Pastore Johnny Gravino - I fondamenti della fede cristiana Secondo studio: Come studiare la Bibbia II Timoteo cap.2 vers.15 Sforzati di presentare te stesso davanti a Dio come un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi, che dispensi rettamente la parola della verità. Vediamo in questo versetto l esortazione a Timoteo, come discepolo e pastore dopo Paolo, di conoscere bene la sua Bibbia perché doveva insegnarla, viverla e aiutare gli altri a viverla. Quindi se è questo lo strumento che abbiamo per l nsegnamento e per la vita dobbiamo conoscere bene come usarlo. Quando parliamo dello studio della Bibbia, stiamo sempre parlando di un attività che inizia con la mente, tocca il cuore e poi tocca la vita pratica; non è mai un attività teorica. Abbiamo 5 principi iniziali per come studiare la Bibbia: 1. ASCOLTARE: l ascolto della Parola di Dio è già un inizio allo studio della Bibbia. Romani cap.10 vers.17 dice: Così la fede viene da ciò che ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla Parola di Cristo. E importante ascoltare la Parola per credere e per crescere. 2. LEGGERE: Apocalisse cap.1 vers. 3 dice: Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino! Vediamo come la lettura e l ascolto vanno insieme.
3. STUDIARE: Si comicia a scavare, ad approfondire. Atti cap. 17 vers. 11 dice: Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così. Notiamo la descrizione che l apostolo Paolo fa della chiesa di Tessalonica descrivendo come Nobili coloro che ricevettero la parola con grande entusiasmo, ricercando, approfondendo, esaminando quotidianamente le cose che erano scritte. 4. MEMORIZZARE: Salmo 119 dal vers. 9 a 11 dice: Come potrà il giovane render pura la sua via? Badando a essa mediante la Tua parola. Ti ho cercato con tutto il mio cuore; non lasciare che mi allontani dai tuoi comandamenti. Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te. Memorizzare i versetti è una grande benedizione e oggigiorno, purtroppo, sembra che solo i bambini, come esercizio, lo facciano. Invece memorizzare la Bibbia, memorizzare dei passi, anche piccoli passi, ci aiuta ad essere concentrati anche durante la vita quotidiana sulla Parola di Dio. 5. MEDITARE: Salmo 1 vers. 2-3 dice: Ma il cui diletto è nella legge del Signore, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa prospererà. Pensiamo a queste parole così profonde che il salmista usa per descrivere quest uomo; un uomo che è radicato, ancorato
nella Parola. Attraverso la mediatazione riusciamo a scoprire o approfondire cose nuove da un passo già letto in precedenza. Molti credenti vedono la meditazione come qualcosa di mistico in cui devono svuotare la mente e provare a pensare a Dio, ma questo è impossibile perché l unico modo in cui possiamo riuscire a pensare a Lui è per mezzo della Sua Parola. Abbiamo bisogno del cibo per pensare a Dio altrimenti i nostri pensieri vagano, mentre la Parola è quell ancora che ci fissa e ci lascia alzare lo sguardo verso di Lui. Per questo è importante che ognuno di noi trovi un momento nella giornata per meditarla. Quando desideriamo conoscere la Bibbia e diciamo di volerla approfondire, di volerla studiare, stiamo dicendo che la Scrittura è sufficiente, cioè che solo questa ci basta. Ci sono diversi passi che lo dicono ma il passo chiave è II Timoteo cap.3 vers. 16 e 17 che dice: Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Molto spesso non riusciamo a vedere la praticità della Bibbia; vediamo solo che è la Parola di Dio, che è un libro religioso ed un libro che dimostra Dio un po come i cattolici che credono nella Parola, ma allo stesso tempo non la usano. Ma l utilità della Parola nella vita è di trasformare il credente, fargli sempre di più abbandonare il peccato e farlo sempre più simile a Cristo. Questo è il lavoro che viene fatto nel credente e lo fa solo la Bibbia. Quindi un credente che non cresce nella Parola, un credente che non è esposto nella Parola, un credente che non è sottomesso alla Parola rimane come un piccolo neonato egoista, capriccioso, che è stato salvato ma ha ostacolato la sua crescita ed è rimasto quel bimbo immaturo. Spesso credenti immaturi sono tra di noi; sono contensiosi, sono sempre coinvolti in qualche problema, la loro vita è un disordine totale, vanno da un problema all altro, si
ribellano quando qualcuno vuole correggerli, sono ostili e non vogliono sottomettersi. Però la Bibbia è utile a trasformare il credente ed è per questo che è essenziale per la chiesa; per essere studiata, approfondita. La chiesa deve dar valore a uomini preparati che la insegnino, deve dare valore a studi che la approfondiscano. Noi non abbiamo bisogno del mondo per completarci, non abbiamo bisogno della psicologia, non abbiamo bisogno di metodi, strategie ma abbiamo bisogno della Parola, ben studiata, ben insegnata che ci cambia questa Parola che ci rende completi ed è sufficiente per noi. Una volta che ci avviciniamo all approccio della Bibbia dobbiamo fare un secondo passo vedendo praticamente come studiarla e come iniziare questo processo. Iniziamo guardando I Pietro cap. 2 vers. 1 e 2 che dice: Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza. Qui Pietro ci dice di sbarazzarci di ogni cattiveria, di purificarci, di pregare, chiedere perdono e confessare i peccati. Perché non parliamo solo di un attività accademica, che è molto importante, ma stiamo sempre parlando di un attività spirituale e di un rapporto che abbiamo con Dio; è questa la cosa più importante. Perché possiamo anche analizzare tutti i verbi, tutti gli usi e costumi, fare un esegesi grammaticale e storica del contesto e dei personaggi, ma se noi non stiamo vivendo quel passo, sono parole vuote e facciamo più la figura di ignoranti che la figura di uomini spirituali. Se noi ci adoperiamo a tutto lo studio come dei scienziati senza che il passo abbia toccato il nostro cuore, è tutto inutile. La prima cosa che dobbiamo fare è assicurarci che il nostro cuore sia puro, dobbiamo sbarazzarci di peccati, malizie, pensieri sbagliati e dobbiamo avvicinarci alla Parola con un
atteggiamento di sottomissione e preghiera, confessando che noi non riusciremmo a vivere quel passo se non per grazia di Dio e chiedendo al Signore di illuminare la nostra mente per capire quello che ci vuole comunicare. Guardiamo Colossesi cap. 1 vers. 9 e 10 che dice: Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo saputo questo, non cessiamo di pregare per voi e di domandare che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio. Notiamo le parole di Paolo in questa preghiera; non sta pregando per la loro salute o per qualsiasi altra cosa, ma sta pregando per la loro crescita spirituale nella conoscenza. La conoscenza è fondamentale, ma dietro c è un opera spirituale che la radica nel Signore. Sono così forti le parole di Paolo perché questa è una chiesa che lui non ha visitato, è stata fondata da qualcun altro e lui ha solo conoscenza di questa chiesa; non conosce precisamente tutte le persone (probabilmente non le ha mai viste!), non sa precisamente i loro problemi, le loro difficoltà sa che c è un eresia che lo spinge a scrivere ma non conosce questi credenti veramente. Notiamo che lui prega per loro affinchè crescano nella conoscenza di Dio, nel piacere a Dio e nel portare frutto per Lui, anche se questo significa affrontare una prova. Notiamo come il versetto 11 va avanti: Fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti. Qui Paolo prega affinchè crescano e siano fortificati; ci da l impressione di voler formare quel Super credente pronto a combattere il mondo, a sconfiggere il nemico ma invece dice che
il nostro scopo non è la vittoria, sconfiggere il mondo o sconfiggere il peccato ma è tutt altro. Il nostro scopo è di essere dipendenti dal Signore, pazienti nella prova, pazienti nelle difficoltà, pazienti nella crescita, pazienti nella chiesa con altri fratelli, pazienti con le mogli, pazienti con i figli e perseveranti. Questo potrebbe significare proprio rimanere in quella prova, rimanere in quel lavoro, rimanere in quella difficoltà, rimanere in quella famiglia, rimanere in quella chiesa perché questa è la volonta di Dio e noi porteremo frutto così, essendo pazienti e perseveranti. Questa è la preghiera di Paolo, questo è il suo desiderio e questo è il nostro approccio alla scrittura, confessando i nostri peccati, confessando che noi siamo nulla verso il Signore e che non possiamo conoscere la sua Parola se la Sua grazia non ci illumina. Una volta che abbiamo questo approccio alla Parola possiamo passare a ciò che riguarda l osservazione. Dopo la preparazione spirituale, la preghiera, la confessione, la purificazione e l umiltà davanti al passo c è l osservazione. Nell osservazione possiamo paragonarci ad un ricercatore. Ci dobbiamo sforzare usando la mente, la nostra preparazione e cominciare ad osservare, leggere e rileggere il passo, porci delle domande riguardanti il testo e capire cosa significa veramente. E importante dire che con l osservazione non dobbiamo aggiungere i nostri pensieri, ma dobbiamo scoprire, buttare fuori il vero significato. Con l osservazione quindi vogliamo porci le nostre domande (Chi?, Che cosa?, Dove?, Quando?, Perché?), vogliamo trovare le parole chiave, vogliamo osservare i soggetti, le persone, i luoghi, vogliamo osservare gli imperativi, gli ordini, gli avvertimenti, le parole ripetute che spesso trasmettono l intento dell autore, poi i paragoni, le frasi, le domande che fa l autore, vogliamo vedere qualcosa di unusuale o inaspettato dal passo. Ma per farci tutte queste domande sul passo ci vuole tempo, perché quando lo esaminiamo ci stiamo immedesimando in esso; è come
se ci stiamo lavando con quel passo e quindi ci vuole tempo. Ci vuole tempo per meditarlo, per scoprirlo non viene tutto subito. Dopo l osservazione, che ci indica cosa vediamo, c è l interpretazione che ci dice cosa significa quel passo. Una volta che abbiamo osservato e raccolto i nostri dati, analizzato parole, studiato il contesto dobbiamo raccogliere tutti i dati e dobbiamo domandarci cosa significa il passo. Noi, di partenza, possiamo dire cosa significa, perché abbiamo lo Spirito Santo che ce lo permette. Lui è il nostro insegnante mentre il non credente non può dire questo; può fare tante ricerche, può esaminare tutto in modo eccellente però non può arrivare alla conclusione che la Bibbia vuole. Spesso parliamo di buoni commentari che, però, sono scritti da liberali che non credono che la Bibbia è Parola di Dio e che sia spirituale. Credono che la Bibbia sia un libro religioso, storico e per cui il liberale conosce le lingue originali, ha studiato l ebreo e l ebraico, può fare tutto un esame della Parola ma la sua conclusione è errata perché non è lo Spirito che illumina la sua mente. Nell interpretazione dobbiamo rivolgerci al contesto. La definizione di una parola è collegata al suo contesto, la spiegazione di un passo è collegata al suo contesto. Dopo ci rivolgiamo a libri, a dizionari biblici, a commentari, a libri di greco ed ebraico per conoscere la lingua originale, ad enciclopedie queste sono cose buone anche se spesso, specialmente in Italia, sentiamo dire che solo la Bibbia ci basta. Questo è vero, però non quando dobbiamo preparare un messaggio. Certamente la Bibbia è la base, però lo Spirito Santo ha usato anche uomini nella storia, ha usato strumenti come i commentari che ci danno la spiegazione o ci aiutano a capire un passo e a non sviarci. E orgoglioso e superbo pensare di non consultare uomini che hanno studiato e sono più preparati di noi e che solo con la Bibbia possiamo arrivare all interpretazione giusta per poi fare un messaggio.
Dopo andiamo all applicazione. Ogni passo ha una sola interpretazione ma diverse applicazioni. Ogni passo deve essere applicato; quando l intento è colto lo Spirito Santo accurato e preciso lo applica con potenza al cuore del credente e al cuore del non credente portando il primo alla crescita e l altro al ravvedimento. L applicazione ci indica qual è l impatto che ha nella nostra vita un passo. Quidi l osservazione ci indica cosa dice il passo, l interpretazione cosa significa e l applicazione ci dice qual è l effetto che ha il passo nella nostra vita. Nell applicazione dobbiamo chiederci se c è un peccato che dobbiamo abbandonare, se c è una promessa che dobbiamo abbracciare per noi stessi, se c è un esempio che dobbiamo seguire dal passo che stiamo studiando, se c è un comando a cui dobbiamo ubbidire o se c è un pericolo che dobbiamo evitare. Queste sono domande utili, di riflessione che ci aiutano ad applicare un passo. Mentre alla fine abbiamo la ripetizione, perché il processo dello studio biblico non finisce mai. Dobbiamo sempre ritornare ad un passo ed è così che notiamo la benedizione nel fare degli studi. Una cosa importante da ricordare è che la conoscenza è molto importante ma senza il cuore è inutile; studiando la Bibbia noi veniamo cambiati e trasformati e le nostre famiglie, i nostri fratelli lo vedono perché lo studio della Bibbia cambia principalmente noi. La scrittura ci assale, ci corregge, ci riprende, ci incoraggia, ci esorta e noi viviamo la Scrittura perché siamo sotto di essa, siamo presi da essa e quindi diventiamo contagiosi per gli altri.