II settimana INTRODUZIONE. LUNEDI della II Settimana

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II settimana INTRODUZIONE La fede laica ricerca i presupposti in se stessa. Ci sono dei fatti che, pur facendo parte di noi, restano difficili da comprendere e da spiegare. Perché non siamo come vorremmo essere? Perché il mare infinito nel quale vorremmo navigare risulta talmente angusto da soffocarci? Perché non siamo comprensibili a noi stessi? La fede laica parte da questi interrogativi, li soffre, cerca di risolverli ma restano comunque enigmatici. Chi si ritiene CREDENTE pensa siano interrogativi inutili perché il Dogma li ha già risolti. Si è soliti ripetere contilenando: basta un po di fede e tutto è spiegato e risolto. La fede vera nasce quando l enigma su se stessi esige, non come presupposto, ma come risposta necessaria, IL PENSIERO E LA PAROLA di qualcuno che ci lancia oltre l enigma e l ansia dei perché primordiali. Troppi credenti rattoppati, pieni di certezze mai sofferte, troppi fedeli unicamente a se stessi, troppi praticanti senza la pratica della vita, troppi dogmatici senza l esperienza del mistero, troppi moralizzatori senza amore. La fede laica ci aiuta a buttare via l abito rattoppato di una fede senza vere motivazioni per indossare quello capace di offrire al mondo il vero volto di Dio. LUNEDI della II Settimana Cerchiamo di partire nella riflessione di questa II settimana dall esperienza che ci tormenta maggiormente: IL LIMITE, vorremmo ma non possiamo. Il limite non deriva solo dall essere polvere, ma principalmente dall esistenza dell altro. È l altro che mi limita; mi delimita lo spazio, il pensiero, il possesso. Dove c è lui non posso esserci io. Il problema è serio perché soffriamo due esigenze contrastanti: abbiamo bisogno dell altro, ma l altro ci limita. Se riflettiamo bene la prima sofferenza che la Genesi ci presenta è tutti gli alberi del giardino sono vostri meno quello che io vi vieto di mangiare altrimenti morirete. Nella nostra vita interviene un altro che ci limita. Non interessa chi sia l altro, interessa il fatto che se oltrepasso il limite impostomi io penso di realizzarmi, invece entro nell esperienza più drammatica: la PERDITA della mia LIBERTA ero certo che oltrepassando il limite impostomi avrei affermato me stesso, invece ho gettato via la veste della mia dignità mi sono rattoppato con una foglia di fico e mi sono nascosto. Ascoltiamo la Parola Lettura - Dn 9, 4-10 Signore Dio, grande e tremendo, che sei fedele all alleanza e benevolo verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi! Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali nel tuo nome hanno parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese. A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancora oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i delitti che hanno commesso contro di te. Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; al Signore, nostro Dio, la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui, non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, né seguito quelle leggi che egli ci aveva dato per mezzo dei suoi servi, i profeti.

Riflessione personale Preghiamo con il Salmo 78 SIGNORE, NON TRATTARCI SECONDO I NOSTRI PECCATI. Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati: presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome. Giunga fino a te il gemito dei prigionieri; con la grandezza del tuo braccio salva i condannati a morte. E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo, ti renderemo grazie per sempre; di generazione in generazione narreremo la tua lode O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell anima, fa che ci asteniamo da ogni peccato per avere la forza di osservare i comandamenti del tuo amore. MARTEDI della II Settimana Oltrepassato il limite impostoci dall altro siamo portati a vivere ingannandoci di essere il centro di tutto quello che accade. Diceva una vecchia canzone tutto gira intorno a me ingolfato in quel turbinio vorticoso perdi l orientamento, non sei più capace di muovere un passo, ti ripieghi su te stesso. L unica preoccupazione sei tu, i tuoi pensieri, i tuoi interessi. Tu diventi l unico parametro per misurare eventi e valutare decisioni e corri il rischio amaro di finire vittima di illusioni sempre crescenti. Sei succube di una alienazione sia su te stesso che sugli altri. A volte ti sembrerà di trovare soddisfazione e di vivere tranquillo ma questa tranquillità è solo una specie di narcosi che ti aliena dalla realtà e ti fa vivere una vita che cerca di riparare le continue disillusioni e lacerazioni con dei rattoppi che hanno sempre lo stesso colore sbiadito e nauseante: IO, le mie idee, le mie voglie e i miei tornaconti. Ascoltiamo la Parola di Dio Mt 23, 1-12 In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati rabbì dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare rabbì, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate padre nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare guide, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Riflessione personale Preghiamo con il Salmo 49 A CHI CAMMINA PER LA RETTA VIA MOSTRERÒ LA SALVEZZA DI DIO. Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici, i tuoi olocàusti mi stanno sempre davanti. Non prenderò vitelli dalla tua casa né capri dai tuoi ovili. Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che hai in odio la disciplina e le mie parole ti getti alle spalle? Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te! Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa. Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora; a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. Custodisci, o Padre, la tua Chiesa con la tua continua benevolenza, e poiché, a causa della debolezza umana, non può sostenersi senza di te, il tuo aiuto la liberi sempre da ogni pericolo e la guidi alla salvezza eterna. MERCOLEDI della II Settimana È bene chiederci: questa paura del limite tracciatomi dall altro dove si annida, dentro di me o mi viene imposto dall esterno? È in mio potere controllarla o dipende da fattori esterni su cui è quasi impossibile agire? Sono io l artefice della paura dell altro oppure sono vittima di condizionamenti sui quali non ho alcun potere? La risposta esige una sincerità capace di analizzare i fatti nella loro complessità. Le circostanze storiche nelle quali viviamo, il sentire comune di un determinato ambiente, i modelli che ci vengono proposti con ossessionante insistenza, condizionano indubbiamente le nostre scelte fino al punto di farci prendere delle decisioni che crediamo libere ma che invece sono frutto di una sorda persuassione. Nel vangelo c è un affermazione che fa al caso nostro: non quello che entra nell uomo lo corrompe, ma quello che esce dall uomo. Tutta questa esclusione dell altro trova terreno facile nel culto di noi stessi. L egocentrismo è convinto che tutto ci è dovuto, tutto è nostra possibile preda, tutto è subordinato ai nostri desideri e ai nostri sogni spesso deliranti. Ascoltiamo la Parola di Dio Mt 20, 17-28 In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio

dell uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Riflessione personale Preghiamo con il Salmo 30 SALVAMI, SIGNORE, PER LA TUA MISERICORDIA. Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. Alle tue mani affido il mio spirito; tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all intorno!», quando insieme contro di me congiurano, tramano per togliermi la vita. Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani». Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori. Preghiera conclusiva Sostieni sempre, o Padre, la tua famiglia nell impegno delle buone opere; confortala con il tuo aiuto nel cammino di questa vita e guidala al possesso dei beni eterni. GIOVEDI della II Settimana Tutto il travaglio che ci fa vivere da persone irrisolte: nude di dignità, di progetti degni della nostra intelligenza, incapaci di amarci seriamente e di amre, nasce da un puntiglio testardo e che è bene ricordare: L ALTRO COSTITUISCE IL MIO LIMITE, SE LO SUPERO SARO LIBERO. Superandolo siamo certi di togliere la spazio vitale perché l altro possa crescere, certi che se cresce ci soffoca. L esperienza vera è un altra: togliendo lo spazio vitale all altro lo togliamo a noi stessi, ci soffochiamo con le nostre stesse mani e ci sentiamo condannati ad una esistenza nuda di vera dignità, di progetti aperti verso orizzonti illimitati. Strappato dal nostro spazio vitale che è considerare l altro amico, compagno di viaggio, terreno fertile per crescere insieme e portare frutti condivisi, andiamo arraffando affetti e cose per rattoppare un vestito lacerato che solo una vita condivisa fraternamente può tessere di nuovo. Ascoltiamo la Parola di Dio Ger. 17, 5-10 Così dice il Signore: «Maledetto l uomo che confida nell uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti. Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere? Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni». Riflessione personale Preghiamo con il Salmo 1- BEATO L UOMO CHE CONFIDA NEL SIGNORE. Beato l uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti,

ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. O Dio, che ami l innocenza, e la ridoni a chi l ha perduta, volgi verso di te i nostri cuori e donaci il fervore del tuo Spirito, perché possiamo esser saldi nella fede e operosi nella carità. VENERDI della II Settimana Il cuore della fede non è dunque la ricerca di un mistero ammantato di dogmi precostituiti, di ritualismo spesso teatrale, della ricerca affannosa di eventi eccezionali. Tutto questo bagaglio che ci portiamo dietro ha altri nomi: emozione, fuga dal quotidiano, immersione nell intimismo, ricerca ffannosa di se stessi epotremmo continuare all infinito: LA FEDE è tutt altro. La Fede è accettare il limite che l altro ti impone, unirsi a lui e superarlo, senza restare ingabbiato. La fede dice S. Ignazio di Antiochia è il principio, l Amore il fine. Da soli non si ama ma se non si ama non si crede. Accanto ad un credente vero nasce una fioritura di persone che amano. La fede ti pone un interrogativo: IN CHI CREDI? La risposta ha partorito biblioteche intere che stanno lì per addottorare chi si ritiene dotto, ma restano lettera morta finchè non ci sia qualcuno che esce dai santuari della dottrina e va, come il samaritano, dalla cima di Gerusalemme allo sprofondo di Gerico. Ascoltiamo la Parola di Dio Mt 21, 33-43,45-46 In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un altra parabola: c era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta. Riflessione personale Salmo104 - RICORDIAMO, SIGNORE, LE TUE MERAVIGLIE. Il Signore chiamò la carestia su quella terra, togliendo il sostegno del pane. Davanti a loro mandò un uomo, Giuseppe, venduto come schiavo. Gli strinsero i piedi con ceppi, il ferro gli serrò la gola, finché non si avverò la sua parola e l oracolo del Signore ne provò l innocenza. Il re mandò a scioglierlo, il capo dei popoli lo fece liberare; lo costituì signore del suo palazzo, capo di tutti i suoi averi. Dio onnipotente e misericordioso, concedi ai tuoi fedeli di essere intimamente purificati dall impegno penitenziale della Quaresima, per giungere con spirito nuovo alle prossime feste di Pasqua. SABATO PREPARIAMOCI AD ASCOLTARE LA PAROLA DI DIO DELLA DOMENICA Prima Lettura Esodo 20, 1-17 In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è

riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Seconda Lettura 1Cor. 1, 22-25 Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull uomo. Egli infatti conosceva quello che c è nell uomo. VANGELO Gv. 2, 13-25 Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi,