Il rito del matrimonio Premessa C è un principio teologico a cui la Chiesa ha sempre fatto riferimento per identificare i principi veritativi inderogabili della fede cristiana: si tratta dell assioma lex orandi, lex credendi. Cioè: ciò che la liturgia prega è la sostanza della fede. Noi crediamo ciò che celebriamo. Come dire che la fede segue l avvenimento. Non si stabiliscono a priori le verità da credere per poi renderle preghiera, ma è la preghiera che fornisce le verità da credere. Per questo, è bene che riserviamo del tempo a leggere per bene il rito del matrimonio e a soffermarci sui singoli passaggi affinché sia sempre più chiaro ciò che celebrerete: non è il vostro matrimonio a generare il rito, ma è il rito che genera il vostro matrimonio! II Rito Tutte le religioni, per sottolineare e dare spessore alle tappe fondamentali della vita dell'uomo, stabiliscono dei gesti e dei segni che facciano emergere la non riducibilità a fatto empirico di qualcosa che pure si determina nell'empirico. Di fatto, la stragrande maggioranza dei giovani che chiedono di sposarsi in chiesa non lo fanno semplicemente perché ci sono tutti gli arzigogoli esteriori della festa, ma perché il carattere sacrale dei rito esprime in maniera sublime l'intima decisione che appare così stringente e definitiva, e, quindi, drammatica. La Chiesa, però, differentemente da altre religioni, fa sì che il rito non sia una indeterminata manifestazione del senso religioso: il rito cristiano esprime un'idea ben precisa di matrimonio, che non è frutto del proprio pensiero, ma espressione del progetto di Dio sul matrimonio rivelato in Gesù Cristo. La liturgia del matrimonio Rito introitale È sogno di tutte le spose, per inveterata tradizione, fare l ingresso in Chiesa accompagnate dal papà al suono della marcia nuziale quando ancora la figlia era proprietà del padre il gesto stava a significare l accondiscendenza a cedere la giurisdizione sulla stessa ad altro uomo era l uomo che chiedeva la mano della figlia. Oggi, grazie ad una rinnovata concezione della libertà personale, la chiesa suggerisce l entrata in Chiesa dei due nubendi con alle spalle i rispettivi genitori: l uomo e la donna liberamente scelgono di accogliersi Pagina 1
reciprocamente e affermano la convinzione di avere delle radici (i genitori) che però, grazie al matrimonio, devono rimanere alle spalle. Rinnovazione delle promesse battesimali Divenuti figli nel Figlio, riconosciamo con gratitudine il dono ricevuto, per rimanere fedeli all amore a cui siamo stati chiamati. Il matrimonio cristiano non è la semplice scelta di un uomo e di una donna di amarsi l un l altro. Il matrimonio cristiano ha a che fare con la propria identità di battezzati, di figli di Dio, di appartenenti alla grande famiglia cristiana: l amore a cui si va a porre il sigillo sacramentale è quello imparato nel corso dell iniziazione cristiana, è l amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Liturgia della Parola Non c è celebrazione cristiana che non sia nutrita abbondantemente dalla Parola di Dio! Ogni liturgia è ascolto della volontà di Dio e risposta al suo interpellarci. Nel rito non celebriamo noi stessi, ma la nostra totale dipendenza da Dio. La scelta della Parola di Dio e la sua meditazione è parte integrante della preparazione al matrimonio! A sottolineare il ruolo di ministri del matrimonio degli sposi, la liturgia prevede il bacio del lezionario da parte degli stessi: è l alleanza intima che si vuole sancire con il Signore, baciando le labbra da cui scaturiscono le parole che ci hanno fatto scaldare il cuore. Domande "...il vostro amore riceva il suo sigillo". Dio vi ha donato la capacità di amare, è una capacità naturale, che ogni uomo possiede. Un giorno questo amore ha invaso i vostri cuori al punto che non siete più riusciti a gestirlo: l'amore che sentite l uno per l'altra è straripante, quasi misteriosamente esuberante, e, allora, ecco l'esigenza di andare in Chiesa, da Dio, perché questo amore riceva il suo sigillo e così possa durare nel tempo. "...davanti al ministro e alla comunità". Con il matrimonio non esprimete un amore intimistico e nemmeno privatistico: un tale amore non ha bisogno di essere ratificato! Con il Matrimonio cristiano voi prendete un impegno davanti a qualcuno, promettendo di essere fedeli ad un determinato numero di promesse, perché riconoscete che voi siete un bene per la comunità e la comunità è un bene per voi. Voi non prendete un impegno semplicemente nei confronti del vostro consorte, ma nei confronti della comunità di fronte alla quale siete tenuti, poi, a rendere conto. E' il pubblico ad avere rilevanza nel matrimonio. Mi assumo degli impegni rispetto alla comunità da cui ho avuto origine e a cui appartengo! "...consacrati mediante il Battesimo". Vi sposate in chiesa, meglio nella Chiesa, non perché siete di Rovellasca, in una cultura ancora di matrice cristiana, ma perché siete battezzati. Cioè: accettate di esprimere con la vostra vita non qualcosa che Pagina 2
pensate o ritenete sia giusto, ma ciò che Cristo, unico Maestro, ha rivelato a voi suoi discepoli. "...assumiate i doveri del Matrimonio". II Matrimonio è una cosa bellissima, tuttavia, la Chiesa non manca di sottolineare gli aspetti meno accattivanti, legati ai doveri e agli impegni che il matrimonio pure prevede. E' un patto che, a volte, bisognerà rispettare semplicemente perché sancito un giorno dalla nostra promessa e nella nostra adesione. "...piena libertà e consapevolezza". Uno è libero quando è in grado di intendere e di volere e responsabilmente si decide per qualcosa. II Matrimonio deve essere esorcizzato dalla sua venatura di poesia e romanticismo. Non devo essere imbambolato per sposarmi. Devo essere cosciente di ciò che sto facendo: anche un po' di strizza non guasta! "...per tutta la vita". Non fino a quando ci riesco! Oggi assistiamo ad un cambiamento in tutta la cultura rispetto alle scelte durature: si parla di contratti a tempo determinato, di flessibilità ecc. Dentro questa prospettiva, a livello sociale, è stato inglobato anche il matrimonio: la Chiesa ha il coraggio di affermare che per ciò che riguarda l'amore tale operazione non è lecita. Si tratta di intuire che nelle cose umane non bisogna agire con i metri dell'economia, ma della fede! Visto che io devo essere Sacramento dell'amore fedele di Dio, non posso fare diversamente che essere fedele, e perdonare chi mi sta accanto, non chiudendo mai la porta in faccia. "...accogliere ed educare i figli secondo le leggi della Chiesa". La Chiesa non vi lascia liberi di fare quello che volete! Se desiderate sposarvi nella Chiesa, non solo avete il compito di accogliere i figli che Dio vi dona, rifiutando ogni forma di interruzione volontaria della gravidanza, ma pure di educarli secondo il Vangelo e la tradizione cristiana millenaria. L'educazione non è mera trasmissione di regole e contenuti, ma è esperienza di una umanità ricca di amore, rispetto, attenzione, fedeltà, perdono caratteristiche proprie di una vita di coppia davvero evangelica. Consenso Se i nubendi rispondono affermativamente alle domande precedenti, ci sono i presupposti perché il matrimonio sia considerato cristiano. Non il prete sposa, ma i nubendi si sposano, si alleano per realizzare quel progetto che precedentemente è stato paventato. Entrambi si impegnano, nella stessa maniera, esprimendo le stesse parole. Dandosi la mano destra, nel segno di una presa sicura e determinata. "lo N. accolgo te N. come mia sposa/o, e con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita". Pagina 3
Nella gioia e nella salute non ci sono problemi, si dice, è nel dolore e nella malattia che nascono i problemi. In realtà, non è sempre tutto così scontato. A dare la forza di realizzare una promessa così alta è la grazia di Cristo! Da soli, nella salute o nella malattia, rimaniamo comunque fragili! "...non osi separare l'uomo ciò che Dio ha unito" E' impressionante questa affermazione. Ognuno di noi dovrebbe provare un senso di timore e di tremore: si è detto che sono i nubendi a sancire il patto di unità tra loro, e alla fine risulta essere Dio ad aver legato i due. E' che Dio si rende garante del patto, si impegna in quel patto, si esprime in quelle due carni che si alleano: la divisione sta a significare la lacerazione di Dio stesso! E' come se a Dio si strappasse il cuore, si lacerasse la sua possibilità di amare. Consegna degli anelli E' chiaro che l'anello può dire tutto e niente! E' e rimane un segno! Un segno povero ma splendido: una volta magari non facevano la festa, ma l'anello d'oro non poteva mancare! L'oro è il re dei metalli, è il metallo puro: l'amore matrimoniale è l'amore allo stato puro. Ce lo si scambia per esprimere il dono l'uno dell'altro. Il tuo anello è mio, e il mio è il tuo: è soltanto dentro questa dinamica duale che tale amore si compie e si realizza. "N. ricevi questo anello segno del mio amore e della mia fedeltà nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo" Il mio amore te lo prometto non in forza del mio nome, cioè della mia identità, ma nel nome della Trinità che è il segno massimo dell'unità nella alterità. Benedizione Il rito si compie nella benedizione pronunciata sugli sposi: Dio chiede l'impegno e la disponibilità dei nubendi ma non si sottrae ai suoi impegni. Dichiara il proprio dono e la propria vicinanza. "Ti lodino nella gioia, ti cerchino nella sofferenza, godano della tua amicizia nella fatica e del tuo conforto nella necessità. Ti preghino nella santa assemblea, siano testimoni del tuo Vangelo". La benedizione di Dio non mancherà, tuttavia, non si potrà negare il bisogno di mantenerla viva in tutti i giorni della vita. Alla fine, anche nella vita matrimoniale non si potrà pensare di prescindere da Dio: l'ago della bilancia dell'amore non sarà misurato sulla sintonia tra i due, ma sulla sintonia tra i due con Dio. Solo Dio è una roccia salda e compatta alla quale aggrapparsi per rimanere in piedi: l'uomo manterrà tutta la sua finitezza e friabilità e, quindi, la sua precarietà! In Dio troverà ristoro e risorse per ripartire e corroborare le proprie fragilità in un capolavoro inaspettato e inatteso. Pagina 4
La liturgia eucaristica C è un equivoco che vige da sempre: si pensa che il matrimonio sia la celebrazione della messa. Non è così! Il Matrimonio è la risposta alla chiamata di Dio a vivere il servizio dell amore dentro un cammino di coppia. Se la coppia vive una costante e permanente comunione con il Signore nell eucaristia domenicale, è bene che viva la celebrazione del matrimonio in quella che è la sua dimensione ordinaria di intimità. Chi invece non è ancora giunto a questa pienezza, è bene che celebri quello che effettivamente può celebrare: l amore per il proprio partner! Se l amore per Gesù non è ancora reale, è bene non celebrarlo: sarebbe un grande tradimento. È quindi possibile celebrare il matrimonio cristiano con il solo rito della Parola, riservandosi più avanti la possibilità di maturare anche la comunione con il Signore, celebrando il sacramento della riconciliazione e dell eucaristia. Pagina 5