Testi de Il Giullare e altre storie



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Transcript:

Testi de Il Giullare e altre storie 2009 Www.SimoneAvincola.it 1. Il Giullare / 2. Il Nano di corte / 3. Il Viandante / 4. Il Castello / 5. Il Condannato / 6. Il Boia / 7. Il Re / 8. La Strega di Portobello / 9. Oltre in cancello / 10. Il Paese / 11. Io dico basta (bonus track)

IL GIULLARE C'era un giullare in paese viveva di risa di gente chiedeva quel poco, quel niente aveva assai poche pretese. Viveva annusando la notte beveva sognando castelli rischiava fra sassi e coltelli mostrava trofei d'ossa rotte. Io posso dirvi soltanto che il cielo era nero e pulito e quant'era vero quel pianto negli occhi dell'uomo impaurito. E c'era una palla di vetro splendeva decisa e sicura e quant'era scuro l'argento e com'era rossa la luna. "Sul trono c'è un uomo cattivo che uccide chi piange di fame che ha appeso mio nonno a un ulivo" era questo che urlava il giullare. "E voi che mi state a guardare mentre muoio col boia vicino io vi chiedo di potermi scusare ma di fronte al Re non mi inchino". E la gente cominciò ad urlare a occupare le strade e i giardini liberarono in fretta il giullare e scapparono urlando: "assassini!". Ci son giorni in cui tutto è perduto e la sola speranza è la vita al Giullare bastò un minuto per capire che non era finita.

IL NANO DI CORTE Stanotte il nano ti offre da bere, se resti a ascoltarlo, se resti a sedere. Di giorno al castello fa quel che conviene. Di notte è piu alto se ha in mano un bicchiere. Ti dice che è stanco, che ride col pianto. Ha la faccia di chi vende la sua sfortuna al re che gli sputa e ride la sua statura, ma la notte non piange, "com'è alta la luna.." RE: "Dite al nano di usare il vestito" Ride il Re, divertito. "Quel pezzo di uomo fa schifo, non mi arriva all'ombelico" NANO: "Mio sovrano la guardo dal basso, com'è bello, com'è alto.. ma si segga, oggi è giorno di festa, poggi i suoi piedi sulla mia testa" Se mia madre sapesse la vita che faccio, un paese che ride quasi fossi un pagliaccio. Mamma, cullami ancora e nascondimi al Re, è lui l'uomo cattivo che ferì anche te. E l'amore l'ho avuto perché da bimbo ci riesci non ci pensi al futuro non ci credi che cresci. E l'amore ho perduto in un cespuglio di more, fra le spine è caduto e ha graffiato il mio cuore.

RE: "Dov'è il nano? è già tardi e non c'è!" Urla il Re, grida il Re. "Cavaliere, lo vada a cercare! corra forte, me lo deve trovare" CAVALIERE: "Al castello lo riporterò, oh mio Re, è così che farò" E nel borgo ora c'è un cavaliere in cerca di un nano che non sanno vedere Il paese non sa il nano dov'è, fra le mura del borgo il nano non c'è Il cavaliere domanda dovunque lui vada e promette a chi mente di puntare la spada Ma il paese non parla quando dovrebbe parlare E si diverte alle spalle di chi non vuole ascoltare Come quel cavaliere che ormai stanco e impaurito sa che senza quel nano lui sarà ben punito. Fuori le mura c'è un cavaliere che piange stanco e solo accarezza il ruscello si sciacqua le lacrime e trema la paura di tornare al castello "Morirò condannato dal cielo Forse il nano almeno è morto sereno O forse non è mai esistito" Triste, ferito.. il nano è partito.

IL VIANDANTE "Adesso sapete che dietro ogni muro montagna, foresta c'è un posto sicuro.." "Adesso sapete che dietro ogni muro montagna, foresta c'è un posto sicuro.." "..e allora da oggi comincerete a cantare parole bagnate dall'acqua del mare" Così disse il vecchio asciugandosi gli occhi riempendo il suo secchio di sogni interrotti Così mi insegnò e da oggi mi siedo e ascolto se vedo la pace e il vigneto. Ci vuole coraggio per lasciare il presente a restare seduti non ci vuole niente Ho rotto il silenzio dopo averlo colpito ho scelto di amarmi e sono partito Dentro le tasche non resta piu niente Sopra le spalle risate di gente Negli occhi il ricordo di amori lontani ma ieri è già oggi e oggi è domani

Di castelli ne ho visti ma resto qua giù coi piedi per terra col naso all'insù E che questo vi serva a capire l'errore di chi sta fermo e osserva il suo viaggio nel cuore Stupido è chi resta chi resta a guardare con le braccia sulla testa aspettando da mangiare E voi continuate a spaccarvi la schiena a dovere che io mi allaccio le scarpe e mi offro da bere Nessuno mi afferra sono uno sparviero che si annoia per terra e così sceglie il cielo E ora fate spazio è arrivato il viandante porgete una sedia una delle tante lui conosce le strade lui colora le piante adesso è vicino domani è distante ha lanciato la freccia l'ha seguita all'istante e sorride perché non ha sudditi e non ha Re.

IL CASTELLO Soltanto in pochi puntano il dito per indicarlo dal borgo impaurito per non scordare che dalla montagna il Re controlla e punisce chi sbaglia I rami neri sono zampe di ragno che si avviluppano e lasciano il segno disegno di una ragnatela infinita che succhia, dai muri, la vita "Io lo farò, stanotte sul tardi sfiderò la nebbia in faccia ai codardi e se gli altri non vogliono e anche tu hai paura andremo soli.. io e la luna" "Io non ti lascio da solo e lo sai quel che già vedo tu lo vedrai non sarà il buio a serrarmi la strada sarò il tuo scudo, sarai la mia spada." Allora andiamo! Se non proviamo Non lo sapremo, non capiremo quello che siamo "Allora andiamo apri le mani impugna il tuo sogno che da domani profumerà di libertà" Viola è la notte, bianca è la nebbia sottile, in silenzio si infila fra gli speroni a picco sul mare si mischia col vento che asciuga il sale Il Re ha ordinato e si è vendicato su quei contadini che non hanno pagato stanotte un fuoco si scorge lontano e brucian le case, brucia il campo di grano "Io non ci sto e lo urlo piu forte io non sto fermo davanti alla morte amico, se stringi i pugni e osi perderanno i tanti, vinceranno i pochi" "Quest'epoca amara va avanti e persiste qui quel che non vedi, non esiste Ma quanto sangue non si vede ma c'è versato nel calice bevuto dal Re"

Allora andiamo! Se non proviamo Non lo sapremo, non capiremo quello che siamo "Allora andiamo apri le mani impugna il tuo sogno che da domani profumerà di libertà" Allora andiamo! Se non proviamo Non lo sapremo, non capiremo quello che siamo "Allora andiamo apri le mani impugna il tuo sogno che da domani profumerà di libertà"

IL CONDANNATO Guardo fuori e penso solo a te piove forte come piace a me rubai per sfamare nostro figlio e sai che al Re non chiederò perdono mai. Sento ancora il profumo di quei giorni spesi a sognare orti e frutta, ti ricordi? una casa e tanti cani anche se io amo i gatti perché si cambia per restare soddisfatti Ma ora che.. io sono qui a contare gli ultimi attimi piangi amore, piangi forte tra la folla che, contenta, grida: "a morte!" Questo freddo, sarà il tempo o la paura? forte il vento soffia la neve sulla pianura io che da bimbo correvo col mio aquilone ora sto fermo a guardare il cielo da una prigione Ecco i passi di chi mi condurrà dal boia mistero di uomo che taglia la sua noia enigma di vita che decide chi è cattivo e risparmia chi è già morto dentro ma sembra vivo Ma ora che.. io sono qui a contare gli ultimi attimi piangi amore, piangi forte tra la folla che, contenta, grida: "a morte!" E' solo un po di vita che non è piu la mia l'ho persa, è finita, è scivolata via..

IL BOIA Nero, nero, nero come il cappuccio come il pensiero scuro, scuro, scuro taglio la vita in un colpo sicuro Ma anche io una vita l'avevo ed era importante nel giardino segreto del Re davo vita alle piante prima che mi trovasse sul prato ad amar la regina e da allora sono costretto alla ghigliottina Nero, nero, nero come il cappuccio come il pensiero scuro, scuro, scuro taglio la vita in un colpo sicuro Ad ogni condanna mi scoppia nel cuore una guerra Raccolgo il sangue e, da giardiniere, lo dono alla terra e la notte non riesco a dormire e sogno le grida del condannato che piange e mi guarda.. la folla divertita Basta, io vado via via da qui e da quel castello cara vita mia non puoi giocare quest'eterno duello Nero, nero, nero come il cappuccio come il pensiero scuro, scuro, scuro taglio la vita in un colpo sicuro Quando, sconfitto, mi arrendo alla vita e il sudore mi bagna ritrovo la pace tra i faggi e i cerri della montagna Poi torno al paese e negli specchi cerco e non scorgo quella mia faccia che nemmeno ricordo Ed è tutto nero, nero, nero come il cappuccio come il pensiero E' scuro, scuro, scuro taglio la vita in un colpo sicuro Che buffa cosa, io che di facce ne ho viste tante dalla puttana, al contadino, al cartomante Per questo corro tutta la notte a graffiare i muri per pugnalare i ricordi e gettarli negli angoli scuri

Basta, io vado via via da qui e da quel castello cara vita mia non puoi giocare quest'eterno duello Basta, io vado via via da qui e da quel castello cara vita mia non puoi giocare quest'eterno duello Nero, nero, nero come il cappuccio come il pensiero scuro, scuro, scuro taglio la vita in un colpo sicuro Nero, nero, nero come il cappuccio come il pensiero scuro, scuro, scuro taglio la vita in un colpo sicuro Nero, nero, nero come il cappuccio come il pensiero scuro, scuro, scuro taglio la vita in un colpo sicuro

IL RE Io cancellerò le mattine mi soffierò il naso mi sporcherò la bocca di terra e mi amerò. Ubbidirò alla notte assassinerò il freddo aspetterò che qualcuno mi odi o gridi,pianga.. perché: "Il Re è cattivo" Frantumerò la luna in piccoli spicchi di luce vibrante nell'acqua sarà il mio sasso a lasciarla ferita sarà la morte dell'onda a ridarle la vita Starò fermo sulle pietre del gioco in equilibrio alla luce del fuoco sul filo arancione di un soffio di gioia sarò io, con lo scettro, a indicarvi la noia Insulterò ogni tasto, ogni corda, ogni nota finché non sarò io, soltanto io, a decidere il suo suono non piangerò, questo no. Resterò....a pensarmi ancora un po' Poi me ne andrò ad aspettare le mattine e le cancellerò finché accetterò il mio essere ridicolo, pesante anche un Re non si sente sempre importante Comprerò un sorriso che non è il tuo dimenticato da labbra sporche d'oro consumato da notti che piu non mi chiedi cambierò qualche sedia per restare in piedi E ve ne andrete via scapperete via... Ma quando, stremati, cadrete e mi implorerete pietà guardandomi dal basso, in me vedrete la vostra unica chance Chiederete di voler uscire ma uscita non sarà e come la regina mi insegnò: mi scanserò.

LA STREGA DI PORTOBELLO Dio del bosco, del fiume e dei serpenti Dio della terra nera e di tutte le correnti Dio di tutti i pesci e della schiuma del mare insegnami a insegnare Dio dei pipistrelli, del viola dentro il cielo Dio del mare aperto che abbraccia il mondo intero Dio dell'acqua fresca, fuori dalle sorgenti Dio dei delinquenti Sono la strega di Portobello!..di Portobello. Dio del sangue secco mischiato alla vernice versato sopra il legno che è questa cicatrice del prezzo che ho pagato per essere migliore di un mondo traditore E il merito piu grande non è mai di chi soffre ma di chi riceve senza sentirsi in debito la notte e tutto ciò che abbiamo, un giorno sarà dato a chi amiamo o a chi abbiamo odiato Sono la strega di Portobello!..di Portobello.

OLTRE IL CANCELLO Se apri il cancello scopri fontane e scherzi di luci sull'erba bagnata il Re ci si sdraia a toccar le puttane Principi azzurri per la regina affamata Tanti principi azzurri.. e la regina è bagnata. Ma se entra un povero, sai cosa vede? vallate e distese di terre in collina e mai piu un Re che ruba e non chiede la frutta, gli ortaggi e la figlia carina che rapisce ogni volta per una sveltina "Puoi strofinare i fichi d'india sul viso di un prigioniero e contargli le grida e saltargli sui denti contento e deciso per lui sarà sangue per te sarà vita per lui sarà morte, per te gioia infinita.." "..Qui sei il benvenuto e ti offro il mio vino colore del sangue che ci ha fatto fratelli ti regalo lo scettro se mi aiuti a trovare quel porco schifoso che è riuscito a scappare ora il popolo adora quel maledetto giullare." "Mio fratello ti aiuto ma dammi dei soldi poi mi serve un cavallo e tanto mangiare troverò quel furfante che anche a me ha colpito procurandomi in faccia lo sfregio che ha inciso e ora son condannato a mascherarmi il viso" "Ti ringrazio del gesto e della bontà ecco i soldi, il cavallo e cibo a volontà torna presto!" sentì dire, ma lui non era il fratello tolse la maschera e il giullare corse via....oltre il cancello.

IL PAESE C'è un forte profumo d'arancio nell'aria di questo mattino e il sole asciuga le foglie bagnate dal pianto di un contadino Falene che aspettano il buio per essere ancora sedotte da odori e colori che sprigionerà piu tardi la bella di notte E tutto comincia a svegliarsi il fiore inizia ad aprirsi coraggio venite api golose di polline e calici d'acqua volate e pungete chi ruba il miele dal vostro alveare e mi raccomando mettetevi in fila per rassicurare la vostra regina. Mettete, mettete, mettetevi in fila E rassicurate la vostra regina. Ma ogni terra ha la sua gramigna così difficile da strappare come il pinolo dentro la pigna come ogni cielo ha il suo temporale Il paese racconta leggende ma non c'è nessuno che gli risponda e chi tradisce la legge del Re sarà gettato nella gola profonda. Ma tu non pensare, lavora e vedrai che sulla gogna non finirai non ti impicciare, fatica ed avrai vita pulita e priva di guai. Ma cos'è quella folla? quella coda di serpente Profumi di spezie rumori di gente Il re si diverte a vederci suonare il mercato è aperto si può (si deve)..rubare Stravaccarsi sul proprio trono significa prendere a calci chi casca tanto non ti sporchi le mani se le hai tenute sempre in tasca

Allora ecco che il paese dice di si al proprio sire e crede alle balle che gli racconta perché è piu bello restare a dormire Ma non si può restare a guardare mentre condannano un altro giullare fischiano e ridono al nano di corte macchiando di sangue la sorte torturano streghe e viandanti non nascondetevi, fatevi avanti! Ma si.. bendatevi pure per non guardare chi uccide la scure E fatevi ancora coccolare da favole false di un gioco feudale. Ma ogni imperatore vive perché se ha fame puo mangiare dormire, sguazzare, grugnire proprio come un degno maiale E tu stai zitto non chiedere cosa succede distruggi il vero, proteggi il finto qui dorme chi sogna, tace chi vede. Ma tu non pensare, lavora e vedrai che sulla gogna non finirai non ti impicciare, fatica ed avrai vita pulita e priva di guai. Fatevi avanti giullari, viandanti non restate lontani raggiungeteci, nani Ancora piu avanti sotto a chi tocca questo enorme castello diventerà rocca! Tu non pensare, lavora e vedrai che sulla gogna non finirai non ti impicciare, fatica ed avrai vita pulita e priva di guai. Ma tu non pensare, lavora e vedrai che sulla gogna non finirai non ti impicciare, fatica ed avrai vita pulita e priva di guai.

IO DICO BASTA Avete tolto la musica, avete tagliato l erba, resta solo chi mastica la vostra politica di merda. C avete tolto il coraggio e lo spirito per camminare, resta solo il miraggio di un gatto in mezzo al mare. Avete bloccato il respiro alla gente come noi, resta solo la pioggia che batte sui vostri eroi. Ma a tutto quel che resta.. io dico: basta Avete tolto il brusio e tutto quel che era suo, resta quel che è mio, resta quel che è tuo. Avete tolto i colori e la voglia di piangere ancora, restano solo i fiori ma anche loro andranno alla malora. Avete rimosso l indignazione e trasformata in un ghigno, resta chi vive tutta la vita come fosse un eterno sbadiglio. Ma a tutto quel che resta.. io dico: basta Avete spazzato via la terra rubando le nostre armoniche, vi resta in tasca una guerra in cambio di bombe atomiche. Avete strappato gli alberi e piantato cartelli stradali, avete ucciso stranieri: gridano nel fango come maiali.

Avete ridotto la dignità ad un cumulo di macerie, con il culo sui vostri sofà e gli schiavi nelle miniere. Ma a tutto quel che resta.. io dico: basta Avete mangiato mortadella e brindato alla faccia nostra, candidando quella piu bella e giocando alla solita giostra. Avete succhiato dai buchi, cancellato i ricordi dagli occhi. Signori, siate i benvenuti nel regno dei balocchi. Avete chiuso, dimenticato disintegrato l informazione. La vostra censura c avete insegnato e noi vi spegniamo la televisione. E a tutto quel che resta.. diciamo: basta Avete stuprato città vomitando inceneritori, resta chi non sa di pagare i propri tumori. Avete scondinzolato sculettando e gridando: "vittoria" Tutti i fogli avete strappato cancellando la memoria. Venite un momento a guardare, noi siamo la gente che chiamate: "pazza" Avete ignorato chi vuole cambiare e mo vi beccate tutta la piazza! E a tutto quel che resta.. diciamo: basta!