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Dello stesso autore 101 luoghi insoliti in Italia dove andare almeno una volta nella vita 1001 cose da vedere in Italia almeno una volta nella vita Consulenza redazionale: Giuliano Pavone Prima edizione: novembre 2012 2012 Newton Compton editori s.r.l. Roma, Casella postale 6214 ISBN 978-88-541-4301-2 www.newtoncompton.com Realizzazione a cura di Corpotre, Roma Stampato nel novembre 2012 presso Mondo Stampa s.r.l. (Roma) e allestito da Puntoweb s.r.l. Ariccia (Roma)

Giuseppe Ortolano 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita Illustrazioni di Emiliano Tanzillo Newton Compton editori

INTRODUZIONE Terza tappa del nostro viaggio tra i piccoli e grandi gioielli del paese più bello del mondo: l Italia. Dopo essere andati alla scoperta dei 101 luoghi insoliti 1 e aver visitato le 1001 cose da vedere almeno una volta nella vita 2 ci avventuriamo, non senza qualche timore, nell Italia segreta e misteriosa. Un affascinante viaggio che ci porterà in luoghi dove aleggiano leggende tramandate da secoli, tra spettri che si svegliano all imbrunire, streghe impegnate in inquietanti sabba, diavoli che si trasformano in ingegneri e costruiscono ponti in una sola notte, sciamani che montano le loro tende tra le nevi delle Alpi, paesi fantasma, grotte e miniere dimenticate, coccodrilli che nuotano nelle acque dei laghi della pianura padana, sconosciute sibille dai dubbi poteri divinatori, cercatori di tesori perduti, uomini di pietra, temuti briganti, cavalieri Templari, farfalle preistoriche, spaventosi draghi e insolite mummie. Un mondo fantastico, fatto di storie, tradizioni, riti ancestrali, paure, miti e racconti, che rendono ancora più interessante la visita dei tanti luoghi italiani che vale la pena vedere, spesso lontano dalle tradizionali rotte 1 Giuseppe Ortolano, 101 luoghi insoliti in Italia dove andare almeno una volta nella vita, Newton Compton editori, 2010. 2 Id., 1001 cose da vedere in Italia almeno una volta nella vita, Newton Compton editori, 2011.

8 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita turistiche. È un viaggio impegnativo quello che vi propongo, perché oltre agli occhi è necessario aprire la mente, per scoprire che tra il mondo reale e quello fantastico c è un territorio, spesso inesplorato, dove le immagini si sovrappongono, i colori sfumano e il bianco si confonde con il nero. Castelli, chiese, cripte, radure, grotte, palazzi, borghi abbandonati, laghi, fiumi, torri, giardini, pietre, frantoi, miniere, ville, cimiteri, affreschi, musei, sentieri, regge, eremi, parchi e prigioni sono spesso stati testimoni di eventi intorno ai quali il tempo e la tradizione popolare hanno costruito un alone di mistero, dove la realtà si mescola con la fantasia, la leggenda si confonde con la storia. In questo nuovo viaggio per l Italia ho pensato di accompagnarvi in 101 luoghi appartenenti a questo mondo segreto e misterioso, sperando possiate incontrare quelle emozioni e quelle sensazioni che ho provato io visitandoli in questi anni. Questo libro non sarebbe stato possibile senza il contributo di molte altre persone. C è chi da anni indaga i luoghi del mistero e raccoglie leggende e storie. Chi ha la pazienza di sopportarmi mentre viaggio o scrivo. Chi, con scritti e racconti, ha acceso la mia curiosità e mi ha consigliato un viaggio. Chi, ancora oggi, custodisce gelosamente luoghi e storie e li protegge da incuria e speculazioni. E, infine, chi ha fiducia in questi viaggi per l Italia e da circa tre anni stimola le mie avventure, accompagna i testi con immagini, suggerimenti e correzioni. È anche grazie a loro se il viaggio tra i 101 luoghi segreti e misteriosi in Italia è diventato realtà e se oggi avete la possibilità di sfogliare questo libro. A tutti voi buona lettura, e a chi coscientemente o incoscientemente mi ha aiutato a scrivere questo nuovo 101 un caloroso grazie.

1. LA PIETRA DELLA FERTILITÀ DI MACHABY. ARNAD (AO) Pro Loco di Arnad Telefono: 339 1399751 Online: www.prolocoarnad.it Agriturismo Lo Dzerby Telefono: 0125 966067 Online: www.lodzerby.it Oggi è un piacevole gioco per bambini, ma per secoli a quella pietra liscia che si incontra all inizio del villaggio di Machaby sono stati attribuiti poteri magici. Infatti, secondo una tradizione ampiamente diffusa nelle zone abitate da Celti e Salassi, le donne della zona desiderose di avere figli si recavano fin qui per lasciarsi scivolare sulla roccia, chiamata guiata, che, col passare dei secoli, per il tanto uso, è diventata liscia. Si tratta di un antico e misterioso rito della fertilità dove il sasso era considerato il priapos primordiale, l elemento fallico maschile che nasceva dalla stessa terra. Per raggiungere l incantevole villaggio di Machaby, con la sua pietra della fertilità, alcune incisioni rupestri e un simpatico agriturismo che propone gustosissimi piatti tipici a base di prodotti quasi totalmente provenienti dalle coltivazioni della famiglia che lo gestisce, si deve la-

10 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita sciare l auto in un grande parcheggio alla base del colle e percorrere un ampia mulattiera che passa dal suggestivo Santuario di Machaby. Situato a circa 700 metri d altezza, l antico edificio religioso dedicato alla Madonna delle Nevi è fonte di alcune leggende. La prima narra che nella radura dove oggi sorge la chiesa apparve improvvisamente, nascosta fra i cespugli, una statua della Madonna. Trasportata dagli abitanti del luogo in un piccolo oratorio a monte, di cui ancora oggi si vedono i resti, la statua fece ritorno nottetempo nel cespuglio dove era stata trovata. I valligiani decisero così di costruire il santuario nella radura dove la Vergine aveva miracolosamente scelto di rimanere. Un altra leggenda vuole invece che in una caverna della zona una strega vipera e un diavolo con sette teste tenessero prigioniere le vittime destinate ai loro sabba infernali. Una fanciulla, catturata proprio mentre tagliava l erba nei pressi della chiesa, invocò la protezione di Nostra Signora di Machaby, che apparve sorridente ai prigionieri indicando loro un angolo della grotta dal quale arrivava un filo di luce. Nel punto indicato dalla Madonna la pietra si sgretolò, permettendo così la fuga della fanciulla e dei suoi compagni di sventura. La forza spirituale e magica del luogo è confermata dal fatto che, almeno fino alla fine dell Ottocento, Machaby era un santuario à répit, un luogo dove venivano portati i bambini nati morti (e quindi destinati al limbo) nella speranza che qui potessero rinvenire per l attimo sufficiente ad amministrare loro il sacramento del Battesimo. Oggi la chiesa, purtroppo aperta solo alcune domeniche, conserva al suo interno curiosi ex-voto e una statua seicentesca raffigurante la Madonna, ritenuta uno dei maggiori capolavori della scultura barocca in Valle d Aosta. Il grande portico che la circon-

1. La pietra della fertilità di Machaby. Arnad (AO) 11 da, costruito nel 1833 da una ricca signora del luogo, proprio per proteggere i bambini malati in attesa della benedizione, ospita una partecipata festa patronale, che ancora oggi si celebra il 5 agosto. L edificio, di origini trecentesche, è stato interamente ricostruito nel 1687 e sul portale d ingresso sono ancora visibili i segni lasciati dalle pallottole di un paio di soldati napoleonici che, impegnati nelle operazioni militari per superare il vicino forte di Bard, scaricarono i loro fucili contro il santuario. I più sportivi possono quindi proseguire su di una strada militare di età napoleonica che serviva numerose fortificazioni, tra le quali il forte Tenente Lucini (recentemente ristrutturato per ospitare un ostello) e la batteria di Machaby, utilizzata anche come rifugio dai partigiani durante la seconda guerra mondiale. Il viaggio tra i segreti della zona non può che concludersi con un assaggio del dolcissimo Lardo d Arnad DOP, ottenuto dalla lavorazione della schiena del maiale, maturata per almeno tre mesi nei doils, antichi recipienti in legno di castagno, larice o di rovere. Grazie a una sapiente e ovviamente segreta miscela di sale, spezie, aromi naturali ed erbe aromatiche di montagna, il lardo acquista una rara morbidezza che lo porta a sciogliersi in bocca in un tripudio di dolci e gradevoli sapori.

12 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita 2. LE SEGRETE ENERGIE DI VETAN. SAINT-PIERRE (AO) Informazioni turistiche Telefono: 0165 236627 Online: www.comune.saint-pierre.ao.it Èun luogo magico, dove si respirano quelle segrete energie che, negli ultimi anni, hanno attratto sciamani, maestri yoga e altre guide spirituali. Si annida a 1800 metri di altezza, in un angolo poco frequentato della Valle d Aosta, a una quindicina di chilometri dal comune-capoluogo di Saint- Pierre, e prende il nome di Vetan. Graziosamente adagiato in posizione panoramica su una conca di pascoli, era un piccolo villaggio abitato da una ventina di famiglie dedite alla coltivazione di segale, orzo, avena e patate. Poi sono arrivati gli sciamani che hanno sentito che il luogo possedeva rare energie. Tra di loro la grande sciamana siberiana Ai-Tchourek (Cuore di Luna) che, agli inizi del terzo millennio, ha «sentito subito che lì risiedevano dei potenti spiriti», decidendo di costruire un ovaa (piccolo altare votivo fatto con legni di betulla) per proteggere il Monte Bianco e chi vive ai suoi piedi da nuove tragedie. Prima di venire intercettata dagli sciamani, la segreta energia del luogo aveva già affascinato la scrittrice Lalla Roma-

2. Le segrete energie di Vetan. Saint-Pierre (AO) 13 no, che durante i suoi soggiorni a Vetan guardava ipnotizzata il vicino ghiacciaio del Rutor, che considerava un simbolo misterioso del passaggio all aldilà. La fama acquisita in tutto il mondo, la bellezza e la tranquillità del luogo hanno fatto di Vetan una meta per il turista alla ricerca di pace e serenità o interessato a frequentare uno dei numerosi corsi di spiritualità e sciamanesimo che si tengono nell hotel del villaggio. Ma per cogliere la forza vitale del luogo non è necessario credere negli sciamani o cercare il passaggio nell aldilà tra i ghiacci del Rutor: basta abbandonare l auto presso le ultime case del villaggio e incamminarsi lungo uno dei tanti sentieri che raggiungono il Mont Fallère (m 3601) e i numerosi laghi ai suoi piedi. Tra questi il simpatico lago delle Rane, a circa 2300 metri d altezza, così chiamato perché popolato da centinaia e centinaia di rane, raganelle e girini che, in quasi tutte le stagioni, animano le sponde del bacino lacustre con i loro salti e l inconfondibile gracidio. Lungo il sentiero e in cima al monte si ammirano grandiosi panorami che spaziano su tutta la Valle d Aosta, dal Gran Paradiso al Rutor, dal Monte Bianco al Grand Combin, dal Cervino al Monte Rosa. Camminando tra i pascoli si raggiunge, invece, la malga Quendoz dove, in estate, si vendono fontina ed erbe di montagna. Altre emozioni attendono chi raggiunge Vetan in inverno. Infatti questa piccola località di montagna propone agli amanti di sport invernali avventurosi itinerari di scialpinismo, oltre a originali esperienze di kitesnow (si scia e si surfa trainati da un aquilone) e backcountry, una disciplina dove le passeggiate con le racchette da neve si uniscono alle emozionanti discese con lo snowboard. Un centro di turismo equestre propone poi escursioni a cavallo, anche invernali sulla neve, tra pascoli e alpeggi della zona.

14 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita La vicina frazione di Verrogne, raggiunta da una strada solo nel 1968 e ora quasi disabitata, conserva ancora interessanti testimonianze del suo passato, tra le quali la segheria ad acqua, il mulino idraulico dove veniva macinato il grano, la latteria e il forno comunale. Quest ultimo, costruito nel 1843, aveva un imboccatura nella quale si potevano cuocere, dopo la lievitazione, circa duecento forme di pane. Scendendo verso il fondovalle e l autostrada Torino-Aosta vale la pena fermarsi a visitare il singolare castello di Saint- Pierre, arroccato su una rupe dove i Romani avevano costruito una torre di guardia. Oggi la fortificazione ospita il Museo regionale di scienze naturali. 3. I BACI DEL FANTASMA DEL CASTELLO DI VERRÈS (AO) Castello di Verrès Telefono: 0125 929067 Una strana presenza si aggira in estate nei pressi della fontana ottagonale del castello di Verrès. Sarebbe lo spirito della bellissima contessa Bianca Maria di Challant, che vi abitò tra il 1522 ed il 1525 e che a soli vent anni venne decapita-

IL CASTELLO DI VERRÈS (AO)

16 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita ta. Non è che la nobildonna, secondo la leggenda, fosse proprio uno stinco di santo. Pare, infatti, che avesse diversi amanti, che regolarmente ripudiava o addirittura faceva assassinare dopo alcune notti d amore. Uno di questi, per vendicarsi, la denunciò per un delitto che la donna non aveva commesso. E proprio a causa di questa accusa e della gelosia del marito che aveva scoperto l infedeltà della moglie, Bianca Maria fu portata a Milano, processata e condannata a morte per decapitazione. Molti assicurano che il suo spettro si aggiri ancora per le sale del castello e, specie in estate, appaia nei pressi della fontana per affiancare i visitatori e, con un bacio, tentare di sedurre gli uomini più affascinanti. Il tozzo castello che domina l abitato di Verrès e la strada per la Val d Ayas, probabilmente il più bel monumento dell età feudale in regione, è un cubo poderoso di circa trenta metri di lato costruito nel 1390 da Ibleto di Challant, antenato della contessa peccaminosa, come testimonia un iscrizione scolpita in caratteri gotici. Rinnovato da Renato di Challant una decina di anni dopo la decapitazione di Bianca Maria, che lo adattò all uso delle moderne armi da fuoco, nel 1565 il castello diventò proprietà dei Savoia che, nel 1661, trasferirono gli armamenti al vicino forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della vallata. Oggi, dopo anni di abbandono, il castello è aperto al pubblico che, dopo avere passato il corpo di guardia e superato il portale d ingresso, raggiunge l ampio cortile sul quale si affaccia l edificio principale: una costruzione ad anello su tre piani, collegati tra di loro da uno scalone monumentale in pietra. Al piano terra si aprono due grandi saloni che originariamente erano destinati a ospitare il magazzino per l artiglieria, coperto da una volta a botte, e la sala d armi, che ancora oggi conserva due camini mo-

4. La misteriosa galleria sotto il ponte di Pondel. Aymavilles (AO) 17 numentali. Poco più a sud si incontra la cucina. Al primo piano si visitano i locali riservati ai signori del castello, illuminati da eleganti bifore di gusto trecentesco, più ampie di quelle degli altri piani. La vasta sala da pranzo è collegata da un passavivande alla cucina padronale, dotata di tre grandi camini. Su questo piano dovrebbe trovarsi anche la camera da letto della contessa Bianca Maria, anche se nessuno è in grado di indicarne l esatta ubicazione. Salendo le scale si incontrano, infine, gli appartamenti di servizio, attualmente non aperti al pubblico. 4. LA MISTERIOSA GALLERIA SOTTO IL PONTE DI PONDEL. AYMAVILLES (AO) AIAT di Cogne Telefono: 0165 74040 Asoli otto chilometri da Aosta, lungo la strada che conduce a Cogne, si incontra la frazione di Pondel, con il suo spettacolare ponte che attraversa l orrido formato dal torrente Grand Eyvia. Un opera affascinante, costruita in blocchi di pietra a

18 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita circa 56 metri di altezza dal livello del corso d acqua, per una lunghezza che supera i cinquanta metri, con un iscrizione datata 3 a.c che ne ricorda il proprietario, un certo Caius Avillius Caimus Patavinus. Si tratta dell unico ponte romano o preromano dotato, oltre che del tradizionale passaggio pedonale ancora oggi percorribile, di una galleria completamente coperta, alta 3 metri e larga uno, illuminata da strette finestre su entrambe le pareti, a cui si accedeva da aperture provviste di porte in legno alle due estremità. A cosa servisse con precisione quella galleria è ancora un mistero. Per molti veniva impiegata come passaggio pedonale perché la parte alta del ponte era utilizzata come acquedotto e lo stesso nome del luogo, Pondel, o Pond Ael, come riportano alcune antiche carte, richiama l idea che fosse proprio questo il suo impiego. Altri la collegano invece a una presunta attività mineraria nel territorio di Cogne. Anche la data di costruzione del ponte è un piccolo mistero. Se è certo che l attuale struttura risale all epoca romana, pur con alcune modifiche successive, l inconsueta forma di alcuni muri fa pensare alla sua esistenza già in un epoca precedente ai Romani. Potrebbe quindi essere stato originariamente costruito dagli antichi abitanti di questa zona, i Salassi, popolazione dedita alla ricerca ed estrazione dell oro. E proprio alla loro attività mineraria sarebbe legato quel ponte, forse impiegato per portare a valle l acqua necessaria all estrazione del materiale aurifero. Una miniera fino ad oggi avvolta dal mistero, probabilmente abbandonata nel I secolo a.c. con l arrivo delle legioni romane che deportarono e uccisero migliaia di Salassi. Molti hanno, anche in tempi più recenti, cercato quell antico giacimento, alcuni assicurano di aver trovato pagliuzze d oro lungo il torrente, ma per ora il ponte e la misteriosa galleria continuano

5. I segreti della Sacra di San Michele. Sant Ambrogio di Torino (TO) 19 a celare il loro segreto. Dopo essere stato usato per secoli per il trasporto dell acqua, che veniva utilizzata anche per muovere le pale di un mulino e alla cui presenza si accenna in un documento dell anno 1265, il ponte è oggi un interessante meta turistica che si può percorrere sia nella parte alta sia passando nella galleria fiocamente illuminata dalle feritoie. Da vedere anche il vicino canale scavato nella roccia che domina la gola del torrente Grand Eyvia e lo splendido panorama mozzafiato sull orrido di Pondel attraversato da questa ingegnosa e misteriosa opera dell uomo. 5. I SEGRETI DELLA SACRA DI SAN MICHELE. SANT AMBROGIO DI TORINO (TO) Sacra di San Michele Telefono: 011 939130 Online: www.sacradisanmichele.com Ne ha di segreti da raccontare la spettacolare Sacra di San Michele. A partire dalla sua fon - dazione avvenuta tra il 983 e il 987 sullo sperone roccioso del Monte Pirchiriano, in Val di Su-

20 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita sa, ubicato proprio al centro di quella via di pellegrinaggio di oltre 2000 chilometri che univa Mont- Saint-Michel, in Francia, a Monte Sant Angelo, in Puglia, i due principali centri religiosi legati al culto di San Michele. La sua edificazione fu iniziata da Giovanni Vincenzo (poi proclamato santo), vescovo di Ravenna, che dopo avere abbandonato la sua sede vescovile decise di dedicarsi alla vita eremitica. Aiutato proprio dell arcangelo Michele, apparsogli più volte per indicargli il luogo dove voleva venisse eretta la cappella in suo onore, il sant uomo chiamò per la consacrazione monsignor Amizone, il vescovo di Torino, che però, giunto in zona, vide un grande fuoco avvolgere nella notte la punta della montagna. Il suo intervento non era più necessario dato che la consacrazione della chiesa era avvenuta direttamente per mano degli angeli. La Sacra è oggi un grandioso e affascinante complesso aperto al pubblico, cui si accede per mezzo di un lungo scalone scavato nella roccia, lo scalone dei Morti, così chiamato per via delle tombe di monaci, abati e benemeriti del monastero, ritrovate in una nicchia situata dopo i primi scalini. Per un certo periodo alla scalinata fu scherzosamente dato il nome dei Sorci a causa di una divertente storia che aveva come protagonista il vecchio sacrestano del monastero, Bernardino, che percorreva tutte le sere lo scalone per andare a chiudere la porta d ingresso situata alla sua base: un incarico che lo rendeva particolarmente nervoso a causa della presenza degli scheletri e di una folta colonia di pipistrelli. Una sera, mentre risaliva, una folata di vento spense la torcia e chiuse la porta posta in cima allo scalone, mentre il silenzio veniva rotto da un rumore di ossa trascinate sulla pietra. Terrorizzato, Bernardino iniziò a urlare e fu salvato dall abate che,

5. I segreti della Sacra di San Michele. Sant Ambrogio di Torino (TO) 21 con la fiamma della torcia, illuminò un teschio che si muoveva su uno scalino. Mentre tentava di esorcizzarlo, il religioso scoprì che si trattava in realtà di un topo che stava spingendo il teschio sulle scale, con gran sollievo per entrambi. Giunti in cima allo scalone si attraversa il Portale dello Zodiaco, opera romanica scolpita tra il 1128 e il 1130 dal Maestro Nicolao, famoso architetto-scultore piacentino. Il nome è dovuto al fatto che sugli stipiti sono incisi i dodici segni zodiacali e le costellazioni australi e boreali, oltre a una scena di caccia alla lepre. Insolita la rappresentazione di alcuni segni: quello del Cancro, visto rovesciato, sembra la testa di un vescovo; il Capricorno è rappresentato con le ali e la Bilancia è accompagnata dallo Scorpione. Decisamente inquietanti nel loro segreto simbolismo i capitelli, dove si riconoscono Caino, con dietro il volto del diavolo, e Abele; tre persone furibonde che si strappano i capelli a vicenda; le avventure di Sansone; due donne che allattano quattro serpenti; quattro falconi in cerchio; un leone furente e tre tritoni. Sulle basi delle colonne si riconoscono, invece, tre leoni che si rincorrono e due grifoni che beccano una testa d uomo. Proseguendo nella visita si incontra, al termine di uno dei muraglioni perimetrali, la Torre della Bell Alda, costruita a strapiombo sul precipizio del monte. Il nome ricorda una fanciulla che alla fine del Seicento, venuta alla Sacra per pregare contro i mali della guerra, venne sorpresa dai soldati nemici. Senza vie di scampo, nel tentativo di sfuggire al loro assalto, la malcapitata si gettò nel burrone invocando l aiuto di San Michele e della Vergine, che la fecero atterrare dolcemente sul fondo del precipizio. La ragazza interpretò male quel miracolo e, per vanità e denaro, tentò di ripetere il salto davanti ai suoi compaesani.

22 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita Il tentativo si concluse con la morte della fanciulla, dato che questa volta l intervento divino non era necessario, mancando il pericolo dei nemici. Prima di lasciare la Sacra vale la pena raggiungere la cella eremitica, scoperta solo nel 1987, sotto un corridoio. Alcuni pensano si trattasse di un ripostiglio, altri che ospitasse eremiti alla ricerca della solitudine o che fosse una stanza collegata al cantiere di costruzione della prima chiesa. Nessuno sa però spiegare la presenza di due preziose monete d argento coniate dai vescovi di Le Puy e dai visconti di Limonges alla fine del X secolo. 6. LA PIETRA GUARITRICE DI SANTA VARENA A VILLA DEL FORO (AL) IAT di Alessandria Telefono: 0131 254230 Sono almeno 1700 anni che quella misteriosa pietra murata di fianco alla scalinata all esterno della chiesa di Santa Varena, nella frazione Villa del Foro del comune di Alessandria, è

6. La pietra guaritrice di Santa Varena a Villa del Foro (AL) 23 utilizzata dalle donne per guarire da mal di schiena o dolore ai reni. La leggenda vuole che la pietra guaritrice appartenesse a un antichissimo altare pagano situato nella vicina borgata di Parasio dove, intorno al 300 d.c., venivano ancora offerti incensi agli dei. Santa Varena, giunta in terra piemontese dall Egitto come vivandiera della legione tebea e nemica dei riti precristiani, strappò il pesantissimo sasso dall altare e lo portò da sola al centro del villaggio invitando i fedeli a pentirsi e a erigere in quel luogo una chiesa a lei dedicata. Da allora alla pietra vengono attribuite virtù guaritrici e la fede nelle capacità terapeutiche è ancora viva, specie tra le donne anziane che appoggiano la parte dolorante alla pietra e, dopo aver fatto il segno della croce, pronunciano la formula in dialetto locale: Santa Vareina, fam guerì dar mà dra scheina Santa Varena, fammi guarire dal mal di schiena. Lo stesso nome della santa pare richiamare queste proprietà. Infatti la parola Varena deriva dal termine dialettale locale varéina, utilizzato proprio per indicare una guaritrice. La crociata contro le credenze pagane nell alessandrino si ripeté, quattro secoli dopo, con l arrivo in zona di San Baudolino, l eremita che la città di Alessandria ha eletto a patrono e al quale Umberto Eco ha dedicato il suo quarto romanzo. L eremo dove visse il sant uomo che si dice predicasse ai cervi e alle oche e avesse previsto la morte del nipote del re longobardo Liutprando, ferito durante una battuta di caccia, si trova nelle vicinanze del centro abitato ed è stato recentemente restaurato e riaperto al pubblico. Non promette miracolose guarigioni ma regala al visitatore un piacevole senso di tranquillità e serenità, nei pressi del fiume Tanaro. Ritornando a Villa del Foro, che vanta antiche origini celto-liguri e dove i Romani fonda-

24 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita rono, ancora prima di Alessandria, l importante insediamento commerciale di Forum Fulvii, ricordato anche da Plinio il Vecchio, si visita l interessante Antiquarium, aperto generalmente la domenica pomeriggio. Al suo interno un percorso archeologico multimediale che, partendo dal Neolitico (VI millennio a.c.), racconta le origini e la vocazione commerciale dell antico insediamento dove si lavoravano ceramiche, metalli e vetro e si producevano vasi che imitavano quelli etruschi. 7. L ENIGMATICA ORIGINE DEI CICIU DI VILLAR SAN COSTANZO (CN) Ente di gestione del Parco naturale del Marguareis Telefono: 0171 734021 Quel bosco di querce, castagni e ciliegi nelle vicinanze di Villar San Costanzo, all inizio della splendida Val Maira, è per gli studiosi un fenomeno geologico eccezionale. In mezzo alla folta vegetazione sorgono infatti ben 479 piramidi di terra, chiamate anche funghi di pietra, nati per effetto dei fenomeni di erosione di vento e acqua. Qui li han-

7. L enigmatica origine dei ciciu di Villar San Costanzo (CN) 25 no battezzati ciciu, parola piemontese che significa pupazzo o fantoccio, per il loro aspetto goffo che li fa assomigliare a piccoli uomini infagottati. A dispetto dell opinione degli studiosi che fanno risalire l origine del fenomeno naturale al termine dell ultima era glaciale, la tradizione popolare vuole che i ciciu siano soldati romani trasformati in pietra intorno al 303 d.c. da San Costanzo, l attuale patrono di Villar. Costanzo era un soldato romano della legione tebea, formata da qualche migliaio di soldati perlopiù originari dell Egitto e più precisamente delle zone di Tebe (da cui il nome di Tebea), della Nubia e dell Etiopia. I suoi componenti erano in gran parte cristiani, provenendo da terre che erano state evangelizzate, e si dice che il primicerius Maurizio, cioè il capo della legione, non accettasse nelle sue fila pagani. Nell esercito romano i cristiani erano però mal visti e quando i tebei si rifiutarono di distruggere gli inermi villaggi di questo angolo delle Alpi, vennero passati per le armi. Tra questi anche Costanzo che, in fuga nel canneto ai piedi delle colline, giunto in località Costa Pragamonti si voltò verso i suoi inseguitori e urlò: «O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra! In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!». Un centinaio di soldati romani rimase così pietrificato, anche se il miracolo non salvò il legionario cristiano, che venne successivamente ucciso nel bosco dove oggi sorge la chiesa romanica a lui dedicata. In quel luogo, bonificato dai monaci, il re longobardo Ariperto fece erigere un abbazia che, distrutta dai Saraceni poco dopo il Novecento e più volte modificata, si può ancora oggi ammirare nascosta nei boschi di Villar, sulle pendici del Monte San Bernardo, a 807 metri d altezza. L interno della chiesa, uno dei monumenti più antichi e più importanti della provincia di

26 101 luoghi misteriosi e segreti in Italia da vedere almeno una volta nella vita Cuneo, ovviamente dedicata a San Costanzo al Monte, è suggestivo e scenografico, con la cripta e ventisei capitelli di stile romanico-lombardo scolpiti nella pietra verde d Acceglio. All esterno la parte più interessante è quella romanica, ovvero il lato sud-est, caratterizzato da tre alte absidi con notevoli elementi di somiglianza con quelle della Sacra di San Michele. Nella parrocchiale situata alle porte del paese si trova invece una teca che contiene la lastra marmorea intrisa del sangue di San Costanzo. Tre diversi itinerari, aperti al pubblico tutto l anno, conducono all interno della riserva naturale creata per proteggere i ciciu e permettono di ammirare da vicino i soldati romani pietrificati in questo insolito giardino roccioso. 8. I DRAGHI DELL ISOLA DI SAN GIULIO. LAGO D ORTA (NO) Ufficio IAT Telefono: 0322 905163 un tempo nel quale l isola di San Giulio, l unica del lago d Orta, non era quel C era piccolo Paradiso «civettuolo e semplice» che tanto affascinò lo scrittore francese Honoré de Bal-