Salmo 46 47) Ascende il Signore tra canti di gioia.

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Transcript:

Antifona d'ingresso "Uomini di Galilea, perché fissate nel cielo lo sguardo? Come l'avete visto salire al cielo, così il Signore ritornerà". Alleluia. Colletta Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Egli è Dio... Prima Lettura Dagli Atti degli Apostoli. (At 1, 1-11) Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, "quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo". Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: "Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra". Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo". Salmo 46 47) Ascende il Signore tra canti di gioia. Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia, perché terribile è il Signore, l'altissimo, grande re su tutta la terra. Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni. Perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo. Seconda Lettura Dalla lettera agli Ebrei. (Eb 9, 24-28; 10, 19-23) Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire

molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza. Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso. Canto al Vangelo Alleluia, alleluia. Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore, ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Alleluia. Vangelo Dal vangelo secondo Luca. (Lc 24, 46-53) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto". Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Sulle Offerte Accogli, Signore, il sacrificio che ti offriamo nella mirabile ascensione del tuo Figlio, e per questo santo scambio di doni fa' che il nostro spirito si innalzi alla gioia del cielo. Per Cristo nostro Signore. Comunione "Nel nome del Signore Gesù predicate a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati". Alleluia. Dopo la Comunione Dio onnipotente e misericordioso, che alla tua Chiesa pellegrina sulla terra fai gustare i divini misteri, suscita in noi il desiderio della patria eterna, dove hai innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.

Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Oggi si compie il viaggio della Parola in Gesù! Notiamo che l evangelista Luca ha due racconti dell ascensione di Gesù che a specchio concludono il vangelo e aprono gli Atti degli apostoli (si tratta infatti di un unica opera lucana suddivisa in due parti). I due racconti ci donano sottolineature diverse di un medesimo evento. Ce ne mettiamo umilmente in ascolto. Prima di tutto vediamo che la conclusione del vangelo secondo Luca è molto diversa da quello di Matteo. Infatti il racconto dell ascensione di Matteo presenta, attraverso una grande epifania, Gesù come il Dio con noi, portando a compimento quel nome con il quale era stato chiamato dall angelo alla sua nascita; a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi (Mt 1,23). In Matteo Gesù è l Emmanuele, Colui che resta come il Dio con noi. In Luca invece Gesù è colui che se ne va, o meglio, Colui che sottrae ai suoi un certo tipo di presenza per essere presente altrimenti in mezzo alla storia. Pensiamo all episodio dei discepoli di Emmaus dove Gesù dopo aver rivelato se stesso nella Parola e nel Pane spezzati scompare dalla loro vista (cf. Lc 24, 31): si sottrae al loro sguardo, ma la sua presenza continua nella memoria delle Scritture che parlano di Lui e nel gesto dello spezzare il Pane. Nel vangelo di Luca, l ascensione di Gesù si inserisce in quel movimento che caratterizza il Figlio dalla sua discesa sulla terra, fino a percorrere la via che lo conduce a scendere sotto terra nella morte per poi risalire al Padre con la sua Pasqua. Si tratta di quel viaggio del Figlio che percorre le vie dell uomo fino alla fine e che S. Paolo ben descrive nel suo bellissimo inno nella lettera

ai Filippesi: egli svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome (cf. Fil 2,6-11). Il Figlio risale al Padre portando in Dio l umanità che ha assunto, tutto l uomo e tutti gli uomini. Il suo movimento verso il cielo inaugura il movimento dei discepoli che ora egli conduce fuori verso Betania. Gesù è ancora una volta Colui che apre la strada perché il viaggio della Parola continui. Dalla Galilea a Gerusalemme (itinerario del vangelo secondo Luca), da Gerusalemme fino agli estremi confini della terra (itinerario degli Atti degli apostoli). Sarà lo Spirito che qui Gesù promette a far uscire dal chiuso gli apostoli e a innescare questo viaggio senza ritorno. Viaggio che è prolungamento del Suo. E che rende i discepoli testimoni di Lui, il testimone fedele (cf. Ap 1,5). Il movimento che inaugura l ascensione consiste nel portare fino a confini della terra (At 1,8) l annuncio che il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, cioè la Parola dell amore di Dio che ha vinto la morte. Di fronte a questa Parola che Dio ha pronunciato sulla storia l uomo può scegliere: o rifiutarla rimanendo dove è, oppure accoglierla e mettersi in viaggio seguendo Lui fino all incontro con l amore del Padre ( saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati ). Lo Spirito è il motore di questo viaggio, il vento impetuoso che spingerà i discepoli ad uscire da Gerusalemme e dai confini di Israele fino a prendere il largo percorrendo le vie degli uomini del mondo. Ed è lo Spirito che rivestendo i discepoli di potenza dall alto (cf. Lc 24,49 e At 1,8) dona loro di vivere in memoria del Figlio. Il dono dello Spirito è anticipato nel gesto della benedizione di Gesù: notiamo infatti che in questo brano per ben tre volte in quattro versetti si parla di benedizione. La benedizione sospesa dell inizio del vangelo secondo Luca (quella che Zaccaria, il sacerdote, non ho potuto dare perché era muto, non c era alcuna parola benedicente per il popolo) ora scende sui discepoli che guardano al Signore Gesù, il Crocifisso Risorto che sale al cielo e questa benedizione rimane su di loro. Gesù si stacca da loro nell atto di benedirli. E un gesto trattenuto. L ultimo gesto di Gesù che rimane impresso nello sguardo e nella vita dei suoi. La benedizione che Gesù lascia è la sua Parola definitiva sul mondo. L umanità è benedetta. Per sempre rimane su di noi la benedizione di Dio che è Gesù. La maledizione è finita. Dice Apocalisse che il compimento della relazione fra Dio e l uomo nella Gerusalemme celeste sarà segnato dall eliminazione definitiva della maledizione: E non vi sarà più maledizione (cf. Ap 22,3) perché Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno,perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito (Gal 3,13-14). Il verbo benedire è la combinazione dell avverbio bene e del verbo dire : Dio dice bene dell uomo. In ebraico benedire significa donare una forza vitale, generare alla vita. La benedizione è sempre una forza che accompagna l uomo e ha a che fare con la fecondità, con la vita, con tutto ciò che comincia a nascere o rinascere. Gesù salendo al cielo lascia ai suoi la forza per vivere la Sua vita nel mondo: li benedice. Ora quindi viviamo nel dinamismo che questa benedizione ha innescato nella storia. Viviamo nel segno della benedizione di Dio. Viviamo benedetti da Dio come testimoni di Lui. La benedizione di Gesù corrisponde al dono dello Spirito santo promesso dal Padre, attraverso il quale i discepoli saranno rivestiti di potenza dall alto. Nuova annunciazione che inizia nella storia la vita del corpo di Gesù, la Chiesa. Come lo Spirito era sceso su Maria generando in lei il Figlio, ora lo Spirito scenderà sugli apostoli per generare un umanità che viva nella storia la Vita di Lui. Come dice la colletta di oggi: siamo membra del suo corpo e l ascensione al cielo di Cristo nostro capo ci fa vivere nella speranza di raggiungerlo, cioè di vivere come Lui quel viaggio che ha come ultimo approdo il Padre ( salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro Gv 20,17). La colletta anzi sembra dirci qualcosa di più. Il testo latino della colletta infatti letteralmente afferma che l ascensione di Cristo tuo Figlio è nostra esaltazione e là dove è giunta la gloria del capo è chiamata anche la speranza del corpo. Siamo il corpo di Cristo che vive nella storia in memoria di Lui. E viviamo nel mondo come testimoni di Lui nella speranza certa di partecipare alla

gloria del capo che è già in Dio. Fin d ora Cristo, nostra speranza, è in Dio e quindi mentre viviamo nella fede, la nostra vita è già arrivata alla sua meta ultima. Tuttavia viviamo il nostro viaggio verso questa meta non guardando il cielo, ma rimanendo dentro la storia. E infatti interessante che nel racconto dell ascensione secondo gli Atti mentre gli apostoli fissano il cielo due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?. La loro domanda sembra spostare l orizzonte degli apostoli dal cielo alla terra. Non si tratta di vivere ascese impossibili verso l alto fissando il cielo disancorati dalla terra, ma di rimanere umilmente in città, nel luogo dove ora il Signore ci ha posti. Qui questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo". Questi due uomini non stanno parlando del tempo ultimo del ritorno del Signore nella gloria (anche, ma non solo!), ma stanno indicando che la venuta del Signore Gesù è certa ed è in via di compimento. Infatti il verbo verrà non rimanda tanto ad un tempo di là da venire, ma è un futuro che indica un azione incompiuta: Egli verrà, cioè la sua venuta è in via di realizzazione, si compie lungo il corso della storia. E la Sua presenza quindi andrà cercata non guardando il cielo o un futuro al di là del tempo, ma guardando la terra. Il Cristo viene sempre e la sua venuta è rintracciabile nei suoi discepoli che vivono in memoria di Lui (non dimentichiamo che la parola testimone significa colui che ricorda ;il testimone quindi è un memoriale del Cristo). Nei suoi testimoni si prolunga la presenza del Cristo asceso al cielo. Qui Egli si rivela come Colui che viene.