NOTE GENERALI E RACCOMANDAZIONI



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NOTE GENERALI E RACCOMANDAZIONI Leggere il presente opuscolo attentamente ed informarsi con il Direttore di Escursione sul percorso e sulle difficoltà previste tenendo conto delle proprie capacità. Le escursioni sotto descritte non sono in ordine cronologico. L escursione giornaliera verrà decisa la sera precedente in base anche alle previsioni meteorologiche. Rispettare rigorosamente gli orari di partenza (non si aspetteranno i ritardatari). Durante le escursioni rimanere in gruppo ed avvisare il D.E. per sopraggiunte necessità o difficoltà. E obbligatorio seguire le direttive del D.E. e non prendere iniziative proprie. Tutti i partecipanti devono essere in regola con l iscrizione al CAI (ricordarsi di portare la tessera). Gli organizzatori non si assumono responsabilità per le escursioni qui descritte ma effettuate senza accompagnatori. SISTEMAZIONE: Hotel LA SOLDANELLA - Strada de Rancolin, 6-38035 Moena - Val di Fassa (TN) Tel. 0462 573201 SIMBOLOGIA: ora di partenza dall hotel dislivello in salita tempo di percorrenza (senza soste) lunghezza totale del percorso dislivello in discesa quota sul livello del mare

1) VAL CONTRIN h 9:00 km 13,0 m 500 m 1.100 h 4:30 L'escursione parte da Alba di Canazei con la funivia del Ciampac ( 1.517 m). Arriviamo alla stazione a monte ( 2.142 m) e partiamo in direzione della Sella del Brunech sul sentiero n. 644 nella bellissima e verdeggiante conca del Ciampac. Questo primo tratto è su sterrata fino a passare sotto alla seggiovia dove poco dopo si prende il sentiero a sx fino ad incontrare il sentiero n. 613. Una bella e costante salita ci porta a Forcia Neigra, il punto più alto dell escursione ( 2.509 m). Da qui si ha un imponente vista sul Gran Vernel e in particolare sul versante sud della Marmolada. Superato il valico si scende sullo stesso sentiero che ci porta a due tratti esposti attrezzati con una corda che richiedono una certa attenzione (vedi foto); li superiamo arrivando ad una selletta tra la Torre Dantone e la Croda Negra. Proseguiamo in discesa nella bella conca del Ciamp de Mez fino ad incrociare il sentiero n. 613b (il sentiero Lino Pederiva). Da qui superiamo un costone dove troviamo numerose grotte della I^ guerra mondiale, fino a raggiungere il Rifugio Passo San Nicolò ( 2.338 m). Qui ci fermiamo per una sosta e dopo aver goduto del magnifico panorama continuiamo seguendo il sentiero n. 608. In discesa passiamo i prati di Vernadais dove abbiamo una bella vista sul Col Ombert, fino ad arrivare ad un piccolo ponte che ci permette di raggiungere il Rifugio Contrin ( 2.016 m). Anche da qui il panorama è stupendo; appena sopra il rifugio troviamo una bella chiesetta con la Cima Ombretta a farle da cornice. Per il ritorno a valle prendiamo il segnavia n. 602 che ripercorre l intera Val Contrin con bella visuale sul Sassolungo. Dopo aver oltrepassato il Ruf de Contrin superiamo Baita Locia Contrin ( 1.736 m). e con numerosi tornanti in ripida discesa arriviamo al piazzale della funivia. Il gruppo V.I.P. può usufruire del sevizio navetta fino a baita Locia Contrin ( 16,00 a/r) e salire su comoda carrareccia al rifugio Contrin. Lunghezza km 7 - Salita m 300 - Discesa m 300 - Tempo h 2:30

2) LAGO DI ANTERMOIA h 9:00 km 12,5 m 700 m 700 h 4:00 Arriviamo con le auto a Campitello di Fassa dove usufruiamo del servizio navetta ( 16,00 a/r) per il rifugio Micheluzzi ( 1.850 m) in Val Duron, splendida e verde valle che parte dal paese di Campitello e termina all'omonimo Passo Duron al cospetto dei Denti di Terrarossa e al confine con l'alpe di Siusi. Dal rifugio in leggera salita sul sentiero n. 532 arriviamo dopo circa 2 km ad un bivio a quota 1900 m dove giriamo a sx sul sentiero n. 578 cominciando a salire verso il Passo delle Ciaregole ( 2.282 m), tra vegetazione bassa ma fitta (questo è il regno dei rododendro). La salita continua e la vista spazia dal Sassopiatto alla sottostante verdissima Val di Dona, da dove arriva il sentiero n. 580 che seguiamo fino al Passo di Dona ( 2.516 m). Da qui il panorama si apre a perdita d occhio sul Sassolungo, sul Sella, la Marmolada e più in là il Pelmo, il Civetta fino alle Pale di S. Martino. I prati lasciano il posto alle rocce e presto raggiungiamo il rifugio Antermoia ( 2.497 m) inoltrandoci nel Gruppo del Catinaccio d'antermoia. Oltre il rifugio la splendida conca del laghetto alpino sotto la Croda da Lago. Il ritorno avviene sullo stesso percorso dell andata.

3) VALLE DI S. NICOLO h 9:30 km 10,0 m 700 m 700 h 4:00 Arrivati a Pozza di Fassa attraversiamo il paese per inoltrarci a dx nella Valle S. Nicolò. Superata malga Crocifisso continuiamo fino al parcheggio aldilà del torrente. Da qui parte il sentiero n. 640 che entra nel bosco dove il primo tratto è su una piacevole sterrata fino ad arrivare ad un bivio. Qui prendiamo la traccia che sale sulla nostra destra rimanendo sempre sul segnavia n. 640. Il sentiero comincia a salire ripido continuando comunque sempre su un buon terreno ghiaioso, facciamo qualche sosta per riprendere fiato fino ad arrivare fuori dal bosco dove si apre una radura. Continuiamo verso il Lagusel ( 2.105 m) che troviamo poco più in alto e, dopo le foto di rito, continuiamo a salire fino alla forcella Pief ( 2.185 m) dove giriamo a sx sul sentiero n. 641 e salendo ancora ma con pendenza moderata, arriviamo alla sella Palacia ( 2.260 m), punto più alto della nostra escursione. Da qui si apre una bella vista sul Passo San Nicolò, sul Col Ombert e la Marmolada. Dalla sella scendiamo verso valle fino ad incontrare la sterrata che avevamo lasciato precedentemente. Proseguiamo a dx ed attraversiamo il torrente per giungere in cima alla valle dove è sita la Malga alle Cascate dove nasce il torrente San Nicolò in prossimità di tante piccole cascate d'acqua purissima. Il rientro avviene sulla sterrata che scende la valle fino al parcheggio. Il gruppo V.I.P. dal parcheggio risale la comoda carrareccia fino alla Malga alle Cascate. Lunghezza km 7 - Salita m 300 - Discesa m 300 - Tempo h 2:30

4) PIZ BOE h 9:30 km 7,0 m 400 m 400 h 3:00 Una volta arrivati al Passo Pordoi ( 2.240 m), lasciamo la macchina nel grande parcheggio e prendiamo la funivia che ci proietta al Sass Pordoi ( 2.950 m). Cinque minuti sospesi nel vuoto ed eccoci al rifugio Maria da dove ha inizio la nostra escursione al Piz Boè. Il panorama è fantastico: si vedono il Pelmo, il Civetta, la Marmolada, le Odle, il Sassolungo e tanti altri gruppi montuosi. La salita non è difficile, bisogna solo fare attenzione ad alcuni tratti attrezzati e tener presente inoltre che tutta la durata dell'escursione si sviluppa intorno ai 3.000 metri di quota. Dal rifugio Maria scendiamo, in circa 15 minuti di cammino, a quota 2.848 m della Forcella Pordoi. Qui è presente il rifugio Forcella Pordoi e anche l'arrivo del sentiero che parte dal Passo Pordoi. Dal rifugio Pordoi prendiamo il sentiero n. 627 fino ad arrivare, in circa venti minuti, al bivio con il sentiero n. 638 che conduce in cima. Iniziamo a salire con gradini, rocce e detriti fino ad arrivare alla prima parte attrezzata con corda di sicurezza. Si continua su percorso dello stesso tipo fino all'ultimo tratto di roccia e gradini con cavo metallico e arriviamo, in un'ora dalla deviazione, alla vetta del Piz Boè a m. 3.152. Qui in cima è presente un piccolo rifugio, la Capanna Piz Fassa. Per la discesa continuiamo sul sentiero n. 638 che a certi tratti si fa davvero ripido e scivoloso. C'è una zona attrezzata con delle scale di legno e poi è tutta una discesa a zig-zag fino al rifugio Boè ( 2.871 m). Una sosta ristoratrice e qualche piatto locale e si riprende il cammino sul sentiero n. 627 che, tagliando il detritico fianco ovest del Piz Boè, ci conduce comodamente a Forcella Pordoi e all omonimo rifugio. Da qui si risale in breve ala stazione a monte della funivia sul Passo Pordoi e quindi a passo Pordoi. Il gruppo V.I.P. può raggiungere il rifugio Boè direttamente senza salire al Piz e rientra con il gruppo principale. Lunghezza km 6 - Salita m 250 - Discesa m 250 - Tempo h 2:30

5) CATINACCIO h 9:00 km 12,0 m 650 m 650 h 4:30 Giunti a Vigo di Fassa si prende la funivia per Ciampedie che ci porta a quota 1.980 m, un balcone naturale sul gruppo del Catinaccio e delle altre cime dolomitiche. Ci dirigiamo verso ovest sul sentiero n. 545 per lasciarlo quasi subito e seguire a dx il sentiero delle pecore. La traccia risale tra gli alberi ed esce sugli aperti pendii erbosi di Pra Martin. Raggiunta la sommità del dosso il sentiero entra nel bosco e prende a risalire con decisione fra grandi abeti. Ogni tanto, qualche suggestivo scorcio su Larsec, Sassolungo, Sella e Marmolada. Superato un tratto ripido, il sentiero raggiunge il grande cengione detritico che sorregge la turrita cresta delle Cigolade su cui si sviluppa il percorso a saliscendi con belle vedute sul fronteggiante gruppo della Vallaccia e sulla Roda di Vaèl. Giunti ad una specie di colletto con alberello, si risale un dosso e si raggiunge il bivio per il Rifugio Vajolet via Pale Rabbiose entrando così nel cuore selvaggio del Catinaccio. Si continua quindi a salire a dx fino al Passo Sofión ( 2.250 m). Fatti poche centinaia di metri dopo qualche curva la conca del Catinaccio si presenta in tutta la sua bellezza selvaggia. Ora il sentiero segue il costone che scende dal Cingolade passando per le Pale Rabbiose per inoltrarsi nel cuore della valle. Dal passo Cingolade scende il sentiero n. 541 che seguiamo verso nord. Si susseguono piccoli saliscendi fino al colle Barbolada ( 2.370 m) per poi scendere fino ad incontrare il sentiero n. 546 che con un ultimo strappo ci conduce ai rifugio Vaiolet e Preuss ( 2.240 m). Il ritorno avviene sul sentiero n. 546 che in discesa al centro della valle ci porta al rifugio Gardeccia ( 1.960 m). Da qui il comodo sentiero n. 540 ci conduce in circa un ora alla funivia.

6) CAREZZA : IL LAGO E IL LABIRINTO h 9:30 km 11,0 m 500 m 500 h 4:00 Questa escursione passa per due luoghi famosi: il lago di Carezza e il Labirinto, un fiabesco intrico di massi e rocce rotolati giù dal Latemar poco più di duecento anni fa che formano un sorprendente intreccio di angusti passaggi, straordinari archi e fenditure da cui prese spunto Agatha Christie per scrivere un famoso romanzo. Si raggiunge in auto il parcheggio della funivia Paolina a Carezza dove inizierà la nostra escursione sulla strada/sentiero n. 6 e 10 che scende per 1.500 m fino al lago ( 1.520 m). Dopo aver ammirato lo specchio d acqua circondato dai boschi con lo sfondo delle cime del Latemar. Seguendo la riva verso dx si arriva all inizio del sentiero n. 11, una strada forestale sterrata che in leggera salita si addentra nel bosco di abeti rossi, il cui legno viene utilizzato per la creazione di strumenti ad arco. Usciti dal bosco si perviene ad un cartello che racconta la leggenda del lago di Carezza e poco dopo si raggiunge la baita della forestale addossata ad un enorme macigno con alcune panche. Si continua verso est sul sentiero n. 20 che s inoltra nel labirinto tra massi, strettoie e archi di pietra sotto le strapiombanti pareti del Latemar, prima in salita fino a quota 1.900 m e poi in discesa. Usciti dal labirinto si gira a dx sul sentiero n. 18 e dopo circa 300 m a sx sul sentiero n. 13 che passa vicino alla malga Latemar posizionata sul finire dei prati e dove possiamo mangiare il nostro panino godendo della vista sui gruppi del Latemar e del Catinaccio. Si continua sul sentiero n. 13, ora strada forestale, per scendere fino alla strada asfaltata davanti al grand hotel Carezza. Si segue la strada verso dx per qualche centinaio di metri per tornare al parcheggio.

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