Poesie. Band (Jahr): 63 (1994) Heft 1. PDF erstellt am: 25.06.2016. Persistenter Link: http://dx.doi.org/10.5169/seals-48874



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Poesie Autor(en): Objekttyp: Pieracci, Cosimo Article Zeitschrift: Quaderni grigionitaliani Band (Jahr): 63 (1994) Heft 1 PDF erstellt am: 25.06.2016 Persistenter Link: http://dx.doi.org/10.5169/seals-48874 Nutzungsbedingungen Die ETH-Bibliothek ist Anbieterin der digitalisierten Zeitschriften. Sie besitzt keine Urheberrechte an den Inhalten der Zeitschriften. Die Rechte liegen in der Regel bei den Herausgebern. Die auf der Plattform e-periodica veröffentlichten Dokumente stehen für nicht-kommerzielle Zwecke in Lehre und Forschung sowie für die private Nutzung frei zur Verfügung. Einzelne Dateien oder Ausdrucke aus diesem Angebot können zusammen mit diesen Nutzungsbedingungen und den korrekten Herkunftsbezeichnungen weitergegeben werden. Das Veröffentlichen von Bildern in Print- und Online-Publikationen ist nur mit vorheriger Genehmigung der Rechteinhaber erlaubt. Die systematische Speicherung von Teilen des elektronischen Angebots auf anderen Servern bedarf ebenfalls des schriftlichen Einverständnisses der Rechteinhaber. Haftungsausschluss Alle Angaben erfolgen ohne Gewähr für Vollständigkeit oder Richtigkeit. Es wird keine Haftung übernommen für Schäden durch die Verwendung von Informationen aus diesem Online-Angebot oder durch das Fehlen von Informationen. Dies gilt auch für Inhalte Dritter, die über dieses Angebot zugänglich sind. Ein Dienst der ETH-Bibliothek ETH Zürich, Rämistrasse 101, 8092 Zürich, Schweiz, www.library.ethz.ch http://www.e-periodica.ch

COSIMO PIERACCI Poesie Versi liberi che sfociano a volte nella prosa d'arte con Vintento di aderire il piü possibile a ogni pulsazione vitale: ecco la prima impressione che lasciano i componimenti poetici di Cosimo Pieracei. «Cammino senza meta. / Incamero irnpressioni. / Passando sotto il ponte leggo: Dio esiste! In rosso. /Sul lato opposto, in giallo, la risposta: Si, e allora? Inutile, le idee hanno preso ad assemblarsi, a moltiplicarsi: devo riflettere meglio, dar loro una forma se non voglio che degenerino nel cancro dell'angoscia. / Le parole che scrivo sono segni del tempo che perdo... che vivo! / Sono fragili creature, non esemplari da concorso, opere da mostra, bestie da serraglio... / Vivono di sensibilitä, attenzione al di lä della forma per non doversi ritrovare a dire brutto bello / Qualcosa nasce dal ricordo, lo rivesto di parole ed e proprio, e quasi come quando... / Un gusto particolare per cid che si disgrega in silenzio mi spinge verso un gruppo di vecchi edifici, coi pezzi d'intonaco si staccano le frasi. / Un desiderio diverso mi porta al centro di un prato, sul bordo di un fiume. / Sboccio, casco, muoio, nasco: scrivo. / Ora sfuma anche questo discorso; Di piü non spiegö, confidö». In queste frasi estrapolate da un suo scritto di autopresentazione troviamo la conferma della prima impressione. Per il nostro poeta le parole (la poesia) sono anzitutto vita, l'inquietudine degli interrogativi che vanno alla sua radice, l'angoscia come malattia, il ricordo che conferisce durevolezza all'istante che fugge; ma non meno la fugacitä del- Vistante e il fenomeno del decadimento, della disgregazione e della morte contrapposto a quello della nascita e della fioritura. E owiamente la sua poesia e anche forma, che sboccia nelle potenti metafore e sinestesie come «le frasi che si staccano con Vintonaco», lo scrivere «in un prato in riva al fiume». Anzi, la forma e assai piü controllata di quanto potrebbe far pensare la dichiarata noneuranza (non esemplari da concorso, opere da mostra...) e tradisce tanto Vintelligente frequentazione dei poeti del nostro secolo quanto dei classici. Quett'asindeto «Sboccio, casco, muoio, nasco: scrivo» non riecheggia il famo so «vegghio, penso, ardo, piango; e che mi sface...» petrarchesco? Quanta somiglianza e che differenza: il secondo e costruito su un climax ascendente che porta il poeta a chi lo fa soffrire; il primo e costruito interamente su dette antitesi che sono alla radice della sua poesia. Cosimo Pieracei e nato a Firenze nel 1969 ma vive a Roveredo dal 1975. Attualmente frequenta la facoltä di lettere all'universitä di Friborgo. 67

Le 3 e 21...Come laggiü sopra il campo di terra rossiccia un vento caldo spostava le ombre... (Scivola dentro la notte quel piccolo grido) Verde smeraldo Ritagliato nel buio L'istante preciso Folgora il sogno Accendo Rimango tra cose immobili silenziose. Hai mani grandi A quest'ora del mattino tutto il desiderio si e perso nella luce grigia che entra dalla porta a vetri netta stanza nota al mio respiro, respinto da un odore di pomata si tramuta nel ricordo di un dolore osceno che in silenzio tocco atterrito da un possibile risveglio. Indugio poi ti sfioro il viso. Sei magra, le tue braccia lunghe ed hai mani grandi. Delirio Una tempesta fa tremare la casa dove riposa il bimbo cosi lontano nel sogno La rugiada posata sulla rosa di pietra del deserto e sabbia. II profumo di questa eterna fioritura e vento rovente II bimbo che sogna suda, guarda il serpente strisciare. II serpente e il respiro del bimbo, ogni spira un sospiro leggero che scompare rapito dal sogno La casa comincia a crollare, il rumore dispare del respiro del tuono del crollo quando il bimbo si sveglia e svanisce la febbre. Aiuto Queste notti sono verdi. Gelidi laghi alpini. Annego. 68

Sarä sufficiente Una poesia sarä sufficiente? Ho perso un treno per un'enorme pancia di mamma. La pelle tesa il vestito largo tra il mio palmo caldo e i suoi primi calci. Un altro treno l'ho perso per me, per la confusione e la meraviglia...la solitudine subito dopo... Una poesia sarä sufficiente? Sul treno che ho preso il controllore mi parla in Tedesco: «Ab Bellinzona, bitte!» Ne approfitto per cambiare identitä «danke>- Forse se lunga...chissä... sarä sufficiente? Le tenaglie del pudore bloccano in fondo atto stomaco le parole; se la morsa si attenta una si libera e sale: Scrivo a strattoni...un singhiozzo Arriva... Vi amo! Ancora... Vi amo Un respiro profondo poi tutto d'un fiato: Avrei continuato a perdere treni su treni ma l'idea di vedervi mi ha rimesso in moto...arrivö a mani vuote! Ma... una poesia? Sarä una poesia? E un piccolo dono! Sarä sufficiente? Un po' Italiano, un po' Francese, un po' Inglese, un po' Americano... Cosi come sono vorrei che questo treno mi portasse dappertutto, dawero dappertutto. Ma non portarmi a casa! Riportami a casa! Che casa? Vorrei che questo treno fosse la mia casa con tutti i parenti che vanno dagli amici, con gli amici che vanno con l'amore. II mondo e un treno a vapore che gira attorno al sole. E non si ferma mai al bar. Arrivö! Arrivö! Non c'e piü tempo per domandarsi ancora...sarä sufficiente. 69

Brambilla (Sport Bar) Qui si raffredda il sogno in attimi lunghi di solitudine amore. Gruppi soli di persone «Single» troppo per qualunque romanzo. E sempre Carnevale o Natale di tanti anni fa. Se chiudi la porta e sorridi alla luna sorride, ti puö capitare che tutto accadrä fuori e dentro la porta di ferro e di vetro BAR frontiera lontana di piedi in subbuglio; Credo... Forse il tempo non osa oltre una certa soglia: sarä lä dove e ora era. Finche diventi un'ala Lo sguardo perso in alto tra le foglie, nel verde d'occhi a vento trascinato ritrascino, bagnandoti di luce di lampione Viride cloride che penetra danzando i tenui spazi della fantasia finche diventi un'ala a questo braccio che ti sollevi dolcemente in volo. Morta Nel caldo palmo di una mano conservare la forza di volare soffiare (io e te nudi) sulle ali bagnate di una farfalla sperando si muova si muove! (l'ho vista fermarsi, morire in un tuo sorriso ho richiuso la mano) Eri giä piü lontana, nel sole quando per seguire il sogno l'ho lasciata cadere nell'acqua di nuovo nell'acqua di nuovo nell'acqua... Diario Ricordi come cadaveri d 'esperienze riesumati dalla memoria, vestiti a festa dalla fantasia, poi adagiati in bellavista sul foglio dove ogni sera rinnovi in un rito vecchio come...l'angoscia... un funerale con necrologio. Mentre si svolge, per strada, in macchina, dentro una qualunque sala d'aspetto il parto prematuro di una Nuova Emozione. 70

Un vecchio e la bellezza Un vecchio anni fa, era stato giovane. Poteva sentire il fremito della pelle nel vento freddo, nell'acqua veloce del fiume, nel bacio di una donna. Questo per lui era Bellezza. Ora i suoi sensi, placati dal tempo, hanno altri tremori. Ora e vecchio. La Bellezza continua a passare attorno a lui; Passa sui tacchi, nel suono che ancora giunge alle sue orecchie: ma piü addolcito: tanto che la cittä (lui la sentiva rombare e stridere) ora sussurra. Passa la bellezza negli occhi d'un bimbo, nel guaire d'un cane, netto sguardo dolce di quella persona dai lineamenti e dalle membra contorte: strana. Nella neve d'inverno, nelle piogge autunnali, nel tepore detta primavera, nell'estate che tinge i corpi. Qualcuno dei suoi vecchi compagni ha giä chiuso gli occhi per non vederla passare. Lui no. Lui guarda ancora e ascolta e non e mai sazio il suo cuore giä pieno di bellezze passate. Adesso perd non cerca piü di fermarla: lascia che scivoli attorno, la segue col pensiero, forse giä non desidera o spera. Solo la guarda e la ama. Lei, non piü inseguita, si ferma e lo avvolge, gli entra nel cuore e lo ama. Attesa La primavera del bambino triste. Un cupo incendio di foglie marce quest'alba. Dal nero al grigio Vesile spettro bianco d'una betulla nuda fermo. Passano nubi basse contro monte La neve rigonfia di pioggia evaqua in ruscelli, cascate; Rigurgita valanghe a valle l'inverno malato, morente di pioggia e di sole. Tra le case, nei giardini, al riparo dei muri dal grigio al bianco le gemme. Un grosso corvo riesce volando alto a tuffarsi in qualcosa di nuovo e scompare. Ecco, e adesso che arriva, facendosi largo attraverso quel foro d'azzurro... 71

Sera d'estate Qui da una penna gialla sgorga Vestate non quella vissuta sudata... pensata! Giallo anche il liquido forte che beviamo sperando in una serata diversa....l'amore... Un leggero dolore. La solita rima baciata incastrata. II rumore del treno. La musica sconvolge col suo ritmo confuso accavallato il mio animo e fuori la quiete, il silenzio di un grillo assente stasera no, stasera non canta. Dov'e quell'ingenuitä? Io ora esco sulla strada vuota e ti lasciö sola Vado a cercare insetti nelle crepe dei muri con la pila oppure guardo il cielo oppure... Verso un altro bicchiere «On the rocks» (Se tu scappassi fuori per farti rincorrere acchiappare e toccare come mitte anni fa... Ricordi? Eravamo selvaggi!) Ora ti guardo e non c'e piü mistero ne voglia ma comprensione, somiglianza e un amore che bicchiere dopo bicchiere bicchiere bicchiere ci sbronza ed allaga di risa la nostra malinconia. Neirimmobile Limpido Bolle di rana sommersa sulla superficie ocra di una piatta tristezza esplodono a volte entusiasmi: sparpagliano l'eco dei loro silenzi nell'immobile limpido di qualche mattino azzurro di sole. Altri, lucertole, incastrano il pallido ventre cosi delicato dove rare fendono il muro sottili fratture, fermandosi ingorde a guardare la schiena Candida della montagna splendente! Immensa di luce! Troppo abbagliante per piccoli occhi di rettile.

Giustificazioni di un bassista Ho bevuto. II fatto di vedere la realtä come un meraviglioso globo di esperienze in cui etä e persone si confondono sovrapponendosi e mescolandosi e cid che, osservandomi da un punto che stia fuori dall'amore o anche solo da una conoscenza profonda, mi da un'aria svampita. In effetti sono perso. Se si vuole capire oecorre pensare al messaggio affidato soltanto al bassista, naufrago oceanico aggrappato al suo strumento-guscio di noce, in balia delle onde sonore, del clamore degli altri strumenti. Nella pioggia di cristalli acuti della chitarra, nelle spirali create dal sassofonista che, in fatica di fiato si piega, spinge fuori la nota alta sul trambusto del batterista che pare indicare con foga una via... ma non e quella decisa e tonante del ritmo. Insomma: non e facile. Tutti gli altri strumenti sono li per confondere il pubblicö, aggredirlo o sedurlo; Ma il basso, da solo, potrebbe sostenere il concerto, in realtä lo sostiene perche senza quella voce sul fondo, senza quella voce... Oh Dio! Ma perche continuare, sprecare energie nella ricerca di accordi variati: licenzio il resto del gruppo. In questo suono scarno mi riconosco, rimango tutto quanto restava di vero. Ascoltatemi adesso: II mio ritmo e quello di un cuore che perde colpi, di un motore e di un picchio in un bosco d'abeti o tra le canne fumarie d'una grande cittä industriale... 73