Scienza e militare : minuteman, prospettiva di pace

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Scienza e militare : minuteman, prospettiva di pace Autor(en): Objekttyp: F.G.B. Article Zeitschrift: Rivista militare della Svizzera italiana Band (Jahr): 33 (1961) Heft 1 PDF erstellt am: 05.01.2017 Persistenter Link: http://doi.org/10.5169/seals-245363 Nutzungsbedingungen Die ETH-Bibliothek ist Anbieterin der digitalisierten Zeitschriften. Sie besitzt keine Urheberrechte an den Inhalten der Zeitschriften. Die Rechte liegen in der Regel bei den Herausgebern. Die auf der Plattform e-periodica veröffentlichten Dokumente stehen für nicht-kommerzielle Zwecke in Lehre und Forschung sowie für die private Nutzung frei zur Verfügung. Einzelne Dateien oder Ausdrucke aus diesem Angebot können zusammen mit diesen Nutzungsbedingungen und den korrekten Herkunftsbezeichnungen weitergegeben werden. Das Veröffentlichen von Bildern in Print- und Online-Publikationen ist nur mit vorheriger Genehmigung der Rechteinhaber erlaubt. Die systematische Speicherung von Teilen des elektronischen Angebots auf anderen Servern bedarf ebenfalls des schriftlichen Einverständnisses der Rechteinhaber. Haftungsausschluss Alle Angaben erfolgen ohne Gewähr für Vollständigkeit oder Richtigkeit. Es wird keine Haftung übernommen für Schäden durch die Verwendung von Informationen aus diesem Online-Angebot oder durch das Fehlen von Informationen. Dies gilt auch für Inhalte Dritter, die über dieses Angebot zugänglich sind. Ein Dienst der ETH-Bibliothek ETH Zürich, Rämistrasse 101, 8092 Zürich, Schweiz, www.library.ethz.ch http://www.e-periodica.ch

niiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiiii iimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiii SCIENZA E MILITARE Minuteman, prospettiva di pace di F. G. B. Nell'ultimo articolo :!") avevamo indicato come ormai, in fatto di missilistica terrestre, si sia raggiunto, tra SUA ed URSS, un sicuro equilibrio ed avevamo discusso la portata della superiorità che i Russi continuano pur tuttavia a detenere in fatto di cosmonautica. Due eventi recenti sono venuti a rendere più evidente ancora questa situazione: il lancio del Minuteman (missile balistico intercontinentale, gettata prevista 10 000 km, tristadio, a propellente solido) e la satellizzazione del Korabl-Sputnik IV (nave spaziale di 6483 kg. utili). Gioverà spen dere qualche parola soprattutto sul lancio del Minuteman, in quanto esso, come promessa valida di un duraturo mantenimento di questa povera pace d'equilibrio nel terrore, rappresenta, in attesa della pace assicurata dalla cooperazione sincera, un evento estremamente fausto per l'occidente. Il Minuteman Per capire esattamente la portata della comparsa del Minuteman sulla scena missilistica, occorre riandare al missile che era sin qui (e resterà fin verso il 1962) la colonna del sistema difensivo ameri cano: l'atlas. L'Atlas è un missile a propellente liquido e come tutti i missili a liquido consta essenzialmente di tre elementi (quanto alla propulsione): il motore, cioè la camera di combustione con l'ugello *) Fascicolo VI - 1960 pag. 255. 56

di scarico; il sistema di pompe per iniettare entro la camera i due infine i serbatoi di questi ultimi, cioè quello del com propellenti e bustibile e quello dell'ossidante. Orbene i serbatoi, le pompe e tutto il sistema di immissione dei propellenti nella camera di combustione sono elementi delicatissimi, sia per la complicazione intrinseca, sia per le violenti sollecitazioni dovute al moto del missile, sia per la natura di uno dei propellenti, l'ossigeno liquido, che deve essere tenuto a bassissima temperatura. Anche il maneggio e la preparazione del mis sile sono ardui, per la natura dei liquidi stessi, la loro pericolosità e, di nuovo, il mantenimento di temperature estreme. Tutti questi osta coli sono stati bensì brillantemente superati ma a scapito di due ele menti preziosi: la segretezza e la prontezza. Quanto al primo elemento basta notare che le basi di lancio Atlas esigono, date le caratteristiche del missile, apparecchiature complicate, personale numeroso (circa 70 uomini per missile), vaste misure di sicurezza e di protezione, impianti logistici notevoli. Una base di lancio Atlas è dunque un com plesso fisso, vasto e pertanto facilmente individuabile. Quanto al secondo elemento, invece, basta ricordare che un Atlas può partire solo da un momento zero (to) determinato. La prima operazione per la partenza di un Atlas è infatti la predeterminazione del momento to; a partire da questo momento si «retroscalano» tutte le operazioni. Così, per dare un esempio sommario, a to-5 si prepara il missile, a to-4 se ne controlla l'elettronica, a to-3 le pompe, a to-2 si fa il pieno, a to-i si lancia il sistema d'accensione e a to il missile parte. E' questo il famoso «conto a ritroso» che, naturalmente, non com prende solo le 5 operazioni indicate come rudimentale esempio, ma bensì diverse diecine di operazioni particolari in una sequela lun ghissima e complessa. Se poi il tempo to passa senza che si sia voluto far partire il missile, non si può lasciarlo «pronto» sulla rampa (sempre per la natura scorbutica dei suoi propellenti, soprattutto l'ossigeno liquido che evapora rapidamente e sottopone tutte le appa recchiature a tremende sollecitazioni ipotermiche), ma si deve vuo tarlo e riprepararlo per un nuovo to, ripetendo, quasi per intero, il conto a ritroso. E' evidente quanto ne soffra la prontezza di risposta in caso di attacco e correlativamente l'efficacia difensiva dell'apparato missi- 57

listico. Solamente moltiplicando le basi e i missili e mettendo in moto, in caso di imminente pericolo, tutto un sistema di rotazione, si po trebbe raggiungere una continua prontezza di risposta, ancorché limi tata ad una minima aliquota dei missili messi in opera. Se si pensa che un Atlas costa sui tredici milioni di dollari, si vede quale sforzo implichi una tale soluzione. Le cose sono ben diverse con il Minuteman, missile a propellente solido. Ognuno dei suoi stadi, infatti, come in tutti i missili a propel lenti solidi, consta di una camera di combustione enormemente allun gata, contenente tutta la polvere destinata ad essere bruciata: in altre parole, ai tre elementi dell'atlas (motore, sistema di pompe e serba toi) corrisponde per il Minuteman un solo elemento, la camera di combustione, che è nello stesso tempo motore e serbatoio e rende inutile per di più l'apparato delle pompe. Il missile quindi non pre senta più gli organi delicatissimi dei razzi a liquidi. Inoltre i propel lenti solidi sono stabili, non presentano evaporazione o mutamenti chimici, non sottopongono gli organi del missile a temperature incon suete e sono di maneggio più facile e molto meno pericoloso. Ne viene che quelli che erano per l'atlas due necessari difetti, sono invece, per il Minuteman, due stupende qualità: segretezza e prontezza. Segretezza. Il Minuteman non esige le complicate apparecchia ture, le strutture di protezione, i vasti impianti logistici dell'atlas ecc. come s'è visto sopra. Esso si accontenta di una rampa di lancio sem plificata e di una squadra di 9 serventi. Una base di lancio Minuteman può essere pertanto così compatta e ridotta da poter essere pro fondamente interrata, oppure costruita come mobile (treni speciali), adeguatamente mascherata ecc., in modo da renderne ardua l'indivi duazione e minima la vulnerabilità. Prontezza. Il Minuteman, puntato e messo che sia in prontezza di lancio, può essere lasciato in tale stato senza alcun pericolo e per lungo tempo. Esso non esige la predeterminazione del momento to e il conteggio a ritroso delle singole operazioni, da ripetersi ogni volta che to sia passato invano. Pertanto la risposta ad un allarme può essere immediata e totale e se vi sono 100 Minuteman pronti, tutti e 100 possono essere contemporaneamente lanciati in qualsiasi mo- 58

mento. Non v'è dunque nessuna necessità di approntare in rotazione i missili, come per l'atlas, e le spese decrescono di molto, soprattutto considerato che un Minuteman costa solo 2 milioni di dollari. E' palese quindi di quanto si rinforzi col Minuteman la difesa Occidentale. L'America col Minuteman chiude la falla missilistica che fece tremare, a tutti i consapevoli, le vene e i polsi. Certo si tratta ora solo di un prototipo e gli SUA possono ancora parlare di ritardo missili stico sul piano della produzione e della vasta dotazione di tali missili operativi. E' quello appunto che ha fatto il presidente Kennedy e sarà interessante vedere i risultati dell'inchiesta speciale sul «missile gap», da lui stesso ordinata e di imminente conclusione. E' certo che l'ame rica dovrà sottoporsi a quegli sforzi che il nuovo presidente ha seve ramente annunciato, con profonda partecipazione, calda di un suo churcilliano pathos ed è certo che la posta in gioco non consente riposi sugli allori. Noi però, dal punto di vista dell'informazione scientifica, dobbiamo pure affermare che, sul nostro piano, il «missile gap» (la falla missilistica, come è ora tradotta) appare chiusa e la guerra ge nerale resa pertanto meno probabile. Una domanda però sollecita di certo il lettore attento. Egli si deve chiedere infatti perchè mai non si è proceduto ad approntare prima di tutto un efficiente ICBM a polvere, come il Minuteman, invece di percorrere il più delicato e lungo cammino dei missili liquidi culmi nati nell'atlas. La risposta sta nella nozione di rapporto di massa. Per il missile a liquidi può essere prevista una costruzione molto leg gera (solo per la camera di combustione, che è però in esso una porzione minima, devono essere previste pareti solidissime e pesanti); in parti colare i serbatoi, che rappresentano quasi la totalità del missile, pos sono essere a pareti sottili e leggerissime. Data questa costruzione, il missile a liquidi s'iscrive entro rapporti di massa favorevoli. Per il missile a polvere, invece, la camera di combustione è nello stesso tem po serbatoio del propellente. Essa, che è enorme e rappresenta quasi la totalità del missile, deve essere costruita interamente in modo solido 59

e pesante così da poter resistere alle enormi pressioni sviluppate dalla combustione. Perciò il missile a polvere presenta un rapporto di massa proibitivo. Solo con lo scaltrirsi della tecnologia dei propellenti solidi si è giunti a girare le difficoltà ed, essenzialmente, nel modo seguente. Le prime polveri erano a doppia base, cioè presentavano il combu stibile e l'ossidante entro la molecola stessa. I pani di queste polveri erano allogati entro le camere di combustione ma non facevano corpo con le pareti delle medesime. Successivamente furono messe a punto delle polveri dette miste, in cui il combustibile e l'ossidante sono molecolarmente divisi e uniti solo intimamente per miscelatura. Queste polveri possono essere colate entro le camere di combu stione e vengono così a far corpo con le pareti di esse. Pertanto, du rante tutta la combustione un notevole spessore di propellente solido (ancorché continuamente scemante) concorre a resistere alle pressioni prodotte dalla combustione e le camere possono conseguentemente avere pareti più sottili. Le pareti delle camere devono resistere da sole proprio soltanto negli ultimissimi istanti della combustione. Grazie a questo fatto anche il missile a solidi potè essere costruito più leggero e potè offrire un rapporto di massa abbordabile. Esso resta però sem pre sfavorito su questo punto e tanto maggiormente quanto più elevato è il tonnellaggio previsto. Il missile a solidi ha bensì raggiunto la funzionalità per i tonnellaggi richiesti dalla missilistica terrestre, e il Minuteman ne è appunto la prova eccellente, ma non potrà sop piantare i missili usati nella cosmonautica che richiedono ben altri rapporti di massa. Il Korabl - Sputnik IV Di questo nuovo satellite vogliamo rilevare solo un fattore, la massa enorme posta in orbita: 6483 kg. Ciò sta a indicare che i Russi mantengono ancora sugli Americani un sicuro vantaggio quanto a potenza dei razzi vettori. Il vantaggio, ove non fosse colmato, sarebbe però pericoloso solo quando l'umanità fosse entrata decisamente nel l'era spaziale, con la conquista della Luna e dei pianeti ecc. Di questo si è discusso appunto nel nostro ultimo articolo. Il Korabl-Sputnik IV non muta il ragionamento fatto in esso, ma indica con quanta sicu- 60

rezza i Sovietici si apprestino a varcare la soglia dell'astronautica umana. Il progresso, dai 4500 dell'ultimo Korabl-Sputnik ai 6500 circa dell'attuale è invero enorme. Con simili masse in orbita i Russi pos sono fare proprio «quello che vogliono» e non mancheranno di ri solvere brillantemente il problema del rientro e di iniziare così la vera e propria cosmonautica. * * * Che i Russi possano fare ormai «quello che vogliono» è apparso chiaro dal lancio (avvenuto mentre le pagine che precedono già erano in tipografia) del Venusnik. Quel lancio meriterebbe un articolo a sé: si pensi soltanto alla precisione nella rilevazione dei parametri, nella trasmissione dei dati, nella elaborazione, ricezione ed esecuzione dei comandi, necessaria per una tale operazione bifase (prima la satellizzazione e poi, dal satellite usato come base, la partenza del razzo vettore della sonda). Non vogliamo però tediare il lettore e ribadiamo quindi soltanto, a commento conclusivo, l'idea già, più volte, espressa: gli SUA sono felicemente riusciti a colmare lo svantaggio nel campo degli ICBM, ma dovranno proprio lavorare sodo, questi prossimi dieci anni, per non risvegliarsi un brutto giorno su di una terra interamente con trollata da basi spaziali militari russe. Avranno la forza e la costanza necessarie per sostenere i sacrifici che ciò comporta? La risposta è di quelle che segnano le svolte della storia. 61