Profughi a Cinecittà un film documentario di di Marco Bertozzi
PROFUGHI A CINECITTÀ (Italia, 2012, 52, b&n/colore) Bari, sabato 24 marzo, ore 19, Galleria 4 Anteprima nazionale BIF&ST Bari International Film Festival prodotto da Cinecittà Luce e Vivo film con il patrocinio di UNHCR Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati in collaborazione con Cinecittà Studios e Roma Lazio Film Commission con il sostegno di MiBAC Ministero per i beni e le attività culturali Direzione generale per il cinema scritto da Marco Bertozzi e Noa Steimatsky musiche originali di Giorgio Casadei suono Max Gobiet direttore della fotografia Ezio Gamba montaggio Angelo Musciagna voce Noa Steimatsky regia Marco Bertozzi
Sinossi Il film racconta la trasformazione subita da Cinecittà negli anni che vanno dal 1943 al 1950, attraverso l occupazione nazista, la creazione di un campo profughi da parte degli alleati e, infine, la nascita della cosiddetta Hollywood sul Tevere. Dopo essere stata campo di concentramento per novecento uomini rastrellati nel quartiere del Quadraro, il 16 ottobre 1943 Cinecittà viene depredata dai nazisti e 16 vagoni merci carichi di cine- attrezzature lasciano Roma, otto con destinazione Germania, e otto per la Repubblica di Salò. Nel gennaio del 1944 i teatri di posa vengono bombardati dagli alleati, in uno dei circa 50 bombardamenti che colpiscono Roma. Il 6 giugno 1944 la città del cinema è requisita dall Allied Control Commission per garantire l'ʹalloggiamento delle migliaia di rifugiati creati dalla guerra. Un complesso cinematografico moderno, pur se profondamente ferito, viene convertito in campo profughi: da una parte i senzatetto italiani, dall altra, rigidamente separato, un campo internazionale. Cinecittà fu la destinazione per profughi dalle storie e dalle sofferenze assai diverse: tra le migliaia di sfollati c erano i figli dei coloni italiani in Libia, gli esuli giuliano- dalmati, gli sfollati dai bombardamenti di Monte Cassino e di Roma, molti ebrei internati e rientrati dai campi di concentramento Profughi a Cinecittà osserva quei profughi nei luoghi della memoria, lasciando emergere la storia direttamente dai loro ricordi, vedendoli muoversi nella Cinecittà di oggi, fra corridoi di studios e scenografie di reality assai lontane da quelle riciclate allora per garantirsi un minimo di protezione. Dissotterrando la memoria, si racconta una pagina pressoché sconosciuta della nostra storia e del nostro cinema. Ingresso al Campo profughi di Cinecittà, 1946, Archivio Cinecittà Luce
Marco Bertozzi insegna Cinema all Università IUAV di Venezia e fa parte di quel gruppo di autori che, negli ultimi anni, ha contribuito alla riscoperta e alla rinascita del documentario di creazione. L impegno teorico (tra i suoi libri, L idea documentaria, 2003), le attività didattiche e di promozione culturale del cinema del reale, si uniscono all attività di filmmaker. Tra i suoi ultimi lavori: Appunti romani (2004, premiato, fra gli altri, al Mediterranean Video Festival di Paestum, all Ischia Film Festival e a Big Screen Exhibition, in Cina), Rimini Lampedusa Italia (2004, premio Roberto Gavioli per documentari sul mondo del lavoro), Il senso degli altri (2007, vincitore del Sole e luna International Doc Festival di Palermo), Predappio in luce (2008, in concorso al Film Festival di Roma e vincitore dell Art Film Festival di Asolo). L ultimo suo libro, Storia del documentario italiano, 2008, adottato in varie università italiane, ha meritato il Premio Domenico Meccoli e il Limina Awards 2009 quale miglior libro di cinema dell anno. Noa Steimatsky è Professore Associato di Cinema e Media Studies all Università di Chicago. Nell ultimo decennio ha insegnato presso la Facoltà di Storia dell Arte e Film Studies della Yale University. Le sue ricerche attraversano i rapporti tra cinema e paesaggio, la teoria e l estetica del cinema, il cinema europeo del dopoguerra, la rappresentazione del volto nel film. Le è stato assegnato il Roma prize per una ricerca su Cinecittà campo Profughi con l American Academy (The Cinecittà Refugee Camp 1944-1950, pubblicata in due parti su Bianco e Nero, 560, n. 1, 2008, e 561/2, n.2-3, 2008). Ha pubblicato, tra gli altri scritti, Italian Locations, University of Minnesota Press, 2008.
Vivo film è una casa di produzione indipendente di film e documentari d autore, fondata all inizio del 2004 da Gregorio Paonessa e Marta Donzelli. Le produzioni Vivo film comprendono lavori di Guido Chiesa, Jean- Louis Comolli, Michelangelo Frammartino, Chiara Malta, Pippo Mezzapesa, Susanna Nicchiarelli, Nelo Risi, Corso Salani, Daniele Vicari. Nel 2007 Vivo film ha vinto il David di Donatello per il miglior documentario di lungometraggio con il film di Daniele Vicari Il mio paese e il Pardo d Oro Premio speciale della giuria nel concorso «Cineasti del presente» al 60 Festival di Locarno per Imatra di Corso Salani. Nel 2010 Le quattro volte di Michelangelo Frammartino è stato presentato in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, dove ha vinto l Europa Cinemas Label come miglior film europeo. Venduto in più di 45 paesi, Le quattro volte è stato invitato in tutti i più prestigiosi festival internazionali, ricevendo numerosissimi premi. Con Le quattro volte, nel 2011 Marta Donzelli e Gregorio Paonessa hanno ottenuto una nomination per il David di Donatello 2011 come miglior produttore e hanno ricevuto il Ciak d Oro come migliori produttori. Nel 2012 Vivo film ha completato la produzione di Profughi a Cinecittà, un film documentario di Marco Bertozzi, coprodotto con Cinecittà Luce. Vivo film è attualmente impegnata, tra l altro, nella preparazione del primo lungometraggio di finzione per la regia di Emma Dante, Via Castellana Bandiera, nello sviluppo del film Beirut, I love you di Gigi Roccati e Zena el- Khalil, premiato quest anno al Torino Film Lab Award e nel prossimo lavoro di Michelangelo Frammartino.