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Transcript:

al nostro amico Fernando

Hai appena trovato questo piccolo libro per strada. Stai leggendo le prime righe per capire se merita un po di attenzione. Forse lo cestinerai appena girato l angolo. Sarebbe un peccato. Perché se decidi di portarlo con te, scoprirai che non è un caso. Nel senso che volevamo fossi proprio tu a trovarlo. Ragiona un attimo. Pensa al tuo passato più recente. C è una persona che sino a ieri ha fatto parte della tua vita. Forse per te non è stata importante. Ma tu, per lei, sì. Per lei, le tue parole avevano un peso. Non puoi neanche immaginare quale. In breve: ti stimava. Poi cos è accaduto? Rifletti. Che cosa è accaduto l ultima volta che vi siete incontrati? Ecco, ora inizi a capire. E se quella persona non ti avesse mai perdonato? Se non avesse dimenticato la frase con cui le hai spaccato la testa? D altronde lo sapevi che era vendicativa. Prima o poi te l avrebbe fatta pagare. Bene. Quella persona ha deciso che la sua vendetta inizia oggi. Per questo ti ha seguito. Si è nascosta tra le persone in attesa del momento giusto. A dirti tutta la verità, è esattamente una settimana che ti pedina. Voleva verificare che tu non avessi modificato le abitudini. Vuoi ridere? Per paura che tu la riconoscessi, si è infilata pure una parrucca. C è stato un momento, oggi, che eravate così vicini da potervi sfiorare. Pensi che sia uno scherzo? No. Non lo è. 2

Ripeto: la sua vendetta inizia oggi. Come ti ho detto, si è nascosta tra le persone in attesa del momento giusto. Quando è arrivato, ti ha preceduto di pochi passi e ha lasciato cadere questo libro. Sapeva esattamente dove farlo. E sai perché ha scelto proprio quel punto? Per essere sicura che tu lo raccogliessi. Voleva vedere con i propri occhi l inizio della vendetta. Non poteva tornare a casa con il dubbio. Ora è tranquilla. Lontana da te. Eppure, se per un attimo immaginassi il suo volto, ci sarebbe un sorriso. Sorride perché sa che tu hai due alternative: leggere sino in fondo queste pagine oppure no. In ogni caso, la sua vendetta sarebbe compiuta. Se finirai di leggere, scoprirai il meccanismo della sua trappola. Se non lo finirai, sarebbe lo stesso. Anzi. Sarebbe meglio. Perché sapere che tu hai deciso di non sapere aumenta la sua soddisfazione. E consapevole che il tarlo della curiosità e della paura ti roderà sino all osso. Sì. Paura. Quella che hai in mano non è l unica copia. C è una precisa lista di persone che oggi e domani mattina riceveranno il libro. Loro saranno gli strumenti più affilati. Alcuni li conosci. Ti dirò di più. Alcuni li hai presentati proprio tu a quella persona che adesso sorride e guarda le lancette. Dovranno trascorrere 72 ore. 3

Allora, ti sarà tutto chiaro. Perché non c è vendetta senza ricatto. Ricordalo. Ecco. Questo dovrebbe essere l inizio del libro! esclamò il dirigente del DarkSide, una cellula clandestina e illegale di agenti radiati dai Servizi, chiudendo, con un colpo secco, la cartella rossa dove aveva riposto il foglio appena letto. Come in un film senza fantasia, un lampo illuminò per un istante la sala. Siamo nella Churchill Room, al quinto piano del Ark Royal Hotel, lungo la tangenziale est di Milano. Intorno a un tavolo di mogano siedono dodici persone. Le pareti sono interamente rivestite di radica e tutto l arredamento è in stile navale. Persino i paralumi hanno la forma di due piccole vele affiancate. L ampia vetrata rettangolare si apre su un cielo grigio e acquoso. Sembra veramente di essere sospesi in mezzo al mare. La sala è stata prenotata dal DarkSide attraverso una società fittizia. Per il personale dell albergo, quella è una tipica riunione vendite di una ditta dell hinterland. Dunque signori! riprese il dirigente prima di sottoporre alla vostra attenzione i particolari dell operazione AM, ritengo utile ricordare gli obiettivi del SISDE, nostro nemico, così come appaiono sul sito pubblico www.serviziinformazionesicurezza.gov.it. Leggo testualmente: Compito dei Servizi di informa- 4

zione e di sicurezza è quello di operare, sul piano informativo, in difesa preventiva della sicurezza interna ed esterna dello Stato. Nel perseguire questo obiettivo, i Servizi debbono contrastare varie forme di minaccia, che sono costituite non solo dallo spionaggio tradizionale quello che si dedica alla ricerca di notizie segrete di ordine militare, politico ed economico ma anche da altre più sofisticate e subdole forme di offesa: la disinformazione, il sabotaggio, l ingerenza straniera in ambito politico, economico e culturale. Per il raggiungimento degli obiettivi, i Servizi di sicurezza devono assumere un doppio atteggiamento operativo: acquisire quante più informazioni sulle possibili minacce; impedire che si acquisiscano informazioni sul proprio conto. L atteggiamento offensivo consiste tra l altro nel costituire una rete di informatori negli ambienti di interesse, in quegli ambienti, cioè, nei quali sussistano elementi che lascino ipotizzare insidie per la sicurezza. In generale, lo scopo è quello di ottenere informazioni che il detentore non prevede vengano intercettate. L efficacia è strettamente legata alla segretezza: l utilità dell informazione dipende dal fatto che l avversario non si accorga della compromissione. In caso contrario, esso può agire per sminuire il valore o, comunque, prendere le contromisure del caso. 5

Per questo è spesso necessario creare delle fonti alternative, per impedire che l avversario scopra, dall uso di una data informazione, chi possa averla fornita. Gli informatori, in generale, a prescindere dalle ragioni per le quali si prestano a fornire notizie e spesso agiscono per motivi di particolare valore morale hanno assoluto bisogno di segretezza sulla loro identità e sul compito che svolgono. Grazie a loro si possono scoprire le trame occulte che si tessono nell ambiente in cui si trovano inseriti: possono perciò spesso correre gravi rischi. In alcuni ambienti, come quelli mafiosi, la divulgazione del nome di un confidente può precedere di poche ore l esecuzione di una condanna a morte. Se si vuol rendere sterile un servizio, non si deve far altro che rendere sterili le sue fonti confidenziali. Terminata la lettura, il dirigente gettò una rapida occhiata a tutti i presenti. Un tuono lontano fece vibrare leggermente la vetrata. L operazione AM riprese nasce come laboratorio di prova. La dirigenza del nostro gruppo ha scelto la sezione di Milano del DarkSide per realizzarla. L obiettivo è triplice: creare uno strumento nuovo per comunicare con i nostri infiltrati. Lanciare messaggi a quanti orbitano intorno ai Servizi, soprattutto il mondo dei media. E diffondere sconcerto e insicurezza tra la popolazione di Milano. Su quest ultimo punto, una precisazione, per quelli tra voi che possono ancora nutrire qualche scrupolo. Siamo in guerra. 6

Una guerra silenziosa, ma cruenta quanto quella fatta con le bombe. Cellule dormienti di terroristi islamici sono pronte a colpirci al primo segnale. Dobbiamo ottenere il consenso della popolazione. Come ai tempi delle Brigate Rosse, il nostro compito è quello di attuare una serie di attentati, scaricandone la colpa sull avversario. In questo caso, non useremo azioni violente, ma piccole incursioni di guerriglia psicologica. La gente comune deve percepire la paura. Quando è in metropolitana. In coda al supermercato. Dentro a un cinema. Sempre. Ovunque. La paura è il cemento della democrazia. Il progetto AM vuole produrre una piccola scossa tellurica per permettere al DarkSide di soccorrere i feriti. In concreto: dobbiamo stampare e distribuire in modo non convenzionale un libro che conterrà una serie di messaggi in codice. Per la precisione: cinque. L autore si chiamerà Anonimo Milanese, da qui il nome di tutta l operazione. Il materiale ci è già stato fornito da Roma. Con una raccomandazione fondamentale: l iter di produzione del libro, assemblaggio del testo, stampa e distribuzione, deve essere eseguito da una persona completamente estranea al DarkSide. Una persona che non saprà mai né l identità del committente né i reali obiettivi. In una parola: non dovrà mai sospettare l esistenza dell operazione AM. Uno strumento inconsapevole nelle nostre mani. Nessuno 7

dei fornitori coinvolti nella stampa del libro dovrà mai risalire all esistenza del DarkSide E come è possibile? interruppe uno dei presenti. Da circa tre anni continuò il dirigente senza guardare chi aveva posto la domanda abbiamo focalizzato la nostra attenzione su dieci persone: cinque uomini e cinque donne. Li chiamiamo i ratti. Età: 20/30 anni. Da tre anni controlliamo ogni piega della loro vita: telefonate, abitudini, vacanze, relazioni sentimentali, lavoro, spazzatura Qui ho i dossier digitali di ciascuno. Il compitino di oggi è quello di selezionare il nostro candidato ideale. La sala venne oscurata e su uno schermo al plasma iniziarono a girare fotografie e filmati dei ratti. A ogni presentazione, il dirigente elencava le caratteristiche salienti. Età, professione, stile di vita, inclinazioni sessuali e politiche. Al termine, il dirigente tirò la tenda, lasciando scoperta l ampia vetrata. Fuori continuava a piovere. Iniziò quindi il confronto per la selezione del migliore candidato. Dopo circa due ore, la scelta si concentrava su due giovani maschi. Per me la soluzione è già pronta disse uno dei presenti, picchiettando l estremità di una penna sul tavolo. Ha bisogno di un invito formale? gli chiese il dirigente senza nascondere la stizza. Mi scusi disse l interlocutore, raddrizzandosi sulla sedia dicevo che per me la soluzione è già 8

pronta, perché il primo ratto è sieropositivo da circa due anni, anche se ancora non lo sa. Ho paura che la sua malattia rappresenti un limite operativo e possa quindi compromettere in qualche modo l intera operazione. E un punto interrogativo che ci porteremmo addosso tutto il tempo. Un rischio evitabile. Per esclusione, vi invito a riflettere sul secondo candidato. Voi cosa ne pensate? chiese il dirigente. Dopo un attimo di silenzio, uno dei presenti, con voce calma e bassa, disse approvo. Approvo fece eco il vicino. E così tutti gli altri. AM aveva finalmente un nome e un volto. 9

PRIMO MESSAGGIO E se Am fossi tu? Tu che hai trovato il libro per strada? Se fosse tutto vero? Quello che hai tra le mani è il compimento del progetto. Ricorda: il nostro obiettivo è diffondere insicurezza. Tu sei uno dei ratti. Non lo sapevi. Ora è tempo di verità. Da tre anni seguiamo ogni tuo passo. Conosciamo particolari della tua vita che non immagini. Ogni parola che leggi è stata soppesata con attenzione dal DarkSide. Al suo interno, infatti, esiste una piccola divisione dedicata alla stesura di testi anonimi. Sapevi che una lettera anonima può rovinare un esistenza? Ebbene, ora ti insegno il trucco. E semplice ed efficace. Lo conoscono solo gli appartenenti al Servizio. E nemmeno tutti. Figurati che alcuni infiltrati lo ignorano. In breve: tu odi una persona. La odi come odia te chi ti ha fatto raccogliere questo libro. La persona che nascosta tra la folla ha atteso il momento giusto. Per procurare la morte civile e morale al tuo nemico, seguilo. 10

Annota sopra un taccuino i cognomi sul citofono della sua abitazione. Osserva dove compra le sigarette, il pane, il giornale Qual è la sua farmacia e il supermercato per la spesa. Cerca di scoprire l identità dei colleghi. Se non puoi, segna almeno i cognomi posti sul citofono del palazzo in cui lavora. Spedisci a tutti loro una lettera anonima. Ora ti spiego come fare. Scrivere un testo anonimo non è un gioco da Totò e Peppino. Prima regola: conquista subito la fiducia del lettore. Per ottenerla, inizia con una frase che abbassi subito le difese psicologiche. Tipo: Gentile Sig. Rossi, è la prima volta nella mia vita che scrivo una lettera anonima. Mai avrei immaginato di farlo, e per questo mi scuso in anticipo. Questo è un ottimo incipit. Perché l autore ammette la bassezza del gesto compiuto ma, al contempo, traspare il senso di colpa mai avrei immaginato e l atto di umiltà verso il destinatario e per questo mi scuso che si ritrova automaticamente in una posizione di superiorità. Adesso, ce l hai in pugno. Hai abbassato le sue difese e innalzato il suo ego. Seconda regola: stuzzica la curiosità. 11

Per centrare l obiettivo, prosegui in questo modo: la gravità delle informazioni in mio possesso e la mia coscienza di padre mi obbligano a parlare. Fantastico! Vero? Hai detto poco. Quasi niente. Eppure, adesso, l aspettativa è enorme. Prova a rileggere. Con calma. La gravità delle informazioni in mio possesso e la mia coscienza di padre mi obbligano a parlare. Hai creato attesa. La frase ambigua promette torbidi sviluppi. Terza regola: scegli l accusa più infamante. Per esempio, la pedofilia. Ecco la formula: faccia attenzione al Sig. X (qui scrivi il nome del tuo nemico) perché è stato condannato per abusi sessuali contro il figlio. E in questo stabile, vivono tanti bambini. E per loro che mi sono deciso ad uscire allo scoperto. Quarta regola: sii credibile. A tal proposito, inventa il numero di protocollo del processo e la sua data. Senti come suona vero: Sì, il Sig. X è stato condannato il 12/09/1987 presso il tribunale di Milano (fascicolo N. 178235/BC NVZ). Adesso il tuo nemico è morto. La conseguenza più beffarda di questo trucco è che non importa se il destinatario della lettera ci creda 12

oppure no. L importante è aver gettato il seme del dubbio. Il tuo nemico è spacciato. Ovunque vada. Nessuno lo guarda come prima. Per qualche tempo, il tuo nemico non saprà perché le persone che lo circondano hanno cambiato atteggiamento. Chi potrà mai confidargli il contenuto di una lettera anonima che lo accusa di pedofilia? Eppure, lentamente, le voci iniziano a girare. Gli inquilini dello stabile in cui vive, soprattutto quelli con figli adolescenti, si scambiano confidenze a voce bassa nel buio dell androne. I colleghi, padri di famiglia o madri premurose, rileggono la lettera durante la pausa del pranzo. I sospetti, gli sguardi imbarazzati, o maligni, lo seguono per le scale. Lungo la strada. In ufficio. Dentro casa. Alla fine, il tuo nemico avrà solo due possibilità: cambiare città o il suicidio. Rifletti. Chi scrive le parole che hai appena letto rivela una conoscenza diretta del sistema. Forse fa parte della divisione DarkSide che compone testi anonimi. E stato incaricato di divulgare un libro in codice con 13

un triplice obiettivo. Comunicare con gli infiltrati. Lanciare messaggi a quanti orbitano intorno ai Servizi, soprattutto i media. Diffondere confusione e insicurezza. Sì. Confusione e insicurezza. Quindi, paura. E la paura è il cemento della democrazia. C è un altra possibilità. Chi ha scritto il libro è un ex agente. Un rinnegato. Un cane sciolto. Un uomo, o una donna, che ha subìto un torto e pretende giustizia. Ma la giustizia che cerca non si trova nei tribunali. Deve procurarsela con le proprie forze. La giustizia privata si chiama vendetta. La sua vendetta è quella di sputtanare il DarkSide, così come il DarkSide ha sputtanato lui, o lei. Questo libro è un primo segnale. Chi ha orecchie per intendere, intenda. I bersagli del cane sciolto sanno che non scherza. Comprendono alla perfezione il messaggio in codice. Ciò che a te sembra bianco, è nero. E questo lo sanno. Tu non comprendi. Ma loro sì. Sono consapevoli delle conseguenze. Con questo primo messaggio, sono stati avvertiti. Occhio per occhio. Dente per dente. 14

Solo una persona addestrata poteva stampare clandestinamente un libro e distribuirlo in modo non convenzionale. E se fosse invece opera di un servizio segreto straniero? Anche questo un segnale. Un avvertimento. Su tale ipotesi non è necessario soffermarsi oltre. Cane sciolto e servizio straniero si equivalgono. Ma esiste un ultima possibilità. Più semplice. Reale. Anonimo Milanese non è altro che uno scrittore fallito. Ha deciso di buttare gli ultimi soldi nella stampa di questo libro. Un disperato tentativo per far parlare di sé. Ha gettato per terra le copie come bottiglie nel mare. Forse qualcuno apprezzerà il meccanismo della sua operazione. Un piano di marketing concepito per lanciare sul mercato un nuovo autore. Ecco: dietro a tutto questo non c è uno scrittore, ma una casa editrice spregiudicata che vuole emergere sulle pagine dei giornali. Anonimo Milanese è lo pseudonimo dietro al quale si nasconde un gruppo editoriale. 15

Il CONTATTO La mansarda si trovava a Quinto Sole, una piccola frazione a sud di Milano. Tre case e qualche osteria. Am si alzò dal letto verso le 7. Fuori continuava a piovere. Una pioggia polverosa. Quasi sussurata. AM aveva 27 anni ed era iscritto, fuori corso, alla facoltà di Lettere Classiche presso l Università Statale. Quel giorno avrebbe dovuto affrontare il suo ultimo esame: Storia della lingua eleusina. Era andato a dormire molto tardi per ripassare un libro particolarmente ostico. Mentre si preparava il caffè in un angolo cottura, ricavato da un antico ripostiglio, continuavano a balenargli in testa radici indoeuropee, sostantivi greci, implicazioni semantiche che si perdevano nella notte dei tempi. Ad ogni pensiero, seguiva l ansia di collocarlo con esattezza nel piano di studio. Il professore avrebbe potuto chiedergli proprio quello. Oppure il nesso basco caucasico, scoperto da un tal professor Trombetta. Che buffo cognome. Se non fosse stato così teso, AM avrebbe potuto anche sorriderne. Il programma della giornata era semplice: dare l esame e poi rilassarsi. Magari da Ricordi. Il mega store in C.so Vittorio Emanuele. Am adorava gironzolare tra gli scaffali e vedere le copertine dei cd. Soprattutto quelli degli anni 70. In pochi passi si concentrava la 16

musica che aveva segnato la storia. E poi sarebbe entrato in una libreria. Aveva voglia di leggere qualcosa per pura curiosità. Senza l incubo di ricordare ogni particolare per ottenere una promozione. Che tristezza i libri letti per dovere! Avrebbe concluso la giornata in un pub con Francesca. La sua fidanzata ormai da quattro anni. Caspita! Quattro anni! Il suo record personale. Ecco, il pensiero di Francesca lo tranquillizzò per qualche minuto. Prima che l ansia lo facesse di nuovo prigioniero. Per un comprensibile masochismo, amava il dolore, quasi fisico, che precedeva ogni esame. Gli permetteva di non pensare a sua madre, morta da oltre quattro anni in un incidente stradale. Suo padre si era consolato presto. Dopo sei mesi dal funerale, si era già trovato un altra compagna di vita. Probabilmente stavano insieme prima della tragedia. AM era giunto a questa amara conclusione spiando una telefonata. Nel giro di qualche settimana, la sua vita cambiò in modo radicale. Si ritrovò solo in una mansarda sulle labbra della periferia. Gli unici contatti con suo padre, nel frattempo trasferitosi a Roma, erano la telefonata del mercoledì e il bonifico di 600 euro a fine mese. Nell attesa del tram che lo avrebbe portato all università, AM pensava al modo di arrotondare le entrate anche questa volta. Servizio ai tavoli nell osteria sotto casa. Traduzioni in inglese per una rivista di settore. Ripetizioni di greco per il figlio scemo della vicina. In 17

effetti, con 600 euro, non c era da stare allegri. La pioggia continuava a cadere. In lontananza, il fumo grigio della fabbrica di materie plastiche. Lungo la banchina, impiegati e studenti nervosi scrutavano l interno delle proprie cartelle. Una volta sul tram, AM si accomodò vicino all uscita. Appoggiò la fronte contro il finestrino, concentrando lo sguardo sulle automobili che passavano. Dopo qualche minuto, si sedette accanto a lui una persona vestita di nero. AM non lo vide mai negli occhi. Percepiva l odore di un gradevole dopo barba. Si sentiva osservato, ma non ebbe la forza di girare lo sguardo. Chiuse gli occhi e immaginò di essere in un altro mondo. Lungo la spiaggia di un pianeta ancora sconosciuto. I suoi passi lasciavano orme leggere nella sabbia. Era l ora del tramonto. Nessuna forma di vita nel cielo o sopra la terra. Solo AM. Sottile profilo sul filo del nulla. Con una curva affilata, il tram si fermò in Piazza Fontana. L uomo vestito di nero era scomparso. Una volta in strada, AM si accese una sigaretta, sistemando lo zaino dietro la schiena. Comprò una copia di Repubblica nell edicola davanti alla fermata. I rumori del centro lo assalirono con violenza. Dopo un attimo di esitazione, si diresse verso via Bergamini che portava dritto alla Statale. Come abitudine, prima di affrontare un esame, entrò nel bar d angolo per bere un cappuccino. Dentro al 18

locale, si respirava un delizioso profumo di arance e cacao. AM andò a sedersi al tavolino in fondo alla sala. Vicino all ampia vetrata che dava sulla strada. Mario, mi porti un cappuccio? chiese al cameriere prima di aprire il giornale davanti a sé. Agli ordini! rispose quello dietro al bancone, con saluto militare. AM lesse la stessa merda del giorno precedente. Autobomba a Baghdad. Elezioni anticipate. La solita madre che uccide il figlio. Il solito figlio che uccide il padre Ecco il tuo cappuccio e un biglietto disse Mario, appoggiando la tazza e una piccola busta sopra il tavolino. Che biglietto? Me lo ha portato Ràvas, il vùcumprà che staziona sempre qui davanti. Mi ha detto che è per te. AM si guardò intorno perplesso, mentre il cameriere era già tornato alla macchina del caffè. Aprì la busta, dopo averla osservata in contro luce, e iniziò a leggere un testo scritto a macchina. Solo un vùcumprà può scrivere ancora a macchina nel 2006 pensò con un vago senso di irritazione. Si accorse subito, però, che Ràvas non era l autore del messaggio. Ma solo il postino. Ti starai chiedendo era scritto perché non abbiamo voluto consegnarti direttamente questa busta. Il motivo è semplice: noi non ci dovremo mai incontrare. Seguiranno altri contatti al momento opportuno. 19

Oggi ti assegniamo un compito. Terminato l esame, recati in via Lanterna al numero 32. Troverai un citofono con una piccola pulsantiera. Per la precisione ci sono tre nominativi un po particolari: fuoco, terra, vento. Premi in sequenza: terra, fuoco, vento, vento, fuoco, terra. E un numero telefonico. Risponderà una voce che ti fornirà le indicazioni per muoverti. In questo momento ti stai chiedendo due cose. E uno scherzo? E perché dovresti seguire il compito assegnato? No. Non è uno scherzo. E se farai ciò che ti chiediamo, effettueremo un bonifico a tuo favore di 250 mila euro entro domani. Altri 250 mila euro al termine del lavoro. Non devi né uccidere né rubare né commettere reati. Solo ubbidire. Per sciogliere il tuo scetticismo, desideriamo fornirti un paio di prove della nostra serietà. Primo: ieri hai terminato il ripasso per il tuo esame alle 2 di notte. Hai navigato in Internet sino alle 2 e 45, visitando quattro siti: www.ansa.it; www.trenitalia.it; www.alleanzanazionale.it; www.atm mi.it. Secondo: oggi, durante l esame, il professore ti chiederà di analizzare la teoria di Trombetta. Il linguista che scoprì un nesso tra gli idiomi delle popolazioni nord africane e quelle basche. Ma, a questo proposito, pensiamo che tu ne sappia più di noi. Vero? Ricorda: via Lanterna numero 32. AM ripiegò il foglio, gettando ancora un occhiata oltre la vetrata. Ràvas era proprio davanti a lui. Stava cercando di vendere un accendino a una ragazza bion- 20

da e carina che scuoteva la testa decisa. Quando lo raggiunse, la ragazza era già lontana. Senti un po iniziò brusco chi ti ha dato questo biglietto per me? e gli sventolò davanti al naso la busta. Un mio amico rispose Ràvas con un sorriso bianchissimo, quasi accecante. Che amico? Quale amico? lo incalzò AM. Il suo volto era tirato. Il tono della voce alto. Ràvas si strinse nelle spalle Uno del mio paese, spiegò vende collane in Piazza Fontana. Mi ha detto che un uomo gli ha dato la busta, raccomandando di darla a me. L uomo ha detto che la consegna era qui al bar. A nome tuo. Com era vestito quest uomo? Di nero? chiese AM, strattonando il vùcumprà. Ma che ne so io? piagnucolò Io non ho fatto niente di male. Ci ha dato 10 euro. Io devo mangiare AM rimase immobile sotto la pioggia ad osservare Ràvas che si allontanava gesticolando. Allora, sei pronto? AM si risvegliò dal torpore e guardò in faccia chi gli aveva fatto la domanda. Era Giorgio, un suo compagno di corso. All improvviso, si ricordò dell esame. Si incamminarono insieme verso l ingresso dell ateneo. E AM si propose di non pensare a quanto accaduto sino al termine dell interrogazione. Una volta dentro, AM si isolò, con una scusa, nell attesa di essere chiamato. 21

Si sedette nella fila più alta dell emiciclo. Voleva osservare dall alto l aula. Quella posizione gli dava un vago senso di sicurezza. Quando il suo nome echeggiò nell aria, scese con lentezza i gradini senza pensare a nulla, sedendosi, infine, davanti al professore. Che cos è l Indoeuropeo? AM accolse con sollievo la prima domanda. Gli offriva la possibilità di spaziare. Non era una domanda tecnica. Una di quelle trappole che ti mettono con le spalle al muro. Aveva la possibilità di muoversi tra filosofia e glottologia. Creare collegamenti semantici. Mischiare grammatica e intuizione. In una parola: improvvisare. Ma con consapevolezza e abilità. Mentre parlava, e il professore annuiva, si ricordò per un istante del messaggio al bar. Gli sembrava tutto assurdo. L unica spiegazione era quella di uno scherzo. Sicuramente qualche amico. In definitiva, che cosa occorreva per conoscere l ora in cui aveva terminato il ripasso? Bastava stare in macchina davanti a casa sua. Magari fumandosi una canna, e la radio sintonizzata su Lifegate. Quando la luce si spegneva, si guardava l orologio e il gioco era fatto. Poteva essere Giorgio. Sì, chiamarlo amico era un po esagerato, ma negli ultimi mesi si erano frequentati molto. In più, Giorgio non poteva certo definirsi una persona normale. Era 22

bello strano. E poi, guarda un po che coincidenza: Giorgio era subito lì, dopo la consegna del messaggio. Quasi volesse godersi lo spettacolo da vicino. E i siti visitati? Anche qui niente di miracoloso. Basta un trojan da quattro soldi, magari inviato con una banale e mail, per entrare nel pc di chiunque e farsi i fatti suoi. Giorgio in questo genere di cose era proprio un mago. AM aveva deciso. Al termine dell interrogazione lo avrebbe affrontato di petto. C è un limite a tutto. Giorgio aveva esagerato. Allora? chiese il professore AM lo guardò stupito. Solo in quel momento si accorse che gli aveva posto una domanda. Ma la sua mente era stata altrove negli ultimi secondi. Mi scusi sussurrò AM, sistemandosi meglio sulla sedia può ripetere? Dicevo: mi parli della teoria di Trombetta e del nesso basco caucasico AM rimase perplesso. Senza parole. Poi, lentamente, iniziò a rispondere. Voleva solo terminare quell agonia. Passare l esame e fumarsi una sigaretta. Non intendeva certo importunare il professore con domande assurde. E in definitiva, che cosa poteva chiedergli? Più tardi, con calma, avrebbe cercato una risposta razionale a quanto accaduto. Terminato l esame, AM si diresse verso uno dei chiostri interni. Mentre camminava, incrociò più volte lo sguardo degli altri studenti. 23

Ogni viso gli sembrava ostile e lontano. Si distese lungo un muretto sotto le arcate ad ogiva. La schiena appoggiata contro una delle colonne che ritmavano lo spazio. Rilesse il messaggio almeno una decina di volte, continuando a fumare. Infine, sistemata la busta nella tasca posteriore dei jeans, raggiunse l uscita. Decise di trascorrere il resto della giornata come programmato. Avrebbe raggiunto via Lanterna. Ma non subito. D altronde, nella lettera non era specificato alcun orario preciso. Voleva arrivarci con calma. All inizio della sera. Confuso e perplesso, continuava a camminare per le vie del centro. Senza meta. Il trillo del suo cellulare lo risvegliò dal torpore. Ehi! Ma che fine hai fatto? esclamò una voce frizzante al suo orecchio. Ciao Francesca rispose AM con tono dimesso. Che entusiasmo! Devo dedurre che non l hai passato? No. E andata bene. Senti, piuttosto.questa sera non ce la faccio. Sono proprio stravolto. Vorrei andare a dormire presto Che ora hai fatto sta notte? chiese la ragazza con giocosa preoccupazione. Le due Ma va tutto bene? Certo la tranquillizzò AM, cercando di ritrovare la 24

solita voce. Va beh, concluse Francesca dimmi almeno quanto hai preso 30 e lode. Poi ti racconto. Scusami Francesca, ma sono troppo stanco. Sono sicuro che se continuiamo la conversazione, mi innervosisco e finisce che litighiamo. Ti chiamo domani mattina. Un bacio e terminò la chiamata. Francesca rimase ad osservare il cellulare per qualche istante. Poi si strinse nelle spalle e continuò a mettersi lo smalto sulle unghie. Era abituata agli sbalzi d umore di Am. Soprattutto quando la fine del mese si avvicinava e i soldi iniziavano a scarseggiare. In questi momenti, bisognava avere solo un po di pazienza. Già immaginava la telefonata dell indomani, e le scuse del suo ragazzo per la fretta con cui aveva interrotto la comunicazione. Intanto, AM era arrivato in Corso Vittorio Emanuele. Davanti all ingresso del megastore Ricordi. Quel pomeriggio era particolarmente affollato. Ragazzini pieni di piercing, e col cavallo dei pantaloni quasi alle caviglie, vociavano allegri ovunque. Nell aria danzava una fragranza di pane lontana. AM raggiunse il piano seminterrato attraverso la scala mobile. Si aggirò poco convinto tra gli scaffali della musica caraibica. Dopo qualche minuto di attesa, davanti ai totem degli ultimi arrivi, si mise le cuffie per ascoltare qualche 25

pezzo. Non provava, però, le solite emozioni. Non riusciva a lasciarsi andare. Il messaggio continuava a martellargli la testa. Rimase in quel negozio per circa tre ore, cercando invano di scacciare un sottile senso di angoscia. Di nuovo per strada, gustò il freddo di quel pomeriggio quasi invernale, prima di entrare in una libreria. Era come se cercasse la soluzione della sua ansia nella copertina di un cd o nel titolo di un libro. Le persone intorno sembravano moltiplicarsi ad ogni secondo. AM sentiva la loro soffocante presenza. La loro invadenza fisica quasi lo penetrava. Gomiti nei fianchi. Spinte decise. Mani sulle spalle. Odore di sudore. Un recinto umano gli recludeva ogni uscita. Provò un forte senso di nausea e, per un minuto intero, rimase ad occhi chiusi abbracciando un libro per bambini. Una commessa stupita scambiò un sorriso di intesa con la collega del reparto vicino. Quando uscì, era ormai buio. Nelle strade, lucide di pioggia, gli ultimi passanti rincasavano frettolosi. AM raggiunse a piedi via Lanterna. Erano circa le 11 di sera quando arrivò davanti al numero civico 32. Proprio all angolo con via Leviatan. Un palazzo scuro di fine ottocento dall aspetto inquietante. Sotto una minuscola tettoia, alle cui estremità ghignavano teste di demoni in pietra, trovò il citofono 26

descritto nel messaggio. Ad ognuno dei tre pulsanti corrispondeva una scritta: fuoco, vento e terra. Compose la sequenza che ormai conosceva a memoria. Con lentezza, premette terra, fuoco, vento, E ancora: vento, fuoco, terra. Nell attesa di una risposta, trattenne il respiro. Il picchiettìo della pioggia si fece più insistente. Una macchina frusciò sull asfalto bagnato alle sue spalle, scomparendo veloce. Il citofono emise brevi suoni metallici. Simili a quelli di un telefono, dopo aver digitato i numeri. Sei stato saggio ad accettare il nostro invito disse infine una voce maschile. Chi siete? Poco più avanti continuò l uomo senza preoccuparsi di rispondere troverai una piccola piazza. Entra nella chiesa e inginocchiati al confessionale di destra. AM rimase ancora davanti al citofono, ma il suo interlocutore aveva ormai riagganciato. Si diresse verso la piazza, camminando lentamente. Era solo lungo la via. Davanti alla chiesa, campeggiava un cartello giallo che indicava l anno di costruzione e il nome dell architetto: M. Restri, 1902. La facciata in mattoni rossi richiamava la severità dello stile proto medievale. Guglie inaspettate si slanciavano agili al cielo. Intorno alle vetrate laterali, bianche cornici di gesso si arcuavano in forme arabeggianti. 27

Una strana miscela di romanico gotico con influenze orientali. Nell insieme era gradevole. Se ci si concentrava sui singoli dettagli, invece, il risultato era un inquietante smarrimento. Le piccole statue inserite nelle due nicchie intorno al portone, per esempio. AM notò con stupore un piccolo rigonfiamento sotto la veste dei santi. All altezza dell inguine. Lo scultore aveva accentuato volontariamente il dettaglio anatomico del pene. Ma un altro particolare attrasse la sua attenzione. Nella parete esterna dell abside laterale, lungo lo zoccolo di granito a livello del terreno, era scolpita una lunga teoria di segni identici: il numero 6 era ripetuto per tutto il perimetro della chiesa. La sua base poggiava sopra la sequenza della Bestia. AM salì la breve scalinata che portava all ingresso. Spinse con delicatezza il portone ed entrò nella chiesa. Solo le fiammelle dei ceri votivi illuminavano l interno. Al suo passaggio, tremolarono fragili, e i volti delle statue assunsero, per il riflesso, atteggiamenti innaturali. Alle pareti brulicavano ombre misteriose. AM aveva ormai percorso quasi tutta la navata destra verso il confessionale. I suoi passi rimbombavano nel tempio come tocchi di un pendolo impaurito. Una volta inginocchiato, rimase immobile nel silenzio più assoluto. Dopo qualche secondo, si aprì la feritoia davanti al suo viso. 28

Benché si sforzasse, non riusciva a intravedere alcun particolare attraverso i minuscoli fori di metallo. Come già detto sussurrò improvvisa una voce sei stato saggio ad accettare il nostro invito Chi siete? chiese subito AM, cercando invano di intuire le fattezze dell interlocutore. Prima regola: non fare domande rispose la voce con il timbro dell assassino nei film di paura. Trascorsero alcuni secondi, prima che la voce continuasse Vogliamo affidarti un compito. Ed è per questo che sei qui. E se io non accettassi? interruppe AM più per sfida che per reale convinzione. In tal caso, perderesti la possibilità di incassare 500 mila euro. Sarebbe davvero stupido da parte tua Che cosa dovrei fare? Questo è il primo di quattro contatti spiegò la voce ogni volta ti verrà consegnato un plico con materiale cartaceo. Il tuo compito è quello di assemblarlo in un libro E poi? Dovrai scegliere i fornitori e seguire tutto l iter di lavorazione sino alla stampa e oltre Cosa vuol dire oltre? Vuol dire che dovrai anche distribuirlo. Il suo titolo sarà: La persona che trovò un libro per strada. Una volta stampate 666 copie, le abbandonerai per terra lungo le vie di Milano che noi ti indicheremo al momento più opportuno. Chi mi dice che non sia tutto uno scherzo? 29

Domani controlla il tuo conto corrente. Noterai una piccola variazione rispetto al solito. I costi della pubblicazione non dovrebbero superare i 3 mila euro e sono compresi nella cifra che domani vedrai. E un anticipo sul lavoro. Esattamente la metà Ma se io Basta! lo zittì la voce Preoccupati di agire in modo discreto. Ricorda: ad ogni contatto riceverai i testi da pubblicare. Poni particolare attenzione ai fogli che portano il titolo messaggio. Essi rappresentano il cuore della nostra comunicazione. Ultima regola: nessuno, in alcun modo, dovrà mai conoscere l esistenza del nostro rapporto. Con un balzò improvviso, AM lasciò l inginocchiatoio, spalancando la tendina in velluto rosso del confessionale. L interno era vuoto. Sulla mensola di legno, accanto al sedile solitamente occupato dal prete, era fissato un microfono e una web cam. Credi davvero che siamo così ingenui? lo rimproverò la voce con un timbro da brivido, hai appena compiuto un gesto molto stupido. Ti consigliamo di contenere, per il futuro, la tua impulsività. Ora vattene. Prima, però, controlla l inginocchiatoio. AM rimase immobile per qualche istante davanti al confessionale vuoto. In quel momento, il suo inerlocutore poteva trovarsi ovunque. Anche in un altro continente. Infine, sollevò l imbottitura dell inginocchiatoio e, dal suo interno, estrasse una busta blù. Un silenzio profondo avvolse di nuovo il tempio. AM 30

si diresse verso l uscita con il plico sotto l ascella. Una volta in strada, alzò per qualche secondo il viso verso la pioggia. Solo e confuso, si incamminò nella notte alla ricerca di un tram. Erano ormai le due quando salì sull ultima corsa per Quinto Sole. A bordo c erano tre persone. Un travestito, un marocchino e un vecchio dallo sguardo perso. AM si accomodò nel fondo, appoggiando la fronte contro il finestrino. Fuori continuava a piovere. Davanti ai suoi occhi, sfilavano palazzi di periferia e luci lontane. Sembrava di osservare la costa dal mare. AM si ricordò, allora, di una breve crociera in barca a vela con i suoi genitori nelle Cicladi. Avrà avuto 6 o 7 anni. Suo padre era in grado di timonare da solo. Regatava sin da piccolo e possedeva la patente nautica da diporto. Al tramonto, gettavano l ancora in qualche deliziosa insenatura e raggiungevano la spiaggia con il canotto. Mentre sua madre stendeva la tovaglia sulla sabbia e disponeva il cibo, lui e suo padre andavano a nuotare. Perché avevano fatto solo quella breve crociera? Perché non possedeva molti altri ricordi della famiglia riunita? Forse i problemi tra i suoi genitori erano sorti prima di quanto pensasse. A quell estate ne seguirono altre trascorse solo con sua madre. AM non aveva mai pensato a lei come a una donna 31

che soffre. Chissà quante volte avrebbe voluto parlargli. Raccontare di un uomo freddo e distante. Forse aspettava che AM crescesse. Arrivato quel momento, lei era morta. E strano come due vite collegate, quella di una madre e di un figlio, possano viaggiare con ritmi così diversi. Su quel tram, per la prima volta dalla sua morte, AM pianse. Il travestito lo guardò con un sorriso per tornare poi a chiudere gli occhi. Tra le lacrime, AM iniziò a farsi molte domande. Non gli importava di trovare una risposta. Il solo fatto di porsele lo faceva sentire meglio. Chi erano? Come avevano fatto ad arrivare a lui? Conoscevano il numero del suo conto corrente. Quando spegneva la luce e quali siti visitava. Da quanto lo spiavano? E il professore era un complice? Quando ritrovò un po di lucidità, prese la busta tra le mani ed estrasse a caso un foglio che portava come titolo Messaggio. 32

SECONDO MESSAGGIO Milano. Via Lanterna. Numero civico 32. La piccola tettoia esiste. Accanto ai tre pulsanti, ci sono tre etichette: fuoco, vento, terra. Non ci credi? Prova ad andare. Verifica con i tuoi stessi occhi. La piazza si chiama S. Notturno. La chiesa è il santuario di Metul. Architetto: M. Restri. Anno di costruzione: 1902. Certo, il sospetto gonfiore in zona inguinale è uno scherzo. Ma il 31 ottobre 2005, al suo confessionale, si è svolto un incontro interessante. Diciamo francese, quasi provenzale. Vero polizia? Vero Digos? Quando arrivò la telefonata anonima, che avrebbe permesso l arresto del latitante, il Sig. Rossi (tu che leggi non capisci, ma il diretto interessato sì), non mosse un dito. Nella realtà, nessuno vuole indagare perché tiene famiglia o alla famiglia. Chi è preposto alla nostra sicurezza ride. Quando esplode un ordigno, ancor prima di conoscere il numero dei morti, fatti una domanda: cui prodest? La risposta è quasi sempre la stessa: giova allo Stato. In Italia non si muove foglia che la CIA non voglia. Nei momenti di crisi, quando la popolazione inizia a brontolare a voce troppo alta, il rischio è quello di per- 33

dere consenso. Nelle società plastificate, dove la democrazia è un abbaglio, il consenso della gente è l olio del motore. Già nel 50, Aldous Huxley avvertiva nei suoi saggi di sociologia: la dittatura del futuro non avrà più bisogno di megafoni. Nessun Hitler indemoniato ad arringare folle. Niente parate o raduni di Norimberga. Nel futuro, cioè adesso, la propaganda si è evoluta. Non urla. Non tortura negli scantinati come l Ovra e il Kgb. C è un filo rosso che collega Ezov, Laurenti Beria e l odierno Putin. Esistono strumenti più affilati di persuasione. I primi esperimenti con i messaggi subliminali si sono svolti alla fine degli anni quaranta nei cinema americani. Esiste una regia globale e occulta che decide quali film proiettare, quali libri esporre sugli scaffali della città. Non solo. Sceglie i registi, li sovvenziona. Così anche gli scrittori. I musicisti. Le star della musica che riempiono gli stadi. Apparentemente artisti contro. Contro il sistema. Contro la politica. Ricorda: per sembrare vera, la falsa democrazia ha bisogno che qualcuno canti fuori dal coro. In tal modo può dire: vedete, se ci fosse la dittatura, tutto ciò non potrebbe accadere. L economia sociale che la sinistra tentò di esportare nel mondo, ora gli si è ritorta contro. I no global sono comunisti. Non è buffo? Per comprendere la realtà, pensa sempre all incontrario: chi vince perde. Chi perde vince. Chi mette le 34

bombe è la stessa persona che piange e assicura giustizia. Piazza Fontana. Italicus. Stazione di Bologna. Cui prodest? O con noi o con le BR. E il popolo saggio, impaurito dagli attentati, si stringe al petto di mammastato. Oggi siamo al bivio. E loro lo sanno. Alcuni cittadini iniziano a sospettare. Pensano all incontrario. Il sommesso brontolìo diventa frase aperta. Accusa lucente. Loro stanno già correndo ai ripari. Come? In due modi. Primo: distolgono l attenzione dai veri problemi. Minimizzano. Mentre masse di miserabili premono ai confini e dilagano nelle città, ci parlano di sistema elettorale. L intolleranza, soprattutto di chi viene ospitato, divora come un cancro le carni del Paese. L egoismo, soprattutto di chi ospita, aumenta l odio degli immigrati. E loro ci spiegano che va tutto bene. Ci rincoglioniscono di grandi fratelli e partite di calcio. Panem et circenses. Niente di nuovo sotto il sole. Per combattere queste critiche, hanno inventato una parolina che non spiega, ma accusa: qualunquista. Ebbene, qua- 35

lunquista lo è chi per primo lo dà agli altri. Mentre il potere d acquisto delle famiglie italiane precipita, ci educano al cellulare. La priorità è cambiare modello e suoneria. Nuove finanziarie sorgono per pagare l illusione. La vacanza, il trattamento estetico. Con la pazienza della goccia, ci hanno educati al debito. Così, senza accorgerci, troviamo normale pagare la spesa a rate. Secondo: iniettano paura. Il ricatto nascosto è questo: solo con noi puoi essere tranquillo. Il telegiornale della sera, con immagini pietose, evita lo zoom sui corpi devastati. Si sofferma sulle lacrime delle vedove. Sui volti di pietra dei figli. Il nostro odio si gonfia. La razionalità muore. Il colpevole è lì. Davanti ai nostri occhi. Servito nel piatto della cena. Vi sono molti sistemi per iniettare la paura. Questo libro è uno di essi. Ma se fosse così, perché ti raccontiamo i retroscena? Perché sveliamo il trucco del sistema? La risposta è molto semplice: perché non tutto è come appare. Il bianco è nero. L innocente, colpevole. Come un gioco infinito di specchi, dove la soluzione è il continuo riflesso. Il nostro obiettivo è la tua paura. Fuoco, vento e terra sono gli elementi della purificazione. Milano. Via Lanterna. Numero civico 32. 36

L INIZIO DEL GIOCO AM inserì un cd di J.J Cale nel lettore dell automobile. Il suono dolcissimo di magnolia si diffuse nell abitacolo. Francesca osservava i boschi e le vallate oltre il finestrino. Ad ogni tornante, un paesaggio sempre nuovo e identico. Sul bordo della strada, alcuni contadini, nodosi come legni d ulivo, trasportavano sulle spalle gerle colme di fieno. Poco più avanti, pastori dalle bocche rotte accompagnavano il passo dei muli. Erano partiti di mattina presto. Volevano arrivare verso mezzogiorno al Passo del Melogno, un posto sperduto nell entroterra ligure. Proseguirono per lunghi minuti senza parlare, mentre una leggera foschia danzava nell aria. Lenta. A cosa pensi? chiese infine AM A niente rispose Francesca, rannicchiandosi sul sedile mi lascio cullare dalla musica e dal verde Vedrai continuò AM, senza distogliere lo sguardo dalla strada E un posto molto particolare. Ci venivo da bambino a giocare insieme a mio nonno. Sei la prima ragazza che porto fin quassù! Dopo un breve rettilineo in salita, ecco una galleria di pietre grezze che tagliava un antica fortezza napoleonica. Ogni volta che vedo questi ruderi disse AM penso a tutti i soldati della guarnigione che ci hanno trascorso lunghi inverni. Mi ricorda un po l atmosfe- 37

ra nel Deserto dei Tartari di Buzzati. Questo era un avamposto strategico per impedire a un eventuale esercito, sbarcato sulla costa, di raggiungere il Piemonte attraverso le alpi e gli appennini Grazie professore! rise Francesca, dandogli un pizzicotto sulla guancia. Pizzica, pizzica, ignorantona! AM curvò a sinistra, proprio alle spalle della fortezza, e parcheggiò l auto in uno spiazzo davanti a una trattoria. Ecco esclamò tirando il freno a mano prima di gustare le delizie dell entroterra, ti propongo una romantica passeggiata nel bosco Un po inquietante, ma va bene. I due ragazzi si incamminarono lungo un sentiero sterrato che s infilava dritto nel bosco. Dopo qualche passo, erano circondati da migliaia di faggi altissimi. La luce del sole filtrava tra le foglie creando vaghe forme di malinconia. Sulle cortecce grigie e liscie brulicavano ombre e formiche. Giochiamo a nascondino disse all improvviso Francesca, lasciando la mano di AM. Si mise a correre, scomparendo dietro a una curva del sentiero. Dài, Francesca. Non ho voglia di correre E chi dice che devi correre? rispose una voce lontana. Per un istante, AM fu percorso da un brivido. Quella voce non era di Francesca. O forse, la distanza ne aveva distorto il timbro. All improvviso, AM notò una figura nascondersi die- 38

tro gli alberi. E poi un altra, esattamente dall altra parte. Non erano soli in quel bosco. AM continuò a camminare affondando i piedi in un tappeto di foglie sempre più spesso. Francesca, basta. Non è divertente Ma nessuno rispose. Percorse angosciato una cinquantina di metri. In lontananza, vedeva un oggetto per terra, ma non riusciva a capire cosa fosse. Più si avvicinava, più i contorni di quell oggetto diventavano sfuggenti. Era in parte ricoperto dagli sterpi. Finalmente vicino, lo raccolse. Era la borsa di Francesca. Un ombra alla sua sinistra. Un fruscìo. AM si volse di scatto e vide un braccio spuntare da un manto di foglie. Immobile. Francesca urlò disperato e l eco si perse tra gli alberi. Con furia, iniziò a togliere le foglie da quel corpo. Liberò il petto, il collo e, finalmente, il volto. Era quello di sua madre. Sfigurato dall incidente. Magnolia di J.J. Cale continuava dolcissima nella stanza. Con un colpo secco, AM interruppe la radiosveglia. Che cazzo di sogno! pensò mettendosi a sedere sul bordo del letto. Fuori continuava a piovere. All improvviso, ricordò tutto. Il biglietto. La chiesa. 39

La busta blù. Fuoco, vento, terra. E l esame appena superato. L unico contatto che gli avrebbe permesso di capire qualcosa era il professore. Non poteva essere certo una coincidenza la domanda sul nesso basco caucasico. Il biglietto lo aveva messo in guardia. Aveva previsto lo svolgimento del colloquio. Forse quell uomo non era un professore, ma uno di loro. Già. Ma loro chi? Dopo l incontro nel confessionale, l ipotesi di uno scherzo andava decisamente scartata. Nessuno dei suoi amici poteva arrivare a tanto. Mentre riponeva nel suo Eastpak le chiavi e il cellulare, decise di andarlo a cercare. Si chiamava Enrico Barzi. E, in effetti, il suo nome era inserito nel programma di studio. Aveva anche pubblicato due libri di Storia della lingua eleusina considerati la bibbia italiana sull argomento. Una volta dentro la Statale, iniziò a girovagare tra i chiostri. Solo studenti e mendicanti. Decise allora di proseguire più all interno verso la facoltà di Lettere Classiche. All ingresso, due ragazze grasse e con gli occhiali, così simili che sembravano riflettersi in uno specchio, ridacchiavano davanti a una copia di Novella 2000. AM passò tra loro colpendo con una spalla la ragazza di sinistra e, incurante delle sue rimostranze, puntò dritto alle scale. Fece gli scalini due alla volta. Il professor Barzi chiese a un bidello, scuotendolo dal suo torpore. Oggi non riceve rispose quello rimettendo gli 40

occhi sul giornale. Non ha un numero di cellulare. Un indirizzo? Anche se li avessi, non potrei darteli. C è la legge sulla privacy Da quando c è la legge sulla privacy sbottò AM tutti hanno iniziato a farsi i cazzi miei! Il bidello tornò a guardarlo perplesso, ma anche un po divertito. Senti gli disse infine prova al Bar Socrate. Di solito è lì a scrivere. E il suo terzo ufficio Il terzo? Sì. Il terzo. Dopo la facoltà e casa sua e questa volta si inchiodò per sempre al giornale. Il professore occupava un tavolino in fondo alla sala. Nel locale, c erano poche persone, per lo più studenti. AM rimase immobile, incerto sul da farsi. All improvviso, Barzi si accorse di lui e lo invitò ad accomodarsi con un leggero cenno della mano. Credo sia venuto qui invano, ragazzo mio disse con un sussurro, appena AM si fu seduto di fronte. Io Non è necessario spiegare o porre domande lo interruppe il professore e il motivo è semplice: so quello che vuoi dirmi, ma non posso risponderti. Ti prego di notare che ho detto non posso. Non posso perché non so nulla Almeno una cosa la sapeva, però, gli disse AM guardandolo negli occhi. Se ti riferisci alla domanda sul nesso basco cauca- 41

sico, hai ragione. Ma non posso dirti chi mi ha detto di fartela o perché. Non posso perché ignoro il chi e il perché Ma come è possibile? Non sei il primo studente a sedersi qui con me. E credo proprio non sarai l ultimo. Capita di rado. Direi una volta ogni quattro anni. E iniziato tutto vent anni fa. Esattamente il 17 settembre del 1985. Una data che non potrò mai scordare. Quella sera, trovai nella mia cassetta postale una busta. Nella busta una lettera. Nella lettera mi veniva chiesto di porre una precisa domanda a un preciso studente che avrebbe affrontato il giorno dopo l esame di Storia della lingua eleusina. Se lo avessi fatto, mi si assicurava diciamo una una ecco, una gratificazione professionale. Così ho fatto. Anche perché non avevo nulla da perdere Ho controllato il suo curriculum disse AM con tono di sfida lei è stato assistente fino al 1985 e ha ottenuto la cattedra nell inverno di quell anno Che coincidenza! esclamò Barzi. Lei è un corrotto. Io potrei denunciarla Senti ragazzino e puntò gli occhi di AM Non accetto né minacce né morali da uno come te. Se sei entrato in questo giro, avrai anche tu un tornaconto. Cosa ti hanno promesso? Soldi? Carriera? Forse l omicidio di un tuo nemico? e con una voce bassissima continuò vai alla polizia. Denunciami! Che cos - hai in mano? Te lo dico io: niente. Prima di alzarti e scomparire dalla mia vita, un piccolo avvertimento: gli studenti che ti hanno preceduto, quelli che crede- 42