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Transcript:

Episodio di SANTA COSTANZA MASSA MARITTIMA 12.06.1944 Nome del Compilatore: MARCO GRILLI I.STORIA Località Comune Provincia Regione Podere Santa Costanza Massa Marittima Grosseto Toscana Data iniziale: 12/06/1944 Data finale: Vittime decedute: Totale U Bam bini (0-11) Ragaz zi (12-16) Adult i (17- Anzia ni (più s.i. D. Bambi ne (0-11) Ragazze (12-16) Adult e (17- Anzian e (più S. i Ig n 1 1 1 Di cui Civili Partigiani Renitenti Disertori Carabinieri Militari Sbandati 1 Prigionieri di guerra Antifascisti Sacerdoti e religiosi Ebrei Legati a partigiani Indefinito Elenco delle vittime decedute: 1. Oriano Tonini, nato il 03/07/1914, colono. Altre note sulle vittime: Partigiani uccisi in combattimento contestualmente all episodio: Descrizione sintetica A Massa Marittima l intensa partecipazione della popolazione alla guerra di Liberazione si deve alla compenetrazione tra la tradizione repubblicana (mazziniano-garibaldina) ottocentesca e quella anarchica, socialista/comunista. Già verso la fine del settembre 1943 si costituì il CLN comprendente tutto lo schieramento antifascista, che stabilì i suoi contatti con il primo gruppo partigiano della zona, la Banda del Massetano guidata da Elvezio Cerboni. Per migliorare l assetto e l organizzazione delle bande, il CLN di Massa pose alla loro guida un militare, il capitano Mario Chirici, repubblicano. Da qui nacque la 3. Brigata Garibaldi (gennaio 1944), dalla quale si staccarono progressivamente per divergenze col comandante

legate alla fede politica, alle modalità di conduzione della lotta e alla visione dell Italia del dopoguerra vari elementi che costituirono nuclei poi confluiti nella 23. Brigata Garibaldi Guido Boscaglia, alle Carline, al confine tra le province di Grosseto e Pisa. Altre formazioni attive in zona erano la Camicia Bianca e l 11. Banda Autonoma, d ispirazione monarchica. Quella di Massa fu dunque una Resistenza forte e partecipata, che limitò il controllo nazifascista del territorio ma si dimostrò anche divisa e non sempre ben organizzata, come testimoniano le polemiche successive ai rastrellamenti (su tutti quello del Frassine del 16 febbraio 1944) e i conflitti fra militari e politici, sfociati perfino in divergenze di vedute sulle strategie da adottare nei giorni della Liberazione. La ritirata tedesca fu particolarmente dura per la popolazione civile: prima ancora della strage dei minatori della Niccioleta (83 morti, 13-14 giugno 1944), il 12 giugno 1944 fu ucciso il colono Oriano Tonini, colpito da una raffica di mitraglia mentre spegneva un incendio nel suo campo. In seguito si registrarono altri 13 morti civili. Massa Marittima fu liberata dalla 5. Armata americana il 24 giugno 1944. Modalità dell episodio: Uccisione con armi da fuoco. Violenze connesse all episodio: Tipologia: Controllo del territorio. Esposizione di cadaveri Occultamento/distruzione cadaveri II. RESPONSABILI O PRESUNTI RESPONSABILI TEDESCHI Reparto: Ignoto. Nomi: Ignoti. ITALIANI Ruolo e reparto: Nomi: Note sui presunti responsabili: Nel giugno 1944 l area delle colline metallifere era presidiata dal 14. Panzerkorps (14. Armeeoberkommando, Heeresgruppe C della Wehrmacht). In zona era attestata la presenza di reparti della 19. Luftwaffen Feld-Division e di distaccamenti delle divisioni Hermann Göring e 162. Turkestan

Infanterie. Nello stesso periodo transitarono nell area anche le unità della 356. Infanterie-Division, in marcia di trasferimento verso il fronte. Estremi e Note sui procedimenti: Ignoti militari tedeschi, denunciati dalla Legione Territoriale dei CC RR di Livorno. Titolo del reato: violenza con omicidio, art. 185 CPMG. Gli atti per l istruttoria furono trasmessi al Tribunale Militare Territoriale di La Spezia, con elenco 2C/623 del 25 febbraio 1966. Il Giudice Istruttore del Tribunale Militare Territoriale di La Spezia, con sentenza n. 57 del 15 giugno 1967, deliberò di non dover procedere a carico di ignoti. Il procedimento era già stato archiviato in precedenza il 14 gennaio 1960. Il fascicolo su questo episodio si ritrova nel Registro dei crimini nazifascisti in Italia (n. d ordine 1078), che fu occultato nel cosiddetto armadio della vergogna presso la sede della Procura generale militare di Roma, rinvenuto soltanto nel 1994. III. MEMORIA Monumenti/Cippi/Lapidi: All interno del palazzo comunale di Massa Marittima si trovano due lapidi: una con l iscrizione relativa al conferimento della medaglia d argento, e un altra che riporta i nominativi di tutti i caduti nella guerra di Liberazione. All interno del palazzo comunale di Massa Marittima si trova una lapide che riporta i nominativi di tutti i caduti nella guerra di Liberazione. Questa l iscrizione: «Onorando i supremi valori del sacrificio/massa Marittima/ricorda i suoi Caduti/nella lotta di Liberazione/monito perenne/a vivere in vincolo fraterno/per la difesa della libertà/e l ascesa dello spirito/contro le fazioni e le oppressioni/d ogni tempo». Al podere Coste Botrelli di Massa Marittima, dove furono uccisi Norma Parenti e Giovanni Moschini, si trova una lapide in memoria delle vittime civili della guerra di Liberazione. Oltre ai loro nomi, sono riportati quelli di Giovanni Fabbri, Bruno Felci, Astutillo Fratti, Quintilio Funaioli, Damiano, Dante e Giovanni Molendi e Oriano Tonini. A Massa Marittima, nel Parco di Poggio, si trova il monumento in memoria delle vittime della strage di Niccioleta. Si tratta di una scultura in marmo realizzata dal carrarese Nando Dunchi, già partigiano, collocata sul posto nel 1964. Musei e/o luoghi della memoria: Mostra permanente realizzata dall ISGREC in tre sezioni: 1) Resistenza e Liberazione a Massa Marittima; 2) Strage della Niccioleta; 3) Norma Parenti, presso la Sala consiliare Norma Parenti del Comune, via Parenti 69, Massa Marittima. Mostra permanente dell Istituto storico grossetano della Resistenza e dell Età contemporanea (Isgrec): Stragi nazifasciste nella provincia di Grosseto, visitabile nella Biblioteca Francesco Chioccon dell Isgrec, in Via de Barberi 61, Grosseto. Onorificenze Al Comune di Massa Marittima è stata attribuita la medaglia d argento al Valor Militare. Questa la motivazione: «Durante la lotta antifascista, la generosa popolazione sosteneva coraggiosamente le valorose forze partigiane nella sua Resistenza e dava alla causa della libertà, con la difesa degli impianti minerari della Niccioleta e la conseguente cruenta repressione, largo contributo di

combattenti, di sangue e di sofferenza». Nel complesso sono state conferite altre quattro medaglie al Valor Militare per la partecipazione alla lotta di liberazione massetana: una d oro (alla memoria) alla staffetta partigiana Norma Parenti, e tre d argento, sempre alla memoria, rispettivamente a Elvezio Cerboni, Alfredo Gallistru e Remo Meoni. Commemorazioni In occasione della festa della Liberazione del 25 aprile, a Massa Marittima ogni anno si svolge la commemorazione ufficiale in memoria delle vittime della guerra di Liberazione, col raduno delle autorità in piazza Garibaldi, la deposizione di una corona al monumento ai Caduti nel Parco di Poggio e l orazione ufficiale del sindaco. Ogni 13 giugno, in memoria della strage della Niccioleta, una cerimonia solenne avviene nel villaggio di Niccioleta e a Massa Marittima, con importanti rappresentanze istituzionali, come quella del Presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 63. anniversario. Note sulla memoria Nel dopoguerra la ricostruzione politica e morale a Massa Marittima fu molto difficile, perché la memoria divisa riguardò non solo antifascisti ed ex fascisti ma anche la Resistenza, con la netta frattura fra antifascisti e partigiani di tradizione repubblicana e quelli di fede comunista. Per quanto riguarda il primo aspetto, sottolineiamo l esplosione di violenza contro i fascisti repubblicani che si manifestò dopo la liberazione dovuta anche ai meccanismi farraginosi della giustizia e al contraddittorio percorso dei procedimenti d epurazione a stento mitigata dal forte impegno del CLN e delle autorità locali per giungere alla pacifica transizione verso la democrazia. Il clima di guerra civile che rimase a lungo a Massa è ben evidente anche nella vicenda del processo per la strage dei minatori di Niccioleta, dove i parenti delle vittime e la popolazione in generale attribuirono responsabilità unicamente ai fascisti della porta accanto, perdendo di vista coloro che avevano ordinato ed eseguito la strage, ossia gli ufficiali e i militari tedeschi, così come l imprudenza e la disorganizzazione dei partigiani e dei capi dell organizzazione antifascista locale. Come ha scritto Paolo Pezzino: «[ ] In una guerra civile, gli avversari interni, i fratelli che hanno tradito, sono i veri nemici, molto più che gli stranieri». In merito alla divisione nel campo resistenziale va evidenziata la forte contrapposizione tra antifascisti repubblicani e comunisti. Durante il periodo di lotta, dalla parte repubblicana si premeva per rendere le bande il più possibile simili a un esercito tradizionale, per una maggiore indipendenza dai CLN (a prevalente orientamento comunista) e per un ritorno all assetto pre-fascista una volta finita la guerra, tanto che si evitò di far precedere l ingresso dei partigiani a quello degli Alleati nelle città prossime alla liberazione, come dimostra la polemica tra il comandante Mario Chirici e il Comando militare interprovinciale di Livorno-Pisa, mentre da parte comunista si auspicava una guerra di popolo che avesse risvolti sociali e producesse forti cambiamenti nell Italia liberata dal nazifascismo. Tali frizioni emersero con evidenza durante la guerra di Liberazione ricordiamo ad esempio le defezioni dalla 3. Brigata Garibaldi dopo il rastrellamento del Frassine e lasciarono profondi strascichi anche nel dopoguerra, basti pensare alla redazione di due differenti e contrastanti relazioni sull attività svolta dalla banda Camicia Rossa guidata da Mario Chirici (una firmata dal comandante e l altra dal commissario politico comunista, Giorgio Stoppa), così come alla decisione dello stesso Chirici di inquadrare la formazione nel Raggruppamento patrioti Monte Amiata e quindi di passarlo alle dipendenze degli ufficiali del regio esercito inviati da Casa Savoia: un passaggio che fu solo sulla carta e a posteriori, come dimostrano le testimonianze degli stessi partigiani della Camicia Rossa e gli evidenti e stretti rapporti che la banda ebbe sempre coi CLN di Massa Marittima, Livorno e Piombino, oltre che con quelli degli altri paesi vicini. Fu infatti da questi organismi che ricevette l investitura ufficiale, i rifornimenti, i collegamenti e i commissari politici.

IV. STRUMENTI Bibliografia: Roger Absalom, Paolo Carucci, Arianna Franceschini, Jan Lambertz, Franco Nudi, Simone Slaviero (a cura di), Le stragi nazifasciste in Toscana 1943-45. 2. Guida alle fonti archivistiche. Gli archivi italiani e alleati, Carocci, Roma, 2004, pp. 105-115, 189-190, cd allegato. Michel Battini, Paolo Pezzino, Guerra ai civili. Occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana 1944, Marsilio, Venezia, 1997, pp. 8-30. Nicola Capitini Maccabruni, La Maremma contro il nazifascismo, La Commerciale, Grosseto, 1985, pp.57-58, 141-142, 149-173. Luciano Casella, La Toscana nella guerra di liberazione, La Nuova Europa Editrice, Carrara, 1972, pp. 191, 195. Antonella Cocolli, Nadia Pagni, Anna Rita Tiezzi, Norma Parenti. Testimonianze e memorie, Effigi, Arcidosso, 2014, p. 103. Comitato per le celebrazioni del XX della Resistenza, La Provincia di Grosseto alla macchia. Atti e documenti delle formazioni partigiane e del Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale, Amministrazione provinciale, Grosseto, 1965, pp. 55-70, 133-135. Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, 1943-45, La liberazione in Toscana. La storia, la memoria. Testimonianze, ricordi dai comuni toscani, Giampiero Pagnini editore, Firenze, 1994, p. 123. Mimmo Franzinelli, Le stragi nascoste. L armadio della vergogna: impunità e rimozione dei crimini di guerra nazifascisti 1943-2001, Mondadori, Milano, 2002. Gianluca Fulvetti, Uccidere i civili. Le stragi naziste in Toscana (1943-1945), Carocci, Roma, 2009, pp. 93-98. Valeria Galimi, Simone Duranti (a cura di), Le stragi nazifasciste in Toscana 1943-45. Guida bibliografica alla memoria, Roma, Carocci, 2003, pp. 142-154. Carlo Gentile (a cura di), Le stragi nazifasciste in Toscana 1943-45. 4. Guida archivistica alla memoria. Gli archivi tedeschi, Roma, Carocci, 2005, pp. 29, 31, 36, 54-55, 92-93. Franco Giustolisi, L armadio della vergogna, Nutrimenti, Roma, 2004. George F. Howe, The battle history of the 1 st Armoured Division Old Ironsides, Combat Force Press, Washington, 1954, p. 357. Pier Nello Martelli, La Resistenza nell Alta Maremma, Giardini, Pisa, 1978, pp. 15, 75-100, 115-121, 185-193, 201-205, 228-229. Pier Giuseppe Martufi, La tavola del pane. Storia della 23 a Brigata Garibaldi Guido Boscaglia, Anpi-Siena, 1980, pp. 9-31, 41-48, 91-92. Paolo Pezzino, Storie di guerra civile. L eccidio di Niccioleta, Il Mulino, Bologna, 2001. Giorgio Pisanò, Gli ultimi in grigioverde. Storia delle forze armate di Salò, voll. 3, FPE, Milano, 1967-69, pp. 2118-2119, 2122. Fosco Sorresina, Camicia rossa, dal Frassine alle Murate, Anpi-Grosseto, 1991. Luigi Tartagli, Alla macchia! Memorie di vita partigiana, TraccEdizioni, Piombino, 1996, pp. 92-94. Ivan Tognarini, Là dove impera il ribellismo. Resistenza e guerra partigiana dalla battaglia di Piombino (10 settembre 1943) alla liberazione di Livorno (19 luglio 1944), voll. 2, Edizione Scientifiche Italiane, Napoli, 1988, pp. 81-82, 86-87, 93-95, 99-110, 121-132, 135-141, 387-393, 396-409,518-521, 546, 565-572, 579-581. Renzo Vanni, La Resistenza dalla Maremma alle Apuane, Giardini, Pisa, 1972, pp. 101-119.

Giovanni Verni, Cronologia della Resistenza in Toscana, Carocci, Roma, 2005, cd allegato. Fonti archivistiche: AUSSME, N. 1-11 Diari storici Seconda guerra mondiale, b. 2132, f. Documentazione atti di barbarie commessi dai nazifascisti in Italia centrale (Toscana, Umbria). Relazioni dei carabinieri. ACS, Ministero dell Interno, Direzione generale Pubblica Sicurezza, Affari generali e riservati, A5G II Guerra Mondiale, b. 434, f. Bande Armate Grosseto, b. 464, f. Grosseto. ACS, Ministero dell Interno, Direzione generale Pubblica Sicurezza, Affari generali e riservati, C2A, 1943-1944, b. 1, f. Grosseto. ACS, Ministero dell Interno, Direzione generale Pubblica Sicurezza, Attività ribelli, b. 5, f. Grosseto. ISRT, Fondo Relazioni ufficiali delle formazioni partigiane, b. 2, f. Pisa, sf. 23 a Brigata Garibaldi Guido Boscaglia, Relazione dell attività svolta dalla Brigata. ISRT, Lelio Barbarulli, b. 6, f. 1, Relazione dell attività svolta dalla banda Camicia bianca. ISRT, Carte documenti tedeschi, Rapporti della Militaerkommandantur 1015. AS Grosseto, R. Prefettura, b. 797, f. Relazioni della Resistenza. ISGREC, Fondo Resistenza in Maremma, v. 4, Capitini-Maccabruni, Cartografia. ISGREC, Anpi, Serie II, b. 17, Elenchi fucilati per rappresaglia dai nazifascisti; pratiche per pensioni ai discendenti; pratiche per sussidi ai familiari e per pensioni. ISGREC Fondo Anpi, serie II, b. 22, Relazioni formazioni partigiane Grosseto e provincia e atti relativi ai riconoscimenti, Pp1, Raggruppamento Patrioti Monte Amiata, settore C; 11 a Banda Autonoma Boccheggiano, Pp 14 e Pp15, Raggruppamento Patrioti Monte Amiata, Banda Camicia Rossa, Massa Marittima (Mario Chirici), Pp 17, Raggruppamento Patrioti Monte Amiata, Banda Camicia Bianca, Massa Marittima. Sitografia e multimedia: www.grossetocontemporanea.it www.isgrec.it www.radiomaremmarossa.it www.regione.toscana.it www.toscananovecento.it Altro: V. ANNOTAZIONI VI. CREDITS LUCIANA ROCCHI, Istituto storico grossetano della Resistenza e dell Età contemporanea. MARCO GRILLI.