Dio con noi CATECHESI DI AVVENTO DINO PIRRI

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Transcript:

2016 Dio con noi CATECHESI DI AVVENTO DINO PIRRI

Vangelo secondo Matteo capitolo 1 1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2 Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4 Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5 Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6 Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7 Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8 Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9 Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10 Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13 Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14 Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15 Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. 17 In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. 18 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20 Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". 22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25 senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù. 1

Una aspirazione diffusa Gesù non ha bisogno di spiegare a lungo in che cosa consista il regno di Dio che va annunciando: nel suo ambiente questa idea era già, per dir così, nell aria, come fa intuire l evangelista Luca con sobrie annotazioni: «il popolo era in attesa» (Lc 3,15); «credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all altro» (Lc 19,11). Tale aspettativa era maturata in Israele durante una secolare esperienza storica, a partire dall esodo. L ambiente contemporaneo I contemporanei di Gesù ogni giorno levavano al Signore l appassionata invocazione: «Sii presto re sopra di noi». Tutti i gruppi e i movimenti religiosi del tempo, eccettuati forse i sadducei, si aspettavano a breve scadenza qualcosa di grande da parte di Dio a vantaggio di Israele. Ognuno poi si raffigurava a modo suo quello che Dio avrebbe fatto: i farisei e gli esseni pensavano a un trionfo della legge mosaica e si preparavano con l osservanza scrupolosa e l ascesi personale; gli zeloti e gran parte della gente comune miravano a una restaurazione politica contro il dominio di Roma; i circoli apocalittici erano protesi verso un rivolgimento di dimensioni cosmiche con cieli nuovi e terra nuova. La posizione di Gesù Gesù si inserisce nel suo ambiente, inquieto e pieno di aspettative, con continuità e originalità. Il suo passaggio desta nella gente interesse, stupore, entusiasmo; a volte perfino un misterioso timore. Provoca in molti diffidenza, delusione, rifiuto e ostilità. Non lascia però indifferente nessuno. Il suo annuncio è che il regno di Dio non è più solo da attendere nel futuro; è in arrivo, anzi in qualche modo è già presente. Viene in modo assai concreto, a risanare tutti i rapporti dell uomo: con Dio, con se stesso, con gli altri e con le cose. Vuole attuare una pace perfetta, che abbraccia tutto e tutti. Al suo confronto l esodo dall Egitto e il ritorno da Babilonia erano solo pallidi presagi. Tuttavia il Regno non comporta né il trionfo della legge mosaica, né la rivoluzione nazionale, né gli sconvolgimenti cosmici. Bisogna credere innanzitutto all amore di Dio Padre, che si manifesta attraverso Gesù, e convertirsi dal peccato, che è la radice di tutti i mali. Tempo di Avvento È sempre attuale, anche per noi oggi, la necessità di prepararsi ad accogliere il Regno, educando desideri e domande. Ogni anno, in particolare, la liturgia dell Avvento ripropone l attesa dell Antico Testamento, culminante in Giovanni Battista, e ci offre la grazia che dispone all incontro con Dio. Allo scopo di preparare la venuta del suo regno nel mondo, Dio ha riunito e ha educato pazientemente, con un cammino di secoli, un popolo, che potesse accoglierlo e manifestarlo a tutte le genti: il popolo di Israele. L incontro con Dio rimane comunque carico di novità e di sorpresa. 2

Introduzione al tempo di Avvento Quando nasce? Si cominciano ad avere notizie di un tempo di Avvento nella Chiesa dal IV secolo. Esso è caratterizzato da elementi escatologici, cioè la preparazione ad accogliere il Signore, quando verrà alla fine dei tempi; ma è anche vissuto come un tempo di preparazione alle feste del Natale, di cui parleremo nella catechesi del 27 dicembre. Il tempo di Avvento ha una duplice caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi (Norme generali per l ordinamento dell anno liturgico e del calendario, 39). Quanto tempo dura? Possiamo dire semplicemente quattro settimane, più o meno: la sua struttura è costituita da quattro domeniche precedenti il Natale. Può essere diviso in due periodi: dalla prima domenica di Avvento al 16 dicembre è posto in maggiore evidenza l aspetto escatologico e orienta gli animi all attesa della venuta gloriosa di Cristo; dal 17 al 24 dicembre tutti i testi sono indirizzati più direttamente alla preparazione al Natale. In quale rischio possiamo cadere? Se non teniamo presenti queste due caratteristiche, cioè quella escatologica e quella storica, rendendole presenti ed attuali alla nostra vita di oggi, trasformiamo il Natale in una festa per bambini, tutta poesia e sentimento, cadendo spesso nella nostalgia di tempi che non torneranno più e di frustrazioni e rimpianti che non svaniranno mai. Affinché questo non accada ci lasciamo illuminare dal primo capitolo del vangelo secondo Matteo. Esso è composto da due pagine: nella prima si riporta l albero genealogico di Gesù, la cui origine si fa risalire al re Davide; nella seconda pagine si racconta l annunciazione, che però riguarda Giuseppe e non Maria. Vi chiedo però di avvicinarvi a questi testi senza la pretesa di ricevere un racconto storico- scientifico della nascita di Gesù, ma neanche di un opera mitologica o di fantasia. Il Vangelo è un racconto, costruito attorno a un 3

evento, con l intenzione di parlare di noi e del presente, attraverso ricami simbolici. La genealogia (Mt 1,1-17) Prima considerazione: il mistero di una persona Sembra una pagina quasi inutile: un elenco di 21 nomi, la maggior parte sconosciuti a chi non ha confidenza con la Bibbia, e alcuni addirittura nemmeno fuori dalla scena biblica. Questa lunga e noiosa lista di nomi e generazioni non ci dà probabilmente nessuna informazione, ma suscita sicuramente una domanda su Gesù di Nazareth: di chi è figlio? Spostandoci in una cultura antica possiamo tradurre questa domanda anche in questo modo: Quest uomo quale dignità ha? Che mistero porta in sé? Sicuramente non è una genealogia reale, ma piuttosto simile a quelle che si richiedono nelle bancarelle delle fiere o delle feste di paese, quelle che ci fanno risalire tutti a casate nobili e prestigiose, con tanto di stemma nobiliare. Costruite, inventate, per spillarci denaro. Anche in questo caso si tratta di un artificio letterario, che però ci comunica una profonda verità, nascosta tra parole e nomi. E sarà interessante scoprirla, come il mistero custodito nel cuore del Figlio di Dio. Seconda considerazione: il compimento della promessa Matteo ci vuole dire essenzialmente che Gesù Cristo è il Figlio di Davide. Ce lo indica in tutti i modi, anche nel numero delle generazioni, divise in tre anelli da 14. La somma numerica della radice del nome Davide è infatti 14 (4+6+4 = DWD). Questo ci svela subito una verità: Egli giunge al termine, anzi è il compimento della grande promessa davidica. Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, disse al profeta Natan: "Ecco, io abito in una casa di cedro, mentre l'arca dell'alleanza del Signore sta sotto i teli di una tenda". Natan rispose a Davide: "Fa' quanto hai in cuor tuo, perché Dio è con te". Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola di Dio: "Va' e di' a Davide, mio servo: Così dice il Signore: "Non mi costruirai tu la casa per la mia dimora. Io infatti non ho abitato in una casa da quando 4

ho fatto salire Israele fino ad oggi. Io passai da una tenda all'altra e da un padiglione all'altro. Durante tutto il tempo in cui ho camminato insieme con tutto Israele, ho forse mai detto ad alcuno dei giudici d'israele, a cui avevo comandato di pascere il mio popolo: Perché non mi avete edificato una casa di cedro?". Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: "Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo rovinino come in passato, come dai giorni in cui avevo stabilito dei giudici sopra il mio popolo Israele. Umilierò tutti i tuoi nemici e ti annuncio: una casa costruirà a te il Signore. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e te ne andrai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uno dei tuoi figli, e renderò stabile il suo regno (1Cr 17,1-11). Dunque, quest uomo è la risposta di Dio a tutte le attese di ogni generazione. Il massimo che Dio ha potuto fare e fa per noi. E allora dove andiamo a cercare meglio? O peggio? Perché ancora tante resistenze a lasciarsi guidare da Gesù, seguendo la via del Vangelo? Terza considerazione: la storia abitata da Dio Questa lista è raccolta da tre grandi eventi: l alleanza con Abramo, il regno di Davide e l esilio in Babilonia. Dunque ha a che fare con la storia e non con la fantasia. Stiamo preparandoci a celebrare un fatto della storia, e non un opera di fantasia. Abbiamo a che fare con una persona e non con un mito. Dio che si abbassa a noi. Fatto unico nella storia delle religioni. Questa storia è abitata da tanti nomi: alcuni li troviamo nella Bibbia. Alcuni li riconosciamo: Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuda Sono abbastanza famosi. Alcuni meno. Persone reali. Dio viene ad abitare la storia umana. C è poi la citazione inaspettata di quattro donne: inaspettata, in quanto lo schema richiama sempre la paternità. Ma soprattutto inaspettata perché si tratta di quattro donne che spingono allo scandalo più che all ammirazione: Betsabea, l adultera moglie di Urìa, generale dell esercito, fatto uccidere dal re Davide per rimediare alla gravidanza clandestina ; Racab, una prostituta di Gerico, Tamar che oggi considereremo una sorta di incestuosa, Rut che era una straniera moabita. Che bella parentela aveva Gesù! Dio viene ad 5

abitare la storia umana, anche imperfetta, anche impura, anche deplorevole. E infine ci sono dei nomi totalmente sconosciuti alla Bibbia e alla storia: Salàtiel, Abiùd, Elìakim, Azor, Sadoc, Achim, Eliùd personaggi che non hanno lasciato alcuna traccia di sé. Dio viene ad abitare anche la storia anonima e apparentemente insignificante. Gesù Cristo è il vero fratello degli uomini, l incarnato. La nostra fede da quale desiderio è mossa e a quale promessa tende? Che memoria ne abbiamo? Quale racconto possiamo farne agli altri? La nostra fede è un racconto di come Dio entra nella nostra vicenda personale oppure è solo una formula di parole e numeri? Quali sono i volti, le storie, le relazioni che parlano della nostra fede? Nel tempo di Avvento, mentre diciamo di prepararci a contemplare il mistero grande di Dio che viene in mezzo a noi, e mentre diciamo di attendere ogni giorno la sua venuta, dobbiamo chiederci: che fede è la mia? Cioè, dietro a chi sto andando? A chi affido la realizzazione della mia vita e la mia felicità? L annunciazione a Giuseppe (Mt 1,18-25) Ecco allora il fatto, il vangelo, cioè la bella notizia: Sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Qual è la bella notizia? Qui siamo davanti a un dramma. Cosa c è di poetico e stucchevolmente romantico in una donna sposata che rimane incinta a insaputa del suo uomo? Forse siamo ormai assuefatti a tutto, ma questa, più che favola da bambini, mi pare una vicenda scabrosa. [Il matrimonio in due tempi al tempo di Gesù] Dal punto di vista di Maria la Legge parlava chiaro: Se la giovane non è stata trovata in stato di verginità, 21allora la faranno uscire all'ingresso della casa del padre e la gente della sua città la lapiderà a morte, perché ha commesso un'infamia in Israele, disonorandosi in casa del padre. Così estirperai il male in mezzo a te (Dt 22,20-21). 6

Dal punto di vista di Giuseppe: un progetto di vita andato in frantumi, l amore tradito, il disonore, una decisione pesante da prendere: cosa faccio della mia donna? Arriva un evento che sovverte tutta la mia esistenza. E io che faccio? Quando il Signore tocca la mia carne, cosa accade dei miei progetti e desideri, delle mie categorie di giusto e di sbagliato, di vero e di falso? Quando Dio entra nella mia vita, io me ne accorgo oppure sono anestetizzato dall abitudine, dalla fatica, dalla paura? Ecco Giuseppe. Colui che è chiamato a decidere della propria vita, che non è una vita perfetta, ma segnata dal dubbio, dalla contraddizione, dall imprevisto, dalla turbolenza e dall incertezza. Là dove si stava avviando alla tranquilla esistenza programmata. Dobbiamo accorgerci di questo anche noi. Nel momento dello sfinimento e dell impotenza, arriva il messaggio di Dio, cioè la risposta della fede: non temere l opera di Dio. Non tirartene fuori. E dal dubbio sulla fedeltà di Maria, si passa al dubbio sulla fedeltà di Dio per finire al dubbio su se stessi: io che c entro con questa storia di salvezza? Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi (Mt 1,22-23). Davanti alle vicende del mondo, che possono essere lievi o drammatiche, siamo portati a mettere sotto giudizio gli altri e Dio stesso. Finché lo Spirito Santo ci sveglia dal torpore dell abitudine o della paura, e ci chiede di guardare nel nostro cuore. Dio viene, con le modalità che abbiamo scoperto. Qual è il mio posto? 7