GLI EBREI, NOSTRI FRATELLI MAGGIORI



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ANNO 2 - N 22 Domenica 28 maggio 2006 L incontro Supplemento de L anziano di maggio n.5 - Direttore don Armando Trevisiol - Autorizzazione del Trib. di VE n. 624 del 5/2/1979. Settimanale di informazione e formazione per i fedeli della Chiesa S. Croce del Cimitero di Mestre e per gli amici del Centro don Vecchi, per l associazione Carpenedo solidale e per la pastorale del lutto - Cellulare 334.9741275 GLI EBREI, NOSTRI FRATELLI MAGGIORI Gli ebrei sono stati definiti dal Papa Paolo VI i nostri fratelli Maggiori gli ebrei sono un popolo che durante i secoli ha pagato cara la fedeltà alla propria tradizione, alla propria fede e alla propria identità Gli ebrei come ogni altro popolo vanno accettati ed amati per quello che sono e per i valori dei quali sono portatori.

2 INCONTRI PRETE TESTIMONE DI CRISTO OGGI La testimonianza coraggiosa di un martire dei nostri giorni, don Pino Pugliesi, parroco al Brancaccio, quartiere di Palermo dominato dalla mafia La vita e la morte di questo parroco che mi ha messo in crisi e mi ha indicato un modo nuovo di fare il prete nel nostro tempo. Ricordo di aver sentito una volta una affermazione amara di un sacerdote il quale, parlando dei santi, affermò che sono molto pochi i preti in cura d anime che la chiesa ha dichiarato santi, e meno ancora sono i parroci. Continuava questo sacerdote dicendo che se vogliamo citare un santo parroco di un certo spessore dobbiamo rifarci al curato D Ars, il quale visse però alla fine dell ottocento e per di più in un piccolissimo borgo della immensa campagna francese, quindi estremamente lontano dalla nostra realtà e dai problemi esistenziali, religiosi e sociali della gente del nostro tempo. Don Pugliesi, parroco in un quartiere di Palermo tra i più degradati e inquinati dalla mafia fu ucciso per il suo impegno pastorale, per la sua coerenza evangelica, per il suo coraggio e per la capacità d andare controcorrente differenziandosi da tanti suoi confratelli. Don Pino fu un ottimo prete, ma se sarà fatto santo non è perché diceva tante preghiere e si preoccupava perché le candele fossero dritte o la sua gente recitasse le lodi e il vespro, ma perché incarnò il messaggio di Gesù nel contesto storico della sua parrocchia, si impegnò fino al sacrificio supremo della sua vita per liberare la sua gente dal demone della mafia, mise in piedi strutture, organizzazioni e movimenti al servizio dell uomo perché potesse avere la sua dignità, la sua libertà e il suo respiro di figlio di Dio. Don Pugliesi è un prete che mi mette in crisi e che prego perché non imperniò il suo ministero su parole pie, su problemi di sacrestia o su pastorale da processione, ma invece si spese per un amore forte, coerente e coraggioso a favore dell uomo. Credo che il nostro tempo e la nostra gente abbiano bisogno di preti che seguano finalmente e soprattutto questa linea pastorale. Sac. Armando Trevisiol DON PINO PUGLIESI Testimoniò il Risorto, speranza del mondo, col sacrificio della sua vita. Don Pino Pugliesi, viene ucciso il 15 settembre del 1993, da un killer della mafia, su mandato dei fratelli Graviano, due boss del quartiere in cui operava. Un primo giudizio sulla sua santità è venuto dalle motivazioni della sentenza della seconda sezione della Corte d Assise, che meglio di qualunque cronaca racconta il movente del delitto e lo scenario del quartiere in cui don Pugliesi viveva: emerge la figura di un prete che infaticabilmente operava sul territorio, fuori dall ombra del campanile L opera di don Pugliesi aveva finito per rappresentare un insidia e una spina nel fianco del gruppo criminale emergente che dominava il territorio, perché costituiva un elemento di sovversione nel contesto dell ordine mafioso, conservatore, opprimente, che era stato imposto nella zona, contro cui il prete mostrava di essere uno dei più tenaci e indomiti oppositori Tutte le opere e le iniziative che avevano fatto capo al sacerdote e che sono state indicate minuziosamente dai suoi collaboratori e persone a lui vicine, fanno corona alla figura di un religioso austero e rigoroso, non contemplativo ma calato pienamente nel sociale, immerso nella difficile realtà di quartiere, lucido e disincantato ma non per questo amaro e disilluso, arreso o fiaccato dalle minacce, intimidazioni e aperti contrasti con gli uomini della mafia locale.don Pino Pugliesi aveva scelto non solo di ricostruire il sentimento religioso spirituale dei suoi fedeli, ma anche di schierarsi, concretamente, senza veli di ambiguità e complici silenzi, dalla parte di deboli ed emarginati, di

3 Assistenza religiosa e psicologica, saranno coinvolte anche le imprese di pompe funebri, i medici, le parrocchie, e tutte le strutture sanitarie. Il lutto può essere un ostacolo duro da superare, ma trasformarsi in una preziosa occasione di crescita. La morte di un parente, di un amico o di un conoscente che sia lascia sempre, in ogni caso, un segno. L importante è saper elaborare il lutto. Per questo don Armando Trevisiol, rettore della chiesa che è dedicata alla Santa Croce che è posta nel cuore del Camposanto della città e responsabile della pastorale del cimitero, ha in mente di realizzare un progetto di respiro cittadino. Una iniziativa di assistenza religiosa e anche psicologica. Di conforto spirituale e cura, se è necessario. L ex parroco di Carpendo lancia la proposta che prima di tutto rivolge alle imprese di onoranze funebri operative in città. L obiettivo è creare una rete per intercettare e assistere chi più ha bisogno di essere sostenuto nel momento di una perdita della persona cara. Già adesso il appoggiare senza riserve progetti di riscatto provenienti da cittadini onesti, che coglievano alla radice l ingiustizia della propria emarginazione e intendevano cambiare il volto del quartiere, desiderosi di renderlo più accettabile, accogliente, e vivibile. Il documento è depositato in cancelleria a Palermo in data 19 giugno 1998. Costituisce quasi una beatificazione laica in attesa di quella della chiesa. Avendo pagato di persona, Pugliesi ha convalidato con la sua esistenza ciò che predicava, ha annunciato Gesù Cristo, perché l unica luce possibile al Brancaccio è il Risorto, e lo ha annunciato alla sua gente come speranza per la storia di oggi, intrisa di mille contraddizioni, difficoltà, debolezze. A Brancaccio quartiere dove era nato il 15 settembre 1937, don Giuseppe ritorna nel 1990, dove realizza una serie di esperienze pastorali significative. Nominato parroco a San Gaetano, dopo tre anni inaugura il centro (Padre Nostro), che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. La sua attenzione si rivolge al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. Ha cercato di incidere prima di tutto sulle persone, si è preso cura di quelli che gravitavano intorno alla parrocchia. Certe cose le ha gridate dall altare, le ha fatte intendere anche nei contatti diretti che ha tentato di avere con una intraprendenza che gli altri non avrebbero saputo o potuto realizzare. Ha scelto di cominciare dalle giovani generazioni, che erano quelle più esposte perché non avevano luoghi di riferimento. La famiglia, soprattutto in quelle zone, non è luogo di trasmissione di valori e la scuola non c era. Così Pugliesi ha cercato di fare della parrocchia un luogo catalizzatore. E questo è stato percepito nella sua forte valenza educativa disaggregante rispetto ai disegni degli altri. Don Pino propone a Brancaccio un modello di prete che i boss non riconoscono, mentre si sono sempre mostrati pronti ad accettare e rispettare un sacerdote che sta in sacrestia, tutto casa e chiesa, promotore di processioni. DON ARMANDO LANCIA L S.O.S. LUTTO sacerdote segue un gruppo di genitori che hanno perso i figli celebrando messa per loro una volta al mese nella chiesa di San Rocco in via Manin. Ma l intenzione è di ampliare gli incontri aprendoli a tutti coloro che lo chiedano con cadenza settimanale o quindicinale e ritrovo al Centro don Vecchi in Viale don Sturzo. Don Armando si occuperà dell aspetto religioso mentre per quello psicologico verrà affiancato da una staff di esperti nel settore. Don Armando assieme alla dottoressa Gardinale hanno appena dato alle stampe L albero della vita, un libro voluto, finanziato e distribuito gratuitamente in 1500 copie dalla ditta di onoranze funebri Busolin di via San Donà, dove si spiega in maniera dettagliata come affrontare ed elaborare il lutto. La sezione curata da Gardinale tratta dei meccanismi che si scatenano di fronte alla dipartita dando una serie di consigli e suggerimenti che non mancano neppure nella parte scritta dal sacerdote che si è soffermato piuttosto sulla concezione cristiana della morte e sulla preparazione remota all evento. La cosa più importante Non importa che tu sia uomo o donna, vecchio o fanciullo, operaio o contadino, soldato o studente o commerciante; non importa quale sia il tuo credo politico o quello religioso; se ti chiedono qual è la cosa più importante per l umanità, rispondi prima, dopo, sempre LA PACE! Li Tien Min Un testo che funge da interessante strumento di supporto ma anche da volano per il nuovo progetto in cantiere che don Armando pensa come un ulteriore tassello del settore che ora gli è stato affidato. In cimitero celebra messa tutti i giorni, incontra chi gli chiede un consiglio o una parola di conforto, benedice le tombe e le salme all obitorio quando i famigliari lo richiedono. Intanto procede spedita l idea avanzata già da qualche mese di realizzare una nuova chiesa molto più capiente dell attuale, da ricavarsi nello spazio verde di fianco all obitorio, sulla quale sta lavorando lo studio Caprioglio che è pronto a depositare i disegni e che sarà finanziata con la vendita dei loculi ricavati sulle pareti. Adesso tocca al progetto di assistenza religiosa e psicologica che vuole assumere una dimensione cittadina. Ecco perché il sacerdote punta molto al coinvolgimento delle pompe funebri. L iniziativa di don Armando, appoggiata e sostenuta dall impresa Busolin, tende ad offrire un ulteriore servizio a titolo gratuito alle persone colpite da lutti talmente grossi da mettere in pericolo l equilibrio psichico e il benessere spirituale di questi soggetti. L iniziativa di don Armando, a differenza di altre similari già operanti in altre città, tenterà di coniugare il supporto offerto dalla psicologia a quello della fede. Attualmente don Armando sta studiando il problema, incontrando esperti del settore in modo di proporre nei prossimi mesi un progetto ben definito a favore dei dolenti, progetto inquadrato in quello più vasto ed ambizioso di fare di Mestre una città che si caratterizza per la solidarietà.

4 Il settimanale della parrocchia di San Giorgio di Chirignago, qualche giorno fa, ha pubblicato le professioni di fede di nove giovani, i quali di fronte a tutta la comunità, convocata per la veglia pasquale, hanno professato pubblicamente la loro fede. Sono nove testimonianze veramente toccanti e crediamo opportuno pubbli carne su L Incontro due ogni settimana a edificazione dei lettori. Questi atti di fede, espressi con semplicità e coraggio di fronte agli amici e all intera comunità, sono la prova che quando una parrocchia si impegna con generosità e coerenza si possono ottenere anche nel nostro tempo questi splendidi frutti. Purtroppo in altri luoghi c è il deserto nel settore dei giovani perché non si sono piantate le sementi con fatica, fiducia e coraggio. GIORGIA Ciao, Signore, Sono Giorgia Camilla e in questa sera, intorno ai miei amici, sono pronta a dirti che credo in te. Ti ringrazio per il coro dei giovani, per la mia famiglia e per i miei amici dell Università e per l AREP con i suoi ragazzi dawn e i volontari. Accettami per quello che sono e se vuoi potrai farmi capire che anch io sarò ammaestratrice di uomini: per quanto tu vorrai con la mano nella tua camminerò. Per me sei una nonna che soffre perché vuol vivere anche se è debole come un cucciolo. Per me sei chi vive nei tuoi cieli perché, come te, credeva nell amore. Per me sei Amore, Gioia e Sofferenza. In una sola parola sei Padre e amico nel conforto. Talvolta ho barcollato nella mia fede, ma lo stesso ero sostenuta da qualcuno che mi faceva capire che c eri: i catechisti ed i sacerdoti che mi hanno dato conforto quando ho perso un caro. Per questo ti ricordo i miei defunti, soprattutto mia nonna paterna Lucia e don Gianpaolo Dussin, un mio amico sacerdote che mi ha guidato nel cammino per la Cresima. Oggi con tutto il mio cuore pieno di gioia, ti dico ad una sola voce che Credo in Te, padre ed amico. I GIOVANI E LA FEDE Splendide testimonianze di fede di Giovani di Chirignago, emesse di fronte alla comunità la notte di Pasqua. SILVIA Eccomi qua, stasera sono davanti alla nostra comunità a testimoniare la mia fede. Fin da piccola ho avuto modo di conoscerti attraverso persone che mi stavano vicine. Ho iniziato il mio cammino fin dall asilo, è continuato col catechismo. In terza elementare ho cominciato ad andare all ACR e ho iniziato un lungo cammino, che ancora continuo nell AC. Lì ti ho conosciuto meglio Signore, grazie agli animatori che ci insegnavano a scoprirti tramite le attività ed i giochi. Grazie alla loro voglia di trasmettere la gioia che tu dai, ho deciso di diventare a mia volta animatrice. Crescendo si hanno momenti difficili e mi sono talvolta domandata se mi avevi lasciata sola, ma un giorno ho letto questa poesia: Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E ogni giorno RICERCA CRISTIANA trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: Signore, io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché non eri accanto a me proprio nei momenti più difficili? E lui mi ha risposto: tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonata mai: i giorni nei quali c era soltanto un orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti portavo in braccio. Questo mi ha fatto capire che se cerchiamo di dare a te la colpa quando ci succede qualcosa di difficile da accettare, anche se pensiamo che ci hai lasciati soli, tu proprio in quei momento ci prendi in braccio. Per questo ti ringrazio di essermi stato accanto nei momenti difficili e spero Tu mi sia sempre vicino perché avrò sempre bisogno del tuo sostegno per affrontare la vita. Quest anno ho preso dei nuovi impegni che mi stanno facendo crescere spiritualmente e nella vita. Signore sono contenta di averti conosciuto fin da quando ero piccola perché ho imparato ad affrontare la vita serenamente e sicura che mi sarai sempre vicino. Ti ringrazio perché mi hai sempre messo accanto persone speciali che mi hanno guidata con il loro esempio, che mi hanno insegnato a conoscerti ed a vivere affrontando le difficoltà con coraggio. Ciao Signore e grazie di tutto. A questo punto chiamo: a nome delle persone che mi hanno seguita nel mio cammino di fede Elena Manente. E poi chiamo mia mamma e don Roberto che mi sono stati sempre vicini. Logica binaria e libero arbitrio Chi utilizza il computer e ne conosce le regole basilari di funzionamento sa che la logica o algebra binaria è la base matematica sulla quale essi funzionano. Nella logica binaria esistono solo due stati: 0 e 1 che equivalgono ad acceso e spento, si e no, aperto e chiuso, on e off, presente e assente. Sulla base di questi due semplici stati logici, i computer vengono programmati per eseguire calcoli complessi. La logica di Dio è la stessa, è binaria pure quella: sia il vostro parlare si, si, no, no; chi non è contro di me, è con me; non si può servire due padroni, o ami l uno o ami l altro; o servi Dio o servi mammona. Sono alcune delle parole di Gesù che richiamano ad un modo di pensare binario, cioè basato su due stati logici. Gesù ci pone così di fronte ad un bivio: da una parte ci sta il mondo degli uomini, dall altra ci sta lui. Dobbiamo scegliere: o l uno o l altro, inferno o paradiso, vita o morte. Non c è una via di mezzo. Dunque, dall insegnamento di Gesù, contenuto nel Vangelo, emerge che la logica di Dio è binaria. Ma che conse-

5 guenze ha, nella nostra vita, la logica binaria? Essa ci dice che nel mondo ci sono solo due forze: il bene e il male e in ogni azione che intraprendiamo, ci troviamo di fronte ad un bivio e dobbiamo scegliere se andare da una parte o dall altra: non c è una via di mezzo o una terza via. Ci sono soltanto due scelte: il bene e il male. Se scegliamo il bene o l amore, andiamo verso la vita, se scegliamo il male o peccato, andiamo verso la morte. Questa analogia binaria ci porta a dire che Dio, possedendo una logica binaria, è come un programmatore di computer, solo che i computer in questo caso, siamo noi uomini, che siamo stati programmati da Dio per essere come lui, a sua immagine e somiglianza. Ciò vuol dire che se il computer, costruito e programmato dall uomo, è stato fatto ad immagine e somiglianza dell uomo, allora a maggior ragione l uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio e quindi è paragonabile ad un piccolo e complesso computerino vivente, programmato da Dio secondo il codice genetico del DNA. C è però un particolare fondamentale che li differenzia: il libero arbitrio. L uomo, pur riuscendo a programmare i computer a sua immagine e somiglianza (infatti molti computer giocano benissimo a scacchi e a dama come un uomo), non è ancora riuscito ad inserire nel codice di programmazione di un computer il libero arbitrio, cioè la capacità di decidere autonomamente. Ogni computer infatti prende decisioni in base alle istruzioni che il programmatore gli ha inserito in memoria ed è incapace di decidere autonomamente. I computer, dunque, non posseggono il libero arbitrio. Dio invece è riuscito ad inserire il libero arbitrio nel codice di programmazione dell uomo. L uomo può ribellarsi alle istruzioni che Dio ha inserito nel suo DNA e può prendere decisioni in modo autonomo. L uomo può decidere, ad esempio, se andare a Milano o a Torino e può decidere se partire alla mattina o al pomeriggio in modo autonomo. Tuttavia il destino di quella decisione non è in mano all uomo, ma in mano a Dio. Dio infatti non ha inserito nel codice di programmazione dell uomo la capacità di decidere il destino delle proprie azioni. Decidiamo di andare a Milano, ma è Dio che ci fa arrivare a Milano, quando e come vuole lui. Ce ne sono ancora. Poche, tanto che si possono contare sulle dita di una mano, ma alcune ancora resistono. Sto parlando delle trasmissioni di pubblica utilità che paghiamo con il canone Rai. Report, il rotocalco di informazione condotto da Milena Gabanelli, in onda su RaiTre la domenica sera, è senz altro tra queste. C è da chiedersi, anzi, come abbia fatto a sopravvivere alle retate censorie ed alle epurazioni catodiche cui siamo stati abituati in questi ultimi cinque anni. Le ultime due puntate sono state particolarmente interessanti. Nella prima, oggetto delle indagini è stata la società 3 Italia (per intenderci, quella dei videofonini reclamizzati da Andreotti e da Claudio Amendola) che si sta preparando per la quotazione alla borsa di Milano con l obiettivo di rastrellare sul mercato (chiedendoli a noi risparmiatori e potenziali investitori) oltre 3 miliardi di euro (circa seimila miliardi delle vecchie lire): la più grande operazione degli ultimi vent anni. L inchiesta ha messo in luce scenari preoccupanti e vagamente inquietanti: la società non ha mai prodotto un euro di utile; l indebitamento è pari a 2 volte e mezzo il fatturato, le sue azioni sono tutte in pegno alle banche che sono (guardacaso) le princi- L uomo è padrone delle proprie decisioni, mentre Dio è padrone del loro destino. Dio non decide per noi, siamo noi che decidiamo le nostre azioni ma Dio determina il destino delle nostre decisioni e per farlo usa la sua logica binaria. Poiché Dio ha dotato l uomo del libero arbitrio, Dio non ha potere sulle nostre decisioni, ma solo sul loro destino. Noi siamo liberi di scegliere il bene come il male e se scegliamo il male, Dio non ha il potere di farci cambiare idea. Il nostro destino però è segnato, Dio non ci può fare niente, è una nostra scelta che lui rispetta. Tuttavia Dio ci ha istruito, attraverso la Bibbia e successivamente attraverso l insegnamento di Gesù, circa il funzionamento delle sue regole. Così, se decidiamo per il bene, non dobbiamo temere più nulla perché il destino della nostra decisione è già stato tracciato, fin dalle origini, da Dio che ne è il padrone, e niente e nessuno potrà cambiarlo. Se invece scegliamo il male, il nostro destino è già tracciato anche in questo caso e niente e nessuno potrà cambiarlo, ma noi faremo sempre in tempo a cambiare decisione e a scegliere il bene, finché saremo in tempo. Ricordiamoci: nella logica di Dio ci sono solo due stati o destini: uno stato porta alla vita eterna e al regno di Dio, l altro stato porta verso il peccato e quindi verso la morte. Il programma è quello, i destini sono già stati tracciati. Gli stati logici sono soltanto due. A noi spetta solo scegliere. SGUARDO SUL QUOTIDIANO REPORT PER UN VERO SERVIZIO PUBBLICO Adriana Cercato pali promotrici del collocamento; un procedimento giudiziario ha inoltre accertato la sussistenza del reato di divulgazione di materiale pornografico e, dulcis in fundo, c è una storia non molto chiara nel rapporto tra 3 italia ed i suoi principali fornitori di materiale informatico con l intermediazione di alcune società di comodo che pare lucrino sulle differenze di prezzo dei materiali ad alta tecnologia. Tutto questo sembrerebbe spiegare perché 3 italia abbia già provato per ben due volte, in passato, a quotarsi in borsa. Senza riuscirci. Nella puntata successiva la redazione di Report ha tentato di far luce su un altro avvenimento che ha tenuto banco sulle prime pagine di tutti i giornali e dei notiziari televisivi fino a qualche tempo fa ma ora letteralmente scomparso: l influenza aviaria. La domanda cui la Gabanelli ha tentato di rispondere è stata: l influenza dei polli è un reale allarme sanitario o, piuttosto, la più grande montatura del nuovo millennio? Numerosi sono stati gli indizi e le testimonianze che hanno ridimensionato la temuta aggressività del virus: ma, allora, perché le agenzie internazionali hanno dato così tanto rilievo agli scienziati allarmisti? Com era prevedibile si è alla fine scoperto che la pandemia della paura, alimentata da un cao-

6 tico susseguirsi di contraddittorie dichiarazioni ha finora portato benefici soltanto a coloro (in primis alcune case farmaceutiche) che proprio grazie alle emergenze riempiono le proprie casse. Da qui emerge il comune denominatore delle due trasmissioni citate: il desiderio spavaldo, ossessivo e arrogante di coloro che tentano spesso, purtroppo, riuscendoci di arricchirsi con la più infame noncuranza degli interessi collettivi ed il più totale disprezzo delle leggi. Magari anche con il consenso connivente di chi proprio al rispetto delle regole dovrebbe badare. Marco Doria farfalla mentre volava felice scorse nell erba un bruco che avanzava strisciando, maledicendo ogni cosa e capì che per ottenere qualcosa dalla vita bisogna guadagnarsela e voleria, vivendo ogni attimo da bruco per poter, una volta pronti, diventare una splendida farfalla. Mariuccia Pinelli LA FAVOLA DELLA SETTIMANA IL BRUCO C era una volta, tanti e tanti anni fa, un bruco che viveva in un grande bosco in compagnia di tanti animali. Gli altri animali, almeno una volta alla settimana, si incontravano per fare due chiacchiere oppure si salutavano quando le loro strade si incrociavano, solo il bruco rimaneva per conto suo e mentre avanzava faticosamente lungo il suo percorso continuava a brontolare. Brontolava per qualsiasi cosa: perché faceva freddo, perché faceva caldo, perché era troppo umido, perché era troppo secco, perché nel bosco c era un chiasso infernale (anche se lo sentiva, per la verità, solo lui, nel bosco, in realtà, c era molta calma), si lamentava perché c era il sole o perché non c era, insomma qualsiasi cosa era adatta per farlo brontolare. I giorni andavano avanti e gli altri abitanti, che all inizio avevano tentato di fare quattro chiacchiere con lui, ora lo ignoravano o, meglio, lo evitavano. Un giorno il bruco si stancò di quell esistenza e prese una grande decisione, una decisione che era maturata dentro di lui a poco a poco: Sono stanco di questa vita e di questi vicini di bosco, mi costruirò una casetta e andò a vivere lì, senza più andare in giro, senza vedere nessuno, solo starò molto meglio. E così fece. Trovò un posticino riparato su un grande albero, sotto una foglia. Costruì la sua casetta, vi entrò e chiuse la porta, ripetendo a se stesso che non avrebbe aperto a nessuno. E così fece. Un giorno venne a bussare il grillo chiedendo gli se tutto andasse bene ma lui non rispose neppure e così, a poco, a poco, fu dimenticato dagli altri abitanti i quali continuarono a svolgere la loro vita come sempre. Un giorno però il bruco iniziò a sentirsi inquieto, non riusciva a capire perché o meglio lui incolpava della cosa il fatto che la sua bella casetta stava rompendosi e per quanto tentasse di teneria insieme non ci riusciva. Oltretutto iniziava a sentirsi troppo stretto lì dentro e si domandò perché l aveva costruita così piccola e decise...decise di non aggiustare più la casetta e di lasciarla cadere e lui si sarebbe lasciato cadere a terra e sarebbe morto. Pensò: Meglio morto che andare a fare la stessa vita strisciando qua e là. Aspettò. L ultimo pezzettino della casa si ruppe e lui lui pensò che era la fame e, anche se non lo avrebbe mai confessato a nessuno, pensò che gli dispiaceva di chiudere in quel modo la sua vita. Alzò gli occhi al cielo, in quei pochi attimi che gli rimanevano voleva rivederio, e proprio mentre guardava in alto, un raggio di sole lo colpì e, chissà per quale alchimia, lui si sentì grato per quel raggio. Guardando poi con più attenzione vide nella foglia sopra di lui, riflessa in una goccia di rugiada una... bellissima farfalla. Non poteva vederne completamente i colori perché aveva le ali piegate ma intuì che dovevano essere splendidi e caldi adatti a catturare tutta la luce del sole e desiderò di diventare una farfalla amata da tutti e sognò di poter amare tutti. Ecco che ad un tratto gli arrivò alle orecchie il sussurro del vento che gli diceva: Apri le ali bruco e vola come una farfalla perché TU ora sei una farfalla. E il bruco, o meglio, la nuova farfalla aprì le ali e volò, volò su ogni cosa: sui fiori, sugli alberi, sull erba, sugli altri abitanti del bosco e a tutti diceva: Ero un bruco ed ora guardatemi, sono una farfalla. Tutti la guardarono e furono felici per lei, furono felici della sua gioia. La neo PREGHIERA PER AVERE L UMORISMO Dammi una buona digestione, Signore, e anche qualche cosa da digerire. Dammi la salute del corpo, Signore, con il buon senso che occorre per conservarla. Dammi un anima sana, Signore, che conservi ciò che è buono e puro davanti agli occhi, così che vedendo il peccato, non mi spaventi, ma trovi il modo di raddrizzare la situazione. Donami un anima che non conosca la noia, che ignori le mormorazioni, le lamentele e i sospiri, e non permettere che io mi dia troppe preoccupazioni per quella cosa ingombrante che io chiamo io. Donami il senso dell umorismo, Signore, donami la grazia di saper capire luna barzelletta, affinché io tragga qualche gioia dalla vita e ne faccia partecipi gli altri. S.Tommaso Moro

LA TESTIMONIANZA DELLA SETTMANA Un medico (donna), un infermiera professionale, una suora, un prete e una scelta, quella di servire Cristo nei poveri: da qui parte la nostra riflessione sulla realtà di una parrocchia che sembra non avere poveri, ma solo anziani bisognosi più di servizi che di denaro, e si sviluppa tutta un attività di servizi socio-assistenziali anche domiciliari, con un ambulatorio medico, e con tante attività di animazione e feste e preghiera. Una parrocchia che ha scelto il servizio ai poveri di Betania come un impegno e una adozione, tanto da aprire in patronato la mensa estiva in supporto alla chiusura per ferie di Betania, prima, e poi anche di domenica sera spingendo la Caritas a non dimenticarsi che anche i poveri hanno il diritto di cenare tutti i giorni e non solo quando il volontariato è disponibile. Una parrocchia che in vent anni ha visto l aumento di una presenza di stranieri non solo per un lavoro nei palazzi in sostituzione di una servitù che non viene più dalla campagna, ma per un servizio agli anziani soli. È la nuova e numerosa presenza delle badanti polacche, moldave, ucraine, asiatiche... È nell aiuto a queste donne di età diverse che una buona parte del nostro servizio ai poveri ha realizzato un supporto umano e cristiano: lavoro, casa, vestiario, ospitalità d emergenza, ricongiungimento con i figli o con i mariti. Badanti che nella nostra comunità trovano una famiglia umana e un accoglienza anche nel cammino di fede, pur diversificata secondo la provenienza. Molte di queste donne, soprattutto, vivono una fede condivisa con l anziano quasi come un accom-pagnamento : per molte è come una diaconia che non spegne né la fede dell anziano, né la partecipazione all Eucaristia domenicale e feriale, né il dialogo con il sacerdote per le visite domiciliari. La testimonianza, però, che noi vorremmo dare alla nostra comunità - nel rispetto dei nostri diversi ruoli e nell ambito dei nostri diversi carismi - è quella di una vita di fede e di spiritualità che molte di queste nostre badanti ci hanno dato in questi anni, trovando nella Incontrando molte badanti abbiamo visto crescere spiritualmente e umanamente tanta gente fede, nella preghiera sacramentale, nell adorazione eucaristica personale e nella stessa direzione spirituale la forza per superare la solitudine, le difficoltà e le tentazioni di un sentirsi sole e facilmente sfruttabili. In questi anni abbiamo visto crescere spiritualmente e umanamente persone che sembravano fragili, ma con un grande senso della famiglia e con Meno di quaranta anni fa, in America, c erano fontanelle pubbliche separate per bianchi e neri. A teatro, le balconate erano altrettanto separate e così i posti negli autobus pubblici. La lotta per cambiare queste condizioni e guadagnare la parità dei diritti di fronte alla legge per i cittadini di qualsiasi razza è stata la scelta di fondo della breve vita di Martin Luther King. Pacifista convinto e grande uomo del Novecento, Martin Luther King Jr. nacque il 15 gennaio 1929 ad Atlanta (Georgia), nel profondo sud degli States. Suo padre era un predicatore della chiesa battista e sua madre una maestra. I King inizialmente vivevano nella Auburn Avenue, soprannominata il Paradiso Nero, dove risiedevano i borghesi del ghetto, gli eletti della razza inferiore, per usare un espressione paradossale in voga a quel tempo. Nel 1948 Martin si trasferì a Chester (Pennsylvania) dove studiò teologia e vinse una borsa di studio che gli consentì di conseguire il dottorato di filosofia a Boston. Qui conobbe Coretta Scott, che sposò nel 53. A partire da quell anno, fu pastore della Chiesa battista a Mont-gomery (Alabama). Nel periodo 55-60, fu l ispiratore e l organizzatore delle iniziative per il diritto di voto ai neri e per la parità nei diritti civili e sociali, oltre che per l abolizione, su un piano più generale, delle forme legali di discriminazione ancora attive negli Stati Uniti. Nel 1957 fondò un movimento che si 7 una dedizione al lavoro con lo scopo di un sognato ricongiungimento con i figli e con tutta la famiglia. Badanti cristiane che tante volte ci hanno messo in discussione per la fiducia in una chiesa-madre che aveva permesso loro, lontane dalle loro famiglie e dalla loro comunità di fede, di non sentirsi escluse ma di essere inserite in una famiglia delle famiglie, pur provenendo da terre lontane e da esperienze di fede a volte molto diverse dalle nostre. È la testimonianza comunitaria resa dalla parrocchia di S. Stefano nel centro storico di Venezia: il confronto e il contatto con le badanti. Martin Luther King Un profeta del nostro tempo batteva per i diritti di tutte le minoranze e che si fondava su ferrei precetti legati alla non-violenza di stampo gandhiano, suggerendo la nozione di resistenza passiva. Così affermava:...siamo stanchi di essere segregati e umiliati. Non abbiamo altra scelta che la protesta. Il nostro metodo sarà quello della persuasione, non della coercizione... Se protesterete con coraggio, ma anche con dignità e con amore cristiano, nel futuro gli storici dovranno dire: laggiù viveva un grande popolo, un popolo nero, che iniettò nuovo significato e dignità nelle vene della civiltà.. Il culmine del movimento si ebbe il 28 agosto 1963 durante la marcia su Washington quando M. Luther King pronunciò il suo discorso più famoso I have a dream... ( Ho un sogno ). Nel 1964 ricevette ad Oslo il premio Nobel per la pace. Durante gli anni della lotta, King venne più volte arrestato e molte manifestazioni da lui organizzate finirono con violenze e arresti di massa; egli continuò tuttavia a predicare la non violenza pur subendo minacce e attentati. Noi sfidiamo la vostra capacità di farci soffrire con la nostra capacità di sopportare le sofferenze. Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case nell ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi

8 morti, e noi vi ameremo ancora. Fateci quello che volete e noi continueremo ad amarvi. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello alla vostra coscienza e al vostro cuore che alla fine conquisteremo anche voi, e la nostra vittoria sarà piena. L amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo. (da La forza di amare di M.L. King). Nel 1966, trasferito a Chicago, si dichiarò contrario alla guerra del Vietnam e denunciò le condizioni di miseria e degrado dei ghetti delle metropoli, entrando così direttamente in conflitto con la Casa Bianca. Nel mese di aprile dell anno 1968 M. Luther King si recò a Memphis per partecipare ad una marcia a favore dei netturbini della città (bianchi e neri), che erano in sciopero. Mentre, sulla veranda dell albergo, s intratteneva a parlare con i suoi collaboratori, LUNEDI dalla casa di fronte vennero sparati alcuni colpi di fucile: King cadde riverso sulla ringhiera: pochi minuti dopo spirò. Erano le ore 19 del 4 aprile. Il presunto killer fu arrestato a Londra circa due mesi più tardi, ma rivelò che non era stato lui ad uccidere, sostenendo di sapere chi fosse il vero colpevole. Nome che non poté mai fare perché venne accoltellato la notte seguente nella cella in cui era stato rinchiuso. Ancora oggi il mistero della morte dell indimenticabile leader nero rimane insoluto. Oltre all esempio di una vita dedicata interamente alla pace, Martin Luther King ci lascia uno dei discorsi più famosi della storia dell umanità, I have a dream.ho un sogno «Il mio sogno è che i miei quattro bambini possano vivere un giorno in una nazione dove non saranno giudicati dal colore della loro pelle ma dal contenuto del loro carattere.» Daniela Cercato DIARIO DI UN PRETE IN PENSIONE Oggi proseguo la meditazione sulla intervista rilasciata da don Arturo Paoli. Il solito intervistatore, Daniele Rocchetti, ha osservato al vecchio prete: Poveri e povertà sembrano un poco al margine dell agenda della Chiesa di oggi. Al che risponde don Paoli: I poveri sono dovunque. Gesù ha detto: i poveri li avrete sempre con voi. Purtroppo la storia è sempre una relazione tra vinti e vincitori, tra schiavo e padrone. Bisogna mettersi dalla parte dello schiavo e dell oppresso, anche politicamente. Un parroco deve guardare alla sua Chiesa non dalla parte delle pie signore che lo circondano ma dalla parte dei poveri. Guardare il mondo, la storia, Dio stesso, con la prospettiva e gli occhi dei poveri è qualcosa che sorprende ma è la conversione a cui siamo chiamati. Io non sono ancora, e forse non lo sarò mai, capace di camminare su questi binari, ma riconosco che questa è l unica strada che un discepolo di Gesù deve percorrere. Non saranno certamente i teatrini rituali o le pie confraternite a fornire volto e parole al Gesù dei nostri tempi. Certo è molto più comodo seguire un piccolo e pio gregge di devoti che farsi lievito nella pasta greve degli uomini del nostro tempo. La gente oggi lascia forse tranquillamente queste cerimonie tra intimi, ma continua indisturbata per la sua strada costruendo i destini dell uomo e la storia in altri siti. MARTEDI Da quando sono in pensione mi alzo più tardi, anche per non aver troppe ore da riempire. La sveglia suona puntualmente ogni mattina alle 6. Dopo aver iniziato il giorno con la recita del breviario, la preghiera ufficiale che faccio idealmente per tutti gli uomini, mi affaccio alla finestra che si apre sul grande prato della Società dei 300 campi, per dare uno sguardo al nuovo giorno che si illumina pian piano. S annuncia una bella giornata dolce e serena incorniciata da questa natura vestita dei colori verdi della primavera. Pochi dei miei coinquilini sono svegli, infatti tutto tace. Poi lo sguardo s allontana portato sulle ali del pensiero e della fantasia. Ho cominciato a pensare come s alza al mattino il beduino del deserto o l esquimese tra i ghiacci o l uomo nella foresta vergine. Ho sentito il bisogno di ripetere tre volte grazie al Signore per avermi dato il privilegio di nascere e di vivere in una terra così bella. Poi ho chiesto perdono per tutte le volte che ho guardato con stizza il sorgere del nuovo giorno solamente perché il cielo era coperto e piovigginava. MERCOLEDI Sono venuto a sapere all ultimo momento che uno, o meglio una degli ottanta commensali con cui pranzo assieme compiva novantanni. Novantanni non è nulla di eccezionale se si tiene conto che la media dei residenti al don Vecchi viaggia sugli ottantacinque. M è parso bello farle gli auguri, sapendo che poi qualcuno avrebbe intonato tanti auguri a te ma subito pensai che ci sarebbe stato bene un regalo per quanto modesto. Corsi a casa e presi nel cassetto dei regalucci che pure io avevo ricevuti e glielo porsi a nome della Comunità. Vidi subito la sorpresa e la felicità per questa attenzione; gli occhi si fecero lucidi e s illuminarono. Quando uscendo passò vicino al mio tavolo, mi sussurrò: questo è stato uno dei giorni più belli della mia vita! Io non conosco il suo passato comunque associai quest espressione ad una confidenza di mio padre A noi vecchi basta poco per essere felici, e basta pur poco per essere tristi! Con quanto poco potremmo far felici i nostri vecchi ai quali dobbiamo molto. La nostra società spesso nega, per superficialità ed egoismo, anche questo poco! GIOVEDI Anche stamattina, dopo il breviario, ho aperto la portafinestra per affacciarmi al pergolo. L aria è dolce ed il cielo è sereno anche oggi. Albeggia all orizzonte e le piccole case bianche che s affacciano al grande campo verde sembrano le casupole del presepio, messe là ai bordi del prato con fantasia e buon gusto.oggi ho guardato l orologio; erano

le 7,15. Il giorno mi sta davanti e mentalmente ho fatto il conto per vedere quante ore avevo a disposizione prima che venissero le 22 (è l ora in cui solitamente vado a letto): circa 15 ore. E la mia testa, in cui c è un andirivieni frettoloso ed intenso di pensieri, ha incominciato ad immaginare quante cose sarebbero potute starci in tutte queste ore, quanti momenti, quante parole, quante sensazioni e pensieri avrebbero potuto entrare ed uscire dal mio cuore. Per costume e per educazione non sono abituato a buttar via il tempo, però fino stamattina mi sono riproposto ancora una volta di vivere tutto ed intensamente anche se è un tempo da pensionato. VENERDI Certi comportamenti della gente rimangono per me un mistero. Non ho mai capito perché un certo momento tantissime donne si dipingono i capelli di rosso mentre erano molto carine con chiome nere o bionde, che poi stavano bene con la loro carnagione. Come non ho capito la moda delle scarpe con la punta allungata ed a spillo, scarpe scomode e certamente sgraziate. La moda rimane per me un mistero, che temo sia in parte irrazionale. Ma lo stupore non finisce qui perché se c è una moda nell abbigliamento c è pure una moda nelle parole e nei comportamenti umani di fronte agli eventi della vita. Fino a qualche anno fa quando un lutto colpiva una persona si parlava di rassegnazione, d accettazione della volontà di Dio che si esprime sempre per il nostro bene anche quando non ce ne rendiamo conto. Ora l uomo sembra disorientato e smarrito di fronte alla morte e pare che l unica soluzione e l unico sostegno pare consista nella parola magica degli psicologi elaborazione del lutto. E certamente vero che la riflessione e l analisi degli eventi ha un suo ruolo per farcene una ragione, ma certamente nessuno ha la bacchetta magica, né penso possa avere molto di nuovo per risolvere quello che la legge della natura, che nonostante tutto rimane misteriosa ed ineluttabile per tutti. SABATO In questi giorni in cimitero stanno smantellando i cippi ed i monumenti funebri del campo vicino alla chiesa perché presto si provvederà all esumazioni per far posto a nuove sepolture. Sto provando un certo malessere vedendo distruggere i segni della memoria di queste persone vissute fino a quindici anni fa assieme a noi. In realtà i segni della memoria vera sono scomparsi ormai da molto tempo, perché erano rimasti solamente i marmi, vecchi fiori di plastica stinti dalla pioggia e dal sole e qualche arbusto cresciuto in fretta, ma fiori recisi comparivano si e no solamente in due o tre tombe sulle centinaia che contrassegnavano come filari la poca terra del campo. Spesso m ero fermato di fronte a persone che avevo conosciuto e riposavano in quel campo, per una preghiera o per riprendere un dialogo che la morte aveva interrotto. Fra poco tutta la terra sarà grigia ed uniforme, e tra un poco ancora cominceranno ad arrivare nuovi inquilini. Mi tornavano in mente in questo le parole di Gesù ancora un poco mi vedrete, ed un altro poco non mi vedrete perché ritornerò al Padre. La vita è segnata da un pendolo che ritma inesorabile, il tempo breve. Una volta ancora ho sentito l urgenza e l importanza di vestire di colori belli il poco tempo che ho ancora a disposizione. DOMENICA Mi ha sempre colpito il racconto delle bufere che scoppiavano improvvise e violente nel lago di Genezaret in cui pescavano o si spostavano gli apostoli. La paura di affondare mentre soffiava gagliardo il vento o i marosi sballottavano la piccola barca di quei poveri pescatori mentre Gesù dormiva come se non gli importasse nulla della loro sorte. Come mi ha sempre stupito l intervento di Gesù: perché temete, gente di poca fede e poi con un cenno calma il mare e il vento. L accostamento delle mie vicende con quelle del Vangelo mi sembra poco rispettoso per la banalità della mia vita e la serietà degli eventi che hanno riguardato quella di Gesù, ma quante e quante volte ho sentito traballare la mia barchetta per lo scoppio improvviso di diatribe, di scontri, di beghe a non finire che sembravano affondare qualche realtà di cui andavo fiero e che portavo come il fiore all occhiello. Dire che in questi frangenti provo angoscia può sembrare un po teatrale, ma è così perché su queste realtà gioco tutta la mia vita! Per quanto passa, e tutto passa, mi sovvengono, per colmo di vergogna, le parole di Cristo: perché temete uomini di poca fede?. Non riesco a capacitarmi perché non riesca ancora, dopo tante esperienze ad abbandonarmi completamente alla volontà del Signore? ATTUALITA' 9 La vanità si sa è femmina, o perlomeno lo era. Ma se le nostre nonne o bisnonne, oltrepassati gli anta adottavano mise di color bigio e acconciavano le chiome in strette trecce raccolte in ancor più stetti chignon, noi, donne del terzo millennio, compiuti gli anta ; oltrepassati di larga misura gli antaanta continuiamo, per quanto possibile a seguire i dettami della moda in corso. Eccoci dunque a rovistare con attenzione, entusiasmo ed appagante piacere fra le bancarelle del mercato, o provare nel negozio di cui siamo abituali clienti abiti, gonne, pantaloni che riteniamo meglio si adattino alla nostra figura, al nostro stile. I jeans, tanto comodi, divengono scomodissimi, ma molto trendy quando hanno la vita bassa. Si vocifera che l ombelico all aria, per quanto lardoso ha il suo fascino; ed allora pancia scoperta anche per le tardone, la colite può attendere. La moda vuole borse fantasiose, colorate, ricamate, coperte di paillette, perline, bottoncini o strass. Le scarpe hanno perso (finalmente) la punta e gran parte del tacco; in molti casi sono tornate ad essere rasoterra: incongruenze della moda. La cura della persona è molto in. Come funghi in un bosco settembrino sono sorti ovunque centri estetici dove da mattina a sera, lampade abbronzanti abbronzano già abbronzati ambosessi; massaggiatricitori mas-saggiano nell ardua, spesso dispe-rata, a volte vana impresa di rassodare, ridurre, far sparire cuscinetti, che seccati da tanto trambusto non di rado si spostano di qualche millimetro alla ricerca di un po di tranquillità dove vivere ed aumentare in santa pace. La cura nel vestire e della nostra persona ci vede coinvolti senza distinzione di sesso e di età, e quando non raggiunge livelli maniacali, è buona cosa. E forma di rispetto che

10 dobbiamo a noi stessi e a chi avviciniamo. In tutta la faccenda unico, grande, neo: i costi. Per la categoria dei comuni mortali a cui apparteniamo, far quadrare il bilancio è necessità,e dati i tempi grande virtù. Se a fine mese il nostro portamonete fa l eco,è scontato che anziché dal parrucchiere la messa in piega la facciamo da sole,a casa nostra, la cosa non è certo un dramma. Di certo non ne faremo una ragion di stato com è avvenuto per la signora Blair, moglie del primo ministro britannico, severamente redarguita da molti esponenti del parlamento inglese per i conti astronomici presentati dai suoi parrucchieri e pagati con il denaro dei contribuenti britannici. E in Italia? C è un salone di barbiere sia a Palazzo Madama che a Montecitorio in cui al modico prezzo di 7 euro e settanta centesimi i nostri parlamentari maschietti possono avere shampoo e taglio. Le femminucce invece, usufruiscono di una convenzione con i più rinomati parrucchieri della capitale. Viene da chiedersi: ma se non fossero stati eletti i capelli non se li sarebbero tagliati e lavati? E per la pausa pranzo? Nei rispettivi palazzi deputati e senatori hanno a loro disposizione menu di tutto rispetto; famosissimi i supplì di Montecitorio: la loro mozzarella sempre rigorosamente filante è una vera golosità, che se gratuita o quasi, si gusta ancora di più. Ma vogliamo ficcanasare ancora un po? Per l assistenza sanitaria integrativa ecco un fondo per i parlamentari e i loro parenti; nei palazzi ci sono vari ambulatori dell ASL e sempre presenti, due ambulanze. Oltre a viaggiare gratuitamente in treno ed aereo i nostri parlamentari usufruiscono, senza costo alcuno, di sauna e sartoria, dispongono di un fondo per le spese postali e di ottime, sensibili agevolazioni sia per mutui che per conti correnti. Code ed attese per la compilazione della denuncia dei redditi non esistono per chi siede sugli alti scanni : un ufficio appositamente funzionante aiuta i nostri politici nella compilazione; il tutto senza spendere una lira. Divani e poltrone comodissime dove chiacchierare e telefonare gratuitamente o quasi: per le extraurbane c è un certo limite agli scatti.mettendoci i bigodini davanti allo specchio di casa, o guardando nella vetrina con un sospiro di rinuncia la camicetta che tanto ci piace, consoliamoci pensando che come contribuenti e cittadine il nostro sacrificio, la nostra piccola rinuncia e servita, seppur in minima parte, a garantire i privilegi di cui sopra ad ognuno dei nostri rappresentanti. Senza distinzione di sesso, partito,corrente e colore (politico), ideale e programma. L INTERVISTA DELLA SETTIMANA MARTA Luciana Mazzer Merelli Abbiamo lasciato da poco Gerusalemme. Potevamo noleggiare un asinello, ma ci hanno detto che Betania è qui ad un tiro di schioppo, 15 stadi, due chilometri insomma, e abbiamo preferito farcela a piedi. Il sentiero è polveroso, il sole brucia, ma il paesaggio in torno è aperto e piacevole. Eccoci arrivati. Una donna al pozzo ci indica la casa di Lazzaro: squadrata, povera, il tetto a terrazza, come tutte le case qui in torno ricoperta di paglia e di terra, sopra ammassati vasi e masserizie. Entriamo, è buio all interno. Ci viene incontro Marta. E chi se no? Già ci hanno avvisato del suo caratterino. L aria un po trasandata. Chiediamo di entrare con la scusa di un po di acqua. Ci fa accomodare su uno scanno e si precipita a prendere da bere. - Marta, non si affanni, non vogliamo disturbare. - No, no, sono abituata a correre, se aspetto che mia sorella mi dia una mano Lei è una contemplativa, per capirci. - Ti riferisci a quel giorno che Gesù venne a trovarvi? - Ah, lo sapete anche voi? Si, Gesù, quell uomo benedetto, figlio di Dio, quell amico, quell uomo santo (va in estasi, Marta). Maria, mia sorella, invece di aiutare, se ne stava lì ad ascoltare. Mio fratello non c era quel giorno. - E voi, avete fatto entrare un uomo, un estraneo in casa, anche se Lazzaro non c era? - Che c entra, noi siamo gente povera ma ospitale; poi Gesù è Gesù, è il Maestro, è nostro fratello. Voi non sapete che Gesù ha resuscitato nostro fratello, che era morto già da quattro giorni. Gesù aveva le lacrime agli occhi, come tutti noi, come i Giudei che erano venuti a consolarci. Gli bastò una preghiera al Padre: fece alzare la pietra del sepolcro e Lazzaro uscì, ancora fasciato e coperto dal sudario. Da far venire i brividi. E camminava, era vivo. Gesù è venuto ancora da noi. Era qui a cena proprio una settimana prima di Pasqua. Come al solito io ho fatto una lavorata... e Maria a guardare. Anzi, pensate un po, ungeva i piedi di Gesù col profumo di nardo puro, che costa un occhio. Quei 300 denari si poteva darli ai poveri. Perfino Giuda l ha criticata. Ma Gesù la difende sempre, del resto è una creatura buona, lasciamola fare, i poveri restano poveri e Gesù non sempre ce l abbiamo con noi. - Marta, se vuoi un consiglio, non badare a quello che dice Giuda e poi, scusa, sei sicura di ricordare bene? perché quest episodio che hai raccontato mi dicono che si era svolto a casa di un Fariseo o da Simone il lebbroso e quella frase sui poveri l avrebbe pronunciata Gesù. Lo dice anche Marco. - E chi sarebbe questo Marco? Chissà se Marta sa che vita aveva condotto Maria, se sa della sua conversione, delle sue lacrime, del perdono di Cristo. Solo quel giorno saprà, quando Lui apparirà per primo a lei, sua sorella Maria, la peccatrice di Magdala. Laura Novello

GIAN FRANCO BITTOLO Giovedì 20 aprile alle 23,50 è deceduto nella sua abitazione di Via Piave 10 il concittadino Gianfranco Bittolo, che era nato a Monsuè di Treviso il 22 settembre 1934, aveva sposato a Murano nel 1959 Teresa Salmistrari, che aveva conosciuto fin dalla sua adolescenza, e dalle cui nozze nacquero i figli Massimiliano e Monica, ora ambedue sposati con figli. Il sig. Gianfranco trascorse la sua vita lavorativa prima come agente di commercio della Grunding, poi come rappresentante dei prodotti di vetro di Murano. Una volta in pensione s è dedicato interamente alla sua famiglia; educatore nato, crebbe i suoi figli in un clima di grande affetto e armonia famigliare. Purtroppo nel 2005 fu colpito dal male del nostro tempo e nonostante le solerti cure dei sanitari, pian piano s avviò all ultima dimora assistito amorevolmente dalla moglie e curato dai medici dell Avapo così che poté rimanere nella sua casa fino al termine dei suoi giorni. Don Armando che aveva conosciuto questa famiglia ancora quand era cappellano a S. Lorenzo, ha celebrato il commiato cristiano affidando al Signore il concittadino che ci ha preceduti in cielo, esprime il suo cordoglio alla cara signora Teresa, ai figli e parenti e invita i fratelli di fede alla preghiera di suffragio per il fratello che ora ci attende in cielo. PIERA BARATTERO Nel primo pomeriggio di lunedì 23 Aprile don Armando ha celebrato l Eucarestia di commiato per la sorella di fede Piera Barattero. La signora Piera era nata a Pinerolo il 18 aprile 1933 aveva sposato l americano signor Sahackelton ora defunto, ed è morta il 21 aprile u.s.. La defunta era rimasta in Italia dopo la morte del marito perché in Riviera 20 Settembre a Mestre dimorava la sorella Delfina Silvia. Don Armando, che ha inquadrato questa partenza per il cielo alla luce del mistero della resurrezione di Cristo motivo di serenità e di speranza, esprime alla sorella della defunta i sentimenti del suo cordoglio ed invita tutti i fedeli che frequentano la chiesa del nostro Camposanto a ricordare LE NOSTRE NOTIZIE nella preghiera di suffragio la sorella che ci ha preceduti in cielo. LIUDIMIRO MANDEN Sabato 6 maggio ha reso l anima a Dio Liudimiro Manden, ch era nato a Pola il 5 ottobre 1919. Il fratello che ci ha lasciati ha insegnato per l intera vita a Farra D Alpago talmente amato dai paesani di quel centro che i suoi alunni avrebbero voluto che i funerali si fossero svolti a Farra D Alpago e che il suo corpo riposasse nel cimitero del Ci pare che la linea editoriale del nostro settimanale, aldilà delle dichiarazioni iniziali, emerge da ogni numero e da ogni pagina de L Incontro : 1. Sforzo di annunciare il messaggio del Vangelo nelle problematiche del nostro tempo; 2. Presentazione di testimonianze che 11 paese; ma una delle nipoti che abita a Mestre ha preferito che il vecchio zio ricevesse l ultimo saluto nella chiesetta del cimitero e che il suo corpo riposasse all ombra dei suoi cipressi. Don Armando ha appuntato idealmente sul petto di questo insegnante la medaglia della riconoscenza per aver dedicato tutta la sua vita all insegnamento, esprimendo la stima ed il ringraziamento di intere generazioni di ragazzi del piccolo paese alpino. Don Armando ha affidato alla misericordia del Signore l anima del fratello Liudimiro ed ha espresso il suo cordoglio alle nipoti, invitando infine i presenti a ricordare nella preghiera l anima del fratello che ci ha lasciati. LETTERA AL DIRETTORE Carissimo Don Armando, ho ascoltato il suo sermone di oggi, Domenica 7 Maggio nell immensa Chiesetta del Cimitero del Camposanto come ama dire Lei, e, come al solito, non sono mancate le considerazioni sulla vita di ogni giorno e i suoi bisogni. La Sua invocazione per la felicità dei suoi fedeli, non possiamo chiamarli parrocchiani, mi ha colpito particolarmente; avevo già notato il suo sempre intelligente richiamo a tale tema sul settimanale l Incontro a proposito della copertina dedicata al prof. Prodi; sempre attento a non apparire schierato politicamente, aveva saputo cogliere fra le promesse elettorali del futuro nostro Capo del Governo, la promessa a voler garantire agli Italiani il diritto ad essere felici. E come potrebbe un prete, che ama i suoi fedeli, che ha speso e continua a spendere il massimo del suo agire verso questo obbiettivo, non assumerlo come suo e comunicarlo ai suoi lettori? Che cos altro può averlo ispirato dopo tanti anni di lotte, impegno e sacrifici, se non il desiderio di potere assicurare a chi Le stava vicino un po di felicità? Non ero un suo parrocchiano, ma, dopo aver partecipato con Lei ad un pellegrinaggio a Lourdes, ho cominciato a frequentare assiduamente la Chiesa di Carpenedo; oggi soprattutto col bel tempo, l immensa chiesetta del Camposanto! Scorrendo il settimanale l Incontro, timido foglietto di qualche mese fa, non posso non esprimerle i miei più entusiastici complimenti per la veste tipografica, la validità dei testi, ma soprattutto, per la grande umanità, serenità di intenti che lo anima, per il grande aiuto e contributo, forse involontario, che Suo tramite, riesce ancora, da Pensionato, a dare per la felicità dei suoi fedeli e fedelissimi! Grazie se vorrà anche pubblicare questa mia lettera, perché mi piacerebbe tanto, oltre che a Lei, poterlo anche dire a tutti gli altri. Con viva stima, cordialità e con affetto Luigi Augello Modi per collaborare all Incontro ci facciano incontrare il messaggio cristiano nella vita degli uomini migliori; 3. Presentazione degli aspetti più positivi del pensiero, della cronaca e degli avvenimenti; 4. Messa in luce di fatti che presentino un cristianesimo in controtendenza ad una fede espressa solamente con gesti

12 rituali che sono fuori del cuore della vita; 5. Recupero di personaggi che la cronaca mette poco in luce o dimentica facilmente e troppo presto; 6. Un po d informazione sulla vita religiosa della nostra Città, però essendo assai lungo l iter per la stampa sono notevoli i ritardi e assai difficoltosa la possibilità d essere tempestivi.ribadiamo queste cose perché saremmo ben A Mestre c è posto per tutti coloro che sentono il desiderio di aiutare il prossimo in difficoltà. Pubblichiamo in questo numero de L Incontro la presentazione del gruppo dei volontari vincenziani che si occupano dell assistenza agli anziani ospiti della Casa di Riposo di Via Spalti a Mestre. Chi volesse aggregarsi a questo gruppo di Volontariato della S. Vincenzo può mettersi in contatto con la segreteria dell Associazione: Via Quercini 19/a Tel. 041.959359 felici d avere contributi da parte dei lettori. Non è necessario che essi diano pezzi scritti da loro, sono anche graditi ritagli di giornale o di riviste con esempi, testimonianze e riflessioni positive sulla vita e sulla fede. Chi ha qualcosa da passare lo spedisca a Don Armando Trevisiol- Centro don Vecchi, Via società dei 300 Campi, Carpendo -Ve oppure lo porti in chiesa del cimitero in occasione della messa feriale o festiva. I VOLONTARI DELL S. VINCENZO IN CASA DI RIPOSO Sono passati quattro anni da quando Carlo è salito in cielo; per me sono quattro minuti e amorevolmente lui mi accompagna in ogni istante della mia giornata. Che dire, che pensare, di fronte ad un dolore così grande che perfino la Bibbia, nell Antico Testamento, sembra considerare inconsolabile. Sto imparando, piano piano, a comprenderlo, a dar senso a ciò che di più terribile possa mai capitare: la morte prematura di un figlio! L orologio che va al contrario, il contronatura per eccellenza, la privazione del bene più grande. Nel momento in cui è un figlio che muore, si sente che accade qualco-sa di definitivo, di inesorabile, nulla sarà più come prima, mai più! Ma, ecco che Carlo, con la sua presenza, attraverso la fede che, via via, va radicandosi in me, mi aiuta a vivere questo evento fino in Pensieri di mamma con un figlio in cielo Il gruppo dei volontari della S. Vincenzo, che operano nella Casa di Riposo Antica Scuola dei Battuti in via Spalti, è risorto quattro anni fa: allora eravamo in quindici, ora siamo in trentanove, quasi tutti formati nei corsi per volontari ospedalieri indetti dalla S. Vincenzo. La formazione continua con quattro incontri annuali: all inizio dell anno sociale in autunno, in Avvento, in Quaresima e prima delle ferie estive. Sono venuti a tenere le loro meditazioni vari vicari episcopali, tra cui mons. Angelo Centenaro quale vicario della Carità, p. Luigino Zanchetta, quale direttore dell Ufficio diocesano della Pastorale della Salute, e il nostro presidente Stefano Bozzi. I volontari, che si dedicano agli ospiti in difficoltà per il pasto, sono tenuti a portare il camice, come quelli ospedalieri; perciò dall Amministrazione abbiamo ottenuto degli stipetti per il loro deposito; e tutti sono tenuti a portare una targhetta distintiva: in tal modo in tal modo siamo riconosciuti come volontari della S. Vincenzo, testimoni del nostro esser cristiani tra fratelli sofferenti nel corpo e nello spirito, manifestando il nostro affetto con grande sensibilità. Altri volontari, invece, si dedicano ad incontrare gli ospiti con gesti di amicizia, di affetto, di conforto, dando un senso positivo alla vita umana anche nella sofferenza. Inoltre siamo presenti anche in Villa Lucia, in viale Garibaldi, nella quale vivono 17 anziani, tutti auto sufficienti: tra di loro e con loro promoviamo con cantanti e attori momenti di animazione, ai quali gli ospiti partecipano con vivo entusiasmo e gioia. A volte sono state proiettate diapositive; ora si proiettano videocassette con un videoregistratore acquistato dai volontari stessi. In preparazione al S. Natale e alla S. Pasqua il cappellano della Casa di Riposo don Claudio Breda vi celebra la S. Messa e ogni primo venerdì del mese vi porta la S. Comunione, una S. Messa don Claudio celebra anche il 13 dicembre, il giorno di S. Lucia, per far partecipare alla gioia eucaristica la sig.ra Lucia nel giorno del suo onomastico e del suo compleanno: lo scorso anno ha compiuto ben 105 anni! Tra tutti gli ospiti diffondiamo il CORAGGIO, il giornale del Gruppo ospedaliero della S. Vincenzo. Perciò ringraziamo il Signore per l opera meravigliosa che ha compiuto e compie, perché testimoniamo l amore per i nostri nonni, genitori, parenti, amici, che ivi trascorrono gli ultimi anni della loro vita, con quella dolcezza di cuore e rispetto dell anziano, che infonde nei nostri cuori Gesù, che è Amore e donazione totale di sé. Franco Bordin fondo, senza fughe e negazioni, nella sua drammaticità e nella sua complessità, ma anche in modo spontaneo e semplice, nel rispetto delle mie emozioni. Un evento da interiorizzare, momento dopo momento, in modi e tempi diversi, nella profondità della propria vita interiore, nell anima, nella coscienza, nei sentimenti. Un evento perciò che va ascoltato, rispettato, accompagnato prima di tutto nella relazione che ognuno ha con sè stesso e poi confrontato e condiviso con chi ha vissuto lo stesso immenso dramma. Ed ecco che, attraverso la medicina del cuore, cioè la preghiera, la meditazione, il discernimento, quel mai più! diventa, miracolosamente per sempre! Annalisa Cercato