L «Aida» di De Bosio all Arena di Chiara Squarcina Quando si pensa all Arena di Verona il pensiero scivola

Documenti analoghi
BIGLIETTI SCONTATI ARENA DI VERONA OPERA FESTIVAL 2014

Il Gran Ballo della Serenissima Don Giovanni Omaggio a Wolfgang Amadeus Mozart

FABIO ARMILIATO. FABRIZIO MOCATA Pianoforte e direzione musicale. Il TANGO da SCHIPA a GARDEL. Con la partecipazione dei ballerini LOS GUARDIOLA

OPERA IN PIAZZA. Aumenta l attesa per Zorba il Greco

Teatro Filarmonico Stagione lirica e di balletto 2008/09

STAGIONE LIRICA E BALLETTO SINFONICA

CARNEVALE A TREATO CON PICCOLIPALCHI

Spettacoli teatrali concerti eventi

Quadretto biografico. di Stefano Cataldi. Sabato 18 maggio ore 21:00 Casa delle Culture e della Musica Piazza Trento e Trieste Velletri (RM)

Aida, Aida, amore è coraggio. amore è coraggio. Verdi a modo mio format TV per

LABORATORIO OPERA VIVA

Testata:Il Mattino Data: 13 Novembre 2015 Pag.: 21

REGOLAMENTO. Art. 1 Finalità

ACCADEMIA NAZIONALE D ARTE DRAMMATICA SILVIO D AMICO ACCADEMIA DI BELLE ARTI GIAN BETTINO CIGNAROLI DI VERONA

L occupazione nello Spettacolo in Emilia-Romagna SPETTACOLO DAL VIVO

Caserta, UN' ESTATE DA RE: gran finale alla Reggia con Jonas Kaufmann e Maria Agresta martedì 7

Comune di Sapri. I giorni di Pisacane agosto

Nel 2017 insieme all orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania ha diretto il concerto Principesse, Violini e Champagne.

Così Busseto ha celebrato il grande tenore Bergonzi

La Compagnia dell Alba

Testata: Il Mattino Data: 17 Ottobre 2014 Pag.: 41

Al Teatro Tor Bella Monaca ancora un successo con "Viaggio nell'operetta"

Testata: Il Mattino Data: 30 Novembre 2015 Pag.: 16

Eleonora Abbagnato, étoile dell Opéra di Parigi nonché direttrice del Ballo dell Opera di Roma, fa ritorno al

KINESIS DANZA. La Compagnia Kinesis danza è una giovane realtà fiorentina con residenza artistica presso la scuola Maxballetacademy di Firenze.

OPERA DEBUTTO LABORATORIO LIRICO G. Rossini IL BARBIERE DI SIVIGLIA

BANDO PER AUDIZIONE ARTISTI DEL CORO. Tali audizioni si svolgeranno nelle giornate 10 e 11 giugno 2017 e riguardano i seguenti ruoli:

Nuova imperdibile Stagione Musicale della Mitteleuropa Orchestra al Teatro Modena

COMUNICATO STAMPA. Lirica e bel canto al Teatro Pacini di Pescia Al via la campagna abbonamenti per la stagione

Teatro Donizetti Venerdì 7 ottobre ore Domenica 9 ottobre ore 15.30

Laurea Honoris Causa

Tutto il CAST de La Divina Commedia Opera Musical ospite a POLTRONISSIMA

Un grande successo la 29 edizione del "Gala delle Margherite" all'hotel Excelsior

Tour italiano per Lo Schiaccianoci "più bello" di Amedeo Amodio...e non solo Venerdì 04 Novembre :24

Reggio Emilia, Gennaio 2014

Formazione artistica, formazione del pubblico e ricerca

BANDO LA FABBRICA del Teatro dell Opera di Roma

OPERA YOUNG. a.s. 2019/20 LA MUSICA INSEGNA. Direzione Generale SPETTACOLO

LIGABUE. in concerto a Torino. PARTENZE ore Cuneo ore Busca ore Saluzzo ore Marene/Roreto


Effetto Noto 2018, è la settimana di Dee Dee Bridgewater

Casatenovo: l'auditorium gremito alla prima di ''Forza Venite Gente'', con i ragazzi della pastorale giovanile della comunità

Pinocchio si prepara a salutare Milano

TEATRO SAN PIETRO Via Santa Maria Mediatrice,24 (ZONA AURELIO)

Sere d Estate alla Reggia

Il Re Mendicante Opera musicale per bambini- testo e musica di Damiana Natali per attori, coro di voci bianche, cantanti e orchestra.

L'Amministrazione Comunale

Testata: Il Mattino Data: 13 Settembre 2015 Pag.: 39

Educational. Nido e scuola dell infanzia

Gennaio. Febbraio. Marzo. Maggio

Intervista a Gino Landi

Dipartimento Didattica e Formazione STAGIONE I PROGETTI

Gran Teatro la Fenice Cultura ed eventi. Foto Michele Crosersa

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA

VERDI S MOOD E LE DONNE

LA BOHЀME di G. Puccini

XXXVI Festival Internazionale del Folclore agosto 2018

SE IL TEMPO FOSSE UN GAMBERO

LA TRAVIATA TOSCA AIDA

dossier stampa ENRIQUE FERRER TENORE FORZA INTERPRETATIVA

Mitiche Visioni. I Teatri di Rubelli. Venezia

Pesaro Cultura - Portale tematico del Comune di Pesaro dedicato alla cultura: Home * * * *

STAGIONE LO SPETTACOLO DELLE FESTE Recita del 31 dicembre 2016 fuori abbonamento

REGIONE CAMPANIA L.R. 6/ PROGRAMMA ANNUALE PER L ANNO 20 SCHEDA ATTIVITA SETTORE PER IL QUALE SI RICHIEDE IL CONTRIBUTO

CATALOGO CLASSICS COMPLETO

La Fondazione. Le realtà coinvolte

Roma, The Westin Excelsior di via Veneto grande Festa di Primavera con il "Gala delle Margherite"

NAPOLI FILM FESTIVAL Venerdì, 02 ottobre 2015

PROPOSTA FORMATIVA. Infine, a far da ponte con il prossimo Opera Festival all Arena, Raccontando Carmen sulle intramontabili note di Bizet.

PROGRAMMA DI GENNAIO 2017

Riscoprire e Amare l Arte a Teatro

con la concessione del patrocinio e del logo dell Osservatorio Permanente per l infanzia e l Adolescenza di San Benedetto del Tronto.

I PROTAGONISTI DEL 45 INCONTRO MUSICALE FIUMICELLESE ESECUTORI

Pergola, Serata Medievale con 250 figuranti e la Quintana di Ascoli Piceno

Eventi / A Parcocittà Due domeniche con Giordano

La scuola de gelosi di Salieri al Pergolesi

Presentato al Caffè San Marco di Trieste il Settembre Musicale l2015, 38esima edizione

La Venaria Reale Venaria Real Music

GUIDA ALLA NAVIGAZIONE

Concorso Nazionale per Cortometraggi realizzati da Under 19

La quinta edizione della kermesse musicale è in programma dal 26 agosto al 1 settembre

CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE S. M. KOLBE. CORSO PER DIRETTORI DI CORO e ORCHESTRA. Docente. Alessandro Cadario. Novembre 2009 Febbraio 2010

Don Bosco, l operaio di Dio : un musical Made in Cisternino. Intervista a. organizzatrice e direttrice artistica dello spettacolo

Spettacoli teatrali concerti eventi

Roberto Herrera, il poeta del tango

La seconda giornata del festival Creuza de Mà, a Carloforte, rende omaggio al genio di Armando Trovajoli.

ASCOLI LE STORIE DEI FILARMONICI

DIRTY DANCING, DOPO MILANO TOUR 2018 Lunedì 08 Gennaio :46

Rigoletto. Lo schiaccianoci. Tristan und Isolde. Roma Opera aperta Stagione OPERA e BALLETTO RICHARD WAGNER GIUSEPPE VERDI

In-Vita a teatro Giovani in scena.bando di concorso Seconda edizione

BARCOLANA IN MUSICA 2016 ecco il programma completo al via venerdì 30 settembre

Care Amiche e Amici dell Italia,

Corso di Direzione e Concertazione per Banda. Docente Paolo BELLOLI

Cadelbosco Sopra, rapina alla filiale Unicredit

Carreras, Domingo e Zucchero celebrano Pavarotti, serata evento il prossimo 6 settembre su RAI UNO

BREVE PRESENTAZIONE DELL ASSOCIAZIONE NUOVENOTE

BANDO DI SELEZIONE NEL SETTORE SPETTACOLO

RASSEGNA STAMPA OGGI È GIÀ DOMANI ATESSA/GESSOPALENA 10/11 FEBBRAIO 2017 ROMEO E GIULIETTA CHIETI 11 FEBBRAIO

Transcript:

L «Aida» di De Bosio all Arena di Chiara Squarcina Quando si pensa all Arena di Verona il pensiero scivola immancabilmente all Aida di Giuseppe Verdi e il conseguente nonché naturale collegamento richiama alla mente un maestro come Gianfranco De Bosio. Il binomio Aida-De Bosio è ormai qualcosa di assodato, di inscindibile, e questo per molteplici ragioni. L unico che poteva svelarcele è proprio De Bosio stesso, che, seppur impegnatissimo nell allestimento (ovviamente di Aida) in programma dal 20 giugno all Arena, ha trovato il tempo di incontrarci e spiegare questo assioma che nel tempo si consolida sempre più. Sedici stagioni fa racconta il regista quando proposi all allora Soprintendente areniano, Carlo Alberto Cappelli di ricostruire l edizione del 1913 non pensavo certo a un successo così clamoroso. In realtà la questione è molto semplice: l Aida firmata dall architetto Ettore Fagioli era geniale da un punto di 27 che ha animato la creatività di Fagioli e di percepire quale fosse il suo chiaro intento scenografico. Gli stessi eredi della sua famiglia me lo hanno riconosciuto. Non ho mai, in alcun momento, voluto che venisse meno quel profondo rispetto nei riguardi della vena originale dell architetto perché sebbene fossero pochi i bozzetti a disposizione erano assolutamente esaustivi sul tipo di lettura dell opera. Ovviamente in questi anni ci sono state delle naturali se non addirittura ovvie modifiche mirate alla ricerca di una perfezione ideale. Quest anno il corpo di ballo aprirà con una breve azione il trionfo, mai successo prima d ora. Inoltre i due cori contrapposti dei popoli si esprimeranno con movimenti più accentuati, più drammatici. Il tutto perché negli anni si sfrutta anche l esperienza pervenuta dagli studi scenografici di Vittorio Rossi nel 1982 e quella del 1992 di Rinaldo Olivieri. Ora sto lavorando con Giuseppe De Filippi Venezia. Sempre quest anno poi l ultimo quadro sarà realizzato diversamente dal penultimo perché abbiamo trovato una soluzione di rotazione della scena che permette di accelerare il cambiamento. Quali sono i punti di forza e quelli più deboli del testo verdiano che secondo Lei un regista deve affrontare nel mettere in scena l Aida. Qui la discussione è apertissima. Molta critica considera il Aida All Arena vista scenografico perché riusciva a essere grandiosa e rispettare al contempo il monumento Arena. L opera non sovrasta il contenitore condividendo il ruolo di protagonista con l Arena nel massimo rispetto dello spazio, inteso nel senso completo dalla parola. La rappresentazione coinvolge tutto lo spazio disponibile perché così dev essere. È un dialogo in perfetta sintonia d intenti fra la partitura e il luogo in cui viene rappresentata. Non c è conflittualità: il pubblico si sente parte di quanto accade in maniera molto più forte di quanto potrebbe succedere in un altro teatro perché non esiste una vera separazione tra l ascoltatore e l esecutore. In realtà l Aida, grazie all Arena, sommerge visivamente e fonicamente il pubblico. Come è cambiata la lettura dell opera verdiana che sta preparando per la stagione estiva dell Arena rispetto alla precedente versione? Quando la ideò, Fagioli era giovanissimo. Io, impegnato a riprenderla, non ho mai pensato a una riproduzione ma a una rievocazione che ogni anno si arricchiva, anche perché non è mai stata possibile una consultazione complessiva del materiale creativo in quanto i documenti disponibili che si erano salvati erano pochi bozzetti. Questo però non mi ha impedito di intuire lo spirito Verona Arena 4, 12, 16, 22, 26, 28, 31 luglio, ore 21.15 5, 8, 16, 18, 21, 27, 30 agosto, ore 21.00 trionfo musicalmente una musica qualunque. Lo stesso Verdi lo chiamava il «rata-plan», con una certa autoironia. In realtà il trionfo è il momento più esaltante in assoluto per il pubblico che strappa sempre da tre a cinque applausi a scena aperta. Pertanto dal punto di vista musicale lo si può definire «banale» ma da quello drammaturgico è eccellente. L ultimo quadro, secondo Mila, manca di ispirazione però è una scena che funziona sempre e tanto più in Arena. Spesso i punti più fragili musicalmente sono i punti forti dal punto di vista scenico e viceversa. In realtà le «parti colossali» dello spettacolo incidono di più sull aspetto scenografico mentre le parti più legate al belcanto come il dialogo fra Amneris e Aida sono meno coinvolgenti visivamente: in quei momenti scatta l introspezione emotiva e la musica si apre alla sensibilità del singolo ascoltatore. L Aida era stata scritta per inaugurare lo stretto di Suez. Oggi la messinscena di quest opera potrebbe essere intesa come una lettura sociologica di convivenza fra due popoli? Sicuramente. Abbiamo l idea di sviluppare questa tematica durante la prossima rappresentazione dell Aida al Filarmonico perché all Arena questo aspetto si perderebbe.

28 Breve storia della «Carmen» veronese di Zeffirelli di Marco Gandini Zeffirelli ha avuto un rapporto speciale con Verona. In seguito al ben celebre film su Giulietta e Romeo del 1968, la città e le sue varie amministrazioni tentarono più volte di impegnare il Maestro in una produzione operistica all anfiteatro romano. Per motivi di varia natura non si riuscì mai a creare una situazione favorevole. In aggiunta, Zeffirelli, per un certo periodo, riteneva di non trovare un titolo appropriato che potesse prestarsi a una messinscena particolare, tenuto anche conto delle specificità dello spettacolo en plein air. Nel 1995, l amministrazione dell epoca a guida dell Arena riuscì a convincere il Maestro, che proprio la particolarità dello spazio areniano avrebbe offerto un contesto ideale a una rappresentazione «grandiosa» dello stile operistico zeffirelliano. Il titolo scelto fu Carmen, assente dai cartelloni da parecchio tempo, seppur considerata opera di grande attrattiva per il vasto ed eterogeneo pubblico dell Arena. Carmen non solo contiene momenti musicali celeberrimi ai più, ma da un punto di vista formale può essere considerata «spettacolare» per la consistente presenza del coro, per l alternanza dei pezzi musicali di ensamble ad arie e duetti di natura più intima, per la possibilità di inserire momenti di ballo, e infine per l attrattiva esercitata da un certo «esotismo» di carattere spagnolo. Il Maestro avvertì soprattutto la necessità di dare evidenza proprio allo speciale folklorismo della partitura, sentì che la presenza di una parte spagnola fosse fondamentale alla buona resa dello spettacolo. Io stesso andai in Spagna e intrapresi una lunga serie di audizioni di gruppi di danza spagnoli che potessero essere impiegati nello spettacolo. Quello che Zeffirelli desiderava non era tanto un organico di ballo, ma un gruppo di persone che arricchissero con la loro presenza il carattere «gitano» che avrebbe fatto da leit motiv anche nella realizzazione scenografica. Ricordo che visionammo moltissimi video di gruppi andalusi incontrati a Siviglia e nelle cittadine limitrofe di Carmona Utrera Huelva Jerez de la Frontera. Alla fine si decise di scritturare un gruppo che faceva capo a El Camborio, coreografo che già aveva lavorato in una Carmen all Arena nell allestimento di Berrocal, e che quindi conosceva le specificità del luogo. El Camborio potè garantire la presenza di un gruppo di ballerini spagnoli e soprattutto gestire (per il lungo periodo di permanenza a Verona mediamente di tre mesi, tra prove e recite) una parte di veri gitani che avrebbero dato quel particolare «colore» che Zeffirelli voleva. L aspetto gitano era preponderante, e Zeffirelli inserì il gruppo di questi gitani spagnoli in quasi tutte le scene di Carmen. Carmen stessa era considerata una gitana e da questo derivano le scene di ballo in cui lei è protagonista all inizio del secondo atto. Da un punto di vista scenografico la gitaneria era accentuata dalla presenza di «accampamenti gitani» posti sui gradoni laterali dell Arena a incorniciare costantemente la parte centrale che, nell alternanza dei quadri, rappresentava la piazza di Siviglia, la taverna, la montagna, e l esterno alla Plaza de Toros a cui Zeffirelli diede un aspetto particolare ponendovi una grande croce a somiglianza del Cristo de Los Faroles di Cordoba. Carmen rappresentò il debutto di Zeffirelli in Arena, debutto fortunato, perché ottenne grandissimo successo e fu uno dei titoli areniani successivamente più rappresentati. L allestimento venne riproposto negli anni seguenti al 1995 con cadenza quasi annuale. Il successo di Carmen determinò un legame e un affetto speciale di Zeffirelli per l Arena di Verona e per la città in generale. Il Maestro scoprì le grandi possibilità che l anfiteatro poteva offrire alla rappresentazione, e volle ritornare con altri allestimenti, Trovatore, Aida, Butterfly. Carmen era il debutto per Zeffirelli all Arena, ma non il debutto nell opera. Il Maestro aveva fatto una produzione, che oggi possiamo definire storica, di Vienna negli anni settanta e che Vienna ancora oggi ripropone. Quel famoso allestimento vedeva la partecipazione di uno staordinario Domingo e la direzione d orchestra inarrivabile del Maestro Kleiber. L edizione di Vienna è in un certo senso la madre di quella che poi Zeffirelli fece all Arena, in cui egli riconobbe la paternità di alcuni momenti proprio alla lettura che con Kleiber venne fatta dell opera. Un momento particolare è dato dalla posposizione del preludio IV come secondo numero musicale dell ultimo atto. Questo preludio è quello connotato fortemente dal carattere spagnolo, e diventa un occasione importante di ballo, a Vienna come anche a Verona. Nella prima edizione del 1995 il ballo del IV atto sulla musica del preludio veniva addirittura esteso con l inserzione di altre musiche di Bizet. La Carmen del 1995 aveva per protagonisti principali Sergei Larin e la straordinaria Denis Graves considerata la Carmen «del momento», la direzione d orchestra affidata a Daniel Oren. Il percorso attraverso Carmen, da Vienna a Verona continuò con un altra importantissima tappa, l anno seguente il debutto in Arena. Nel 1996 venne infatti chiesto a Zeffirelli un nuovo allestimento e fu deciso sulla scia del successo areniano di proporre una nuova Carmen per il pubblico americano. Il contesto era di assoluto prestigio: Waltraud Meier al suo debutto nel ruolo di Carmen, Placido Domingo e Angela Gheoghiu come Micaela, direttore d orchestra James Levine. Se Carmen dell Arena deve riconoscere un origine nell edizione di Vienna, quella del Met ha una evidente somiglianza con quella veronese. Il Metropolitan Opera di New York fece dell allestimento uno dei titoli di repertorio più frequentati e venne riproposto l anno successivo (1997) come inaugurazione di stagione (alla presenza dell allora Presidente Clinton) con la stessa Denis Graves dell edizione 95 di Verona. Dopo numerose rappresentazioni, l allestimento è stato quest anno venduto all Opera di Tel Aviv che, a un mese dall apertura di stagione in Arena di quest anno con Carmen, ne ha programmate ben 16 recite. L edizione odierna all Arena rappresenta un ulteriore avanzamento nello sviluppo e «vita» di questo spettacolo. Zeffirelli ha concepito una variante alla scenografia originaria della prima edizione del 95. L immagine è sostanzialmente affine, ma presenta soprattutto nel secondo e nel quarto atto degli elementi (dei grandissimi pannelli dipinti) che aumentano l impatto visivo di questi due quadri. Queste modifiche sono state concepite per dare allo spettacolo un nuovo punto di interesse in vista delle future riprese e principalmente della ripresa dell allestimento il prossimo anno nel contesto di celebrazione che l Arena farà a Zeffirelli dedicando l intera stagione alla programmazione dei suoi spettacoli areniani (Carmen, Trovatore, Aida, Butterfly) con l aggiunta del nuovo allestimento di Turandot in apertura. Carmen, manifesto Usa 1896 (wikipedia).

Al via il XL Festival dell Operetta di Trieste di Arianna Silvestrini Trieste si conferma una delle capitali europee dell operetta. Nel capoluogo friulano si tiene quest anno, dall 11 giugno al 31 luglio, la quarantesima edizione del Festival internazionale dell operetta preceduta dalla rassegna «Aspettando il festival», manifestazioni organizzate dalla Fondazione Teatro Lirico «Giuseppe Verdi» con la collaborazione dell Associazione internazionale dell operetta Friuli Venezia Giulia. L apertura del pre-festival è stata affidata ai Solisti della Compagnia Corrado Abbiati di Reggio Emilia impegnati nel programma intitolato «Ballo al Savoy», una selezione di ritmi e melodie degli anni trenta con musiche di Abraham, Benatzky e Stolz. Giovedì 18 alle 18, nella Sala del Ridotto del Teatro Verdi, Andrea Binetti Dalla locandina del Festival al Teatro Verdi 29 il tenore Andrea Binetti si esibirà in un omaggio a Sandro Massimini, triestino d adozione, a partire dai brani del suo esordio nel 1970 nel Paese dei Campanelli. Il terzo appuntamento di «Aspettando il festival» si annuncia come una Festa della piccola lirica, ovvero una fantasia di brani famosi interpretati da alcuni tra i solisti che negli anni hanno collaborato con l Associazione friulana. Il 19 e il 20 giugno per le vie di Trieste si festeggerà con la sfilata bandistica «Parata di primavera», dalla famosa operetta di Robert Stolz, più volte rappresentata con successo nei quarant anni del Festival. Ma è con La vedova allegra di Franz Lehár che il 4 luglio si giunge al clou della manifestazione, in quella stessa città in cui nel 1907 si assistette alla prima italiana, diretta dall autore, dell operetta più rappresentata al mondo. Simbolo della belle-époque coprodotta dal Verdi in collaborazione con il Teatro Carlo Felice di Genova, il San Carlo di Napoli e l Arena di Verona La vedova allegra viene messa in scena fino al 25 luglio in un nuovo e raffinato allestimento creato nei laboratori della Fondazione lirica e ideato da Federico Tiezzi, regista toscano che per la prima volta si cimenterà in un campo teatrale del tutto inedito. Il festival proseguirà venerdì 10 luglio con la rappresentazione del Conte di Lussemburgo, operetta in due parti firmata sempre da Lehár, in cui si esibiranno i soprani Loredana Pellizzari e Miriam Sparo e i tenori Massimo Marsi e Francesco Paccorini del Coro stabile del Teatro Verdi. Pellizzari, Marsi e Paccorini saranno protagonisti anche dell esecuzione in forma di concerto, con la partecipazione straordinaria di Elio Pandolfi, di Sogno di un valzer, operetta in tre atti di Dörmann e Jacobson su musica di Oscar Straus. Il 12 luglio nella Sala Tripcovich del Verdi e il giorno seguente nel Piazzale del Castello di Udine gli appassionati potranno ascoltare i più famosi valzer e le più belle arie da operetta scritte da Lehár, Paul Abráhám e Emmerich Kálmán e interpretate dai solisti e dal Corpo di ballo del Teatro dell Operetta Ungherese, con la direzione del maestro Spennai Kálmán. A conclusione del festival, venerdì 31 luglio il Teatro Verdi ospiterà in una serata di Gran Galà un programma che ripercorre le più suggestive musiche di Straus, von Suppé, Gilbert, Loewe, Costa, Pietri, Ranzato, Rodgers e Zeller. Il maestro Romolo Gessi dirigerà, tra gli altri, Elena Borin e Andrea Binetti. L orchestra e il Coro del Verdi saranno diretti da Lorenzo Fratini, mentre il Coro delle voci Bianche da Maria Susovsky. Per i quarant anni del Festival è stata, inoltre, organizzata una mostra storica dell operetta intitolata Tu che m hai preso il cuor aperta al pubblico fino al 26 luglio nelle sale di Palazzo Gopcevich di Trieste. Elena Borin

30 Il «Tristano» di Squarzina e Manzù Ricordo di uno spettacolo memorabile alla Fenice Luigi Squarzina, uno dei principali maestri del teatro italiano, nella sua lunga carriera ha allestito più di un centinaio di spettacoli di prosa, ma si è spesso e volentieri provato anche con l opera, per la quale firma poco meno di trenta regie. Uno dei vertici della sua produzione lirica è certamente il Tristano e Isotta di Richard Wagner, messo in scena alla Fenice il 31 marzo 1971. Per l occasione si conferma un sodalizio già sperimentato anni prima, quello con Giacomo Manzù, grande scultore «imprestato» al teatro, che realizza le scene e i costumi. A distanza di quasi quarant anni, il regista ci racconta quell emozionante esperienza. Era il 1971, e io avevo appena terminato due lavori importanti come Madre Courage e i suoi figli di Brecht e 8 Settembre, un testo a sei mani di Enzo De Bernart, Ruggero Zangrandi e mio, entrambi allestiti allo Stabile di Genova. Bisogna sottolineare che i protagonisti di quest avventura wagneriana erano tre: Mario Labrocca, il bravissimo sovrintendente della Fenice, Giacomo Manzù e il sottoscritto. In realtà con il grande scultore avevo già lavorato qualche anno prima, nel 1964. Quella volta avevamo affrontato l Oedipus Rex di Stravinskij per il Teatro dell Opera di Roma, e già allora Manzù aveva introdotto nella scenografia degli oggetti a forma di uovo, elemento che tornerà con forza nel Tristano. Lo spettacolo, nel quale erano inseriti 14 mimi, ebbe grande successo e fu replicato in varie stagioni successive. Credo che Labrocca lo abbia visto a Firenze nel 70: fatto sta che l anno successivo si concretizzò il progetto per questo Wagner innovativo, che Manzù come era sua consuetudine dal punto di vista scenografico aveva reso ironicamente, senza la seriosità di molte altre messinscene. Così, con le scene quasi interamente realizzate, ci ritrovammo a pianificare un calendario per le prove. E qui entra in gioco il Convitato di pietra, cioè il quarto protagonista di quest esperienza, vale a dire la Germania dell Est. Erano anni difficili, il mondo era diviso in due blocchi, e a dirigere l opera era stato chiamato Kurt Masur, ora notissimo in tutto il mondo, ma allora popolare prevalentemente nell Europa dell Est. L intero cast dei cantanti era tedesco, e tutti loro erano seguiti da un accompagnatore, che fungeva anche da sorvegliante

31 per evitare che qualcuno scegliesse in modo permanente l Occidente. Alla fine, dovemmo affrettare la preparazione, perché la delegazione tedesca aveva una certa fretta di tornare a casa. Ma Labrocca era un eccellente organizzatore, e per fortuna tutto l impianto scenico era già predisposto, così riuscimmo a lavorare lo stesso con grande armonia. E lo spettacolo veneziano, grazie anche alla straordinaria bravura di Manzù, fu un grande successo. (l.m.) Le preziose immagini dei bozzetti di scena e dei costumi di Giacomo Manzù sono state gentilmente concesse da Luigi Squarzina, che ha negli ultimi tempi donato il suo imponente archivio alla Fondazione Gramsci.