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Prima Riflessione CHI VUOL DIVENTARE GRANDE TRA VOI SARA VOSTRO SERVITORE (Mc. 10,35-45) Liberi dal potere per una sequela a Cristo nel servizio CHI VUOL DIVENTARE GRANDE TRA VOI SARA VOSTRO SERVITORE, Liberi dal potere per una sequela a Cristo nel servizio, è lo slogan che vuol indicare l itinerario spirituale per il movimento Africa Mission nell anno 2009/2010. Il brano di vangelo di riferimento per i nostri gruppi in Italia e per coloro che vogliono fare con noi un cammino di crescita nella fede sarà Mc. 10,35-45, quello in cui l evangelista Marco racconta della richiesta dei figli di Zebedeo di sedere nella sua gloria uno alla destra e l altro alla sinistra, richiesta che offre a Gesù l occasione di precisare che per la sequela a Lui è necessario il coraggio di mettersi contro la mentalità del mondo, che persegue soprattutto il potere e il desiderio di essere i primi, per realizzare, invece, la vita in un atteggiamento di umile servizio. Come è stato fatto nei due anni precedenti, dopo questa prima presentazione generale del brano, ogni mese verranno ripresi alcuni versetti per un approfondimento più puntuale e per spezzare la Parola in modo da renderla più comprensibile e digeribile. Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. Egli disse loro: Che cosa volete che io faccia per voi?. Gli risposero: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra. Gesù disse loro: Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?. Gli risposero: Lo possiamo. E Gesù disse: Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato. Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a sdegnarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, li chiamò a sé e disse loro: Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.

L evangelista Marco pone questo racconto dopo il terzo annuncio della sua passione e risurrezione, che Gesù fa ai suoi discepoli. Come nelle situazioni precedenti, anche qui viene sottolineato sia il fatto che i discepoli non riescono a capire ciò che Gesù ha annunciato, sia l insistenza, da parte di Gesù, sulla necessità di mettersi alla sua sequela. Attraverso questo brano Marco si fa certamente portavoce di una profonda riflessione presente nella primitiva comunità cristiana: quella sul contrasto fra la logica di Gesù, la logica del servizio, e la logica del mondo, la logica del potere. Nello stesso tempo vuol evidenziare la inesauribile pazienza e capacità divina di Gesù di andare avanti per aprire la strada e quasi per tirarsi dietro i discepoli perché partecipino in modo sempre più totale alla sua sorte (cfr. v. 39: anche voi lo berrete e anche voi sarete battezzati e v. 42: li chiamò a sé). In questo nuovo appello di mettersi alla sua sequela Gesù, quindi, sottolinea soprattutto l impegno di non stare dalla parte del potere, ma di realizzare la propria vita e l adesione a Cristo Signore attraverso il servizio. La sequela attraverso il servizio trova il primo atteggiamento nel seguire Gesù sulla strada della croce. Aver parte alla gloria di Gesù significa per il discepolo seguirlo totalmente, fino al Golgota, dove Gesù rifiuterà il vino mescolato a mirra (Mc. 15,23), per bere fino in fondo il calice amaro della morte violenta; una morte che non è semplicemente conseguenza di una esecuzione, ma è il dono della sua vita che Gesù offre per l umanità intera. Il discepolo allora è tale quando scopre la sua vita come dono di Dio all umanità e la realizza in un atteggiamento di offerta paziente e continua ad ogni persona che incontra. La sequela attraverso il servizio si realizza poi nell impegno a contrastare la mentalità di potere che esiste nel mondo. E l impegno a stabilire rapporti non di dominio, di gretto egoismo, ma di altruismo in un attento ed umile servizio. Onore e prestigio umano, che sono risultato e causa dell oppressione altrui, devono

essere per sempre cancellati dalla mente e dalla vita di chi vuol seguire Gesù, se vuol essere come il Maestro. In questo modo Gesù ci propone una gerarchia di valori che è il rovescio di quella dominante perché conferisce il primato al servizio come dono di sé agli altri, ad una vera libertà che è senza padroni e all amore gratuito. Il motivo di questo capovolgimento sta nel fatto che questa è la via che ha percorso Gesù, l unico nostro Maestro e Signore che non è venuto per farsi servire, ma per servire (v. 45a). La sua vita è stata sempre posta al servizio di tutti e si è realizzata come vita donata a tutti trovando poi nella morte il suo sigillo ultimo e definitivo, proprio come dono della vita in Dio. Il centurione ai piedi della croce, dopo aver visto spirare in quel modo Gesù, dà la sua testimonianza di vedere risplendere, in quel momento, sul volto del Crocifisso la gloria del Dio dei vivi e, nello stesso tempo, fa risuonare per la prima volta sulla terra, sotto il cielo squarciato, il grande segreto del Vangelo affermando: Davvero quest uomo era il Figlio di Dio!. Solo la via di un vero e totale servizio ai fratelli, dove abbiamo la possibilità di vedere concretamente la fedeltà di Dio, ci porta a sperimentare la gloria della croce. Incamminarsi su questa via è il grande dono di Dio, il frutto dell opera di liberazione che Gesù ha compiuto e compie in mezzo agli uomini. La comunità nuova che nasce dal vivere l impegno che Gesù le ha dato: Tra voi però non è così, trovando nel Figlio dell uomo, servo di tutti, il suo fondamento e il suo modello, è già testimone di questa libertà di Dio sulla terra: essa non vive più secondo il criterio dell uomo che per l uomo è lupo (homo homini lupus), ma dell uomo che per l uomo è Dio (homo homini Deus). Don Sandro de Angeli Le varie riflessioni vengono pubblicate anche su il nostro giornalino Anche Tu Insieme e sono a disposizione presso la sede

n. 2/ 2009-2010 Seconda Riflessione CHI VUOL DIVENTARE GRANDE TRA VOI SARA VOSTRO SERVITORE (Mc. 10,35-45) Liberi dal potere per una sequela a Cristo nel servizio CHI VUOL DIVENTARE GRANDE TRA VOI SARA VOSTRO SERVITORE, Liberi dal potere per una sequela a Cristo nel servizio, è lo slogan che vuol indicare l itinerario spirituale per il movimento Africa Mission nell anno 2009/2010. Il brano di Vangelo di riferimento per i nostri gruppi in Italia e per coloro che vogliono fare con noi un cammino di crescita nella fede sarà Mc. 10,35-45, quello in cui l evangelista Marco racconta della richiesta dei figli di Zebedeo di sedere nella sua gloria uno alla destra e l altro alla sinistra, richiesta che offre a Gesù l occasione di precisare che per la sequela a Lui è necessario il coraggio di mettersi contro la mentalità del mondo, che persegue soprattutto il potere e il desiderio di essere i primi, per realizzare, invece, la vita in un atteggiamento di umile servizio. Come è stato fatto negli anni precedenti, dopo questa prima presentazione generale del brano, ogni mese verranno ripresi alcuni versetti per un approfondimento più puntuale e per spezzare la Parola in modo da renderla più comprensibile e digeribile. Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. Egli disse loro: Che cosa volete che io faccia per voi? Gli risposero: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra. Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo. Giacomo e Giovanni erano tra di loro fratelli ed erano stati chiamati da Gesù alla sua sequela fin dagli inizi del suo ministero. Diverse volte nei vangeli, insieme con Pietro, vengono citati e sono scelti da Gesù per essere testimoni di alcuni fatti importanti della sua vita, quelli nei quali in modo particolare manifestava la sua identità divina: la risurrezione della figlia di Giairo (cfr. 5,37), la trasfigurazione (cfr. 9,2), il discorso escatologico sul monte degli Ulivi (cfr. 13,3), l agonia nell orto degli Ulivi (cfr. 14,33). In questo caso sono gli stessi Giacomo e Giovanni che si accostano a Gesù per fargli una richiesta. Hanno ormai instaurato un rapporto di amicizia e di fiducia con Gesù per cui si rivolgono a Lui con spontaneità e gli chiedono di soddisfare un loro desiderio. E Gesù dà la sua disponibilità per ascoltarli. Nel vangelo di Matteo (cfr. 20,20-21), invece, non sono i due fratelli a fare la domanda, ma è la loro madre che intercede per loro.

n. 2/ 2009-2010 Appare evidente da questi versetti che l uomo ha la necessità di stabilire un rapporto con Gesù. Abbiamo desideri così grandi che avvertiamo la distanza da questi e l effettiva realizzazione. Pertanto diventa normale che ci rivolgiamo a chi può darci una mano, soprattutto al Signore Dio. In questo rapporto tra il credente e Dio capiamo allora quanto sia importante, anzi indispensabile, la preghiera di supplica. E Gesù stesso che lo evidenzia quando in Lc. 11,9-10 dice: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. In questa preghiera di supplica ci sentiamo come bambini che hanno bisogno del padre e della madre e si rivolgono a Lui con estrema confidenza e fiducia nella certezza che Lui è sempre pronto ad ascoltarci. Non stanchiamoci, allora, di rivolgerci al Signore con la nostra preghiera. Apriamo a Lui il nostro cuore, presentiamo a Lui le nostre necessità, stabiliamo con Lui quel rapporto forte di comunione per cui affidiamo a Lui tutta la nostra vita. Gli risposero: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra. Questa richiesta che i due discepoli presentano a Gesù, dimostra che ancora non hanno capito niente del mistero della vita di Gesù e del suo messaggio e che i tre preannunci della sua passione e risurrezione, che Gesù stesso aveva fatto, non sono serviti. C è veramente una distanza grande e un contrasto profondo tra questa richiesta e ciò che Gesù aveva annunciato. E la storia della fragilità umana, è la nostra storia. La nostra fede piccola fa fatica a capire e ad adeguarsi al progetto del Signore; le nostre richieste, molte volte, non sanno andare al di là del bisogni materiali e che, per lo più, sono condizionati dal nostro egoismo e dal desiderio di autoaffermazione. Il desiderio che i due discepoli esprimono è una brama che ora pretende esplicitamente di elevarsi fino al cielo, e di impossessarsi anche del regno e della gloria del Cristo. E una superbia assai comune, la quale mira molto in alto, e vuole che i criteri mondani di prestigio, di potere e di asservimento dominino in eterno, autenticati da Gesù che deve fare ciò che noi vogliamo E un orgoglio che si riscontra fra i discepoli di tutti i tempi. Certamente questo modo di rivolgersi al Signore non corrisponde a quanto Gesù stesso ci insegna con il Padre nostro dove siamo invitati a mettere le preoccupazioni per la nostra vita dopo le esigenze della volontà di Dio e del suo regno. Chiediamo quindi al Signore che ci aiuti a purificare sempre di più la nostra preghiera perché diventi vero incontro con Lui. Don Sandro de Angeli Le varie riflessioni vengono pubblicate anche su il nostro giornalino Anche Tu Insieme e sono a disposizione presso la sede