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Carissimi, la Quaresima è uno dei momenti forti e qualifi cati dell anno liturgico per metterci alla scuola della Parola di Dio. In sintonia con il programma pastorale annuale, anche in questa Quaresima vogliamo continuare il nostro cammino verso le periferie esistenziali, per essere lì autentici testimoni di speranza. In questo ci viene incontro anche la Chiesa Italiana che si sta preparando al Convegno di Firenze e che invita tutti i battezzati a riscoprire Cristo Gesù come Maestro e modello di umanità. E questo Cristo che una volta scoperto, vogliamo portare per le strade del mondo, partendo proprio dalle periferie. Ci faranno da guida in questo nostro cammino i cinque verbi che i Vescovi ci hanno consegnato nella Traccia di preparazione a Firenze: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfi gurare. Si tratta di cinque modalità relazionali, non alternative ma complementari tra di loro, che ci aiutano a riappropriarci della nostra umanità ed essere testimoni di speranza soprattutto nei luoghi dell esclusione. Cinque verbi, che sono altrettante vie ed azioni, che si intrecciano tra loro e percorrono trasversalmente gli ambienti che abitiamo. Eccole: 1) Uscire e cioè aprirsi, per liberare le comunità dall inerzia strutturale e dalla semplice ripetizione di ciò cui siamo abituati, per far sì che i cambiamenti siano occasione di percorrere nuove strade, quelle che Dio apre per noi, lungo le quali può scorrere la buona notizia; 2) Annunciare, perché c è un Vangelo della misericordia che va riannunciato e rinnovato, con gesti e parole che indirizzino lo sguardo e i desideri a Dio ; 3) Abitare, per continuare ad essere una Chiesa di popolo nelle trasformazioni demografi che, sociali e culturali che il Paese attraversa, con l invito sempre più radicato a essere una Chiesa povera e per i poveri ; 4) Educare, azione che richiede la ricostruzione delle grammatiche educative ma anche la ca pacità di immaginare nuove forme di alleanza che superino una frammentazione insostenibile e consentano di unire le forze per educare all unità della persona e della famiglia umana ; 5) Trasfigurare, per ricordare che la via della pienezza umana mantiene in Gesù Cristo il compimento e sottolineare la forza trasformante di una vita cristiana segnata dalla preghiera e dalla partecipazione ai sacramenti. Il percorso quaresimale ci aiuti a riscoprire profondamente la consapevolezza dell amore di Dio ricevuto, la coscienza della nostra vocazione, e ci doni la grazia di testimoniare la nostra fede a tutti coloro che incontriamo come esperienza di gioia e di condivisione Sarà bello sentirci Chiesa con il cuore aperto verso ogni uomo, impegnati fi no in fondo a testimoniare e cantare la bellezza del Vangelo. Polistena, Mercoledì delle Ceneri 2015 Don Pino e don Rosario 2
IN ASCOLTO DELLA PAROLA (Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15) 1 verbo di Firenze: USCIRE Gesù vince le tentazioni ed esce verso la Galilea per proclamare a tu gli uomini la buona no zia. Siamo capaci di uscire anche noi dalle chiese, vinte le tentazioni e arricchi dall incontro che abbiamo avuto con Gesù, per portare ad ogni uomo l annuncio di liberazione.? 3
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IN ASCOLTO DELLA PAROLA (Dal Vangelo secondo Marco (9,2-10) 2 verbo di Firenze: ANNUNCIARE Celebriamo la domenica della Trasfigurazione: si sale sul monte dove Gesù ci illumina, ma poi siamo invita a scendere per poter riuscire a guardare con occhi nuovi la realtà, per scoprire chi ci è accanto. L annuncio nella nostra vita comincia già nel sen rci invia giù verso gli uomini e non verso la nostra bella e tranquilla tenda. Siamo capaci di annunciare e tes moniare il Vangelo di liberazione nello spazio pubblico senza arroganza ma anche senza paura e senza falsi pudori? 5
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IN ASCOLTO DELLA PAROLA (Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 2, 13-21) 3 verbo di Firenze: ABITARE Gesù vuole che il tempio sia casa di preghiera. Dobbiamo saper abitare il tempio come casa di preghiera per poter essere come Chiesa ospedale da campo dove si guarisce, si viene condo a vita nuova e abitare come comunità cris ana, i nostri quar eri, con una cura par colare nel far sen re la nostra presenza accanto a chi si sente escluso e non amato. Come concre zzare tu o questo?quale piccolo gesto può fare la nostra famiglia? 7
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IN ASCOLTO DELLA PAROLA (Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 3, 14-16.19-21) 4 verbo di Firenze: EDUCARE La comunità cris ana nasce a ra a dalla croce di Gesù che trasforma la sofferenza in amore. Come essere capaci, in una società connotata da relazioni fragili, confli uali ed esposte al veloce consumo,di costruire spazi in cui tali relazioni scoprano la gioia della gratuità, solida e duratura, cementate dall accoglienza e dal perdono reciproco. Cosa possiamo fare per educarci alla vita e all amore? Sappiamo acce are ed amare il diverso (dall immigrato a chi non la pensa come noi), ma anche chi resta indurito dalla sofferenza e spesso reagisce con violenza. Lo s le della nostra famiglia è un vero s le di accoglienza? Cosa facciamo per educare i nostri ragazzi alla dimensione del dono e del gratuito? 9
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IN ASCOLTO DELLA PAROLA (Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 12, 20-26.32-33 ) 5 verbo di Firenze: TRASFIGURARE Il cris ano è uno trasfigurato dall amore che unisce l umano e il divino, la fede e le opere, la vita sacramentale e la tes monianza nel mondo. La via che la Chiesa deve percorrere è quella di donare la vita come Gesù nel segno del chicco di grano. Siamo capaci, come famiglia, a vivere quest azione di trasfigurazione? 11
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IN ASCOLTO DELLA PAROLA (Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 11, 1.8-10 14,32-36.41) 13
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.PROPOSTE PER IL DIGIUNO QUARESIMALE IL PASTO DEL DIGIUNO - - - Il SALTA...PRANZO e il SALTA CENA (per gli adulti) IL SALTA MERENDA (per i bambini) - Il tempo della merenda i bambini lo dedicheranno alla par- IL SALVADANAIO DELLA SOLIDARIETA - più economico. - 15
QUARESIMA IN PARROCCHIA SANTE MESSE Feriali: ore 7.15 e 18.00 Mercoledì: ore 21.00 (Chiesa della Catena) Festivi: ore 7.00 9.00 (Trinità) 10.00 11.30 18.00 ADORAZIONE INDIVIDUALE davanti a Gesù Eucarestia solennemente esposto nella Cappella del Santissimo I giorni feriali, escluso il venerdì: 7.45-12.00 e 15.30-17.30 Il venerdì: 7.45-17.30 QUARANTORE Trinità: 15-17 marzo Matrice: 29-31 marzo Ogni Venerdì: VIA CRUCIS ore 16.30 animata dai bambini dell Iniziazione ore 18.00 ore 21.00 al posto della cena e animata dai gruppi parrocchiali. 16 PREGARE GIOVANE Ogni Mercoledì in Chiesa Matrice: ore 7.45 Lodi Ogni Martedì e Giovedì al Centro di aggregazione L. Marafioti : ore 19.30 Vespri CONFESSIONI Prima e dopo della celebrazione di ogni Santa Messa Dal messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2015 Anche come singoli abbiamo la tentazione dell indifferenza. Siamo saturi di notizie e immagini sconvolgenti che ci narrano la sofferenza umana e sentiamo nel medesimo tempo tutta la nostra incapacità ad intervenire. Che cosa fare per non lasciarci assorbire da questa spirale di spavento e di impotenza? In primo luogo, possiamo pregare nella comunione della Chiesa terrena e celeste. Non trascuriamo la forza della preghiera di tanti! L iniziativa 24 ore per il Signore, che auspico si celebri in tutta la Chiesa, anche a livello diocesano, nei giorni 13 e 14 marzo, vuole dare espressione a questa necessità della preghiera. In secondo luogo, possiamo aiutare con gesti di carità, raggiungendo sia i vicini che i lontani, grazie ai tanti organismi di carità della Chiesa. La Quaresima è un tempo propizio per mostrare questo interesse all altro con un segno, anche piccolo, ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità. E in terzo luogo, la sofferenza dell altro costituisce un richiamo alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita, la mia dipendenza da Dio e dai fratelli. Se umilmente chiediamo la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confi deremo nelle infi nite possibilità che ha in serbo l amore di Dio. E potremo resistere alla tentazione diabolica che ci fa credere di poter salvarci e salvare il mondo da soli. Per superare l indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza, vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima come un percorso di formazione del cuore, come ebbe a dire Benedetto XVI (Lett. enc. Deus caritas est, 31). Avere un cuore misericordioso non signifi ca avere un cuore debole. Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte, saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio. Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito e portare sulle strade dell amore che conducono ai fratelli e alle sorelle. In fondo, un cuore povero, che conosce cioè le proprie povertà e si spende per l altro.