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A DOMANDA... RISPONDE Molti sostengono di aver ricevuto da parte del Signore, un nome spirituale. È biblicamente corretta questa affermazione? È giusto che alcuni si facciano chiamare con il loro nome spirituale? ---------------------- Nel corso della storia, il nome ha assunto significati diversi a seconda delle epoche, delle culture, delle religioni, degli avvenimenti, delle circostanze sia locali e familiari, che regionali e nazionali. Certo è che quasi sempre ha voluto, con una sola parola, trasmettere un messaggio, quasi in codice, del carattere e della personalità dell individuo che l ha portato, nonché della benedizione arrecata con la sua nascita e del compito che avrebbe svolto durante la sua vita. Vediamo pertanto che non solo gli uomini, ma anche Dio è intervenuto nel dare dei nomi alle sue creature. Gli uomini inoltre, hanno anche dato dei soprannomi ai propri simili; ma anche Iddio ha fatto la sua parte arrivando perfino a cambiarli in questa terra ed a fare la promessa di un nome nuovo nel Suo Regno eterno. Ma andiamo per ordine. Naturalmente, la nostra piccola ricerca trae spunto da alcuni esempi presentati dalla Sacra Scrittura. Cominciamo con i nomi dati da Dio. Uomo : è il nome dato da Dio ad Adamo ed Eva il giorno che furono creati (Gen. 5: 1,2). Ismaele (Iddio ascolta): è il nome suggerito ad Agar da parte dell angelo dell Eterno, quando fuggiva dalla sua padrona (Gen. 16: 11). Isacco (ridere o risata): è il nome dato da Dio al figlio di Abramo e Sara, avuto nonostante la loro veneranda età di rispettivi 100 e 90 anni. Sara infatti, si mise a ridere quando le fu detto che avrebbe avuto un figlio (Gen. 17: 19).

Giovanni (l Eterno ha fatto grazia): è il nome dato dall angelo del Signore a Zaccaria per il figlio che sarebbe nato (Luca 1: 13). Gesù (l Eterno è salvezza): è il nome dato dall angelo Gabriele a Maria per il figlio primogenito che avrebbe partorito (Luca 1: 31). Ecco ora alcuni nomi dati dagli uomini, non privi di significato. Eva (vita): è il nome dato da Adamo alla propria moglie perché è stata la madre di tutti i viventi (Gen. 3: 20). Set (posto in vece): è il nome dato da Eva al figlio nato dopo la morte di Abele che Caino aveva ucciso (Gen. 4: 25). Noè (riposo, tranquillità): è il nome dato da Lamec al figlio dicendo: Questo ci consolerà della nostra opera e della fatica delle nostre mani cagionata dal suolo che l Eterno ha maledetto! (Gen. 5: 29). Ascer (felice, beato): è il nome dato da Zilpa al suo secondogenito; si sentiva felice perché Iddio l aveva resa feconda e prolifica (Gen. 30: 13). Mosè (trar fuori): è il nome dato dalla figliuola di Faraone al figlio di Amram e Jokebed, che ella trasse dalle acque del fiume (Esodo 2: 10). Icabod (senza gloria): è il nome dato dalla nuora del sacerdote Eli al figlio nato dopo la morte del marito, del suocero e la presa dell arca da parte dei Filistei (1 Sam. 4: 21). Dicevamo anche dei soprannomi dati da Dio Padre e dal Suo Figliuolo Gesù: Jeshurum (giusto, retto): soprannome dato a Giacobbe (Is. 44: 2). Jedidia (amico dell Eterno): soprannome dato a Salomone (2 Sam. 12: 25). Boanerges (figliuoli del tuono): soprannome dato da Gesù ai figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, per il loro carattere impetuoso (Marco 3: 17). Anche gli uomini non sono stati da meno nel dare soprannomi ai propri simili: Beltsatsar : soprannome dato a Daniele, il cui nome significa Iddio ha giudicato. Shadrac : soprannome dato ad Hanania, il cui nome significa l Eterno è stato misericordioso. Meshac : soprannome dato a Mishael, il cui nome significa chi è

Dio?. Abed-nego : soprannome dato ad Azaria, il cui nome significa l Eterno ha soccorso. Questi nomi furono dati tutti dal capo degli eunuchi del re (Dan. 1: 7). Altri nomi sono stati letteralmente cambiati sia da Dio che dagli uomini, significando con questo la nuova opera che essi avrebbero svolto da quel momento in poi: da Abramo (padre eccelso, patriarca) in Abrahamo (padre di una moltitudine) Gen. 17: 5; da Giacobbe (soppiantatore) in Israele (colui che lotta con Dio) Gen. 32: 28, 35: 10; da Sarai (mia principessa) in Sara (principessa) Gen. 17: 15; da Hosea (salva, salvezza) in Giosuè (l Eterno è salvezza) Num. 13: 17, nome cambiato da Mosè; da Simone (che ode) in Cefa (Pietro) Giov. 1: 42, nome cambiato da Gesù. Alla luce di quanto esposto, si evince che quasi sempre quando Dio è intervenuto per cambiare il nome, è stato perché il nuovo nome avrebbe espresso la nuova posizione di quell uomo o di quella donna, nei confronti del Suo piano. Posizione di nuova responsabilità, per una nuova missione, un nuovo impegno ed un nuovo lavoro spirituale, così come è avvenuto per gli apostoli Pietro e Paolo. Iddio stesso anticipa i tempi ed in profezia dichiara che avrebbe dato ai suoi servi un altro nome (Is. 65: 15); Gerusalemme stessa sarebbe stata chiamata con un nome nuovo (Is. 62: 2); ed ancora: Io darò loro un nome eterno (Is. 56: 5). Ciò che veramente interessa ai figliuoli di Dio, è sapere che il Buon Pastore li chiama per nome (Giov. 10: 3) e che i loro nomi sono scritti nei cieli (Luca 10: 20), gioia questa ben più grande della sottomissione a loro degli spiriti immondi. L apostolo Paolo asseriva che i nomi dei suoi collaboratori erano nel libro della vita (Filip. 4: 3). Il Signore Gesù garantisce che il nome di coloro che vincono col Suo aiuto il combattimento della fede, non sarà mai cancellato dal libro della vita (Apoc. 3: 5). Il desiderio del Signore è di farci partecipi della Sua natura e della Sua Santità, facendoci avere comunione con il Suo Santo Nome;

Nome che per noi significa Carattere, Personalità, Volontà, Spirito, Salvezza, Giustizia, Benedizione, Potenza, Gloria eterna e tanto, tanto altro ancora. L'invocazione della benedizione dell'eterno sul popolo, come descritta in Numeri 6: 27, aveva lo scopo di mettere il Nome dell'eterno sul popolo ed Egli l'avrebbe benedetto. I 144.000 avevano il nome dell'agnello e di Suo Padre scritto sulle loro fronti (Apoc. 14: 1). I Suoi servitori vedranno la Sua faccia e avranno in fronte il Suo Nome (Apoc. 22: 4). Gesù dice: Chi vince io lo farò una colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; e scriverò su lui il nome del mio Dio, ed il mio nuovo nome (Apoc. 3: 12). a chi vince io darò della manna nascosta, e gli darò una pietruzza bianca, e sulla pietruzza scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve (Apoc. 2: 17). Quest'ultimo passo ci dice che coloro che vincono ricevono: la manna nascosta (cibo spirituale particolare); una pietruzza bianca (consenso ed approvazione divina); un nome nuovo (in vista del nuovo lavoro da svolgere nel Regno di Dio nei Cieli). Questo nome nuovo, nome spirituale in quanto nel regno di Dio tutto è spirituale, nessuno lo conosce, tranne colui che lo riceve. Si tratta di qualcosa di intimo e personale, che deve rimanere segreto e prezioso come una perla nello scrigno del nostro cuore. Alcune rivelazioni possiamo parteciparle ad altri, ma ce ne sono di personali che devono rimanere segrete. Se provassimo a parteciparle ad altri, non capirebbero. Non è da escludersi che fin d'ora, alcuni abbiano ricevuto un nome, a loro dire, spirituale, mentre per altri si è trattato solo di un altro nome, un diminutivo, un vezzeggiativo, un nome col quale amichevolmente e confidenzialmente il Signore si compiace di chiamarli. Abbiamo dimostrato che ciò è biblicamente corretto. Non crediamo però che il nostro nome spirituale o nome nuovo ricevuto, debba essere usato dagli altri quando si rivolgono a noi. Possiamo pure riferire della nostra esperienza come notizia, anche se non siamo obbligati a farlo, ma lasciamo al Signore la prerogativa di chiamarci come ritiene opportuno fare, in un ambito di comunione spirituale, strettamente personale, come per

accarezzarci e coccolarci, così come un padre fa col proprio figliuolo. Gli uomini con le persone amate, i genitori con i figli, usano dei nomi particolari perché essi sono divenuti i loro pupilli. Anche il Signore ha i suoi pupilli, cioè i suoi piccoli fanciulli (tale è il significato della parola pupillo): tutti coloro che Gli hanno dato tutto il loro cuore, che hanno affidata la loro vita nelle Sue mani e che Lo servono del continuo, sono fatti oggetto della Sua protezione e dei Suoi favori particolari, come è scritto: perché chi tocca voi tocca la pupilla dell occhio Suo (Zacc. 2: 8). Preservami come la pupilla dell'occhio, nascondimi all'ombra delle tue ali (Salmo 17: 8). Ercole Mostacchio