SLOW BIKE 2009-16ª ESCURSIONE MTB La Via del Grano e il Reggimento Montanaro (AP) - Parco Nazionale Sibillini -



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SLOW BIKE 2009-16ª ESCURSIONE MTB La Via del Grano e il Reggimento Montanaro (AP) - Parco Nazionale Sibillini - DATA ESCURSIONE: sabato 19 settembre 2009 PARTENZA: ore 7.15 con auto propria RITROVO: ore 7.00 Porta Cartara (Ascoli Città) IMPEGNO FISICO: DIFFICOLTA TECNICA: LUNGHEZZA COMPLESSIVA 35 km. DISLIVELLO COMPLESSIVO 1.000 m. MC/MC (vedi informazioni) DURATA: 5 ore circa (soste escluse) ACCOMPAGNATORI: Roberto Peroli Alessandro Federici 335 6575902 Fabio Carloni 329 0527923 Descrizione itinerario e cenni storici L escursione richiede una media capacita tecnica, ci sono solo un paio di passaggi tecnici e la lunghezza non incide sulla difficoltà perché relativamente corta, circa 35 km. Si parte e si arriva ad Altino (m. 1.035 slm). Altinnoo ppaaeessee,, vvi iaa ppeer r Vaal lleeggr raasscci iaa Rifuuggi ioo ddi i Altinnoo ppuunnt too ddi i ppaar rteennzzaa ee ddi i aar rrivvoo Pagina 1 / 8

Appena fuori il paese di Altino incontriamo il sentiero segnato come GAS (Grande Anello dei Sibillini), lo percorriamo in direzione di S. Maria in Pantano. Passeremo sopra il paese di Vallegrascia (lo attraverseremo al ritorno), per poi proseguire fino alla Fonte Santa (m. 1.159 slm) appena sotto alla chiesa di S. Maria in Pantano, dove faremo la prima sosta per rifocillarci ma in particolar modo per ammirare la bella chiesa restaurata di recente. Cenni storici a riguardo della chiesa di S. Maria in Pantano: Nei luoghi delle Sibille, le antiche sacerdotesse che sapevano predire il futuro perché intermediarie tra l uomo e Dio e depositarie di segreti, qui troviamo l antica chiesa di S. Maria in Pantano del VIII secolo. Questa si trova nel luogo dove sorgeva il primo Montegallo, nei pressi di del castello di Santa Maria a m. 1.200 slm). Montegallo, formato allora da una singola fortezza, fu edificato nel VII secolo e chiamato castello di S. Maria in Gallo. In seguito, nel 1500, gli abitanti del castello che trovavano anticamente rifugio tra le mura, fecisero di spingersi a valle e cominciarono a costruire un vero e proprio borgo a sé stante. La chiesa di S. Maria in Pantano, deve particolarmente la sua importanza, per la presenza soprattutto degli affreschi seicenteschi di Martino Bonfini che caratterizzano l edificio, riportanti episodi evangelici, profeti e sibille quali: la Cumana, la Ellespontina, l Agrippina e la Delfica. Pagina 2 / 8

Si riparte direzione Colle, ora siamo giunti in prossimità del secondo guado che è il fosso di Casale, il primo era il fosso dell Orinale non menzionato perché molte volte è privo d acqua. Se guardiamo in basso verso sinistra si vedono i resti di un paese Casale Vecchio distrutto da una slavina diversi anni addietro, il paese è stato ricostruito un chilometro più avanti appena dopo il paese di Colle e si chiama Casale Nuovo. Sempre pedalando adagio, per poter godere in modo migliore dell incantevole paesaggio che ci offre la valle del Fluvione, si arriva al fosso di Colleluce (terzo guado) e dopo un centinaio di metri sbuchiamo su una strada brecciata. Si sale verso destra seguendo il brecciato fino ad arrivare ad un bivio dir. sin., che noi prenderemo (la strada brecciata finisce nei pressi di una captazione dell acqua circa 500 metri più avanti). Il sentiero in realtà è una strada frangi fuoco rimessa in ordine dopo gli incendi dell anno scorso. Lo percorreremo, sempre pedalando e chiacchierando per ingannare la fatica, fino ad arrivare appena sotto un valico (m. 1.270 slm) dove a destra c è un taglio nel terreno con una indicazione del CAI; siamo finalmente giunti al sentiero denominato dei mietitori, perché dei mietitori? Perché: Questo sentiero veniva percorso dai braccianti, spesso con figli al seguito, che dalle zone costiere salivano verso l Appennino per offrire manodopera nella mietitura, seguendo il ciclo di maturazione del grano. I mietitori si spostavano di paese in paese per fare la Piazza, cioè per aspettare nel borgo i proprietari terrieri che all alba passavano per l ingaggio. L ultimo grano a maturare era quello coltivato nei piani di Castelluccio, visibili da Forca di Presta, punto di arrivo del sentiero (testo preso dal sito internet parco dei Sibillini). Pagina 3 / 8

Il primo tratto del sentiero è un singletrack che attraversa un prato e finisce ai bordi di una splendida pineta, dentro la pineta il sentiero si allarga e diventa ancora più stupendo, sempre nella pineta arriviamo ad una fontana semicircolare. Lasciata la fontana alla nostra destra incontriamo un bivio, andiamo verso destra fino a raggiungere un abbeveratoio dove c è un piccolo slargo brecciato; continuiamo a seguire il brecciato fino all asfalto. La strada a salire conduce a Forca di Presta, invece a scendere conduce al passo del Galluccio (anche in altri luoghi), questa è la nostra direzione. Giunti al passo, lasciamo l asfalto per seguire il sentiero frangi fuoco alla nostra sinistra (dir. Nord); dopo qualche minuto di pedalare ripasseremo allo stesso punto dove avevamo preso il sentiero dei Mietitori, ora alla nostra sinistra. Ripercorreremo a ritroso un pezzo del sentiero fatto all andata fino al cartello (m. 1.215 slm) (direzione destra) che indica Astorara (m. 1.008 slm). Da qui inizieremo a percorrere una parte delle mulattiere, che un tempo erano gli unici collegamenti tra le frazioni che formano il comune di Montegallo, di cui fa capo Balzo sede del comune. Lasciamo Astorara e risaliamo al paese di Colleluce (m. 1.023 slm) (così chiamato perché sempre illuminato dal sole), lo attraversiamo e alla fine sulla sinistra imbocchiamo una mulattiera che scende fino dentro il fosso di Colleluce, lo attraversiamo e poco dopo, costeggiando un cimitero siamo davanti la chiesa di S. Croce (m. 922 slm) che rimane sotto i paesi di Colle e Interprete. Di fronte la scalinata che conduce alla chiesa, sotto strada, ricomincia la mulattiera che costeggiando sempre il Fluvione ci conce fino al mulino di Castro (m 792 slm), ora la mulattiera risale leggermente fino ad innestarsi all asfalto nei pressi di un ponte. Saliamo dir. sinistra fino a raggiungere, dopo 500 m. il paese di Castro (m 816 slm), dove possiamo ammirare la chiesa dedicata al Beato Marco (ne parlerò più avanti). Lasciamo perdere un attimo il percorso perché mi pare opportuno dare alcune notizie a riguardo di Montegallo. Innanzi tutto è da chiarire che il paese con il nome di Montegallo non esiste. Pagina 4 / 8

Montegallo non è altro che una zona montana ai piedi del monte Vettore composta da ben 23 frazioni: Abetito, Astorara, Balzo (sede del comune), Balzetto, Bisignano, Casale Nuovo, Castro, Colle, Collefratta, Colleluce, Collicello, Corbara, Fonditore, Forca, Interprete, Migliarelli, Piano, Pistrino, Propezzano, Rigo, S. Maria in Lapide, Uscerno, Vallorsara. Montegallo è anche importante a livello storico, ma giudicate voi, ora riporto alcuni passi presi dal libro Ascoli la storia per le strade scritto da Secondo Balena nato in Ascoli nel 1926: La storia ascolana è ricca in ogni secolo di lotte faziose,ma una sola volta si accenna esplicitamente ad una fazione della Montagna ed è nel 1350, allorché i dinasti della montagna ascolana (Nobili di Montepassillo, Marchio di Montegallo ed Alvitreti di Castel Vetreto) si ribellarono con il loro reggimento montanaro al condottiero Galeotto Malatesta che, dopo le fortunate incursioni contro i fermani si era autoproclamato signore di Ascoli Nella vicenda di Galeotto Malatesta erano rifulsi valore e coraggio del cosiddetto reggimento montanaro che costituiva, in ogni circostanza, il nerbo delle forze ascolane. Il suo nome deriva dal fatto che i suoi uomini baffuti et bestiali, erano arruolati in massima parte nelle terre di montagna dai dinasti del luogo. Fu esso a reggere la massima parte della guerriglia contro Fermo, a raggiungere la vittoria di san Severino contro Gentile di Mogliano e, più tardi, a condurre la lotta contro Francesco Sforza. Costituito da gente rozza ma fedele e rotta ad ogni fatica e pericolo era in qualche modo il reparto d assalto di Ascoli, l unico in grado anche per la sua eroica abnegazione di reggere il confronto con le truppe professionali dei vari condottieri. I dinasti non erano altro che dei feudatari che possedevano le zone di montagna sopra citate; la famiglia Nobili di Montepassillo aveva la zona di Comunanza che a quel tempo si chiamava Montepassillo. La famiglia Marchio di Motegallo, di questi già conosciamo la zona ampiamente descritta; aggiungo solo un altra curiosità il Beato Marco viene dalla dinastia dei Marchio di Montegallo, per l esattezza da Chiaro de Marchio, nacque nel 1425 nel paese di Fonditore, Marco studiò presso le Università di Perugia e Bologna, dove si addottorò in legge e in medicina. Tornato ad Ascoli esercitò per un certo tempo la professione di medico; nel 1451 per assecondare i voleri del padre sposò Chiara dei Tibaldeschi di nobile famiglia, ma con la quale convisse castamente; l anno successivo morì il padre e gli sposi di comune intesa scelsero la vita religiosa, lei entrando tra le clarisse del convento di S. Maria delle donne in Ascoli e lui tra i Francescani Osservanti. Prese ad operare contro le due principali piaghe del secolo: le discordie civili e l usura usata in prevalenza dagli ebrei; svolse la sua intensa attività dal 1458 al 1496, patrocinando la pace e il bene pubblico ad Ascoli, Camerino, Fabriano e combattendo l usura, che condizionava pesantemente la vita delle famiglie, istituendo i primi Monti di Pietà. Pagina 5 / 8

Insieme con il beato Domenico da Leonessa costituì il Monte di Ascoli nel 1458; in seguito da solo istituì quelli di Fabriano (1470), Fano (1471), Arcevia (1483), Vicenza (1486) e non è certo, anche quelli di Ancona, Camerino, Ripatransone; restaurò quello di Fermo. Per finire gli Alvitreti di Castel Vetreto sono della zona di Pedana. Dopo questa sosta istruttiva e tonificante usciamo dal paese di Castro riprendendo la provinciale in direzione nord per 300 metri circa, lasciamo l asfalto e saliamo a sinistra per una strada brecciata (a volte chiusa da una catena, ma c è sempre il passaggio per le nostre bici da montagna), il brecciato finisce quasi subito per dare il posto allo sterrato con pietre a volte anche belle grandi, dopo 1.500 metri si incontra un bivio segnalato (m. 1.100 slm): sinistra S. Maria in Pantano salendo per il monte Oialona, dritto valico di Pescolle. Andiamo dritto per altri 1.000 metri circa fino ad incontrare un quadrivio (m. 1.050 slm), destra Pistrino (m. 813 slm), dritto valico di Pescolle (m. 951 slm) e sinistra Vallegrascia (m. 868 slm) questo è il nostro bivio, quindi si scende a Vallegrascia e da qui si sale ad Altino, ed eccoci arrivati al punto di partenza, con qualche chilo in meno che riprenderemo subito al ristorante dietro l angolo. INFORMAZIONI Il costo d'iscrizione è di 3,00 per i soci CAI e 7,00 per i non soci CAI. La quota d'iscrizione comprende: l'accompagnamento dei nostri organizzatori e l'assicurazione del CAI per i non soci. La difficoltà MC fa riferimento alla Scala delle difficoltà espressa dalla Commissione Cicloescursionismo MTB del Convegno Ligure Piemontese Valdostano del Club Alpino Italiano. La doppia sigla MC/MC indica rispettivamente la difficoltà in salita ed in discesa. MC: (per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su strade sterrate con fondo poco sconnesso o poco irregolare (tratturi, carrarecce...) o su sentieri con fondo compatto e scorrevole. Per partecipare alla gita in MTB occorre compilare, in qualità di soci CAI, la domanda d iscrizione al Gruppo Ciclo Escursionismo CAI SLOW BIKE, ed occorre prendere conoscenza del Regolamento del Gruppo Ciclo Escursionismo e del Regolamento Gite. I documenti possono essere scaricati da www.slowbikeap.it o richiesti presso la sezione. Alla gita in MTB, come per le altre gite escursionistiche sezionali, possono partecipare oltre ai soci CAI anche i non soci che effettuano la domanda di partecipazione alla Gita Sociale. Rammentiamo a tutti che è obbligatorio indossare il casco ben allacciato. Pagina 6 / 8

TRACCIATO GPS TRIDIMENSIONALE DEL PERCORSO Pagina 7 / 8

PROFILO ALTIMETRICO DEL PERCORSO Pagina 8 / 8