Associazione Nazionale Antincendio e Controllo Evacuazione del fumo

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Transcript:

Applicazioni dei Sistemi di controllo del fumo e del calore Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia Bergamo 19 settembre 2018 Ing. Giovanni Milan ANACE Vicepresidente

2 Sistemi di pressurizzazione: perché utilizzarli? Metodo della sovrappressione Il principio fisico consiste nel garantire una pressione maggiore nelle zone protette rispetto alle altre zone. Fornendo questa differenza di pressione è possibile operare un controllo sul moto del fumo Sovrappressione Aria fresca proveniente dal ventilatore Fuoco oltre la porta Via di esodo del fumo

3 Normativa Italiana La progettazione e la realizzazione dei filtri a prova di fumo in Italia è normata da: D.M. 30 Novembre 1983 Per quanto concerne le regole tecniche di prevenzione incendi di carattere prescrittivo Codice di prevenzione incendi (RTO), D.M. 3 Agosto 2015 Per quanto riguarda le regole di prevenzione incendi di tipo prestazionale

4 Controllo per differenza di pressione e DM 3 agosto 2015 Generalità Termini e definizioni Progettazione per la sicurezza antincendio Profili di rischio attività Strategia antincendio Regole Verticali Reazione e resistenza al fuoco Compartimentazione Controllo dell incendio e dei fumi e calore... Aree a rischio specifico Aree a rischio per atmosfere esplosive Vani ascensori Metodi Metodologia per il FSE Scenari di incendio per la progettazione Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

Controllo per differenza di pressione - DM 3/8/2015 S.3 Compartimentazione la finalità della compartimentazione è di limitare la propagazione dell incendio e dei suoi effetti verso altre attività o all interno della stessa attività COMPARTIMENTAZIONE AL FUMO DELLE VIE DI ESODO Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore 5

6 Controllo per differenza di pressione - DM 3/8/2015 S.3 Compartimentazione Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

7 Controllo per differenza di pressione - DM 3/8/2015 S.3 Compartimentazione Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

8 Controllo per differenza di pressione - DM 3/8/2015 S.3.5.4 Compartimento a prova di fumo alcuni esempi COME RENDO IL COMPARTIMENTO 2 A PROVA DI FUMO? Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

9 Controllo per differenza di pressione - DM 3/8/2015 S.3.5.4 Compartimento a prova di fumo Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

6.80 4.55 29 1.86 30 66 2.30 2.25 2.25 30 79 10 Compartimentazione al Fumo EDIFICIO DI X PIANI: COME PROTEGGO LA VIA DI FUGA? +12.70 - H max. edificio!!! +11.98 1.21 30 30 30 30 30 30 30 2.29 30 30 30 30 30 30 30 30 1.98 1.22 1.51 30 30 30 30 30 30 2.29 30 30 30 30 30 30 30 30 30 1.45 1.45 95 1.30 30 30 30 30 30 30 1.55 30 30 30 30 30 30 1.64 20 1.85 30 30 30 29 1.25-0.42-0.47 30 1.24 20-0.77 20 93 29 29 29 29 29 41 41 1.04-3.22 50 SEZIONE AA

11 Compartimentazione al Fumo EDIFICIO DI X PIANI: COME PROTEGGO LA VIA DI FUGA? Soluzione A: proteggendo X ingressi al vano scale con altrettanti filtri a prova di fumo conformemente al DM 3 Agosto 2015 +12.70 - H max. edificio!!! +11.98 1.21 30 30 30 30 30 30 30 2.29 6.80 4.55 1.86 30 2.25 2.25 30 30 30 30 30 30 30 30 1.98 1.22 1.51 30 30 30 30 30 30 2.29 30 30 30 30 30 30 30 30 30 1.45 1.45 95 1.30 30 30 30 30 30 30 1.55 30 30 30 30 30 30 1.64 20 1.85 30 30 30 29 1.25 66 2.30 29-0.42-0.77-0.47 30 79 20 93 29 29 29 29 29 41 41 1.04-3.22 30 1.24 20 50 SEZIONE AA

6.80 4.55 29 1.86 30 66 2.30 2.25 2.25 30 79 12 Compartimentazione al Fumo EDIFICIO DI X PIANI: COME PROTEGGO LA VIA DI FUGA? +12.70 - H max. edificio!!! 1.21 +11.98 30 30 30 30 30 30 30 2.29 Soluzione B: pressurizzando direttamente il vano scale applicando la UNI EN 12101-6 30 30 30 30 30 30 30 30 1.98 1.22 1.51 30 30 30 30 30 30 2.29 30 30 30 30 30 30 30 30 30 1.45 1.45 95 1.30 30 30 30 30 30 30 1.55 30 30 30 30 30 30 1.64 20 1.85 30 30 30 29 1.25-0.42-0.47 30 1.24 20-0.77 20 93 29 29 29 29 29 41 41 1.04-3.22 50 SEZIONE AA

13 COMPARTIMENTARE UN VANO SCALE UN SOLO CRITERIO Mantenimento della pressione differenziale ad un valore di almeno 30 Pa CARATTERISTICHE DEL PRESSURIZZATORE: 1. Dimensionato correttamente per mantenere il filtro ad una pressione di almeno 30 Pa 2. Funziona solo in emergenza 3. Due ore di pressurizzazione effettiva in assenza di alimentazione 4. Aspira aria fresca per immetterla nel locale filtro Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

14 COMPARTIMENTARE UN VANO SCALE CALCOLO PER DIMENSIONAMENTO: 1. Principio: sovrapressione a 30 Pa + k (margine di sicurezza a coprire decadimento delle prestazioni delle batterie tampone) 2. Calcolo portata necessaria mediante equilibrio ai trafilamenti 3. Calcolo punto di lavoro teorico mediante verifica della prevalenza necessaria diametro e posizione canali 4. Scelta pressurizzatore e verifica punto di lavoro e sovrapressione a pieno regime Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

15 COMPARTIMENTARE UN VANO SCALE S.3.5.4 punto a Una soluzione alternativa è quella di compartimentare il vano scale mediante un sistema di pressione differenziale progettato, installato e gestito secondo la regola dell arte, in conformità alle norme adottate dall ente di normazione nazionale UNI EN 12101-6 Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

COMPARTIMENTARE UN VANO SCALE LA NORMA UNI EN 12101-6 Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

17 COMPARTIMENTARE UN VANO SCALE LA NORMA UNI EN 12101-6 Criteri di dimensionamento 1. PRESSIONE DIFFERENZIALE Comune a filtri fumo e vani scale Finalità: evitare trafilamenti di fumo a porte chiuse 2. VELOCITA ARIA ALLA PORTA Previsto solo per i vani scale Finalità: creare una barriera al fumo quando le porte si aprono durante l evacuazione Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

UNI EN 12101-6 CLASSI DI SISTEMI FINALITÀ DEL SISTEMA ESODO DEGLI OCCUPANTI SOVRAPRESSIONE NEL VANO SCALE A PORTE CHIUSE 50 Pa ± 10% ESODO DEGLI OCCUPANTI + SPEGNIMENTO INCENDIO SOVRAPRESSIONE NEL VANO SCALE A PORTE CHIUSE 50 Pa ± 10% VELOCITA DELL ARIA VELOCITA DELL ARIA ALLA PORTA DI ACCESSO APERTA ALLA PORTA DI ACCESSO APERTA 0,75 m/s 2 m/s Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore 18

19 Sistemi di pressurizzazione: Classificazione dei sistemi UNI EN 12101-6 CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI IN 6 CLASSI PRINCIPIO n.2: TIPOLOGIA DI RISCHIO E MODALITA DI EVACUAZIONE CRITERIO DELLA PRESSIONE 50Pa Vano scale CRITERIO DELLA VELOCITA 0,75 m/s 1 porta aperta Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

Sistemi di pressurizzazione: Classificazione dei sistemi UNI EN 12101-6 La norma UNI EN 12101-6 prevede 6 differenti soluzioni in dipendenza dell edificio e del suo impiego. Classe sistema A B C D E F Esempi impiego* Edifici dove gli occupanti le aree non soggette all incendio non abbandonano l edificio fino allo spegnimento dell incendio Par. Norma 4.2 Edifici come i precedenti ma con locale intermedio sicuro dotato di ascensore 4.3 Edificio dove tutti gli occupanti abbandonano simultaneamente tutte le aree prima dell arrivo delle squadre di intervento Edificio come il precedente ma occupato da persone impossibilitate ad abbandonare prontamente le aree (hotel, ospedale ) Edificio dove sia necessario evacuare il personale delle varie aree in tempi diversi (non contemporaneamente) Edificio dove tutti gli occupanti abbandonano simultaneamente tutte le aree contestualmente alle operazioni delle squadre di intervento 4.4 4.5 4.6 4.7 *Descrizione sintetica con traduzione da verificare.

21 Sistemi di pressurizzazione: UNI EN 12101-6 Criteri di progettazione comuni In tutte le Classi casi vengono indicati 3 principali criteri che devono essere rispettati presso la porta di separazione tra la via di fuga (vano scale) e l ambiente interessato dall incendio, ovvero: Quello relativo alla velocità dell aria attraverso la porta quando è aperta (generalmente 0,75m/s) Quello relativo alla pressione differenziale applicata sulla porta quando essa è chiusa (tra i 10 ed i 50 Pa minimi) Quello relativo alla forza di apertura della porta stessa (generalmente 100N)

22 Sistemi di pressurizzazione: UNI EN 12101-6 Criteri di progettazione comuni In caso di strutture complesse con corridoi, atri, ecc. vengono suggeriti eventuali criteri ulteriori, all interno dello stesso piano, per garantire: - Una sequenza di sovrappressioni tra locali contigui - L apertura corretta per l evacuazione del fumo nel locale interessato dall incendio. 15 1 10 7 12 La norma indica come possibile l utilizzo dell impianto di ventilazione HVAC. 4 6 14 13 11 3 4 14 10 5 2 2 4 2 3 e la sua applicabilità a locali interrati o parzialmente interrati.

23 Certificazione Rapporto di Test VTT, Certificato di Conformità Il sistema è stato progettato e i componenti sono stati costruiti in accordo agli standard EN 12101-6 e EN 12101-3. Il sistema è stato testato dal VTT Technical Research Centre of Finland ed è stato sottoposto a prove antincendio su vasta scala, eseguite a Myllypuro, Helsinki, in un blocco di appartamenti Test eseguiti: Test di affidabilità: 2500 volte Ventilatore a doppio funzionamento: 10.000 cicli di apertura Test apertura sotto carico (vento) Test apertura sotto carico (neve) Test funzionamento alle basse temperature (-15*C)

Sistemi di pressurizzazione: Normativa Norma UNI EN 12101-6, Pressurizzazione Classe C Criterio della portata d aria Criterio della pressione differenziale 24

25 UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI CLASSE A Finalità: evacuazione Scenario tipico degli edifici residenziali CRITERIO DELLA PRESSIONE 50Pa Vano scale CRITERIO DELLA VELOCITA 0,75 m/s 1 porta aperta Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

26 UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI CLASSE B Finalità: evacuazione e spegnimento Scenario tipico degli edifici complessi CRITERIO DELLA PRESSIONE 50 Pa / 45 Pa Vano scale, Ascensore e Atrio CRITERIO DELLA VELOCITA 2 m/s 2 porte aperte + esterna Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

27 UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI CLASSE C Finalità: evacuazione simultanea CRITERIO DELLA PRESSIONE 50 Pa o 10 Pa Vano scale CRITERIO DELLA VELOCITA 0,75 m/s 1 porta aperta Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI CLASSE D Tipica applicazione: hotel, ostelli, etc. [ Class D systems are designed in buildings where the occupants may be sleeping...] CRITERIO DELLA PRESSIONE 50 Pa o 10 Pa Vano scale CRITERIO DELLA VELOCITA 0,75 m/s 1 porta aperta Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

29 UNI EN 12101-6 ULTERIORI INDICAZIONI FORZA DI APERTURA PORTE: 100N ATTIVAZIONE IMPIANTO ENTRO 60 SECONDI DA ALLARME CRITERIO DELLA PRESSIONE 50Pa Vano scale REAZIONE SISTEMA A CAMBIAMENTI SCENARIO: 3 SECONDI CRITERIO DELLA VELOCITA 0,75 m/s 1 porta aperta IN CASO DI EDIFICI ALTI SI DEVE PREVEDERE IMMISSIONE CANALIZZATA Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI CRITERIO DELLA PRESSIONE 50 Pa o 10 Pa Vano scale CLASSE D Finalità: evacuazione simultanea Scenario tipico degli HOTEL CRITERIO DELLA VELOCITA 0,75 m/s 1 porta aperta + porta di uscita Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

31 UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI METODO DI DIMENSIONAMENTO 1. CRITERIO DELLA PRESSIONE DIFFERENZIALE Verifica dei trafilamenti Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

32 UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI METODO DI DIMENSIONAMENTO 1. CRITERIO DELLA PRESSIONE DIFFERENZIALE Verifica dei trafilamenti Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

33 UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI METODO DI DIMENSIONAMENTO 1. CRITERIO DELLA PRESSIONE DIFFERENZIALE Verifica dei trafilamenti Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

34 UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI R = 1,6 o 2 A e = indica la somma dei trafilamenti di porte (valutata mediante la Tabella A.3 della norma UNI EN 12101-6 a seconda della tipologia di porta da considerare) + muratura P = valore di sovrappressione da fornire, [Pa] Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

35 UNI EN 12101-6 CLASSI DI EDIFICI METODO DI DIMENSIONAMENTO 2. CRITERIO DELLA VELOCITA DELL ARIA ALLA PORTA Qv = (Ad1 + Ad2 + AL) vd Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

36 UNI EN 12101-6 CLASSI DI SISTEMI METODO DI DIMENSIONAMENTO PORTATE VERIFICATE: Criterio della velocità 7,500 mc/h 3 secondi Criterio di pressione 2,700 mc/h Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

37 Progettazione dedicata 1) Programmi di calcolo Ogni struttura deve essere studiata individualmente. E necessario effettuare un calcolo dedicato basato sulle differenti classi degli edifici in accordo alla Norma UNI EN 12101-6. Ciò permette di definire la selezione corretta del sistema di pressurizzare. 2) Descrizione del sistema 3) Diagrammi di pressurizzazione

38 Sistema di pressurizzazione bilanciato per vani scale con altezze elevate t ext > t int Floor n + 1 Floor n V 1 1. t ext > t int => la differenza di temperatura crea profili delle pressioni differenti nei vani scale (effetto camino). Pressione positiva nei piani alti, pressione negativa nei piani bassi. 2. Ventilatore V 1 lavora in immissione, ventilatore V 2 in estrazione. Lo scopo è garantire una sovrappressione di +50Pa ovunque nel vano scale. Floor 2 3. La pressione viene monitorata nella parte superiore e nella parte inferiore del vano scale. Δ p Floor 1 V 2 4. Questa soluzione è applicabile per edifici di altezza superiore a circa 35 m. V 1 e V 2 invertono il principio di funzionamento quando t int >t ext

39 Caso pratico - Riqualificazione Hotel EDEN Selva di Val Gardena

Caso pratico - Riqualificazione Hotel EDEN Selva di Val Gardena 1. VOGLIO CHE L HOTEL SIA A 4 STELLE 2. DEVO AVERE MIN. 25mq A STANZA 3. NON OLTRE 4 PIANI FUORI TERRA 4. NUMERO MINIMO DI STANZE 5. INVESTIMENTO IN DESIGN 6. NO SPAZIO PER FILTRI 7. NO SCALE ESTERNE ANTINCENDIO VELOCITA DELL ARIA VELOCITA DELL ARIA LLA PORTA DI ACCESSO APERTA ALLA PORTA DI ACCESSO APERTA 0,75 m/s 2 m/s 8. PRESSURIZZO IL VANO SCALE Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore 40

29 30 79 2.30 66 30 1.86 4.55 6.80 2.25 2.25 Un caso pratico - Riqualificazione Hotel EDEN Selva di Val Gardena +12.70 - H max. edificio!!! +11.98 1.21 30 30 30 30 30 30 30 2.29 30 30 30 30 30 30 30 30 1.98 1.22 1.51 30 30 30 30 30 30 2.29 30 30 30 30 30 30 30 30 30 1.45 1.45 95 1.30 30 30 30 30 30 30 1.55 30 30 30 30 30 30 1.64 20 1.85 30 30 30 29 1.25-0.42-0.47 30 1.24 20-0.77 20 93 29 29 29 29 29 41 41 1.04-3.22 50 SEZIONE AA 41

6.80 4.55 29 1.86 30 66 2.30 2.25 2.25 30 79 42 Un caso pratico - Riqualificazione Hotel EDEN Selva di Val Gardena +12.70 - H max. edificio!!! +11.98 1.21 30 30 30 30 30 30 30 2.29 30 30 30 30 30 30 30 30 1.98 1.22 1.51 30 30 30 30 30 30 2.29 30 30 30 30 30 30 30 30 30 1.45 1.45 95 1.30 30 30 30 30 30 30 1.55 30 30 30 30 30 30 1.64 20 1.85 30 30 30 29 1.25-0.42-0.47 30 1.24 20-0.77 20 93 29 29 29 29 29 41 41 1.04 Per la realizzazione di un Design Hotel, si è deciso di compartimentare il vano scale con uno SMIA SEZIONE AA -3.22 50

Caso pratico - Riqualificazione Hotel EDEN Selva di Val Gardena Unità Ventilante Quadro di controllo VELOCITA DELL ARIA LLA PORTA DI ACCESSO APERTA 0,75 m/s Trasmettitore Pannello di pressione diff controllo VELOCITA DELL ARIA ALLA PORTA DI ACCESSO APERTA Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore 2 m/s 43

44 Caso pratico - Riqualificazione Hotel EDEN Selva di Val Gardena Il sistema deve essere operativo entro 60 secondi dall allarme Il sistema deve reagire ai cambiamenti di scenario in 3 secondi massimo Per aprire le porte di accesso bisogna applicare una forza inferiore a 100N L apertura delle finestre nel luogo in cui si sviluppa l incendio è importante ma in alcuni casi (Classi A e D) possono essere sostituite da chiudiporta In edifici con H>11m è opportuno avere una distribuzione canalizzata Unità Ventilante Pannello di controllo Quadro di controllo Trasmettitore pressione diff

45 Caso pratico - Riqualificazione Hotel EDEN Selva di Val Gardena Commissioning Generalità e principi di progettazione dei sistemi di controllo del fumo e del calore

46 Caso pratico - Riqualificazione Hotel EDEN Selva di Val Gardena Verbale di collaudo

47 Caso pratico - Edificio con uffici - Piazza Piccapietra 9, 121 - Genova Piano Terra Piano Tipico

48 Caso pratico - Edificio con uffici - Piazza Piccapietra 9, 121 - Genova

49 Caso pratico - Edificio con uffici - Piazza Piccapietra 9, 121 - Genova Posizione ventilatori Terrazza esterna

50 Caso pratico - Edificio con uffici - Piazza Piccapietra 9, 121 - Genova Classe del sistema (UNI EN 12101-6): C

51 Caso pratico - Edificio con uffici - Piazza Piccapietra 9, 121 - Genova

52 Caso pratico - Edificio con uffici - Piazza Piccapietra 9, 121 - Genova

53 Caso pratico - Edificio con uffici - Piazza Piccapietra 9, 121 - Genova

54 Hotel a Venezia in attesa di approvazione

Hotel a Venezia in attesa di approvazione Il sistema è studiato per: - Entrare in funzione entro 20 secondi dal rilevamento dell incendio - Mantenere il vano scale in sovrappressione per tutto il tempo necessario a evacuazione e spegnimento Sono previsti n 2 unità, una installata al Piano Secondo e l altra nel sottotetto. Per questa ultima è necessario che la presa d aria sia adeguata alla portata del ventilatore (circa 33.000 mc/h). 55

Applicazioni dei Sistemi di controllo del fumo e del calore Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia Bergamo 19 settembre 2018 Ing. Giovanni Milan ANACE Vicepresidente

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 2 Normativa Italiana Ai fini della progettazione della prevenzione incendi, attività 75 (DPR 151/11), è regolata da: D.M. 1/2/1986 Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l esercizio di autorimesse e simili D.M. 21/2/2017 Nuove norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di autorimessa. Capitolo V.6: Autorimesse (Regola Tecnica Verticale)

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 3 Normativa Italiana D.M. 1/2/1986 Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l esercizio di autorimesse e simili 1. La tipologia del sistema di ventilazione da adottare, naturale e/o meccanico, dipende essenzialmente dalla classificazione e dalle caratteristiche strutturali e dimensionali dell autorimessa 2. Nel dimensionamento del sistema di ventilazione non viene operata una distinzione in base all obiettivo della sua applicazione, ventilazione ordinaria o ai fini dell evacuazione dei prodotti della combustione

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 4 Normativa Italiana Controllo dei fumi e del calore: come procedere? D.M. 9/5/2007 Direttive per l approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio. Definisce alcune linee guida da adottare da un punto di vista della procedura da applicare ma non specifica valori quantitativi nè l effettiva procedura da seguire. Non è specificatamente studiato per la gestione dei fumi nelle autorimesse sebbene i concetti siano applicabili anche in questo ambito. La Norma UNI 9494-2 non è generalmente applicabile alle autorimesse. È infatti relativa ad ambienti di altezze h pari ad almeno 3 m, altezza di materiali immagazzinati, altezza delle merci, norma che è nata sostanzialmente per applicazione in centri commerciali, locali di immagazzinamento, ecc., alla stregua della DIN 18232-5 dalla quale prende spunto. Assenza, fino all emanazione della RTV (DM 21/2/2017), di una normativa e/o procedura per una valutazione quantitativa e qualitativa del fenomeno del controllo dei fumi mediante l ausilio di sistemi di ventilazione (meccanici ma anche naturali)

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 5 Regola Tecnica Verticale (RTV) per autorimesse E' stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n 52 del 03/03/2017 il Decreto del 21 febbraio 2017 "Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di autorimessa", che riporta in allegato la relativa Regola Tecnica Verticale. Si tratta della relativa RTV secondo le nuove metodologie di progettazione introdotte dal D.M. 03/08/2015 Codice di Prevenzione Incendi. La nuova RTV è entrata in vigore il 02/04/2017. La norma si applica alle attività individuate dal numero 75 di nuova costruzione o esistenti. Può essere utilizzata in alternativa alla norma tecnica di riferimento D.M. 01/02/1986. Scopo e campo di applicazione: "Autorimesse con superficie superiore a 300m2" in riferimento al D.M. 03/08/2015 Codice di Prevenzione Incendi. Obiettivo del documento è "l emanazione di disposizioni di prevenzione incendi per le attività di autorimessa con superficie superiore a 300 m2";

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 6 Regola Tecnica Verticale (RTV) per autorimesse La classificazione delle autorimesse è fatta in funzione di: tipologia del servizio, se private, pubbliche, autosilo superficie dell'autorimessa o del parcamento quota massima e minima delle altezze dei piani h La RTV classifica inoltre le aree interne all'attività in base all'utilizzo, se di sosta e manovra o di servizi annessi, mentre quelle comunicanti con l'autorimessa vengono classificate in base alla loro destinazione d'uso (cantine, depositi, locali tecnici, ecc.)

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 7 Regola Tecnica Verticale per autorimesse: controllo di fumo e calore Cosa prescrive la nuova RTV sulle autorimesse? L'attività deve essere dotata di misure di controllo di fumo e calore (capitolo S.8 RTO) L'altezza deve essere non inferiore a 2m Vengono definite delle indicazioni per il dimensionamento dei sistemi di smaltimento dei fumi per la conformità al livello di prestazione II Per il livello di prestazione III occorre prevedere un sistema progettato a regola d'arte con indicazioni circa l'installazione del Quadro di Comando e Controllo.

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 8 STRATEGIA ANTINCENDIO Capitolo S.8 Controllo di fumi e calore (dal DM 3/8/2015) La norma UNI 9494 stabilisce i criteri di progettazione e installazione dei Sistemi di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore (SEFFC) in caso d'incendio. La norma si riferisce ai Sistemi di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore (SEFFC) in ambienti di altezza h pari ad almeno 3 m, aventi superficie minima di 600 m2. La norma UNI 9494 non è generalmente applicabile alle autorimesse

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 9 Regola Tecnica Verticale (RTV) per autorimesse

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 10 D.M. 1/2/1986 Due percorsi differenti D.M. 1/2/1986 vs D.M. 3/3/2017 (RTV) Superficie di ventilazione naturale = A/25 0,3 % di tipo Sea (permanentemente aperte) Per situazioni particolari: DEROGA DM 9/5/2007 Direttive per l approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio FSE D.M. 21/2/2017 (RTV AUTORIMESSE) Prescrive superficie utile minima delle aperture di smaltimento, Ssm = A/25 (10% di Ssm di tipo Sea o SEb o Sec) Per situazioni particolari: SOLUZIONE ALTERNATIVA o FSE

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 11 DM 3/8/2015 (RTO) Smaltimento dei fumi e del calore: come procedere? UK - Approved Documents B [Fire Safety] & F [Ventilation] UK - BS 7346 Part 7, 2013 USA ASHRAE Journal & Guide 3-38 [Ventilation] USA NFPA 88A [Fire Safety] Qatar QCD Fire Safety Standard No. 7.2

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 12 DM 3/8/2015 - Capitolo M.3 - Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 13 La norma BS 7346-7:2013 Components for smoke and heat control systems Part 7: Code of practice on functional recommendations and calculation methods for smoke and heat control systems for covered car parks

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 14 La norma BS 7346-7:2013 Components for smoke and heat control systems Part 7: Code of practice on functional recommendations and calculation methods for smoke and heat control systems for covered car parks

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 15 Sviluppo normativo futuro: prts 12101-11 prts 12101-11 Smoke and heat control systems. Part 11: Horizontal powered ventilation system for enclosed car parks. Progetto di Norma Europea riguardante i requisiti minimi per sistemi di controllo di fumo e calore all interno dei parcheggi. Lo standard definisce i requisiti minimi per la progettazione, l installazione e messa in opera / collaudo per sistemi meccanici di controllo del fumo e calore per autorimesse con o senza sistema sprinkler. Gestione del fumo nelle autorimesse: Obiettivi differenti Proteggere le vie di fuga per garantire la fuoriuscita in sicurezza degli occupanti; Supportare l accesso in sicurezza delle squadre di intervento in un punto in prossimità dell incendio; Garantire l estrazione del fumo (durante e dopo l incendio). Differenti obiettivi implicano differenti criteri di accettabilità dei risultati Non si occupa della ventilazione ordinaria (diluizione inquinanti)

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia Sviluppo normativo futuro: prts 12101-11

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 17 Sviluppo normativo futuro: prts 12101-11 Nel progetto di norma sono disponibili alcuni valori di riferimento per il calcolo della velocità della corrente d aria necessaria ad evitare la propagazione orizzontale del fumo Estratti da prts 12101-11

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 18 Sviluppo normativo futuro: prts 12101-11

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 19 Calcolo del volume di fumo prodotto: parametri essenziali M M P Y dove: M = Portata massica del fumo prodotto (kg/sec) P = Perimetro dell incendio (m) Y = Altezza dello strato libero (m) C e = Costante M = C e PY 3/2

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 20 DM 3/8/2015 - Capitolo M.3 - Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 21 Primo caso Centro commerciale a Torino Scopo dell analisi fornire una valutazione di supporto all installazione del sistema di ventilazione a jet fan in relazione alle prestazioni e strategie di gestione del fumo e del calore secondo i principi della progettazione antincendio già approvata in deroga. Essendo, per definizione, lo scopo e il campo di applicazione dei sistemi Jet Fan quello di garantire l operatività dei VVF assicurando una zona da cui poter iniziare la lotta all incendio ed il mantenimento di un accesso sicuro per gli stessi si considera come regime di emergenza il rispetto delle condizioni associate ai soccorritori e, pertanto, non agli occupanti L impianto di ventilazione meccanica Jet Fan, sia nel regime ordinario che di emergenza, sarà valutato secondo lo schema impiantistico (jet fan ed estrattori) proposto nella progettazione antincendio generale facendo ricorso esclusivamente ai parametri di dimensionamento ed alle linee progettuali indicati nella stessa, ricorrendo all approccio ingegneristico e non specificatamente a norme tecniche di riferimento (es. BS 7346-7, ).

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 22 Primo caso Centro commerciale a Torino Piano secondo interrato Compartimento 2 (P2) Piano primo interrato Compartimento 1 (P1)

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 23 Primo caso Centro commerciale a Torino Regime ordinario: Analisi effetto di diluizione delle concentrazioni di inquinanti (monossido di carbonio e particolato) secondo l andamento nel tempo della loro distribuzione nell ambiente per effetto di un sistema di ventilazione del tipo jet Fan (estrattori e ventilatori a getto) dimensionato per fornire un ricambio di aria pari a 3 vol/h. Regime in emergenza: Mantenimento della visibilità ad un valore soglia di 10 m ad un altezza di 1.5 m, da un punto distante 10 m dal fuoco rendendo disponibile almeno una via di accesso da cui iniziare la lotta al fuoco (Fig. 3) Tempo di verifica: si considera, essendo per definizione lo scopo dei sistemi jet fan quello di garantire l operatività dei VVF, un tempo di verifica pari a 13 minuti, in accordo con quanto indicato dalla fonte Norma UNI 9494-2 Prospetto F.1, che rappresenta il tempo di intervento delle squadre di soccorso esterno (VVF) per la provincia di Torino scenario di progetto analizzato Innesco al P-1 e P-2 (il livello di probabilità di innesco è indifferente da un piano all altro. Tuttavia, si sceglie il piano -2 per maggiore tempo di arrivo delle squadre e lunghezza dei condotti di estrazione e smaltimento fumi e caratterizzato da una minore ventilazione naturale come indicato nella relazione progettuale approvata VVF) Corretta disposizione delle autovetture all interno dei parcheggi Attivazione dell impianto jet-fan automatico Mancato spegnimento immediato da parte degli addetti Attivazione dell impianto sprinkler Configurazione Scenari d incendio RTV V6 - Autorimessa

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 24 Primo caso Centro commerciale a Torino Rappresentazione grafica della disposizione delle autovetture considerate secondo la RTV V6-21/2/2017 e delle vetture innescate nel modello per entrambi i compartimenti: in rosso è indicato l elemento oggetto di innesco, mentre quelle ubicate in adiacenza allo stesso di lato rappresentano le vetture innescate dopo t = 12 minuti

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 25 Primo caso Centro commerciale a Torino Regime in emergenza La definizione dell azione termica nonché della portata massica dei fumi prodotti sarà determinata sulla base dei parametri (es. produzione fumi y, reazione di combustione polietilene etc) e della curva di potenza termica RHR di tipo sperimentale approvata in fase di progettazione generale di prevenzione incendi riportata di seguito. In accordo con la suddetta progettazione antincendio il valore di produzione fumi (soot mass fraction) è stato considerato pari a 0.02 g/g associato ad una reazione di combustione di tipo polietilene PARAMETRI DELLA SIMULAZIONE (EMERGENZA) Tempo di calcolo Curva di Potenza termica (RHR) Coefficiente produzione fumi (Soot mass fraction) Tempo di propagazione alle vetture adiacenti a quella di innesco VALORE 15 min. (900 secondi) Da progettazione antincendio generale HRRmax=1.5MW per presenza di sprinkler Ys = 0,02 g/g Soot Yeld reazione polietilene 12 minuti (720 secondi) Definizione dell azione termica: Curva RHR

Primo caso Centro commerciale a Torino Regime di emergenza Piano primo interrato Compartimento 1 (P-1): n. 20 jet fan (portata: 2,98 mc/s); Piano secondo interrato Compartimento 2 (P-2): n. 22 jet fan (portata: 2,98 mc/s) Tempo di ritardo per l attivazione dei jet fan pari a 210 secondi in regime di emergenza dato da t = 30 sec. (tempo entrata in funzione a pieno regime, UNI 12101 3: 2015)) + t = 180 sec (tempo ritardo nell attivazione dei jet fan pe prevedere un tempo utile a permettere l esodo degli occupanti prima che il sistema entri in funzione, prts 12101-11: 20) In regime ordinario è stata prevista una portata di 1,51 mc/s e un tempo di ritardo nell attivazione dei jet fan pari a 300 secondi (secondo progetto antincendio generale). Tale tempo di ritardo è stato adottato nell ottica di prevedere l attivazione della ventilazione meccanica in corrispondenza dell istante di tempo in cui si registra la massima concentrazione di gas prodotti dagli autoveicoli. 18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 26

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 27 Primo caso Centro commerciale a Torino Posizionamento impianto di estrazione, comp. 2 (P-2) Posizionamento impianto di estrazione, comp. 1 (P-1)

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 28 Primo caso Centro commerciale a Torino Compartimento 1 (P-1) L immagine a sinistra rappresenta la posizione dell innesco al centro del compartimento; a destra lo schema del modello utilizzato per la simulazione FDS. Il rettangolo rosso indica l auto di primo innesco mentre quelle arancioni e rosa rappresentano le vetture che si innescheranno a 12 minuti dall inizio dell incendio (come riportato da RTV)

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 29 Primo caso Centro commerciale a Torino Fig. 1: 600 sec Fig. 2: 720 sec, propagazione incendio ad auto limitrofe

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 30 Primo caso Centro commerciale a Torino Fig. 4: 900 sec, fine tempo simulazione Fig. 3: 780 sec, tempo intervento VVF Torino

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 31 Primo caso Centro commerciale a Torino Conclusione Prima fase di lento sviluppo e propagazione (600 sec), con una analoga produzione dei prodotti della combustione i quali, per effetto dell abbattimento della potenza termica esercitata dall impianto sprinkler e fino ad un tempo pari a 720 sec (massimizzazione dello sviluppo dell incendio) ai veicoli adiacenti, risultano contenuti nell intorno dell innesco. Successivamente, per effetto di tale massimizzazione, si assiste ad un rapido incremento della produzione di fumi, i quali grazie all azione dell impianto di ventilazione meccanica vengono progressivamente allontanati ed espulsi, lasciando nell intorno di 10 m dall innesco, una zona caratterizzata da una visibilità sempre maggiore di 10 m ad quota di 1,5 m (780 sec). Successivamente, l azione progressiva dei jet fan e l azione contemporanea di tutti i jet fan ed estrattori, genera un efficace lavaggio degli ambienti, garantendo sempre i livelli di visibilità richiesti (900 sec). L obiettivo dell analisi è associato alle condizioni di visibilità al tempo di arrivo dei VVF (780 secondi), al fine di valutare conservativamente l evoluzione del sistema le analisi sono state protratte fino ad un tempo rappresentativo di 900 secondi. Le immagini fornite mostrano ai vari istanti temporali che la condizione di visibilità per i soccorritori (10 m ad un altezza di 1,5 m) risulta sempre verificata, in particolare al tempo di arrivo dei VVF (13 minuti 780 secondi), garantendo tutte le vie di accesso/intervento per i VVF

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 32 Secondo caso ipotesi di studio Autorimessa costituita da più piani Superficie complessiva oltre 20.000 mq Piani interrati circa 8.000 mq

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 33 Secondo caso ipotesi di studio Obiettivo mantenimento di un altezza libera da fumi non inferiore a 2m per un periodo di tempo commisurato all esodo degli occupanti (misura antincendio S4 Esodo) ed un altezza libera da fumi non inferiore a 1,5m per un periodo di tempo commisurato all arrivo delle squadre di soccorso ed i tempi per operare in sicurezza (Livello III di prestazione). mantenimento di temperature dello strato di fumi caldi inferiori a 200 C per gli occupanti e a 250 C per i soccorritori per i medesimi intervalli di tempo Tempo di verifica: Occupanti: 9 min (ASET > RSET) Soccorritori: 30 min par. M.3.5. del DM 03/08/2015

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 34 Secondo caso ipotesi di studio Andamento curva di crescita termica ricavata da prove di laboratorio sviluppate da FRS da VTT Tempo di calcolo: 30 min Potenza incendio: RHR max 4500 kw Tempo propagazione alle vetture adiacenti: 12 min Parametri della simulazione Estrazione: 3 vol/h (diluizione inquinanti) oltre 10 vol/h (incendio) Immissione: 3 vol/h (diluizione inquinanti) 70% portata estrazione No 26 ventilatori a getto, motore doppia velocità Portate di ventilazione

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 35 Secondo caso ipotesi di studio Salvaguardia occupanti tempo = 180 sec tempo = 300 sec tempo = 450 sec tempo = 540 sec Visibilità 10 m ad h=2m in prossimità delle vie di fuga fino al tempo finale di esodo (540 sec) Possibilità di accesso delle squadre di soccorso

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 36 Secondo caso ipotesi di studio Salvaguardia occupanti tempo = 250 sec Temperatura media dello strato di fumi Valori che non superano i 110 C tempo = 540 sec

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 37 Secondo caso ipotesi di studio Salvaguardia dei soccorritori tempo = 600 sec tempo = 800 sec tempo = 1000 sec tempo = 1300 sec tempo = 1800 sec Visibilità per i soccorritori (5m ad un altezza di 1.5m) in corrispondenza delle vie di esodo. Solo al termine della durata (30 min) la via di esodo più prossima all innesco risulta compressa

18/09/2018 Controllo Orizzontale e per Differenza di pressione per mezzo di sistemi realizzati in Italia 38 Secondo caso ipotesi di studio Salvaguardia dei soccorritori tempo = 800 sec Temperatura media dello strato di fumi: max circa 60 C tempo = 1800 sec