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Transcript:

Ottava di Pasqua sabato 27 aprile Tempo di Pasqua - Proprio Introduzione la preghiera O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio che è che era e che viene, per i secoli dei secoli, amen. Alleluia. Inno (Frattocchie) L aurora risplende di luce, il cielo si veste di canti, la terra inneggia gloriosa a Cristo risorto dai morti. La vita ha distrutto la morte, l amore ha lavato il peccato, e Cristo splendente di gloria, illumina il nostro mattino. A noi, come già a Maddalena il Cristo risorto si sveli; c incontri e ci chiami per nome colui che era morto ed è vivo. Ritorni sul nostro cammino e la sua parola c infiammi, di nuovo, nel pane spezzato, vedremo il suo volto risorto. Salmo cf. Es 15,1-18 Voglio cantare al Signore, perché ha mirabilmente trionfato: cavallo e cavaliere ha gettato nel mare. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. È il mio Dio: lo voglio lodare, il Dio di mio padre, lo voglio esaltare! Chi è come te fra gli dèi, Signore? Chi è come te, maestoso in santità, 367

terribile nelle imprese, autore di prodigi? Il Signore regni in eterno e per sempre! Ripresa della Parola di Dio del giorno Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto (Mc 16,14). Cantico di Zaccaria o di Maria o di Simeone (vedi bandella) Lode e intercessione Rit.: Signore abbi pietà di noi! Signore Gesù, tu sei il Risorto che illumina le nostre vite: perdonaci se spesso in noi le tenebre e la cecità ci impediscono di aprire gli occhi alla tua luce. Signore Gesù, tu sei il Risorto che si affianca al nostro cammino: perdonaci se spesso non ci accorgiamo della tua presenza discreta perché troppo chiusi in noi stessi. Signore Gesù, tu sei il Risorto che ci ridona incessantemente la sua fiducia: perdonaci quando non ci fidiamo di te e poniamo resistenza al tuo amore paziente. Padre nostro Orazione (vedi Colletta) 368

la messa sabato 27 aprile - Ottava di Pasqua antifona d ingresso Sal 104 (105),43 Il Signore ha liberato il suo popolo, e gli ha dato esultanza, ha colmato di gioia i suoi eletti. Alleluia. Gloria p. 410 colletta O Padre, che nella tua immensa bontà estendi a tutti i popoli il dono della fede, guarda i tuoi figli di elezione, perché coloro che sono rinati nel battesimo ricevano la veste candida della vita immortale. Per il nostro Signore Gesù Cristo prima lettura At 4,13-21 Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, i capi, gli anziani e gli scribi, 13 vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. 14 Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. 15 Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro 16 dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? 369

Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. 17 Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». 18 Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. 19 Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. 20 Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». 21 Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l accaduto. Parola di Dio. salmo responsoriale 117 (118) Rit. Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai risposto. oppure: Alleluia, alleluia, alleluia. 1 Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 14 Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. 15 Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto prodezze. Rit. 370

16 La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. 17 Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. 18 Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. Rit. 19 Apritemi le porte della giustizia: vi entrerò per ringraziare il Signore. 20 È questa la porta del Signore: per essa entrano i giusti. 21 Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza. Rit. sabato 27 aprile - Ottava di Pasqua Sequenza facoltativa p. 315 canto al vangelo Sal 117 (118),24 Alleluia, alleluia. Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo. Alleluia, alleluia. vangelo Mc 16,9-15 Dal Vangelo secondo Marco 9 Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scaccia- 371

to sette demòni. 10 Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. 11 Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. 12 Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. 13 Anch essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. 14 Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. 15 E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Parola del Signore. preghiera sulle offerte O Dio, che in questi santi misteri compi l opera della nostra redenzione, fa che questa celebrazione pasquale sia per noi fonte di perenne letizia. Per Cristo nostro Signore. Prefazio pasquale I p. 417 antifona alla comunione Gal 3,27 Voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, di Cristo vi siete rivestiti. Alleluia. 372

preghiera dopo la comunione sabato 27 aprile - Ottava di Pasqua Guarda con bontà, o Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. per la riflessione Tra fede e incredulità La fede di coloro che non hanno veduto il Signore risorto, la nostra fede, si fonda sulla testimonianza dei primi discepoli. Questo è evidente. Ma qual è la qualità della testimonianza di coloro che hanno avuto la grazia di stare accanto al Signore Gesù, di ascoltare dalle sue labbra la parola dell evangelo, di vederlo risorto? E che differenza c è tra la loro testimonianza e la nostra? Forse una risposta a questi interrogativi possiamo trovarla nelle letture che la liturgia della Parola oggi ci propone. Il Vangelo di Marco si conclude con un piccolo riassunto delle apparizioni di Gesù risorto a Maria di Magdala, ai due discepoli in cammino verso Emmaus e agli Undici radunati nel Cenacolo. È una breve sintesi dei racconti presenti in Matteo e Luca, aggiunta da un redattore per colmare una lacuna che la narrazione di Marco presentava rispetto agli altri vangeli: la mancanza delle apparizioni. Infatti il racconto di Marco termina con la visione dell an- 373

gelo alle donne presso il sepolcro vuoto e, significativamente, con la reazione di queste ultime alle parole di quell uomo vestito di una veste bianca: «Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite» (Mc 16,8). La paura, lo spavento di fronte a un evento incomprensibile sembra porre il sigillo a tutto il racconto di Marco. C è come un interrogativo finale sulla fede di queste donne, anzi sulla fede del discepolo: che senso hanno la vicenda di Gesù, la sua morte, il sepolcro vuoto? Di fronte a quest assenza non sembra esserci lo stupore che coglie colui che scopre il mistero di un Dio che va oltre le attese umane. C è solo la paura, lo sconvolgimento interiore, un silenzio simile alla pietra rotolata sul sepolcro. Il discepolo da solo non può comprendere ciò che è avvenuto in quella misteriosa notte, non può andare oltre il sepolcro vuoto. La sua fede è troppo fragile e nemmeno le parole dell angelo sono sufficienti per rotolare via la pietra dal sepolcro del suo cuore. Questo atteggiamento continua nei versetti seguenti e si rivela nella sua nuda verità: è incredulità. Di fronte alla testimonianza di Maria di Magdala gli Undici non credono; di fronte alla testimonianza dei due discepoli che lo hanno visto, «non credettero neppure a loro» (16,13). Dovremmo concludere, a questo punto, che alla base della testimonianza dei primi discepoli c è un fatica a credere, anzi un incredulità. E questo, dobbiamo riconoscerlo, ce li rende compagni di viaggio. E non può essere diversamente perché la fede, per 374

sabato 27 aprile - Ottava di Pasqua sostenere un autentica testimonianza, ha sempre bisogno di un salto di qualità e questo avviene solo in forza di una parola e di un intervento del Signore. E lo vediamo anche negli ultimi versetti di Marco. È il Risorto stesso che apre il cuore dei discepoli alla fede e rende vera la loro testimonianza. Anzitutto rivolge una parola che spezza la durezza del loro cuore: «Li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto» (16,14). E poi dona loro una parola carica di fiducia. Nonostante la loro incredulità, Gesù continua a fidarsi di loro tanto da dire: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (16,15). A questo punto la fede del discepolo è pronta a diventare testimonianza dell evangelo. Avrà sempre bisogno del sostegno della Parola del Risorto, ma sarà in grado di lasciar trasparire la potenza e la salvezza custodite nell evangelo. Quegli Undici discepoli paurosi, increduli e titubanti, nel libro degli Atti diventato testimoni pieni di coraggio di fronte al mondo: la loro parola non solo è rivestita di franchezza e libertà, ma comunica anche la potenza del nome di Gesù che guarisce uno storpio. Non c è nulla che possa fermare la testimonianza del discepolo quando in essa agisce la forza di Gesù. Ecco perché Pietro e Giovanni, di fronte alle minacce del sinedrio di abbandonare l annuncio del «nome di Gesù», possono rispondere senza più paura: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Ciò che il discepolo ha visto e ascoltato è il cuore della testimonianza ed essa è vera 375

perché ha la forza del nome di Gesù. Questo vale per i primi discepoli, questo vale anche per noi! Signore Gesù, tu conosci il nostro cuore e sai che in esso abitano fede e incredulità. Facciamo fatica a credere, eppure ti amiamo. Non cessare di rimproverarci, non cessare di donarci la tua fiducia, non cessare di sostenerci con la forza del tuo amore. Anche se in noi ci sono resistenze e paure, rendici sempre capaci di testimoniarti con franchezza e gioia. Calendario ecumenico Cattolici Zita, vergine (1278); Caterina (1478) e Giuliana (1501) del Sacro Monte di Varese, vergini (Calendario ambrosiano). Ortodossi e greco-cattolici Memoria del santo ieromartire Simeone, parente del Signore (sotto Traiano, 98-117). Copti ed etiopici Simeone l Armeno, vescovo e martire (IV sec.). Anglicani Christina Rossetti, poetessa (1894). Luterani Origene, dottore della Chiesa (254 ca.). Feste interreligiose Ebrei Conclusione di Pesah. 376