterocolite deve prestare la massima attenzione. Per scongiurare o limitare gli eventuali disturbi provocati dall aria più rarefatta può essere utile affrontare gradualmente l altitudine, fermandosi ogni tanto se si è in auto per effettuare qualche breve passeggiata ed evitando di prendere impianti di risalita che portano in poco tempo ad alte quote. In ogni caso, per evitare qualsiasi problema, è opportuno non superare la quota 1200 metri. Sei da campagna, lago e collina? Gli ambienti di campagna e collina sono considerati indifferenti, nel senso che non richiedono fasi di acclimatamento. Questo significa che sono ideali un po per tutti. Il lago, in particolare, è indicato per le malattie di indole nervosa e per le convalescenze; la campagna per chi soffre di stress, ipertensione, cardiopatie. Solo chi soffre di malattie reumatiche può manifestare qualche disagio nelle zone lacustri o di campagna particolarmente umide. Il clima di collina (tra i 400-600 metri) è mite, caratterizzato da temperature relativamente fresche e raggi solari poco aggressivi. È un clima privo di controindicazioni, adatto per tutti i disturbi e in particolare per chi è debilitato fisicamente o risente di un logorio psicologico.

La Voce dell Antoniano Rogazionista 7 Matteo e Cristian Gianni Antonio Damiano ILLUMINATE I NOSTRI PASSI Riccardo e Salvatore Antonio con la zia Domenica Cozza Fedele M. Carmelina e famiglia Alessia Paolucci Aurora Ferraro Zayne e Hunter Michael e Rino Laporta con nonno Amatore Ava e Giordano, nipoti di Antonina Trombetta Joseph, Raymond e Anna Maria Ferrara Margarita Di Risio Lerny Anthony Zagara Jr. Cameron e Julian Bullai David e nonna Maria Marinelli Carmelo e Gina Martorana col Vescovo Vincenzo Bartolone Jacob, Matthew, Amanda e Juliano Isabella Grace e John William Benedici il Signore, anima mia Salmo Per dire grazie Con vero piacere comunico che il Signore per intercessione di S. Antonio ha esaudito le nostre preghiere riguardo la salute delle due mie nipotine, Eva e Maddalena, di cui avevamo io e la mia famiglia delle serie preoccupazioni. Adesso abbiamo provato la bontà del Santo dei miracoli, al quale il Signore non nega mai i suoi favori. Allego una donazione per i cari bambini antoniani. Antonietta De Feo, Tottenham/CAN Un grande dolore Caro Padre, non so come dirvelo, tanto è il mio dolore. Mio figlio Mike Lombardi (foto Angolo...) è morto il 21 gennaio 2009 all età di 36 anni. È deceduto per una disgrazia. Pregate per questo figlio e per tutti noi di famiglia. Caro Padre, la mamma che perde il figlio è il dolore più grande sulla terra. Chiedo una prece. Una preghiera per me, per mio marito, per un altro figlio che mi resta e per i cari nipoti. Dolores Lombardi, USA Superato un brutto momento Il 9 marzo scorso, di pomeriggio, mio marito Giorgio si è sentito molto male e, subito trasportato all ospedale, i medici non ci davano alcuna speranza di vita. Con le lacrime agli occhi e con tanta fede mi sono rivolta a S. Antonio perché salvasse mio marito. Dopo due settimane mio marito, contro ogni aspettativa, tornava a casa fuori pericolo. Ringraziamo tutti in famiglia il Santo per questa grande grazia. I bambini antoniani, ai quali invio un fiore, dicano preghiere per lui, per noi. Palmina Cilento, N.Y./USA 104 Affido a Sant Antonio e Sant Annibale Rev.do Padre, alla presente allego la foto dei miei due tesori Ava e Giordano (foto Illuminate... ). Sono la loro nonna, intendo fare l affido a S. Antonio e a S. Annibale, che tanto ebbe a cuore i bambini. I cari Santi intercedano per queste due creature, perché crescano sane e forti per la gioia della nostra famiglia. Con questa fervida speranza saluto cordialmente. Antonina Trombetta, Hamilton/CAN L ANGOLO DEL SUFFRAGIO L eterno riposo dona loro, o Signore! Giuseppina Russo Anna Scaduto Giuseppe Scaduto Teresa Bernardo Matilde Picotti Buongiorno Pitrelli Giuseppina Fraulini Rosario Traina Sebastiano Del Borrello Angela Bellissimo Rosa Ruggiero Giuseppe Naglieri Mike Lombardi Tony Elvira Corvacchiola Missori Rosalia Tuttobene Francesco Lafranca Giuseppe Fischetti Francesco Trotta Concetta Esposito Per la legge sulla privacy, pubblichiamo solo foto su richiesta scritta, e non più di una. Scrivete chiaro e incollate bene le buste.

8 a cura Riceviamo & Rispondiamo di Flos Estate, a lezione del Creato Caro Flos, non so essere originale. Dire che me ne vado in vacanza per stare un po a lezione dal Creato mi sembra un pensiero usurato. Lo esprimevano già, a modo loro, poeti come Virgilio e Orazio... Eppure, a noi inquinati nel corpo e nell anima, l estate è un occasione da non perdere. Corradina Maltese, Vicenza Dio ha manifestato una meravigliosa fantasia e compiuto un immenso atto d amore quando ha steso su di noi i Cieli e stabilito per nostra dimora la Terra. Non ce ne rendiamo conto. Passeggiamo nel tempio stupendo della Natura, tutto calpestando, tutto profanando. Eravamo nel paradiso terrestre, non ne fummo degni. Eppure, il paradiso perduto ci fu restituito rigenerato per la risurrezione del Cristo che nel Creato ha seminato i fiori della grazia. Come facciamo a offendere questa Terra, questo Cielo, questo Mare? La tua lettera non pone una, ma molte domande. Dico semplicemente che la Natura fa parte della nostra fede. Solo se guardi con fede il fiore e la montagna innevata, il piccolo e l immenso, tu ne capti tutta la bellezza. Educare la famiglia, i figli a sviluppare questa coscienza è un compito che ogni genitore dovrebbe sentire come prioritario. Il rispetto del Creato, il suo godimento stesso acquistano forza dalla fede. Detto questo, vorrei aggiungere un altro pensiero: quello di avere comportamenti rispettosi verso la Natura, di fare scelte non dannose all ambiente, ad esempio usare al minimo l auto, utilizzare con parsimonia lattine e buste di plastica. Bisogna privilegiare non le cose che si consumano, ma quelle che si conservano e ripropongono. L usa-e-getta è davvero offensivo per l ambiente. Dedicata a tutte le mamme Quando un giorno tu tornerai bambina, voglio essere io a darti tutto quello che tu mi hai dato. Invertirò le parti: avrò cura di te; ti accarezzerò i capelli bianchi; ti imboccherò come tu facevi con me; ti metterò a letto tra lenzuola profumate e ti rimboccherò le coperte e con un bacetto sulla fronte carica di rughe, ti augurerò la buona notte. Questo è tutto quanto io ho realmente fatto per la mia adorata mamma Cesarina Mosconi, venuta a mancare un anno fa. Indica Opimia, Lodi La Fede fà la differenza Sono Maria Carmelina, figlia di emigranti italiani che stiamo in Francia, ho avuto sempre la fede e particolarmente la devozione a S. Antonio. Pregate per me e famiglia, che S. Antonio mi aiuti a realizzare una vita piena d amore e di felicità. Ho solo 21 anni, abbiamo momenti difficili e chiedo di avere la forza per affrontarli. Pubblicate la foto (v. Illuminate). Io, Giulia De Risio, voglio tanto bene a codesti bambini antoniani, perché anch io sono orfana da quando avevo 6 anni ed eravamo 11 figli. Ora vivo in Canada, ho una figlia di 13 anni, Margarita, che si è ammalata. Pregate: io vi chiedo la preghiera che è la più grande forza della vita. Il calendario ci dice che la primavera è già piuttosto vicina e con essa il commovente risveglio di tutto, dalla natura gioiosa all animo umano, che in tale periodo tanto le assomiglia! Ho perciò voluto inviare questa mia poesia sull argomento, sperando la vogliate accogliere nelle pagine del vostro Periodico: A te primavera!... Primavera, scriverti vorrei una poesia, ma sento ch è impossibile: è utopia! Con penna eccezionale Qualcuno già la scrisse di lassù, senza rivale! Ed ecco qui, sei proprio tu! Ma che figura ora farebbe la parola di fronte alla tua luce di fronte a tanto amore?...commossi ti guardiamo, grati a quel Mistero, che, insieme a voli e fiori sa render puri noi come sei tu, così... a colori! Anna Rosa Visani, Forlì Nonno son de do putee - che le ze anca bee, - le vol fare le parone - ma no le xe bone, - le ze la gioia dea famiglia - e se chiama Elena e Silvia. - Or rinnovo l affidamento - alla protezione dea Madonna, - di San Antonio e San Annibale - il suo slogan: io l amo: i miei bambini - sono belli sono vispi e birichini. Tonus Primo, TV La vostra fede, cari Amici, riassume quella di tutte le altre lettere pubblicate in questo giornale. La fede impregna la vostra vita, scende nell intimo tessuto della vostra persona, tonifica i vostri gesti quotidiani. Ne sia ringraziato il Signore. Quando a Lui riferiamo le nostre gioie e i nostri affanni, tutto si risolve in bene. Così costruiamo la vita, rafforziamo la speranza, diamo un senso al nostro percorso guardando agli orizzonti che superano il tempo e sconfinano oltre la valle oscura. Grazie per la testimonianza che date e scusateci se non possiamo sempre accontentarvi, essendo limitato lo spazio a disposizione. La Voce dell Antoniano Rogazionista FESTE IN FAMIGLIA 50 di Matrimonio Felicissimi auguri di un amore sempre luminoso, benedetto dal Signore. Francesco e Francesca Mandaliti Maria e Donato Di Benedetto AvvisI IBAN per effettuare bonifici bancari. BANCA ANTONVENETA IBAN - IT85 C050 4012 1930 0000 0056 903 BIC - ANTBIT 21203 Quando richiedete la celebrazione di Sante Messe ed esprimete un eventuale intenzione particolare, vi preghiamo di scriverla nello spazio riservato alla causale del versamento sui c/c postali, o con lettera a parte. Per lasciti e testamenti a nostro favore usate la dicitura «Istituto Antoniano dei Rogazionisti, Via Tiziano Minio 15, Padova». Grazie ISTITUTO ANTONIANO DEI ROGAZIONISTI VIA TIZIANO MINIO, 15 35134 PADOVA TEL. 049.60.52.00 FAX 049.60.50.09 C/C POSTALE 6361 ISTITUTO ANTONIANO DEI www.rogazionisti-padova.it ROGAZIONISTI PADOVA E-mail: TEL. 049.60.52.00 antonianopd@tiscali.it - FAX 049.60.50.09 - C/C POSTALE 6361 09.133